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Festa d’aprile per la libertà

Festa d’aprile per la libertà
Il 25 aprile è, in estrema sintesi, anniversario della Liberazione, festa della Resistenza, conclusione di una fase tragica della storia del nostro Paese e premessa necessaria per quella che sarà la Costituzione Repubblicana. Festeggiarlo è importante soprattutto in tempi di revisionismo strisciante. Le incursioni verbali di Ignazio La Russa e il disegno di legge presentato da Fratelli d’Italia con l’equiparazione delle foibe all’Olocausto rappresentano la parte più scoperta di un fenomeno in rapida accelerazione che si muove lungo un’unica
traiettoria disegnata dal nuovo revisionismo della destra. Ci sono ancora persone per le quali la Resistenza diventa un’eredità scomoda da nascondere quanto prima nella soffitta della memoria. Per queste ragioni occorre più che mai impegnarsi per un esercizio corretto della memoria su una delle date fondamentali della nostra storia democratica. L’8 settembre del 1943 vide il dissolvimento dello Stato ancora permeato da quel
fascismo che aveva trascinato colpevolmente e scelleratamente l’Italia nella Seconda Guerra Mondiale, un conflitto che, secondo le idee
hitleriane, avrebbe dovuto piegare l’Europa e il mondo a un’ideologia basata sulla razza e sulla violenza. La Resistenza si organizzò e nei
venti mesi che seguirono rappresentò una prima fase costituente, la premessa e la promessa di una Costituzione democratica, rendendo
possibile il 25 aprile. La Resistenza fu un fatto straordinario che, come disse Nilde Jotti “realizzò una unità veramente eccezionale che andava dagli ufficiali badogliani agli operai comunisti”. Un movimento le cui varie componenti sono state molte e diverse. Dalla Resistenza civile fatta di tante piccole e grandi disobbedienze a quella militare
dell’8 settembre 1943 con la quale, nonostante la pressoché completa assenza di ordini, reparti dell’esercito si opposero ai Tedeschi sia in
Italia che in terra straniera, come a Cefalonia e nelle isole greche, fino al rifiuto di centinaia di migliaia di soldati di venire meno al giuramento fatto al re, con il loro confinamento nei lager e campi di lavoro tedeschi che significò per molti la morte. Gli scioperi operai del 1943 segnarono il primo dissenso di massa, una sfida in campo aperto al regime. Fu Resistenza l’azione delle donne, dapprima infaticabili fiancheggiatrici e soccorritrici dei soldati che, sbandandosi all’8 settembre, cercarono un rifugio e vesti civili, e in seguito diventando
staffette e porta-ordini dei C.L.N. fino a partecipare come partigiane combattenti alla lotta armata. Un’opera preziosa, delicata, difficile vide impegnata tanta parte del clero, non solo per il sostegno al
popolo ma anche nell’impegno diretto nel movimento resistenziale perché la Resistenza segnò una frattura netta, anche generazionale, rispetto al
Fascismo. Se non si considera attentamente tutto ciò, si rischia di smarrire il significato ampio di guerra di popolo che possiamo attribuire alla Resistenza, in cui certamente la punta,
importantissima, dell’iceberg fu quella dell’organizzazione capillare del territorio
attraverso i C.L.N., l’azione delle brigate e delle divisioni partigiane, i GAP (i Gruppi Azione Patriottica) le SAP (Squadre Azione
Patriottica), i gruppi di Difesa della Donna. E il bilancio nazionale di tutto questo fu di quasi 45mila partigiani morti cui vanno aggiunte 150mila vittime civili. Vale la pena, in conclusione, ricordare con le
parole di Norberto Bobbio il senso di tutto ciò: “Dopo venti anni di regime e dopo cinque di guerra, eravamo ridiventati uomini con un volto solo e un’anima sola. Eravamo di nuovo completamente noi stessi. Ci sentivamo di nuovo uomini civili. Da oppressi eravamo ridiventati uomini liberi. Quel giorno, o amici, abbiamo vissuto una tra le esperienze più belle che all’uomo sia dato di provare: il miracolo della libertà”.
Marco Travaglini

Parola d’ordine: incapaci

PAROLA D’ORDINE: INCAPACI

Ho sempre pensato che, per giungere a posizioni apicali in un’azienda, per svolgere una libera professione o per assurgere a ruoli di spicco nel mondo della cultura, dell’economia o del lavoro occorresse la conoscenza della materia, supportata da un’esperienza sul campo unita alla voglia di imparare ed all’umiltà di non sentirsi mai arrivati o superiori agli altri.

E’ sotto gli occhi di tutti come, invece, il mondo si stia orientando verso l’utilizzo di perfetti imbecilli nelle posizioni più delicate e critiche di un’azienda o di un Ministero con i risultati che ogni giorno sono sotto i nostri occhi.

Quando anni fa ebbi la fortuna ed il privilegio di incontrare Sergio Marchionne, di lui mi colpirono soprattutto tre cose: la semplicità, la capacità di risolvere i problemi e l’essere controcorrente (quasi) sempre, a cominciare dall’abbigliamento.

Durante quell’evento raccontò di come, appena giunto In FIAT mentre questa perdeva milioni ogni giorno, non trovò nessuno negli uffici perché erano tutti in ferie. Resta famosa la sua frase: “In ferie da cosa?” E’ evidente che un manager capace avrebbe evitato la chiusura dell’azienda, come avveniva prima di Marchionne, perché la chiusura implica non produrre; inoltre, consentendo ai dipendenti di scegliere il periodo, avrebbe avuto intorno collaboratori più sereni e più collaborativi.

La capacità di risolvere i problemi fu quella che lo portò a far uscire la FIAT da Confindustria pena il non poter attuare le manovre da lui decise. Mi pare che i risultati si commentino da soli considerato che la FIAT, diventata in seguito FCA, ora Stellantis è ancora attiva, produce ed ha chiuso il bilancio 2022 con un utile netto pari a 16,8 miliardi di euro, in aumento del 26% rispetto all’esercizio precedente.

Fu proprio Marchionne a sostenere che “Non c’è nulla di nobile nell’essere superiore a qualcun altro; la vera nobiltà è essere superiore a chi eravamo ieri.”, ma l’unica cosa nobile che ci è rimasta pare essere il vino di Montepulciano.

Gli esempi di manager capaci, purtroppo, si riducono sempre più, complice l’incapacità di comprendere, analizzare, risolvere sia a livello imprenditoriale che politico.

Un’università del nord Italia, divenuta famosa per i managerformatisi presso di essa, è l’esempio più eclatante di come si possa rovinare un Paese fornendo schemi ed insegnamenti totalmente avulsi dalla realtà. In una riunione, uno dei relatori che aveva ottenuto alcuni master presso tale ateneo, dichiarò: “Bisogna prendere quelli bravi e farli diventare ancora più bravi” dimenticandosi totalmente dei mediocri e degli scadenti. Per fortuna l’Azienda per cui lavorava non lo ascoltò e, anzi, si comportò adottando il buon senso (che non si compra con la laurea) di aiutare i meno bravi anche adibendoli a nuovi incarichi più congeniali, spingendo quelli mediocri e riconoscendo il merito a quelli molto bravi. Buon senso batte ateneo 1-0.

Una caratteristica soprattutto italiana (e più in generale latina) è, poi, quella del nepotismo dove perfetti incapaci, spesso svogliati, ammaliati più dalla mutua che dalla postazione lavorativa vengono assunti da questa o quell’azienda per una marchetta da pagare a qualcuno potente, assumendogli il figlio o il nipote o l’amante che altrimenti resterebbero disoccupati a vita.

Se proiettiamo questo esempio a livello macroeconomico, in un Paese o in un intero ambito politico (locale, regionale, nazionale) è evidente come i danni possano essere, se non irreparabili, almeno difficili da ripristinare.

Basta un provvedimento legislativo errato (vedi art. 18 dello Statuto dei lavoratori) pomposamente presentato come Job acts(con l’inglese si riesce meglio a prendere in giro i sudditi) e anni di conquiste vengono distrutti: recuperare un diritto è molto più difficile che sancirlo per la prima volta.

La mania di copiare, solo quando conviene, le usanze estere porta troppo spesso ad adottare provvedimenti inconciliabili con la nostra cultura, con le nostre abitudini e necessità e, in generale, a provocare pochissimi vantaggi a fronte dei disagi generati.

Se anni fa la tendenza degli imprenditori, specie nel nord del Paese, era “Si è sempre fatto così, perché cambiare?” ora si procede nella direzione diametralmente opposta, cambiando per il gusto di cambiare, pensando di essere in linea con i tempi, senza dare il tempo al cambiamento di mostrare i suoi frutti.

E’ palese che vi sia, spesso, un interesse privato, del singolo o di qualche gruppo, affinché lo status quo si modifichi; un proverbio dice “Ciò che è male per uno, è bene per un altro”: se io sono un debitore un aumento dei tassi mi danneggerà, se sono il banchiere festeggerò ogni aumento.

Antonello Venditti espresse bene questo concetto nel brano “L’uomo falco”:

L’uomo falco vola in alto
Sul suo trono di diamanti
Per natura nega sempre
Ed è muto come un pesce
Lui è un uomo falco

Se, poi, un falco si avvale di incapaci potete immaginare quale sarà il destino di un’impresa o di un Paese.

Sergio Motta

Divas – Dog Portraits, ritratti di cani nelle loro case. Pergolesi in mostra a Villa della Regina

Ha inaugurato ieri Divas – Dog Portraits la prima mostra ospitata dalla Residenza Sabauda Villa della Regina. Quaranta scatti del fotografo Francesco Pergolesi magistralmente dialoganti con le maestose ed eleganti sale della Villa gioiello seicentesco. Ogni scatto è il ritratto di un cane in un “interno”, la sua casa, della quale è protagonista assoluto.

Francesco Pergolesi realizza in ogni foto un “teatro privato”, imbastisce un canovaccio con le costellazioni di oggetti che trova in ogni stanza, li reinventa, ne riplasma forme e colori, talvolta li trasfigura, altre volte aggiunge elementi scenografici inventati apposta, seguendo una suggestione artistica sempre dotta e attraverso il ritratto del cane – ed il dialogo con gli oggetti – ricostruisce un meta-ritratto del compagno umano in una scenografia tutta concettuale.

Anche i titoli delle opere sono, talvolta, citazioni.

Così “Il Casellante”, richiama il titolo di un libro di Andrea Camilleri, caro al fotografo, e ritrae un pastore tedesco che osserva trenini e locomotive d’epoca, disposti a mimare stazioni e strade ferrate e sembra regolarne il flusso.

Il bagnante”, invece, è un delizioso pastore maremmano quasi sorpreso dall’occhio dell’artista (ed io immagino nel prima di questa “scena” un “ma dov’è finito?” pronunciato in corridoio) nella stanza da bagno accanto alla vasca e ad una nuvola di schiuma e i bagliori dell’acqua versata per terra.

L’ispirazione, dichiarata dall’artista, va al ritratto di Jean Auguste Ingres de “La bagnante di Valpinçon”, di cui riprende, scrive la curatrice Carla Testore, “la delicatezza cromatica, l’atmosfera intima e riservata delle proporzioni. Un’interpretazione in chiave ironica avendo inserito al posto del nudo femminile un esemplare di maremmano maschio dal temperamento incontenibile ed una corporeità imponente.”

Così, “L’Armadio”, attraverso il delizioso chihuahua quasi nascosto tra le borse, immaginiamo il ritratto della “sua” signora.

Non lascia dubbi su chi sia il vero signore e padrone del “Kingdom”: un Cavalier King, ci guarda tronfio dall’alto di una scala, dalla quale domina soprattutto il cuore dei suoi amati umani. Non a caso, su di lui campeggia una coloratissima installazione “LOVE”.

In “Eden”, liberamente ispirato al “Cacciatore di Farfalle” di Carl Spitzweg, un cane da caccia è raffigurato col naso all’insù rivolto verso uno sciame di farfalle dalle quali è affascinato. Le farfalle sono realtà o “artificio”? Poco importa perché Pergolesi ci trasporta sempre in una dimensione ludica quasi onirica.

Difficile fermarsi qui, tanto questi ritratti sono seduttivi, anche e soprattutto nel dialogo con la Villa, luogo eletto e fortemente voluto dalla curatrice Carla Testore che ne ha intuito la forte sinergia con le fotografie di Pergolesi. Un piccolo presagio che fosse il luogo giusto per la sua mostra, la curatrice, ci racconta, di averlo scoperto facendo un sopralluogo nel parco dove fa bella mostra di sé proprio la statua di un cane. L’itinerario, quasi una caccia al tesoro, tra gli interni e gli esterni, guida il visitatore attraverso la residenza che eccezionalmente ha aperto al pubblico il Padiglione dei Solinghi e alcune parti del Giardino, oggi curato dai giardinieri della Reggia di Venaria, come ci mostra la direttrice della Villa, dottoressa Chiara Teolato.

Il vecchio e il nuovo, la Villa gioiello barocco e l’arte contemporanea, un’occasione per far conoscere la residenza ad un pubblico più ampio.

E proprio qui, nel Padiglione in cui il Cardinale, poi divenuto Principe, Maurizio riuniva i dotti filosofi e scienziati dell’Accademia dei Solinghi, da lui fondata, troviamo i ritratti più “intellettuali”. Un bassotto è fieramente issato su uno sgabello dinnanzi ad una libreria colma di libri, spartiti che piovono dal soffitto. Un contrappunto tra ritratto e meta-ritratto, cane e compagno umano; questa mostra mira proprio ad indagare il rapporto tra l’animale e l’uomo, che si fa oggi sempre più intenso, quasi più “antropizzato”.

I cani hanno le loro ludoteche, spazi in cui si recano per socializzare, veri e propri “asili”, hanno dei dog-sitter, c’è una grande attenzione alla nutrizione, alla cura e alla terapia, si sono creati veterinari specialisti (cardiologi, ortopedici, oncologi, etc.), esattamente come i medici.

Il cane è, a tutti gli effetti, un membro della famiglia, anzi, un vero padrone di casa, come dimostrano queste fotografie nelle quali ciascuno di essi assume posture ed atteggiamenti che ne fanno, inequivocabilmente, dei “divas”.

Un ultimo cenno va all’associazione “The Others”, a Paola Rampini e Roberto Casiraghi, che hanno reso possibile la realizzazione, l’allestimento e la comunicazione di questa mostra.

Trovare un po’ di tempo per una visita, vale la pena, tanto per la mostra di Francesco Pergolesi, davvero sorprendente, quanto per visitare quel gioiello seicentesco, patrimonio dell’Unesco, che fu la dimora preferita di Anna d’Orleans, consorte di Vittorio Amedeo II, di qui l’appellativo Villa della Regina ed i suoi giardini, con le fontane, i giochi d’acqua restaurati e la bellissima vigna, una delle poche vigne metropolitane al mondo.

IRMA CIARAMELLA

Dal 20 aprile, al 25 giugno 2023

Orari di visita:

giorni feriali dalle ore 10:00 alle 18:00; prefestivi e festivi dalle ore 10:00 alle 19:00.

Chiuso lunedì, martedì e mercoledì.

Villa della Regina, Strada Comunale Santa Margherita 79, Torino

Moda e beneficenza con Crida Milano

Serata esclusiva lunedì all’insegna della moda e della beneficenza alla Fondazione Sandretto Re Rebaudengo con Crida Milano, astro nascente della moda firmato da Cristina Parodi e Daniela Palazzi.

La giornalista Cristina Parodi insieme alla storica amica stilista Daniela Palazzi hanno presentato a Torino il loro brand, CridaMilano, nel tempio dell’arte contemporanea e a fare gli onori di casa non poteva che essere un’altra icona di stile, Patrizia Sandretto Re Rebaudengo.

L’azienda, nata tre anni fa a coronamento di un’amicizia ventennale, ha assunto nel giro di poco tempo una propria identità ben definita superando lo scoglio della pandemia. L’evento è stata l’occasione non solo per presentare la collezione Primavera-Estate 2023, ma anche per vendere una selezione dei propri capi a scopo benefico. Il 10% del ricavato sarà, infatti, devoluto all’IEO-CCM, l’Istituto Europeo Oncologia-Centro Cardiologo Monzino, di cui è presidente Patrizia Sandretto Re Rebaudengo, per continuare a promuovere la ricerca su malattie che, proprio grazie ai ricercatori e al sostegno che ricevono, sono sempre più curabili.

Il marchio si contraddistingue per una femminilità sussurrata e raffinata, con i suoi abiti di un’eleganza senza tempo che ignorano i capricci della moda e che richiamano la sobrietà sabauda (sarà per via delle origini piemontesi di Cristina Parodi?). Grande anche l’attenzione alla qualità dei tessuti naturali al 100% con un occhio alla sostenibilità e alla durata dei modelli. Gli abiti lunghi e gli chemisier si prestano ad una grande versatilità, ad essere indossati dal giorno alla sera a seconda degli accessori abbinati.

L’idea è quella di abbracciare comodità ed eleganza venendo in contro a tipologie di donne diverse per fisico e per età. “Riviera” è il nome della proposta di stagione, che ci catapulta immediatamente nella scanzonata Emilia-Romagna, quindi un tripudio di colori brillanti: rosa acceso, verde mela, giallo oro, bruciato ma anche azzurro e blu elettrico. Fa capolino anche il rosso del modello Maranello, un omaggio alla terra simbolo della velocità e dei motori. Spazio poi anche le anticipazioni della prossima stagione, con i modelli della collezione autunno-inverno 2023-2024, dedicata proprio al capoluogo piemontese ed ispirata ad una donna che in questa regione ha lasciato il segno con la sua eleganza unica: Marella Agnelli. Raffinatissima, mai sopra le righe, dotata di uno stile personale e riconoscibile, Marella Caracciolo di Castagneto è stata molto più della moglie dell’avvocato Agnelli. Cosmopolita, collezionista e appassionata d’arte, designer e fotografa è stata l’incarnazione stessa di uno stile ancora attualissimo e contemporaneo che ha fortemente ispirato il brand.

GIULIANA PRESTIPINO

#DaCasaCon di Laura Pompeo compie tre anni

La rubrica online #DaCasaCon di Laura POMPEO  mercoledì 19 aprile h 19 festeggia i tre anni con una puntata speciale !(con oltre 200 incontri e  5 milioni di visualizzazioni/ascolti)

Gli appuntamenti “Da Casa Con” – attraverso le testimonianze di persone che “per vita e per mestiere sono attenti osservatori e portatori di opinioni utili” – hanno preso il via nella primavera 2020.
Dal settembre 2021 invece  “Da Casa Con” va alla scoperta dei punti di svolta nella vita di grandi personalità del nostro tempo, dai sindaci di Torino Valentino Castellani e Stefano Lo Russo fino a Pupi Avati, Bruno Segre e Monsignor Luigi Bettazzi.
(Qui l’elenco delle oltre 200 conversazioni svolte sinora: www.laurapompeo.it/agenda/)
Laura Pompeo, Assessore alla Cultura e al Turismo della Città di Moncalieri (TO), archeologa ed esperta di valorizzazione dei beni e delle attvità culturali, ha ideato e avviato nel pieno del primo lockdown una rubrica  di incontri in diretta FaceBook con ospiti noti, nomi rappresentativi di ambiti diversi della società, dal livello locale all’internazionale,  invitati da casa… non a caso!
La trasmissione e’ nata nell’aprile 2020, quando l’isolamento a cui eravamo costretti  aveva messo in pausa le relazioni sociali in presenza, cercando di  attivare risposte positive a una situazione drammatica, anche mediante il confronto attivo tra ospiti e pubblico.
Ne è scaturito un vero e proprio format, con personaggi che sono riferimenti ciascuno nel proprio settore di attività, che hanno raccontato come stavano vivendo l’emergenza sanitaria e la “clausura”. A partire dal primo test con la grande attrice, regista e scrittrice moncalierese (e cara amica) Sara D’Amario, la serie  ha avuto immediatamente un  successo entusiasmante, senza flessioni neanche alla ripresa dei normali ritmi di  vita.
E così #DaCasaCon è passata… di casa in casa, coinvolgendo milioni di persone su Facebook, con dirette di circa mezz’ora  (nel 2020 fino a  4 puntate alla settimana, il mercoledì h 19, https://www.facebook.com/LauraPompeo2020 , con numerose repliche settimanali su vari media): una conversazione “a cuore aperto” dal salotto virtuale di Laura Pompeo, in cui l’interlocutore, dalla propria abitazione, svela al pubblico anche il suo lato “meno noto”. Si spazia  attraverso temi diversissimi, sempre legati all’attualità: dalla medicina alla cultura, dallo spettacolo all’ imprenditoria, allo sport e molto altro.
Ci sono state anche puntate  speciali, come l’intervista fatta in presenza, in diretta da Torino, da un  teatro Alfieri  gremito, all’Onorevole Mauro LAUS.
La rubrica e’ cresciuta ulteriormente diventando sempre più crossmediale: dopo Facebook e YouTube, dopo il podcast su Spotify, che raccoglie tutti gli incontri https://open.spotify.com/show/6iJwrcwL8Xu3olYaCjWMyq?si=tGAhDqt9TZ6deOesQGrgLw,
da marzo 2022, grazie a Gianni Ricci, e’  anche su R𝗮𝗱𝗶𝗼 𝗠𝗼𝗻𝗰𝗮𝗹𝗶𝗲𝗿𝗶 (www.radiomoncalieri.net) con  150.000 ascolti mensili in 65 paesi del mondo. Da un mese anche su RadioStella.
A maggio 2022 il libro con le prime 40 conversazioni realizzate durante la quarantena, pubblicato dall’editore Pintore (www.pintore.com), ha avuto un grandioso  battesimo al Salone Internazionale del Libro di Torino. Ora e’ in chiusura il secondo volume.
Laura Pompeo sottolinea che “#DaCasaCon tratteggia  un affresco della nostra società, svelando anche figure poco conosciute ai più,  appassionando le diverse generazioni che fruiscono della rubrica attraverso le varie piattaforme: collegamenti da tutto il Paese per le dirette Facebook; lo seguono i giovani mediante i podcast su Spotify; l’ascoltano gli italiani all’estero attraverso le web radio; altri ancora l’approfondiscono attraverso il libro.
Tutta la mia gratitudine va agli ospiti e ai tantissimi amici – vecchi e nuovi – che con costanza e calore seguono  un progetto e consentono un risultato che, dopo tre anni, mi sembra ancora inaspettato e magnifico!”.
Non da ultimo, quasi due anni fa, DaCasaCon ha dato vita a due spin off:
-𝗟𝗘 𝗢𝗣𝗜𝗡𝗜𝗢𝗡𝗜 𝗘 𝗜 𝗗𝗜𝗡𝗧𝗢𝗥𝗡𝗜 – 𝗩𝗼𝗰𝗶 𝗱𝗮𝗹 𝘁𝗲𝗿𝗿𝗶𝘁𝗼𝗿𝗶𝗼. Il format di incontri online per dare voce alle storie e alle opinioni dell’Area metropolitana torinese e piemontese in generale. Per raccontare i mestieri, i bisogni, le nuove risorse e per approfondire temi attraverso lo sguardo di attenti osservatori. Condotto da Laura Pompeo insieme a  𝗠𝗶𝗿𝗲𝘀𝗶 𝗙𝗶𝘀𝘀𝗼𝗿𝗲.
-𝗠𝗢𝗡𝗖𝗔𝗟𝗜𝗘𝗥𝗜 𝗡𝗘𝗟 𝗖𝗨𝗢𝗥𝗘. 𝗗𝗮 𝗠𝗼𝗻𝗰𝗮𝗹𝗶𝗲𝗿𝗶 𝘀𝗶 𝗽𝗮𝗿𝘁𝗲: la rubrica mensile in cui 𝗚𝗶𝗮𝗻 𝗙𝗿𝗮𝗻𝗰𝗼 𝗖𝗵𝗶𝗲𝗽𝗽𝗶𝗻𝗼, carabiniere e scrittore di origine moncalierese che vive a Velletri, rintraccia  i moncalieresi nel mondo che non dimenticano le proprie origini.

E’ stato sold out per “Àprile – Festival delle case per l’arte”

Grande successo per l’edizione zero del “Festival”, svoltasi in città nello scorso week end

Torino ha ampiamente superato la prova, allineandosi con i suoi “apartment gallery” (o “gallerie d’appartamento”), ai successi guadagnati, negli ultimi anni, in grandi metropoli occidentali come New York, Los Angeles, Londra e Berlino. L’edizione zero, sotto la Mole, di “Àprile – Festival delle case per l’arte” (con un bell’accento sulla “A” di “Àprile” per creare a bella posta un gioco di ironica confusione con il nome del mese e per sottolineare invece il concetto di “case a porte aperte”) si è infatti conclusa all’insegna di un successo andato oltre le più rosee aspettative. Festival indipendente, friendlygreen e sostenibile, l’evento è stato progettato e realizzato grazie ad un assiduo lavoro  di artistiorganizzatori e appassionati (aggregati in una sorta di informale associazione) e finanziato da un crowdfunding accessibile sulla piattaforma “Produzioni dal basso”:

https://www.produzionidalbasso.com/project/aprile-festival-delle-case-per-l-arte/

Sabato 15 e domenica 16 aprile, nelle due giornate dedicate alle arti figurative e performative, sette appartamenti privati hanno aperto gratuitamente le loro porte per accogliere cittadini e turisti appassionati d’arte nelle sue molteplici espressività. In soli due giorni si sono registrate più di 850 presenze complessive. L’“app Seetizen”– appositamente sviluppata per poter fruire al meglio della variegata offerta culturale – ha registrato 2320 connessioni, il programma del Festival è stato scaricato da 791 utenti, la “web page” con il crowdfunding dedicato è stata visitata da 734 potenziali sostenitori.

Il Festival ha coinvolto 23 artisti16 musicisti8 performer3 attrici offrendo più di 40 eventi, tutti gratuiti. Il bike tour per seguire le proposte del “Festival” ha registrato subito il sold outSei quartieri sono stati invasi da un’esplosione di creatività racchiusa nelle mura domestiche: CentroQuadrilateroBorgo DoraVanchigliaSan Donato e ParellaIn soli 30 giorni di presenza su “Facebook” la pagina di “Àprile – Festival delle case per l’arte” ha raggiunto 36mila utenti, suscitando un notevole interesse soprattutto nelle donne tra i 25 e i 34 anni.

Tra il pubblico che ha affollato esposizioni, concerti e performance il più giovane partecipante aveva 9 mesi mentre il più anziano 92 anni, proveniente dal Regno Unito.

“Àprile – Festival delle case per l’arte” ha creato “una rete di reti, una costellazione di esperienze – sostengono gli organizzatori – che, a partire dallo spazio quotidiano, la casa, ha offerto modalità alternative di vivere, fruire e abitare l’arte”.

Esperimento dunque da non mettere in soffitta. Anzi! Da implementare, con il sostegno magari delle più blasonate Istituzioni cittadine. Mentre, intanto, “ i lavori – promettono gli organizzatori – per l’edizione 2024 sono già, e con entusiasmo, iniziati!”

  1. m.

Nelle foto:

–       “Àprile – Casa Mercanti”, via de Lellis 30

–       “Àprile – Casa Museo Zonarosato”, via Exilles 84

Al Mercato Centrale festa per celebrare la fine del Ramadan con tutte le comunità

Eid Al-Fitr Mubarak – Cibo, comunità, musica e cultura: celebriamo in Piazza del Mercato la fine del periodo di Ramadan con una grande festa collettiva.

Un augurio per un nuovo inizio: la fine del periodo di digiuno del Ramadan è l’occasione per celebrare insieme la cultura e la comunità islamica della città al Mercato.

Venerdì 21 aprile dalle 19:30 avrà inizio la festa Eid Al-Fitr Mubarak – Cibo, comunità, musica e cultura nella Piazza del Mercato, un momento di festa per la comunità, una grande occasione per riunirsi, mangiare insieme e festeggiare la fine del mese sacro e dei sacrifici vissuti insieme.

La serata sarà all’insegna dei festeggiamenti e delle bontà tipiche della cultura Maghreb, con un menù di specialità preparate a vista da una chef marocchina insieme alla brigata del Ristorante La Piola, per scoprire nuovi mondi gastronomici.

Il menu della cena, ad un prezzo fisso di 20€ a persona con posti limitati, sarà pre-acquistabile sulla piattaforma Zerofila del Mercato.

Durante la serata si esibiranno in Piazza il gruppo Rissala ed una professionista dell’henné, per celebrare la cultura e le tradizioni della comunità, tra musica e cultura.

L’iniziativa è organizzata in collaborazione con Yalla Aurora spazio multifunzionale, luogo di socializzazione, promozione del protagonismo giovanile, gestito dai giovani e al contempo punto di riferimento per l’intera comunità del quartiere di Borgo Aurora. Sarà inoltre presente Slow Food International con il progetto Youth and Food – il cibo veicolo di inclusione progetto selezionato da Con i Bambini nell’ambito del Fondo per il contrasto della povertà educativa minorile, volto a favorire la crescita inclusiva dei giovani migranti mediante l’attivazione di percorsi di promozione del cibo come veicolo di integrazione.

Per maggiori informazioni e riservare il tuo posto a cena:

info.torino@mercatocentrale.it

Torino, ristoranti chiusi: civiltà finita?

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Il famoso Cuculo di via Roma

IL COMMENTO  di Pier Franco Quaglieni

Ho provato a ricordare  scrivendoli su un foglietto i ristoranti chiusi negli ultimi anni a Torino. Si tratta di un numero altissimo: il “San Giorgio “ al Castello Medievale ,la “ Vecchia Lanterna “,i “ Due lampioni” ,” Cuculo”, il “Giardinetto“, il “Gran Giardino”, poi diventato la “Rotonda“, la “Cittadella“, ”Cucco“, l ’”Antico cervo“, “La smarrita“, “Ferrero“ ,il “Rendez – Vous“ , il Tiffany, Villa “Sassi“, la “Fontana luminosa“ ,il “Baccarat“ , il “Firenze“, il “Pavia“, il “Passator cortese“, il “Ciacolon “, il “Bastian Contrario“,  “il Muletto“, il “RistoDante”, il “Giancarlo“, la “Capannina”, ”la Pace,” l’”Appennino pistoiese”, ”l’Abetone“, il “Bridge“, “Calandrino”, “Mon Ami”, “Osvaldo”, “La fontana dei francesi”, “Perbacco”, “Montecarlo”. E qui mi fermo, anche se potrei continuare con altri nomi come il ristorante friulano  il “Camin“ che prese il posto di Gipo in  corso Francia, un locale dove non volli mai mettere piede per antipatia verso il cantautore allora apertamente comunista. Ogni nome mi ricorda una storia, degli amici con cui andavo a cena ,degli episodi piacevoli di serenità, di allegria, di intimità. Mio padre amava le cene al ristorante e ogni settimana si andava a cenare. Mi ha abituato al piacere della civiltà della tavola.  Sicuramente una giovinezza dorata per parafrasare Elena Croce. Lui ci andava in giacca e cravatta anche d ‘estate e voleva che tutti seguissimo il suo stile che allora non era solo nostro, ma di tanti torinesi. E poi ho cominciato ad andarci io con compagne di liceo e con le prime amiche. Capisco bene di essere stato un privilegiato. Un privilegiato soprattutto perché ho conosciuto una Torino che non c’è più. Ogni locale con  il ricordo di uno stile e  con un’ eleganza scomparsa. Ogni esame superato all’ università ,andavo a festeggiarlo al ristorante. Un passato che forse  oggi idealizzo e che non c’è più,  ma che  è motivo di piacere ricordare, anche se devo constatare che quegli ambienti eleganti o anche semplici ,ma  sempre accoglienti, appartengono ad un passato, ad una civiltà torinese, come avrebbe detto Mario Soldati, che è stata travolta dai tempi nuovi e non sempre felici. Era bello cenare con  il filosofo Oscar Navarro che si dilettava di cucina insieme al latinista Vincenzo Ciaffi, come era bello ritrovarsi insieme a Mario Bonfantini e a Liana  De Luca, la poetessa  di cui il grande francesista si era follemente innamorato . Era piacevole ritrovarsi la sera con Edoardo Ballone, sociologo e giornalista che diventava la “forchetta curiosa“ del giornale “La stampa“, sempre alla ricerca di nuovi locali. Anche loro appartengono ad un tempo perduto che non tornerà mai più.

La domenica di Torino Comics tra fumetti, cinema e musica

Altra giornata ricca di eventi e performance, quella di domenica 16, per la chiusura di Be your superhero, la XXVII edizione di Torino Comics.

 

Autori, fumetti e inclusione in sala Blu

La giornata di domenica si apre alle 10 con la presentazione di La Taverna del Drago Rosso. La prima Sitcom Fantasy Italian di Sempre!, a cura di UnderSky Production. Alfredo Castelli, Lucio Filippucci, Massimo Bonfatti e Stefano Fantelli sono “I quattro dottori” protagonisti dell’appuntamento Il Docteur Mystère e il ritorno di Tilt.

Inclusione e genere sono i temi di Il Giappone narrato al femminile, alle 11, con Enzo Tripodina, Elena Romanello, Monica Tamaino; e, alle 15, dell’incontro a cura della Consulta per le persone in difficoltà: Agenda della disabilità: mettiamoci in gioco, a cui si ispira anche l’area allestita per il gioco inclusivo e la Escape Room. Il pomeriggio si chiude alle 17 con una sfida di disegno live tra gli autori Marvel.

 

Sala Cinema: proiezioni e incontro con Mario Addis

Mattina di proiezioni in Sala Cinema al Padiglione 1. Si parte alle 9.45 con il documentario a cura di Will Media “One day one day”; segue alle 11 “La fortuna di Nikuko” di Ayumu Watanabe (Giappone 2021). Dalle ore 13.30 è in programma la proiezione dei corti del Centro Sperimentale di Cinematrografia, che porta al Lingotto sei titoli selezionati. Appuntamento imperdibile alle ore 15.15 con Mario Addis, uno dei più grandi animatori e registi italiani, autore del celebre opening animato del film “Il mostro” di Roberto Benigni.

 

La Zona Rossa e il fumetto erotico

La Zona Rossa, novità di questa edizione, apre alle 11 con la proiezione del corto “Sensuability” sui temi di sessualità e disabilità. Alle 14 è in programma l’incontro con Alessandro Sidoti e Rossana Berretta su Erotismo, fumetti e Dimoon: un ménage a tre vincente. MySecretCase cura l’appuntamento delle 15 Siamo tutt* pinguini? Incontro su monogamia e alternative; mentre alle 16 è possibile assistere alla realizzazione live di una tavola hentai. Ancora per questo ultimo giorno sono presenti nell’area gli autori Luis Quiles, in arte Gunsmithcat, grande artista spagnolo, diventato un modello per le nuove generazioni con i suoi disegni provocatori e politicamente scorretti che fanno riflettere su temi come prostituzione, omofobia, sfruttamento, carestie, droga, guerra e social network; e Ester Cardella, fumettista indipendente palermitana.

 

Competizioni cosplay e concerto di Cristina D’avena al Main Stage

Il palco della domenica è dedicato al Karaoke Contest, con le qualificazioni alle 12 e la premiazione alle 16.30. Alle 13 si svolge la tappa di qualificazione italiana dell’Europa Cosplay Cup, competizione a cui partecipano cosplayer qualificati da paesi di tutta Europa. Le finali si svolgeranno a novembre 2023 a Tolosa in Francia, in occasione dell’evento Tolouse Game Show. Premiazione finale alle 17. Chiude la manifestazione l’attesissimo concerto di Cristina D’Avena insieme ai Gem Boy, gruppo rock demenziale celebre per le cover parodistiche delle sigle dei cartoni animati.

Quiz, giochi e magia in area family

Giochi e attività per i più piccoli nella nuova Area family, realizzata in collaborazione con Carioca e Quercetti. Si parte alle 10 con lo spettacolo d bolle di sapone; a seguire cantastorie, un gioco d’animazione per famiglie e il quizzone sui cartoni animati; nel pomeriggio spazio alla baby dance, al quiz per veri nerd e allo spettacolo di magia di Masters of Magic.

 

Torino Comics è un evento organizzato da Just for fun in joint venture con GL events Italia – Lingotto Fiere. Patron della manifestazione è Vittorio Pavesio.

 

Torino Comics. XXVII EDIZIONE

Dal 14 al 16 aprile 2023

Lingotto Fiere

Via Nizza 280 – 10126, Torino

 

Orari
Tutti i giorni dalle 9.30 alle 19.30

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