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“Dottore, vorrei la pillola azzurra”

La funzione erettile, spesso mitizzata e orgoglio maschile fin dall’adolescenza, è destinata con l’avanzare dell’età ad attenuarsi diventando una disfunzione, comunemente chiamata impotentia coeundi cioè incapacità di coire (copulare).

Da 25 anni viene in aiuto di quanti soffrano di tale problema un farmaco, commercializzato in pillole blu, in grado di risolvere temporaneamente quella disfunzione; altri farmaci sono nati su quella scia, con effetti e durata diversi ma finalizzati allo stesso risultato.

Tralasciando gli effetti collaterali, la posologia e i rischi in caso di assunzione concomitante di altri farmaci, che devono essere valutati con il proprio medico curante, salta all’occhio come questo farmaco sia in grado di restituire, almeno saltuariamente, il piacere del rapporto sessuale nei maschi che, per svariate ragioni, ne siano privati.

Se a richiedere questo farmaco al proprio medico sono, però,ragazzi di 20 anni la cosa diventa preoccupante.

Secondo alcuni medici di base sarebbe aumentato in modo esponenziale negli ultimi 10 anni il numero di ragazzi, poco più che adolescenti, che si rivolgono al proprio medico curante perché prescriva loro quella pillola azzurra perché permetta loro un’attività  altrimenti negata.

E’ evidente che la richiesta al medico sia solo la punta dell’iceberg di  un fenomeno che va investigato, analizzato, compreso e, ove possibile, risolto.

Intanto l’età tra i 20 ed i 30 anni è quella dove maggiore è la prestanza fisica ed una disfunzione che si verifichi più volte in breve tempo dovrebbe portare ad analisi e visite mediche anziché ad aggirare il problema; non è da escludere una componente psicologica dovuta, anche, all’abuso di pornografia online, all’ansia da prestazione o alla mancanza di autostima.

Come ho sostenuto spesso nelle mie conferenze la pornografia online mostra una finzione scenica confezionata per il risultato finale e non per la narrazione reale e porta chi ne faccia uso, specialmente i giovani che ancora non posseggono gli strumenti culturali idonei, a considerare ciò che vedono come il giusto modo di approcciarsi al/alla partner non considerando che, dietro al prodotto che stanno guardando, vi sia un sapiente montaggio teso ad enfatizzare alcuni aspetti della narrazione a detrimento di altri (niente preliminari che hanno, appunto, una funzione preparatoria).

Lo stile di vita, inoltre, contribuisce notevolmente alla disfunzione: alcool, abuso di farmaci, sindrome metabolica contribuiscono a generare e cronicizzare questa disfunzione al punto che gli stimoli sessuali cadono nel dimenticatoio.

Anche la cannabis, attraverso il suo recettore CB2, sembra coinvolta nel mancato afflusso di sangue ai corpi cavernosi penieni determinando ipso facto la disfunzione erettile.

Quand’è, quindi, che i ragazzi pensano ai rapporti sessuali? Quando, nel rapporto di socializzazione, nella conquista di un altro individuo si accorgono che dall’altra parte ci si aspetta qualcosa che non si è più in grado di dare, che al pranzo al fast food, allo spettacolo di skateboard o alla nottata in disco occorre aggiungere qualcosa, che la relazione senza sesso è solo un’amicizia, anche per la controparte.

Chi abbia almeno 50 anni ricorderà come, durante l’adolescenza, il pensiero corresse sempre alla conquista, anche fisica, di questa o quella compagna di scuola, o di quella ragazzina conosciuta in vacanza, o della vicina di casa dei nonni e l’aspetto sessuale era tutt’uno con quello relazionale.

Una società che è peggiorata in modo esponenziale, che non ha interesse né capacità di far crescere in modo corretto i propri eredi, che per denaro li uccide lentamente vendendo loro alcool quando sono ancora nella scuola dell’obbligo e non vigilando sulle infrazioni, che non trasmette un corretto piano alimentare per le nuove generazioni è destinata a scomparire cedendo il passo a quanti, per religione o per educazione, resistono invece a questi canti delle sirene.

Spesso parliamo di minorenni: perché allora i medici non allertano le famiglie e, ove necessario, i servizi sociali perché venga posto un freno alla lucida follia distruttiva di questi giovani?

Perché non prevenire, con l’educazione nelle scuole, in rete, in TV anziché cercare di curare bombardandoli di farmaci con effetti talvolta  palliativi, più spesso non risolutivi?

Un messaggio ai giovani: se ce l’avete col mondo intero che vi sta trattando da schiavi, da ultimi, anziché suicidarvi lentamente con uno stile di vita dannoso perché non andate alla radice del problema dimostrando di saper andare controcorrente ed emergere lentamente dalla massa?  Meglio una vita da leone solitario che pochi anni da pecora in un gregge.

Sergio Motta

L’Ordine degli psicologi  porta per la prima volta a Torino il “death café” 

Arriva per la prima volta a Torino il “death café”, il format nato una dozzina d’anni fa in Europa e poi diffusosi in tutto il mondo che prevede l’organizzazione di incontri pubblici destinati a un numero limitato di persone – solitamente non oltre la ventina – i cui partecipanti si ritrovano in un clima conviviale per affrontare insieme il tema della morte e superarne il tabù. Si tratta di occasioni di riflessione condivisa, sensibilizzazione e formazione, coordinate da un facilitatore, nel corso delle quali per un paio d’ore è possibile riflettere e acquisire consapevolezza sul ciclo della vita, affrontando collettivamente paure, pensieri e turbamenti. 

In Italia finora si contano esperienze di questo tipo in una decina di città, ma l’iniziativa non era ancora mai approdata sotto la Mole, dove a portarla è ora l’Ordine degli Psicologi del Piemonte nel suo ruolo di punto di riferimento per il benessere psicologico della popolazione regionale. Il progetto “Death Cafè” di Torino propone, nella sede dell’Ente, una serie di momenti di dialogo e confronto affidati ad esperti del settore per indagare la sofferenza fisica, psicologica ed esistenziale connessa al fine vita. 

In questa prima fase sperimentale del progetto, sono quattro gli appuntamenti mensili in programma nella sala del consiglio dell’Ordine, in via San Quintino 44, rivolti principalmente a chi dall’argomento è coinvolto professionalmente, come psicologi, operatori sanitari o volontari in campo assistenziale, nonché a coloro che svolgono funzioni educative e formative, ma l’intento, in prospettiva, è quello di promuovere il modello anche fra la cittadinanza.  

Ad inaugurare il ciclo giovedì scorso alle ore 17,30 è l’incontro condotto dalla dr.ssa Marina Sozzi, filosofa, esperta in tanatologia e cure palliative, autrice del blog “Si può dire morte”: al suo intervento introduttivo.

I prossimi “Death Café” dell’Ordine degli Psicologi piemontesi sono in programma il 20 aprile, il 25 maggio e il 22 giugno. Per informazioni, consultare il sito www.ordinepsicologi.piemonte.it, scrivere all’indirizzo opp@ordinepsicologi.piemonte.it oppure telefonare allo 011.19620022. 

“Giornaliste”, nuovi appuntamenti al Circolo dei lettori di Torino

Dopo il successo del primo ciclo, al Circolo dei lettori torna Giornaliste, la serie dedicata a donne giornaliste che hanno descritto il mondo e testimoniato la storia, lasciando un segno sulla professione e sul racconto della realtà. Giornaliste è un progetto di Fondazione Circolo dei lettori e Storielibere, ideato da Annalisa Camilli, scrittrice e giornalista di Internazionale (partner è Banca d’Alba).

 

Giornaliste ricomincia dal Circolo dei lettori per arrivare al Salone Internazionale del Libro: cinque appuntamenti a Torino, un viaggio nel giornalismo italiano, in cui una giornalista racconta la storia, la vita e le opere di una “collega” del passato recente che ha cambiato il mestiere, sottolineando i punti di contatto con il proprio lavoro, la passione e le difficoltà, illuminando il contributo che queste donne spesso dimenticate hanno portato alla professione. Come per i primi appuntamenti dell’autunno del 2022, gli incontri di questa seconda edizione, recitati dal vivo dalle giornaliste al Circolo dei lettori a Torino, saranno “scritti a voce” trasformandosi in un podcast disponibile sustorielibere.fm, e su tutte le piattaforme di ascolto.

 

Il primo appuntamento è stato il 5 aprile, con la giornalista del Corriere della Sera Irene Soave che ha raccontato Camilla Cederna; il 12 aprile, Marta Serafini ricorda la sua collega del Corriere della Sera Maria Grazia Cutuli; giovedì 20 aprile la vice direttrice de La Stampa Annalisa Cuzzocrea descrive Miriam Mafai, mentre il 26 aprile, Benedetta Tobagi, scrittrice e editorialista de La Repubblica, disegna un ricordo di Tina Merlin. La seconda edizione si conclude al Lingotto per la XXXV edizione del Salone Internazionale del Libro, con Annalisa Camilli, che a quasi trent’anni di distanza dalla scomparsa racconta il coraggio e il lavoro di Ilaria Alpi.

 

Nel dettaglio, appuntamento per appuntamento:

 

 

Marta Serafini racconta Maria Grazia Cutuli

Mercoledì 12 aprile, h19, Circolo dei lettori, Torino

Maria Grazia Cutuli è stata uccisa in Afghanistan il 19 novembre 2001. Lo stesso giorno, il “Corriere della Sera”, di cui era inviata, pubblicò il suo ultimo articolo, che parlava della  scoperta di un deposito di gas nervino nella base di Osama bin Laden.

È possibile prenotare il posto qui

 

Annalisa Cuzzocrea racconta Miriam Mafai
Mercoledì 20 aprile, h19, Circolo dei lettori, Torino

Giornalista, scrittrice, ha attraversato il ‘900 senza mai farsene intrappolare. È stata funzionaria del Pci, giornalista di “l’Unità”, direttrice di “Noi donne”, deputata per il Polo progressista, ma non è mai stata una ragazza rossa. La libertà e la modernità di Miriam Mafai raccontate da Annalisa Cuzzocrea.

 

È possibile prenotare il posto qui

 

Benedetta Tobagi racconta Tina Merlin

Mercoledì 26 aprile, h19, Circolo dei lettori, Torino
Cosa prova Cassandra? Cosa la sorregge davanti all’orrore figlio della denuncia inascoltata? Tina Merlin (1926-1991), partigiana e poi scrittrice e giornalista di “l’Unità”, divenne nota al mondo come la profetessa della tragedia del Vajont. I morti furono oltre duemila e le inchieste per cui era stata querelata divennero testimonianza contro il dilagare delle menzogne istituzionali: un giornalismo d’inchiesta che si nutre d’amore e rabbia, un atto di rivolta silenzioso e implacabile.

È possibile prenotare il posto qui

 

Annalisa Camilli racconta Ilaria Alpi

Domenica 21 maggio, h 12, Salone Internazionale del Libro di Torino

Ilaria Alpi è stata uccisa a Mogadiscio, in Somalia, il 20 marzo del 1994 insieme al cameraman Miran Hrovatin. Era inviata per il Tg3 ed era arrivata per la prima volta nel paese nel dicembre del 1992 per seguire la missione delle Nazioni Unite “Restore Hope”. Stava indagando su un traffico di armi e rifiuti nel paese.

 

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Il Circolo dei lettori è un progetto di Fondazione Circolo dei lettori, con il sostegno di Regione Piemonte, Fondazione Compagnia di San Paolo, Fondazione CRT; con il contributo di Camera di Commercio, Industria, Artigianato e Agricoltura di Torino; main partner Lavazza group; partner Azimut capital managment, Reale Mutua, Banca d’Alba, Raspini, Sparea, Compagnia dei Caraibi, Audible; charity partner Fondazione Piemontese per la Ricerca sul Cancro.

Esiste ancora la morale?

Il concetto di morale è quanto mai soggettivo ed è fortemente influenzato dalla cultura del luogo, dalla latitudine e dall’epoca storica; vi sono comportamenti che ai giorni nostri sono totalmente accettati (si pensi al topless, ad una donna da sola al bar, una donna che fuma per strada) mentre solo 50 anni fa alcuni erano addirittura un reato.

Che dire allora dello ius primae noctis, che ora equivarrebbe a violenza sessuale, sequestro di persona e sfruttamento della schiavitù?

Ai giorni nostri si sente un gran fermento intorno ai valori morali dei giovani e, in generale, alla perdita di valori che la nostra società mostra quotidianamente, con critiche nei confronti delle unioni civili e dell’adozione omogenitoriale, della possibilità di adozione per i single.

Vi sono anche esempi di come sia possibile superare tali scogli; un esempio fra tutti: una donna, vicebrigadiere dell’Arma, che ha sposato in uniforme e col picchetto di commilitoni in alta uniforme la sua compagna.

Non voglio entrare nel dettaglio delle singole realtà, né posso e voglio sostituirmi all’opinione che ognuno si crea di fronte a eventi nuovi; credo fermamente che ognuno sia libero di manifestare i propri affetti, le proprie inclinazioni o le proprie scelte senza divieti, a condizione che ciò non violi la libertà altrui (che è poi la base della democrazia).

Detto questo, ritengo che ogni cambiamento di abitudini in una società (la verginità ora notevolmente meno importante di un tempo, la convivenza more uxorio, il divorzio o l’aborto, minor cura del proprio corpo e dell’abbigliamento, abitudini sociali diverse) vadano viste ed analizzate alla luce del contesto in cui viviamo.

Pensiamo soltanto alle minigonne che fecero la loro comparsa nel 1964: molti sostennero che ad indossare tale abbigliamento fossero donne facili, esibizioniste ma sappiamo che non fu così, almeno non genericamente. E che dire dell’avvento della pillola anticoncezionale? Con tale farmaco le donne potevano tradire impunemente: perché, usando il profilattico era molto più difficile? E potremmo trovare decine di altri esempi.

Particolarmente dopo la pandemia, ma già negli ultimi venti anni, viviamo in una società in cui il risparmio non viene più premiato come anni addietro (le banche erogano denaro facendoselo pagare, ma se glielo dai tu è pro bono), orari lunghi delle lezioni scolastiche portano i giovani a vivere molto di più fuori casa e, quindi, a stare meno in famiglia, famiglie che non sanno offrire affetto ai figli rimediano riempiendoli di regali o accondiscendendo a qualsiasi loro richiesta; è evidente che, visto dall’esterno, questo cambiamento radicale nella società sia preoccupante, prodromico a una perdita totale di valori, di ideali, di capacità. I nati fino agli anni 70 avevano tra gli ideali quello della politica, lo scoutismo, le mega compagnie, musica spesso eseguita in salotto, in cantina o intorno ad un falò perché alla base di tutto c’era la socializzazione, il confronto tra amici, l’identificarsi in un’ideale e non in un’idea.

Considerando che ora è proibito bivaccare in spiaggia, che troppi politici per primi hanno dato un pessimo esempio di correttezza e di senso civico, che alcune ideologie sono cadute in disgrazia, ecco che la nostra società ha sviluppato tendenze e coniato stili di vita apparentemente caotici ma determinati dall’insicurezza e dalle incertezze che vediamo intorno a noi.

La denigrazione di un valore, qualsiasi esso sia, parte dall’attaccamento da parte nostra ai valori che conosciamo, che riteniamo tali e, proprio per non uscire dalla nostra zona di confort, preferiamo evitare di scoprirne di nuovi e farli propri.

In un prossimo articolo sulla differenza analizzerò più in dettaglio come spesso qualcosa di diverso da noi crea un pregiudizio, nell’accezione originale del termine, cioè un giudizio a priori, prima di aver verificato i fatti: pensiamo, ad esempio, al razzismo, all’omofobia, al rifiuto di recarsi in certi Stati o di mangiare cibi sconosciuti; è una grossa limitazione alla nostra vita perché ci priviamo delle emozioni che conoscere qualcosa di nuovo comporta, dell’arricchimento culturale e spirituale che apprendere qualcosa di diverso può generare in ognuno di noi e ogni esperienza viene viziata da quel pregiudizio: il mondo intorno a noi continua e si modifica, noi possiamo decidere di prendere quel treno ed esplorare nuovi mondi o di restare al nostro paesello.

Sergio Motta

“Microbi” e “innovazioni digitali”

Doppio appuntamento alla “Fondazione E. di Mirafiore” di Serralunga d’Alba con l’infettivologo Matteo Bassetti e il country manager Michele Centemero

Venerdì 31 marzo e sabato 1° aprile

Serralunga d’Alba (Cuneo)

Due proposte di strettissima attualità e con personaggi di assoluto rilievo, quelle in agenda per il “Laboratorio di Resistenza Permanente” organizzato all’interno del “Villaggio Narrante” in Fontanafredda a Serralunga d’Alba (Cn), in via Alba 15, dalla “Fondazione E. di Mirafiore”.

Il primo appuntamento (venerdì 31 marzo, ore 19) vedrà sul palco del Teatro il noto medico genovese Matteo Bassetti, in un incontro dal titolo “Il meraviglioso, intrigante e minaccioso mondo dei microbi”. Infettivologo, ricercatore e Primario del reparto di malattie infettive all’Ospedale “San Martino” di Genova, Bassetti è fra i nomi e i volti che il grande pubblico ha imparato a conoscere, negli anni e nei mesi scorsi, nel periodo più delicato della “pandemia”. Così noto per le sue (e non solo sue, per fortuna) prese di posizione a difesa dei medici che lavorano per lo Stato e a favore di una corretta campagna vaccinale, da essere fortemente preso di mira dai cosiddetti “leoni da tastiera” con pesanti minacce e intollerabili opere di stalkeraggio. Premessa all’incontro con Bassetti è la consapevolezza che in questi anni i batteri e virus sono diventati sempre più potenti“Sono loro i veri padroni del mondo, ci precedono e a noi sopravvivono, sono con noi anche dove pensiamo di essere al sicuro, perfino nei luoghi sterili. E siamo stati noi a renderli più pericolosi con le nostre abitudini. Per esempio con l’uso (o l’abuso) sconsiderato degli antibiotici”.
Come si può, allora, convivere con questi nemici invisibili? Quali rimedi o accortezze ci offre la medicina? Bisogna capire cosa fare, cambiare il presente per salvare il futuro, “perché le nostre scelte condizioneranno in maniera irreversibile la vita delle prossime generazioni”. Matteo Bassetti risponderà a questi quesiti e a queste inquietanti certezze, portandoci dentro il “mondo dei microbi” e spiegandoci, in forma semplice, le complessità di una materia con cui tutti stiamo facendo i conti”.

Sabato 1° aprile, alle 18.30,  ospite della “Fondazione” sarà Michele CentemeroCountry Manager per Italia di “Mastercard”, che tratterà di “Come semplificare la vita di tutti i giorni con il digitale”, illustrando come le innovazioni digitali possano semplificare la vita degli utenti finali. Negli ultimi anni abbiamo assistito ad un’importante accelerazione della “digitalizzazione nella quotidianità” dei consumatori. E, come racconta Centemero in una recente intervista “le persone si sono rese conto che possedevano uno strumento fondamentale in tasca e hanno capito che non aveva alcun senso fare la coda per prelevare fisicamente allo sportello per poi farne un’altra al supermercato e allungare i tempi di pagamento”.
Insomma, il mercato evolve senza sosta e le carte ormai sono solo uno degli strumenti di pagamento: è sempre più diffusa la tendenza a fare acquisti con un device tra le mani (oggi è uno smartphone ma il futuro ci riserverà anche nuove tecnologie).
da qui non si torna indietro, si potrà solo evolvere e in meglio, sempre nell’ottica di semplificare la vita di tutti i giorni”.

Si ricorda che la partecipazione agli eventi della “Fondazione” è gratuita, ma è obbligatoria la prenotazione tramite il sito www.fondazionemirafiore.it. Gli incontri si possono anche seguire in diretta streaming sempre dal sito della “Fondazione Mirafiore”.

g.m.

Nelle foto:

–       Matteo Bassetti

–       Michele Centemero

Al grattacielo della Regione Baby e Pet room

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Baby room e Pet room al grattacielo della Regione e, auspicabilmente, anche nelle aziende piemontesi. La notizia è emersa in prima Commissione presieduta da Carlo Riva Vercellotti, dove l’assessore Chiara Caucino ha illustrato, per il Bilancio di previsione, i capitoli su organizzazione, sviluppo, capitale umano e pari opportunità.
Alla domanda di Sean Sacco (M5s), che chiedeva circa l’opportunità di creare un asilo all’interno della nuova struttura che ospiterà in pratica tutti i 2.800 dipendenti di Giunta, Caucino ha risposto che la sua realizzazione non è esclusa, “anche se al momento non ci sono progetti concreti a riguardo”. Ciò che invece è già stato deciso, è la realizzazione di una baby room e di una pet room, così come molte aziende in Lombardia stanno facendo. Per questo vogliamo anche lanciare un bando per tutte le aziende piemontesi, in modo da incentivare lo sviluppo di tali iniziative”.

L’assessore ha spiegato che si tratta di strutture in grado di ospitare sia i figli dei dipendenti in circostanze eccezionali (il forfait improvviso dei baby sitter o uno sciopero del personale di asili e scuole) e non continuativa come un asilo aziendale, così come le Pet room possono ospitgare gli animali da compagnia, magari dopo un’operazione veterinaria o in altre situazioni imprevedibili, che impongono ai dipendenti di doverli tenere vicini a sé in via straordinaria.

La consigliera Monica Canalis (Pd) ha chiesto ragguagli sulla politica della Giunta in materia di smart-working e l’assessore Caucino ha chiarito che “c’è attenzione particolare sulla conciliazione vita e lavoro dei nostri dipendenti, stiamo lavorando al nuovo regolamento sullo smart working con i sindacati, ci sarà un borsellino di ore con al massimo due giornate di smart a casa. Stiamo dando grande fiducia ai lavoratori regionali, pensiamo di dover uniformarci a quanto si fa in Consiglio”.

Anche il presidente Riva Vercellotti è intervenuto per sollecitare la possibilità di effettuare il telelavoro, specie per i dipendenti che arrivano da fuori Torino e che avranno più difficoltà a raggiungere la sede di lavoro, “poiché il grattacielo non è prossimo né a Porta Nuova, né a Porta Susa”.

 

“Imparare a vivere” Il filosofo Ferraris al “Pannunzio”

MERCOLEDÌ 29 MARZO ALLE ORE 17,30
nella sede della Città Metropolitana di Torino a Palazzo Cisterna (via Maria Vittoria, 12)
Il filosofo MAURIZIO FERRARIS, Docente ordinario di Filosofia teoretica all’Università di Torino, figura intellettuale di respiro internazionale, parlerà su “IMPARARE A VIVERE”, un tema di carattere esistenziale più che mai oggi attuale e coinvolgente. A cura del Centro Mario Pannunzio.

Ai confini della libertà Quasi 50 mila presenze a Biennale Democrazia

Oltre 220 relatori dal mondo per più di 100appuntamenti

180 volontari, 75 collaborazioni con enti e organizzazioni; 17 sedi in città;
5 mostre e installazioni.
Oltre 48000 presenze, 700 giovani per Torino Futura,
200 ospitati nel Campus Residenziale di Democrazia Futura.

Oltre 220 tra ospiti e relatori arrivati a Torino da tutto il mondo per Ai confini della libertà, l’VIII edizione di Biennale Democrazia, tornata a svolgersi interamente in presenza. Lezioni, dialoghi, letture, ma anche immagini e momenti di alleggerimento hanno riempito la città con oltre 100 incontri ospitati in 17 sedi, tra le più prestigiose della città. Un’edizione, appunto, dedicata alla libertà, che, insieme all’uguaglianza, costituisce il valore fondante stesso della democrazia.

Con un programma che ha toccato i più vari e importanti campi del sapere, Torino si è trasformata in un vero e proprio laboratorio di democrazia. La manifestazione è stata inaugurata giovedì 22 con il dialogo, subito sold out, fra la giornalista Francesca Mannocchi e l’attivista Ece Temelkuran, Come nasce una dittatura, anticipato dalla lettura di una lettera inviata a Biennale Democrazia dalla senatrice Liliana Segre, che ha affermato “Possono esistere individui liberi ed eguali in quanto esiste la società”.

Dialoghi, incontri di parola, lectio e letture sono disponibili sul canale YouTube di Biennale Democrazia e nell’archivio multimediale della manifestazione stessa sul sito.

Oltre 48000 visitatori, torinesi e non, hanno animato la città, confermando una grande risposta di pubblico e una viva attenzione al tema. Più di 15 eventi sono andati subito esauriti, tra cui – oltre al dialogo inaugurale – In auto, in doccia in palestra. L’informazione al tempo del podcast, con Annalisa Camilli e Francesco Costa, La solitudine delle bolle. Polarizzazione e informazione, con Luca Bottura e Concita De Gregorio, Il mondo nella lente dell’informazione, con Cecilia Sala e Simone Pieranni, e lo spettacolo Songs of Freedom, di e conCarlo Roncaglia a cura di Accademia dei folli.

Le scuole e i giovani hanno rinnovato il loro coinvolgimento: i giorni della manifestazione hanno registrato la partecipazione di oltre 25 classiquasi 100 docenti e oltre 525 studentesse e studenti – delle scuole secondarie di Torino e provincia, a cui si aggiungono i giovani del Campus residenziale di Democrazia Futura. Grazie alla partnership con Combo, il Campus ha ospitato 200 ragazze e ragazzi provenienti da tutta Italia, il doppio rispetto all’edizione 2019. Inoltre per la prima volta Biennale Democrazia ha dedicato una sezione del programma – Democrazia Futura – alle scuole e alle nuove generazioni.

Fortissimo anche il coinvolgimento del territorio: Democrazia Diffusa, sezione partecipata del programma, ha visto oltre 40 realtà culturali protagoniste, coordinate da Torino Social Impact, Tavolo delle Circoscrizioni, Biblioteche Civiche e ARCI Torino. Il risultato è un palinsesto diffuso sul territorio, che conta oltre 30 eventi tra mostre, spettacoli e dibattiti che hanno contribuito ad ampliare la proposta di Biennale Democrazia.

Centrale in questa edizione l’impegno che Biennale Democrazia ha mostrato nel coinvolgere anche chi vive in un regime di detenzione, portando all’interno della Casa Circondariale Lorusso e Cotugno la giornalista Francesca Mannocchi e al Polo universitario per studenti detenuti lo scrittore Matteo Nucci. All’interno del ciclo dedicato alle carceri, molto seguiti anche gli incontri rivolti al pubblico: dal podcast original Raiplay Sound Io ero il milanese – live di con Mauro Pescio, agli appuntamenti che hanno visto come protagonisti i rapper Kento e Lucariello.

Biennale Democrazia si chiude questa sera alle ore 21.00 alle OGR Torino con Mosca 1966. Processo alla letteratura, spettacolo di e con Ezio Mauro, che racconta la storia di due scrittori russi che sfidarono il regime sovietico usando la più sottile delle armi: la parola. Diverse iniziative continueranno però a tener viva la fiaccola della democrazia nelle prossime settimane: sarà visitabile fino al 16 luglio presso le Gallerie d’Italia la prima mostra personale di JR organizzata da Intesa Sanpaolo; fino all’11 aprile sarà possibile visitare presso la Biblioteca civica Centrale Lavoro in bianco e nero, una mostra a cura di Associazione Tra Me; e Ritratti dal Futuro. Illustrazioni di Francesco Lopomo, a cura di Minollo APS, presso lo Spazio giovani Alkadia, resterà aperta fino al 16 aprile.

Biennale Democrazia è un progetto della Città di Torino, realizzato dalla Fondazione per la Cultura Torino, che si svolge sotto l’Alto Patronato del Presidente della Repubblica in collaborazione con Polo del ’900, Università di Torino, Politecnico di Torino.
Main Partner: Intesa Sanpaolo; con il sostegno di Fondazione Compagnia di San Paolo e di Fondazione CRT; con il contributo della Camera di commercio Industria Artigianato e Agricoltura di Torino e Unione Industriali Torino.
Partner: Smat e Reale Mutua; con il sostegno delle OGR Torino, Torino Social Impact, Museo Nazionale del Risorgimento Italiano.
Media Partner: Rai Cultura, Rai Radio 3, La Stampa, Limes.
Partner Tecnico: Combo – Torino.
Charity Partner: Fondazione Piemontese per la Ricerca sul Cancro Onlus.

La famiglia al centro dell’evento promosso da Ucid Giovani

Presso il Centro Studi San Carlo il 27 marzo

 

Il prossimo evento promosso dall’UCID Torino presso il Centro Studi San Carlo si terrà lunedì 27 marzo, alle 18.30, in via Monte di Pietà 1.

L’incontro è organizzato dal Gruppo giovani UCID Torino con Economy of Francesco Living e il Forum delle Associazioni Familiari del Piemonte, inserendosi nelle attività della Settimana della Famiglia della Diocesi di Torino.

Il 27 marzo il tema sarà quello della “Famiglia felice, lavoratore felice”, in programma alle 18.30 presso il centro Studi San Carlo, in via Monte di Pietà 1.

Introduce e modera Daniele Lonardo, presidente sezione UCID di Torino. Intervengono Cinzia Tessarolo founder e ceo Family e Kevin Hussein, custode care Family

MARA MARTELLOTTA

 

Lunedì dalle 14 alle 18

Mercoledì dalle 14 alle18

Venerdì dalle 9 alle 13.

Ucid@ucidtorino.it

www.ucidtorino.it