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Meeting annuale dell’European Educational Publishers Group

 

Torino, 20 e 21 giugno 2023

 

Il 20 e 21 giugno si terrà per la prima volta in Italia, a Torino, la EEPG Conference, incontro annuale dell’European Educational Publishers Group, associazione degli editori europei che si occupano di tematiche educative. L’appuntamento si svolge nel nostro Paese grazie alla proposta avanzata da Lattes Editori, casa editrice storica nell’ambito della scuola e della formazione, che nel 2023 compie 130 anni. Per festeggiare la ricorrenza ha deciso di promuovere questo incontro, in collaborazione con il Circolo dei Lettori, all’interno di una serie di iniziative che si sviluppano nell’arco di tutto l’anno.

 

L’EEPG è un’organizzazione senza scopo di lucro che collega 24 editori educativi da 24 paesi europei che realizzano un fatturato complessivo di 1 miliardo di euro realizzando gli strumenti per la formazione e lo studio di 93 milioni di studenti in tutta Europa.

I membri del network EEPG si riuniscono periodicamente per scambi di idee e buone pratiche su temi di attualità nell’editoria educativa e sono impegnati a promuovere la qualità dell’istruzione nei loro paesi e all’estero.

Ogni anno l’EEPG tiene il concorso Best Educational Learning Materials Award (BELMA) aperto a tutti gli editori educativi in Europa, che mira a valorizzare i migliori progetti del settore.

 

Il meeting annuale di EEPG rappresenta un momento fondamentale di confronto tra gli attori dell’editoria scolastica sul futuro di questo ambito. Tra i temi di cui si discuterà troviamo l’accessibilità dei prodotti educativi, oggi uno dei più importanti campi di innovazione nel settore editoriale, che entro il 2025 deve adeguarsi agli standard internazionali voluti dall’Unione Europea (interverrà Cristina Mussinelli, segretario generale della Fondazione LIA, realtà no profit voluta dall’Associazione Italiana Editori insieme a UICI – Unione Italiana dei Ciechi e degli Ipovedenti); l’integrazione degli studenti ucraini profughi all’interno delle scuole dei paesi ospiti e quali pratiche possono essere messe in atto per supportare i sistemi scolastici (ne parlerà Jana Huttova, Consulente di UNICEF); le nuove frontiere dell’intelligenza artificiale, che apre scenari sia per quanto riguarda la produzione dei libri di testo sia per l’utilizzo che può esserne fatto da insegnanti e studenti (relazione di Dominik Lukes del Centre for Teaching and Learning, Reading and Writing Innovation Lab dell’Università di Oxford).

 

Durante i lavori di EEPG, inoltre, verrà presentato agli editori internazionali il distretto dell’editoria torinese. Si tratta infatti di un territorio che presenta la rara caratteristica (unica in Italia) di ospitare al proprio interno l’intera filiera editoriale, ovvero tutti gli anelli della catena che, dalla progettazione al prestampa, dalla realizzazione dei contenuti digitali al marketing, dal trattamento della carta al packaging, dalla stampa alla logistica, fino alla distribuzione, permettono di completare da capo a fondo il ciclo del contenuto editoriale.

La mappatura della filiera, realizzata con il sostegno dell’Unione Industriali di Torino e presentata dall’Italian Cultural Content Industry (ICCI Hub), ha lo scopo di far conoscere agli editori stranieri le opportunità di questo distretto, sia per attirare commesse internazionali, sia per valorizzare questa unicità all’interno del sistema produttivo del nostro Paese.

 

Il convegno EEPG sarà inoltre un’occasione importante per la promozione della città. Infatti, i circa 50 partecipanti provenienti da tutta Europa avranno l’opportunità di visitare e vedere da vicino alcuni dei luoghi più celebri della nostra città, in particolare il Museo Egizio, guidati dal Direttore Christian Greco, e la Biblioteca Reale all’interno dei Musei Reali.

L’operazione prevede anche una collaborazione per la diffusione del patrimonio culturale conservato dai due musei, e gli editori saranno invitati a utilizzare nei libri di testo le immagini dei reperti lì custoditi. In particolare, per quanto concerne il Museo Egizio, gli editori riceveranno una selezione delle immagini più iconiche che, come tutte quelle presenti nell’Archivio online, potranno essere utilizzate gratuitamente con licenza Creative Commons.

L’operazione è frutto di un accordo fortemente voluto da Simone Lattes e dalla Casa editrice, che ha trovato sin da subito appoggio nelle due istituzioni museali. Si tratta di un’azione di grande importanza: non solo si facilita l’inserimento di immagini delle opere custodite a Torino nei libri di testo degli studenti di tutta Europa, ma si sensibilizzano gli stessi alla cura, tutela e fruizione del patrimonio culturale.

 

Tra i paesi aderenti all’Associazione europea troviamo anche l’Ucraina, rappresentata dal suo più importante editore nel settore educativo e non solo, Ranok, tutt’ora attivo anche nelle difficoltà contingenti. Questa casa editrice è stata di recente protagonista di un’azione di solidarietà messa in atto dal network. L’invasione e la conseguente guerra scoppiata nel Paese hanno violentemente sconvolto tutti i settori e le attività produttive, a partire da quelle educative.

Si stima che 12,5 milioni di ucraini siano stati costretti a lasciare le loro case, più di 2600 scuole sono state distrutte o danneggiate, colpendo 5,3 milioni di studenti, di questi moltissimo vivono e vanno a scuola all’estero. Inoltre, sono stati danneggiati 41 siti culturali, tra cui musei e biblioteche e il numero di editori ucraini è sceso da 1053 nel 2021 a 563 nel 2022.

Per permettere agli studenti profughi di proseguire gli studi e offrire dei punti di riferimento in un momento di grande disorientamento, gli editori aderenti a EEPG hanno diffuso gratuitamente attraverso i loro siti le versioni digitali dei libri di testo messe a disposizione da Ranok e rese così accessibili nei diversi Paesi. Per l’Italia i testi in lingua ucraina, che coprono numerose discipline scolastiche, sono stati messi a disposizione da Lattes Editori e si trovano sul sito della Casa editrice al link https://www.latteseditori.it/libri-scolastici-ucraini. Dall’inizio del conflitto sono stati effettuati oltre 24.000 download.

Inoltre, EEPG si è adoperata per un’azione legata alle biblioteche; molte hanno manifestato l’esigenza di avere dei libri in ucraino, soprattutto nei paesi che hanno preso i rifugiati. Per questa specifica esigenza la Commissione europea e il Parlamento hanno votato un bilancio per questo scopo e l’editore Ranok, pur con tutte le difficoltà, si è adoperato per organizzare la consegna di libri nei paesi europei.

 

Dichiara Simone Lattes, Amministratore delegato della Casa editrice: “Lavoriamo a questo appuntamento dall’anno scorso, quando il Direttivo EEPG ha accettato il nostro invito a riunirsi per la prima volta in Italia, in occasione dei 130 anni di Lattes Editori. Avere l’opportunità di ospitare a Torino 24 editori scolastici da tutta Europa è dunque un’occasione rara. Per questo abbiamo cercato di trarne il maggior valore possibile per il territorio, presentando le aziende della filiera editoriale torinese e promuovendo quella parte del nostro patrimonio culturale che a buon titolo può entrare nei libri di testo di milioni di studenti europei. Ci è parso che questo fosse un modo ulteriore di dare concretezza alle celebrazioni per il nostro anniversario.”

 

Ecco le parole di Helga Holtkamp, Presidente dell’European Educational Publishers Group: “La nostra missione è chiara: promuovere lo sviluppo di materiali educativi di alta qualità in tutta Europa e oltre. Crediamo che l’istruzione svolga un ruolo fondamentale nel plasmare il futuro ed è nostra responsabilità garantire che gli studenti abbiano accesso alle migliori risorse possibili ora e in futuroL’obiettivo della prossima conferenza di Torino è quello di aumentare la consapevolezza sul significato dell’istruzione inclusiva e dell’accessibilità. Ogni studente ha diritto ad accedere a un’istruzione di qualità, indipendentemente dal proprio background o dalle sue abilità. Promuovendo pratiche educative inclusive e sostenendo l’accessibilità, miriamo a creare un ambiente di apprendimento più equo e inclusivo per tutti. ci impegniamo a creare un futuro migliore per gli studenti di tutta Europa. Da oltre due anni, Lattes Editori è membro dall’Italia. È la prima volta che un’azienda italiana entra a far parte del nostro stimato gruppo. La loro presenza arricchisce ulteriormente la nostra rete, migliorando la diversità di prospettive e competenze all’interno dell’EEPG, e siamo contenti che Lattes Editori (e l’Italia) facciano ora parte di questo gruppo.”

 

Paolo Tartaglino, Presidente del gruppo educativo dell’Associazione Italiana Editori commenta “Il tema dell’inclusione è centrale nell’attività dell’editoria scolastica in Italia, al fianco di scuola e famiglie a tutela delle difficoltà e dei pregiudizi di genere. Credo che iniziative di questo tipo, attraverso lo scambio di esperienze, costituiscano un grande arricchimento e una crescita di consapevolezza in un settore strategico per l’intero Paese.

 

L’EEPG Conference si svolgerà in inglese ed è aperta esclusivamente agli addetti del settore; non è previsto pubblico durante i lavori.

www.eepg.org

www.latteseditori.it

Torino che non c’è più: immagini e stranezze mai viste

TORINO CHE NON C’È PIÙ

9 giugno – 29 settembre 2023

 

E’ stata inaugurata il  9 giugno, in occasione della Notte degli Archivi, la mostra dal titolo Torino che non c’è più. Curiosità, stranezze e immagini mai viste. Nelle sale dell’Archivio Storico della Città di Torino saranno esposti, fino al 29 settembre, oltre 200 pezzi tra fotografie, documenti e disegni che immortalano fatti storici e avvenimenti stravaganti della Torino di ieri e di oggi.

Tra i documenti più rari, sarà esposto per la prima volta il progetto originale di Alessandro Antonelli della cuspide della Mole, con il genio alato che dal 1889 sormontò la cupola fino al 1904, quando fu abbattuto da un uragano e sostituito con l’attuale stella. Si potrà ammirare anche il dagherrotipo del 1850 che ritrae Fritz, l’elefante indiano di re Carlo Felice che viveva nei giardini della Palazzina di Caccia di Stupinigi, o la foto della giraffa che transitò in via Roma nel 1955. Al Teatro Regio, in occasione del cinquantennale dalla ricostruzione, l’Archivio Storico dedica un’ampia sezione della mostra, dall’incendio che distrusse il teatro l’8 febbraio 1936 alla serata inaugurale del nuovo Regio il 10 aprile 1973. Infine, una serie di fotografie storiche e contemporanee mette a confronto il passato e il presente di decine di luoghi della città.

La mostra allestita all’Archivio Storico della Città di Torino (via Barbaroux 32)  potrà essere visitata dal 9 giugno al 29 settembre, con orario lunedì-venerdì 8.30-16.30. Apertura straordinaria venerdì 9 giugno dalle 18 alle 23. Ingresso gratuito.

 

Info: www.comune.torino.it/archiviostorico

Scarica alcune foto della mostra al seguente link: https://bit.ly/torinochenoncepiu

  • incendio del teatro Regio, febbraio 1936
  • inaugurazione del Teatro Regio, 10 aprile 1973
  • Palazzo Madama con l’Osservatorio astronomico, inizio Novecento
  • Progetto della guglia della Mole di Alessandro Antonelli, 1888
  • Sulla Mole viene posizionata la stella, 31 gennaio 1961
  • Torino porto di mare, progetto del 1865
  • Una giraffa in via Roma, 10 settembre 1955
  • Un gregge in via Pietro Micca, 1939
  • Un tram deragliato e sospeso sulla Dora, 25 maggio 1960

Zero povertà, disoccupazione e inquinamento. A Torino la ricetta del premio Nobel Yunus

© Foto Fondazione Grameen Italia

Immaginare anche Torino come una città a tre zeri: zero povertà, zero disoccupazione e zero inquinamento. La ricetta per creare una nuova civiltà dell’economista bengalese Muhammad Yunus, Premio Nobel per la Pace nel 2006, arriverà nella nostra città domenica 11 giugno, con due diversi appuntamenti.

Della possibilità di un futuro senza povertà, disoccupazione e inquinamento Yunus, ideatore del sistema di microcredito moderno, parlerà alle ore 12 all’Arsenale della Pace del Sermig nel corso della giornata inaugurale del progetto “Verso Torino Social Business City”, che si propone di mettere insieme attori del mondo pubblico e privato, ong ed imprenditori per favorire inclusione sociale e transizione ecologica con iniziative concrete, imprese sociali e formazione. Il modello è quello messo a punto proprio dal premio Nobel di una città in cui terzo settore, aziende e università uniscono le forze per risolvere i problemi della città.

Dopo aver portato la sua testimonianza all’avvio dei lavori, il premio Nobel parteciperà, sempre al Sermig, al Pranzo dei Popoli. Inserita nella cornice del progetto “Food Wave – Empowering Urban Youth for Climate Action”, cofinanziato dalla Commissione Europea nell’ambito del programma DEAR, l’iniziativa si propone di aiutare i giovani a prendere maggiore coscienza del tema delle diseguaglianze. Attraverso una simulazione sarà infatti possibile immedesimarsi nelle popolazioni di vari continenti e “vivere” in prima persona – anche se solo per finzione e per qualche ora – il problema della fame nel mondo e delle disparità economiche.
La giornata torinese di Muhammad Yunus si concluderà, poi, alla serata finale della ventisettesima edizione del Festival Cinemambiente con un talk in programma al Cinema Massimo alle ore 20.30 che lo vedrà protagonista. L’incontro, aperto alla cittadinanza, sarà l’occasione per condividere l’idea di un nuovo modello economico, nato dall’esperienza del microcredito e della Grameen Bank attraverso cui sia possibile eliminare le disuguaglianze create da un mercato senza regole.Maggiori informazioni:

Fiat Lingotto: lettere dall’interno

Torino città di Marcovaldo, se non sei dentro non ne capisci niente. (Carlo A.M.Burdet)

Armano Luigi Gozzano ripercorre le proprie vicende lavorative dalla scuola allievi Fiat alla storica azienda di via Nizza, Officine Sussidiarie Auto vetture speciali, fino alla  marcia dei 40000 di Torino, svolta definitiva per il sindacalismo nato dall’autunno caldo, analizzato sul libro di Bianchi-Scheggi “Quadri in cerca d’autore”(Cedis,1985 Roma). La prestigiosa scuola, con il rigore e serietà che la contraddistingueva, rappresentava la  migliore formazione tecnica del settentrione  occidentale italiano. Con frequenza annuale  per i diplomati e triennale per i possessori  della scuola media, convenzionata con il noto Ist. Salesiano Don Orione per vitto e alloggio, proiettava lo studente nelle aziende del gruppo torinese. Diverse le prospettive di carriera: ufficio tecnico, cronometrista, allievo capo squadra, assistente tecnico capo officina. Tra le visite illustri durante il corso 1967-68 Agnelli, Valletta e il pugile neo campione del mondo Nino Benvenuti. Il corso di tracciatore aveva come obiettivo il controllo in forma analitica-geometrica 3D e l’utilizzo dei particolari in meccanica, fonderia e carrozzeria, studi riportati sul famoso “album” scolastico.
Ma già nella primavera del ’68,definito l’anno degli studenti con le proteste iniziate nel ’67, le cose a Torino stavano cambiando. Gli universitari cercavano l’appoggio del mondo aziendale, e occupando le facoltà iniziarono  gli scontri con le forze dell’ordine. Alle Esperienze del Lingotto si costruivano manualmente 3 vetture prototipo adibite ai saloni dell’auto e al crash-test. Diverse le
agevolazioni: sconto vetture, centri estivi, case Fiat, centro sportivo, mutua interna che  ricopriva il 100% della malattia (MALF). Venivano pubblicati “L’illustrato Fiat” e  “Il
giornale dei capi”. Per il salto di categoria era necessario lo storico “capolavoro”. Nel ’69, definito l’anno delle tute blu, la contestazione giovanile favorita dal clima politico del ’68 si  collegò con la scadenza dei contratti di lavoro, e dalle facoltà si spostò ai cancelli  della Fiat. L’inquadramento unico sancito dai contratti del ’72-’73-’74 segnò lo svuotamento delle categorie basse e il rigonfiamento delle alte, creando malessere nei settori qualificati. Ma la nota dolente fu il risultato di una miscela esplosiva della  politica sindacale basata sulla centralità
modello ’68 con aumenti uguali per tutti (appiattimento scala mobile) e dal fiscal-drag (pressione fiscale sul reddito).
Gli scioperi interni provocavano il fermo totale degli impianti,e le fasce contestatrici si spostavano dal Lingotto a Mirafiori e viceversa per mimetizzarsi. Gli episodi di  violenza verso gli impiegati e i capi spinti a forza con sberle e veri sequestri di persona furono riportati dai Mass Media solo dopo l’autunno caldo, quando il sindacato era ancora visto come eroe positivo. Il culmine
di violenza e paura si ebbe negli anni del  terrorismo.
Il 17-5-1972 durante una occupazione del Lingotto controllata dalla polizia, filtrò la  notizia dell’omicidio Calabresi. Sguardi increduli si condensarono in un unico pensiero. Era l’inizio della fine. A metà ottobre 1979 la Fiat inviò lettere di licenziamento a 61 dipendenti sospettati di terrorismo. Lo sciopero immediato e quello generale del  23 ottobre fu un fallimento, confermato – racconta Gozzano – da Piero Fassino responsabile PCI fabbriche torinesi. Le minacce, il dileggio, le macabre manifestazioni con casse da morto, capi reparto trascinati a calci in prima fila negli  scioperi e auto incendiate ricordano le violenze fasciste. Ma il faccione rassicurante di Marx appeso per 35 giorni ai cancelli dovette involontariamente assistere ad una cocente sconfitta del sindacato che perdeva  consensi. La Fiat annunciò il licenziamento di 14469 dipendenti il giorno 11-9-1980.La dichiarazione di guerra fu subito accolta  dai sindacati .”Fare come a Danzica”, solo che a Danzica il consenso era generale. Le risse  furibonde erano quotidiane.Il 25-9-1980  Berlinguer davanti ai cancelli di Mirafiori assicurava l’appoggio del PCI anche in caso di occupazione.Il 14-10-1980 si sviluppò nel  centro di Torino la marcia dei 40000 quadri, impiegati e dirigenti che chiedevano al sindaco Novelli di fare aprire i cancelli, sanzionando il fallimento della linea estremista del sindacato. Nelle drammatiche  assemblee del giorno dopo, Carniti Benvenuto e Lama furono contestati, spintonati e insultati dai delegati che si sentirono traditi.Il 18 ottobre ,in un clima da Caporetto, il sindacato siglava a Roma l’intesa per l’integrazione e mobilità di 22884 lavoratori prima che succedesse il  peggio. La sconfitta bruciante si additò anche al segretario regionale CGIL Piemonte Fausto Bertinotti, ipotizzandone la rimozione o confinamento in qualche ufficio di Roma. In effetti andò a Roma, ma per entrare nella segreteria confederale CGIL. Nel sindacato non esistono epurazioni.”Le vittorie hanno 100 padri, le sconfitte sono orfane”. In un video pubblicato dal gruppo Anziani Fiat nel 2014, l’attentato al Papa fu commentato dal  capo Esperienze P.P.Arboletti,ex-allievo Fiat triennale. La campagnola bianca o Papamobile costruita nel suo reparto era stata progettata per ospitare una sola persona sul predellino posteriore,ma fortunatamente resse il peso delle persone che sorreggevano S.S. verso l’ospedale. Marchionne rifiutava il dialogo con la fascia  estremista sindacale, la Fiat usciva da  Confindustria nel 2012 e dall’Italia nel 2014,
Elkann mette in vendita la palazzina sede di  Agnelli e Valletta,il cuore Fiat per Torino. La guerra ispirata dalla follia ideologica é finita!
Giuliana Romano Bussola

Venti scuole della Barriera di Milano e Cinema -Teatro “Monterosa” insieme per “il mio cinema europeo”

A Torino “Move The Movie. Muovi il cinema”

Una mostra e proiezioni gratuite da settembre a dicembre

“Creare un’ interazione sinergica fra la sala cinematografica e le scuole: una sala con cui collaborare, una sala in cui tornare nel tempo libero!”: questo il fine primo di “Move The Movie”, nato da un’idea del Cinema “Elios” di Carmagnola e uno dei 13 progetti  selezionati e realizzati a livello europeo, grazie a “Collaborate To Innovative”, avviato da “Europa Cinemas” con il supporto di “Creative Europe/MEDIA”. Progetto – Concorso, l’iniziativa – rivolta a ragazze e ragazzi delle scuole primarie e secondarie di primo grado – si è svolta nel corso dell’anno scolastico 2022 – ‘23 ormai in piena “zona Cesarini”, ed  ha visto nel suo complesso il coinvolgimento di 4 sale cinematografiche, per 11 film di 4 Paesi europei79 proiezioni1900 disegni realizzati nelle varie classi coinvolte e un totale di 5700 spettatori. Quattro, si diceva, i cinema partecipanti all’iniziativa: 3 in Piemonte ed uno nelle Marche. A Torino e nel Torinese il Cinema – Teatro “Monterosa” ed il Cinema “Elios” di Carmagnola; nel Biellese il Cinema “Verdi” di Candelo e nelle Marche il Cinema “Solaris” di Pesaro (tutte sale che aderiscono alla rete “Europa Cinemas” che unisce quasi mille sale in 42 nazioni).

Sotto la Mole, in via Brandizzo 65, il “Monterosa” (parte dell’Oratorio Salesiano “Michele Rua” e, dopo la chiusura nel 2008 del Cinema Teatro “Adua”, unica sala ancora aperta in tutta la zona Nord di Torino) ha coinvolto ben 20 scuole della storica Barriera di Milano con 89 classi, distribuite su 11 mattinate di proiezione con circa 1700 studenti coinvolti e l’organizzazione in sala di una mostra di quasi 400 disegni realizzati dagli stessi ragazzi. Dicono i responsabili del “Monterosa”: “Il cinema non è solo intrattenimento, ma può anche essere inteso come interessante proposta didattica. Il nome dato al progetto ‘Move The Movie” vuole far intendere che il cinema non è unicamente la ‘sala’, ma una realtà in continuo ‘movimento’ che, dunque, può anche entrare nelle scuole, coinvolgere il territorio e le associazioni”. Qui, i ragazzi hanno partecipato alla visione di film, di animazione ma non solo, di produzione europea e successivamente, attraverso un disegno, sono stati invitati a rappresentare “il mio cinema europeo”, immaginando cosa succede quando il disegno prende vita. Una volta raccolti gli elaborati, una Giuria qualificata, composta da esperti di cinema, arte e pedagogia, ha selezionato i disegni più interessanti, per un totale di 15, che sono poi stati animati da un professionista dei cartoni animati e diventati dei piccoli “film d’animazione”. I premi: l’animazione degli stessi disegni e la realizzazione di poster di grande formato che avranno, entrambi, una forte visibilità sui social media, sui giornali locali e sullo schermo stesso del cinema. Inoltre ad ognuno dei 15 ragazzi vincitori verrà inviato il video del proprio disegno/animato.

A tutte le classi che hanno partecipato con i loro disegni sono stati, poi, consegnati dei biglietti omaggio per un ingresso gratuito al “Monterosa” dal prossimo settembre a dicembre 2023. E, infine, per rendere giusto merito ai ragazzi e ai loro insegnanti, tutti gli elaborati prodotti sono stati esposti in bella mostra all’interno del cinema, in una collettiva aperta e visibile fino alla fine dell’anno scolastico in corso. Alle pareti immagini e colori che raccontano di galoppanti benefiche fantasie, immaginazione, sogni e poetiche – mai banali – ingenuità (spesso, ahinoi, perdute!), in cui ritrovare la memoria di un tempo remoto e felice. Per molti di noi. Sicuramente, lontano dalle tante brutture e dalle ipocrisie e dal non-amore, sparso a piene mani, dei nostri giorni.

Per infoCinema – Teatro “Monterosa”, via Brandizzo 65, Torino; tel. 011/2304153 – 340/1460016 o www.teatromonterosa.it

Gianni Milani

 

Nelle foto:

–       Presentazione progetto, Ph. Mauro Minozzi

–       Locandina “Move The Movie”

–       Alcuni fra i disegni esposti

Quando la famiglia si allarga

La famiglia, almeno nella nostra società, era fino a qualche decennio fa il nucleo basilare della nostra società; dalla famiglia di origine i figli si staccavano con il matrimonio (spesso di facciata perché l’omosessualità non è una “scoperta” di oggi) dando origine ad una famiglia propria.

Occorre ricordare che fino all’approvazione della legge Fortuna-Baslini nel 1970 che ha introdotto il divorzio anche nel nostro Paese, le famiglie potevano tuttalpiù separarsi (quindi i componenti potevano vivere in luoghi separati) ma non potevano, ipso facto, contrarre un nuovo matrimonio.

Negli ultimi decenni il divorzio è poi statisticamente aumentato in modo vertiginoso: chi sia nato negli anni ‘60 ricorderà che i genitori dei nostri compagni di scuola, tranne casi rari, erano tutti uniti in matrimonio e quelli divorziati erano veramente una rarità; ora, al contrario, la rarità sono le famiglie unite (conviventi o sposate) formate da genitori e loro figli.

Il divorzio, però, porta con sé un altro effetto inevitabile: lafamiglia si disfa, ma i figli che fine fanno?

Spesso, quando avviene un divorzio, i figli vengono usati come arma di ricatto, gli ex si parlano appena, non c’è possibilità di mantenere un rapporto civile anche per il bene dei figli; qualche volta, tuttavia, tra persone intelligenti e quando la separazione avviene in modo ragionevole il rapporto continua e, per il bene dei figli, nelle nuove famiglie che si creano, entrano a farne parte anche gli ex.

Si assiste così ad una e vera famiglia allargata, composta da 4 genitori con i figli nati in costanza di matrimonio edeventualmente con quelli nati al di fuori di questo.

In linea di massima sono personalmente favorevole ad un simile rapporto che non danneggia i minori, non danneggia le singole persone (particolarmente le donne che sono la parte più vessata e che ha più compiti da svolgere) e consente di avere, comunque, quattro persone anziché due che vigilano sui singoli ragazzi.

Non tutto è oro però ciò che luccica: quante neo-coppie entrano in crisi proprio perché ci sono i figli dell’uno o dell’altro? In alcuni casi il compagno o la compagna si sentono in dovere di occuparsi del figlio altrui rivestendo un ruolo che non compete, e non deve competere, loro né dal punto di vista economico né da quello affettivo. Ciò non toglie che occorra rispettare i figli del compagno o della compagna; se hanno l’età per comprendere potranno interagire meglio con la nuova coppia ma non devono essere considerati figli da chi non ne sia il genitore.

In altri casi, in modo opposto, il nuovo compagno (o compagna) agiranno come se il figlio altrui non esistesse ed anche in questo caso commettono un errore perché il figlio c’è, va considerato e rispettato e occorre agevolare il genitore evitando aut-aut nelle decisioni, vessandolo con frasi “Non abbiamo mai tempo per noi” o proponendo attività e viaggi che pongono il genitore in crisi perché rifiutando scontenta il partner ma accettando scontenta il figlio.

Come in ogni relazione occorre bandire l’egoismo, è necessarioporre un freno al proprio orgoglio e agire sempre a vantaggio dei minori che, proprio per questo, non possono difendersi da soli e necessitano che i loro diritti vengano comunque tutelati.

Nei Paesi del nord Europa la famiglia allargata è una realtà da molto tempo prima che nascesse in casa nostra, ma la realtà sociale di quei Paesi è sicuramente meno inficiata da gelosia, possessività e narcisismo patologico; si veda soltanto i recenti casi di femminicidio (nei primi cinque mesi del 2023 sono stati 45 a fronte di 129 omicidi complessivi; di questi 45, ben 37 sono stati commessi in ambito familiare o comunque da persone coinvolte affettivamente con la vittima.

E’ evidente che con una simile maglia nera, almeno nei Paesi cosiddetti civili, pensare che quando una coppia si scioglie la famiglia allargata sia la giusta conseguenza sembra quasi un’utopia ma è in questa direzione che tutti dobbiamo lavorare, non soltanto psicologi e sociologi, operatori delle Forze di Polizia, avvocati e magistrati. Ogni singola persona deve rendersi conto che occorre accantonare ogni desiderio di vendetta, ogni forma di rivalsa o l’utilizzo dei figli come arma di ricatto per poter ripartire tutti da zero o da ciò che di buono è rimasto della relazione terminata.

Un detto recita che nelle separazioni la colpa non è mai di uno solo.

Inoltre, chi abbia un minimo di conoscenza dell’ambiente carcerario sa che i detenuti per reati sessuali o contro le donne non vengono accolti col tappetino rosso o con cenni di stima (per usare un eufemismo): forse può aiutarvi a riflettere.

Sergio Motta

Attenzione agli standard severi

Ognuno di noi si pone degli obiettivi, nella vita intera come pure nel breve tempo, e mette in campo una serie di tecniche, di piani, di modalità per conseguirli.

Può essere l’acquisto di un appartamento, aumentare i propri redditi, ingrandire il giro di affari della propria azienda o, più semplicemente, programmare un viaggio a lungo raggio o organizzare la festa per l’anniversario di nozze.

E’ evidente come la differenza tra i vari obiettivi comporti un conseguente impegno diverso da un obiettivo ad un altro: acquistare un appartamento comporta disporre dei soldi, selezionare la zona, scegliere l’appartamento, predisporre il trasloco e valutare l’impatto sul lavoro della nuova destinazione; una festa per il proprio anniversario comporta sicuramente impegni meno onerosi sia finanziariamente che in termini di stress.

Occorre, tuttavia, valutare bene se si tratti di un obiettivo che, una volta raggiunto, non proseguirà nel tempo (la festa per l’anniversario, per esempio) o se darà luogo ad un cambiamento duraturo (l’appartamento) e valutare, con concretezza e umiltà, se sia un obiettivo raggiungibile e a quale costo o se sia preferibile rivedere i nostri progetti.

In un’epoca nella quale tutti vogliamo tutto, lo vogliamo in fretta, siamo stressati anche senza bisogno di aggiungere progetti o cause di stress e siamo in continua competizione con chi ci circonda, è evidente che porsi obiettivi di difficile conseguimento è sicuramente fonte di stress e di frustrazione quando ci si rende conto di non poterli raggiungere.

Molti di noi hanno, come forma mentis, il doversi sempre confrontare con i vicini o i colleghi o i conoscenti, lasciando che le aspirazioni ed i sogni nascano dall’apparenza più che da una conoscenza reale dei fatti: il mio vicino ha una casa lussuosa e fa l’impiegato? Chi sono io per non poterne avere una uguale?

Magari è un’eredità ma non ce lo ha detto, oppure l’ha comprata all’asta e dentro è tutta da ristrutturare o, più banalmente, è in affitto.

Il mio collega compra un’auto nuova, magari più grossa di quella precedente? Bene, comincio ad informarmi presso i concessionari per comprarne una anch’io; forse ad un’analisi più accurata scoprirei che è portatore di handicap ed ha diritto ad una riduzione dell’IVA (legge n. 104/1992) e magari altri sconti. Sono sicuro che pagherebbe volentieri il prezzo intero se potesse rinunciare all’handicap.

Il filosofo cinese Sun Tzu sosteneva che “Ciò che da valore alla guerra è la vittoria”; se ci si arrende il valore è nullo. Se la guerra è il nostro progetto per giungere ad un risultato e la vittoria è il raggiungimento dell’obiettivo, dobbiamo partecipare ad una guerra solo se siamo sicuri di poter vincere.

Sun Tzu, che oltre ad essere un filosofo era un militare, disse “Vincerà chi saprà quando combattere e quando evitarlo; chi saprà come gestire una forza sia superiore sia inferiore al nemico; vincerà chi al suo interno sarà animato dallo stesso spirito a prescindere dal rango; chi si preparerà adeguatamente e saprà cogliere l’avversario impreparato. Se conosci le tue capacità e quelle del nemico non dovrai temere l’esito di cento battaglie; se conosci te stesso, ma non il tuo avversario, per ogni vittoria subirai una sconfitta, ma se non conosci né la tua forza, né quella del rivale, perderai in ogni battaglia”. Sun Tzu nel VI sec. a.C. sicuramente non si poneva il problema di quale casa comprare e forse non era neppure sposato ma i suoi insegnamenti sono certamente applicabili alla realtà odierna. Oggi alcuni nostri obiettivi prendono il nome di “standard severi” e possono diventare, di fatto, una trappola.

Qual è il prezzo che dobbiamo pagare per raggiungere e mantenere quello standard? Siamo sicuri che gli sforzi (mentale, fisico, economico) messi in pista per raggiungere ciò che ci siamoprefissati non siano eccessivi? Che il nostro obiettivo sia raggiungibile anche se dovessimo rinunciare a qualcosa? In tal caso questa rinuncia sarebbe fattibile?

Il primo parametro da valutare è perché vogliamo raggiungere quello standard: reale necessità, voglia di migliorare, sfizio?  Poi, non da meno, per raggiungere l’obiettivo prefissato potrei dover rinunciare a qualcosa: ne vale la pena? Sono pronto a tale rinuncia? Sono sicuro che ciò che vorrei raggiungere sia realmente ciò che desidero o che mi serve?

Non stiamo evidentemente parlando di cose banali; prendetevi il tempo necessario, documentatevi ovunque sia possibile e con chiunque sia in grado di fornirvi pareri competenti e imparziali e poi rivalutate. Se ci credete ancora procedete, altrimenti non vergognatevi a ridimensionare il sogno o a modificare il vostro obiettivo.

Errare è umano, perseverare nell’errore è degli stolti.

Sergio Motta

Infoday, attacchi informatici: come proteggersi?

La Camera di commercio di Torino attraverso il suo PID – Punto Impresa Digitale, in collaborazione con Fondazione Piemonte Innova, offre alle pmi strumenti di analisi e di protezione dai rischi. Martedì 6 giugno un infoday on line per presentare tutti i servizi e scoprire come avvalersi gratuitamente dello strumento più evoluto – Cyber Exposure Index (CEI) – che normalmente è a pagamento.
Torino, 29 maggio 2023 – Quanto la tua impresa è vulnerabile ad attacchi dalla rete? Come misurare l’esposizione al rischio? Come tutelare la sicurezza dei dati? Quanto investire in cybersecurity? Con quali professionalità? Nell’ultimo anno è quadruplicato il numero di attacchi informatici verso le pmi: dal furto di credenziali e dalle truffe di phishing via e-mail fino agli attacchi contro gli endpoint. Tra le principali cause di questa aumentata vulnerabilità la scarsa percezione del rischio e le limitate risorse a disposizione. Per questo la Camera di commercio di Torino da quest’anno propone alle imprese torinesi una serie di servizi per approfondire il tema, rilevare eventuali rischi informatici e attivare efficaci strategie di difesa, anche attraverso consulenze personalizzate.
“La cybersecurity è oggi una priorità per le pmi, ma spesso manca una reale conoscenza dei rischi che si possono correre e dei danni economici che ne possono derivare – afferma Dario Gallina, Presidente della Camera di commercio di Torino. – Per questo mettiamo a disposizione delle pmi torinesi nuovi servizi dedicati a questo importante tema, per aumentare il livello di informazione e accrescere le competenze all’interno delle imprese, soprattutto le più piccole, perché proprio la consapevolezza rappresenta la prima arma di difesa”.
Il servizio, svolto nell’ambito delle attività del PID Punto Impresa Digitale prevede diversi strumenti di valutazione dei rischi informatici, accompagnati da azioni di formazione e successivamente di assistenza individuale sulle tematiche della cybersecurity. Il primo passo è la compilazione del PID Cyber Check, un test molto rapido di circa 30 domande che consente una prima auto-valutazione del livello di rischio di un attacco informatico. Il test è stato elaborato dalla rete camerale dei Punti Impresa Digitale con la collaborazione tecnica dell’Osservatorio di Cyber Security del CNR – Consiglio Nazionale delle Ricerche e del Competence Center START4.0. Il test è gratuito e può essere realizzato e ripetuto in qualsiasi momento dall’impresa, in completa autonomia; al termine produce un report personalizzato sui rischi e sui danni economici che l’impresa potrebbe subire da possibili attacchi.
Il secondo strumento a disposizione è il Cyber Exposure Index (CEI), uno strumento di assessment più evoluto che, attraverso un complesso algoritmo di estrazione e analisi dei dati sul web, verifica se e come i cybercriminali sono già entrati in possesso dei dati di un’impresa e quali informazioni hanno a disposizione per poterla attaccare. Il Cyber Exposure Index viene calcolato analizzando la “superficie web” dell’azienda, dal sito alla casella di posta aziendale, e scattando una foto esatta dell’impresa attraverso 3 fattori primari:
•     quantità dei servizi esposti su internet
•     elenco delle vulnerabilità potenziali sfruttabili dall’esterno (già note ai cybercriminali)
•     data leakage o “fughe di dati” relative ad utenze e password legate all’azienda.
Lo strumento prevede l’elaborazione di due report a distanza di sei mesi l’uno dall’altro, al fine di fornire un monitoraggio dell’andamento del rischio cyber a cui è sottoposta l’azienda nel tempo. La restituzione dei report alle imprese sarà effettuata dal PID in collaborazione con gli esperti della Fondazione Piemonte Innova e sarà una prima occasione per fornire alle imprese un supporto personalizzato sulle tematiche della cybersecurity.
Il Cyber Exposure Index prevede normalmente il pagamento ad Infocamere SCpA, il soggetto che eroga il servizio, di un contributo alle spese di euro 55 + iva, ma la Camera di commercio di Torino pubblicherà a breve, dalla metà di giugno, un bando per dare la possibilità a 50 imprese della provincia di ricevere gratuitamente il servizio.
 
Assistenza individuale
Il supporto personalizzato alle imprese sulle tematiche della cybersecurity sarà fornito, con la collaborazione degli esperti della Fondazione Piemonte Innova, alle imprese che avranno effettuato entrambi gli strumenti di valutazione del rischio sopra citati, PID Cyber Check e Cyber Exposure Index (CEI).
Infoday on line martedì 6 giugno 2023
Organizzato in collaborazione con Infocamere, Dintec e Fondazione Piemonte Innova, sarà l’occasione per illustrare in dettaglio i servizi del PID dedicati alla cybersecurity. Iscrizioni su www.to.camcom.it/cybersecurity-6-giugno

Nostalgia marketing. Il potere emozionale del passato

Quel desiderio che proviamo di rivivere eventi, luoghi ed emozioni appartenuti al passato e´  diventato fonte di ispirazione di efficaci strategie di marketing. La nostalgia e´ un sentimento potente che ci riconduce indietro nel tempo, crea il “dolore del ritorno”, ma  allo stesso tempo riporta alla mente momenti felici della nostra vita che vorremmo  rivivere. Luoghi, amici, situazioni, profumi si tramutano in immagini che innescano la voglia di ripercorrere il tempo in senso contrario.

Il Nostalgia Marketing nasce con l’obiettivo di far rivivere gusti, oggetti o anche film del passato. Carlo Meo, il primo che ne ha dato una definizione,  afferma che “il fatto di scavare nel passato per recuperare prodotti e ricordi dell’immaginario collettivo è una strategia sempre esistita”; anche se spesso il termine nostalgia riveste una connotazione negativa legata al rimpianto e alla sofferenza per l’impossibilita´ tornare indietro, le scienze di analisi di mercato riescono, con la complicita´di sapienti azioni di comunicazione, a ricavarne il lato positivo e sfruttarlo per potenziare l’effetto emozionale di un brand. Il passato talvolta ci manca, rappresenta un conforto, la certezza legata a valori e ad una qualita´ della vita  che sembrano sparite, un punto fermo rivestito di affetto che ci spinge a  dire “si stava meglio prima”. Il periodo che piu´ ci influenza ed imprime nella nostra memoria ricordi indelebili che si trasformano in nostalgia e´quello della infanzia e della adolescenza, le esperienze fatte durante quegli anni della nostra vita, infatti, sono fissate in maniera indelebile nella nostra mente e condizionano la direzione che prendera´ la nostra vita anche in fatto di gusti e preferenze.

Il mondo attuale, con tutti i suoi indiscutibili confort e innovazioni, talvolta crea confusione sia per la molteplicita´deglistimoli che produce, a volte difficili da comprendere e gestire, ma anche per il senso di instabilita´ che infonde a causa di crisi economico-sociali e  di eventi imprevedibili come la pandemia che  ha lasciato un grande senso di vulnerabilita´ e precarieta´.

Aggrapparsi al passato rappresenta un’ancora, l’illusione di poterlo rivivere e´una modalita´ di ormeggio che offre una consistente sensazione di sicurezza.

Qualche esempio di Nostalgia Marketing, detta anche “strappalacrime” o retro´?

Il recupero della macchina fotografica Polaroid che con la sua stampa istantanea produce emozioni e ricrea una un passato capace di competere con le moderne tecnologie e poi importanti brand come Coca Cola, Casio o H&M che periodicamente mettono sul mercato oggetti dal sapore vintage, Netflix che produce serie di grande successo come Strange Things ambientata negli anni ’80.

Questi revival studiati con grande attenzione sono in grado di mettere in atto dei bias cognitivi, distorsioni della mente, per cui i ricordi positivi prevalgono su quelli negativi, un fenomeno psicologico chiamato anche “retrospettiva rosea”, e rappresentano un investimento sicuro considerato il grande successo che riscuotono, una sorta di vincere facile del marketing.

Il futuro è un mondo di brand e prodotti che recuperano il meglio del passato combinandolo con le nuove esigenze di consumo.

CON TESTI, letture inclusive per l’infanzia

Prende il via in questi giorni a Torino il progetto culturale CON TESTI, nato per promuovere la lettura come mediatore di inclusione a supporto dell’infanzia e della genitorialità. Il progetto consolida il patto per la lettura della città; l’idea che sta alla base di CON TESTI è che tutti i bambini di età compresa fra 0 e 6 anni, anche e soprattutto i bambini più fragili, siano partecipi della cultura e abbiano accesso ai libri.

In questi giorni si inaugurano dodici scaffali di libri inclusivi in giro per la città: nei consultori, nei presidi sanitari, nei musei, nelle biblioteche. Sono in programma letture diffuse in piazze e parchi, ricorso ai libri per i piccolissimi anche nelle sedi della salute e nei musei.

La vera novità di CON TESTI è che nasce da una retedi soggetti, anche molto diversi tra loro, impegnati nell’accoglienza dei bambini da 0 a 6 anni – con particolare attenzione ai soggetti fragili e svantaggiati – mettendo al centro la famiglia.

La rete è unita dall’obiettivo comune di credere fortemente nell’idea che libri e letture siano motori di processi di comunità inclusive. CON TESTI è promosso dalla Fondazione Paideia, insieme a ASL Città di Torino con la Casa della Salute dei Bambini e dei Ragazzi, Associazione Abbonamento Musei, CCW Cultural Welfare Center, Comune di Torino con le Biblioteche Civiche Torinesi e TorinoReteLibri Piemonte. L’attività progettuale, in programma da marzo 2023 a marzo 2024, è realizzata con il finanziamento del Centro per il libro e la lettura.

La lettura non compete solo alle sedi della cultura, ma anche ai luoghi di cura e sostegno sociale; CON TESTI vuole quindi contaminare spazi di incontro con buone prassi di inclusione. I poco meno di 2500 libri distribuiti in città saranno gli strumenti dell’inclusione. Le voci delle tante e diverse figure educative (genitori, operatori sanitari, bibliotecari, educatori, docenti, volontari) diventeranno gli amplificatori di un’idea di comunità in cui tutti i bambini sono protagonisti della cultura.

CON TESTI nasce per i bambini le famiglie e per la città, grazie ai tanti partner che, pur con competenze e missioni differenti, si sono uniti per lo stesso scopo:abbattere le barriere e fare della lettura un veicolo di inclusività, oltre i limiti della lingua, della comprensione e della comunicazione.  I libri sono tradotti in simboli della Comunicazione Aumentativa Alternativa dalla Bottega Editoriale Paideia e stampati in modo indipendente, contengono pagine gioco interattive, testi funzionali alla lettura multimodale, silent book, di sole illustrazioni…

CON TESTI svilupperà un importante piano di azioni di rete nel quartiere Vallette, dove c’è carenza di risorse per la lettura; non possono esserci bambini lontani da occasioni di crescita culturale.

CON TESTI ha prospettiva e futuro, perché gli stessi partner sono già al lavoro, nella condivisione degli stessi valori e intenti, su un’altra progettualità: NUTRIRSI DI CULTURA, sostenuto dalla Fondazione Compagnia di San Paolo nell’ambito del bando “Cultura per Crescere”.

Da anni investiamo per rendere la lettura sempre più accessibile a tutti – racconta Fabrizio Serra, Segretario Generale della Fondazione Paideiae questa progettualità rafforza il nostro ruolo, in sinergia con tutti i partner coinvolti. Il finanziamento del Centro per il libro e la lettura ci permetterà di consolidare le azioni già in parte sperimentate in questi anni, allargando le attività e le proposte a un pubblico più ampio, in modo che la lettura possa essere sempre di più uno spazio inclusivo per tutti i bambini e per le loro famiglie.”

Il progetto prevede la pianificazione e la realizzazione di azioni di comunicazione mirate di CON TESTI, che verranno raccontate nei prossimi mesi sui canali della Fondazione Paideia (www.fondazionepaideia.it) e su quelli dei partner aderenti.