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Da Poli e Università un progetto per accelerare la ripartenza dopo Covid 19

Coordinati dal Politecnico e dagli altri Atenei Piemontesi, cinque gruppi di lavoro elaboreranno proposte su strumenti e procedure per una ripresa in sicurezza delle attività lavorative. Il primo rapporto tra pochi giorni

 

 Il tema della ripartenza delle attività produttive nella attuale emergenza COVID19 è sempre più all’ordine del giorno dell’agenda politica e dei media: un aspetto che presenta elementi di grande complessità proprio per l’eccezionalità della situazione che si troveranno a fronteggiare sia gli imprenditori che gli stessi lavoratori. La riapertura dovrà basarsi infatti su misure condivise tra lavoratori e imprese, che tutelino da una parte la piena sicurezza dei lavoratori nei termini di rischio di contrarre il virus nel loro posto di lavoro e nei necessari spostamenti dalle loro case a fabbriche e uffici, e dall’altra garantiscano agli imprenditori la fattibilità e sostenibilità economica di tali misure.

Il Politecnico di Torino ha dato il via, insieme ad esperti tecnico-scientifici delle università piemontesi e di altre università e centri di ricerca, anche indicati dalle parti sociali e dal sistema delle imprese, ad un progetto che possa fornire un quadro di riferimento scientifico e tecnologico volto a minimizzare le probabilità di contagio tra persone che non presentano sintomi, così da consentire un rientro controllato ma pronto sui luoghi di lavoro e di aggregazione sociale, non appena i dati epidemiologici lo consentiranno.

“Siamo convinti che la massima protezione delle persone nel loro luogo di lavoro sia tanto imprescindibile quanto una rapida riapertura delle attività economiche del Paese”, spiega il Rettore Guido Saracco: “La riapertura sarà un elemento chiave per la competitività delle aziende italiane, se non per la loro stessa sopravvivenza, specialmente nel caso delle piccole e medie imprese”. Proprio in quest’ultima prospettiva, le linee guida e prassi definite dovranno abbinare alla garanzia del conseguimento di un efficace controllo dei rischi di contagio, la praticabilità tecnica ed economica in tempi rapidi a qualsiasi stadio delle filiere produttive, dalle piccole alle grandi imprese.

L’obiettivo del progetto è, nel concreto, di delineare le indicazioni contenute nel Protocollo condiviso di regolamentazione delle misure per il contrasto e il contenimento della diffusione del virus Covid-19 negli ambienti di lavoro – sottoscritto dal Primo Ministro e dai Ministri competenti in materia in data 14 marzo 2020 – in prassi e metodologie applicative che possano favorire una rapida implementazione nei contesti di riferimento. Si parla quindi di luoghi di lavoro non aperti al pubblico (aziende manifatturiere, magazzini), teatri e altri luoghi di aggregazione sociale con biglietto nominativo ed esercizi commerciali, aeroporti, cinematografi e altri luoghi ad accesso libero o comunque non completamente tracciato.

La necessità di impostare rigorosamente tali procedure è data alla prospettiva temporale nella quale sarà necessario applicarle, che dipenderà dalla durata dell’emergenza sanitaria e che oggi alcuni esperti prevedono non sarà inferiore a un anno (cioè il tempo minimo necessario per la disponibilità di un eventuale vaccino).

Sono quindi al lavoro cinque gruppi operativi, composti da docenti e personale del Politecnico e degli altri Atenei piemontesi, insieme a decine di soggetti qualificati pubblici e privati che hanno voluto aderire all’iniziativa, con il compito di predisporre analisi e proporre strumenti e procedure in altrettanti campi di interesse: valutazione e mitigazione del rischio di contagio nei mezzi di trasporto e nei luoghi lavorativi; definizione di politiche di welfare e di gestione della privacy dei lavoratori, che per le caratteristiche del virus COVID19 dovranno con ogni probabilità essere trattati diversamente in base alla loro età e stato di salute; definizione di adeguati protocolli e strumenti di informazione e formazione dei lavoratori, ad ogni livello (operai, quadri, manager, ecc.); definizione di adeguate misure di supporto economico e logistico alle imprese per il loro adeguamento alle prescrizioni per il contenimento del rischio di contagio; convalida della resilienza delle misure, prescrizioni e protocolli definiti dai tavoli di lavoro sopra citati, nella loro applicazione rispetto ad alcune aziende esemplari di diversi settori produttivi, merceologici, commerciali selezionate anche in modo da coprire dimensioni di organico variabili da piccole a grandi imprese.

L’obiettivo è di fornire in tempi molto brevi, entro 10 giorni dal 3 aprile scorso, un rapporto che possa supportare i decisori politici e l’Istituto Superiore di Sanità, insieme all’analisi del quadro epidemiologico aggiornato, nella definizione di strumenti tecnologici e scientifici per accelerare la ripartenza del nostro sistema economico produttivo nel suo complesso: “In questo momento di grande difficoltà, ci siamo messi, con le altre università del territorio ,a disposizione del sistema produttivo del nostro Paese, che il nostro Ateneo ha contribuito storicamente a far crescere e a innovare, perché siamo convinti che la ripartenza debba essere progettata al più presto e nella piena sicurezza deli lavoratori, mettendo a sistema tutte le conoscenze disponibili”, conclude il Rettore Guido Saracco.

Lotta senza sosta per combattere il virus nei dormitori torinesi

Ieri in consiglio comunale è intervenuta su  richiesta delle consigliere Eleonora Artesio (Torino in Comune) e Federica Scanderebech (Rinascita Torino)   la vicesindaca e assessora al Welfare Sonia Schellino per fornire comunicazioni in merito alla situazione dei dormitori torinesi durante l’emergenza sanitaria Covid-19

L’assessora ha spiegato che negli ultimi giorni sono incrementati i casi di ospiti con sintomatologia da Covid-19 e si è quindi proceduto a valutare l’estensione dei servizi di accoglienza in nuovi spazi.

Lo scorso 3 aprile è stata allertata l’Unità di crisi regionale, che il giorno successivo ha poi effettuato un sopralluogo negli spazi di via Reiss Romoliconcordando l’installazione di un presidio esterno gestito dalla cooperativa, con l’assistenza della Croce Rossa e della Polizia Municipale. Tutto ciò in attesa di ulteriori direttive dell’Unità di crisi regionale, che poi ha stabilito l’acquisizione di 120 posti al Maria Adelaide e al Padiglione 5 di Torino Esposizioni.

I dormitori sono servizi pubblici essenziali – ha ricordato Schellino – e sin dall’inizio dell’emergenza sono rimasti aperti. Solo con la Circolare sui Servizi Sociali del 27 marzo 2020 (paragrafo 4) vengono però citati i servizi per persone senza fissa dimora, stabilendo che non devono essere interrotti, mentre l’assessora regionale Caucino – ha aggiunto – sta elaborando delle linee guida per il Piemonte.

Sono attive 19 strutture con 580 posti, oltre 100 posti disponibili in piazza d’Armi e ad alloggi d’autonomia (32 posti). Sono nove i dormitori gestiti dal terzo settore con il contributo della Città, dieci le strutture della Città date in appalto o concessione.

Utilizzando i contributi del Piano di inclusione sociale, abbiamo rafforzato servizi e interventi, d’intesa con rete gestori e volontariato, abbiamo acquistato dpi adeguati e altri ne abbiamo chiesti alla Protezione Civile e non è mai stato mandato via alcun ospite – ha affermato la vicesindaca.

È stata chiuso il dormitorio gestito da Bartolomeo & C, i cui ospiti sono stati riassorbiti da altre strutture, mentre è stata prorogata per tutto il mese di aprile l’apertura del sito in piazza d’Armi e sono stati attivati ulteriori spazi in via Ghedini 6 e piazza Massaua 18 (per 33 posti aggiuntivi), così da permettere un maggiore distanziamento negli altri dormitori.

È stato inoltre chiesto ai gestori di prevedere una chiusura di sole 4 ore al giorno degli spazi, necessarie per la sanificazione quotidiana degli spazi.

Sono state attivata procedure di accesso di pre-triage per tutti gli ospiti e procedure da attuare in caso di positività.

Il dibattito in Consiglio comunale

Eleonora Artesio (Torino in Comune): Sono insoddisfatta per le modalità di intervento adottate. Si tratta di competenze socio-assistenziali della Città e non mi pare si sia proceduto con la tempestività necessaria. Già il 13 marzo in Conferenza dei Capigruppo avevo sottolineato criticità relative al distanziamento nei dormitori. Sono delusa dalla mancata tempestività della Città.

Francesco Tresso (Lista Civica per Torino): Le misure sono state prese con ritardo evidente e i numeri forniti dall’assessora non sono gli stessi forniti dai media. Ci si è mossi solo dopo disposizioni regionali. Bisognava partire prima per individuare nuove strutture ricettive! Si è preferito aspettare indicazioni di altri organi… Si è agito in ritardo, senza ascoltare i segnali, dati per tempo.

Federica Scanderebech (Rinascita Torino): Quanti casi di positività ci sono e quanti tamponi sono stati fatti a ospiti e personale? Quante persone sono ora in quarantena?

Elide Tisi (PD): Era evidente da subito come le strutture per persone senza fissa dimora fossero a forte rischio, ospitando persone fragili dal punto di vista sanitario. Il distanziamento è difficile nei dormitori. Occorreva pensare da subito a strutture aperte h24. Come le Rsa, anche i dormitori devono essere soggetti a monitoraggio sanitario tempestivo, per la sicurezza dei frequentatori e degli operatori che di loro si occupano.

Deborah Montalbano (DemA): Già da metà marzo, con la collega Artesio, avevo chiesto che si aprissero alcune nuove strutture per accogliere i senza fissa dimora, a tutela loro e degli operatori. Si poteva verificare la disponibilità di caserme o di strutture in dismissione, istituendo presidi sanitari permanenti. Non è stato fatto: sostenere che si aspettano linee guida da Ministero e Regione non esime dalle proprie responsabilità. Se chi non ha casa è abbandonato a se stesso, è una sconfitta per tutti.

Marina Pollicino (Con.Ci.): È vero che quattro persone senza fissa dimora portate in una struttura ospedaliera, sono poi ritornate in dormitorio in autobus? Si mette a rischio tutta la cittadinanza.

Al termine del dibattito, ha ripreso la parola la vicesindaca Schellino, che ha ringraziato la consigliera Pollicino per la domanda, confermando il caso avvenuto: “Si tratta di una popolazione di persone fragilicon difficoltà, da proteggere, che hanno bisogno di accompagnamento”. Per non farli uscire dagli spazi ci va un’ordinanza sanitaria di obbligo di dimora che stabilisce che una persona è infetta e deve dimorare in uno spazio chiuso, che non può essere un dormitorio – ha spiegato l’assessora. Per questo Prefettura e Unità di crisi regionale hanno aperto ulteriori strutture con spazi il più possibile isolati, così come chiesto dalla Città – ha aggiunto.

La competenza su sanità – ha poi precisato – e sulla tutela delle persone infette spetta alla sanità piemontese.

La stecca

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PAROLE ROSSE di Roberto Placido /  Naturalmente non è quella da biliardo, e nemmeno quella che lasciava chi aveva finito il servizio militare, altri tempi, ma quella che prende un’artista durante un’esecuzione. Dispiace che a prenderla, attraverso le sigle sindacali, siano i dipendenti e, sembra, principalmente i maestri, della più grande fabbrica di cultura della città di Torino e della regione Piemonte.

E sì, con i suoi quasi quattrocento dipendenti, oltre trecento a tempo indeterminato, più di cinquanta a tempo determinato e diversi collaboratori, sono numeri da grande azienda. Azienda speciale, culturale, una vera e propria fabbrica di cultura non solo artistica e musicale ma anche di scenografie e di sartoria. Meritorio, come tante altre realtà italiane, il lavoro delle sarte del Regio nel produrre mascherine, il bene di prima necessità di questo sciagurato momento che stiamo vivendo. Dopo la lunga parentesi alla sovrintendenza del Teatro Regio di Torino di Valter Vergnano e la breve, negativa e chiacchierata, di William Graziosi, è arrivato l’ex direttore artistico del teatro An der Wien di Vienna, Sebastian Schwarz. Sicuramente nel bando di selezione non c’era la situazione dei conti del nostro teatro lirico, ne’ di quelli passati e nemmeno di quelli recenti. A complicare la situazione, come si usa dire “piove sul bagnato” il blocco del cartellone e delle attività determinato dal Corona Virus. Così Schwarz, nell’assenza del Presidente del Consiglio d’indirizzo della Fondazione Teatro Regio di Torino, per statuto è il Sindaco della città, -che ancora una volta si segnala nel defilarsi da qualsiasi situazione difficile o impegnativa-, ha incominciato a cercare le risorse per evitare il tracollo, in attesa che si arrivi a sapere, intendo ufficialmente, l’ammontare esatto dei conti del Teatro, quei due milioni e mezzo di euro necessari.

Gli interlocutori naturali ed obbligati le fondazioni bancarie, la vera cassaforte, i veri padroni, e qualcuno ne è anche convinto comportandosi in tal senso, non solo dell’esangue se non moribonda cultura torinese ma anche di molto altro. Difficile districarsi nel contratto delle fondazioni liriche, che a detta dei bene informati è tra i migliori, in senso di garanzie per i lavoratori, del mondo dello spettacolo, e legittimo proporre in alternativa ferie non godute un po’ meno comprensibile proporre la realizzazione di una rassegna estiva in queste condizioni. Mi hanno spiegato anche la differenza tra stipendio base e i vari aspetti accessori del salario legato a spettacoli e rappresentazioni e ad altri aspetti ma onestamente, me ne dispiace, faccio fatica a capirli ed a condividerli. Vuol dire non capire lo stato di salute dell’ente lirico, il discorso sulle responsabilità lungo ed annoso, il momento che stiamo attraversando. In un paese che prova a garantire altri lavoratori, le partite iva, con seicento euro al mese, quelli in “nero”, che non hanno garanzie, con cifre simili, i senza reddito con buoni acquisto e di cittadini ed associazioni che si inventano i “panieri sospesi” per i disperati e si potrebbe continuare. La sinistra, i lavoratori, hanno sempre avuto tra i propri valori la solidarietà, l’attenzione verso gli ultimi ed io, a meno che non mi convincano con argomenti forti, nel rifiuto da parte dei lavoratori del Regio della richiesta di cassa integrazione, in questo momento attesa, sperata da milioni di altri lavoratori precari e non garantiti, non ritrovo più quei valori.

Cambiare per non morire

Sembra che continuiamo a vivere nel nostro egoismo, nel nostro individualismo, nella nostra psicosi.

Critichiamo se la gente esce di casa, ma non pensiamo di dare una mano al nostro prossimo…

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Cambiare per non morire

 

Un aiuto ai senzatetto, la sindaca: “Nuovi spazi per l’accoglienza”

“È in momenti di emergenza come questo che le persone più fragili non devono essere lasciate indietro”. Lo afferma su facebook la sindaca Chiara Appendino

“Se ciò che per la maggior parte di noi era normale diventa difficile, per chi è più debole, ciò che era già difficile diventa impossibile”, aggiunge la prima cittadina di Torino.

“Il pensiero va alle persone senza fissa dimora: è necessaria la ricerca di nuovi spazi straordinari per i servizi di accoglienza a loro riservati. Per questo motivo domenica, come Città di Torino, abbiamo partecipato a una riunione con l’Unità di Crisi e la Prefettura per fare il punto sulla problematica dei dormitori e coordinare un percorso di intervento condiviso.

Nell’immediato sono state individuate due strutture, dove sono già iniziati i necessari sopralluoghi tecnici, per l’allestimento di due ulteriori punti di accoglienza rispettivamente, nel V° Padiglione di Torino Esposizioni e, per i casi con maggiori criticità, nell’ex Ospedale Maria Adelaide”.

Conclude la sindaca: “Per l’ulteriore messa a punto del progetto saranno coinvolte nei prossimi giorni anche le associazioni Confcooperative e Legacoop che hanno già offerto la loro collaborazione. Parallelamente la Regione Piemonte sta predisponendo delle linee guida su come proseguire e garantire, in questa fase di emergenza, il regolare servizio di accoglienza delle persone senza dimora. Andremo avanti con ogni sforzo condiviso possibile affinché la nostra comunità rimanga unita e nessuno rimanga escluso”.

Poesie e racconti dei soci Unitre ai tempi del coronavirus

Tenere in esercizio mente e fisico, stando a casa. Questo è l’obiettivo che si è data l’Unitre Torino, invitando i suoi soci a tenersi attivi e mantenere i rapporti coi docenti degli oltre 180 corsi di quest’anno

L’Unitre Torino ha inoltre lanciato la proposta di condividere emozioni, difficoltà e impressioni sull’attuale periodo delicato. Sensazioni, stati d’animo e suggestioni su quello che sta accadendo e sugli effetti che potrà avere sulla nostra vita e sulla collettività potranno essere descritte attraverso racconti o poesie, fotografie, disegni o dipinti.

Verrà istituito un Concorso-Premio per opere espressione di arti grafico-figurative e letterarie sul tema “La vita ai tempi del coronavirus”, cui verrà dedicata anche una giornata celebrativa una volta tornati alla normalità. Tutte le informazioni per prendere parte al concorso verranno pubblicate sul sito dell’Unitre Torino. La partecipazione è riservata ai soci ed è a titolo gratuito.

 

(foto archivio)

Coronavirus: ora e sempre Resistenza!

Appello alle italiane e agli italiani, di ogni origine etnica, religione, età ed orientamento sessuale. E’ l’ora della Resistenza!

Abbiamo superato la fase di Shock, quella di Panico, e la Luna di Miele con i Flashmob. Adesso siamo in piena fase di Lutto.

Il Lutto è un meccanismo complesso fatto di varie fasi in questo ordine: Negazione, Rabbia, Frustrazione, Contrattazione, Depressione, Tristezza, Accettazione, Perdono, Ricerca di nuovo senso, Serenità.

In che fase siete?

Il Lutto durerà probabilmente dai 2 ai 6 mesi e non possiamo evitarlo, ma potrebbe essere complicato da altri fenomeni.

Adesso siamo, ad esempio, nella fase in cui sentiamo lo Stress patologico per la Quarantena.

Lo Stress patologico è un meccanismo complesso che implica l’attivazione di Ormoni come il Cortisolo, il cui picco notturno causa insonnia dopo circa tre ore di sonno.

L’insonnia a cascata può aumentare irritabilità, condizioni psicotiche, violenza domestica, azioni autolesioniste, distrazione, senso di vuoto, ansia-depressione.

Possono comparire anche attacchi di Panico durante il giorno come effetto dello Stress.

Lo Stress continuativo e la radicale modifica dello Stile di Vita, senza prospettive oggettive di miglioramento, hanno bisogno di una forte Resistenza, che in psicologia chiamiamo “Resilienza”, ossia della capacità di opporsi ai sintomi negativi, trovando soluzioni emotive e razionali creative e pragmatiche, in modo da adattarsi alle nuove condizioni di vita.

La RESISTENZA non significa in nessun caso la NEGAZIONE del problema emotivo-comportamentale, che anzi è un sintomo grave, e neanche la CONTRATTAZIONE della soluzione in autonomia eroica (ce la farò a fare tutto se.), ma neanche la PROIEZIONE del problema (Non dipende da me ma da. Non è colpa mia).

La RESILIENZA è la capacità di CHIEDERE e DARE AIUTO in uno SCAMBIO CONTINUO tra il dare e avere, di emozioni, comportamenti, azioni pragmatiche, fatti, strutture ecc.

Bisogna capire a quali emozioni e azioni positive legarsi per fare RESISTENZA ed ottenere la RESILIENZA; bisogna capire che bisogna CHIEDERE AIUTO, senza vergognarsi, telefonicamente o in videochat con psicologi, psicoterapeuti o psichiatri.

Noi sappiamo anche dagli studi di Neuropsicologia che possiamo fare riferimento a sette sistemi emotivi/cognitivi di base:

1) il sistema della RICERCA, del desiderio e dell’euforia, legato alla dopamina.
2) il sistema della RABBIA e della dominanza, legato al testosterone e alla serotonina.
3) il sistema della PAURA e dell’ansia, legato al cortisolo.
4) il sistema della SESSUALITÀ e della brama, legato agli ormoni sessuali.
5) il sistema della CURA e dell’amorevolezza, legato all’ossitocina.
6) il sistema della TRISTEZZA, del panico e della solitudine affettiva, legati all’assenza di CURA.
7) il sistema del GIOCO, della fantasia e della gioia, legati alla dopamina e all’endorfina.

Voi a quale di queste emozioni vi agganciate quando scrivete un post online, fate una videochiamata o parlate con qualcuno con cui convivete?

Vivete in solitudine? La casa è grande abbastanza? Avete almeno una finestra che guardi il sole?

Ci sono molti elementi strutturali, alcuni dei quali non possiamo cambiare, ma che dobbiamo capire come modificare lentamente per ottenere ad esempio più ore di sole.

Il Sole è il principale anti-depressivo naturale.

Fare attività fisica a casa è il secondo elemento strutturale contro lo Stress.

Per condizioni di eccesso di ognuna delle emozioni gravi, quali irritabilità, insonnia, attacchi di panico, depressione, idee fisse contro se stessi, aggressione ad altri, bisogna saper chiedere AIUTO.

E’ importante anche ACCETTARE AIUTO su segnalazione di un/una convivente o da una persona online o in videochiamata, quando non si hanno altre possibilità.

Non siamo sempre in grado a causa dello Stress di valutare noi stessi/stesse.

Sarebbe utile un investimento del Governo o delle Regioni per ottenere un sistema di software con algoritmi passivi e fenotipizzazione emotiva, per poter trovare da segnali indiretti tutte le persone a rischio di suicidio o violenza domestica e attivare in automatico il 112 e il 118. Le Università hanno la possibilità di collaborare, ma occorrono investimenti economici, strutturali e di personale specializzato, come la Polizia Postale ed Informatica.

Come psichiatra vi consiglio di usare MELATONINA se avete il risveglio dopo tre ore di sonno, ma soprattutto di SOSPENDERE Caffè, Tè, Coca Cola, Red Bull, Sigarette, perché tutte queste sono sostanze eccitanti che aumentano il Cortisolo e peggiorano lo Stress. Questo consiglio lo possono seguire tutti i lettori e le lettrici.

Vi ricordo di NON PRENDERE FARMACI di testa vostra, ma solo su indicazione medica.

EVITATE soprattutto Psicofarmaci, Antidolorifici, Antinfiammatori, Antibiotici, di testa vostra.
Prendeteli SOLO su indicazione medica.

L’insonnia iniziale, cioè l’incapacità di prendere sonno del tutto, è completamente diversa dall’insonnia da Cortisolo. Neanche questa si cura con le benzodiazepine, che possono produrre tossicomania, ma con Triazolam o Zolpidem, purché sempre e solo su indicazione medica.

Se state già assumendo psicofarmaci, dovete parlare subito col vostro psichiatra, telefonicamente o in videochat.

La Resilienza è anche fare leggere ad altri questi consigli.

CE LA FAREMO

Manlio Converti
Psichiatra

 

Un’idea per il commercio: “mini credit” per la ripresa

Un’iniziativa a sostegno dei commercianti torinesi per facilitarne la ripresa post emergenza Covid 19. Ne parliamo con il suo ideatore, l’avvocato torinese Simone Morabito

 

Se in Cina la produzione industriale, nei primi due mesi dell’anno, ha registrato una contrazione del 13.5%, rispetto allo stesso periodo del 2019, dovuta all’emergenza Covid 19, l’agenzia di rating Moody’s avverte che l’economia italiana è,  er la medesima emergenza, in recessione e stima una contrazione per l’economia del -0,7%. La Commissione europea avanza previsioni più  negative, aspettandosi per l’anno in corso una contrazione dell’1%. Risultano, così, assolutamente, indispensabili iniziative atte a facilitare la ripresa economica soprattutto a livello locale, a favore dei soggetti di piccole e medie dimensioni.

“Sono oggi più che mai preziose tutte quelle iniziative – spiega l’avvocato Simone Morabito –  che possano costituire un volano per la ripresa dell’economia torinese, una volta che sarà terminata l’emergenza sanitaria provocata dal Coronavirus.

Lo strumento che, come Studio associato, abbiamo diffuso sia in Italia sia all’estero (a Torino anche in favore dell’Associazione Commercianti di piazza Statuto), consiste nel far circolare tra i propri contatti dei buoni – garantiti dal medesimo commerciante – sull’esempio dei “Bond” dei locali commerciali di New York, per un importo determinato (da 50, 100, 150, 200 euro ed oltre) che vengano pagati ora attraverso bonifico o altre soluzioni agili come Satispay, e capaci di dare diritto all’acquisto, nei corrispettivi negozi, di beni del valore indicato nel buono, maggiorato del 25%”.

“Ho chiamato questi buoni “Mini Credit” – prosegue l’avvocato Morabito – Per capirne la portata faccio un esempio: un cliente acquista, in uno degli esercizi commerciali aderenti, un Mini Credit da euro 75,00 che potrà utilizzare più avanti,  comprando per euro 100,00. Questo strumento va incontro a quei commercianti che non hanno ancora implementato servizi di e-commerce e che, pertanto, allo stato attuale, non possono essere attivi sul mercato, vuoi per limiti tecnici o per imposizioni legislative”.

“Ritengo che questo progetto – aggiunge l’avvocato Morabito – possa diventare uno strumento  estremamente prezioso per facilitare la fase di ripresa economica post emergenza Covid 19, con una duplice ricaduta positiva. Da un lato, infatti, sarà in grado di dare respiro, già da ora, ai commercianti che stanno soffrendo in seguito alla chiusura delle proprie attività (ottenendo immediata liquidità), dall’altro lato coloro i quali acquisteranno i buoni saranno poi invogliati ad utilizzarli, una volta terminata la crisi sanitaria e riaperti gli esercizi commerciali, godendo del valore superiore del Mini Credit rispetto a quanto effettivamente speso, potendo così aiutare la ripresa economica della nostra città “.

 

simone.morabito@studiomorabito.eu

 

In preghiera davanti alla Sindone: diretta tv e social sabato 11 aprile

Nel «giorno della Sindone», il Sabato Santo, l’Arcivescovo di Torino, Custode pontificio, sarà a pregare davanti alla Sindone, nella cappella dove il Telo è custodito

Il prossimo 11 aprile alle 17 mons. Nosiglia guida dalla Cattedrale una liturgia di preghiera e contemplazione, trasmessa sia in diretta televisiva sia sui canali e le piattaforme social. Al termine della diretta tv, sui social il dialogo e la riflessione continueranno con l’intervento di esperti e voci di «testimoni» del momento che stiamo vivendo. La piattaforma social è realizzata con il contributo della Regione Piemonte. La regia delle immagini è a cura dell’équipe di Pastorale Giovanile della diocesi di Torino, che sta preparando l’incontro europeo dei giovani di Taizé previsto per il prossimo dicembre 2020 (E anche in quell’occasione sarà offerta ai giovani l’opportunità di contemplare il Telo; la Città di Torino ha già avviato una collaborazione con la diocesi e la Comunità di Taizé per l’organizzazione dell’incontro).

Un segno di speranza

La preghiera davanti alla Sindone è, per la Chiesa, un modo per ricordare nella liturgia il Cristo morto, in attesa della risurrezione di Pasqua. Ma è anche, in questi giorni, la strada efficace per raccogliersi tutti, credenti e non, in una riflessione di fronte alla pandemia che sconvolge le nostre vite. La  Sindone ci offre  un messaggio di speranza che parte della passione e morte  del Signore ma  che diventa fonte della vita nuova offerta a chiunque crede. Una speranza che ci è tanto più necessaria oggi, di fronte ai lutti e alle sofferenze provocate in tutto il mondo dal contagio. L’amore  che ci manifesta la Sindone ci sostiene nel credere che alla fine la luce vincerà le tenebre dello scoraggiamento e delle paure e la vita vincerà  la morte e ogni altro male che assilla l’umanità.

Una ostensione «nuova»

Non si tratterà di una ostensione come quelle del passato. La Sindone rimane nella teca in cui è custodita normalmente ma sarà possibile contemplarla attraverso le immagini televisive. I precedenti più immediati (con malati e giovani nel 2013, con i giovani nel 2018) si sono svolti con modalità leggermente diverse. Nella speciale preghiera dell’11 aprile prossimo una novità assoluta è rappresentata dalla «diretta social» che si propone di coinvolgere… tutto il mondo, perché la Sindone è davvero un «segno globale» e le piattaforme che renderanno disponibili la diretta possono raggiungere l’intero pianeta.

Nei prossimi giorni forniremo informazioni dettagliate sui canali tv e sugli indirizzi web attraverso cui sarà possibile seguire in diretta la preghiera davanti alla Sindone.

E intanto la Cina si espande in Africa…

L’Africa è lontana, vista dalla luna

COMMENTARII /Di Augusto Grandi

Il compianto Sergio Endrigo ha probabilmente delle gravi responsabilità nella formazione di Giggino Di Maio. La canzone si intitola “Perché non dormi fratello” e l’incredibile ministro degli Esteri deve averlo preso in parola. Dorme e sogna un’Africa molto ma molto lontana. Non si risveglia neppure quando la sua collega Lamorgese lascia sbarcare centinaia di migranti partiti dalle coste africane, vicine, molto vicine. Senza mascherine, senza le distanze di sicurezza, senza controlli, senza blocchi riservati ai bambini a passeggio…

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