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Cooperative di Comunità, istituito l’Albo Regionale

Con l’adozione della legge del 28 maggio 2021, n. 13, anche la Regione Piemonte si è dotata di una normativa che disciplina le cooperative di comunità. Una scelta, questa, resa necessaria in virtù dell’assenza di una puntuale disciplina dell’istituto a livello statale. La nuova legge regionale ha anche previsto l’istituzione dell’Albo regionale delle cooperative di comunità.

            La Giunta Regionale ha approvato una delibera con cui – come ha ricordato l’Assessore allo Sviluppo della Attività Produttive e alla Cooperazione Andrea Tronzano – viene data operatività a questo nuovo Albo regionale, il Piemonte sarà tra le prime Regioni in Italia ad adottarlo. Le cooperative di comunità costituiscono una forma moderna di esempio associativo in cui un gruppo di cittadini individua e riconosce i fabbisogni e le esigenze della collettività e le trasforma in opportunità di crescita e di progresso, sviluppando a catena nuove occasioni di lavoro, un maggiore rafforzamento del tessuto economico e sociale, la valorizzazione del patrimonio artistico e culturale di quell’area.

            Le “cooperative di comunità” si possono considerare come un nuovo modello di innovazione sociale, che vede cittadini, attivi di un territorio in difficoltà, organizzarsi per trasformare le esigenze di quella comunità in nuove opportunità di crescita, di sviluppo e di lavoro. Queste cooperative nascono, infatti, in contesti connotati da fragilità demografica, sociale ed economica: In queste realtà una risposta efficace arriva dal protagonismo dei cittadini che riescono a trasformare il bisogno in impresa e la marginalità e le criticità in punti di forza.

            Le cooperative di comunità, attraverso la valorizzazione delle risorse territoriali a disposizione, cercano di dare risposte ai bisogni comuni dei cittadini e nel contempo sono capaci di generare anche opportunità imprenditoriali attraverso un’attività economica finalizzata al perseguimento dello sviluppo comunitario e della massimizzazione del benessere collettivo non solo dei soci.

            La delibera che ha approvato la Giunta regionale prevede l’approvazione delle modalità di gestione e di aggiornamento dell’Albo regionale, le procedure per la presentazione delle istanze, i termini e la documentazione da allegare per l’iscrizione. Le Cooperative di Comunità iscritte all’Albo dovranno dimostrare ciclicamente ogni due anni il mantenimento dei requisiti d’iscrizione previsti mediante l’invio di specifica documentazione.

            L’iscrizione nell’Albo regionale consentirà alle cooperative di comunità di accedere ai seguenti strumenti finanziari regionali previsti dalla L.R. 23/2004 “Interventi per lo sviluppo e la promozione della cooperazione”:

a) finanziamenti agevolati per investimenti produttivi/immobiliari e contributi specificatamente dedicati alla fase di avviamento;

b) meccanismi atti ad agevolare la capitalizzazione da parte dei soci ordinari e dei soci sovventori;

c) incentivi finalizzati alla creazione di nuova occupazione.

            L’Albo regionale sarà pubblicato sul sito della Regione Piemonte e conterrà gli elementi essenziali della Cooperativa di Comunità.

Venaria, sostegno al volontariato

Il D. Lgs. 117/2017 indica i principi e percorsi relativi alla Riforma del Terzo Settore. Nuove modalità di collaborazione tra enti pubblici e associazioni di volontariato che, per la prima volta, vengono riconosciute e normate in modo organico, prevedendo processi di co-programmazione, co-progettazione e stipula di convezioni. Innovative sono anche l’introduzione, la strutturazione e la regolazione del Registro unico nazionale del Terzo Settore.

L’associazione di volontariato VOL.TO ETS è l’unico ente gestore del Centro Servizi per il Volontariato per il territorio della Città metropolitana di Torino e si configura come un’agenzia di produzione ed erogazione dei servizi, attività e progettualità a favore degli Enti di Terzo Settore (ETS), proponendo  di consolidare il ruolo delle associazioni, di rafforzarne i modelli gestionali e, in ultimo, di svilupparne le competenze.

Il Protocollo d’Intesa sottoscritto tra il Comune di Venaria Reale e l’associazione VOL.TO ETS, riconosce all’agenzia un contributo annuo di massimo 15 mila euro, a fronte dei seguenti servizi a favore delle associazioni cittadine:

-attività di mappatura;

-incontri di informazione;

-percorsi laboratoriali;

-promozione di crowdfunding;

-supporto al miglioramento delle competenze digitali.

Sosterrà anche il Comune di Venaria Reale nella partecipazione a bandi specifici regionali, nazionali ed europei  nell’ambito dell’associazionismo e del volontariato.

Sarà, inoltre, attivato uno Sportello locale a favore dell’orientamento al volontariato e della promozione dello stesso presso i giovani.

Dichiara il sindaco, Fabio Giulivi «Le associazioni di volontariato rappresentano, per ogni comunità, una risorsa preziosa. Rivestono un ruolo fondamentale quali portatrici di risorse da e verso i cittadini e l’istituzione Comune. Nel concreto, risultano essere fondamentali per la costruzione del tessuto sociale al quale tutti siamo chiamati a contribuire. In particolare, nel registro della nostra Città sono censite ben 166 realtà associative. Un tesoro che non solo va salvaguardato ma aiutato a recepire le sfide della società moderna. Devono essere supportate nel loro radicamento territoriale e anche nel loro ampliamento in quanto ne beneficeranno, di conseguenza, anche i cittadini. Sono indispensabili per la costruzione delle politiche di welfare locale, di coesione sociale, di sviluppo sostenibile, di iniziative a favore delle fasce più deboli. Le iniziative che propongono hanno valenza integrativa e sussidiaria – continua il Sindaco – rispetto alle finalità dell’Amministrazione comunale. La riforma che investe il Terzo Settore permette a tutti i soggetti coinvolti di fare una salto di qualità ma c’è bisogno di sostegno da parte di chi possiede conoscenza e competenza. Per questo accogliamo con piacere l’esperienza assimilata dall’associazione VOL.TO ETS, certi che rappresenterà un valido aiuto per tutti coloro che vorranno partecipare a questo nuovo viaggio. Abbiamo sottoscritto con l’associazione un Protocollo d’Intesa della durata di dodici mesi: in questo modo avremo la possibilità di rinnovare, a fine periodo, il rapporto di lavoro secondo dei progetti aggiornati rispondenti alle reali necessità dei partecipanti».

Aggiunge il vice-sindaco Gianpalo Cerrini «Correva l’estate del 2021 quando il Sindaco mi ha investito della responsabilità dell’assessorato all’associazionismo e volontariato. La situazione di stasi degli ultimi anni in Città e il D. Lgs. 117/2017 che ha variato in modo sostanziale il rapporto tra Ente pubblico ed Associazioni mi ha portato a pensare in modo creativo un nuovo approccio alla situazione in essere. Conoscendo la realtà torinese e della Regione Piemonte ed il relativo ottimo lavoro eseguito da Vol To Ets, si è deciso di essere i promotori dell’esperienza innovativa di uno sportello per il Terzo Settore in co-progettazione con gli uffici comunali per dare ascolto e risposta alle mille problematiche che le associazioni vivono. Vorremmo riuscire a definire degli obiettivi di anno in anno per avere dei progetti che rispondano maggiormente al raggiungimento degli stessi e che vengano co-finanziati con fondi interni. Cosa che non è mai stata fatta.  In questo modo – precisa Cerrini – si raggiungerebbe l’obiettivo di rendere più attivi, innovativi e propositivi tutti gli attori del mondo associativo di Venaria Reale. Inoltre, a corredo e a supporto della Fondazione Via Maestra, che da Statuto ha il coordinamento delle realtà associative, si è creato un gruppo di lavoro ad hoc che sia di supporto e consulenza al presidente e al Cda. Sono state scelte tre persone rappresentative del mondo associazionistico che sono: Ettore Maschio, Alberto Buono, Emilio Fanti per la futura comunicazione tra associazioni, Fondazione Via Maestra ed il Comune di Venaria Reale».

Dichiara il presidente della Fondazione Via Maestra, Diego Donzella «L’attenzione verso il mondo così attivo e dinamico dell’associazionismo cittadino è uno degli obiettivi strategici che la Fondazione Via Maestra ha sempre cercato di perseguire. Non solo perché lo Statuto lo prevede, ma per una forte e intrinseca convinzione. A maggior ragione oggi, dopo la difficile uscita dalla crisi pandemica, il Consiglio di Amministrazione della Fondazione ha aderito al progetto con cui il Sindaco, l’Amministrazione comunale e l’assessore Cerrini hanno voluto investire attraverso un lavoro di ascolto, promozione e sviluppo delle attività proposte dalle tantissime associazioni che animano la vita associativa, culturale e sportiva della Città. Il gruppo di lavoro che affiancherà il CDA avrà il supporto di un’importante realtà come VOL.TO con cui si completerà il percorso di formazione e consolidamento di quelle associazioni che aderiranno all’iniziativa. Quello di oggi vuole dunque essere un punto di partenza per una proficua collaborazione e sviluppo per Venaria Reale».

Precisa il presidente dell’associazione VOL.TO. ETS,  Gerardo Gatto «Quella di oggi è per Vol.To – Volontariato Torino una data importante: l’ufficializzazione del Protocollo di collaborazione che ci vede coinvolti in un progetto con il Comune di Venaria Reale è infatti per noi un ulteriore segnale di vicinanza con il territorio. Significa provare ad assicurare a tutto il mondo del Volontariato, anche quello più decentrato da Torino, le stesse opportunità di sviluppo e offerta di servizi. Questo protocollo è anche segno della lungimiranza della politica, degli amministratori del Comune di Venaria che di fatto riconoscono il valore sociale del Terzo Settore in quanto fattore di inclusione e sussidiario all’azione pubblica. È l’inizio del riconoscimento del valore e delle potenzialità dell’amministrazione condivisa, aspetti che possono assumere valore strategico per gli enti a vocazione territoriale, specie per quelli locali nell’ambito dell’organizzazione di una rete integrata di servizi e interventi sociali e di valorizzazione dei beni culturali. L’intesa con il Comune di Venaria è poi un nuovo tassello che contribuisce ad accrescere la struttura di rete capillare di VOL.TO nella provincia di Torino che, come Centro Servizi, sta cercando di costituire da diversi anni, con un costante progetto di sviluppo, così da essere sempre in prima linea nel difficile, ma fondamentale compito di supporto e promozione del Volontariato».

Salute delle donne, Polliotto al convegno di Roma

Il noto legale, Presidente dell’IRCCS ‘Galeazzi’, tra i relatori della due giorni di convegno promossa da ‘Fondazione Atena’ e ‘Pre.Zio.Sa Onlus’ sul tema del gender gap.

Tra i relatori dell’intenso programma di convegni e interventi dal titolo ‘Le donne ci stanno a cuore’ promosso da ‘Fondazione Atena Onlus’ con ‘Pre.Zio.Sa. Onlus’ in scaletta a Roma il 22 e 23 Aprile presso il Centro Studi Americani in Via Michelangelo Caetani 32 (streaming in diretta per tutti i professionisti) c’è Patrizia Polliotto.

Il noto e stimato legale torinese, Presidente degli ospedali milanesi Galeazzi, Sant’Ambrogio e San Siro del Gruppo San Donato interverrà, insieme ad altre autorevoli voci, sabato 23 aprile nella seconda giornata dell’iniziativa al cui centro del dibattito culturale c’è il gender gap legato al gentil sesso: aspetti generali, problematiche, soluzioni.

“Sono onorata di partecipare a un evento così importante, punto di sviluppo e anello di congiunzione fra personalità e professionalità diverse ma tutte coerentemente armonizzabili nell’individuare un comune fil rouge capace di sottolineare, e al contempo incrementare, il ruolo della figura femminile nella sanità. Un tema attuale, che può contribuire a fare la differenza, nel prossimo futuro, in un campo così strategico, complesso e affascinante insieme del vivere umano”, dice Patrizia Polliotto.

Nel corso della tavola rotonda presenterà uno studio del gruppo San Donato sulla consapevolezza delle donne circa il rischio delle malattie cardiovascolari, oltreché alcune delle principali novità legate alla nuova sede dell’IRCCS ‘Istituto Ortopedico Galeazzi’ sita nell’area ex Expo al confine tra i Comuni di Milano e Rho e appartenente all’insieme dei 19 ospedali di proprietà del ‘Gruppo San Donato’, prima realtà sanitaria privata italiana con un fatturato in continua crescita che supera il miliardo e 600 milioni di euro annui.

“Educazione Civica: opportunità o problema?“

Ivrea, giovedì 21 aprile 2022, ore 15,30: Apidge Canavese e Valle D’Aosta nei locali dell’istituto “G. Cena” di via Dora Baltea, presenta le proposte dell’Associazione insegnanti delle Scienze giuridiche ed economiche per una nuova Educazione Civica.

“Educazione Civica: opportunità o problema?“ rappresenta un momento di riflessione che intende proporre e illustrare i documenti e le azioni comuni, che verranno intraprese al fine di garantire il più ampio e corretto successo formativo.

Celebrata la Giornata mondiale della malattia di Chagas

Il 14 aprile

Giovedì  14 aprile. In questa data si è celebrata la Giornata mondiale della malattia di Chagas, che si stima colpisca in tutto il mondo da 6 a 7 milioni di persone, soprattutto nelle aree endemiche dei 22 Paesi dell’America Latina, estendendosi poi, in seguito ai movimenti migratori della popolazione latinoamericana,anche in aree non endemiche, quali il Canada, molti Paesi Europei e diversi del Pacifico Occidentale.

In Europa la malattia viene contratta soprattutto per vie quali trasfusioni, trapianti o per trasmissione verticale, da madre a figlio, e può rimanere a lungo latente, ragione per cui, a volte,risulta difficile da diagnosticare tempestivamente .

La Giornata mondiale della malattia di Chagas, malattia infettiva causata dal contatto umano con le feci o l’urina delle cimici triatomine, è stata dichiarata in occasione del 72esimo incontro dell’Assemblea OMS del 20 maggio 2019. Si è  scelta come data il 14 aprile, giorno in cui il medico e ricercatore brasiliano Carlos Chagas, nel lontano 1909, diagnostico’ il primo caso di questamalattia su una bambina di due anni.

In Italia, in Piemonte, l’associazione ‘PINTRE Percorsi Intrecciati’ è socia di Findechagas, Federazione Internazionale delle Associazioni delle Persone colpite dalla malattia di Chagas, cui afferiscono oltre 25 organizzazioni della società civile di Nord e Sud America, Europa e Pacifico Occidentale.

L’Associazione PINTRE ha l’obiettivo di far conoscere nella Regione Piemonte questa malattia, promuovendo campagne di sensibilizzazione e screening gratuito a favore della popolazione latinoamericana, al fine di individuare tempestivamente la comparsa della malattia e iniziarne il trattamento, prima dell’insorgere di eventuali complicazioni.

Mara Martellotta 

Flores d’Arcais e la pazzia della guerra

IL COMMENTO  di Pier Franco Quaglieni

Il prof. Pier Franco Quaglieni

L’ex parlamentare Pagliarulo come presidente dell’Anpi dice un’ovvietà storica: che la Resistenza italiana non è paragonabile con quella ucraina. La storia non si ripete mai e le condizioni storiche non sono confrontabili. E crea scandalo tra i suoi adepti. Non la penso come Pagliarulo su tante cose, forse egli  è in cerca di visibilità, dimenticando che non tutti nella sua associazione condividono le sue idee rifondarole proprie di chi votò, ad esempio,  contro il 10 febbraio giorno del ricordo. Ma almeno su questo sono concorde con lui e quindi non può poi curvare sui temi della guerra Ucraina il prossimo 25 aprile. I Partigiani non furono pacifisti, usarono le armi, in alcuni casi esagerarono anche. E il 25 aprile tutte le bandiere devono avere diritto di sventolare, in primis il Tricolore. Anche la CGIL ha detto sciocchezze sul tema della guerra, ma questi sindacalisti non conoscono la storia e parlano per slogan preconfezionati. Ma chi appare più stucchevole di lui è il “giacobino tagliateste” Paolo Flores d’Arcais, radical chic per antonomasia, rivelatosi acceso patriota filoucraino e guerrafondaio che sostiene la tesi secondo cui  la resistenza italiana fu come quella Ucraina. L’uomo che da molti è visto come sostenitore del giustizialismo illiberale e del potere assoluto dei giudici e creatore  dei ridicoli girotondi che rafforzarono il consenso a Berlusconi, adesso attacca l’Anpi ed esalta Biden suo quasi  coetaneo. Da non crederci. La guerra sta sconvolgendo le menti di molti , è umano e comprensibile perché il pericolo di un conflitto nucleare non è mai stato così vicino, ma gli effetti che ha prodotto su Flores sono davvero devastanti . Gli consiglierei di fare qualche girotondo attorno a casa, magari di corsa. A volte serve a schiarire le idee e a smaltire le sbornie ideologiche. Patriota  verso  tutti, ma naturalmente mai verso l’Italia. Mai una volta un pensiero verso gli eroi italiani dal Risorgimento in poi, un Risorgimento naturalmente  fallito come, ipse dixit, ha insegnato  l’oracolo Gramsci. Un vero “anti italiano” diventato ardente  partigiano ucraino.

scrivere a quaglieni@gmail.com

Non di solo profitto vive l’imprenditore

Gli studiosi di finanza aziendale hanno sempre esaltato il profitto come unico obiettivo dell’attività imprenditoriale, sulla base del principio che l’imprenditore deve puntare alla massimizzazione del profitto!

 

Massimizzazione…

Quindi conseguimento del profitto più alto possibile, senza preoccuparsi di come è conseguito (anche danneggiando altre persone oppure creando problemi all’ambiente o alla società).
E nessuna considerazione sulla distribuzione del profitto, che va considerato di esclusivo beneficio dei soci o dell’imprenditore.
Gli autori sostengono che il mondo della produzione e il mondo della finanza debbano considerare non solo valori meramente quantitativi ed egoistici, ma anche valori qualitativi e sociali; giusto conseguire il profitto, ma meglio se, anziché massimizzarlo, si puntasse ad ottimizzarlo, arrivando ad un livello adeguato, ma compatibile con tutti coloro che vivono all’interno ed all’esterno dell’azienda.

Qualche brano del libro consente di coglierne a fondo il pensiero.

“L’impatto della gestione delle imprese finanziarie sulla Società sempre più rilevante, anche per il loro potere d’indirizzo sulle imprese non finanziarie, induce quindi a ritenere fondamentale che il rapporto tra finanza ed etica si evolva da quello, richiamato nel sottotitolo, tra “diavolo ed acqua santa”.

Un obiettivo fondamentale anche per l’impatto sulle future generazioni, ma di non facile ed immediata realizzabilità per una molteplicità di ragioni tra le quali una notevole capacità di “pressione” delle grandi istituzioni finanziarie su governi ed istituzioni finanziarie” (dalla prefazione del prof. Roberto Schiesari,

Dipartimento di Management Università di Torino).

Etica e profitto non sono conflittuali: contrapporre etica e profitto, apertura sociale ed utili aziendali è errato, partendo dal presupposto che l’uomo sia “monodimensionale”, capace di perseguire solo un unico obiettivo e non una serie di obiettivi diversi ma armonizzabili. La ricchezza “egoistica”, la sfrenata corsa verso la massimizzazione del profitto, l’accumulazione di patrimoni personali smisurati aumentano le disuguaglianze, sono una malattia subdola, un killer silenzioso, che giorno dopo giorno mina alle fondamenta il patto sociale.

L’economia deve cambiare visione: occorre realizzare un cambiamento che metta in moto un processo in vista di un’economia diversa da quella che fa semplicemente sopravvivere (lavorare per guadagnare i soldi per vivere); un’economia che include e non esclude, umanizza e non disumanizza, si prende cura del creato e non lo depreda. L’ecologia e la cura del prossimo sono intimamente correlate. Ed occorre realizzare processi produttivi, progetti qualificati ed una progettualità solidale in grado di garantire equità e giustizia per tutti.

Accettare il “bene comune”:dobbiamo riscoprire il senso e il valore del bene comune in contrapposizione alla ricerca del bene del singolo. Che cos’è il bene comune? Pensiamo agli allevatori che d’estate portano sull’alpeggio le proprie mandrie affinché trovino erba fresca per il pascolo. Se l’interesse del singolo fosse superiore al bene comune ogni pastore avrebbe interesse a portare una mucca in più al pascolo per massimizzare i propri profitti ma ciò porterebbe all’esaurimento ed alla desertificazione del pascolo. Invece i pastori sanno che devono preservare il pascolo affinché non si desertifichi e possa negli anni continuare a svolgere la propria funzione per tutta la collettività; anche noi oggi dobbiamo riscoprire valore del bene comune sentirlo nostro e preservarlo per le generazioni future.” (estratto dal Capitolo 3)

E’ possibile coniugare Finanza ed Etica?
Un’utopia, forse, ma i tempi sono maturi per una riflessione profonda su nuovi modelli di gestione della micro e della macro economia.

Mara Martellotta 

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Rinasce l’Osservatorio sulla salute delle donne

Rinasce l’Osservatorio Cittadino sulla salute delle donne, uno strumento istituito nel 2003 per monitorare e promuovere il raccordo con rappresentanti di istituzioni locali, ospedali, Asl, professioni mediche e organizzazioni della società civile che si occupano di promozione della salute femminile.

Oltre al ruolo di dialogo e coordinamento, l’Osservatorio faciliterà la lettura, in un’ottica di genere, di tutti i dati relativi alla salute delle donne sul territorio, definendo strumenti di monitoraggio e criteri di valutazione.Potrà inoltre sviluppare proposte per favorire l’utilizzo e la valorizzazione dei servizi che in città tutelano la salute della donna, ma anche ricerche innovative e pubblicazione delle offerte e delle istanze ai servizi, nonché iniziative aperte alla cittadinanza.

 

La prima riunione ne sancisce la nuova costituzione, dopo oltre dieci anni di inattività, grazie all’impegno e all’impulso di tanti soggetti diversi: “E’ la ripresa di un cammino e siamo consapevoli che ci attende un enorme lavoro per contrastare le strumentalizzazioni politiche dei corpi delle donne” ha dichiarato Jacopo Rosatelli, assessore al Welfare, Diritti e Pari opportunità.

La necessità di un confronto tra l’Amministrazione comunale e le associazioni cittadine che si occupano della salute femminile era stato evidenziata durante il forum ‘Salute é autodeterminazione’, promosso dalla Città di Torino l’8 marzo scorso. “Abbiamo colto la richiesta di molti soggetti cittadini di riattivare questo spazio di confronto e presidio da parte del Comune per monitorare e tutelare la salute delle donne che vivono a Torino” ha aggiunto Rosatelli.

I locali più familiari d’Italia

 In un periodo in cui il veloce cambiamento delle tendenze e dei bisogni o il necessario adattamento ai nuovi modelli economici spinge gli esercizi commerciali all’adeguamento e alla rielaborazione costante e assidua delle strategie di mercato

il fenomeno concreto delle aziende familiari, spesso sottovalutato e considerato obsoleto per la sua natura a volte preclusiva e poco incline alle novità, offre, in contrasto con questo orientamento contemporaneo dedito all’affannoso e spasmodico rinnovamento, un modello tramandato, popolare e alternativamente tradizionalista: il family business. Questo modello sta dimostrando di essere, considerati gli ottimi risultati, un management assolutamente di successo. Di fatto la conduzione familiare, di un ristorante, di un hotel o di qualsiasi altro locale, garantisce passione, attaccamento e abnegazione, conferisce all’attività un valore autentico legato alla memoria e al passato facendola riconoscere come un disegno storico curato e amato per generazioni. Certamente anche questi locali, il cui apprezzamento è dovuto al loro folclore e alla propria coerenza di stile e di contenuti, sono, seppur in misura diversa, soggetti alle leggi del mercato e talvolta indotti quindi a superare la soglia della familiarità affidandosi, per esempio, a collaboratori ed esperti esterni, ma a parte questa tenue necessità di conformarsi ai nuovi modelli, il family business può, o forse deve, rimanere virtuoso e continuare sulla sua strada fatta di tradizioni e rassicuranti consuetudini. Secondo la guida Locali Storici D’Italia, dei 215 esercizi commerciali storici circa   la metà sono a conduzione familiare con lunghissime discendenze che arrivano a perpetuarsi per più di 10 generazioni. Il primato del locale con la più longeva gestione familiare tramandata, ben 12 generazioni, è orgogliosamente piemontese, il Ristorante Corona di San Sebastiano Curone ad Alessandria. Questo antico locale,  che vanta tra i suoi frequentatori  D’Annunzio, il Generale Cadorna, l’Editore Ricordi e il Ciclista Fausto Coppi, nel 2011 è stato premiato dalla Regione con il  titolo di “attività commerciale più antica del Piemonte”. Con 11generazioni segue l’Hotel Cavallino Bianco a San Candido, in provincia di Bolzano, un meraviglioso albergo nel centro storico. Una volta semplice osteria, oggi è un romantico e moderno hotel, ornato da mura pittoresche ed ambienti eleganti e pieni di luce. Abbiamo poi La celebre Grapperia Ponte – Bassano del Grappa (Vicenza), la Confetteria della famiglia Romanengo di Genova, il Ristorante Erasmo di Ponte a Moriano in provincia di Lucca, il caffè dell’Ussero in quel di Pisa, tutti con un glorioso passato di 7 generazioni di conduzione familiare. Nella guida troviamo ancora altri storici locali con 5 e 6 progenie di family business. Le aziende a conduzione familiare in Italia vengono rappresentate dall’Aidaf – Associazione Italiana Aziende Familiari fondata da Alberto Falck nel 1997. I dati comunicati dall’associazione sono davvero significativi: 784.000 aziende, pari all’85% delle presenti in Italia che coprono il 70% dell’occupazione che tra il 2010 e il 2014 è cresciuta del 5,3%. Tra le 100 aziende a conduzione familiari nel mondo 15 tra le più antiche sono italiane.In questi luoghi antichi l’impegno e gli sforzi profusi nel tempo dalle famiglie per amministrare e provvedere alla loro gestione è tangibile, la fatica e l’amore impiegati per custodirli possiamo trovarli in ogni cosa, nel cibo, nelle mura, negli odori. Le promesse fatte in passato, lo sp

irito del “capitalismo familiare” messo in atto per garantire ai discendenti prosperità economica attraverso un progetto a lungo termine ha dato i suoi frutti, le aziende a conduzione familiare sono, in contrasto con una modernità a volte opprimente, un posto accogliente dove sentirsi al sicuro e un punto di riferimento indiscusso dell’economia italiana.

Maria La Barbera

 

 

Turismo accessibile: la Regione candida il progetto «La Via Francigena FOR ALL»

Sui fondi ministeriali per la disabilità

Illustrato al Ministro per la Disabilità, Erika Stefani, il piano che prevede l’ammodernamento di strutture e itinerari in 47 Comuni distribuiti su 250 chilometri

L’assessore Poggio: «Lavoriamo per intercettare fondi dello Stato e dell’Europa per incrementare l’offerta turistica rendendola accessibile a tutti»

 

Il Piemonte candiderà la «Via Francigena FOR ALL» al bando dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri per «l’accessibilità dei percorsi turistici». Il piano prevede l’adeguamento di strutture e percorsi distribuiti in 250 chilometri in 47 Comuni sui 650 chilometri complessivi dell’itinerario che attraversa 4 parchi naturali, collegando 107 Comuni di cinque province: Torino, Vercelli, Biella, Asti e Alessandria. A questa direttrice si affianca la variante della Valle di Susa che con due rami provenienti dal Colle del Monginevro e dal Colle del Moncenisio, passando per Torino, raggiunge Vercelli per congiungersi infine all’itinerario principale.

Il progetto è stato illustrato  dall’assessore alla Cultura Turismo e Commercio Vittoria Poggio al ministero per la Disabilità Erika Stefani in tour in provincia di Alessandria.

«Lavoriamo in sinergia per attrarre tutti i fondi messi a disposizione dall’Europa e dal ministero per incrementare l’offerta turistica rendendola accessibile a tutti – ha sottolineato l’assessore alla Cultura Turismo e Commercio Vittoria Poggio – Soltanto in Piemonte le persone disabili sono 217.820 ovvero il 5,1% della popolazione, un dato che ricalca il 5% a livello nazionale. Abbiamo le competenze ma soprattutto la volontà di proseguire il lavoro di abbattimento delle barriere per dare a tutti la possibilità di visitare i nostri paesaggi, i nostri musei, i nostri patrimoni culturali».

Il progetto ha un valore di 1,7 milioni, prevede interventi come la mappatura dell’itinerario nei due tratti Canavesano e Valsusino per rendere fruibili 20 luoghi culturali (in via di definizione) 365 giorni l’anno migliorandone l’accessibilità. «Si tratta in particolare di replicare l’esperienza e le conoscenze acquisite attraverso l’iniziativa “Chiese a porte aperte” – ha aggiunto l’assessore Poggio – un sistema unico in Italia di prenotazione, apertura e narrazione automatizzata, tramite smartphone del patrimonio culturale ecclesiastico, che può essere esteso ad altri beni culturali presenti lungo il tracciato della Via Francigena».

Con il coinvolgimento degli enti territoriali, comunità locali e associazione europea delle Vie Francigene, saranno attivati tirocini lavorativi rivolti ai soggetti portatori di disabilità da effettuarsi presso le strutture di accoglienza (ricettive, della ristorazione etc) e presso gli uffici d’informazione presenti lungo l’itinerario della Via Francigena per offrire un’opportunità di inserimento lavorativo nel contesto turistico territoriale. Una linea d’intervento che si pensa possa coinvolgere almeno 30 persone.

Le azioni verso il pubblico (B2C) comprenderanno: campagne stampa e digital e social media marketing, creazione di pagine web dedicate al progetto e alle esperienze costruite sul tema, inserimento nelle campagne di co-marketing, promozione dedicata in occasione di fiere, eventi speciali, presentazioni e campagne tv.

Le attività rivolte al lato «commerciale» (B2B) si svilupperanno con l’inserimento del tema nei workshop tematici dedicati ai prodotti Cultura, Outdoor, Enogastronomia; in educational tour dedicati a tour operator, in roadshow di presentazione e infine in viaggi stampa specifici.

I Comuni coinvolti nel progetto «Via Francigena FOR ALL» – 250 KM

Via Francigena Val di Susa

  1. ALMESE
  2. AVIGLIANA
  3. BARDONECCHIA
  4. BORGONE SUSA
  5. BRUZOLO
  6. BUSSOLENO
  7. CAPRIE
  8. CASELETTE
  9. CHIANOCCO
  10. CHIOMONTE
  11. CHIUSA DI SAN MICHELE
  12. CONDOVE
  13. EXILLES
  14. GIAGLIONE
  15. GRAVERE
  16. MEANA DI SUSA
  17. MOMPANTERO
  18. MONCENISIO
  19. NOVALESA
  20. OULX
  21. RIVOLI
  22. ROSTA
  23. SALBERTRAND
  24. SAN DIDERO
  25. SAN GIORIO DI SUSA
  26. SANT’AMBROGIO DI TORINO
  27. SANT’ANTONINO DI SUSA
  28. SUSA
  29. VAIE
  30. VENAUS
  31. VILLAR DORA
  32. VILLAR FOCCHIARDO

Via Francigena Canavesana

  1. BUROLO
  2. BOLLENGO
  3. BORGOFRANCO D’IVREA
  4. CAREMA
  5. CASCINETTE D’IVREA
  6. CAVAGLIA’ (BI)
  7. CHIAVERANO
  8. IVREA
  9. MONTALTO DORA
  10. PALAZZO CANAVESE
  11. PIVERONE
  12. SETTIMO VITTONE
  13. ROPPOLO (BI)
  14. SANTHIA’ (BI)
  15. VIVERONE (BI)