SPETTACOLI- Pagina 123

“Amor toujours”, il teatro Regio celebrerà anche Puccini nel centenario della morte. E arriva il Maestro Riccardo Muti

 

Il titolo della nuova stagione del teatro Regio, che inizierà  il 21 settembre 2023 e si concluderà  il 4 luglio 2024, si intitola “Amor toujours” e propone quattordici titoli di cui otto nuovi allestimenti, preziose rarità con artisti di fama e giovani interpreti dalla carriera in ascesa.

Protagonisti assoluti Riccardo Muti, che torna al Regio con un imprescindibile titolo verdiano, e Giacomo Puccini, nell’anno del centenario.

Si tratta di un nuovo avvio per il teatro Regio, che presenta una nuova immagine e un nuovo logo, realizzato da Undesign Agency a partire da un bozzetto di Carlo Mollino, simboli di un teatro aperto al futuro, ma anche saldamente ancorato alla propria storia  musicale e architettonica, che vanta radici profonde nella città. Il teatro torna  a produrre con lo sguardo rivolto verso l’estero e l’Europa.

“Lasciati alle spalle gli anni difficili legati alle chiusure per pandemia  con mezzo secolo di storia appena festeggiato – spiega il sindaco di Torino Stefano Lorusso – il teatro Regio guarda al futuro con una stagione di opera e balletto di altissimo livello, forte della certezza che la sua capacità di sperimentare e rinnovarsi possa essere unita a un’offerta artistica di grande qualità,  facendone un’istituzione culturale di primaria importanza”.

“L’amore in tutte le sue manifestazioni – aggiunge il sovrintendente del teatro Regio , Mathieu Jouvin – pervade questa stagione  e l’opera lirica e il balletto sono generi che hanno saputo esplorare in modo profondo e intenso l’amore e le sue sfumature, offrendo rappresentazioni potenti e toccanti di questo valore che permea la nostra vita, a partire da Eros a Agape e Philia, le sue mille nature.

Le fotografie  che abbiamo scelto per illustrare la stagione seguono la stessa narrazione e sono capaci di emozionare, accarezzare lo sguardo, evocando sentimenti con un gesto, una luce, un’assenza uniche.

Sono state scattate da Federica Cocciro, artista milanese nata nel 1989 e che ha già pubblicato su importanti testate nazionali  ed è  Ambassador Leica dal 2018 al 2020″.

“Il trailer della stagione – prosegue Jouvin –  è firmato dalla regista torinese Aksinja Bellone  ed è  girato negli interni e esterni del Teatro e nel caffè Baratti & Milano.  Vede come protagonista una coppia di innamorati che si cercano tra gli specchi, giocano, sognano, amano e soffrono”.

“Abbiamo concepito  questa stagione con un’alta ambizione artistica – afferma il direttore artistico Cristiano Sandri -Abbiamo voluto dare il giusto spazio alla tradizione lirica italiana,  ampliando lo sguardo verso l’Europa, con la voglia di proporre opere fondamentali di compositori italiani  e stranieri. Ci siamo sentiti pronti a lanciare la sfida proponendo titoli rari e allestimenti originali, perché sappiamo che è presente una platea pronta  a recepirli. Per quanto riguarda interpreti, direttori e registi, abbiamo scelto nomi straordinari noti al grande pubblico, accanto a giovani artisti di cui seguiamo la carriera.

Protagonisti della stagione e nostro vanto sono l’Orchestra, il Coro e il Coro di Voci Bianche del teatro Regio. Un’esperienza riuscitissima è  stata quella con il Regio Ensemble, il cui percorso formativo nel 2024 sarà arricchito da nuovi componenti”.

 

La stagione d’opera e del  balletto del teatro Regio si aprirà  il 21 settembre con l’Ebreo di Fromental Halévy, in programma dal 21 settembre al 3 ottobre prossimo, in un allestimento firmato da Stefano Poda, un regista visionario che ha un rapporto molto forte con il teatro Regio e che per esso ha creato indimenticabili spettacoli, come Thais, Faust e Turandot.

Quest’opera,  La Juive di Halevy, fu applaudita per l’ultima volta nel 1885. Amore, morte e mistero sono i temi del grand-opéra di Halévy, che contiene grandiosi brani di assieme e melodie seducenti che entusiasmano il pubblico dell’epoca. Un simile capolavoro non poteva che essere diretto da un direttore di grande prestigio, Daniel Oren. Il cast vede tra i protagonisti Gregory Kunde, al suo debutto come Eleazar, uno dei ruoli tenori più complessi del teatro francese, Mariangela Sicilia in Rachel, reduce dall’ottima prova del don Giovanni e Riccardo Zanellato nel ruolo di Brogni.

Dal 6 al 14 ottobre, al Piccolo Regio Puccini, andrà in scena un nuovo allestimento di “Un mari a la porte”, operetta di Jacques Offenbach in prima esecuzione a Torino. Questo titolo, composto a Parigi nel 1859, costituisce il contraltare ideale de La Juive, nata a pochi anni di distanza.

L’accostamento del grand-opéra e dell’opera vogliono  dare l’opportunità al pubblico di immergersi nell’atmosfera del fervore parigino dell’Ottocento. Prosegue il viaggio tra Italia e Francia iniziato con “La  figlia del reggimento”. Torna al Regio come ospite il giovanissimo direttore Riccardo Bisatti.

La nuova produzione avrà la regia di Anna Maria Bruzzese, è  targato Regio con le scene di Claudia Boasso e i costumi di Laura Viglione.

Nell’anno delle celebrazioni del centenario del compositore il primo appuntamento con Giacomo Puccini non poteva essere che con la Boheme, nata proprio al teatro Regio di Torino nel 1896 e tra le opere più  rappresentate al mondo.

La Boheme andrà in scena dal 21 al 29 ottobre e proporrà l’amore autentico fra Rodolfo e Mimi’, la passione di Musetta e Marcello e l’amicizia appunto “bohemien” dei giovani squattrinati parigini.

La regia viene firmata da Giuseppe Patroni Griffi, la direzione è  del maestro Andrea Battistoni, l’interpretazione di Erika Grimaldi nel ruolo di Mimi e quella dell’ emergente Federica Guida come Musetta.

L’allestimento del Regio è stato possibile grazie al contributo di Reale Mutua come socio fondatore del Teatro.

A novembre, dal 17 al 26 novembre, proseguirà l’omaggio a Giacomo Puccini con l’allestimento de “La rondine’, con la sua musica brillante, ironica, disincantata, affidata alle mani esperte di Francesco Lanzillotta, riconosciuto interprete del repertorio novecentesco.

Atteso ritorno al teatro Regio di Torino di Pierre Emmanuel Rousseau, dopo l’inaugurazione della stagione 2023, per firmare questo allestimento che colloca l’azione nel 1973, in omaggio ai cinquanta anni del nuovo Regio progettato da Carlo Mollino, anno che permette di evocare, nel suo allestimento per il secondo atto, il fascino degli abiti di Yves Saint Laurent, Jacques de Bascher, Loulou de la Falaise, Brigitte Bardot e Serge Gainsbourg.

Dicembre è  tradizionalmente il mese della danza. Dal 7 al 17 il teatro Regio proporrà balletti romantici molto amati, quali La bella addormentata, su musica di  Petr Il’ic Caikovskij e coreografia da Marcia Haydèe da Marius Petipa nell’interpretazione dei solisti e del Corpo di ballo del Teatro Nazionale di Praga.

Dal 22 al 31 dicembre sarà di scena la Spagna elettrizzante con il Don Chisciotte, uno dei titoli tra i più brillanti del repertorio classico, grazie alla partitura sfavillante di Ludwig Minkus. Il Balletto dell’opera di Kiev porterà in scena la versione coreografica di Viktor Litvinov, tratta dalla coreografia di Marius Petipa, Aleksandr Gorskij e Kasian Golejzovskij.

Il 2024 prenderà  avvio con un appuntamento speciale, la magia della grande danza con Roberto Bolle e interpreti eccezionali nel celeberrimo “Bolle and Friends”, una produzione di Artedanza per tre spettacoli dal 4 al 7 gennaio.

Sarà poi  di scena l’umorismo irresistibile e cinico del DonPasquale di Donizetti, realizzato nell’allestimento e per la regia di Ugo Gregoretti. Scene e costumi sono di Eugenio Guglielminetti .

‘Un ballo in maschera’, capolavoro indiscusso di Giuseppe Verdi, verrà  portato in scena dal 21 febbraio al 3 marzo 2024 e vedrà il ritorno glorioso del Maestro Riccardo Muti sul podio del teatro Regio. Andrea De Rosa è  regista teatrale di prosa e opera lirica ed è stato direttore del Teatro Stabile di Napoli, oggi alla  direzionedel TPE, Teatro Piemonte Europa. Con il maestro Riccardo Muti ha collaborato per la messainscena del Don Pasquale di Donizetti, a Ravenna e Madrid,  e “Il matrimonio inaspettato” di Paisiello, al Festival di Pentecoste di Salisburgo. Il pubblico torinese ha potuto apprezzare la sua lettura registica nel “Manfred”di Schumann Byron  e nel dittico  formato da Goyescas ee Granados e Suor Angelica  di Puccini. Atteso il debutto di Luca Micheletti, protagonista dell’ultimo Don Giovanni, nel ruolo di Renato.

Dal 22 marzo al 2 aprile prossimi sarà  la volta de “La Fanciulla del West”, un’opera del tutto originale per soggetto e stile musicale. A dirigere sarà il maestro Francesco Ivan Ciampa.

Dal 7 all’11 aprile al Piccolo Regio Puccini verrà presentato “The Thender Land” di Aaron Copland, un’opera intimistica, ambientata in un’America rurale, chiusa e conservatrice, al tempo della Grande  Depressione.

La stagione proseguirà  dal 19 al 26 aprile prossimi con l’opera d’esordio di Giacomo Puccini dal titolo “Le villi”, che mise in evidenza la capacità del compositore di creare melodie intense e potenti scritture sinfoniche. La nuova versione debuttò  a tempomdi record all’indomani della prima, proprio al teatro Regio di Torino nel 1884. La conduzione sarà di Riccardo Frizza.

Dal 17 al 26 maggio un atteso ritorno della musica wagneriano con l’Olandese Volante,  opera che va in scena nell’allestimento onirico e affascinante di Willy Decker. Sul podio Nathalie Stutzmann, prima donna  a fare un doppio debutto al Metropolitan Opera.

Ultima produzione della stagione, dal 21 giugno al 4 luglio, il Trittico di Puccini, che il Regio propone proprio come il compositore lo concepì. ”È come una vita a 360 gradi, con la presenza dell’amore, del dramma e del risvolto buffo. Nel Trittico si ritrovano queste tre dimensioni dell’amore e il Trittico è così potente da mostrare tutte le emozioni dei sentimenti”.

In programma a dicembre un convegno promosso dall’Università degli Studi di Torino e dedicato a Maria Callas. Sarà anche attiva la collaborazione con il Centro Studi Giacomo Puccini, il 18 e 19 aprile 2024 si terrà un convegno dal titolo “Un genio al debutto, gli anni giovanili di Giacomo Puccini”.

Il Teatro Regio si prepara così  a festeggiare i cinquanta anni dalla ricostruzione del teatro da parte di Carlo Mollino e il centenario della morte di Giacomo Puccini, avvenuta a Bruxelles il 29 novembre del 1924.

MARA MARTELLOTTA

Song for stars 2023 prosegue lo spettacolo del cielo in musica!

Infini.to Planetario di Torino, Museo dell’Astronomia e dello Spazio “Attilio Ferrari”

in collaborazione con Jazz is Dead! festival e TUM Torino

prossimo appuntamento con l’ambiente sintetico di

Marta de Pascalis e Nick Foglia

venerdì 23 giugno

 

Space Aliens From Outer Space

venerdì 14 luglio

 

 

 

Torna anche quest’anno Song for Stars, il progetto musicale di Infini.to Planetario di Torino che combina la performance dal vivo all’astronomia. Accomunati dal desiderio di viaggiare verso mondi lontani, artisti e scienziati si incontreranno sotto la cupola del Museo dello Spazio come piloti di un’astronave pronta a percorrere lunghe distanze. A bordo un pubblico di appassionati e curiosi si farà trasportare dalle note e dalle stelle. Dopo l’ultima fortunatissima edizione con il Maestro Lino Capra Vaccina, lo sperimentatore Oren Ambarchi e il Collettivo Sintetica, che ha registrato una serie di tutto esaurito accessoriata da tanta commozione ed emozione, la rassegna riparte sulla collina di Torino. Pino Torinese ospita il Planetario dal 2007: passione per la conoscenza e promozione del metodo scientifico rappresentano l’impronta con cui Infini.to e il suo staff caratterizzano ogni attività didattica e divulgativa rivolta ai grandi e ai bambini dichiara online la direttrice del Museo Eleonora Monge. Anche Song for Stars non sembra venir meno alle premesse professionali dell’ente poiché estetica e arte non sostituiranno la scienza. Ad accogliere gli astanti sarà una chiara spiegazione di ciò che si andrà a visitare, prima di lasciarsi andare, con la testa all’insù, alla danza del cielo che accompagnerà la performance musicale. Ogni volta una produzione originale scritta dagli astrofisici di Infini.to che, ascoltando i suoni degli artisti, organizzeranno un vero e proprio viaggio interspaziale.

Siamo al secondo appuntamento dell’estate 2023. Si prosegue il 23 giugno con due concerti, Marta de Pascalis musicista e sound designer berlinese spazia tra ambient e psichedelia utilizzando un’affinata e particolare tecnica di sintesi analogica. Nick Foglia è un ingegnere del suono che ha imparato a sfruttare le potenzialità tecniche come risorsa artistica, in questa sua attitudine si intravede il pensiero che sta alla base della rassegna. Basterebbe forse solo il nome per contestualizzare la terza formazione ospite di Song for Stars il 14 luglio: tornano dopo dieci anni dalla pubblicazione del loro primo album gli Space Aliens From Outer Space, e lo fanno con lo spirito di un B-Movie fantascientifico, con abiti alieni e usando l’immancabile vocoder, accompagnati da futuristici sintetizzatori. Parrà di vivere un sogno e di vedere finalmente cadere dal cielo creature d’altri mondi!

 

Anche quest’anno il biglietto del concerto include la visita al museo. L’area si sviluppa su tre livelli ed è consigliato arrivare con un po’ di anticipo per godere appieno dell’esperienza di conoscenza.

 

BIOGRAFIE

 

Marta De Pascalis è una musicista e sound designer italiana con sede a Berlino. Nei suoi lavori da solista impiega la sintesi analogica e un sistema tape-loop per mezzo del quale crea pattern di ripetizione che danno forma al senso di una lontananza densa, dinamica e catartica. Il suo suono include una vasta gamma di generi di musica elettronica, come l’ambient, psichedelia e musica su nastro. Ha pubblicato tre album: l’autoprodotto Quitratue (2014), Anzar per la The Tapeworm imprint (2016), l’etichetta affiliata alla Touch, e Sonus Ruinae, pubblicato a settembre 2020 dall’etichetta sperimentale berlinese Morphine Records. Si è esibita in diversi festival e venue, in particolare: Museo Reina Sofia, Biennale di Venezia, Berghain, Funkhaus, Café Oto, Mutek Festival.

 

Nick Foglia è un sound engineer e producer attivo a Berlino dal 2009 al 2017 e successivamente a Torino, collabora a progetti musicali nazionali ed internazionali sfruttando le potenzialità dell’attrezzatura dello studio di registrazione come strumento creativo. In qualità di musicista pubblica brani unicamente in occasione dell’uscita delle varie edizioni di Paradisia, compilation con cadenza periodica curata ed edita dall’etichetta torinese Gang of Ducks. Dice di lui: il mio amore per la musica è iniziato in tenera età, ascoltando i dischi in vinile di mio padre, e ben presto ho iniziato a giocherellare con gli strumenti musicali. Dopo la laurea in musica nel 2009 mi sono trasferito a Berlino dove ho avuto le mie prime esperienze nella registrazione di musica con le mie band in veri e propri studi professionali, un ambiente di cui mi sono subito innamorato, quindi, ho deciso che produrre e registrare musica era ciò che mi interessava fare. Negli anni successivi ho avuto la possibilità di imparare da ottimi tecnici del suono, tra cui Francesco Donadello nel suo bellissimo studio, Vox-Ton, dove l’ho assistito nella registrazione e mixaggio di musica per clienti di altissimo profilo e in seguito ho avuto l’opportunità di conduco sessioni come capo ingegnere, sperimentando il mezzo analogico utilizzato come strumento creativo e perfezionando la mia tecnica microfonica. Nel 2016 sono tornato in Italia dove attualmente lavoro e collaboro con molti artisti musicali di grande talento presso Rubedo Recordings.

 

Space Aliens From Outer Space, nell’ormai lontano 2013, pubblicarono il loro primo album intitolato Invade, il quale fu seguito da una serie di concerti epici in tutta Europa e da successive pubblicazioni, riscuotendo un grande successo del pubblico presente ai loro live show. Ora, nel 2023, i due membri fondatori della band ripercorrono il tunnel spazio-temporale nel quale scomparvero, per tornare sulla terra e celebrare con noi l’anniversario della loro opera d’esordio. Space Aliens From Outer Space è un progetto basato sulla rielaborazione della musica e dell’immaginario fantascientifico: dai B-Movie degli anni ’50 ai film di culto di Carpenter, Cameron e Scott. Usando l’immancabile vocoder, i suoni tipici dei sintetizzatori d’epoca, questi artisti hanno saputo donare al pubblico un’esperienza di viaggio cosmico, a volte inquietante, a volte festosa, sempre irresistibilmente divertente. Da quando si sono formati nel 2010, hanno suonato in tutta Europa, tra locali, luoghi storici (come il Beursschouwburg a Bruxelles) e numerosi festival, come il Torino Horror Film Festival.

 

INFO

 

23 giugno Marta de Pascalis + Nick Foglia ore 21

14 luglio Space Aliens From Outer Space ore 21

apertura del Museo ore 19

ticket euro 12 su planetario.it

 

via Osservatorio 30, Pino Torinese

Torna “Prato Inglese. Sere d’estate al Carignano”: la Dodicesima Notte di William Shakespeare

La proposta estiva del Teatro Stabile di Torino con la Dodicesima Notte di William Shakespeare, per la regia di Leo Muscato

 

Il debutto in prima nazionale per la Dodicesima Notte di William Shakespeare è previsto per martedì 27 giugno 2023 alle 21. In scena, in ordine alfabetico, Elena Aimone, Matteo Ali, Marta Cortellazzo Wiel, Fabrizio Costella, Alfonso De Vreese, Giordana Faggiano, Stefano Guerrieri, Celeste Gugliandolo, Mauro Parrinello, Martina Sammarco, Michele Schiano Di Cola, Valentina Spalletta Tavella, Alice Spisa.

Le scene sono di Andrea Belli, i costumi di Giovanna Fiorentini, le luci di Alessandro Verazzi, il suono di Andrea Chenna.

Già nel titolo è dichiarato lo spirito di questa malinconica commedia, in cui nulla di ciò che è lo è per davvero.

‘Twelfth Night’, la dodicesima notte dopo il Natale, è la notte dell’Epifania e Shakespeare ha scritto quest’opera per la chiusura dei festeggiamenti natalizi presso la corte della Regina Elisabetta. Erano giorni di festa più simili a carnevalate che a veri e propri riti religiosi. Veniva eletto un sovrano del mondo alla rovescia che imponeva le sue leggi, sovvertendo le regole, i comportamenti e i rapporti gerarchici esistenti. Era un periodo in cui tutto era gioiosamente possibile.

Per questa occasione Shakespeare si lascia andare a una libertà assoluta, uscendo da qualsiasi condizionamento di trama, di verosimiglianza e di struttura.

L’intera vicenda potrebbe apparire sia come un sogno sia come un’enorme beffa.

In un luogo che si rivela essere sempre altro da quella che appare, ogni personaggio è sia vittima che artefice di un’enorme beffa e pare che tutti siano preda di una enorme follia, dal duca pazzo d’amore, a Olivia, chiusa in un lutto sterile, dalla follia della non ragione di Sir Toby e Sir Andrew, alla follia di una ragione eccessiva di Malvolio. Compare poi il malinconico Feste, il giullare professionista di talento, espressione del mondo alla rovescia, stanco del proprio ruolo, che cerca il coraggio necessario per lasciare quel posto e tutto ciò che rappresenta.

Protagonista assoluta della commedia è la musica, in quanto tutti i personaggi, in un modo o nell’altro, cantano o suonano o chiedono a qualcun altro di farlo. Forse per questa ragione questa opera ha ispirato parecchi musical.

Siamo nel tempo del sogno e della fantasia e la parola chiave di questa produzione è la contaminazione.

I costumi avranno una dimensione temporale che risulta impossibile da identificare, in quanto gli abiti hanno subito delle contaminazioni. Si tratta di abiti contemporanei contaminati con lo stile elisabettiano e viceversa.

Mara Martellotta

Teatro Carignano.

Prato Inglese

Dodicesima Notte di Leo Muscato

In prima Nazionale dal 27 giugno al 16 luglio 2023

Città in festa con 500 musicisti e 150 concerti gratuiti

10 luoghi vedranno la musica nuovamente protagonista in città. Dal 22 al 25 giugno a Torino torna, dopo tre anni di assenza, la Festa della musica.

Sul palco saliranno oltre 500 musicisti per 150 concerti gratuiti, all’insegna della tradizione popolare, ma anche del rock, pop, gospel, folk, jazz, dalle grandi orchestre alle scuole di musica.

La manifestazione, nata nel 2012 per creare un terreno comune di incontro tra il patrimonio musicale torinese e i cittadini, giunge quest’anno all’edizione numero dieci e apre le porte ad altrettante location per offrire a tutti l’opportunità di scoprire nuovi talenti, abbracciare la diversità musicale e celebrare il linguaggio universale della musica.

Le location ospitanti spaziano dall’Oval del Lingotto all’Imbarchino, dal Bunker ai Bagni Municipali di San Salvario. Grazie alla collaborazione con centri culturali e punti verdi dislocati su tutto il territorio urbano, la musica risuonerà in ogni angolo della città, trasformando Torino in un palcoscenico per artisti di ogni livello.

Si parte mercoledì 21 con l’inaugurazione negli spazi di Off Topic dove, dalle 18 a mezzanotte saranno allestiti tre diversi stage musicali: il Cubo, il Bistrò e il Cortile.

Programma completo su www.festadellamusicatorino.it

Le Gallerie d’Italia si animano di concerti e laboratori musicali

In occasione del 21 giugno, giorno del solstizio d’estate

 

In occasione del solstizio d’estate, il 21 giugno prossimo, numerose città europee si animeranno per la Festa della Musica, con una ricca proposta di iniziative e happening musicali, anche allo scopo di rappresentare le varie matrici culturali, storiche e etniche in tutte le performance proposte.

Intesa San Paolo aderisce all’iniziativa, ospitando concerti e laboratori musicali negli spazi museali delle Gallerie d’Italia di Milano, Napoli, Torino e Vicenza, per richiamare l’attenzione non solo sul valore della musica, ma anche sul dialogo che sa intrattenere con le opere e le architetture delle quattro sedi.

A Torino, a partire dalle 16 alle 17.30 di martedì 21 giugno prossimo, si susseguiranno attività per famiglie in laboratorio, volte all’ascolto musicale tra le sale storiche di Palazzo Turinetti, ispirati dalle melodie, che consentiranno di realizzare una rielaborazione fantasiosa degli spartiti ascoltati.

Si tratta di attività consigliate per bambini dai 6 ai 10 anni, con prenotazione obbligatoria al numero verde 800167619, oppure scrivendo a torino@gallerieditalia.com

Mara Martellotta

I 40 anni di Acqui in palcoscenico

40 anni e non sentirli, questo viene da dire scorgendo il cartellone del Festival Acqui in Palcoscenico 2023, ricco di appuntamenti nei luoghi simbolo della città termale, che nuovamente nelle mani del sindaco Rapetti, rinasce dopo cinque anni di stallo. Riprendono le terme, il turismo e anche la voglia di spettacoli di livello . Si inizia domenica 2 luglio al teatro Giuseppe Verdi con l Orchestra Camerata Strumentale Acquese, diretta da Eleonora Perolini che eseguirà “Le quattro stagioni “di Vivaldi a seguire il premio Acqui Danza quest’ anno assegnato a Jacopo Tissi giovane talento di fama internazionale.La seconda parte sarà dedicata alla danza con la compagnia Nuovo Balletto Classico, sotto la guida di Liliana Così e musiche di Vivaldi.
Il festival prosegue poi fino al 18 luglio mettendo in scena il meglio della danza contemporanea.
L organizzazione del festival è a cura dell’ Associazione Grecale, con il contributo del Mic ,la Regione Piemonte Fondazione CRAL e il Comune di Acqui Terme.
La direzione artistica è come sempre di Loredana Furno che proprio 40 anni fa ebbe l’illuminante idea di abbinare Terme e Danza.
Info@ ballettoteatroditorino.org

Gabriella Daghero

“Chi è cieco?”: una domanda che è la vera verità. Presentata la nuova stagione del TPE Teatro Astra

Oggi. “Scrollare, cambiare canale, passare al contenuto successivo significa scegliere di non vedere veramente e il rischio che corriamo è quello di isolarci, di autocondannarci, e fingere che il mondo con i suoi problemi non ci riguardi.” Allora abbandonare il “non vedere”, la cecità che quotidianamente ci circonda e affrontare la “verità”. “La verità – dice Andrea De Rosa, che firma come direttore artistico la stagione 2023/2024 del TPE Teatro Astra, in un progetto triennale partito l’anno scorso e promosso con crescente successo dal pubblico di abbonati e non nell’introspezione del nostro rapporto con la verità scientifica, il titolo era “Buchi neri” – è un concetto sempre in movimento – si trasforma, si allontana, si avvicina – e provare a catturarla  in questa sua perenne oscillazione è l’invito che rivolgiamo anche quest’anno al pubblico dell’Astra”.  “Cecità” è il titolo che De Rosa ha dato alla nuova stagione, raccogliendo 25 spettacoli e ponendo ai differenti registi tre precise domande: chi è il cieco? cosa non vede o non vuol vedere? e perché? Una interessante summa di risposte (un trailer è del videoartista Donato Sansone, un taglio cinematografico che si riallaccia anche al “Chien andalou” di Bunuel) che, raccolta nel programma della stagione (una copertina che è una esplosione di parole, realizzata dalla agenzia creativa Arké) che da novembre a maggio accompagnerà lo spettatore, offre attraverso le parole dei diretti interessati la chiave di lettura delle diverse proposte. Molte verità stanno lì sotto i nostri occhi ma noi continuiamo a girare gli occhi dall’altra parte, ci teniamo lontani, siamo assenti. Ci rifiutiamo di comprendere quale sia la “vera verità”, “io so soltanto che ha la forma di una domanda. Un mio vecchio professore di filosofia diceva che le domande sono la vera verità, chiederci chi siamo è quello che ci contraddistingue. È il cammino che il teatro segue e insegue da sempre, sin dai tragediografi dell’antica Grecia, è la volontà di porsi delle domande tutti insieme, attraverso un rito collettivo.”

Nell’orizzonte di una stagione che prenderà il via con il sostegno di MiC, Regione Piemonte, Città di Torino, Fondazione Compagnia di San Paolo, Fondazione CRT, partner Intesa Sanpaolo, mentre affida alle parole del direttore le giuste componenti teatral-filosofiche, la presidente Maddalena Bumma snocciola rassicuranti dati che riguardano pubblico e incrementi. “Abbiamo registrato un aumento di pubblico del 22%, una decisiva crescita degli spettatori che plaude al lavoro e all’impegno profuso nell’annata appena trascorsa, spettatori che hanno dimostrato affezione e fiducia nei confronti del TPE confermando la tendenza di crescita che sta vivendo il comparto culturale cittadino. C’è da sottolineare una nuova tipologia di pubblico, sempre più abituato all’acquisto last minute che cresce assieme alla fascia giovane (universitari e under 30) e risponde positivamente alla particolare proposta tematica della direzione.” Un successo che comprende anche il riconoscimento dell’incremento massimo del 10% del contributo da parte del MiC; inoltre, attingendo al Pnrr, con l’inizio della stagione termineranno i lavori di efficientamento energetico.

All’alzata del sipario il 7 novembre la danza del coreogrago Virgilio Sieni che si è liberamente ispirato al romanzo “Cecità” di José Saramago, premio Nobel per la letteratura nel 1998 (un virus sconosciuto è capace di rubare la vista alle persone, tutti all’improvviso diventano ciechi, “Cecità” è una rieducazione alla vista, a un nuovo modo di sentire il mondo, il cieco non è uno solo ma un gruppo di persone che, attraverso gesti, tocchi, contatti, sensibilità, acquisisce un modo diverso di sentire e di vedere le cose e gli altri). Nella vetrina immancabili i grandi classici, da “Edipo re” per la regia di De Rosa e nell’interpretazione di Marco Foschi, il grande cieco per eccellenza, forse non già Tiresia, ma il sovrano parricida e incestuoso, incapace di guardare con il cuore e con la mente alla grande verità che gli si pone davanti, alle “Supplici” euripidee dirette da Serena Sinigaglia, da “Tartufo” – la cecità di Orgone – per la regia di Jean Bellorini, prodotto dal Teatro di Napoli – Teatro Nazionale e dal Théâtre National Populaire de Villeurbanne alle “Tre sorelle” di Cecov in cui l’azione s’accentra esclusivamente in Maša, Ol’ga e Irina, bandito ogni altro personaggio. La drammaturgia è di Riccardo Fazi, la regia di Claudia Sorace. Si segnalano ancora la ripresa in periodo natalizio di “Solaris” nell’adattamento di David Greig, “Wonder Woman”, dove Antonio Latella e Federico Bellini guardano all’attualità di uno stupro di gruppo, un fatto realmente accaduto a Senigallia soltanto otto anni fa, un fatto di cronaca che ebbe come risultato l’assoluzione degli imputati, avendo deciso la Corte d’Appello di Ancona di assolvere gli imputati dal momento che la ragazza risultava “troppo mascolina” per essere attraente. Il progetto Kepler-452 sarà rivolto al “Capitale” di Marx, drammaturgia e regia di Enrico Baraldi e Nicola Borghesi, impegnato il collettivo di fabbrica lavoratori GKN, ovvero autentici operai di una fabbrica occupata di Campi Bisenzio, un testo dove “cieco è chi non vede come chiudere una fabbrica e licenziare 422 persone provochi una enorme sofferenza”.

Mario Martone sarà tra i personaggi più interessanti dei “Dialoghi”, che la scorsa stagione videro la presenza di Paolo Sorrentino; mentre da febbraio a maggio otto titoli occuperanno lo spazio di Palcoscenico Danza, diretto da Paolo Mohovich.

Elio Rabbione

 

Nelle immagini: il manifesto della stagione “Cecità” del TPE; il direttore Andrea De Rosa; una scena del “Tartufo” per la regia di Jean Bellorini; una scena di “Solaris” con la regia di Andrea De Rosa.

“Ma in fondo stare insieme questa sera cos’è?”

Music Tales, la rubrica musicale 

“Considera che tutto può finire

Lo sai che mi deprimo, ma con stile

Il DJ da una radio dice che fa bene cantare

Ma chi ha mai saputo cantare?

Considera che tutto può fiorire

Ma in fondo stare insieme questa sera cos’è?

Una manciata di stelle davanti a questo disordine

Colapesce Dimartino è un duo musicale italiano formatosi nel 2020 dalla collaborazione artistica tra i cantautori siciliani Lorenzo Urciullo, in arte Colapesce, e Antonio Di Martino, conosciuto semplicemente come Dimartino.

Li abbiamo apprezzati con “musica Leggerissima” che abbiamo cantato e ballato in ogni dove e poi, a seguire, con l’assurda quanto bizzarra “splash” cosi fresca e divertente da aver fatto breccia nei nostri cuori e nelle nostre orecchie!

Oggi si parla di “considera”.

Colapesce e Dimartino hanno definito questa canzone come pop esistenzialista e in effetti i due partono dal significato latino di considerare ovvero “osservare le stelle” e spiegano: “È proprio attraverso la ricerca dell’infinito che ci accorgiamo della nostra condizione di esseri umani, pieni di dubbi davanti a questo disordine”. E se la Treccani parla di “indirizzi di pensiero che concepiscono la filosofia non come sapere sistematico e astratto, ma come impegno del singolo nella ricerca del significato e della possibilità dell’esistenza’” questa canzone collima perfettamente.

È un ragionamento sull’esistenza, su ciò che la forma e indirizza, come la religione (“Penso che alla fine un’altra ci poteva stare per metterci d’accordo tutti i sensi di colpa da eliminare peccare senza farsi male”), sulla finitudine delle cose Considera che tutto può finire, lo sai che mi deprimo, ma con stile, il DJ da una radio dice che fa bene cantare, ma chi ha mai saputo cantare? Considera che tutto può fiorire ma in fondo stare insieme questa sera cos’è? Una manciata di stelle davanti a questo disordine”. Un brano che unisce un sapore malinconico nella melodia a un'(auto)ironia spietata (“ma chi ha mai saputo cantare?”), confermandoli come due gioielli del nostro cantautorato.

Una qualità indiscutibile dei due cantautori è il gusto e la qualità del pop: non è semplice riuscire sempre a trovare il gusto, e incontrare quello del pubblico, come avviene anche in questo “antitormentone” (parola che forse non amerebbero), che porta comunque con sé i semi di brani come “Toy Boy” e una manciata degli amati Tame Impala nel bridge.

Bravi!!

““Su di un cerchio ogni punto d’inizio può anche essere un punto di fine.””

Buon ascolto

https://www.youtube.com/watch?v=HWFuXIwsDvg&ab_channel=ColaDimaVEVO

CHIARA DE CARLO

 

scrivete a musictales@libero.it se volete segnalare eventi o notizie musicali!

Ecco a voi gli eventi da non perdere!

Rock Jazz e dintorni a Torino: Madame e James Senese

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GLI APPUNTAMENTI MUSICALI DELLA SETTIMANA

Lunedì. Il trio del sassofonista Biagio Coppa suona al Cafè Des Arts.

Martedì. Al Mao si esibisce la virtuosa del koto Miya Masaoka.Al Circolo della Musica di Rivoli Alessandro Stefana e Cristiano Godano rendono un tributo a Neil Young.

Mercoledì. A Saluzzo suona la Grande Orchestra Occitana.

Giovedì. Al Magazzino sul Po si esibiscono i Beercock. Alle Gallerie d’Italia improvvisano Alessio Sanfilippo, Giancarlo Parisi, Idra con Vittorio Cosma. A Biella si inaugura il “Reload Music Festival” con i Bastard Sons Of Dioniso e i Persiana Jones.All’Hilton del Lingotto tributo a Dusko Gojkovic dal quintetto di Fulvio Albano. Al Cafè Neruda suona il Ponzano Jazz Trio.

Venerdì. Al Blah Blah suonano gli Arizona Dogs. Al Planetario di Pino Torinese si esibisce Marta De Pascalis e Nick Foglia. A Biella per “Reload Music Festival è di scena Lo Stato Sociale.

Sabato. Per “Suoni del Monviso” al colle di Valmala, si esibisce Madame. A Biella suona la Bandakadabra. A Canelli è di scena Raf. A Castagnole Piemonte suonano Sugar Ray & The Bluetones.

Al Jungle Summer Club di Alba è di scena VillaBanks.

Domenica. Al Blah Blah suonano i Bongzilla. Chiusura a Biella del “Reload Music Festival con James Senese.

Pier Luigi Fuggetta