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Cronache dalle giornate del coronavirus

Dai, in fondo, siamo  un grande popolo. Almeno nella sua maggioranza. Vince la nostra proverbiale fantasia. Mista ad internet ed il gioco è fatto

Istruttori di Palestre Torino organizzano via web lezioni di Fitness. Singoli in singole case diventano un gruppo. Un’ ora tutto di un fiato. Già, come si dice mens sana in corpore sano. Chi può continua a lavorare da casa e organizzandosi grandi letture. Poi c’è il bibliotecario che legge fiabe ai bambini. Addirittura manifestazioni con punto di concentramento il proprio balcone.

Fa bene allo spirito e all anima. Bello. Giovedì mia figlia rientra da Roma dove studia. La vado a prendere a Caselle e vengo fermato dalla polizia. Gentilissimi leggono la autocertificazione e verificando gli orari di partenza e di arrivo dell’aereo.

Sempre a più di un metro di distanza. 15 minuti e firmo il verbale. Diverso da quel signore fermato alle due di notte in Barriera di Milano. Stava cercando una prostituta per le sue esigenze sessuali. Non essendo in uno stato di necessità è stato arrestato e multato. Giustappunto non tutti i mali vengono per nuocere. Spaccio di droga azzerato in Barriera con chiusura di vendita alcolici: il sospetto è che non vendessero solo liquori. Infine le piccole cose di pessimo gusto.

La maggioranza pentastellata si oppone ed impone all’Appendino di non ridurre l’attività del consiglio comunale. Motivo i gettoni di presenza? Infine, ancora, sempre un grazie al personale sanitario. Turni massacranti. Abnegazione alle stelle. Ripeterlo è sempre utile.Per loro ed anche per noi. La parte migliore di questo strano  paese e per noi torinesi di questa strana, bella ed amata Torino. Ripeterlo non guasta mai.

 

Patrizio Tosetto

Tricolori e canzoni al balcone, un segnale di speranza

Anche a Torino, alle 18 di venerdì,  in molti sono usciti sul proprio balcone per cantare accompagnati da chitarre, in occasione del flash – mob  anti coronavirus lanciato sui social.

Per le strade (quasi) deserte della città risuonavano le note e le parole dell’inno di Mameli, di canzoni come Volare o Azzurro.

E sono apparse anche numerose bandiere italiane ed europee. Un segnale di speranza: insieme possiamo superare questo periodo drammatico. Andrà tutto bene.

Nella foto in alto la bandiera italiana e quella dell’Unione esposte su un balcone di via Nizza.

“La Voce e il Tempo” gratis online durante l’emergenza

L’edizione digitale in uscita il giovedì si scarica dal sito www.vocetempo.it

Durante l’emergenza Coronavirus, che costringe le persone a chiudersi in casa, il settimanale della diocesi di Torino “La Voce e Il Tempo” abbatte le distanze offrendo gratuitamente l’edizione digitale del giornale in uscita ogni giovedí: si scarica comodamente tramite il sito www.vocetempo.it

Rivalta più verde grazie a 25 nuovi alberi

Da oggi i giardini pubblici tra via Togliatti e via Moriondo sono un po’ più verdi

Nei giorni scorsi  sono state messe a dimora venticinque nuove piante, grazie alla collaborazione di Pasta & Company Group, realtà imprenditoriale da più di venticinque anni attiva sul territorio rivaltese.

La nuova piantumazione rientra tra le iniziative della campagna “Un Albero in più”, lanciata negli scorsi mesi dalla Comunità Laudato Sì e dal WWF Italia per invitare gli italiani a piantare 60 milioni di alberi, campagna alla quale la Città di Rivalta ha aderito con entusiasmo e partecipazione.

L’area scelta per l’intervento si estende su una superficie di 12.000 metri quadri e, pur essendo in parte già piantumata, risulta adatta alla messa a dimora di nuovi alberi proprio in virtù della sua considerevole estensione.

«Piantare alberi fa sempre bene, mettere a dimora nuove piante significa realizzare un’infrastruttura si salute pubblica» commenta il sindaco di Rivalta Nicola de Ruggiero. «Oggi, grazie all’attenzione di un’azienda rivaltese, piantiamo 25 carpini nell’area verde di via Moriondo e siamo certi che questa sarà solo la prima testimonianza di attenzione delle nostre tante ditte verso il territorio».

Pasta & Company Group si è fatta carico degli oneri di piantumazione e si è resa disponibile a garantire il primo anno di manutenzione e attecchimento degli alberi. «Abbiamo deciso di essere ancora più attenti all’ambiente, restituendo all’ecosistema parte di quello che preleviamo per la produzione aziendale – spiega Carlo Nardo direttore e socio fondatore di Pasta & Company Group – e per questo motivo abbiamo lanciato il progetto “Alberi per la Vita”, il cui primo tassello è proprio la messa a dimora qui a Rivalta di 25 carpini nell’area verde comunale limitrofa alla nostra azienda» .

Non sarà questo l’unico intervento nell’area di via Togliatti. Saranno infatti presto individuate sempre nei giardini di via Toglietti altre zone da riservare per la messa a dimora di nuovi alberi, vista la volontà dell’azienda di voler procedere in futuro ad altre piantumazioni.

La Città continuerà a promuovere l’iniziativa “Un Albero in più”, rinnovando l’invito ai rivaltesi, alle associazioni e alle società private affinché realizzino progetti di forestazione urbana.

Emergenza sanitaria: anche a Torino l’Esercito al servizio della gente

Continua l’impegno dei militari  su tutto il territorio nazionale per concorrere insieme alle altre istituzioni al contenimento e al contrasto del Covid 19
La Forza Armata sin dai primi giorni dell’emergenza Covid – 19 ha reso disponibili su tutto il territorio nazionale uomini, donne, mezzi e infrastrutture. 
La professionalità, lo spirito di sacrificio e l’impegno che in ogni circostanza hanno sempre caratterizzato i soldati dell’Esercito, sono stati messi al servizio del “Sistema Paese”.
Già agli inizi di febbraio il Comando Logistico dell’Esercito attraverso una pronta ed efficace azione di coordinamento di diversi assetti, ha reso possibile il soggiorno dei nostri connazionali rientrati dalla Cina, presso le infrastrutture del Centro Sportivo Olimpico dell’Esercito, del policlinico militare del celio adeguatamente allestite per ospitare diversi nuclei familiari.
Oggi l’impegno della Forza Armata risulta molto più articolato e diversificato, a partire dal personale sanitario militare, più di 60 unità tra medici e infermieri di ogni ordine e grado, sono stati inviati negli ospedali di Lodi, Alzano Lombardo e presso il Centro Ospedaliero Militare di Milano per ridurre il carico di lavoro dei nosocomi civili della Regione Lombardia.
A tal fine sono state messe a disposizione diverse infrastrutture militari in tutta la penisola, un Ospedale da Campo e 5 ambulanze che garantiscono la disponibilità di circa 3.500 posti letto pronti per essere utilizzati in caso di necessità.
Su tutto il territorio nazionale gli oltre 7.000 militari dell’Operazione Strade Sicure a disposizione delle autorità prefettizie per il controllo del territorio e il rispetto delle misure di prevenzione emanate dal Governo, proseguono il loro diuturno lavoro in stretto coordinamento con le altre Forze di Polizia. Inoltre 72 Ufficiali di collegamento collaborano con 36 prefetture per una aderente attività di coordinamento nonché pronta capacità di risposta con le unità operative, logistiche e sanitarie dell’Esercito
Un elicottero dell’Esercito è già intervenuto in concorso alla regione Piemonte, per il trasporto urgente di personale sanitario da Torino ad Alessandria, al fine di rafforzare le capacità di rianimazione e chirurgia.
Infine circa 60 soldati provenienti dal reggimento Genio Ferrovieri dell’Esercito sono costantemente a disposizione per garantire il traffico merci sulla rete ferroviaria.
Un lavoro costante e prezioso di tutto il personale dell’Esercito che ancora una volta conferma di essere l’elemento portante di una Forza Armata efficiente, coesa e pronta ad affrontare qualsiasi sfida per la sicurezza interna ed esterna dell’Italia.

I volti della moda, dello spettacolo e dello sport a sostegno del Piemonte

Nasce il Piemonte team: i volti noti del territorio sostengono la raccolta fondi per ospedale, macchinari e personale medico. Perché #insiemesiamopiùforti

Con l’hashtag #insiemesiamopiùforti i volti noti piemontesi dello spettacolo, della moda e dello sport si mobilitano per sostenere strutture ospedaliere, medici e infermieri impegnati da settimane nel contenere l’emergenza Coronavirus.

Un progetto voluto dal “Piemonte team” che avvia, attraverso il sistema del crowdfunding, una raccolta fondi per sostenere la campagna di donazione lanciata nelle scorse ore dalla Regione Piemonte.

Tra i nomi che finora hanno aderito al “Piemonte team”: Alessia Ventura, Alessandro Martorana, Cristina Chiabotto, Kristina TI, Edoardo Molinari, Elena Barolo, gli Eugenio in Via di Gioia, Gabriel Garko, Samuel Romano dei Subsonica, Piero Chiambretti e Arturo Brachetti.

https://www.gofundme.com/f/insieme-siamo-piu039-forti?utm_source=whatsapp&utm_medium=chat&utm_campaign=p_cf+share-flow-1

“Quello che stiamo vivendo ci fa riflettere. Un momento così complesso e delicato che ha fermato la nostra vita quotidiana. Abbiamo sospeso le nostre attività ma non basta per risolvere una situazione che diventa di ora in ora più difficile: dobbiamo unire i nostri cuori, per essere più forti. Ed è per questo che abbiamo fatto nascere il Piemonte team, un gruppo di amici che insieme cerca di dare una mano all’Italia partendo dal nostro territorio, il Piemonte. Vogliamo unire le forze come un’unica famiglia per dare vita a un gesto concreto a supporto delle istituzioni, oggi più che mai in prima linea nel fronteggiare un’emergenza che ci tocca tutti. Per questo chiediamo di contribuire con noi a raccogliere più fondi possibili da destinare al sistema sanitario regionale. Perché, davvero, #insiemesiamopiùforti”.

Le donazioni raccolte dagli artisti che stanno collaborando anche a titolo personale, verranno trasferite sul conto corrente ufficiale della Regione Piemonte: “REGIONE PIEMONTE-Sostegno emergenza Coronavirus” al numero iban intestato a Regione Piemonte presso UniCredit Group – IT 29 H 02008 01152 000100689275.  Le donazioni saranno destinate al sostegno di medici e personale paramedico, ma anche per l’acquisto di materiale sanitario. Tutti gli acquisti saranno rendicontati in maniera trasparente.

Non dimentichiamoci degli animali

In questi giorni siamo tutti più attenti alle misure di protezione personale: dal lavarsi spesso le mani, all’evitare luoghi affollati, allo stare a casa il più possibile e almeno un metro di distanza dalle persone. Il mio pensiero come sempre va anche agli animali

Penso a quando li costringiamo a stare in gabbie più piccole di un foglio A4, tutto il giorno sotto luci artificiali e a quando li costringiamo a stare in spazi così affollati da dover prevenire atti di cannibalismo, ad esempio tagliando loro il becco.
Se potessero parlare secondo voi cosa potrebbero dirci? Rispondete se volete a questa domanda sulla nostra pagina di Torino Animal Save.Io penso che ci farebbero sapere che sono stanchi di essere sporchi, di vivere in mezzo ai loro escrementi ed ammassati ad altri corpi. Le nostre norme di sicurezza per loro sono pura utopia, perché le leggi sul benessere animale guardano prima le tasche dei produttori e gli animali sono costretti a produrre più di quanto dovrebbero, arrivando alla loro morte stremati per questo motivo. Non scorderò mai le parole di un mio amico che è entrato in un allevamento a terra di galline ovaiole: “Io non so come facciano a respirare, io non riuscivo, non hanno aria”..
Noi potremmo mai vivere in quelle condizioni? Perché facciamo vivere così altri essere viventi?
In quelle condizioni tutti si ammalerebbero infatti gli animali vengono costantemente imbottiti di antibiotici. Questo tra l’altro ha ripercussioni anche su di noi, dato che si stanno formando batteri resistenti agli antibiotici mettendo così a rischio la loro efficacia. In Italia muoiono sempre più persone per la resistenza agli antibiotici. Vorrei potervi mostrare il mio mondo ideale dove gli animali non sono costretti a vivere così, penso che questo cambiamento migliorerebbe anche la nostra esistenza. In questi giorni che abbiamo più tempo per pensare, pensiamo a tutto ciò che potrebbe essere migliorato. Il rispetto verso tutte le vite potrebbe essere un punto d’inizio.
Sara Sciammaro
#torinoanimalsave

Che prevalga l’Italia migliore

Dalla Cina arrivano aiuti concreti per la lotta al coronavirus. Medici, mascherine e soldi

L’ Europa ci sbatte la porta in faccia: Austriaci Svoleni e Croati non ci vogliono. Anche gli Svizzeri non sono da meno. Ma almeno non sono europei.

Chissà cosa ne pensa Matteo Salvini che i suoi amici Sloveni Croati ed Austriaci gli hanno per l’ ennesima volta voltato le spalle. Ma non è momento di polemiche. Dopo si vedrà. Si sa, comunque, che la sfortuna è una ruota che gira e vedremo cosa succederà. Prima il governo era troppo lassista ora deve essere più draconiano. Intanto il Piemonte aiuta la Lombardia. E ci mancherebbe altro. Ha messo dei posti a disposizione nei nostri ospedali. Questa è l’ Italia migliore. Come i giovani volontari per recapitare la spesa ad anziani o immunodepressi. Come i medici e gli ospedalieri in prima linea. Come il governatore Cirio e l’ assessore Tronzano che (da casa) non mollano e non  arretrano di un millimetro. Come le persone che rimangono in casa. Come le persone che non prendono d’ assalto i supermercati. Come chi si lava mille volte le mani e se fanno spesa o code prendendo il metro di distanza. Ma ci sono anche le rivolte delle carceri. Chi stupidamente pretende ancora gli stadi pieni e le movide affollate. C’ è una parte intelligente ed una parte stupida tra la gente. Gente che viene chiamata popolo. Popolo che con i suoi comportamenti farà la differenza. Difficile essere ottimisti. Io, per indole, lo sono ed anche questa volta vedo il bicchiere mezzo pieno. Almeno in Piemonte e a Torino. La nostra struttura sanitaria non è collassata. E vincono i comportamenti responsabili. Importantissimo, fondamentale ma non sufficiente. Ieri sera l’Italia è stata “chiusa” fino a nuovo ordine.  La Merkel sostiene che il 70% della popolazione sarà
contagiata e l’Organizzazione Mondiale Sanità dichiara pandemia. Il Governo stanzia  miliardi per ‘ emergenza economica e il sostegno al lavoro come cassa integrazione. Confindustria sia piemontese che nazionale chiede di non far fermare la produzione. Sarà dura collimare tutte le esigenze. Nel mentre dobbiamo tenere duro. Ed ora una sola certezza: domani saremo radicalmente diversi da oggi. Magari capiremo fino in fondo che la solidarietà non è solo un valore. Solidarietà come forma di regolamentazione dei rapporti tra gli individui. Dai … Dai… un po’ di ottimismo non guasta mai. Ottimismo, sia ben chiaro, non incoscienza.

Patrizio Tosetto

F&L, la “ditta” che metteva a nudo vizi e misteri tutti torinesi

C’era una volta Torino / Ricorrendo all’immaginario torinese evocato in letteratura, Carlo Fruttero e Franco Lucentini sono tra gli autori moderni i più idonei allo scopo

Nel loro romanzo d’esordio ” La donna della domenica ” il più conosciuto dai lettori nel mondo ne viene fuori una Torino nebbiosa e avvolta dal mistero, dove il commissario Santamaria attraverso la sua indagine poliziesca in realtà descrive l’animo dei torinesi, il loro volto meno conosciuto e dissimulato.

Gli ambienti sociali e i profili psicologici dei cittadini vengono osservati e descritti in profondità con occhio sociologico attraverso vizi, manie, tic e nevrosi dei personaggi. Un giorno di novembre del 1977 presi per caso da uno scaffale la raccolta di racconti di Ray Bradbury  ”Molto dopo mezzanotte” e scoprii che la collana di fantascienza che la pubblicava ”Urania”, fu diretta da Carlo Fruttero e dal suo suo alter ego Lucentini che lo affiancò dal 1964 portando avanti  la rassegna nei vent’anni successivi, scoprendo e divulgando talenti stranieri come Isaac Asimov e Philip K. Dick. La ‘Ditta’ così prese nome il loro sodalizio si impose anche commercialmente scrivendo giallistica di ambientazione postmoderna e saggi come metafore sociali e di costume. Fruttero si divideva tra la sua famiglia in toscana nella sua casa a Castiglione della Pescaia dove divenne amico dell’attore inglese Roger Moore e l’abitazione di Lucentini in piazza Vittorio Veneto, dove inventavano gli intrecci dei loro romanzi. Il secondo vero ‘bogia nen’ pur essendo romano amava Torino almeno come Fruttero. Franco Lucentini partigiano e antimilitarista durante la leva , ”naja con noia”,  aveva  appreso che i tempi di montaggio e smontaggio del ‘Fucile 91′ erano oggetto di competizione per cui nelle ore libere si dilettò a risolvere il rompicapo, arrivando a perfezionare un metodo completamente diverso per riassemblarlo in minor tempo e venendo così portato trionfalmente in giro per la caserma dai suoi commilitoni. Fruttero era un intellettuale più colto, cosmopolita e sofisticato. Visse a Parigi e tradusse per l’Einaudi molte opere narrative, come fece a suo tempo Cesare Pavese. L’ uno morì nel 2012 e riposa in maremma accanto al suo amico Italo Calvino, il secondo ci lasciò dieci anni prima nel 2002. Malato terminale di tumore polmonare si uccise gettandosi nella tromba delle scale, ricordando nella modalità Primo Levi.  Negli anni settanta di piena crisi industriale e terrorismo brigatista ebbero il coraggio di scrivere di una Torino sofferta e misconosciuta, lontana da quelle cronache violente, ma più vicina al cuore delle persone. Grazie F&L. Grazie della Ditta. Grazie di tutto ciò che scrivendo lontano dai riflettori, avete fatto conoscere della torinesità ai torinesi.

 

Aldo Colonna

Era il 12 marzo 1955: Torino vide per la prima volta la “Seicento”

Cosa succedeva in città /ACCADDE A MARZO  Era il 12 marzo del 1955 quando innanzi al parcheggio di Palazzo Madama, Torino vide per la prima volta la “Seicento”. Duecento macchine del modello della Seicento, attraversarono il centro della città sotto la pioggia, tra migliaia di persone che al loro passaggio la rimirarono con affettuosa compiacenza. La città festeggiò a cuore aperto il nuovo modello FIAT e quando le duecento vetture si fermarono sotto Palazzo Madama, i piloti diedero la possibilità ai cittadini di ammirarle da vicino e di salire al loro interno.

 

Il 2 marzo 1963 morì dopo quasi un mese di agonia dovuto ad una trombosi fulminea che lo aveva colpito il 5 febbraio, Felice Casorati, uno dei maggiori maestri dell’arte italiana che unì il mistero della sua pittura al rigore architettonico di Torino. Il lutto assunse una gravità e una sensibilità particolari nel cerchio di Torino, dove nei precedenti quarant’anni la sua attività nello studio di via Mazzini 52, fu un elemento incalzante ed uno sprone che contribuì a far scorrere più rapido ed intenso il flusso delle iniziative. Torino, dove arrivò sulla soglia della maturità (1918) divenne la “sua città”. L’atmosfera velata, la luce e la struttura urbanistica del capoluogo piemontese, furono il fulcro delle composizioni “casoratiane”. Casorati trovò in Torino, una città dove la tradizione di aristocratica discrezione e di nobile riserbo si scontrava con le esigenze di una sempre più numerosa e sviluppata società proletaria, un luogo fertile per la sua arte e la sua formazione. Nello studio di via Mazzini 52 (dove esalò il suo ultimo respiro) ed il giardino ombreggiato di Pavarolo, sulle colline dietro Superga, furono composte molte opere tra cui si ricordano : “Silvana Cenni” , “Lo studio”, “Natura morta”.

 

Sempre nel 63′, più precisamente il 27 marzo 1963, Torino diede il via ufficialmente ai lavori per il nuovo palazzo delle Faccoltà Umanistiche, sede che poi avrebbe preso il nome da tutti conosciuto di Palazzo Nuovo. Furono presenti il Rettore dell’Università, il presidente della Provincia prof. Grosso e l’assessore professoressa Tettamanzi. Dopo la benedizione del vescovo ausiliare monsignor Bottino, i muratori effettuarono la prima colata di cemento iniziando così la realizzazione del palazzo che avrebbe ospitato Giurisprudenza, Lettere e Magistero.

 

Il 2 marzo 1970 una tragica morte impressionò le cronache della città. Una ragazza di 15 anni rimase uccisa, mentre aspettava il pullman in Corso Casale, negli spari avvenuti tra la polizia e alcuni ladri d’auto. La giovane stava aspettando l’autobus 61 per raggiungere la madre in piazza Vittorio, quando un’auto con a bordo i malviventi sfrecciò davanti a lei inseguita dalla radiomobile della polizia. La sparatoria tra le due auto esplose all’improvviso ed un proiettile raggiunse la ragazzina al fianco, colpendo e purtroppo recidendo l’arteria femorale. Morì dissanguata alcune ore più tardi dopo essere stata portata d’urgenza alle Molinette.

 

Simona Pili Stella