Ezio Gribaudo, artista e uomo libero
Di Pier Franco Quaglieni
La morte di Ezio Gribaudo rappresenta una grave perdita per Torino perché la sua figura, apprezzata a livello internazionale e dai più importanti e famosi artisti, rappresenta nell’ambito della vita culturale italiana e torinese in particolare un unicum. Gribaudo e’ sempre stato un artista libero rispetto alle consorterie politiche, un esempio di indipendenza rispetto alla liturgia ideologica che è stata egemonica e soffocatrice.
Se Daverio e’ stato l’anti Argan, Gribaudo è stato l’anti Guttuso. Tanto impegnato, schierato supinamente il secondo nei confronti del partito comunista, tanto disorganicamente libero il primo.
Avevamo una profonda comunanza di ideali, anche se Gribaudo è stato spesso più intransigente di me. In una Torino dominata dalla feroce egemonia gramsciana fin dai tempi in cui un noto pittore si rifiuto’ di fare lezione perché voleva imporre all’Accademia Albertina una giornata di lutto per la morte di Stalin, Gribaudo ha saputo mantenere le distanze, resistendo alle lusinghe e alle minacce, forte dell’apprezzamenzo nazionale e internazionale della sua opera. Ricordo perfettamente il conformismo plumbeo del mondo artistico torinese, malgrado lo storico Circolo degli artisti, presieduto dall’avv. Forchino e poi dall’avv. Tartaglino, fosse una realtà aperta davvero unica. Gribaudo ha saputo steccare nel coro. Ricordo due episodi : la candidatura in Forza Italia nel 1994 non coronata dall’elezione in Parlamento che va a disdoro di un partito che a Torino non ebbe mai la più piccola attenzione per il mondo della cultura, se si eccettua l’assessore regionale Giampiero Leo. E ricordo che per aver concesso l’Aula Magna dell’Accademia Albertina per ricordare Oriana Fallaci fu di fatto rimosso dalla prepotenza sindacale della CGIL dalla carica e sostituito con il solito funzionario del vecchio PC. Gribaudo e’ stato davvero un chierico che non ha tradito. Ed è di conforto che la figlia Paola, così vicina a suo padre intellettualmente e non solo affettivamente, sia oggi Presidente di quell’Accademia che la presidenza di Ezio aveva onorato facendola uscire dal tunnel di un eterno Sessantotto.
Fra le numerose domande che si pongono i medici riguardo il funzionamento del cervello, molte rimangono ancora oggi senza risposta; negli ultimi decenni sono stati compiuti progressi enormi, impensabili in epoche precedenti la nostra, ma il mistero del funzionamento del cervello è ancora lontano dall’essere risolto completamente.
Uno dei lati più oscuri, nonostante sia fra i più studiati, è quello che riguarda lo stato di “coma”, in cui pazienti che sembrano semplicemente addormentati, risultano del tutto indifferenti, almeno in apparenza, a molte delle stimolazioni cui possono venire sottoposti.
Le domande principali che ci si pone di fronte ad un paziente entrato in coma sono essenzialmente: “Si potrà svegliare di nuovo?”; La sua sensibilità è ancora presente, completa o meno? “
E poi il più angosciante: “Riesce a sentirmi e a capire cosa gli dico?”
Con il termine ‘coma’ si intende uno stato di incoscienza prolungato in cui una persona risulta estranea al proprio ambiente, pur risultando viva e in apparenza addormentata, ma, a differenza di quel che capita durante il sonno profondo, il soggetto non viene svegliato da nessuna stimolazione, anche da quella dolorosa.
Lo stato di coma è provocato da una lesione al cervello che può dipendere da svariate cause; il danno cerebrale può essere dovuto ad un aumento della pressione intracranica, ad un sanguinamento, ad un insufficiente apporto di ossigeno alle cellule cerebrali, o a una alterazione metabolica che è stata causa di un accumulo di tossine, come nel caso di accumulo di ammoniaca in alcune malattie del fegato, o di anidride carbonica provocato da un grave attacco d’asma. Nell’insufficienza renale possono accumularsi anomale quantità di urea e ancora le droghe e alcol assunto in grandi quantità possono causare lesioni neuronali a livello encefalico.
Le cellule cerebrali sono molto sensibili e delicate di fronte a simili agenti traumatici, per cui la lesione può essere, nei casi meno gravi, temporanea ed anche reversibile, ma può residuare anche in una lesione permanente.
La mancanza di ossigeno per alcuni minuti provoca la morte cellulare dei tessuti cerebrali. Il danno cerebrale anossico può derivare da un infarto (arresto cardiaco), un violento trauma cranico da sintomi di annegamento, overdose di droga o da un avvelenamento.
Nel caso di un evento traumatico diretto al capo vi può essere un edema a carico del tessuto cerebrale che, essendo contenuto nella scatola cranica, una struttura rigida ed inestensibile, può aumentare di molto la pressione endocranica determinando una compressione verso il tronco cerebrale in cui sono contenute strutture delicatissime, fra queste le aree responsabili della eccitazione e della consapevolezza, oltre a quelle relative al controllo del respiro e del battito cardiaco.
Nelle persone con diabete si può verificare il coma, quando i livelli di zucchero nel sangue rimangono molto alti. Questa è una condizione nota come iperglicemia. Anche I’ ipoglicemia, o glicemia troppo bassa, può portare al coma. Questo tipo di coma è solitamente reversibile una volta corretto il livello di zucchero nel sangue. Tuttavia, l’ipoglicemia prolungata può portare a danni cerebrali permanenti e coma persistente
Lo stato di incoscienza che si viene a determinare può causare gravi danni: dallo stato vegetativo persistente (se il paziente riesce a svegliarsi) alla morte (se il paziente trascorre molti anni in coma).
Un’altra causa del coma è rappresentata dalle infezioni del sistema nervoso centrale, come la meningite o I’ encefalite
E’ importante notare che la respirazione,il battito cardiaco e la digestione fanno tutti parte del sistema nervoso autonomo e possono continuare la loro funzione in maniera automatica, durante il periodo dello stato di coma, ma altri pazienti avranno bisogno di aiuto per respirare, per mantenersi idratati; sarà necessario assisterli per alimentarsi, un processo che di solito avviene per via endovenosa e che viene impiegato in tutti coloro che entrano in coma.
Esiste un trattamento efficace per il coma? Il trattamento dipende dalla causa. Le persone vicine al paziente in coma dovrebbero fornire ai medici quante più informazioni possibili per aiutare i medici a determinare la causa responsabile di quello stato . Una pronta assistenza medica è fondamentale per il trattamento di condizioni potenzialmente reversibili. Ad esempio, se c’è un’infezione che colpisce l’encefalo, potrebbero rendersi necessaria la somministrazione di antibiotici. Il glucosio può essere necessario in caso di shock diabetico. La chirurgia può anche essere imprescindibile per alleviare la pressione sul cervello dovuta all’edema o per rimuovere una massa tumorale che determina analoga compressione sui tessuti cerebrali.
Purtroppo, più a lungo una persona rimane nella condizione di coma, peggiore è la prognosi. Anche così, molti pazienti possono svegliarsi dopo molte settimane in coma. Tuttavia, nonostante il ritorno alla stato di normale coscienza, possono residuare disabilità significative.
Lo stato di coma raramente dura più di 2-4 settimane. L’esito dipende dalla causa, dalla gravità e dalla sede della lesione. Le persone possono uscire dal coma con problemi fisici, intellettuali e psicologici; alcune persone possono rimanere in coma per anni o addirittura decenni. Un caso riportato nella letteratura medica riferisce di un paziente rimasto in coma per ben 42 anni.
Un caso interessante è quello di un uomo risvegliatosi dopo un coma, insorto a seguito di una rovinosa caduta, dopo ben 19 anni di impossibilità forzata alla partecipazione al normale svolgimento e progressione della vita quotidiana. Il paziente è stato amorevolmente accudito dalla moglie e dai familiari che lo hanno mobilizzato. passivamente, facendo in modo che i suoi muscoli non si atrofizzassero e non si formassero piaghe da decubito.
Al suo risveglio è rimasto sbalordito da tutti i cambiamenti avvenuti nel mondo, che osservava stupito, come se fosse, d’improvviso, venuto a trovarsi in un altro mondo.
Jan Grzebski, un ferroviere polacco venne a trovarsi in coma dopo un incidente avvenuto nel 1988 e e si è risvegliato nel 2007.
A quel tempo, come amava raccontare vi era uno stato di semi povertà nel paese, la carne era razionata, si trovava per lo più solo aceto e per fare il pieno di benzina occorreva sottoporsi a lunghe attese, a causa delle lunghe code che venivano a formarsi ovunque.
Al risveglio, guardava meravigliato gli undici nipoti nel frattempo e le grandi catene di supermercati, che non aveva visto in precedenza, in cui si poteva comprare letteralmente di tutto, ma ciò che più lo ha sorpreso è stato vedere praticamente tutte le persone camminare per strada con i cellulari in mano, senza dubbio uno dei cambiamenti più iconici del 21° secolo, entrato nelle nostre vite gradualmente. Un oggetto a cui ci siamo abituati giorno dopo giorno, ma che, di certo avrebbe stupito chiunque di noi, se assente dagli ani settanta, avesse riaperto gli occhi vent’anni dopo, ignaro di tutto quel che l’inarrestabile progresso, aveva prodotto nel mondo.
Alessandro Rodolfo Neri
Fra le numerose domande che si pongono i medici riguardo il funzionamento del cervello, molte rimangono ancora oggi senza risposta; negli ultimi decenni sono stati compiuti progressi enormi, impensabili in epoche precedenti la nostra, ma il mistero del funzionamento del cervello è ancora lontano dall’essere risolto completamente.
Uno dei lati più oscuri, nonostante sia fra i più studiati, è quello che riguarda lo stato di “coma”, in cui pazienti che sembrano semplicemente addormentati, risultano del tutto indifferenti, almeno in apparenza, a molte delle stimolazioni cui possono venire sottoposti.
Le domande principali che ci si pone di fronte ad un paziente entrato in coma sono essenzialmente: “Si potrà svegliare di nuovo?”; La sua sensibilità è ancora presente, completa o meno? “
E poi il più angosciante: “Riesce a sentirmi e a capire cosa gli dico?”
Con il termine coma, si intende uno stato di incoscienza prolungato in cui una persona risulta estranea al proprio ambiente, pur risultando viva e in apparenza addormentata, ma differenza di quel che capita durante il sonno profondo, il soggetto non viene svegliato da nessuna stimolazione, anche da quella dolorosa.
Lo stato di coma è provocato da una lesione al cervello che può dipendere da svariate cause; il danno cerebrale può essere dovuto ad un aumento della pressione intracranica, ad un sanguinamento, ad un insufficiente apporto di ossigeno alle cellule cerebrali, o a una alterazione metabolica che è stata causa di un accumulo di tossine, come nel caso di accumulo di ammoniaca in alcune malattie del fegato, o di anidride carbonica provocato da un grave attacco d’asma. Nell’insufficienza renale possono accumularsi anomale quantità di urea e ancora le droghe e alcol assunto in grandi quantità possono causare lesioni neuronali a livello encefalico.
Le cellule cerebrali sono molto sensibili e delicate di fronte a simili agenti traumatici, per cui la lesione può essere, nei casi meno gravi, temporanea ed anche reversibile, ma può residuare anche in una lesione permanente.
La mancanza di ossigeno per alcuni minuti provoca la morte cellulare dei tessuti cerebrali. Il danno cerebrale anossico può derivare da un infarto (arresto cardiaco), un violento trauma cranico da sintomi di annegamento, overdose di droga o da un avvelenamento.
Nel caso di un evento traumatico diretto al capo vi può essere un edema a carico del tessuto cerebrale che, essendo contenuto nella scatola cranica, una struttura rigida ed inestensibile, può aumentare di molto la pressione endocranica determinando una compressione verso il tronco cerebrale in cui sono contenutestrutture delicatissime, fra queste le aree responsabili della eccitazione e della consapevolezza, oltre a quelle relative al controllo del respiro e del battito cardiaco.
Nelle persone con diabete, si può verificare il coma, quando i livelli di zucchero nel sangue rimangono molto alti. Questa è una condizione nota come iperglicemia. Anche I’ ipoglicemia, o glicemia troppo bassa, può portare al coma. Questo tipo di coma è solitamente reversibile una volta corretto il livello di zucchero nel sangue. Tuttavia, l’ipoglicemia prolungata può portare a danni cerebrali permanenti e coma persistente
Lo stato di incoscienza che si viene a determinare può causare gravi danni: dallo stato vegetativo persistente (se il paziente riesce a svegliarsi) alla morte (se il paziente trascorre molti anni in coma).
Un’altra causa del coma è rappresentata dalle infezioni del sistema nervoso centrale, come la meningite o I’ encefalite
E’ importante notare che la respirazione, il battito cardiaco e la digestione fanno tutti parte del sistema nervoso autonomo e possono continuare la loro funzione in maniera automatica, durante il periodo dello stato di coma, ma altri pazienti avranno bisogno di aiuto per respirare, per mantenersi idratati; sarà necessario assisterli per alimentarsi, un processo che di solito avviene per via endovenosa e che viene impiegato in tutti coloro che entrano in coma.
Esiste un trattamento efficace per il coma? Il trattamento dipende dalla causa. Le persone vicine al paziente in coma dovrebbero fornire ai medici quante più informazioni possibili per aiutare i medici a determinare la causa responsabile di quello stato . Una pronta assistenza medica è fondamentale per il trattamento di condizioni potenzialmente reversibili. Ad esempio, se c’è un’infezione che colpisce l’encefalo, potrebbero rendersi necessaria la somministrazione di antibiotici. Il glucosio può essere necessario in caso di shock diabetico. La chirurgia può anche essere imprescindibile per alleviare la pressione sul cervello dovuta all’edema o per rimuovere una massa tumorale che determina analoga compressione sui tessuti cerebrali.
Purtroppo, più a lungo una persona rimane nella condizione di coma, peggiore è la prognosi. Anche così, molti pazienti possono svegliarsi dopo molte settimane in coma. Tuttavia, nonostante il ritorno alla stato di normale coscienza, possono residuare disabilità significative.
Lo stato di coma raramente dura più di 2-4 settimane. L’esito dipende dalla causa, dalla gravità e dalla sede della lesione. Le persone possono uscire dal coma con problemi fisici, intellettuali e psicologici; alcune persone possono rimanere in coma per anni o addirittura decenni. Un caso riportato nella letteratura medica riferisce di un paziente rimasto in coma per ben 42 anni.
Un caso interessante è quello di un uomo risvegliatosi dopo uncoma, insorto a seguito di una rovinosa caduta, dopo ben 19 annidi impossibilità forzata alla partecipazione al normale svolgimento e progressione della vita quotidiana. Il paziente è stato amorevolmente accudito dalla moglie e dai familiari che lo hanno mobilizzato. passivamente, facendo in modo che i suoi muscoli non si atrofizzassero e non si formassero piaghe da decubito.
Al suo risveglio è rimasto sbalordito da tutti i cambiamenti avvenuti nel mondo, che osservava stupito, come se fosse, d’improvviso, venuto a trovarsi in un altro mondo.
Jan Grzebski, un ferroviere polacco venne a trovarsi in coma dopo un incidente avvenuto nel 1988 e e si è risvegliato nel 2007.
A quel tempo, come amava raccontare vi era uno stato di semi povertà nel paese, la carne era razionata, si trovava per lo più solo aceto e per fare il pieno di benzina occorreva sottoporsi a lunghe attese, a causa delle lunghe code che venivano a formarsi ovunque.
Al risveglio, guardava meravigliato gli undici nipoti nel frattempo e le grandi catene di supermercati, che non aveva visto in precedenza, in cui si poteva comprare letteralmente di tutto, ma ciò che più lo ha sorpreso è stato vedere praticamente tutte le persone camminare per strada con i cellulari in mano, senza dubbio uno dei cambiamenti più iconici del 21° secolo, entrato nelle nostre vite gradualmente. Un oggetto a cui ci siamo abituati giorno dopo giorno, ma che, di certo avrebbe stupito chiunque di noi, se assente dagli ani settanta, avesse riaperto gli occhi vent’anni dopo, ignaro di tutto quel che l’inarrestabile progresso, aveva prodotto nel mondo.
Rodolfo Alberto Neri
Il Centro” Pannunzio” ligure ha istituito il Premio “Alfredo Biondi” avvocato penalista, deputato, senatore e ministro liberale di Genova che partecipo’ alla fondazione del Centro Pannunzio in Liguria. Alfredo Biondi, tra l’altro, fu anche il primo difensore di Enzo Tortora.“ Vogliamo ricordare Biondi, principe del foro e liberale coerente, a due anni dalla morte, con un riconoscimento non effimero- dichiara Pier Franco Quaglieni – che quest’anno andrà al Notaio Luciano Basso, anche lui avvocato che, nella sua giovinezza, partecipo’ ,insieme alla moglie, alla vita del partito liberale di cui Biondi era leader. Il Premio a Basso è un dovuto riconoscimento ai liberi professionisti, una categoria benemerita, non sempre considerata come meriterebbe. Basso, nato ad Albenga il 29 novembre 1953 e‘ sposato con la dott. Laura Dagnino, ed ha due figli: Dominic e Sonia che ha adottato con atto moralmente generoso ed esemplare anche sotto il profilo civico. Diplomato al Liceo Classico Giovanni Pascoli di Albenga, si è laureato in Giurisprudenza all’ Università di Genova nel luglio 1977.

Svolge la pratica di Avvocato presso lo Studio del compianto Avv. Donato Cangiano e la pratica Notarile presso lo studio del suo Maestro e mentore il Notaio Marcello Navone. Nella primavera del 1982 supera contemporaneamente l’Esame di Stato per l’abilitazione alla professione di Avvocato a Genova e il Concorso Notarile. Si iscrive all’Ordine Forense per cancellarsi non appena ricevuta l’attribuzione della Sede Notarile di Ceva (CN), dove esercita la professione e contemporaneamente la funzione di Vice Pretore Onorario per cinque anni. Nell’estate del 1988 ottiene l’assegnazione della sede Notarile di Albenga dove esercita per circa 30 anni la professione in Associazione con il Collega ed amico fraterno, purtroppo prematuramente scomparso, Notaio Angelo Navone; oggi continua la professione in forma autonoma, essendo ormai vicino al traguardo di 40 anni di anzianità. Ha fatto parte per due consigliature del Consiglio di Indirizzo della Fondazione De Mari di Savona. È socio da 38 anni del Lions Club Albenga Host, nel quale ha ricoperto gli incarichi di Segretario, Cerimoniere e Presidente, oltre ad incarichi in qualità di Officer Distrettuale.
ALLEATI NELLA LOTTA ALLA SCLEROSI LATERALE AMIOTROFICA
Annunciata in occasione dell’Assemblea nazionale di AISLA la firma del protocollo d’intesa per dare vita ad una grande sfida tecnologica
Nel caso delle malattie rare ed invalidanti, la ricerca scientifica non può seguire le regole del mercato e del profitto, ma deve avere come unico scopo la cura e l’assistenza ai malati, a cui non può essere negata anche la speranza nella guarigione, o quanto meno in una vita dignitosa. E in questa sfida la tecnologia può giocare un ruolo fondamentale, per cercare di rispondere alle esigenze dei malati e delle famiglie con soluzioni che vanno dalla progettazione di ausili allo studio di spazi più idonei in casa e in ospedale, fino alle applicazioni dell’intelligenza artificiale e del digitale per semplificare la vita quotidiana e proporre innovative soluzioni di cura.
In occasione dell’Assemblea nazionale dell’A.I.S.L.A. – Associazione Italiana Sclerosi Laterale Amiotrofica, l’associazione e il Politecnico di Torino hanno annunciato proprio su queste tematiche la sottoscrizione di un Protocollo d’Intesa triennale, firmato per il Politecnico dalla professoressa Claudia De Giorgi Vice Rettrice per la qualità, il welfare e le pari opportunità.
I due partner hanno entrambi, tra i loro fini istituzionali, la ricerca scientifica, la formazione e l’impegno a favore dell’inclusione sociale e questo accordo contribuirà alla realizzazione di azioni di interesse comune che vadano nella direzione dell’approfondimento e condivisione delle conoscenze scientifiche su questa terribile malattia e della promozione e organizzazione di percorsi di formazione del personale sanitario e socio-assistenziale.
Grazie a questa intesa verrà quindi avviato un rapporto di collaborazione non onerosa nel quale le attività didattiche, scientifiche, di trasferimento tecnologico e di disseminazione delle conoscenze dell’Ateneo potranno essere integrate con le attività e le esperienze dirette di Aisla.
Tra i principali obiettivi individuati, l’organizzazione congiunta di eventi per lo scambio e condivisione delle conoscenze, delle informazioni e della documentazione; la promozione di tesi di laurea, tirocini ed esercitazioni in laboratorio degli studenti del Politecnico; l’organizzazione di seminari e convegni nell’ambito dell’Ingegneria Gestionale, del Design per la domotica, della bioingegneria e dell’Intelligenza Artificiale e la pianificazione di attività di didattica innovativa, quali le challenge, per stimolare la progettazione di ausili e di supporti per i malati.
“Questa iniziativa si inserisce nell’ambito delle molte attività che l’Ateneo svolge per accrescere il proprio impatto su società, in particolare per contribuire con la ricerca a migliorare la vita di chi si trova più in difficoltà”, commenta la Vice Rettrice alle Pari Opportunità del Politecnico Claudia De Giorgi, che prosegue: “Inoltre, la nostra è una scuola che sempre più si propone di formare cittadini e cittadine, non solo tecnici, quindi la sensibilizzazione verso determinate problematiche è fondamentale per rendere i nostri studenti e studentesse più consapevoli e attenti”.
“Nel racconto delle nostre attività svolte nel 2021 e degli obiettivi futuri – commenta Fulvia Massimelli, presidente nazionale AISLA – la comunità è il fulcro nevralgico di tutte le azioni intraprese. La collaborazione con il Politecnico di Torino ne è testimonianza. Risposte concrete e attività messe in campo sono l’espressione di come l’Associazione sia parte di quel Terzo Settore che è sempre più un pilastro per la nostra società e per il welfare pubblico”.
Sabato 16 luglio 2022 dalle ore 9.15
Museo dell’Automobile Corso Unità d’Italia, 40 – Torino
Si terrà sabato 16 luglio il 28° congresso di apertura dell’anno sociale del Distretto 108 Ia1 del Lions Club International. A partire dalle ore 9.15 al Museo dell’Automobile di Corso Unità d’Italia 40 a Torino, si svolgerà l’insediamento del nuovo Governatore Carlo Ferraris in carica per l’anno 2022-2023, con il Primo Vice Governatore Michele Giannone e il Secondo Vice Governatore Roberto Turri. All’ordine del giorno le linee guida del mandato del neo Governatore: si parlerà delle sfide che caratterizzano questi tempi ardui, con una pandemia che ha modificato le nostre abitudini e una guerra di cui non si conoscono né prevedono gli sviluppi, dell’attività associativa e di volontariato in questo contesto e dei Service che permettono alla Fondazione, ai singoli club e distretti, di intervenire sul territorio laddove vi sia la necessità. Seguiranno i lavori congressuali con la presentazione del bilancio e le relazioni distrettuali.
Saranno presenti, tra gli altri: Giovanna Pentenero, Assessora al lavoro e alle attività produttive; Maurizio Marrone, Consigliere Regionale; Sandro Castellana, Past Direttore Internazionale e Membro della LCIF; Elena Appiani, Direttrice Internazionale; l’immediato Past Governatore, il Presidente Distrettuale Leo, i Presidenti dei Club distrettuali.
“Il nostro Distretto, nato nel 1995, conta oggi 1.984 soci, suddivisi in 72 club, di cui il 27% sono donne, un dato in crescita lieve, ma costante. Per incrementare l’impegno delle donne e coinvolgere i giovani è stato implementato anche il comitato New voices” dice il neo Governatore Ferraris.
Le attività cardine del Distretto si suddividono principalmente in 5 grandi aree: diabete, ambiente, fame, vista, cancro pediatrico. “Nell’anno 2021-22, il totale dei fondi donati attraverso i nostri Service ammonta a 66.2822 euro, così suddivisi: area diabete 12.388 euro, ambiente 13.295 euro, vista 49.640 euro, fame 12.2013 euro, cancro infantili 46.015 euro, altro 41.9469 euro. Su Torino città c’è un Service di grande rilevanza che riguarda l’area “fame” grazie al quale al mattino in alcune strutture vengono servite le colazioni agli ospiti” – continua Ferraris.
I Service del Distretto, declinati nelle attività dei singoli club, sono capillari e rispondono a esigenze e necessità del territorio: solo nell’ultimo anno sono state organizzate circa 3 mila attività Service, per un totale di più di 40mila ore di servizio volontario.
Una delle ultime attività in termine di tempo verso la cittadinanza, riguarda l’unico Centro italiano per la raccolta degli occhiali usati, uno dei tre presenti in Europa (gli altri due hanno sede in Francia e Spagna). Nato nel 2003 a Chivasso, raccoglie occhiali usati da tutta Italia e anche dall’estero per donarli a chi ne ha bisogno. Recentissima è l’apertura di una sede torinese del Centro presso l’Educatorio della Provvidenza: in un solo mese sono già state fatte 450 ore di lavoro nell’ambito dell’alternanza scuola lavoro con l’Istituto Plana di Torino e 120 ore socialmente utili.
Durante l’evento di sabato 16 luglio, gli Inni Lions Club International saranno suonati dagli Orchestrali dell’Associazione Filarmonica Castellamonte – Scuola di Musica “Francesco Romana”, che nel 2022 festeggia i 200 anni di fondazione.
L’evento è aperto a tutti i soci.
CARLO FERRARIS
Classe 1950, Carlo Ferraris è laureato in Medicina e Chirurgia con specializzazione in Chirurgia e Oncologia. Nella sua carriera professionale ha ricoperto Ruoli di Direttore di Struttura Semplice e Dipartimentale all’Ospedale Martini di Torino; di Direttore di Struttura Dipartimentale, Direttore f.f. della S.C. Chirurgia e infine Direttore S.C. Chirurgia all’Ospedale di Chivasso. È stato docente per 10 anni presso la Scuola Infermieri Professionali dell’Ospedale Molinette di Torino.
Autore di più di 50 pubblicazioni in tema di Chirurgia, ha tenuto relazioni in molteplici Congressi Scientifici Regionali, Nazionali e Internazionale, ha eseguito più di 15.000 interventi chirurgici di piccola, media, alta e altissima chirurgia addominale. Attualmente Libero Professionista, presta Servizio presso la Casa Di Cura San Luca di Pecetto Torinese come chirurgo ed endoscopista ed è Direttore Sanitario della GENEA Biomed di Chivasso.
IL COMMENTO di Pier Franco Quaglieni
Un luglio caldissimo caratterizzato dalla siccità e da una ripresa del COVID si rivela un momento particolarmente drammatico. La crisi energetica, l’inquietudine di parte del sindacato, la protesta dei taxisti, il caos nei voli aerei, le ripercussioni della guerra tra Russia ed Ucraina sulla nostra economia danneggiata dalle sanzioni, un’agricoltura in ginocchio, una politica incerta appesa al filo dei Cinquestelle e alle turbolenze interne ai partiti rendono tragica la situazione italiana. Siamo alla vigilia delle grandi vacanze, i ristoranti sono pieni, la gente per ora, sfiancata dal caldo, non pensa o forse non vuole pensare a cosa la attende a settembre. In un momento come questo sarebbe necessario un governo forte in grado di affrontare di petto le situazioni irrisolte e le emergenze. Non basta un governo balneare dei tempi andati.
Invece la classe politica litiga e si rivela ancora una volta non adeguata. D’altra parte gli elettori che non votano più, sono maggioranza e rivelano una crisi della rappresentanza politica che vanifica la democrazia. C’è chi evoca l’Italia di cent’anni fa che accolse il fascismo come la soluzione alla ingovernabilità, ma il confronto non regge sia perché la storia non si ripete e sia perché l’Italia di oggi non è paragonabile con quella uscita dalla Grande Guerra. Appare invece singolare il confronto con la classe politica del 1922 che consegno’ con i suoi errori l’Italia al Fascismo.
C’è oggi un nuovo fascismo in agguato ? Per fortuna nostra possiamo escluderlo, ma la democrazia può morire non solo di fascismo. Draghi in questo contesto e’ l’unica certezza a cui dobbiamo disperatamente aggrapparci. Ha sicuramente commesso degli errori, ma non ci sono alternative. Chi vuole la salvezza dell’Italia deve rendersene conto e dobbiamo prepararci ad altri sacrifici senza i quali il nostro futuro non sarà possibile. Questa è la realtà che si presenta alla vigilia delle ferie.
Ma quando è cambiato davvero il turismo italiano?
Silvia Meneghini, con il suo libro “Erano tutti cieli blu” (Edizioni Il Canneto), offre una risposta probabilmente inconsapevole ma non per questo meno interessante. Il piccolo volumetto racconta le vacanze in montagna a partire dal 1955. Ricordi strettamente personali che si trasformano in uno spaccato di un’epoca. La montagna è quella valdostana delle Valle d’Ayas. Un albergo privo dei comfort attuali in una piccola frazione, Frachey, a pochi minuti di cammino dalla più nota Champoluc.
Continua a leggere:
“Erano tutti cieli blu”: la vacanza in montagna a metà del secolo scorso
“In the name of Peace”
Lunedì 11 e martedì 12 luglio, ore 21,30
Il titolo “In the name of Peace” inquadra subito il contenuto e gli obiettivi dell’evento (per appassionati cinefili, ma non solo) promosso dall’“Associazione Museo Nazionale del Cinema” (AMNC) e dal “Centro Studi Sereno Regis”: due intense consecutive serate di cinema, lunedì 11 e martedì 12 luglio, a Torino, presso “Cascina Roccafranca” e “Arena Monterosa”, per presentare i film e i giovani autori /autrici under 35 che hanno partecipato alla nona edizione del concorso cinematografico nazionale “Lavori in corto – gli occhiali di Gandhi”, dedicato a opere incentrate sulle tematiche della pace e della nonviolenza, selezionate da una giuria di esperti per concorrere alla vincita dei tre premi in palio. La maratona di proiezioni inizia dunque lunedì 11 luglio alle 21.30 nell’ampio cortile della casa di quartiere “Cascina Roccafranca” (Via Rubino 45) con la prima serata di proiezioni dei film in concorso e si conclude martedì 12 luglio alle 21.30 presso il “CineTeatro Monterosa” (Via Brandizzo 65) con il secondo slot di film in concorso e la premiazione finale. Tutte le proiezioni sono a ingresso libero fino a esaurimento posti disponibili. Il programma delle due serate prevede la proiezione di undici film di cui tre in anteprima nazionale e quattro in anteprima regionale. Sinteticamente, si tratta di pellicole estremamente variegate (pur correndo sempre sul fil rouge prestabilito) che ci ricordano, ad esempio, il potere della fantasia nell’opera di Gianni Rodari (“Sbagliando s’inventa”) o le questioni legate alla tutela dell’ambiente (“Fili di memorie”), così come l’urgenza che sta vivendo il popolo ucraino in seguito all’aggressione russa (“The Border Line”). O ancora, le diverse prospettive di genere (“Con i miei occhi” e “Cromosoma X”), un tenero omaggio alla terza età (“Ofelia”), lo sport come contesto nel quale le differenze sociali possono essere superate attraverso un confronto leale (“L’Avversario”), così come il mondo della scuola (“Forze”). A chiudere la selezione, come sempre un’ampia proposta dedicata ai temi dell’immigrazione che ci restituiscono l’immagine di un paese dove stanno crescendo ragazzi di seconda generazione tra conflitti e molteplici forme di accoglienza (“Nurradin”, “Il custode e il fantasma” e “Inchei”).
“Grazie alla fertile collaborazione con l’AMNC – sottolinea Dario Cambiano, responsabile del progetto ‘gli occhiali di Gandhi’ – il ‘Centro Studi Sereno Regis’ ha potuto proporre a tante e tanti cineasti di riflettere sul tema della nonviolenza. Le opere presentate hanno offerto pensieri nuovi, spesso originali, sulla soluzione dei conflitti. L’educazione alla pace e alla nonviolenza è un tema difficile e il cinema può avere un ruolo molto importante nel diffonderla”.
Tre i premio in palio, assegnati dalla Giuria nella serata di martedì 12 luglio: si va dall’assegnazione di mille Euro, offerti dal “Centro Studi Sereno Regis”, per il “Primo Premio Armando Ceste”, ai 600 Euro da parte dell’“Associazione Museo Nazionale del Cinema” per il “Gran Premio della Giuria” dedicato a Vittorio Arrigoni (attivista pacifista, reporter e scrittore italiano ucciso a Gaza nel 2011; suo il celebre adagio “Restiamo Umani – Stay Human” con cui terminava ogni suo articolo) e ai 600 Euro assegnati dalla “Fondazione Montessori Italia” per il miglior film dedicato ai temi dell’infanzia. Una giuria composta dai redattori del quotidiano indipendente online “eHabitat” assegnerà, inoltre, una menzione speciale al miglior film che tratta di tematiche ambientali.
“Lavori in corto” quest’anno si arricchisce inoltre di un laboratorio che si terrà presso il “Centro Interculturale” della Città di Torino (Corso Taranto 160), martedì 12 luglio dalle 14.30 alle 18.30: “Cineritidoplastica – Il Botox del materiale audiovisivo”, un workshop di cinema condotto da Emanuele Policante. La partecipazione è gratuita su prenotazione, al seguente indirizzo mail: lavorincorto@gmail.com. Inoltre, da quest’anno, il concorso avrà una cadenza biennale. La decima edizione sarà quindi organizzata nel 2024; nel corso del 2023 l’“Associazione Museo Nazionale del Cinema” promuoverà invece la quarta edizione del concorso cinematografico nazionale “LiberAzioni festival”.
Per ulteriori info: “Associazione Museo Nazionale del Cinema”, via Montebello 15/D, Torino; tel. 011/8138560 o www.amnc.it o info@amnc.it
g.m.
Nelle foto, alcuni frames da:
– “Fili di memorie”
– “The border line”
– “Forze”