SPETTACOLI- Pagina 13

SOFÀ SO GOOD FESTIVAL 2025: Musica indipendente al Bunker

Il 13 e 14 settembre al Bunker torna il Sofà So Good Festival con una nuova edizione interamente dedicata alla musica emergente e indipendente: due giornate di concerti, incontri e attività collaterali, che dal 2017 portano a Torino una proposta culturale alternativa.

Dal 2017 Sofà So Good, con la sua rassegna indoor e i suoi festival estivi, porta alla luce ciò che nasce nei garage, nei circoli, nelle cantine e nei piccoli studi casalinghi. Nato come risposta alla mancanza di spazi dedicati agli artisti emergenti, il progetto è cresciuto fino a diventare un punto di riferimento per la scena indipendente.

Sabato 13 e domenica 14 settembre, nella cornice urbana del Bunker,  Sofà So Good Festival ospiterà artisti che rappresentano il meglio della nuova scena indipendente italiana: dal cantautorato contaminato all’alt-rock, dall’elettronica alla world music, passando per reggae, funk e sperimentazione.

Tra i nomi in programma spiccano Gaia Banfi, tra canzone d’autore ed elettronica con un album d’esordio già segnalato da Rolling StoneAtlante, band torinese cardine dell’alt-rock contaminato; i lombardi GIALLORENZO, tra punk rock, emo, lo-fi, con il disco Inni e canti, tra i più interessanti del 2025 secondo Rockit; gli Addict Ameba, reduci dal palco di Jazz:Re:Found con il loro mix di afro, ethio-jazz e psych rock; i Mahout, eredi della scena reggae piemontese con incursioni punk e funk.

E ancora: gli Amore Audio, tra UK bass e future garage; i D!PS, in anteprima con i nuovi brani prodotti insieme a Max Casacci (Subsonica); la Funky*Club. Orchestra, otto musicisti e cantanti tra soul, elettronica e disco; Alec Temple, fresco vincitore del Premio Buscaglione 2025; i Kanerva, sospesi tra post-rock e post-punk; e il giovane collettivo torinese Alternative Radio, tra hip hop, jazz-rap e neo-soul.

L’appuntamento è dalle 18:00 fino a tarda notte, entrambi i giorni.

Prevendite disponibili su Xceed e biglietti in cassa, fino a esaurimento.

Per info e biglietti: sofasogoodtorino@gmail.com

https://xceed.me/it/torino/event/sofa-so-good-festival–192658/channel–bunker.

Lori Barozzino

Torna al Circolo della Stampa Sporting la quinta edizione di “Set in scena”

 

Con Neri Marcorè, Umberto Galimberti e Pablo Trincia

Ancora una volta torna sotto la Mole la quinta edizione di “Set in scena”, una rassegna con diversi ospiti importanti, realizzata con il sostegno di CRT e Intesa Sanpaolo, il Patrocinio della Regione Piemonte, Città di Torino e con la collaborazione dell’associazione culturale Hiroshima Mon Amour.
Venerdì 12 settembre prossimo, presso il Circolo della Stampa, sarà Neri Marcorè a interpretare canzoni famose insieme al polistrumentista Domenico Mario Renzi, alla violoncellista Chiara Di Benedetto e alla violinista Anaïs DAïais. Questa kermesse, diretta sempre da Marcorè, nasceva nel 2021, in occasione dell’inaugurazione del campo stadio riqualificato dello Sporting, che veniva restituito ai cittadini anche in una nuova veste come sede per spettacoli ed eventi culturali. L’edizione di quest’anno si terrà da venerdì 12 a domenica 14 settembre prossimi, proprio presso il campo stadio dello Sporting, trasformato in un anfiteatro sotto la direzione artistica di Neri Marcorè. Sono tre gli spettacoli in programma con inizio alle ore 21. Avranno anche una finalità benefica in quanto sull’acquisto del biglietto verrà devoluto un euro a favore della Fondazione Piemontese per la Ricerca sul Cancro.
Dopo il concerto di venerdì 12 dal titolo “Neri Marcorè in doppia coppia”, il 13 settembre, alle ore 21, sarà la volta di Umberto Galimberti come ospite. Il filosofo e psicanalista lombardo tratterà il tema “il bene e il male-educare le nuove generazioni”, per discutere sul ruolo svolto da un’educazione emotiva basata sull’empatia e il sentimento, e non solo sulla ragione.
L’ultimo appuntamento sarà domenica 14 settembre con Pablo Trincia, giornalista podcaster di Lipsia, che inviterà il pubblico a interrogarsi sul senso del sacrificio. Come strumento di dialogo con il pubblico sarà scelta la lettura di “Open”, autobiografia cult di Andrea Agassi, campione di tennis che ebbe con il suo sport un rapporto controverso.
Il Presidente del Circolo della Stampa Sporting, Pietro Garibaldi, si è dichiarato soddisfatto di questa quinta edizione di “Set in scena”, in quanto uno degli impianti sportivi italiani più antichi si trasformerà nuovamente in un palcoscenico per una kermesse capace di unire spettacolo, cultura, musica e solidarietà.

Mara Martellotta

Ex Matia Bazar Marrale-Mezzanotte a Caramagna Piemonte

 

Il 26 settembre, aperta anche la prevendita telefonica

Carlo Marrale e Silvia Mezzanotte in concerto al ‘Lago dei Salici’ con tutte le hit dei Matia Bazar. Prevendite in corso anche su www.ticket.it.

Aperta la prevendita telefonica per facilitare l’accesso anche ai meno tecnologici all’anteprima nazionale del tour-evento ‘Stasera…che sera! 50th Celebration’ che partirà Venerdì 26 Settembre alle ore 21.30 dalla Tenuta ‘Lago dei Salici’ di Caramagna Piemonte (CN), a un passo da Torino, Cuneo e Asti.

Oltre a poter acquistare online i biglietti sul sito www.ticket.it, da questo momento e fino al giorno del concerto si potrà chiamare tutti i giorni 7 su 7 in orario d’ufficio dalle 9.00 alle 18.30 il numero 3297811407 che fornirà istruzioni per facilitare la prenotazione dei posti e garantirsi così l’accesso allo spettacolo con la possibilità di abbinare anche la cena prima dello show a un prezzo ridotto, proprio come già accade anche per chi prenota sul web.

Silvia Mezzanotte e Carlo Marrale, grandi protagonisti dell’evento, puntano infatti sulla Provincia Granda al confine con Torino per celebrare un anniversario degno di nota in ogni senso: culturale e musicale insieme. 

I due celebri e stimati artisti – ex Matia Bazar entrambi, e fra i volti più iconici e riconoscibili della storia della band ligure – festeggiano infatti, con un tour-evento nazionale che partirà venerdì 26 settembre alle ore 21.30 dalla Tenuta ‘Lago dei Salici’ di Caramagna Piemonte, proprio i 50 anni di ‘Stasera che sera’, primo grande successo internazionale del famosissimo complesso musicale (mezzo secolo di vita anch’esso quest’anno esatto) che in passato li ha visti grandi protagonisti entrambi in due formazioni diverse. 

Carlo Marrale dal 1975 al 1993, fondatore della prima ora e coautore di tutte le maggiori hit del gruppo, ex chitarrista ed ex storica voce maschile, ha vinto con loro Sanremo nel 1978 con ‘E dirsi ciao’. 

Silvia Mezzanotte, invece, entrata nella band nel 1999 dopo Laura Valente (moglie di Pino Mango) e rimasta a fasi alterne fino al 2016, è salita con i Matia ben 4 volte in gara all’Ariston (vincendo un primo e un terzo posto). Indistintamente con Antonella Ruggiero, l’altra voce storica del gruppo, la sola con lei ad averli riportati sul podio del ‘Festival della Canzone Italiana’ nel 2002 con ‘Messaggio d’amore’, hit firmata da Piero Cassano e Giancarlo Golzi (che scelse proprio Silvia come solista della band, e cui era legatissimo da un rapporto umano e professionale di vera fratellanza). 

Carlo Marrale e Silvia Mezzanotte saranno accompagnati sul palco da una strepitosa band di ottimi musicisti e hanno puntato sull’incanto della location ‘Lago dei Salici’ di Caramagna Piemonte per il debutto nazionale della loro nuova tournée insieme che toccherà i maggiori teatri italiani (21/11 Montecatini, 11 Gennaio Marano di Napoli, 16 Gennaio Foggia e via dicendo): ma solo dopo aver inaugurato il 26 settembre sera con la loro musica senza tempo l’inedita ‘Area Concerti’ da 1.200 posti, realizzata in occasione del 30° anniversario dell’event center per matrimoni fondato nel 1995 dalla coppia di imprenditori saviglianesi Domenico Pautassi e Giovanni Riggio.

A condurre e introdurre la serata Maurizio Scandurra, giornalista e opinionista de ‘La Zanzara’ di ‘Radio24’, e Giovanni Riggio, il frizzante ‘Capitano’ del ‘Lago dei Salici’ pronti insieme a regalare momenti di intrattenimento e simpatia al grande pubblico.

Prevendite già aperte e biglietti disponibili esclusivamente sul sito www.ticket.it. Possibilità di abbinare la cena in location prima del concerto, durante il quale sarà attivo anche il servizio bar.

Dal 10 al 23 settembre, 103 occasioni per incontrare la musica in 13 giorni di “MITO per la Città”

“MITO per la Città è una rassegna musicale che porta la bellezza e le emozioni della musica nei luoghi della fragilità, dell’attesa e dell’incontro, e anche quest’anno Torino si conferma città viva, sensibile, capace di far dialogare cultura, salute e educazione sociale – afferma Rosanna Purchia, assessora alla culture del Comune di Torino – con oltre 100 appuntamenti diffusi, MITO per la Città, che si affianca al prestigioso MITO SettembreMusica, attraversa spazi simbolici e periferici ricchi di significati e storie, come l’Istituto di Candiolo IRCCS, la casa circondariale Lorusso-Cutugno, l’ospedale infantile Regina Margherita, il parco della Pellerina e le Gallerie d’Italia.

Il primo giorno di programmazione sarà mercoledì 10, alle 11.30, presso l’Istituto di Candiolo IRCCS, con un quartetto di tromboni formato da Andrea Moretti, Stefano Carleo, Luca Loliva e Matteo Tomasetti. Verranno eseguite pagine di George Gershwin, Gilberto Gagliardi, Franz Josef Haydn, Henry Fillmore, Oagy Carmichael e John Mortimer. Successive tappe saranno quelle per i minori detenuti al Ferrante Aporti e gli ospiti della RSA che continua l’attività dei Poveri Vecchi presso il medesimo, storico edificio, con un incontro finale interetnico dedicato alle famiglie in difficoltà ospiti in una casa d’accoglienza nella città di Torino. Nella stessa giornata, il pubblico potrà anche scoprire la bellezza della Sala dei Mappamondi, alle ore 17, con la conferenza musicale tenuta dal Prof. Paolo Gallarati, membro egli stesso dell’Accademia delle Scienze, dal titolo “Fenomeno Callas”, sulla carriera del celeberrimo soprano.

Due saranno i concerti celebrativi al parco della Pellerina, finalizzati a riscoprire gli spazi cittadini: prima il parco della Pellerina, intitolato a Mario Carrara, uno dei dodici docenti universitari che rifiutarono di giurare fedeltà al regime fascista, nell’80esimo anniversario della Liberazione. Qui, agli ottoni, si affiancherà un’attività di musicoterapia indetto dai servizi psichiatrici della ASL. Nella celebrazione del centenario del Parco della Rimembranza alla Maddalena, MITO per la Città offrirà due momenti musicali con la proposta di due giovani ottoni, mentre un gruppo di assistiti dell’ASL proporrà ai presenti la condivisione di un ulteriore momento di arteterapia. L’11 settembre, grazie al supporto dell’azienda aerospaziale Altec, si terrà un concerto del duo Maleta nell’auditorium interno dell’azienda, mentre il 15 settembre, presso la cappella dell’ospedale Molinette di Torino, si terrà il concerto del quartetto dei tromboni a tiro, con u ‘anteprima dedicata ai pazienti del reparto di oncologia.

Due spazi del partner Intesa Sanpaolo saranno invece teatro di due appuntamenti: il 16 settembre, nella Sala Immersiva delle Gallerie d’Italia, a Torino, un gruppo di allievi del Laboratorio di Musica per immagini del Centro Civico di formazione musicale della città di Torino, tenuto da Stefano Maccagno, accompagnerà dal vivo alcuni filmati della prima metà del Novecento, gentilmente concessi dal Museo Nazionale del Cinema. Il 19 settembre, in occasione dell’apertura di Area X, lo spazio esperienziale dedicato alla cultura assicurativa di Sanpaolo Assicurazioni, un quartetto di specializzandi del progetto Obiettivo Orchestra della Filarmonica TRT e della Scuola di Alto Perfezionamento di Saluzzo, proporrà alcune composizioni del maestro Ezio Bosso, per la colonna sonora del film di Gabriele Salvatores “Io non ho paura”, del 2003. La pratica di unire musica e immagini che, ancora oggi e prima del cinema, seguiva la musica descrittiva di Mussorgskij, sarà il programma di un quartetto di fiati con voce narrante, che andrà a raccontare i celebri “Quadri di un’esposizione”, con repliche per bambini e persone con disabilità presso il Polo del 900.

Nel 2025 la collaborazione con la Fondazione Compagnia di Sanpaolo si arricchisce con l’ospitalità di Spazio 06, presso il mercato di piazza della Repubblica, dando vita al progetto Soul Kitchen, sui disturbi alimentari; altri significativi tasselli comuni verranno realizzati con la “Cultura dietro l’angolo”, da San Donato a Falchera e Vallette. Sarà presente anche uno stimolante incontro tra anziani e bambini, in Barriera di Milano, presso piazza Foroni, con il collante sonoro di un quintetto di ottoni.

MITO per la Città, per le caratteristiche descritte, ha una natura in parte pubblica a ingresso gratuito e l’altra riservata.

Informazioni reperibili sul sito di MITO per la Città.

Mara Martellotta

MITO per la Città, al Conservatorio una Messa per le vittime della guerra in Kosovo 

Dal 10 al 23 settembre si svolgerà la rassegna parallela a MITO Settembre Musica, che prende il nome di MITO per la Città e che, dal 2009, offre musica a chi non può raggiungerla. Durante quelle settimane, MITO per la Città torna a disegnare un cammino collettivo che attraversa Torino con la forza silenziosa ma potente della musica. Si tratta di un percorso fatto di tappe, itinerari e incontri che attraversano non soltanto i luoghi della cura, ma si espandono a quelli della formazione, della fragilità e della quotidianità. Dalle scuole agli ospedali, dai quartieri piu lontani dal centro ai mercati, dalle case di riposo ai parchi urbani, ogni concerto è un invito a fermarsi, ad ascoltare e a riconoscersi parte di una comunità. Con oltre 100 appuntamenti gratuiti per tutta la città, MITO per la Città dà voce a una Torino che costruisce legami, che valorizza i talenti dei più giovani e riconosce nella musica un bene comune. Si tratta di un cammino d’armonia che significa riconoscersi parte di un tutto, ascoltarsi, accogliere le differenze e farne una ricchezza condivisa.

Alle ore 20, al Conservatorio Giuseppe Verdi, all’interno del percorso ‘Rivoluzioni – Tempi di guerra, tempi di pace’, l’Orchestra del Teatro Regio, il Coro Valdese di Torino e il Coro dell’Istituto musicale Arcangelo Corelli di Pinerolo, eseguiranno, di Kerl Jenkins “The Armed Man – a Mass for Peace”. Composta nel 1999 dal gallese Jenkins, si tratta di una messa dedicata alle vittime della guerra in Kosovo che combina elementi sacri e profani, mescolando stili musicali e testi provenienti da culture religiose diverse. Seguendo il filo conduttore del medievale ‘L’Homme armé’, questa celebrazione rappresenta una delle messe contemporanee più significative per il messaggio di speranza e conciliazione che porta con sé. Il direttore è Nicolò Foron, il maestro del Coro Walter Gatti, soprano Giulia Bolcato, mezzosoprano Annunziata Vestri, tenore Lorenzo Martelli, basso Stefano Marchisio.

Mara Martellotta

“Iniziammo male, ma finimmo pure peggio…”

MUSIC TALES LA RUBRICA MUSICALE

“Iniziammo male, ma finimmo pure peggio
Era lui il nemico, era l’oltraggio, ci prendeva e ci buttava
E lo dicevo sempre: “Guarda che qui, prima o poi, qualcuno muore”
È per colpa del
Sì, è per colpa del
Questa è una canzone, la più triste che ho scritto”
Tiziano Ferro ci ha abituati a racconti d’amore tormentati, a confessioni intime che sanno toccare corde profonde. Ma con Cuore rotto, pubblicata lo scorso 5 settembre, qualcosa cambia. Il dolore non è più sussurrato: è urlato.
È un pugno sul tavolo. È una dichiarazione di guerra interiore.
Questa canzone non è un addio malinconico, né un lamento silenzioso. È rabbia pura, è lo sfogo di chi ha amato fino allo stremo e ora raccoglie i cocci… con le mani insanguinate, forse, ma ancora vive.
“Ti ho dato tutto, anche quando non avevo niente.
E tu hai sputato su ogni gesto.”
Parole che colpiscono. Che fanno male, se ci si è passati.
Se l’avessi scritta io…
Ascoltandola, non ho potuto fare a meno di pensare: se avessi scritto io una canzone così carica di rancore verso mio marito, dopo una rottura del genere, non mi sarei limitata a cantarla. No. Avrei spaccato tutto. Ma nella mia casa vera, in quella pregna dei “nostri” ricordi, non in una metaforica, non  solo in una cornice narrativa, non in una villa messa su ad hoc per il video.
Perché quando il dolore è così reale, così viscerale, si fa fisico. Ti attraversa le ossa, ti morde lo stomaco. Non restano solo parole. Restano piatti rotti, porte sbattute, cuscini che non sanno più come contenere le urla. I nostri cossi non quelli di un set cinematrografico. Te lo devo far vedere come hai distrutto tutto e come io finisco il lavoro. Per intenderci.
Cuore rotto non è solo una canzone, non per me: è un grido che autorizza anche gli altri a sentirsi arrabbiati. A non dover sempre essere eleganti nel dolore. Tiziano, che spesso ha offerto un’immagine composta della sofferenza amorosa, stavolta si concede di “sporcarsi le mani”. E questa è la sua forza.
Chi ascolta, sente. E forse,  finalmente,  si permette di sentire anche ciò che aveva seppellito.
“Un cuore che si spezza fa il rumore di un vaso di cristallo che si schianta su un pavimento.”
Bravo Tiziano, ancora una volta.
CHIARA DE CARLO
scrivete a musictales@libero.it se volete segnalare eventi o notizie musicali!
Ecco a voi gli eventi da non perdere
Vi invito a seguire le pagine ed I link  sottostanti per far parte di una comunità che vuole cambiare il mondo radicalmente.
Che vuole più educazione al rispetto per le donne e lo fa con uno spettacolo chiamato “Respect” che, a breve, sarà nelle vostre città italiane.
Uno spettacolo intenso interamente cantato da uomini affinchè sia la voce maschile ad esortare al rispetto per le donne.
Oltre 30 artisti tra cantanti musicisti ballerini e performer, al lavoro per offrire un’esperienza immersiva che trasmette un grande senso di appartenenza e gruppo.
In aiuto ed  un sostegno concreto a chi, dall’inferno della violenza, è già passato ed è riuscito a fuggire.
Vuoi far parte della rivoluzione?
Seguici e prenota il tuo biglietto sarai una goccia importante  in un mare di speranza

MITO: “The book of a woman” di Riccardo Nova

Un unico appuntamento di MITO sarà per martedì 9 settembre, alle ore 20, al Conservatorio di Torino, nell’ambito del percorso “Ascoltare con gli occhi”.
Verrà  eseguito di Riccardo Nova “The book of women” strl parvum per cantante carnitina, tre voci femminili ed ensemble.
Lo introducono brani da Cantigas de Santa Maria, Libre Vermeil de Montserrat e Manoscritto  di Cipro per voci femminili.
Per  l’Irini Ensemble si esibiranno i mezzosoprani Eulalia Fantova, Laura Lopes e Clémence Faber, i contralti  Julie Azoulay , Lauriane Le Prev, Fanny Chatelain.

Per l’Ictus Ensemble si esibiranno il violino barocco  Aisha Orazbayeva, la viola d’amore Aurelio Entringer, la viola da gamba Eva Reiter, il sintezzatore Jean Luc Plouvier, per le percussioni Tom de Cock e alla regia del suono Alexandre Fostier.
La direzione artistica è di Lila Hajosi, la coreografia di body percussions  di Tom de Cock e la voce di Varijashree Venugopal.
L’Irini Ensemble ha sede a Marsiglia e, fondato nel 2015 da Lila Hajosi, si è  specializzato nella musica sacra antica dell’Oriente e dell’Occidente, tra Roma e Costantinopoli ed è stato riconosciuto a livello internazionale per i suoi alti standard e le sue proposte uniche, insolite e audaci, lontane dai codici abituali della musica antica.  L’Irini Ensemble mostra un suono distintivo nella musica vocale di oggi; con una formazione polimorfa senza soprano, l’ensemble illumina il repertorio ortodosso e le composizioni rinascimentali di colori nuovi, caldi e profondi.
L’Ictus Ensemble è un gruppo di musica contemporanea con sede a Bruxelles, nato nel 1994 come band dal vivo per la compagnia di danza Rosas. Nato in un’epoca in cui gli ensemble erano considerati delle mini orchestre composte da solisti virtuosi Ictus emerge oggi come un collettivo di musicisti creativi dediti alla musica sperimentale nell’accezione più ampia del termine, di musica scritta, sound art, improvvisazione ed elettronica.
È diventato un partner regolare di numerosi curatori, coreografi e gruppi su larga scala, come la Filarmonica di Bruxelles  e il Collegium Vocale Gent, sviluppando i propri progetti in una varietà di formati. Il suo lavoro è disponibile su un canale You tube, oltre a un ricco archivio web, ictus.be. Ictus Ensemble sta conducendo un master avanzato per giovani musicisti con la School of Arts Gent.
Musicologa  e artista lirica specializzata in musica antica, Lila Hajosi è  grazie all’Ensemble  Irini che intraprenderà la strada di direttore di coro  e direttore d’orchestra nel 2021. Si è formata presso i Conservatori di Aix en Provence e  Marsiglia.

Mara Martellotta

Rock Jazz e dintorni a Torino: “Jukebox La Notte Delle Hit” e i The Boys

/

Martedì. Al Blah Blah, “Six Organs of Admittance” + Miriam. Progetto neofolk del musicista Ben Chasny, occasione per presentare il nuovo disco”Time is glass”. Il concerto sarà preceduto dall’esibizione sotto i portici di via Po dei Dum &Mohicano con il loro “Rolling Stones Acoustic Show”

Mercoledì. All’ Hiroshima Mon Amour si esibisce Lamante. All’Osteria Rabezzana suona il Softly Jazz Quintet. Al Blah Blah sono di scena i The Boys, gruppo punk londinese formatisi nel 1976.

Giovedì. Al Blah Blah arriva il rapper statunitense Afu-ra.

Venerdì. All’Inalpi Arena per 2 serate consecutive, va in scena “Jukebox La Notte Delle Hit”. Due serate in cui l’Inalpi Arena si trasforma in un grande Jukebox per cantare, ascoltare e ballare quaranta di musica. L’evento sarà presentato da Antonella Clerici affiancata da Clementino. Rai uno lo trasmetterà il 18 e 19 settembre. Tantissimi i nomi nazionali ed internazionali. Da segnalare : Anastasia, Gipsy Kings, Tony Hadley (Spandau Ballet), Michael Sembello con la canzone Maniac colonna sonora del film Flashdance, Earth, Wind & Fire. Non mancano gli italiani : Fausto Leali, Le Vibrazioni, Rettore, Alexia, Marco Ferradini, Nomadi, Righeira e tanti altri. Al Magazzino sul PO suonano gli A/Ipaca. Al Blah Blah si esibiscono i Lucerossa. Al Circolino suonano i Melty Groove.

Sabato. Al Blah Blah sono di scena i Kairoskiller + Animaux. Al Magazzino sul PO suonano i Cotoba.

Pier Luigi Fuggetta

Torino, dove “abitano” gli incubi di Dario Argento. Oggi gli 85 anni del regista

Torino e Dario Argento – che oggi, 7 settembre compie 85 anni – un sodalizio all’insegna della paura e del mistero. Potremmo iniziare così, parlando dello speciale “feeling” che lega il maestro del brivido, il regista che è stato definito “l’Hitchcock italiano” con la “città magica”, fascinosa e austera, chiamata dal grande Le Corbusier “…la città con la più bella posizione naturale del mondo”.

Dario Argento, nella sua autobiografia ( “Paura” – Einaudi,2014) ha confessato che “Torino è il luogo dove i miei incubi stanno meglio”, rendendo esplicito il suo amore per la città all’ombra delle Alpi . “ Ero giovanissimo, un bambino  -racconta – e venni a Torino con mio padre, che doveva andarci per lavoro. Arrivammo di sera, pioveva e subito la trovai una città bellissima. Aveva appena piovuto, le strade riflettevano le luci di questi lampioni, queste luci gialle… le strade luccicavano. Mi piaceva molto, aveva un’aria malinconica e al tempo stesso inquietante. Non pensavo che avrei mai fatto il regista, ma ero sicuro che Torino sarebbe 

stata una città ideale per girarci dei film ; anche se non conta la città in se stessa per rendere più o meno pauroso il film, perché dipende da come la si inquadra, da come la si illumina”. La sua carriera dietro la macchina da presa iniziò nel 1970 con “L’uccello dalle piume di cristallo”, ma è dal secondo film che il regista scelse Torino come “set naturale”  per dare corpo ai suoi incubi. Ne “Il gatto a nove code” gran parte delle scene vennero filmate nel capoluogo piemontese. I luoghi e i “volti” di Torino emersero nel film: da via Vincenzo Vela, 12, dove abitava l’enigmista Franco Arnò (l’attore Karl Malden) con la piccola Lori, al misterioso Istituto di ricerche genetiche Terzi” che, nella realtà, era il retro della GAM, la Galleria di Arte Moderna, per passare dalla stazione ferroviaria di Porta Nuova, da via Santa Teresa e da piazza Solferino. Altre scene vennero girate ai piedi della collina torinese, a due passi dal Po, in corso Fiume, 2, per finire tra le tombe del cimitero Monumentale in piazzale Carlo Tancredi Falletti di Barolo (già corso Novara). Torino piacque a Dario Argento a tal punto che, nello stesso anno, la scelse anche per il thriller “Quattro mosche di velluto grigio”. Le “location”, anche in questo caso, furono molte: dal giardino Lamarmora, incastonato tra le vie Cernaia, Stampatori, San Dalmazzo e Bertola, all’Auditorium RAI di piazza Rossaro,angolo Via Rossini; dalla galleria Umberto I all’esterno del Conservatorio Giuseppe Verdi, in piazza Bodoni; dalla galleria Subalpina al  Caffè Mulassano,al numero 15 di piazza Castello. Ma Dario Argento raccoglierà a piene mani l’aurea misteriosa di Torino tre anni dopo, nel 1974, girando le scene più importanti del suo capolavoro, l’inquietante “Profondo rosso” dove si scorgono, oltre alle piazze e alle vie più note del centro, il Teatro Carignano,  la Galleria San Federico e piazza CLN,dove si riconoscono le fontane di fronte alle quali Gabriele Lavia e David Hemmings assistono al primo terribile delitto del film, quello della sensitiva Helga Ullman ( l’attrice Macha Méril). David Hemmings (che nel film interpreta il pianista inglese Marc Daly ),sulla collina torinese,incrocia alcune dimore importanti come Villa della Regina (residenza storica dei Savoia), lungo la Strada Comunale Santa Margherita, per poi raggiungere l’obiettivo della sua ricerca : Villa Scott, in Corso Giovanni Lanza, 57. È quella, infatti,  la lugubre “villa del bambino urlante” che si trova in Borgo Po, sulle colline della città: un edificio bellissimo, uno degli esempi più straordinari dell’art decò.  “L’ho scoperta per caso – ha raccontato  il regista –  mentre giravo in auto in cerca di posti interessanti dove girare il film. La villa era in realtà un collegio femminile diretto dalle monache dell’Ordine delle Suore della Redenzione  e, siccome ne avevo bisogno per un mese, offrii alle occupanti una bella vacanza estiva a Rimini, dove si divertirono tantissimo. Con noi restò una monaca-guardiano, che sorvegliò le riprese con austerità”. Una curiosità va ancora segnalata. Quando Marc, nel film,suonò a casa del suo amico Carlo, si trovò di fronte la madre di lui (Clara Calamai), che lo fece entrare in un appartamento ricco di cimeli e foto d’ogni sorta. La casa era davvero quella dell’attrice e, quindi, ciò che si vede è probabilmente in gran parte ciò che davvero c’era in quell’appartamento nel 1974, diventato set per l’ultima prova cinematografica della grande interprete del cinema italiano. Il film, quinta prova dietro la macchina da presa per Dario Argento, uscì nelle sale il 7 marzo 1975 e lo consacrò, grazie al successo, come il vero  “maestro del brivido made in Italy”. Il ritorno di Dario Argento alle atmosfere tipiche del genere thriller, parecchi anni dopo “Profondo Rosso”, coincise ancora con una pellicola girata a  Torino dove il capoluogo piemontese venne sfruttato per ambientare praticamente tutte le location di “Non ho sonno”. Anche la colonna sonora, firmata dai Goblin, è un trade-union con il capolavoro del 1975. E come dimenticare l’inquietante “filastrocca del fattore”, quella iniziava con “è arrivata mezzanotte, con il letto faccio a botte, ora inizia la mia guerra con le bestie della terra”? Alcune scene furono girate presso i teatri di posa Euphon Communications, a Mirafiori Sud, mentre per gli esterni il primo ciak avvenne alla stazione Dora di Torino, capolinea della Torino-Ceres. Le immagini del film accompagnano luoghi facilmente riconoscibili dalla Crocetta a piazza della Gran Madre, da San Salvario a piazza Carignano, da piazza Castello al vecchio deposito della SATTI di Lungo Dora Agrigento, al cimitero Monumentale, alla Casa di Riposo  ex “Poveri Vecchi” di Corso Unione Sovietica. Per non parlare di due locali “storici” come la celebre discoteca “Big Club” di Corso Brescia e il  pub “Barbican’s”di piazza Vittorio Veneto. In “Non ho sonno” le analogie con “Profondo rosso” sono molte, quasi come se Dario Argento volesse “citarlo” più volte. Gabriele Lavia , ad esempio, interpreta, anche in questa pellicola, il presunto colpevole e, in una scena importante ,sbotta in un “È’ tutta colpa tua”, esattamente come nell’altro film, recitando la stessa identica espressione. La scena dell’omicidio della ballerina venne girata al Teatro Carignano, la stessa location dove la sensitiva Helga  tenne la conferenza nelle scene iniziali di “Profondo rosso” e, infine,  anche in ”Non ho sonno”, si scelse di usare un manichino che ha le sembianze dell’assassino. Dopo questo ritorno al thriller classico, Argento girò sempre a Torino un film per la televisione: “Ti piace Hitchcock?”. Ai giornalisti, confessò: “Questa città è uno stupendo teatro di posa, quando penso a un film lo immagino qui”. Nelle sequenze Torino si vede dappertutto, da via Vincenzo Vela (già nota per aver ospitato la casa di Arnò el’Istituto Terzi ne “Il gatto a nove code”) al Politecnico di Corso Duca degli Abruzzi, dalla fontana dei dodici mesi” al parco del Valentino a Corso Francia, per finire nella videoteca – il luogo d’incontro di tutti i protagonisti – immaginata al n. 26 di via Cesare Balbo.“La terza madre “, diretto nel 2007 da Dario Argento, con protagonista sua figlia Asia (che aveva già lavorato con il padre nei film “Trauma”, “La sindrome di Stendhal” e “Il fantasma dell’Opera” ) è stato il capitolo conclusivo della saga delle tre madri di cui fanno parte Suspiria (1977) ed Inferno (1980), vale a dire la storia delle tre streghe sorelle, madri degli inferi: Mater Suspiriorum, Mater Tenebrarum e Mater Lacrimarum. Anche per questo film Torino  “prestò” se stessa per molte scene, dagli interni della libreria “La Bussola” di Via Po alla villa abbandonata nei sotterranei della quale si rifugiano la Strega e i suoi discepoli, collocata in Viale Thovez, dalle Molinette di corso Bramante a piazza Emanuele Filiberto, per finire nel Quadrilatero romano,  in Via Bellezia, all’altezza del noto ristorante “Le tre galline”. Anche i dintorni della capitale sabauda ospitarono il set del film: dall’Abbazia di Sant’Antonio di Ranverso a Buttigliera Alta alla  chiesa dei Batù e al cimitero di Andezeno, da strada Cenasco a Moncalieri all’aeroporto di Caselle. Nel 2009 Dario Argento ambienta a TorinoGiallo”, un thriller dove una hostess statunitense insieme ad un investigatore italiano deve seguire le tracce della sorella scomparsa, vittima di un terribile serial killer. Il cast vede un protagonista d’eccezione come Adrien Brody mentre la sua partner è Emmanuelle Seigner, moglie di Polanski, il regista con cui Brody  vinse un premio Oscar per Il pianista. Dopo vari problemi distributivi, il film venne commercializzato direttamente in home video. Anche in quel caso è un rincorrersi per le vie e i quartieri della città. Da corso Vercelli  a via Pietro Egidi, dalle parti del Duomo; dal Conservatorio Giuseppe Verdi, in Piazza Bodoni, al Mastio della Cittadella, ai Portici di via Cernaia, al Teatro Regio di piazza Castello al Caffè San Carlo nell’omonima piazza. S’intravedono anche il palazzo dell’Elettricità in via Bertola, il mercato del pesce di Porta Palazzo. Una citazione a parte merita la macelleria Curletti, ormai ex” dopo un secolo di onorata attività. E’ lì che, nel film, viene assassinato il macellaio. In corso Moncalieri, sulla riva destra del Po, ai piedi della collina, questa rinomata macelleria venne aperta all’inizio del Novecento da Oreste Curletti che, al mestiere di macellaio di grande qualità, affiancava la passione per la pittura, arricchendo la sua bottega di una notevole galleria di quadri raffiguranti quarti di bue, costate, bovini d’ogni razza commissionate ad artisti del calibro di Soffiantino, Calandri e  Tabusso. L’ultimo film girato in terra piemontese dal maestro del brivido è del 2012 e non venne accolto molto bene dal pubblico e dalla critica. “Dracula 3D” (conosciuto anche come Dracula di Dario Argento) non è certo annoverabile tra le migliori prove del regista, nonostante il cast impegnato sul set  (il tedesco Thomas Kretschmann nei panni del più famoso “succhiasangue” della storia, il grande Rutger Hauer come interprete di Van Helsing, il cacciatore di vampiri, e Asia Argento). Le riprese del film sono state ambientate nella splendida cornice medievale del Ricetto di Candelo, nel biellese, e nel castello di Montaldo Dora, sull’erta del monte Crovero, nell’anfiteatro morenico di Ivrea. In attesa di vedere se Dario Argento vorrà tornare ancora “sul luogo del delitto” con un altro film da ambientare nella città dei quattro fiumi, per gli appassionati – ai primi di settembre – verrà organizzata la sesta edizione del“Tour Locations Argentiano” , promosso dal regista Alessandro Benna e dagli esperti cinefili Stefano Oggiano e Davide Della Nina. Lo scopo è far conoscere e scoprire una Torino inedita, visitando i luoghi utilizzati nei sette film girati qui dal “maestro del brivido” italiano. Un programma “da urlo” che non va perso per nessuna ragione.

Marco Travaglini

“La postura del consenso”, torna il festival femminista del CAP10100

/

Dal 20 al 21 settembre e dal 26 al 28 settembre 

Ingresso con tessera ARCI

SCOPRI IL PROGRAMMA

Torino, 4 settembre – “Tutte le direzioni” è il claim della sesta edizione de La Postura del Consenso, il festival femminista ideato e promosso dall’Associazione Teatrale Orfeo – CAP10100 che intreccia musica, arti performative, ricerca e attivismo e che quest’anno si terrà dal 26 al 28 settembre,anticipato da un weekend inaugurale il 20 e 21 settembre.

Tutte le direzioni è un attraversamento collettivo delle frontiere del genere, della classe, della norma. Un intreccio di lotte che si muovono insieme, divergono, si contaminano, si immischiano. Non una via unica, ma spazi aperti in cui ogni corpo possa librarsi.

Ad aprire il festival, il live di Coca Puma – sabato 20 settembre – a cui segue il giorno dopo il Gran Galà della Cricca delle Drag Queen. Ma tra i nomi della nuova musica italiana che suoneranno al festival c’è anche quello di BLUEM, in concerto sabato 27 settembre.

Il programma del festival ospita inoltre diversi spettacoli e performance come “TEKKEN DRAMA” di Francesca Becchetti o la performance itinerante “DRAPES” a cura de Le Scapigliate.

Grandi ospiti dell’edizione 2025, Sarah Malnerich e Francesca Fiore meglio conosciute come “Mamma di merda” e Le Eterobasiche, per la prima volta sul palco del CAP10100.

Non mancheranno poi momenti di attivismo laboratoriale come il workshop di ceramica “La Ciotola Transfemminista” a cura di Pottery Lab o il laboratorio teatrale sul consenso a cura di Francesca Becchetti.

Moltissimi sono i temi che la sesta edizione intende sollevare senza limiti e tabù: medicina e prospettiva di genere; porno e consenso; materie Stem; social network e tanto altro.

Il festival si chiude domenica 28 settembre con una Merenda Sinoira Sociale a cui sono tuttə invitatə a partecipare!

In occasione della VI edizione, la location delfestival si allarga a una nuova sede – Spazio Baôm, presso il Cortile del Maglio – che insieme al CAP10100  – ospiterà talk, laboratori e performance come l’intrvento su porno e consenso a cura di Coppiabollente7o il talk sulle generazioni Stem.

Tra le novità di quest’anno, nell’edizione 2025 La Postura del Consenso si riconosce come esperienza associativa ARCI: un luogo comune e condiviso, in cui l’accesso agli eventi sarà tramite tesseramento.

La Postura del Consenso – Tutte le direzioni vuole essere uno spazio di resistenza, cura e immaginazione femminista. Un luogo dove l’arte incontra la ricerca scientifica e sociale, aprendo riflessioni sulla salute, i corpi e la rappresentazione delle soggettività nei media e nella vita quotidiana.

Il programma è il lavoro di una direzione artistica allargata, in gran parte under 30. Ognunə ha messo a disposizione il proprio vissuto e la propria sensibilità, intrecciandoli in un programma che ha come bussola il desiderio di far risuonare, forte e chiara, la lotta femminista.

Valentina Gallo, direttrice artistica del CAP10100: “Quest’anno La Postura del Consenso cresce e si radica in due luoghi diversi della città, grazie al sostegno di Fondazione Compagnia di San Paolo che ha reso il festival sempre più partecipativo. Vogliamo affermare il ruolo delle persone al di là delle gabbie di genere, come soggetti pensanti e agenti di trasformazione. Dalle STEM all’arte, dalla politica alla musica, costruiamo spazi di pensiero critico e di produzione culturale condivisa. Il nostro obiettivo è chiaro: contrastare sessismo, patriarcato e oggettivazione dei corpi, generando comunità inclusive e libere”

__

La Postura del Consenso è ideato e prodotto da Associazione Teatrale Orfeo – CAP10100, con il sostengo di Fondazione Compagnia di San Paolo. Il festival è realizzato nell’ambito del bando “Torino che Cultura” e inserito nella programmazione sostenuta dal Fondo unico per lo spettacolo del Ministero della cultura.

“La Bottega dei giovani artisti/ Spazio Baôm” è un progetto della Città di Torino – Torino Creativa, nell’ambito del bando Anci per l’assegnazione di spazi/immobili pubblici a giovani under 35 per la realizzazione di progetti innovativi, con il contributo del Dipartimento Anci per le Politiche Giovanili e il Servizio Civile Universale, a valere sul “fondo politiche giovanili – anno 2022.