SPETTACOLI- Pagina 138

Concerto di Capodanno a Sestriere comune più alto d’Europa

Domenica 1 gennaio 2023 alle 18 a Sestriere, nel Comune più alto d’Italia, si terrà il concerto di Capodanno dell’ensemble della Monferrato Classic Orchestra diretta da Edmon Levon, con la parteciazione straordinaria del mezzo soprano Kulli Tomingas.
Il concerto, gratuito e aperto a tutti, è organizzato dal Comune di Sauze di Cesana, in collaborazione con l’Unione Montana Comuni Olimpici e il Comune di Sestriere.

MONFERRATO CLASSIC ORCHESTRA AL PALAZZETTO DELLO SPORT DI SESTRIERE

Monferrato Classic Orchestra diretta da EDMON LEVON

Sabato 1 Gennaio ore 18

Palazzetto dello Sport

Strada Azzurri d’Italia 2 SESTRIERE

Il Comune di Sauze di Cesana, in collaborazione con l’Unione Montana Comuni Olimpici e il Comune di Sestriere, per celebrare l’inizio dell’Anno Nuovo e augurare il meglio per il 2023, ha organizzato il Concerto di Capodanno con l’ensemble della Monferrato Classic Orchestra.

Appuntamento sabato 1 gennaio 2023 alle ore 18 al Palazzetto dello Sport di Sestriere.

Il programma prevede:

F. von Suppè, Cavalleria leggera

J. Strauss, Ouvertüre Pipistrello

G. Rossini, Ouvertüre Barbiere di Siviglia

G. Bizet, Carmen Suite n 1

G.Rossini, Ouverture da “Guglielmo Tell”

J. Strauss, Pizzicato polka

Tritsch tratsch Polka

Sul bel Danubio blu

Josef Strauss, Nymphen polka op 50

G. Rossini, “Una voce poco fa”

G. Puccini, da Turandot – “Vincerò”

Johan Strauss jr, Tausend und eine Nacht, valzer op 346

E. Strauss, Gruß an Prag, Polka francese op 144

J. Strauss sr, Radeskymarsch

Il concerto, che registra la partecipazione straordinaria del mezzo soprano Kulli Tomingas, vedrà i 50 orchestrali darsiappuntamento nel Comune più alto d’Italia per un concerto magico in un contesto spettacolare, quale quello le montagne olimpiche.

Da diversi anni ha dichiarato il Sindaco di Sauze di CesanaMaurizio Beria d’Argentina il Comune di Sauze di Cesana propone un cartellone di iniziative culturali estive per offrire a chi vive e frequenta le nostre montagne momenti per innalzare e rinfrancare lo spirito.

Quest’anno abbiamo deciso di organizzare un evento invernale e di donare, ai residenti e turisti dei Comuni Olimpici, un concerto della prestigiosa Monferrato Classic Orchestra (che ad Agostoscorso aveva fatto registrare il tutto esaurito nella Chiesa di San Restituto n.d.r.)

Il luogo più indicato per organizzare il tutto ci è parso subito il Palazzetto dello Sport di Sestriere, sintesi perfetta dello spirito che unisce i comuni olimpici.

Dal 1968 – ha proseguito il sindaco Beria –   il 1 gennaio si celebra la giornata mondiale della pace e non ci può essere modo migliore per augurare la pace a tutti, a tutto il mondo e anche anoi stessi che immergerci nell’atmosfera di queste melodie, nello scenario incantato delle nostre montagne.

Il mondo ha bisogno di pace e anche noi abbiamo bisogno di pace, di armonia, di relazioni autentiche, vere, costruttive.

Il messaggio di Papa Francesco per la giornata della pace del 2023 inizia con “nessuno può salvarsi da solo”: questo il messaggio che vogliamo rilanciare anche con questo concerto. Solo riscoprendoci comunità ha concluso Maurizio Beriatroveremo il modo per rendere la parola pace non un concetto astratto ma una scelta di vita.

L’ingresso al concerto è gratuito e aperto a tutti.

La Monferrato Classic Orchestra è l’orchestra stabile della Città di Casale Monferrato e del Teatro Municipale. Orchestra sinfonica versatile, che nel 2022 ha festeggiato gli otto anni di attività, affronta repertori barocco, classico e sinfonici con particolare attenzione al repertorio romantico e post-romantico, costituita da eccellenti giovani professionisti accomunati tutti dal desiderio di dare vita ad una realtà artistica giovane e nuova.

È seguita da Direttori d’orchestra professionisti di altissimo livello artistico provenienti dalle maggiori scuole di direzione d’orchestra europee e già collaboratori delle più rinomate orchestre nel mondo.

L’orchestra, che dal suo esordio ha all’attivo quasi 50 concerti sinfonici, è aperta a giovani strumentisti in grado di affrontare le difficoltà tecniche previste nella programmazione delle stagioni sinfoniche proposte.

La Monferrato Classic Orchestra si esibisce, nel 2019, con Luiz Felipe Coelho (primo violino della Camerata dei Berliner Philharmoniker); con il cellista Benedict Kloeckner, già artista Deutsche Grammophone che, dopo l’esecuzione del Concerto di Dvorak ,ha espresso entusiastiche lodi alla formazione.

Prima orchestra italiana ad avere eseguito, nel 250esimo anniversario beethoveniano, la Nona sinfonia registrando con tre concerti il tutto esaurito.

Unica realtà musicale piemontese ad aver ricevuto il patrocinio dell’Expo 2015.

I musicisti della MCO hanno la preziosa possibilità di collaborare anche con istituzioni estere e altre Orchestre Giovanili in Europa, attivando così un polo di scambio culturale europeo.

La Direzione artistica MCO è della pianista Sabrina Lanzi che ne è presidente e fondatrice.

 

Concerto di Capodanno alla Reggia di Venaria con la musica Gospel del jazz club Blue Note Milano

Nell’ambito delle Sere di Natale alla Reggia, le aperture serali in tema natalizio animate da musica, esibizioni teatrali ed eleganti allestimenti, la sera di domenica 1° gennaio 2023 La Venaria Reale celebra il nuovo anno con il Concerto di Capodanno alla Reggia, un concerto corale di musica Gospel curato dal noto jazz club Blue Note Milano e ospitato nella Cappella di Sant’Uberto, che vedrà esibirsi Eric Waddell & The Abundant Life Gospel Singers: una formazione di voci e timbri dalle sfumature profonde e potenti, che raccoglie i migliori talenti della città di Baltimora negli Stati Uniti.

Capodanno con Smallable Ensemble in Osteria

Osteria Rabezzana, via San Francesco d’Assisi 23/c, Torino

Rock’n’roll, beat, country e soul dagli anni ’50 ad oggi

 

 

Sabato 31 dicembre cenone rock’n’roll, beat, country e soul dagli anni ’50 ad oggi con Smallable Ensemble e un menù della tradizione liberamente interpretato dallo chef Giuseppe Zizzo.

Gli Smallable Ensemble sono quattro polistrumentisti noti sulla scena nazionale, attivi in diversi generi: blues, folk, rock, jazz. I componenti sono Alex Gariazzo, chitarrista e cantante della Treves Blues Band e sessionman per artisti italiani e d’oltreoceano; Marco “Benz” Gentile, polistrumentista, che ha curato la produzione artistica e il missaggio dell’album, chitarrista e violinista degli Africa Unite e sessionman per Rachele Bastreghi, Meg, Colapesce; Michele Guaglio, bassista con all’attivo un apprezzato lavoro solista in area jazz, per anni collaboratore del chitarrista rock-blues Vic Vergeat e turnista live e in studio (Susanna Parigi, Morgan); Roberto Bongianino, fisarmonicista e polistrumentista già con Paolo Bonfanti, Animalunga e Enea Leone, coinvolto in numerosi progetti a cavallo tra folk, blues, jazz e tango.

Menu

Entrèe con calice di benvenuto

Scampo crudo con crema di arachidi

Mazzancolle del mar Ligure scottate con carciofi e pistacchi

Agnolotti di dentice con pinoli, mentuccia ed il loro ristretto

Riso Carnaroli al nero di seppia Officinalis

Baccalà Rafols a bassa temperatura su purea di melanzane arrostite

Tortino di cioccolato con il cuore caldo e coulis di lamponi

Panettoni & frutta secca

Brindisi di mezzanotte

Acqua, vini selezionati dal nostro sommelier, caffè

Costo: 95 euro a persona

Info e prenotazioni

Web: www.osteriarabezzana.it

Tel: 011.543070 – E-mail: info@osteriarabezzana.it

 

“The Fabelmans”, una lettera d’amore al cinema e alla propria famiglia

Steven Spielberg si racconta

PIANETA CINEMA a cura di Elio Rabbione

Era già un’intenzione e un progetto sul finire degli anni Novanta, si sarebbe dovuto intitolare “I’ll Be Home”, la scrittura originale quella della sorella Anne. Ma la storia era ancora di quelle che disturbano, che non si sa bene come verranno accolte, immatura, troppo privata, troppo personale. Oggi, prima che partano le immagini di “The Fabelmans”, suo trentaquattresimo film, dal prodigioso “Duel” in poi, Steven Spielberg è lì a ringraziare il pubblico di aver scelto la sua storia, “una lettera d’amore al cinema e alla mia famiglia”, e di averla scelta sul grande schermo. Un bel numero, se s’immagina oggi che il ragazzino Sammy (l’alter ego nitido e specchiante di Steven) a sei anni, nel ’52, aveva una paura folle ad entrare in un cinema. Sarebbero state le parole del padre Burt/Arnold, ingegnere informatico, tutto legato alla tecnologia e spinto a spiegargli in pochi attimi dei 24 fotogrammi al secondo, e della madre Mitzi/Leah Adler, pianista concertista che per i figli ha abbandonato la carriera, fantasiosa, pronta a sussurrargli che i film sono sogni che non avrebbe mai più dimenticato, a spingerlo a godersi “Il più grande spettacolo del mondo” di DeMille, affascinato e sbalordito, bocca e occhioni spalancati. Poesia e tecnologia che per l’autore oggi settantaseienne sarebbero state una vera bibbia, due mondi diversissimi pronti tuttavia a incontrarsi. Perché allora non provare, nel salotto di casa, a ripetere con i piccoli vagoni di un treno, con una macchina altrettanto piccola, e soprattutto con la cinepresa di mamma quel disastro ferroviario che lui ha visto sullo schermo?

È un personale amarcord (una dolce e affettuosa malattia che in questi ultimi tempi ha travolto parecchi registi, da Branagh al nostro Sorrentino, da Inàrritu a Cuaròn, da Almodovar a Bruni Tedeschi, raccontare al pubblico, svelarsi, esplorare quelle giovinezze che ti avrebbero segnato e accompagnato per la vita intera), che si dipana attraverso l’Arizona e l’Ohio sino alla California, mentre il fuoco sacro prende sempre di più e Sammy/Steven coinvolge famigliari e amici nella costruzione delle sue prime pellicole, ogni immagine rigorosamente in super8, divertimento sempre più incalzante che molti continuano a definire hobby ma che per il giovane autore è già un’esperienza seriamente intesa, che lo spinge a guardare ben oltre la propria età. Filmini girati nel deserto, piccole masse di comparse fatte muovere (“The Last Gun”, un western amatoriale della durata di 8 minuti è del ’59, due anni dopo girerà “Escape to Nowhere”, 40 minuti di ambiente bellico), carrellate mettendo la cinepresa su una carrozzina, gli scoppi, gli spari simulati, i piccoli trucchi: ogni cosa alla base di creature venute dallo spazio, di animali della preistoria che invadono nuovamente il nostro mondo, di squali che terrorizzano il mare e le spiagge, di archeologi impacciati ma sfacciatamente avventurosi, di terrore nei campi di concentramento e di ebrei salvati dalla lotta di un caparbio industriale tedesco, di una bambina con un cappottino rosso tra i rastrellamenti nel ghetto, di scambi di spie e di presidenti assassinati, di rifugiati a vita nel viavai continuo di un aeroporto, di ragazzi innamorati travolti dall’odio di due gang rivali.

Amore per il cinema ma anche immersione nella vita (nella limpida quanto coinvolgente scrittura del regista e di uno dei suoi abituali collaboratori, Tony Kushner, il mai troppo lodato autore teatrale di “Angels in America”), in quella vita che ti presenta il conto con il divorzio dei genitori e con lo choc procurato, che ti fa trovare dinanzi a te il bullismo e l’antisemitismo, tra le pareti di una scuola, dove la frequentazione è divenuta sinonimo di terrore (“avevo paura di andare a scuola, di tornare a casa da solo e di incontrare nuovi coetanei, perché temevo che seguissero le teste calde che mi disprezzavano e passandomi accanto gridavano ‘sporco ebreo’”, ebbe a dire in un’intervista al “Corriere” poco più di una quindicina di anni fa). A rifugio non resta che la magia della pellicola, girare e tagliare e incollare, magia che è invenzione e realtà, magia che può anche ferirti, che ti lascia scoprire cose che non vorresti vedere (la gita tra i boschi, la sguardo sull’innamoramento di mamma Leah verso lo “zio” Bennie, qui dovuto soprattutto alle luci di Janusz Kaminski, la successiva divisione di una famiglia da sempre unita), che esalta ed emoziona, che muove sorrisi e drammi, che intravede e confonde,  che è pronta a tradire la visione di un personaggio, di un’eroe, come accade con il compagno di scuola, immortalato nelle gare della “marinata” finale ma che in quell’esaltazione non si riconosce. Spielberg – con la collaborazione dei “suoi” attori, da una entusiasmante Michelle Williams (nella prossima cinquina degli Oscar?) a Paul Dano alla felicissima sorpresa che è Gabriel LaBelle -, in estrema sincerità, si racconta, tra divertimento e commozione, spiega il proprio “orizzonte”, quello che un grande regista, uno di quelli che più lo hanno segnato, un giorno in modo burbero gli ha insegnato.

Due grandi figure del cinema si guardano, uno davanti all’altro in quell’ufficio degli studios, un inizio e un tramonto, due strade egualmente importanti. Tra i due quel filo che si chiama magia.

A Capodanno nuovo spettacolo del duo cabarettistico torinese Marco e Mauro “Tut a post”

Sabato 31 dicembre

Teatro Concordia, Venaria Reale (TO)

Gran Galà di Capodanno

 

Musica, divertimento e comicità nel “Gran Galà di Capodanno” con il nuovo spettacolo del duo cabarettistico torinese Marco e Mauro “Tut a post”e la partecipazione straordinaria di Luca Frencia nel suo music show. 

“Tut a post” è un omaggio al Piemonte ma soprattutto ai personaggi che hanno reso importante la regione, nello stile canonico di Marco e Mauro che il pubblico apprezza da ormai una trentina d’anni. Con una comicità fatta di gag, battute irriverenti, spaccati di quotidianità vissuta, raccontati con il “colore” piemontese, “Tut a post” raccoglie i pezzi migliori e più gettonati di Marco e Mauro.

A condividere con loro il palco, Luca Frencia e la sua band in un travolgente music show: un concentrato di energia dove personalità ed esperienza si incontrano creando un ensemble dinamico e giovanile dal sound frizzante con un repertorio globale, dalla tradizione ai ritmi attuali.

A mezzanotte brindisi con panettone artigianale in un tris di finger food gourmet in compagnia degli artisti.

 

Sabato 31 dicembre

Gran Galà di Capodanno

Ore 21.15 accoglienza in teatro

Ore 22.15 si alza il sipario con Marco e Mauro

Ore 00.00 brindisi in compagnia degli artisti

Ore 01 music show con Luca Frencia

Biglietti: intero 50 euro + d.p. – ridotto under 10 euro 25 + d.p.

Biglietti disponibili su Vivaticket e Ticketone

Biglietti: intero 50 euro + d.p. – ridotto under 10 euro 25 + d.p.

 

Info

Teatro della Concordia, corso Puccini, Venaria Reale (TO)

www.teatrodellaconcordia.it

011 4241124info@teatrodellaconcordia.it

 

Frida, la voce del Piemonte allo Zecchino d’oro

Il 22, 23 e 24 dicembre su Rai1 con FRANCESCA FIALDINI e PAOLO CONTICINI

Gran Finale la Vigilia di Natale con CARLO CONTI

22 dicembre 2022

Si chiama Frida e ha 8 anni la bambina di Moncalieri (TO) che parteciperà alla 65ª edizione dello Zecchino d’Oro, in onda su Rai1 giovedì 22 dicembre e venerdì 23 dicembre alle ore 17.05e sabato 24 dicembre alle ore 17.

Con il brano Mambo Rimambo, con testo e musica diGianfranco Grottoli, Andrea Vaschetti e Andrea Casamento, Frida ci insegna che, con un po’ di ingegno e allenamento, tutti possono imparare a cantare con le rime e a giocare con le parole.

A condurre le prime due puntate della trasmissione, dopo il successo dello scorso anno, tornano Francesca Fialdini e Paolo Conticini.

Per la finale, il pomeriggio della Vigilia di Natale, il padrone di casa sarà invece Carlo Conti, direttore artistico di Zecchino d’Oro. La regia è di Maurizio Pagnussat.

I conduttori non saranno soli sul palco dell’Antoniano, con loro:gli youtuber Ninna e Matti, che guideranno la Giuria dei Piccoli, giuria ufficiale dello Zecchino d’Oro composta da 20 bambini, e divertiranno grandi e piccoli; Cristina D’Avena che farà parte della Giuria dei Grandi durante la finale e porterà sul palco la sua musica; il Grande Mago, Alessandro Politi, con i suoi spiritositrucchi di magia; gli immancabili Buffycats della serie “44 gatti”.

Ospiti della prima puntata anche Giulia Ghiretti, nuotatriceparalimpica, Giorgio Minisini, atleta nuoto sincronizzato, Francesco Bocciardo, nuotatore paralimpico, campioni delle Fiamme Oro della Polizia di Stato, che canteranno il brano “Ognuno è campione” con il Piccolo Coro dell’Antoniano.

Protagonista assoluta la gara tra le canzoni:

giovedì 22 dicembre, ore 17.05 si inizia con l’ascolto delle prime 7 canzoni;

venerdì 23 dicembre, sempre alle 17.05 si prosegue con l’ascolto delle altre 7 canzoni;

sabato 24 dicembre, ore 17 gran finale con il riascolto di tutti i 14 brani e la proclamazione del brano vincitore.

Le 14 canzoni, interpretate da 17 bambini provenienti da 11 diverse regioni italiane insieme al Piccolo Coro dell’Antoniano diretto da Sabrina Simoni, cantano temi importanti e attuali: l’ambiente, la diversità, la famiglia. A firmarle 30 autori di musiche e testi, tra cui Checco Zalone, Enrico Ruggeri, Cesareo di Elio e le Storie Tese insieme a Filippo Pax Pascuzzi, Margherita Vicario, Eugenio Cesaro degli Eugenio In Via Di Gioia, Deborah Iurato e Virginio.

Tutti i brani sono già disponibili su tutte le piattaforme digitali e nei negozi di dischi all’interno della compilation del 65° Zecchino d’Oro, realizzata da Antoniano con la direzione musicale e artistica del Maestro Lucio Fabbri e distribuito da Sony Music Italia.

L’edizione numero 65 di Zecchino d’Oro sarà un’edizione speciale: in onda nei giorni dell’anno più amati dai piccoli, per ribadire il diritto di qualunque bambino di vivere i suoi anni più belli con gioia, serenità e spensieratezza. L’edizione 2022 di Zecchino d’Oro si intitolerà, infatti, Semplicemente bambino.

Torna anche quest’anno il gioco web per individuare la canzone preferita dalla rete: ognuno potrà esprimere la propria preferenza e provare a far vincere la propria canzone del cuore su www.zecchinodoro.org/il-mio-zecchino-2022/.

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Come da tradizione, lo Zecchino d’Oro si fa portavoce di Operazione Pane, la campagna di Antoniano che supporta 18 mense francescane in Italia e 5 nel mondo (in Ucraina, Romaniae Siria). Operazione Pane, con le sue storie, sarà protagonista delle tre puntate di Zecchino d’Oro e, durante la finale, potremo tutti sostenere le mense francescane con un sms o una chiamata da rete fissa al 45588.

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Quest’anno lo Zecchino d’Oro sarà non solo accessibile, ma veramente inclusivo grazie all’impegno di Rai Pubblica Utilità e alla pubblicazione in esclusiva su RaiPlay.

Tutte le puntate saranno come sempre sottotitolate su Rai UNO alla pagina 777 di Televideo, e la puntata finale di sabato 24 dicembre anche audio descritta per permettere proprio a tutti, di percepire ogni elemento visivo in grado di trasmettere al meglio l’atmosfera ed il clima della manifestazione – luci, colori, movimenti, sguardi – e di conoscere ogni minimo dettaglio in onda – dalla scenografia, agli abiti.  

Inoltre, per la prima volta, in virtù di un accordo di collaborazione tra Rai Pubblica Utilità e L’ISTITUTO STATALE PER SORDI DI ROMA ANTONIO MAGAROTTO, oltre 30 bambini – sordi e udenti, allievi dell’Istituto – interpreteranno in LIS, come solisti e in piccoli cori, ricreando le emozioni ed il ritmo dei piccoli cantanti e del Piccolo Coro dell’Antoniano, le 14 canzoni in gara dello Zecchino d’Oro 2022, dando vita a 14 emozionanti clip accessibili anche con i sottotitoli, e pubblicate in esclusiva su Rai Play.

Un progetto che ha impegnato a pieno ritmo sia Rai Pubblica Utilità, in particolare la Struttura Accessibilità, che l’Istituto Magarotto con mesi di prove, e che ha permesso alla manifestazione canora di diventare veramente non solo PER TUTTI, MA DI TUTTI.

Per conoscere i solisti, sempre in esclusiva su Rai Play, saranno inoltre disponibili delle brevi clip complete di sottotitoli, grazie alle quali ciascun bambino si presenterà nella Lingua dei segni italiana.

Un significativo passo in avanti verso una vera inclusione dedicata, questa volta, al mondo dei più piccoli.

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I bimbi del Piccolo Coro dell’Antoniano e i solisti vestono abiti Miss Grant, Paolo Pecora e Meilisa Bai, marchi di Follie’sGroup ed indossano scarpe Atlantic Stars.

Sabrina Simoni veste Angela Mele Milano.

Per ulteriori informazioni: www.zecchinodoro.org

La Nona di Beethoven protagonista del concerto di Natale all’Auditorium RAI di Torino

Diretta dal maestro Fabio Luisi, in programma venerdì 23 dicembre 

 

La più celebre delle Sinfonie di Ludwig van Beethoven, la Nona, summa complessiva di quegli ideali di umanità e fratellanza che sono premessa ideologica di tutta l’opera del compositore, è protagonista del Concerto di Natale dell’Orchestra Sinfonica Nazionale della RAI, in programma venerdì 23 dicembre alle 20:30 all’Auditorium RAI. Sul podio il direttore onorario della compagine RAI Fabio Luisi, che ricopre incarichi prestigiosi presso l’Orchestra della Radio Danese, la Dallas Symphony Orchestra e la NHK Symphony Orchestra di Tokyo. Luisi è reduce dal successo del Concerto di apertura della stagione dell’OSN RAI, in cui ha diretto un’altra grandiosa pagina sinfonico corale quale la Seconda Sinfonia di Gustav Mahler. Accanto a lui il Coro del Teatro Regio di Torino sarà diretto dal Maestro Andrea Secchi. Saranno protagoniste le voci del soprano Uliana Alexyuk, del contralto Valentina Stadler, del tenore Nicky Spence e del basso Tómas Tómasson.
La Sinfonia N.9 in re minore op. 125 per soli Coro e Orchestra di Beethoven vide la luce nel 1824, a undici anni di distanza dal compimento della Settima e Ottava Sinfonia.
La Nona Sinfonia prese forma molto lentamente nell’arco della vita di Beethoven e si può far risalire al periodo in cui il compositore frequentava le élite intellettuali di Bonn, entrando in rapporti d’amicizia con la ricca famiglia Von Breuning, presso la quale conobbe il poeta e grecista Eulogius Schneider, entusiasta sostenitore degli ideali della Rivoluzione Francese. Presso l’Università di Bonn, Beethoven frequentò i corsi di Filosofia di Fischenic, che gli fece conoscere l’opera di Schiller e quell’ode “An die Freude” scritta nel 1785 e pubblicata nel 1786, che sarebbe diventata simbolo degli ideali dei giovani tedeschi.
Beethoven aveva immaginato di mettere in musica questa poesia, ma il progetto inizialmente non andò in porto a causa della improvvisa partenza del compositore per Vienna e della censura che aveva colpito le opere di Schiller, messe all’indice a Vienna come scritti immorali e pericolosi. Nei primi anni dell’Ottocento Beethoven aveva già in mente di comporre un grande affresco sinfonico-corale, ma solo nella primavera del 1823 rielaborò in modo organico tutti gli appunti assemblati fino ad allora, frutto di una lunga maturazione, componendo il primo e il secondo movimento e portando a termine, nell’ottobre, l’Adagio.
Nel febbraio del 1824 l’inserimento dell’Ode Schilleriana fu affidata a voci soliste e coro e la partitura fu completata. Cominciarono i preparativi per la prima esecuzione della Nona Sinfonia, che ebbe luogo a Vienna il 7 maggio 1824 al Karntnertortheatre. Questo concerto rimase memorabile e la Nona Sinfonia fu diretta, insieme ai tre brani della Missa Solemnis, dallo stesso autore, anche se, date le sue condizioni di salute, la concertazione fu affidata al Maestro Stabile di quel tempo.
La Nona Sinfonia apparve subito come un capolavoro rivoluzionario non soltanto per la presenza delle voci e del coro, ma perché metteva in crisi il concetto stesso di Sinfonia, dando vita a una grandiosa architettura sonora in cui convivevano anche altri generi musicali, quali lo stile operistico, la musica militare, gli esotismi “alla turca” e la scrittura polifonica tipica della musica sacra, capace di integrarsi in un organismo unitario, ricco di finezze ritmiche e caratterizzato da una energia inesauribile nel concatenamento delle figure musicali.
Il concerto di venerdì 23 dicembre ha fatto registrare il tutto esaurito e la serata è proposta da RAI Cultura in differita su RAI 5, alle 21:15. Sarà trasmessa anche in diretta su Radio 3 e in live streaming su RAI Play. La ripresa nel nuovo anno della stagione dell’Orchestra Sinfonica della RAI sarà affidata alle Sinfonie N.1 e N.3 di Mendelssohn, in programma mercoledì 11 e giovedì 12 gennaio; la Sinfonia N.2 Lobgesang, in serata unica lunedì 16 gennaio e le Sinfonie N.4 e N.5 (La Riforma) giovedi 19 e venerdì 20 gennaio.

Mara Martellotta

“E così questo è il Natale (la guerra è finita)”

Music Tales, la rubrica musicale 

“E così questo è il Natale (la guerra è finita)

per i deboli e per i forti (se lo vuoi)

per i ricchi e per i poveri (la guerra è finita)

il mondo è così sbagliato (se lo vuoi)

e così buon Natale (la guerra è finita)

per i neri e per i bianchi (se lo vuoi)

per i gialli e per i neri (la guerra è finita)

fermiamo tutte le guerre (adesso)”

Oggi, ad un passo dal Natale, vorrei parlarvi di qualche curiosità sulla festa!

Perché Babbo Natale è vestito di rosso?

Originariamente il suo abito era verde, poi la Coca Cola l’ha colorato con il suo colore-manifesto per una pubblicità natalizia et volià: Babbo Natale da allora ha un guardaroba total red.

Perché ci si bacia sotto il vischio?

Nella mitologia nordica, il vischio è la pianta sacra di Frigg (o Freya), la dea dell’amore.

Questa dea aveva due figli: Balder, buono e generoso, e Loki, cattivo e invidioso, così gramo da volere uccidere il fratello. Quando la madre scoprì il terribile piano di Loki, chiese a tutte le creature animali e vegetali di proteggere Balder. Ma si dimenticò di una sola specie: il vischio.

E Loki usò proprio questa pianta per fabbricare una freccia letale per Balder.

La dea Frigg trovò il cadavere del figlio e scoppiò a piangere. Le sua lacrime si trasformarono magicamente in bacche bianche e quando toccarono il corpo di Balder lo riportarono in vita.

Impazzita dalla gioia, la dea Frigg cominciò a baciare chiunque passasse sotto l’albero sul quale cresce il vischio (di solito si tratta di pioppi, olmi e tigli).

Il suo bacio divenne un portafortuna e una protezione contro il male, motivo per cui oggi si usa scambiarsi baci sotto il vischio.

Qual è il primato di Jingle Bells?

Jingle Bells ha come primato non solo quello di essere la melodia più martellante di fine novembre-inizio gennaio ma anche quello di essere stata la prima canzone cantata nello spazio.

Il 16 dicembre del 1965 due astronauti statunitensi di nome Schirra Jr. e Thomas P. Stafford, a bordo della navicella Gemini 6, si attraccarono per la prima volta nella storia a un’altra navicella, la Gemini 7.

In quell’occasione intonarono proprio Jingle Bells.

Da dove nasce il bastoncino di zucchero?

La leggenda del candy cane, il bastoncino di zucchero a strisce rosse e bianche, racconta che questo dolciume tipicamente natalizio è stato inventato a inizio Novecento da un pasticciere molto religioso.

Il bastoncino vorrebbe omaggiare Gesù, di cui richiamerebbe l’iniziale

(la J di Jesus) se si capovolge il bastone.

Ma io, se penso al Natale, penso a questo brano sempre solo ad un brano e ve lo voglio proporre dalla voce incantevole di Kaylee Bergin. Una versione che mi fa tremare ogni volta.

Non c’è nulla di più triste a questo mondo, che svegliarsi la mattina di Natale e non essere un bambino.”

https://www.youtube.com/watch?v=t-wdei96z40&ab_channel=KayleeBergin

CHIARA DE CARLO

scrivete a musictales@libero.it se volete segnalare eventi o notizie musicali!

Ecco a voi gli eventi da non perdere!

L’appuntamento annuale imperdibile con il grande gospel internazionale al Teatro Alfieri

Il ritorno dell’HARLEM GOSPEL NIGHT, prodotta da Dimensione Eventi, che quest’anno vede on stage al Teatro Alfieri un ensemble costituito unicamente dai migliori solisti gospel dell’area della Florida Centrale: i Florida InspirationalSingers.

Direttamente dal tour internazionale che ha toccato i cinque Continenti, il gruppo porterà a Torino la musica, i ritmi e l’atmosfera delle chiede gospel statunitensi, trascinando e coinvolgendo il pubblico per una serata piena di emozioni.

Per trascorrere due ore divertenti in compagnia di amici e famiglia, a pochi giorni dal Natale.

“Il segreto del canto risiede tra la vibrazione della voce

di chi canta e il battito del cuore di chi ascolta”
(Khalil Gibran)

Quattrodici performers internazionali rigorosamente live: dieci voci, tastiera, basso, batteria e una novità per l’Harlem Gospel Nightl’organo a ricordare ancora di più le atmosfere intime e spirituali delle chiese americane.

Il gruppo è diretto da Nathan Mitchell – alle spalle una discografia pluripremiata nel genere gospel, soul, jazz e inspirational, nonché nominato al Grammy Award – e da P.Pastor John Polk, nome molto noto al mondo gospelinternazionale.

Con un background consolidato, sia a livello di performance live che nella partecipazione religiosa della loro comunità, i componenti del gruppo sono pronti ad infiammare il pubblico italiano con la loro esperienza, il loro talento e la loro energia.

Il concerto include coreografie, virtuosismi vocali e strumentali e tanta interazione con il pubblico, nel più puro e tradizionale spirito gospel.

 

INFO e ACQUISTO BIGLIETTI

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Per maggiori informazioni sullo spettacolo, prego contattare gli uffici di

DIMENSIONE EVENTI al numero 011/19214730, dal lunedì al venerdì, dalle 9.30 alle 13.30 e dalle 14.30 alle 18.30.

 

Tutte le informazioni sull’evento sul:

sito www.harlemgospelnight.it

FB @dimensioneeventi

IG @dimensioneeventi

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Biglietti in vendita con il circuito Ticket One (on-line su www.ticketone.it ed in tutti i punti vendita locali, incluso il Teatro Alfieri) e presso la biglietteria delTeatro Alfieri la sera stessa dello spettacolo.

“Mine Vaganti” di Ferzan Ozpetek di scena al Carignano

Dal 20 dicembre prossimo fino all’8 gennaio

 

Lo spettacolo teatrale “Mine vaganti” di Ferzan Ozpetek è in scena al teatro Carignano di Torino dal 20 dicembre all’8 gennaio 2023, inclusa la festa di Capodanno del 2023.

Rappresenta sicuramente uno dei film maggiormente apprezzati di questo regista di grande sensibilità nel tratteggiare l’animo umano. Si tratta di uno dei titoli più amati e premiati della sua filmografia, con tredici candidature al David di Donatello nel 2010 e cinque Nastri d’Argento, tra i principali riconoscimenti.

Ferzan Ozpetek firma la sua prima regia teatrale mettendo in scena l’adattamento di uno dei titoli più  amati e premiati della sua filmografia. Protagonista l’attore Francesco Pannofino, insieme a un valente Iaia Forte, accanto a Edoardo Purgatori, Carmine Recano e Simona Marchini.

Protagonista della pièce la famiglia Cantone, proprietaria di un grosso pastificio, che presenta radicate  tradizioni culturali altoborghesi e risulta dominata dalla figura del padre, un soggetto piuttosto conservatore che ha, quale unico desiderio, quello di lasciare in eredità la direzione dell’azienda ai due figli. La situazione precipita quando uno dei due si dichiara omosessuale, battendo sul tempo il minore tornato da Roma proprio per rivelare la sua verità ai genitori.

La commedia risulta vorticosa e ironica, caratterizzata da dialoghi incalzanti e con costanti interazioni con il pubblico in sala. Una commedia capace di raccontare la resistenza dell’uomo al cambiamento e a mettere a nudo quelle convenzioni che troppo spesso ci condizionano.

“Come trasporto i sentimenti, i momenti malinconici, le risate sul palcoscenico? –  si chiede Ferzan Ozpetek  – Questa è stata la prima domanda che mi sono posto e che mi ha portato un po’ di ansia, quando ha cominciato a prendere corpo l’ipotesi di teatralizzare “Mine vaganti”. La prima volta che raccontai la storia al produttore cinematografico Domenico Procacci, lui rimase molto colpito, ma anche entusiasta, affermando che sarebbe potuto diventare anche un ottimo testo teatrale. Poco dopo avviamo il progetto del film e chiamammo Ivan Cotroneo a collaborare alla sceneggiatura.

Dietro invito di Marco Balsamo la prospettiva di traduzione teatrale si è realizzata con un cast corale e un impianto che lascia intatto lo spirito della pellicola. Certo ho dovuto lavorare per sottrazioni, lasciando quell’essenziale intrigante, attraente, umoristico. Ho tralasciato circostanze che mi piacevano molto, ma quello che il cinema mostra, il teatro nasconde e, così, ho sacrificato scene e ne ho inventate altre, per dare nuova linfa all’allestimento.

L’ambientazione cambia. Una vicenda del genere non potrebbe svolgersi nel Salento, per questo l’ho ambientata in una cittadina tipo Gragnano o lì vicino,  in un posto dove un coming out ancora susciterebbe scandalo. Rimane la famiglia Cantone, proprietaria di un grosso pastificio, che presenta radicate tradizioni culturali alto borghesi, che si concentrano in un padre desideroso di lasciare in eredità la direzione dell’azienda ai due figli. La situazione precipita quando uno dei due si dichiara omosessuale, battendo sul tempo il minore, tornato da Roma per aprirsi ai suoi cari e svelare questa verità “.

“Racconto – spiega Ferzan Ozpetek – storie di persone, di scelte sessuali, di una fatica a adeguarsi a un cambiamento sociale ormai irreversibile. Qui la parte del pater familias risulta drammatica e ironica al tempo stesso. Le emozioni dei primi piani hanno lasciato il posto a punteggiatura e parole. I tre amici gay sono diventati due e ho integrato le parti mancanti con uno spettacolino, per poter marcare, facendone quasi una caricatura, quelle loro caratteristiche che, prima, arrivavano alla gente secondo le modalità  mediate dallo schermo. Il teatro può, infatti, permettersi il lusso dei silenzi, ma devono essere esilaranti, altrimenti vanno riempiti con molte frasi e una modulazione forte e travolgente. Ho optato per un ritmo continuo che non si ferma mai, neanche durante il cambio delle scene, e il cui merito va a Luigi Ferrigno, che si è inventato un gioco di movimenti con i tendaggi. Fondamentali le luci di Pasquale Mari e i costumi di Alessandro Lai, colorati e sgargianti. Ho realizzato una commedia che mi farebbe piacere vedere a teatro, in cui lo spettatore è parte integrante della messa in scena e interagisce con gli attori, che spesso recitano in platea come se si trovassero nella piazza del paese e verso cui guardano quando parlano. La piazza/pubblico rappresenta il cuore pulsante che scandisce i battiti della pièce”.

MARA MARTELLOTTA

 

Biglietteria del Teatro Stabile di Torino

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Numero verde

800235333

Teatro Carignano, Piazza Carignano 6

Dal martedì al sabato dalle 13:00 alle 19:00

Domenica dalle 14:00 alle 19:00

Lunedi riposo

Orari straordinari in occasione delle Feste

Sabato 24 dicembre dalle 10:00 alle 17:00

Il 25 dicembre la biglietteria resterà chiusa