Il 2 giugno 1946, ormai più di settant’anni fa, il popolo italiano voltava pagina e, in seguito al referendum istituzionale, poneva fine alla monarchia, scegliendo una forma di governo repubblicano.
La parola chiave fu “referendum”, gerundio della parola latina refero che significa riferire, rispondere o registrare. E il popolo italiano, quel giorno, fece registrare la propria volontà consentendo la vittoria dei repubblicani con il 54,3% dei voti contro il 47,7% dei monarchici.
Per la prima volta – se si escludono le amministrative di marzo e aprile del1946, che riguardarono soltanto alcune regioni – in Italia votarono anche le donne. Una conquista arrivata dopo anni di battaglie e molto più tardi rispetto ad altri paesi. Alle urne si recarono tante donne di ogni ceto insieme a volti noti come Anna Magnani , la famosa “Dama Bianca” – compagna di Fausto Coppi – o le resistenti antifasciste Camilla Ravera e Teresa Noce, due tra le tante donne che fin dai tempi del fascismo si erano battute per la democrazia. Con la fine della monarchia, che aveva guidato l’Italia dal 1861, conducendo la nazione al disastro con il fascismo e la seconda guerra mondiale, si proclamò anche l’esilio dei Savoia. Re Umberto IIlasciò l’Italia dall’aeroporto di Ciampino con un volo diretto in Portogallo. Umberto , ribattezzato il “Re di Maggio” per essersi seduto sul trono per poco più di un mese, dal 9 maggio 1946 fino al 18 giugno, accettò l’esilio e visse il resto della vita nel distretto di Lisbona, a Cascais, e a Ginevra. Il 2 giugno del 1946 fu un punto di svolta, e al tempo stesso un traguardo storico. Con la Repubblica venne ricomposta l’unità del Paese, che poté intraprendere il lungo cammino verso la rinascita dalle macerie lasciate dalla dittatura e dalle atrocità della guerra. Parallelamente alla nascita della Repubblica venne eletta l’Assemblea Costituente che, a sua volta, elesse Enrico De Nicola capo provvisorio dello stato e – con un fitto calendario di sedute che si svolsero fra il 25 giugno 1946 e il 31 gennaio 1948 -diede vita alla Costituzione della Repubblica Italiana nella sua forma originaria. Oggi, quella del 2 giugno, è forse la più popolare fra le feste nazionali.
Marco Travaglini
«Un tempo facevamo 200 coperti al giorno. Adesso i clienti sono pochissimi, ieri sera per cena non è venuto nessuno». Queste le allarmanti confessioni di Andrea Ambrogini, titolare del noto ristorante Solferino situato nel cuore dell’omonima piazza, un tempo luogo di ritrovo abituale della crème de la crème della società torinese, dove fino a qualche mese fa occorreva prenotare con largo anticipo per riuscire ad accaparrarsi un tavolo.
euro in due mesi. Qualche giorno prima del lockdown avevamo pensato di fare dei tagli al personale, ma non c’è stato il tempo». A preoccuparlo è anche la perdita dei clienti abituali in pausa pranzo, che ora possono lavorare da casa grazie all’ottimizzazione dello smart working. Una perdita di entità considerevole per l’intraprendente Andrea che, negli anni, era riuscito a quadruplicare il fatturato del proprietario precedente.
Ho anche scritto sul diritto di manifestare con responsabilità, criticando però con asprezza gli assurdi assembramenti per il sorvolo intempestivo e assurdo delle Frecce Tricolori che meriterebbe un’ indagine da parte di qualche magistrato.
La Fondazione Tancredi di Barolo annuncia la riapertura straordinaria del MUSLI – Museo della scuola e del Libro per l’Infanzia, martedì 2 giugno in occasione della Festa della Repubblica, con cui quest’anno si vuole anche celebrare la riapertura dei musei torinesi. Due sono le iniziative previste per la giornata.
Parte a Torino su iniziativa del Notaio Alberto Morano, fondatore dello Studio Notai Piemontesi Associati, e consigliere comunale in Torino, una innovativa campagna informativa sui servizi che il notariato cura a tutela, sicurezza e garanzia nei diversi ambiti di attività, sia professionale che privato