società- Pagina 91

Prevenire e difendersi dalla violenza digitale di genere

Nel corso della propria vita, secondo l’Istituto nazionale di statistica,  il 6,8% delle donne ha avuto proposte inappropriate o commenti osceni o maligni sul proprio conto attraverso i social network e all’1,5% è capitato che qualcuno si sia sostituito per inviare messaggi imbarazzanti o minacciosi o offensivi verso altre persone. La diffusione delle molestie che avvengono per mezzo della rete è in aumento, coerentemente con il maggiore uso dei social network negli anni più recenti. Più del 44% delle molestie sui social si è ripetuto più volte nel caso di vittime donne.

Su 42.143 post e tweet analizzati da Amnesty International, nel rapporto “Il barometro dell’odio 2020 –Sessismo da tastiera”,  più di 1 su 10 (14%) è offensivo, discriminatorio o hate speech. Guardando ai soli casi di hate speech, se ne trovano quasi 1 su 100 (0,7%). Il 25,6% dei commenti offensivi e discriminatori riguarda in particolare il tema donne e i diritti di genere; il 23,2% sono messaggi sessisti. Secondo un rapporto pubblicato da Women’s Aid, il 45% delle vittime di violenza domestica ha subito una qualche forma di abuso online, mentre il 48% è stato oggetto di molestie o abusi online dopo la fine di una relazione. Nel 2019 è stato rilevato un aumento mondiale del 67% annuo dell’utilizzo di programmi di monitoraggio su dispositivi mobili. I paesi europei più colpiti sono Germania, Italia e Francia.

 

Interventi:

“Come Consiglio regionale –  ha esordito in aula il presidente Stefano Allasia  – non intendiamo sottrarci all’impegno a cui ci richiamano gli esperti del Consiglio d’Europa. Il rapido sviluppo delle tecnologie ha moltiplicato le occasioni di violenza contro donne e ragazze, esponendole a maggiori rischi di abuso.Quattro sono i pilastri su cui il Consiglio d’Europa, attraverso la Convenzione di Istanbul, ci invita ad intraprendere azioni concrete: prevenzione, protezione, azione penale e politiche coordinate. Alle istituzioni come il Consiglio regionale il compito di continuare con convinzione il lavoro fondamentale che da tempo stiamo portando avanti con gli istituti scolastici e le giovani generazioni, anche con l’aiuto delle famiglie: alfabetizzazione digitale e della sicurezza online a tutti i livelli di istruzione; uso consapevole dei social network; educazione di genere e lotta al sessismo”.

Per Sara Zambaia, vice presidente del Comitato diritti umani e civili della Regione Piemonte  “ciò che emerge e colpisce  è la vasta tipologia di violenze. Oggi la violenza psicologica è riconosciuta al pari della violenza fisicia ma più difficile da dimostrare e far recepire. Dobbiamo contribuire a creare coscienza, partendo proprio dai più giovani. La Propensione al digitale e alla rete va controllata e monitorata  affinchè non sfoci in cyberviolenza.

Giampiero Leo, vice presidente del Comitato diritti umani e civili della Regione Piemonte  riprendendo una famosa citazione di un film ha dichiarato: ” da grandi poteri nascono grandi responsabilità”. Purtroppo non è sempre così. Internet, il digitale danno alle persone “cattive” un potere enorme di offendere, colpire, ferire senza neanche correre il rischio di “metterci la faccia”. Dunque è giusto intelligente e opportuno organizzare un convegno come questo, per affrontare il problema, nonché le possibili soluzioni, da ogni punto di vista.

Secondo Ornella Toselli, presidente Consulta femminile regionale “anche il legislatore deve rincorrere le repentine evoluzioni del digitale. I reati aumentano e si diversificano a seconda delle piattaforme. Prezioso in questo senso il contributo delle forze dell’ordine e del mondo dell’associazionismo”.

Fabiola Silvestri, dirigente Polizia Postale e delle Comunicazioni di Piemonte e Valle d’Aosta- “La presenza continua e permanente degli strumenti digitali nella nostra vita, rende alcuni fenomeni criminali, più  insidiosi e di maggiore lesività esponendo le vittime a rischi occulti che possono trasformarsi in lesioni gravi della sfera giuridica e personale delle vittime. Basti pensare all’enorme portata lesiva del revenge porn o peggio di aggressioni protese nel tempo come il cyber stalking. Esiste una sofferenza per così dire sommersa fatta di paure, ansia, apprensione per la propria reputazione, timore per la propria incolumità o ancora violazione dell’intimità. “

Barbara De Toma, Dirigente Divisione anticrimine Polizia di Stato – segnala che sono tre i tipi di ammonimento del Questore. Quasi sconosciuto quello per cyberbullismo, anche se introdotto nel 2017 (Questura Torino solo 7 da allora), servirebbe maggior conoscenza tra i giovani anche con contributo della scuola. L’ammonimento per stalking introdotto nel 2009, insieme al delitto per stalking richiede necessaria istanza della persona offesa, quindi è meno diffuso di quello per violenza domestica, introdotto dal 2013 e che può essere adottato d’ufficio. Nel 2022, la Questura di Torino ha accolto  42 ammonimenti per stalking nei confronti di 31 uomini e 11 donne. Recidiva per i casi di stalking (9 per cento), 6 per la violenza domestica”.

Secondo Manuela Monti, Centro studi di informatica giuridica (CSIG), Ivrea, “l’odio in rete colpisce spesso donne che ricoprono posizioni di potere, discorso aggressivo amplificato da canali comunicazione. Ansia nelle vittime nasce anceh dal fatto che gli autori di hate speech sono spesso nascosti”.

Per Elena Ferrara, Comitato regionale Diritti Umani e Civili “I ragazzi dicono che il cyberbullismo è una delle forme più gravi della violenza in rete. Nel 2018 l’Istituto di Sanità ha rilevato che la maggior parte dei ragazzi pensa che i compagni di classe siano gentili e disponibili, ma le ragazze sono quelle che sentono meno questo ambiente favorevole. Ci sono però dei campanelli di allarme, perché c’è una fascia consistente che non la pensa così. Secondo la piattaforma Elisa l’8% degli intervistati ha subito episodi di cyberbullismo e sono soprattutto le ragazze a sentirsi più minacciate. Le prevaricazioni viaggiano soprattutto in rete, con una crescita nel periodo postpandemico nelle scuole secondarie di secondo grado e nelle agenzie formative.
I dati ci dicono che il referente cyberbullismo previsto dalla legge 71/2017 è poco conosciuto, così come la legge stessa.

Pierangela Peila Castellani, Direttivo Telefono Rosa Piemonte, La violenza digitale annienta ogni tipo di relazione, colpisce la donna nella sua stessa modalità di essere persona. L’anonimato, in una prima fase, destruttura la donna che però oggi sta trovando degli strumenti per reagire in una seconda fase. I sentimenti maggiori che sono emersi durante i confronti sono la paura e l’angoscia, la relazione diventa pubblica e la persona con cui si sono condivisi dei sentimenti diventa un nemico. La donna prova un senso di vergogna e di colpa per questo tipo di violenza che mette in pubblico fatti personali, a cui si uniscono sfiducia e senso di impotenza. È possibile uscire dal trauma quando emerge il desiderio di reagire e di chiedere aiuto all’autorità pubblica e ai centri specializzati come il nostro”.

Per Giovanna Perino, Istituto ricerche economico sociali del Piemonte (IRES) “L’indice sull’uguaglianza di genere assegnato all’Italia nel 2021, pari a 63,8 su 100, ci colloca al 14mo posto tra i 27 Stati UE con 4,2 punti sotto la media. Quello della violenza contro le donne è un fenomeno di difficile misurazione perché in larga parte sommerso, ma dagli approfondimenti effettuati su diverse fonti informative è possibile delinearne le caratteristiche in vari contesti, tra cui quello digitale, di cui si rilevano minacce e al contempo opportunità per la prevenzione e il contrasto. Fondamentale, a questo riguardo, per acquisire gli elementi utili alla definizione di politiche mirate, sono le attività di rilevazione, analisi, monitoraggio e valutazione dei dati, con una metodologia comune a livello europeo”.

 

“Essere Alice”, no alla violenza sulle donne

In occasione della giornata internazionale contro la violenza sulle donne, si terrà “Essere Alice”, una serata a teatro dove saranno presenti diverse performance artistiche e dibattito sulla tematica, a sostegno del Progetto Alice, Educazione all’Amore 
Ospite della serata sarà la scrittrice Maria Dell’Anno, autrice di molte opere sul tema del femminicidio. In particolare nel suo ultimo libro “El modo ancor m’offende”, un capitolo è proprio dedicato alla storia di Alice.
Ma avremo anche:
– Orlando Cristiani presenterà le sue opere pittoriche a sostegno del Progetto, con la possibilità di acquistarle per beneficenza in loco.
– Irene Giannecchini, creatrice del marchio INNER QVIET, metterà a disposizioni le magliette e le felpe della sua collezione a sostegno del Progetto, con la possibilità di acquistarle per beneficenza in loco.
Saranno anche presenti la scuola di danza “L’accademia del Balletto” di Leinì e la scuola di musica “Mezzo Forte Music Academy” di Torino.
Intrattenimento musicale a cura di Danilo Ghiglieri.
Per info e prenotazioni 3395827680
 
 
E ‘l modo ancor m’offende è una raccolta di racconti dedicati a donne vittime di femminicidio, uccise da uomini che dicevano di amarle, mariti, ex mariti, fidanzati ed ex fidanzati: i racconti sono scritti in prima persona, quindi sono le stesse donne a raccontare la propria vita e la propria morte, la loro versione dei fatti. Sono donne che hanno rivendicato la propria libertà, la libertà di decidere della propria vita, la libertà di dire no, e che sono state punite per questo. Pur essendo elaborazioni narrative, i racconti si basano su un attento lavoro di ricerca di informazioni e notizie apparse sulla stampa, nelle sentenze processuali e/o riportate in altri studi, nonché in alcuni casi sulla diretta testimonianza dei familiari delle vittime personalmente contattati/e dall’autrice.
Le voci di queste undici vite spezzate ci aprono gli occhi e rispondono a domande che non possiamo evitare: Cosa pensavano queste donne della loro vita, dei loro uomini, del loro essere mogli e madri? Come hanno lottato per riacquistare una vita libera dalla violenza maschile? Chi poteva e doveva aiutarle? Cosa ha fatto per loro lo Stato di cui erano cittadine? Cosa deve cambiare nella nostra cultura e nel rapporto tra uomini e donne? E cosa può fare ciascuno e ciascuna di noi per cambiarlo?
Maria Dell’Anno è giurista, criminologa e soprattutto scrittrice. Solo quando scrive sente che sta facendo ciò per cui è nata. Da alcuni anni studia e scrive sulla violenza maschile contro le donne, dopo essersi formata in due centri antiviolenza dell’Emilia-Romagna. Crede fermamente che solo un profondo cambiamento culturale potrà mettere la parola fine a questa perfida forma di violenza. Ha pubblicato i romanzi “Troppo giusto quindi sbagliato” (Ed. Le Mezzelane, 2019), “Fuori tempo” (Ed. Eretica, 2021), e i saggi “Se questo è amore. La violenza maschile contro le donne nel contesto di una relazione intima” (Ed. LuoghInteriori, 2019), “Parole e pregiudizi. Il linguaggio dei giornali italiani nei casi di femminicidio” (Ed. LuoghInteriori, 2021). Ha vinto vari premi letterari e suoi racconti sono pubblicati in antologie. Scrive articoli su NoiDonne.org e Filodiritto.com.

Le opere di Sabrina Rocca alle Nazioni Unite

GO GOALS TOGETHER

A cura di Monica Trigona

United Nations Secretariat Building, New York

 5 – 16 dicembre 2022

Il Palazzo del Segretariato delle Nazioni Unite è la sede della nuova mostra personale di Sabrina Rocca che fa seguito al successo dell’iniziativa espositiva del 2021 presso il Campus delle Nazioni Unite a Torino (Italia).

I soggetti dei dipinti dell’artista sono gli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile (SDGs), 17 obiettivi interconnessi definiti nell’Agenda 2030 delle Nazioni Unite come una strategia “per raggiungere un futuro migliore e più sostenibile per tutti”. Il titolo dell’esposizione, “Go Goals Together”, si riferisce in modo diretto proprio al programma d’azione approvato a settembre 2015 dagli Stati membri dell’ONU.

“Sciare per sorridere” nel ricordo di Carlotta

Nel ricordo di ” Totta “, Carlotta Grippaldi, la giovane maestra di sci che a 27 anni, l’estate scorsa, è volata in cielo colpita da una persiana mentre passeggiava per le vie Briancon, è nata ” Sciare per sorridere “, la fondazione creata dalla sua famiglia per portare sugli sci i bambini che non se lo possono permettere. Allo stesso tempo è partita la raccolta fondi, che ha un obiettivo iniziale di 30 mila euro. Per donare basta cliccare sul link alla piattaforma Rete del Dono https://www.retedeldono.it/it/progetti/sciare-per-sorridere-odv/aiutiamo-i-bimbi-ad-avvicinarsi-allo-sci o, in alternativa, abbiamo il c/c bancario dell’Associazione indicato nella sezione “DONA ORA” del sito.
Di grande aiuto sarebbe condividere il link alla campagna con i vostri contatti. Più persone ne sono a conoscenza, meno tempo servirà per raggiungere l’obiettivo della  raccolta fondi.

Sabato ritorna la Giornata della Colletta Alimentare promossa dalla Fondazione Banco Alimentare Onlus

Torna sabato 26 novembre prossimo la Giornata Nazionale della Colletta Alimentare, promossa dalla Fondazione Banco Alimentare Onlus, dal titolo “Preoccupazione per l’aumento della povertà, appello a donare la spesa per chi è in difficoltà”. L’iniziativa vedrà impegnati in Piemonte oltre 12 mila volontari, presenti in 1386 punti vendita, per invitare a donare prodotti a lunga conservazione.

Nel 2021, grazie alla Colletta Alimentare, sono state raccolte settemila tonnellate di cibo (in Piemonte 548, equivalente a più di un milione di pasti, una parte delle 9100 tonnellate raccolte in tutto il 2022).
Dall’inizio dell’anno a oggi sono state ottantacinquemila in più le richieste ricevute, che hanno fatto salire a un milione e settecentocinquantamila le persone aiutate. In questo difficile momento economico e sociale, Banco Alimentare deve far fronte a un aumento del 45% dei costi di gestione tra logistica, trasporti e energia elettrica, ad un calo del 30% delle donazioni economiche da parte di aziende e privati. Banco Alimentare fa appello alla solidarietà di tutti, invitando a partecipare alla Ventiseiesima Giornata della Colletta Alimentare. In tutta Italia saranno 140mila i volontari impegnati, che inviteranno a comprare prodotti a lunga conservazione, quali verdure in scatola, tonno e carni in scatola, polpa o passata di pomodoro, olio, alimenti per l’infanzia quali omogeneizzati e latte in polvere. I volontari indosseranno una pettorina arancione, nuovo colore di riconoscimento presente nel logo Banco Alimentare, che verrà utilizzato anche per i sacchetti forniti per far la spesa.
Le settemila tonnellate di cibo che sono state raccolte nel 2021 equivalgono a quattordici milioni di pasti (un pasto è equivalente a un mix di 500 grammi di alimenti, in base ai Larn, i livelli di assunzione di riferimento di nutrienti e energia per la popolazione italiana, per un controvalore economico di oltre venticinque milioni di euro).
Parteciperanno alla Colletta Alimentare 2022 Jacopo Rosatelli, Assessore al Welfare del Comune di Torino, presso il Carrefour di Corso Grosseto 330, alle 11.30, e S.E.R. Monsignor Roberto Repole, Arcivescovo di Torino, in un supermercato da definire alle 09.30.
Per il secondo anno consecutivo il calciatore Giorgio Chiellini sarà Testimonial della Colletta Alimentare, protagonista di uno spot radio e televisivo di lancio dell’iniziativa solidale realizzato da Mate Agency.
“Siamo preoccupati per la situazione che stiamo cogliendo nel nostro Paese, con sempre più persone e famiglie che si trovano in povertà assoluta, o rischiano di scivolarci, nonostante abbiano un lavoro – afferma Giovanni Bruno, Presidente della Fondazione Banco Alimentare Onlus – È fondamentale continuare a sensibilizzare coloro che possono compiere un concreto atto d’aiuto. La Colletta Alimentare rappresenta un gesto educativo semplice e di carità, che promuoviamo da oltre un quarto di secolo. Partecipare a questa iniziativa significa contrastare l’indifferenza e favorire la condivisione, compiendo un gesto concreto a cui tutti siamo invitati”.
La Colletta Alimentare rappresenta il gesto con il quale la Fondazione Banco Alimentare Onlus aderisce alla Giornata Mondiale dei Poveri 2022, indetta da Papa Francesco, resa possibile grazie alla collaborazione dell’Esercito Italiano, Associazione Nazionale Alpini, Associazione Nazionale Bersaglieri, Federazione Nazionale Italiana Società di San Vincenzo De Paoli ODV, CDO Opere Sociali e del Lions Club International.
Il numero di assistiti nel 2022 risulta in linea con quelli dell’anno scorso, cui va aggiunta la gestione delle emergenze, su tutte quella dei profughi ucraini. Aumentano del 45% come a livello nazionale, i costi di gestione. Per ogni pasto le spese sono salite da 0,07 euro a 0,10 euro.

Torinesi “depressi”. Tra bollette e burocrazia in cerca di ripresa

Ci si mette pure un’agenzia di ricerche sociali nel dire e dirci,  a noi Torinesi, che siamo depressi, pessimisti sul presente e sul futuro della nostra città. Sai che novità.
 Ciò che brucia maggiormente è la comparazione con altre città italiane come Milano, Bologna, Roma, o città europee  da Copenaghen, Monaco, Lione, dove ci vede sempre “soccombenti”. Insomma la nostra Grande Torino con un Grande passato, ma ora l’ alternativa è quello di scappare. E stavolta, purtroppo, non ci si limita al mio proverbiale pessimismo.  Pure questi studi sociologici.
Eppure in Piemonte la crescita del prodotto interno lordo è in linea, se non superiore alla media europea. Ripeto, siamo oltre la frutta.
Siamo oltre il punto di non ritorno.  Eppure… Eppure… aumentano I turisti…
Dunque siamo ancora attrattivi.  Capitale di una Regione Piemonte Capitale mondiale della cucina e del buon vino. Eppure…
Eppure non riusciamo a riprendere il volo come oltre cento anni fa.  O come il dopoguerra. Alberto  Cirio e Stefano Lo Russo cercano una santa alleanza per spendere bene i soldi del Mef.  Ma sono già arrivati?  Si dice una parte, ma noi, francamente non ce ne siamo accorti. Comunque a fine anno dovrebbe arrivare un’altra trance.  Vedremo, sperando in  positive conseguenze.
I mali sono molti, moltissimi. Tra gli altri una burocrazia asfissiante e totalmente inefficiente.  Piccolo esempio ma estremamente indicativo. Negli ultimi mesi la Soris è scatenata.  Cartelle esattoriali a go-go. Nella lettera d accompagnamento, come da legge è indicato il responsabile del procedimento.  Come contattarlo? Mistero.
Telefoni per saperlo.  Ti risponde un call center che gentilmente, dopo quella mezz’ora d attesa ti dice che non sono autorizzati. Alternativa via internet. Prima data utile il 15 gennaio con l’intimazione che entro 5 giorni dal ricevimento ti devi mettere d’accordo  con Soris se no sono guai. Alternative?  Andarci di persona e sperare che l’eventuale supplica di entrare senza appuntamento sia accolta.  In questo caso la supplica è stata accolta e rateizzata. Però quanta fatica. Ma non ci preoccupiamo.  Arrivano i contributi contro il caro bollette . Ma arrivano veramente?  Forse… ma allora che dice la Meloni?  Cerchiamo di precisare. Vero sono arrivati 9 miliardi dall Europa.  Vero ma non a fondo perduto. Dobbiamo restituirli con gli interessi. Dunque?  Paghiamo noi in un secondo tempo con la tassazione normale aumentando il debito pubblico. Sono malfidente? Allora facciamo un altro caso. Le imprese a fine anno possono riconoscere ai propri lavoratori un bonus proporzionato alle bollette  pagate quest’anno.  Appunto, non sono soldi che lo Stato italiano ti regala.
Sono soldi delle imprese.  Dunque un costo che non ricade su tutti, ma solo delle imprese.  Lo Stato si limita a non chiederti le tasse sul percepito.  Il tutto mi sa di presa in giro. Ovviamente per rimanere nell’ambito di una civile esposizione. Non lasciandosi andare in intuitivi impropreri. Ultima cosa: pace fiscale.  Concretamente rottamazione delle cartelle, alias lo Stato si accontenta di poco visto che l’alternativa è non avere niente. Ed anche qui, mi sa, ne vedremo delle belle e come si dice tra il dire e il fare c è di mezzo il mare. E il mare, anzi l’oceano in Italia si chiama burocrazia.
Diciamocelo fino in fondo in fondo : non siamo messi bene.
PATRIZIO TOSETTO

Contro la violenza, le iniziative di Palazzo Lascaris per il 25 Novembre

Una seduta aperta alla presenza delle autorità locali, dei Garanti regionali dei detenuti e per l’Infanzia e l’adolescenza, alla Questura e Prefettura di Torino, dei principali rappresentanti dell’associazionismo e dei sindacati, per celebrare la Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza sulle donne. È solo una delle tante iniziative che il Consiglio regionale del Piemonte intende organizzare per dedicare non solo un momento celebrativo per le troppe e continue vittime di femminicidio e di abusi sessuali, fisici e psicologici, ma anche di riflessione su quelle che sono le molteplici forme che tale violenza può assumere.

Oltre al Consiglio regionale aperto del 22 novembre, durante il quale sarà proiettato il cortometraggio “DUE”, diretto da Alessia Olivetti, l’Assemblea legislativa ed in particolare la Consulta femminile e il Comitato per i diritti umani e civili, in collaborazione con la Garante per l’Infanzia e l’adolescenza e il Difensore civico regionale, hanno previsto altri due momenti di approfondimento:

  • il 23 novembre con il convegno dal titolo “Prevenire e Difendersi dalla Violenza Digitale di Genere”, dedicato alla violenza digitale e ai reati connessi. Una fenomenologia che trova oggigiorno nuovi spazi e nuove espressioni su internet e sui social. La crescente digitalizzazione, infatti, ha fornito uno strumento facilmente accessibile attraverso il quale perpetrare molestie e violenza nei confronti delle donne, dando origine a nuovi comportamenti lesivi della dignità e del benessere delle donne. All’incontro parteciperanno, oltre ai rappresentanti istituzionali degli organismi coinvolti, anche la Divisione anticrimine Polizia di Stato, Polizia Postale e delle Comunicazioni di Piemonte e Valle d’Aosta; Centro studi di informatica giuridica (CSIG), l’Istituto ricerche economico sociali del Piemonte (IRES) e il Telefono Rosa Piemonte.
  • Un secondo incontro, dal titolo “Il diritto di essere libere” si svolgerà proprio il 25 novembre, occasione in cui si approfondirà il tema della tratta di esseri umani. Secondo i dati dell’Osservatorio regionale sull’immigrazione e sul diritti di asilo,  dal 2018 al 2020 sono stati circa 6.000 i primi contatti con potenziali vittime di tratta attraverso le unità di strada, gli sportelli, il numero verde anti-tratta e i colloqui di valutazione eseguiti su richiesta della Commissione territoriale per il riconoscimento della protezione internazionale e delle strutture di accoglienza per i richiedenti asilo e i rifugiati. I servizi pubblici e privati anti-tratta hanno assistito 1.367 potenziali vittime di tratta. Seguiranno ai saluti istituzionali gli interventi della Prefettura di Torino; la Coordinatrice Forum Donne Africane Italiane
  • Nella settimana dal 21 al 25 novembre, su proposta della Consulta femminile e il Comitato per i diritti umani e civili, in collaborazione con la Garante regionale per dell’infanzia e dell’adolescenza, del Difensore civico e di Agis Unione Interregionale del Piemonte e Valle d’Aosta, in alcuni cinema delle otto province piemontesi, si svolgerà la rassegna itinerante di proiezioni serali “Bambine, ragazze, donne: i diritti negati”, aperta alla cittadinanza e alle scuole. Queste le 4 pellicole che saranno proposte al pubblico: Climbing Iran; Be my voice;  Off side e La bicicletta verde.

 

Primo appuntamento con Polis Policy Accademia di Alta Formazione

E’ giunta alla sua sesta edizione. Il tema è stato quello delle sfide e opportunità per un’Italia in transizione

 

Venerdì 18 novembre scorso, all’Nh Santo Stefano, a Torino, si è tenuta la prima lezione della sesta edizione dell’Accademia di Alta Formazione Polis Policy, promossa dall’Associazione “Difendiamo il futuro”.
Tema della prima sessione è stato “L’Italia un ponte tra Europa e Mediterraneo”, affrontato in due conferenze, di cui la prima tenuta da Michele Brignone, Docente di Lingua araba presso l’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano, la seconda da Enzo Moavero Milanesi, Direttore della LUISS School of Law, già Ministro degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale e Ministro per gli Affari Europei, e Mario Mauro, già Ministro della Difesa nel Governo Letta.
Sempre di più il Mediterraneo si delinea per il nostro Paese quale una realtà estranea e vicina al tempo stesso, campo di una contesa geopolitica mondiale dalla quale sembriamo rimanere ai margini. Sebbene posti geograficamente al centro di questo grande bacino, un vero e proprio sistema al pari del continente europeo in cui la penisola è incastonata, non siamo consapevoli della posizione che in questo contesto potremmo occupare. L’elaborazione dell’Italia moderna, a tratti sospinta, a tratti rinnegata, ha portato il nostro Paese a una attuale incapacità nel giocare una presenza significativa nel Mediterraneo, lasciando che altri Stati, primi fra tutti gli Stati Uniti, andassero a riempire questo vuoto strategico, anteponendo i propri interessi economici.
Il politologo americano Samuel Huntington (1927 – 2008) affermava che l’”universalismo” americano, vale a dire il desiderio da parte degli Stati Uniti di esportare il proprio modello, costituiva una minaccia per l’Occidente e per il mondo, avendo fatto e proseguendo a fare, gli USA, un uso massiccio di armi, tali da provocare tragedie in tutto il mondo e compromettendo la visione dei valori occidentali agli occhi del pianeta.
Secondo il Professor Brignone si potrebbe delineare un’altra strada seguendo il disegno politico di Giorgio La Pira, politico e accademico italiano, giurista anche definito “Il Sindaco Santo”, avendolo, Papa Francesco, dichiarato Venerabile il 5 luglio 2018. La Pira, durante i molteplici mandati come ‘primo cittadino’ tra gli anni Cinquanta e Sessanta, seppe trasformare la città in un crocevia di incontro e dialogo tra le culture. Michele Brignone suggerisce che anche il nostro Paese, consapevole del ruolo di mediatore tra l’Europa continentale e quella mediterranea, potrebbe guidare in modo molto più proficuo l’Unione Europea nel promuovere un atteggiamento globale di dialogo e di conoscenza tra le molteplici tradizioni culturali e religiose che hanno segnato passato e presente nel Mediterraneo. Secondo il Professore tre aspetti del pensiero di La Pira dovrebbero essere recuperati per dar vita a una buona politica internazionale: smettere di fare “tecnocrazia”, di fare politica sulla base di competenze di carattere e guardare piuttosto alla realtà in cui viviamo in una prospettiva di sintesi, unendo aspetti solo separatamente distanti gli uni dagli altri, quali la Teologia, l’Economia e la Politica. Fondamentale anche il recupero di un sano idealismo in un’epoca in cui la politica risultava animata da interessi materiali e di potere. Il Professor Brignone ritiene che ciò non significhi vivere nel mondo dei sogni, nell’utopia irrealizzabile ma, al contrario, essere pragmatici. Il vero realismo consiste nel preferire la giustizia che generi un benessere duraturo ai benefici del calcolo machiavellico. Risulta anche fondamentale recuperare, a livello dei singoli, una forma di speranza, non necessariamente di carattere religioso, in grado di muovere la partecipazione sociale e politica, rompendo l’atteggiamento di disillusione in cui siamo tutti precipitati. È necessario superare una visione retorica del rapporto dell’Italia col Mediterraneo, in quanto risulta fondamentale gestire i processi migratori. Attualmente, secondo le parole di Fernand Braudel, il Mar Nero risulta il “cortile” del Mediterraneo, e l’attuale guerra in Ucraina ha spostato l’attenzione sui confini dell’Euro, generando degli effetti profondi quali la questione energetica.
Dopo la prima “vision”, tenuta dal Professor Michele Brignone e moderata dal giornalista Alessandro Banfi, autore e conduttore televisivo, si è tenuta la sessione “Another vision”, nel corso della cena, con l’intervento dell’Associazione “Balon Mundial”, seguita da un secondo momento di riflessione, tenuto da Enzo Moavero Milanesi e da Mario Mauro.
Il Professor Enzo Moavero Milanesi attribuisce la stagnazione in cui si trova l’UE come un esito di diverse sfide mancate, prima tra tutte quella giocata intorno allo “status” giuridico della stessa Unione: l’Europa non è più una semplice “unione commerciale” ma, per diversi e evidenti motivi, non si può neanche definire quale un’ “unione politica”, in quanto il progetto federalista non ha mai visto la luce e quello degli “Stati Uniti d’Europa” non è stato neppure preso in adeguata considerazione. Secondo il Professor Milanesi è l’identità della UE a dover essere cambiata e definita, in quanto l’Europa non è mai stata produttrice di materie energetiche, ma spesso è stata meta di migrazioni, anche interne. Per uscire da questi “impasse”, Enzo Moavero Milanesi auspica l’avvento di una nuova fase di iniziative politiche, sulla scia dell’azione di Robert Shuman, iniziatore del processo di integrazione europea. Allo stesso modo in cui il Ministro degli Esteri francese firmò con i tedeschi, alla fine della Seconda Guerra Mondiale, il patto della Comunità Europea del Carbone e dell’Acciaio, così oggi dobbiamo essere in grado di trovare alternative all’approvvigionamento energetico, un nodo ancora irrisolto che spesso vanifica il senso delle sanzioni contro la Russia. La Comunità Europea deve porsi come mediatore credibile nella crisi russo-ucraina, trovando un piano funzionale ed efficiente per far fronte alla crisi migratoria. A questo scopo è fondamentale sviluppare un’identità unica, a livello legale e a livello sociale, considerando l’Unione Europea quale un attore internazionale forte, capace di dimostrare di aver acquisito maturità e strumenti per difendere coloro che condividono i medesimi principi etici.
Secondo Mario Mauro il problema dell’Europa è sia istituzionale, sia di definizione delle politiche comunitarie. I cinque punti su cui si gioca il futuro dell’Europa sono rappresentati dalla crisi demografica, dai flussi migratori (in particolare l’immigrazione), dall’allargamento della propria area e dalla strategia di crescita economica e dalla politica estera e di difesa. Tutti questi nodi sono collegati tra loro da un minimo comune denominatore, l’identità dell’Europa. Mario Mauro ritiene che l’Europa debba ripartire proprio dai valori su cui è stata fondata, dai risultati finora raggiunti e da una buona dose di realismo, superando il fondamentalismo, la pretesa di assolutizzare un’idea come pretesto per un progetto di potere, e il relativismo, vale a dire il ritenere che tutte le opinioni siano vere allo stesso modo. Per risolvere la questione dell’immigrazione risulta evidente che una risposta efficace possa provenire solo da un percorso di ricerca di queste identità, gestendo e integrando i flussi migratori e proponendo un nuovo modello culturale di civiltà.

Mara Martellotta

Con i “Più” in arrivo 113 milioni di euro per la qualità urbana di Torino

Il sindaco di Torino Stefano Lo Russo è intervenuto nella seduta del 21 novembre 2022 della Prima Commissione, presieduta da Anna Borasi (PD) per illustrare i progetti dei Piani Integrati Urbani (Più) finanziati dal Pnrr alla Città Metropolitana di Torino, per favorire l’inclusione di tutte e tutti.

Si tratta di 223 milioni di euro di finanziamenti, di cui 113 a Torino, che fanno parte della Missione 5 – Componente 2 del Pnrr. I 113 milioni finanzieranno complessivamente 36 progetti tematici a Torino, che partono dalle biblioteche di quartiere e riguardano tutta la città, da nord a sud – ha spiegato il sindaco.

I lavori dovranno essere aggiudicati entro il 30 luglio 2023, il 30% di avanzamento lavori (sal) è previsto entro il 30 settembre 2024, mentre la conclusione entro il 30 giugno 2026.

Sono stati chiesti anche altri 18 milioni di euro per gli aumenti dei costi.

Si tratta di interventi di manutenzione, ma anche per favorire inclusione e protagonismo di cittadine e cittadini, per incrementare la qualità urbana di Torino.

Quattro sono gli obiettivi dei Piani: culture, accessibilità, inclusione e partecipazione.

Si tratta di integrare la città fisica con le persone – ha precisato Stefano Lo Russo.

Verrà favorita la digitalizzazione delle biblioteche – hanno spiegato gli Uffici comunali – e verrà potenziato il servizio Bibliobus, con l’acquisto di nuovi mezzi di trasporto per avere ulteriori presidi culturali in città.

È prevista la manutenzione di centri di protagonismo giovanili e di spazi sociali.

Particolare attenzione verrà data all’abbattimento di barriere architettoniche e anche alle zone verdi esterne alle biblioteche, alle aree mercatali e agli impianti sportivi (tra cui lo stadio Primo Nebiolo).

In via Foligno 10 verrà creata una nuova casa di accoglienza sociale.

Saranno riqualificati anche alcuni edifici scolastici.

Nel dibattito in Commissione, la consigliera Alice Ravinale (Sinistra Ecologista) ha chiesto di approfondire il tema dell’accompagnamento alla progettazione degli interventi, per favorire il coinvolgimento della cittadinanza e delle Circoscrizioni.

Ludovica Cioria (PD) vorrebbe avere notizie sulla possibile riapertura della sede anagrafica in passato ospitata all’interno della biblioteca Carluccio.

Caterina Greco (PD) vorrebbe ragionare su nuovi modelli di gestione delle biblioteche, Lorenza Patriarca (PD) sul rapporto con il sistema scolastico cittadino e metropolitano e Tiziana Ciampolini (Torino Domani) sugli effetti durevoli degli interventi.

Pierlucio Firrao (Torino Bellissima) ha sollecitato interventi sulla Biblioteca Geisser.

Giusto progettare per tempo, ma serve valorizzare il futuro coinvolgimento della cittadinanza nella fruizione delle biblioteche, secondo Alberto Saluzzo (PD).

Nadia Conticelli (PD) ha chiesto maggiori informazioni sugli interventi infrastrutturali nelle biblioteche, che devono essere un’occasione per lavorare di più con i giovani e le reti di associazioni e per incrementare l’orario di apertura degli spazi.

Ragioniamo sulle aree su cui occorre intervenire maggiormente per favorire l’inclusione – ha suggerito Luca Pidello (PD).