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È nata l’associazione Socrate

Questi 2 anni di pandemia e la guerra i corso tra Russia ed Ucraina hanno reso le persone ancora più chiuse e diffidenti di quanto lo fossero in passato.

Si è persa la voglia di stare assieme in comunità e la gente si è isolata ancora di più.Tutto ciò non ha impedito la nascita della nuova “Associazione Socratè Aeronautica” che si pone l’obiettivo di creare gruppi di relazione con l’intento di aggregare più persone possibili.

Ne abbiamo parlato con la Presidente fondatrice Maria Antonietta Floscio.

Innanzitutto chi siete?
“Siamo un gruppo di cittadini che vive nel quartiere Aeronautica,spiega Maria Antonietta Floscio,persone che metteranno a disposizione, gratuitamente,tempo esperienza e competenza al servizio dei cittadini.Il gruppo è composto da circa 30 persone”.

Che cos’è l’associazione Socrate’ Aeronautica?
“Socratè è l’acronimo di SOcio CReativo Aeronautica per TÈ.
È un’associazione di promozione sociale,senza scopo di lucro che persegue finalità civiche di grande utilità, un’associazione di quartiere che punta a coinvolgere i cittadini riunendoli in tante iniziative così creando una portineria di comunità che svolga partecipazione, aggregazione e solidarietà”.

Come è nata l’idea di farla nascere?
“Insieme ad un gruppo di amici,spiega Maria Antonietta Floscio,ci siamo chiesti cosa e come fare per poter migliorare il quartiere:ed ecco che abbiamo pensato ad una Casa diffusa nel quartiere,non statica ma un ufficio su ruote che stazionerà all’aperto ,un vero e proprio UFFICICLO che girerà nel quartiere,un centro d’ascolto itinerante anche con orari ed appuntamenti fissi.Tante saranno le iniziative in cantiere e le tematiche di confronto:primo soccorso, educazione digitale,calcio,poesia,cultura,cinema,cucina,viaggi,teatro ed un gruppo di persone diversamente abili che racconterà come vive la quotidianità e come si abbattono le barriere in Aeronautica”.

Enzo Grassano

 

Luca e Silvana hanno la Sindrome di Down e si sono sposati. Il documentario

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“LUCA+SILVANA” ARRIVA A TORINO: APPUNTAMENTO AL TEATRO AMBROSIO IL 23 MARZO

Luca e Silvana hanno la Sindrome di Down e vogliono sposarsi: una storia apparentemente
semplice che merita di essere raccontata. Lo sta facendo il regista Stefano Lisci con Cooperativa 19
attraverso l’atteso documentario che il 23 marzo fa tappa a Torino
La pazienza è la virtù dei forti e quindi dopo lunghe attese e rimandi dovuti alla situazione di pandemia il
documentario Luca+Silvana, prodotto da Cooperativa 19 con la regia di Stefano Lisci è pronto per il tour nelle
sale cinematografiche italiane. La storia è semplice, due persone che vogliono sposarsi e passare la vita
assieme, ma non è per tutti così “facile” come sembra.

“Circa tre anni e mezzo fa, dopo una proiezione del documentario Bar Mario, venni contattato da Luca e Silvana, i
quali mi chiesero di realizzare un breve video. In un primo momento non capii la loro richiesta. Successivamente,
quando parlai con Claudia (la madre di Silvana) capii che necessitavano di un video per dimostrare la loro autonomia
nelle faccende domestiche. Ho poi avuto modo di conoscere meglio la loro storia e il video è diventato un vero e
proprio documentario.” Così, il regista Stefano Lisci spiega come è cominciata l’avventura del documentario
“Luca+Silvana“.

La proiezione a Torino è prevista al Teatro Ambrosio, il 23 marzo alle ore 21:00 in collaborazione con le
associazioni Cepim Torino e Associazione Down Torino. Al termine della proiezione sarà possibile assistere al
dibattito con il regista, Stefano Lisci, in diretta Zoom.

Le prenotazioni per tutti gli appuntamenti possono essere fatte sul sito
https://www.movieday.it/event/event_details?event_id=4098

SINOSSI DEL FILM
In 35 anni Silvana ha avuto molti fidanzati, tutti immaginari. Quando Luca si presenta, con le sue lettere d’amore, lei è
scossa, non è abituata ad essere corteggiata. Inizialmente lo rifiuta. Lui però non molla, la conquista con la sua
gentilezza. Il loro è un amore imprevisto, c’è chi li guarda con sospetto, chi incuriosito, in pochi pensano veramente
che tra i due possa esserci un legame profondo, come quello tra due adulti. Sognano di sposarsi e di vivere assieme,
ma per chi ha la sindrome di Down non è così semplice. Passano dieci anni, il loro progetto incontra mille ostacoli
burocratici e non, il matrimonio sembra un miraggio irraggiungibile.
Luca+Silvana, una storia d’amore dal sapore dolceamaro che invita a riflettere sul diritto universale di amare
e condividere la vita con un’altra persona.

IL DOCUMENTARIO
In molti, proprio grazie alle riprese del film, hanno seguito la vicenda personale dei due innamorati bolzanini che a
gennaio 2019 hanno coronato il loro sogno di sposarsi e vivere assieme. Di pari passo è proseguita la produzione del
documentario che ha avuto la sua Première nazionale online il 20 novembre 2020 – spostata da marzo 2020
all’autunno a causa delle misure sanitarie dovute al Covid-19 – all’interno della prestigiosa rassegna Visioni
Italiane di Bologna, nella sezione Visioni Doc. Si è poi proseguito con i festival regionali, la pellicola ha partecipato
al Bolzano Film Festival Bozen 2021 svoltosi in modalità online, nella sezione MADE IN SÜDTIROL, vincendo il
Golden Walther Award assegnato dal pubblico. Dopo la tappa bolzanina il documentario è stato protagonista anche
nella 69° edizione del Trento Film Festival, nella sezione Orizzonti vicini.
Ora è attiva la distribuzione del film attraverso la piattaforma online www.movieday.it, con accesso a più di
200 cinema in tutta Italia. Si tratta di una modalità particolare di distribuzione delle pellicole che conta sulla
collaborazione di associazioni, enti, scuole e singoli cittadini interessati a portare il documentario nella
propria città. Sono due le modalità con cui è possibile organizzare un evento di proiezione del documentario: la
prima prevede la prenotazione di una sala nel cinema della propria città collegato a Movie Day assicurandosi un
numero minimo di spettatori per confermare l’evento; in questo caso chi promuove l’evento non sosterrà nessun costo
in quanto le spese saranno coperte dalle vendite dei biglietti. La seconda modalità, più indicata per chi ha un suo
pubblico e volesse organizzare un evento in un luogo diverso dal cinema (circoli, associazioni, scuole) prevede
l’acquisto della licenza tramite la piattaforma Movie Day.
“Vorremmo che il nostro film fosse anche un’occasione per sollevare un dibattito sulla sindrome di Down e
sui diritti delle persone con disabilità, chiediamo agli interessati al tema di contattarci alla mail
info@cooperativa19.it e organizzare assieme la proiezione”, dichiara Massimiliano Gianotti, produttore del
documentario e parte della troupe composta da: Stefano Lisci (regia), Massimiliano Gianotti (produzione), Beniamino
Casagrande (fotografia), Martino Pellegrini (musiche), Maria Radicchi e Marco Vitale (montaggio), Ambrose Siyanga
Mbuya e Patrick Bruttomesso (suono in presa diretta), Philippe Gozlan (sound design and mix), Gabrielle Cipolla
(color correction), Sonia Galluzzo (graphic design), Elena Antonin (segreteria di produzione), Martin Rattini
(consulente di produzione), Margherita Delmonego (social media manager) e Valentina Cramerotti (ufficio stampa).
La produzione è tutta altoatesina e fa capo a Cooperativa 19, un’impresa culturale e casa di produzione attiva dal
2011 con la mission di contribuire allo sviluppo del territorio attraverso la realizzazione di progetti culturali e prodotti
artistici in grado di coinvolgere le comunità attraverso proposte di qualità, in cui l’arte e la creatività siano stimolo per
una crescita individuale e collettiva. Per vedere il trailer e avere maggiori informazioni sul film c’è il sito www.lucasilvana.it/il-film.
Stefano Lisci è il regista del documentario di origina sarda, classe 1984, diplomato alla Zelig scuola di documentario,
televisione e nuovi media di Bolzano, con specializzazione in fotografia. Dopo il tirocinio sul set di “Piccola Patria” di
Alessandro Rossetto ha lavorato per diversi anni in set cinematografici, tra cui “Anita B” di Roberto Faenza e su quello
di “Sils Maria” di Oliver Assayas. Dal 2015 tiene dei laboratori di cinema nelle scuole medie e superiori. Nel 2016 ha
curato la regia del documentario Bar Mario.
La realizzazione del documentario è stata sostenuta da Mibact e Siae attraverso il programma “per chi crea”, IDM
Film Commission, Lebenshilfe Onlus, Centro Audiovisivi Bolzano, Ufficio Politiche Sociali della Provincia Autonoma di
Bolzano, Ufficio Famiglia, Donna, Gioventù e Promozione sociale del Comune di Bolzano, Rotaract Bolzano ma
anche dai 12.000 euro raccolti con la fortunata e partecipata campagna di crowdfunding sulla piattaforma eppela.

Gli altri ci sono, se li sai guardare…e bisogna accorgersene

Una mostra al Polo del ‘900 su salute mentale e alleanze sociali per la cura

 

dal 18 marzo al 14 aprile  (ingresso gratuito)

Inaugura giovedì 17 marzo alle ore 18 la mostra “Gli altri ci sono, se li sai guardare. Alleanze sociali per la cura” presso la Sala Conferenze – Polo del ‘900 (corso Valdocco 4/A). Un progetto dell’associazione culturale Impasse, realizzato grazie al sostegno della Fondazione Compagnia di San Paolo.

La mostra nella Galleria delle Immagini del Polo del ‘900, aperta al pubblico dal 18 marzo al 14 aprile, rappresenta un’occasione per gettare luce sull’importanza della salute mentale per tutti e per tutte, mettendo al centro il ruolo dei legami e delle alleanze che, all’interno dei territori, possono contribuire alla lotta allo stigma e al miglioramento della qualità della vita e delle relazioni, anche per chi è più fragile o ha esperienza di sofferenza mentale.

Il progetto di allestimento ha origine da un workshop realizzato dall’Associazione Impasse presso l’Housing Giulia di Torino, con la partnership scientifica del Cultural Welfare Centre e la partecipazione diretta di persone con esperienza di sofferenza mentale e operatori dei servizi, sul tema dei legami e dell’inclusione. A partire da interrogativi quali “come potenziare le alleanze sociali territoriali per la salute mentale?”, “che cosa significa includere, cosa occorre per sentirsi parte di una comunità?”, è stata creata la performance, che viene restituita con una serie fotografica e un video.

L’evento del 17 marzo alle ore 18 vede la partecipazione di Alessandro Bollo, Direttore del Polo del ‘900, Alberto Anfossi, Segretario Generale della Fondazione Compagnia di San Paolo, Irene Pittatore e Nicoletta Daldanise, artista e curatrice dell’Associazione Impasse, oltre alle persone e alle organizzazioni che hanno partecipato direttamente alla realizzazione del workshop che è all’origine della mostra: Catterina Seia, Presidente del CCW – Cultural Welfare Center, Tea Taramino, Presidente dell’associazione Forme in bilico, Alberto Taverna, psicologo, responsabile clinico del centro diurno Bisacco ROT SUD EST ASL Città di Torino, Giorgio Gallino, Direttore S.C. ROT SUD EST DSM ASL Città di Torino, Carla Barovetti, referente del gruppo di ricerca per la salute mentale Conoscere per Migliorare e i/le performer Leila Gilli, Simone Martone, Davide Pistarino e Matias Taverna.

Seguirà un programma pubblico di incontri e visite guidate; in particolare, tutte le domeniche dalle 10.30 alle 13 l’artista, la curatrice e i/le performer guideranno i visitatori in mostra e saranno a disposizione per fornire informazioni.

“La Fondazione Compagnia di San Paolo ha individuato tra le proprie linee di azione la promozione della salute mentale e la sensibilizzazione sull’importanza della salute mentale per il benessere e la salute dell’individuo e delle comunità. L’azione della Fondazione vuole promuovere una nuova idea di salute e combattere lo stigma associato al disagio mentale. E’ in questa cornice che nasce la mostra Gli altri ci sono, se li sai guardare. L’evento offre inoltre l’occasione di esplorare la relazione tra cultura e salute. Una relazione che è al centro di un’altra iniziativa della Compagnia di San Paolo, Well Impact, nell’ambito della quale sono stati attivati progetti pilota che prevedono la raccolta di evidenze scientifiche sulla relazione tra cultura e salute” afferma Alberto Anfossi, Segretario Generale della Fondazione Compagnia di San Paolo.

Alessandro Bollo, direttore del Polo del ‘900: “Accogliere la mostra al Polo del ‘900 significa puntare l’attenzione sul tema della salute mentale accoppiato al ruolo che la cultura può svolgere in questo ambito come strumento di lotta agli stereotipi e discriminazioni attraverso esperienze artistiche e performative. Il Polo, inoltre, rimarrà vicino al tema della salute con un progetto sperimentale in partenza a maggio e che, come nel caso della mostra, è reso possibile grazie alla rete costruita con tante e diverse realtà del territorio”.

“Dalla consapevolezza di sé deriva un rapporto con gli altri di accoglienza e mutuo accudimento. Condividere la propria autenticità sviluppa conoscenza e genera meccanismi di nutrimento del proprio talento. L’incontro diventa un momento di reciproca protezione. Le alleanze sociali contrastano lo stigma”, dichiarano Irene Pittatore e Nicoletta Daldanise dell’Associazione culturale Impasse.

Per partecipare all’evento di inaugurazione del 17 marzo alle ore 18 è necessario iscriversi al seguente link: https://polodel900.secure.force.com/eventi?IdEvt=a0C6N000000WmF5

La mostra è aperta dal 18 marzo al 14 aprile da martedì a domenica dalle 10 alle 18 con ingresso libero.

www.compagniadisanpaolo.it

www.polodel900.it

https://associazioneimpasse.org

Parità di Genere nel mondo dell’Ingegneria

A SCUOLA DI PARITÀ: AL VIA LE ATTIVITÀ DI SENSIBILIZZAZIONE DELLA CAMPAGNA WE ARE HERE NELLE SCUOLE DI TORINO E PROVINCIA

We Are Here, il progetto del Politecnico di Torino per promuovere la Parità di Genere nel mondo dell’Ingegneria e delle STEM, ha iniziato un ciclo di incontri e di attività di sensibilizzazione che impegneranno 750 ragazzi e ragazze delle Scuole di Primo e Secondo grado di Torino e provincia

WE ARE HERE – CONTRO GLI STEREOTIPI DI GENERE NEL MONDO DELL’INGEGNERIA è il progetto con cui il Politecnico di Torino ha deciso di mettersi in gioco sulle Pari Opportunità e sull’inclusione di tutte e tutti nelle discipline STEM (Science, Technology, Engineering and Mathematics).

La disparità di genere è ancora un fenomeno molto presente in Italia sia in termini retributivi e di carriera, che in termini di scelta del percorso di studi. Un tema che riguarda da vicino il settore delle scienze e delle tecnologie, in cui vi è tuttora una grave carenza di occupazione rispetto alla media europea, specialmente per le donne.

Una tendenza che non può essere ridotta a una questione di preferenze individuali, senza considerarne le origini: i pregiudizi sociali e culturali che agiscono direttamente sulle scelte di migliaia e migliaia di bambine e ragazze, fin da piccole.

Per questo la campagna We Are HERe – noi siamo qui, noi siamo lei – coinvolge le alunne e gli alunni di 20 classi degli Istituti Superiori di Torino e Provincia, insieme a 10 classi delle Scuole Medie, in dibattiti, giochi di ruolo e attività in presenza con le studentesse di Ingegneria del Politecnico. Per contrastare anche con la loro testimonianza lo stereotipo di genere secondo il quale le donne sarebbero meno portate degli uomini per le STEM.

WeAreHERe nasce nel 2019 e in questi due anni di azione concreta, WeAreHERe ha portato a toccare il maggior numero di sempre di neo immatricolate ai corsi di laurea in Ingegneria (oltre 1300 per l’a.a. 2019/2020), fino a raggiungere il 26% per l’anno 2021/22.

“Cuneo+Cgil =120” Diritti. Solidarietà. Libertà

Cgil Cuneo festeggia 120 anni di attività e impegno e racconta il lavoro attraverso incontri, concerti, film, libri

 

Dal 15 marzo all’11 aprile 2022

Alba, Bra, Cuneo, Fossano, Saluzzo

 

Ospiti:

Susanna Camusso in dialogo con Barbara Simonelli

Maurizio Landini in dialogo con Ezio Mauro

Gli storici Aldo Agosti e Giovanni De Luna e le loro lectiones magistrales

Angelo Mastrandrea con il nuovo libro in dialogo con Marco Bobbio

Bandakadabra in concerto

 

www.cgilcuneo.it

 

120 anni di impegno nella difesa del diritto al lavoro e nella tutela e rappresentanza delle lavoratrici e dei lavoratori nel Cuneese. 120 anni dedicati a offrire sostegno, tracciare linee guida nell’intricato panorama economico e sociale, accompagnare nel cammino professionale e nelle rivendicazioni i propri iscritti. Per festeggiare i traguardi raggiunti in questi 120 anni di attività e condividere la riflessione sui passi realizzati e i percorsi da intraprendere, la Cgil di Cuneo propone a tutti, non solo ai suoi iscritti, “Cuneo+Cgil=120. Diritti. Solidarietà. Libertà”, un calendario di appuntamenti gratuiti – tra incontri, lezioni magistrali, presentazione di libri, concerti e proiezioni di film –, per una condivisione sul tema del lavoro, sui diritti rispettati e negati, sulle figure che hanno fatto la storia del sindacato in Italia, sulle problematiche legate alle nuove professioni e su tanti altri aspetti.

 

“Cuneo+Cgil=120. Diritti. Solidarietà. Libertà” è in programma da martedì 15 marzo a lunedì 11 aprile 2022, tra Alba, Bra, Cuneo, Fossano e Saluzzo, con grandi ospiti: la prima segretaria generale della Cgil Susanna Camusso (Fossano, 15 marzo) intervistata dalla giornalista Barbara Simonelli; il segretario nazionale Cgil Maurizio Landini in dialogo con il giornalista Ezio Mauro (Cuneo, 25 marzo); lo storico Aldo Agosti in una lectio magistralis sul sindacalista Giuseppe Di Vittorio (Saluzzo, 21 marzo), seguita dalla proiezione del cortometraggio “Fiori” del regista greco Kristian Xipolias; lo storico Giovanni De Luna in una lectio magistralis dedicata al sindacalista Bruno Trentin (Bra, 11 aprile)con letture di Alessio Giusti; il giornalista Angelo Mastrandrea intervistato dal giornalista Marco Bobbio sul libro reportage edito da Manni “L’ultimo miglio”, sul mondo della logistica, dell’e-commerce e dei riders (Alba, 8 aprile). Non mancheranno momenti di festa all’insegna della condivisione grazie all’energia e simpatia di Bandakadabra, in concerto con lo spettacolo musicale “Ok, boomer” (Cuneo, 25 marzo), capace di unire nella musica generazioni diverse.

 

«Una storia di 120 anni, un percorso lungo un secolo, un denominatore comune che è la presenza costante a fianco delle lavoratrici e dei lavoratori della nostra provincia, delle loro lotte, della loro emancipazione. Una storia di rivendicazioni, di difesa dei diritti contro lo sfruttamento e il precariato. Oggi come ieri, a partire da un ideale che si concretizza nella pratica quotidiana, la CGIL cuneese è un presidio per tutto il mondo del lavoro, per i pensionati, è un punto di riferimento sul territorio per tutta la società civile, è una realtà culturale decisiva nel fare muro contro le derive antidemocratiche, nuovi fascismi e razzismi dilaganti. È un luogo dove coniugare diritti individuali con quelli collettivi, diritti del singolo e bene comune. Un sindacato che fonda la sua storia sul principio di solidarietà, capace di interrogarsi sempre sulle scelte, di aprirsi agli altri per imparare, rinnovarsi, stare al passo con le sfide di oggi e di domani.»

Davide Masera, segretario provinciale Cgil Cuneo.

 

Il visual e la grafica del manifesto di “Cuneo+Cgil=120. Diritti. Solidarietà. Libertà” sono stati realizzati dalla designer Ilaria Bossa (Mono, mono-design.it) di Mondovì.

 

“Cuneo+Cgil=120. Diritti. Solidarietà. Libertà” è promosso da Cgil di Cuneo, con il patrocinio di Città di Alba, Città di Bra, Città di Cuneo, Città di Fossano e Città di Saluzzo e in collaborazione con Progetto Cantoregi nell’ambito della terza edizione della rassegna CuneiForme, dedicata al tema D(i)ritti.

 

Ingresso con prenotazione consigliata ma non obbligatoria:

organizzazione@cgilcuneo.it – 0171452511.

Info: WEB www.cgilcuneo.it – FB Cgil Cuneo – FB Collettiva

 

 

 

Il programma in dettaglio

“Cuneo+Cgil=120. Diritti. Solidarietà. Libertà”

 

Il programma di “Cuneo+Cgil=120” si apre martedì 15 marzo alle ore 10 a Fossano (Castello degli Acaja) con la prima segretaria generale Cgil, Susanna Camusso, ora  responsabile Politiche di genere della CGIL nazionale, sarà intervistata dalla giornalista Barbara Simonelli sul tema “Donne, uomini e lavoro: la parità che non c’è”. Si parlerà di parità salariale e delle azioni ancora da perseguire per annullare il più presto possibile il divario retributivo uomo-donna, anche alla luce della Legge n. 162/2021 “Modifiche al codice di cui al decreto legislativo 11 aprile 2006, n. 198, e altre disposizioni in materia di pari opportunità tra uomo e donna in ambito lavorativo”, entrata in vigore nel mese di dicembre.

 

Il calendario prosegue lunedì 21 marzo alle ore 21 a Saluzzo (Cinema Teatro Magda Olivero)

Lo storico Aldo Agosti, professore emerito di Storia contemporanea all’Università di Torino, che ha dedicato molti studi alla storia del movimento socialista e comunista, italiano e internazionale, con una lectio magistralis traccerà un ritratto di Giuseppe Di Vittorio (1892-1957), uno dei padri del sindacato confederale italiano e tra i suoi esponenti più autorevoli. Impegnato contro il governo di Franco in Spagna e nella Resistenza in Italia, confinato dai tedeschi all’isola di Ventotene, Di Vittorio venne eletto segretario generale della Cgil nel 1945, sostenendo un sindacato attento ai problemi delle riforme economiche e sociali del Paese, e fu deputato alla Costituente e nelle due prime legislature.

L’incontro sarà introdotto dalla proiezione del cortometraggio “Fiori” di Kristian Xipolias, nato da una ricerca documentaristica sulle condizioni lavorative dei riders, che attualizza la poetica neorealista per narrare la disoccupazione e lo sfruttamento nel settore del delivery in bicicletta.

 

Doppio appuntamento venerdì 25 marzo a Cuneo (Teatro Toselli).

Grande attesa per il segretario nazionale Cgil Maurizio Landini che dialogherà con il giornalista ed editorialista Ezio Mauro sui temi di più stretta attualità del mondo del lavoro, con tutte le drammaticità e criticità a cui la cronaca di ogni giorno ci mette di fronte, ma anche con le prospettive di rilancio economico, sociale e di qualità della vita. L’incontro “L’attualità e le sfide del mondo del lavoro” è alle ore 18.

In serata, alle ore 21, arriva l’energia di Bandakadabra che con il concerto “Ok, boomer” propone un’occasione di incontro musicale tra generazioni diverse, attraverso una rilettura di successi internazionali in chiave Dixie e Swing Anni Trenta, dai Daft Punk a Billie Eilish, passando per Bruno Mars e i Radiohead. È il nuovo progetto del gruppo, ideato in collaborazione con Mr T- Bone, storico trombone dei BlueBeaters, oltre che voce, per avvicinare i più giovani alle atmosfere del Jazz Old Style e far conoscere agli spettatori più maturi le recenti produzioni della musica pop.

 

Venerdì 8 aprile alle ore 18.30 ad Alba (Sala Beppe Fenoglio, Cortile della Maddalena) incontreremo Angelo Mastrandrea, giornalista del Manifesto, di cui è stato vice direttore, curatore dell’inserto ecologista Extraterrestre, autore inchieste e reportage per L’Essenziale, Internazionale, Il Venerdì di Repubblica e Le monde diplomatique. In dialogo con il giornalista Rai Marco Bobbio, presenta “L’ultimo miglio” (Manni) che, come recita il sottotitolo, compie un “viaggio nel mondo della logistica e dell’e-commerce in Italia tra Amazon, rider, portacontainer, magazzinieri e criminalità organizzata”, nuovo settore cruciale dell’economia capitalista, in cui movimento merci è la nuova frontiera del conflitto tra capitale e lavoro.

L’incontro è in collaborazione con la libreria La Torre di Alba, che allestirà un bookshop con i lavori dell’autore e con titoli di libri dedicati al mondo del lavoro.

 

Lunedì 11 aprile alle ore 21 a Bra (Teatro Politeama) lo storico Giovanni De Luna, docente di Storia contemporanea all’Università di Torino, collaboratore di La Stampa e di trasmissioni radiofoniche e televisive, terrà una lectio magistralis dedicata al sindacalista Bruno Trentin (1906-2007), segretario generale Cgil dal 1988 al 1994, e parlamentare europeo, che da giovane prese parte alla Resistenza nelle file del Partito d’azione, e venne arrestato insieme con il padre nel 1943. Attento studioso dei fenomeni sociali, si adoperò per riformare il sindacato confederale e rilanciarne l’opera all’indomani della crisi dei grandi partiti di massa.

L’attore Alessio Giusti proporrà alcuni estratti dagli scritti di Trentin.

 

 

“Cuneo+Cgil=120. Diritti. Solidarietà. Libertà”

Ingresso con prenotazione consigliata ma non obbligatoria:

organizzazione@cgilcuneo.it – 0171452511.

Info: WEB www.cgilcuneo.it – FB Cgil Cuneo – FB Collettiva

 

 

 

Responsabilità genitoriale e diritti e doveri dei figli, incontro a Moncalieri

Lunedì 14 marzo 2022

LA FAMIGLIA CHE CAMBIA

Ciclo di incontri sul diritto di famiglia

Moncalieri, ore 17,30

Biblioteca civica Arduino, via Cavour 31

Pagina facebook della Biblioteca @bibliomonc

SECONDO INCONTRO

Responsabilità genitoriale e diritti e doveri dei figli

Lunedì 14 marzo alle 17,30 arriva al secondo appuntamento La famiglia che cambia, ciclo di incontri che si tiene a Moncalieri nella biblioteca civica Arduino e dedicato ai temi più sensibili del diritto di famiglia. Questa volta si parlerà di responsabilità genitoriale e diritti e doveri dei figli, di nuovo insieme all’avvocato Mariavittoria Colli, vicepresidente dell’AIAF-Associazione Italiana degli Avvocati per la Famiglia e per i minori del Piemonte e Valle d’Aosta. Il mini corso proseguirà con altri due incontri, che si terranno sempre di lunedì, nello stesso orario e luogo. Si affronteranno alcuni snodi rilevanti per il quotidiano di tutti, come crisi della coppia (21 marzo) e violenza di genere e ordini di protezione (4 aprile). Ingresso gratuito fino ad esaurimento posti e diretta facebook.

Gli incontri, tutti tenuti dall’avvocato Colli, mirano a fornire strumenti culturali, psicologici, giuridici di pronto utilizzo per orientarsi nelle problematiche familiari – spiega l’assessore alla Cultura e alle Pari Opporunità Laura Pompeo – Un tema sempre più sfaccettato e complesso al giorno d’oggi, certo non eludibile per la delicatezza degli interessi coinvolti. Siamo convinti che non siano mai abbastanza il sostegno e la tutela che è possibile garantire a un istituto centrale per la vita di tutti come la famiglia, in particolare nelle forme a noi proprie della sensibilizzazione e dello stimolo a livello culturale. E lo stiamo facendo di lunedì, giorno che il nostro palinsesto settimanale ha identificato come contenitore per le tematiche collegate al vasto tema delle Pari Opportunità”.

La guerra delle donne, incontro sui diritti violati

“La guerra delle donne” è il titolo dell’incontro che il Comitato diritti umani e civili, in collaborazione con la Consulta femminile regionale, ha organizzato per sensibilizzare l’opinione pubblica sui diritti violati ed esprimere vicinanza ideale alle donne che oggi stanno vivendo la situazione tragica della guerra,  come sta accadendo ora in Ucraina.

Secondo il rapporto 2021 del Segretario delle nazioni Unite, solo nel 2020 sono stati  2.542 i casi di violenza sessuale legata ai conflitti, di questi 1.053 sono stati registrati nella Repubblica Democratica del Congo. 1.773 sono invece I bambini vittime di stupri, di cui 1.155 sono bambine.

Il Women Peace and Security Index 2021/2022, che monitora il benessere sociale ed economico delle donne, nell’analizzare 170 Paesi che rappresentano il 99% della popolazione mondiale, ha individuato i  paesi in cui le donne vivono meglio: al primo posto compaiono i paesi del Nord Europal’Italia è al 28°postol’Ucraina al 66°. È invece l’Afghanistan il paese in cui le donne vivono in condizioni peggiori rispetto a inclusione, giustizia e sicurezza. La classifica evidenzia, anche per effetto della pandemia,  un divario in aumento, specchio  della crescente disuguaglianza nella condizione delle donne tra i paesi: i paesi in cima continuano a migliorare mentre quelli in fondo peggiorano, rispecchiando le tendenze globali in termini di ricchezza e disuguaglianza di reddito.

La Giornata internazionale della donna di quest’anno ha il volto delle donne dell’Ucraina e di tutte le donne che quotidianamente in ogni parte del pianeta, con abnegazione e coraggio, si mobilitano contro la guerra e si battono per i diritti e la libertà – ha dichiarato Stefano Allasia, presidente del Consiglio regionale –  L’invasione russa in Ucraina, nella sua drammaticità, ci conferisce una grande centralità della figura della donna che mai come in questo momento rappresenta un simbolo di vita e di pace. Come Comitato regionale dei diritti umani – continua Allasia – rivolgiamo un appello a tutte le Istituzioni affinché si intensifichino tutte quelle azioni per far fronte a questa immane tragedia umanitaria”.

“ La situazione  a cui stiamo assistendo in Ucraina ha le caratteristiche di un incubo – esordisce Dario Arrigotti, console onorario di Ucraina –  eppure si tratta di realtà,  di bombe vere e vittime reali, donne, bambini, anziani e  russi, anche loro vittime innocenti trascinati in questa aggressione. L’escalation militare non diminuisce, – prosegue il console – la resistenza armata dell’Ucraina è difficile da attuare in edifici ancora pieni di civili. Da spettatori dobbiamo diventare attori della guerra. Certo il Piemonte non è un attore della diplomazia internazionale o del dialogo politico, ma può essere protagonista della solidarietà e dell’accoglienza. Proprio su questo invito la Regione pensare a un piano di supporto alle famiglie che generosamente stanno offrendo accoglienza ai profughi ucraini. Oltre alle istituzioni, infatti, non c’è categoria della società che non voglia partecipare a questa gara di solidarietà . Per 60 anni  – conclude il console  – abbiamo vissuto in una condizione fortunata di pace, il bene più importante, ma altrettanto importante è la libertà e la democrazia, ed è questo è il momento di preservarle”.

“ Oggi, come in tutti i periodi storicamente delicati, le donne stanno dimostrando di avere tenacia e di essere una vera colonna portante per le famiglie e la società  – ha esordito Sara Zambaia, vicepresidente del Comitato diritti umani e civili   – Stiamo vivendo giorni di terrore a causa dell’emergenza in Ucraina, ma nel mondo le situazioni di pericolo, dove spesso le donne sono bersagliate perché ancora considerate, in diversi paesi, il “sesso debole”, sono diverse. Per questo come Comitato regionale per i Diritti Umani e Civili abbiamo deciso non solo di dedicare alla lotta delle donne nel mondo l’attività del 2022, ma anche di parlarne in questo convegno, alla presenza delle istituzioni e di relatori che possono portare all’attenzione del pubblico le situazioni emergenziali. Ancora una volta, le donne si stanno dimostrando delle grandi guerriere, che nel silenzio o nella sofferenza riescono a farsi portavoce non solo dei loro diritti, ma del riscatto sociale dei propri popoli.

“Il Congo è il secondo paese più grande dell’Africa con una popolazione di 107 milioni di abitanti, di questo il  60% sono giovani con meno di 20 anni – ha sottolineato  Marie Jeanne Balagizi Sifa, coordinatrice Forum donne africane italiane – Negli ultimi 26 anni di guerre sono morti circa 12 milioni di persone, le donne congolesi sono state le prime vittime di queste guerre. Lo stupro usato come arma di guerra per sabotaggio ha portato alla distruzione del tessuto sociale. Un genocidio che  si consuma nell’est del Congo,  sotto il silenzio della comunità internazionale. In uno Stato in cui sono state commesse gravi violazioni dei diritti umani, occorre un tribunale che punisca gli autori dei crimini e renda giustizia alle vittime. Il Congo ha bisogno di pace  – conclude –  il Congo ha bisogno di giustizia, i congolesi hanno soprattutto bisogno che la comunità internazionale sostenga questa lotta in modo che gli interessi economici ed egoistici non possano avere la prevalenza sui diritti umani”.

“ E’ drammaticamente giusto il titolo dell’incontro di oggi  “La guerra delle donne!” – ha dichiarato Giampiero Leo, vicepresidente del Comitato diritti umani e civili – le donne sono infatti  le principali vittime dei conflitti, ma anche protagoniste di coraggiose lotte. Non a caso il Comitato per i diritti umani ha deciso che il filo conduttore dei  lavori per l’intero 2022 fosse quello della “lotta delle donne per la difesa dei diritti umani nel mondo”. Si è deciso inoltre,  considerata l’attuale situazione internazionale di emergenza di negazione dei diritti,  di convocare il Comitato dei diritti umani e civili in seduta “permanente”, per rispondere in maniera tempestiva ad ogni eventuale  segnalazione in arrivo”.

“Negli ultimi anni è molto aumentato il numero di ragazze e giovani donne vittime di tratta che hanno uno o più figli a carico:in particolare nel 2020 i numeri sono raddoppiati. Il Piemonte registra uno dei numeri più alti a livello di presenza di nuclei monoparentali di persone accolte nel sistema anti-tratta: dal 2018 ad oggi nei programmi dedicati alle vittime di tratta sono stati accolti 78 nuclei- ha sottolineato Ylenia Serra, garante regionale per l’infanzia e l’adolescenza- Secondo i dati dell’Osservatorio regionale sull’immigrazione e sul diritto d’asilo, dal 2018 al 2020 sono stati circa 6.000 i primi contatti con potenziali vittime di tratta attraverso le unità di strada, gli sportelli. I servizi pubblici e privati anti-tratta hanno assistito 1.367 potenziali vittime di tratta. L’80% delle persone identificate come vittime di tratta e/o di grave sfruttamento in Piemonte ha presentato richiesta di protezione internazionale durante il 2020”.

“Avremmo potuto parlare del triste fenomeno delle spose bambine, dell’altrettanto triste fenomeno delle mutilazioni genitali femminili, della tratta  – ha dichiarato Ornella Toselli, presidente della Consulta femminile regionale – Ma in questi giorni il nostro cuore, oltre che per le donne che subiscono tali abusi, è in gran parte sconvolto dalla condizione delle  donne ucraine che, come altre donne dei territori di guerra, ne vivono gli orrori. Siamo altrettanto in ansia per quanto avviene ai i loro bambini e alle loro famiglie. Il portavoce dell’Unicef parla di un milione e mezzo di profughi in fuga dalla guerra. 700/800 mila sono bambini e bambine. Si tratta della  crisi dei rifugiati in più rapida crescita in Europa dalla Seconda Guerra Mondiale. È alla  disperazione delle donne ucraine , ma allo stesso tempo alla loro forza e determinazione, che simbolicamente dedichiamo questa celebrazione.

Moncalieri: Pregiudizi su carta, quarta edizione

La quarta edizione di Pregiudizi su carta, iniziativa di sensibilizzazione contro la discriminazione a cura dei volontari del Servizio Civile, si terrà sabato 12 marzo dalle 11 alle 13 presso la Biblioteca civica Arduino di Moncalieri.

Il progetto è un’occasione per ribaltare insieme i pregiudizi ed è ispirato alla Biblioteca vivente, nata come esperienza di dialogo interculturale per poter conoscere realtà di vita diverse dalla propria. Consente di sperimentare sulla propria pelle il superamento del pregiudizio nei confronti del diverso da sé, contribuendo a creare una cultura più aperta e disponibile al dialogo, che non discrimini le persone in base alla loro origine etnica, alla religione, alle convinzioni personali, al genere, all’orientamento sessuale, all’età o alla condizione di disabilità. L’obiettivo dell’evento è abbattere le discriminazioni e i pregiudizi acquisiti e di far conoscere le diversità culturali che abitano la città.

Gli ospiti di questa edizione sono Giulia Calabrese, Beatrice De Luca, Aurora Longo e Alice Viotti di tuttoannodato, un gruppo di 6 giovani che gestiscono una pagina Instagram che tratta di salute mentale, e l’archeologo Flavio Domiziano Utzeri di Mi riconosci? Sono un professionista dei beni culturali, un gruppo di giovani professionisti attivisti del settore.

Questa edizione, forte delle precedenti, vuole porre l’accento sui giovani, che affrontano con determinazione e resilienza realtà quotidiane difficili. La salute mentale e il riconoscimento delle competenze e dei percorsi di studio nel mondo del lavoro sono problematiche che toccano tutti e che non possono continuare ad essere ignorate.

Pregiudizi su carta nasce per promuovere in maniera semplice e concreta il dialogo, ridurre i pregiudizi, rompere gli stereotipi e favorire la comprensione tra persone di diversa età, sesso, stili di vita, background culturale – sintetizza l’assessore alla Cultura e alle Pari Opportunità Laura Pompeo – Vengono proposti come libri da sfogliare persone in carne ed ossa, disposte a far girare le pagine della propria vita, a condividere parti di sé e vissuti, a rispondere a sollecitazioni e curiosità del lettore-pubblico”

A Volpiano raccolta di cibo e beni di prima necessità per i profughi ucraini


Iniziativa del Comune in collaborazione con protezione civile, parrocchia e associazioni

Il Comune di Volpiano ha deciso di attivare, da martedì 8 marzo, un servizio per fornire aiuto alle popolazioni vittime della guerra in Ucraina. Si raccolgono cibi a lunga conservazione (pasta, riso, legumi, tonno, carne in scatola, biscotti, marmellate), prodotti per l’igiene (saponette, guanti in lattice, detersivi per la casa, pannolini per neonati), materiali sanitari (bende, cerotti, siringhe, stampelle, carrozzine) e materiale vario (biancheria intima nuova, coperte, passeggini). I punti di raccolta sono: al martedì dalle 10 alle 12 in piazza Italia (all’ufficio della polizia municipale e di fronte alla Conad), giovedì dalle 17 alle 19 di fronte al supermercato Coop (via Trento 135) e sabato dalle 10 alle 12 di fronte al supermercato Lidl (viale Partigiani 1). I prodotti raccolti vengono consegnati al Sermig e destinati al sostegno dei profughi in arrivo nella zona di Baia Mare, in Romania. Il progetto è gestito dal Comune in collaborazione con protezione civile, parrocchia e associazioni del territorio.

Commenta il sindaco di Volpiano Giovanni Panichelli: «Ringrazio tutte le realtà del territorio che, ancora una volta dopo due anni di impegno per la pandemia, si rendono disponibili per questa importante iniziativa di solidarietà».

L’amministrazione comunale informa, inoltre, che il Sermig ha attivato un conto corrente per donazioni in denaro, con le seguenti coordinate: IBAN IT29P0306909606100000001481, intestato a «Associazione Sermig Re.Te per lo Sviluppo Onlus», causale «Ucraina».

Si segnala che la Regione Piemonte ha pubblicato un avviso pubblico per raccogliere la disponibilità di famiglie e singoli all’accoglienza temporanea dei nuclei famigliari provenienti dell’Ucraina; informazioni sul sito web della Regione Piemonte (www.regione.piemonte.it).

Simona Riccio: “Vi racconto ‘Parlaconme’ e il mondo dei social”

Social Media Manager del CAAT e founder  della trasmissione PARLACONME

“Essere diventata Social Media Manager del CAAT è  capitato nella mia vita in modo abbastanza casuale –  spiega Simona RiccioNon avevo mai sentito parlare di centri agroalimentari e non sapevo che ruolo potessero ricoprire all’interno della filiera. A quel punto ho poi contattato il Direttore Generale del CAATGianluca Cornelio Meglio attraverso un messaggio privato su Linkedin e dopo qualche giorno mi sono recata presso il suo ufficio dove abbiamo avuto un lungo colloquio che mi ha colpita moltissimo. Il vero grande entusiasmo e innamoramento nei confronti del Centro è avvenuto qualche giorno dopo, quando sono stata invitata da lui e dal Presidente Marco Lazzarino a visitare il Centro una mattina alle 6.00. Come se fosse adesso ricordo benissimo quanto sia rimasta stupita e affascinata appena è stata aperta la porta della galleria. Il CAAT si presentava come una città intera composta di persone che lavoravano in piena notte, quando la maggior parte degli altri dormono, al fine di farci pervenire il miglior prodotto sugli scaffali e sulle nostre tavole ilmattino presto, appena ci alziamo! E’ stato un amore a prima vista. Per me ricoprire il ruolo di Social Media Marketing Manager del Centro Agroalimentare è anzitutto un grande onore e mi rende decisamente soddisfatta perché trovo sia meritevole di attenzione nei confronti di quello che il CAAT rappresenta e, secondo me, si tratta anche di un ruolo di grande responsabilità. La comunicazione per me è tutto, non si può non comunicare e soprattutto sono dell’idea che, se non si comunica in maniera corretta, non si può pensare che gli altri sappiano e siano consapevoli. Nel nostro caso sapere di essere colei che valorizzerà il Centro e le persone che lavorano all’interno attraverso canali digitali, che potranno essere letti da tutte le persone che navigano in rete e non solo, è motivo di grande orgoglio e ringrazio sempre il Direttore ed il Presidente che mi hanno dato la fiducia nel farlo”.

“Il mio compito è  spesso coinciso con quello di narrare il ruolo di operatori e grossisti – prosegue Simona Riccio, Social Media Manager del CAAT –  protagonisti della vita del Centroagroalimentare, felici di mostrare con entusiasmo le loro merci belle e profumate e di far capire la durezza del loro lavoro, che richiede tempi e turni piuttosto pesanti, a partire dalla notte fonda, quando le merci iniziano ad arrivare al CAAT e prendono avvio le contrattazioni al miglior offerente”.

“La consapevolezza di quello che il consumatore acquista – aggiunge Simona Riccio – avviene attraverso la ricerca di informazioni che oggi vengono sempre più ricercate e fornite attraverso il canale web, sia da parte di persone più giovani, sia da parte dei meno giovani. Quando si giunge al momento della sceltafinale del prodotto da acquistare, se non vi è consapevolezza delcomplesso lavoro che vi è dietro di esso, lo stesso prodotto che viene scelto sarà come tutti gli altri, anche se dovesse essere ilmigliore. Rendere consapevoli i consumatori che presso il centro agro-alimentare ci sono professionisti anche di terza e quarta generazione non può che costituire un’ulteriore garanzia che ciòche stanno acquistando rappresenta un prodotto scelto con attenzione e altrettanto consapevolmente distribuito. Raccontare per me significa far parlare direttamente gli operatori. C’è una netta differenza e soprattutto l’ascoltatore, attraverso le nostre live,per esempio, non può che apprezzare una comunicazione veritiera e trasparente”.

“Il mio compito di comunicatrice non è soltanto concentrato nella sede del CAAT – spiega Simona Riccio – dove opero attraverso i social, ma si estende anche all’ambito della trasmissione da me ideata dal titolo PARLACONME, trasmessa sulla radio web Radiovidanetwork,  attraverso la quale veicolo un messaggio che ritengo di grande importanza, quello della bontà  dei prodotti del made in Italy.

Da ormai più di venti anni mi occupo del settore agro-alimentare. Sono nata nel settore del biologico, per il quale ho un debole ancora oggi e penso che lo avrò per sempre, ma alla base di tutto questo è presente in me la certezza di vivere in un’Italia ricca di prodotti eccellenti invidiati da tutto il mondo, ma che spesso proprio nel nostro Paese non sono adeguatamente compresi. Questo fatto lo ritengodecisamente grave soprattutto nei confronti dei prodotti e delle persone che si impegnano quotidianamente per far sì che questi medesimi prodotti Made in Italy siano di eccellente qualità”.

“PARLACONME  – aggiunge Simona Riccio – rappresental’evoluzione della mia prima partecipazione alla Fiera Nazionale del Peperone di Carmagnola nel 2020 in cui, grazie al Direttore Lorenzo Sola, ho avuto la possibilità di condurre un palinsesto con oltre ventiinterventi di relatori di alto rilievo legati al settore agroalimentare. È stato riscosso un successo notevole tanto che il Direttore della Radio Vida Network Fabio Bonanno mi ha proposto di condurre una trasmissione radiofonica tutta mia. Ho accettato dopo un’attenta riflessione, non essendo una speaker, anche se avrei avuto la possibilità di condurre in autonomia una trasmissione tutta mia.

Dopo avere costruito il mio Team composto da Alessio Criscuolo (già regista della radio) – Regista, Autore, Grafico e Speaker radiofonico, e Simone Stricelli, amico da anni, Creative Director, Brand Manager, Digital Strategist, la trasmissione è cresciuta veramente molto ed è riuscita a aumentare la consapevolezza in coloro che si occupano di questo settore al fine di valorizzarlo, tutelarlo, comunicarlo e raccontarlo attraverso i nostri microfoni, i social network e i media. Anche alcuni sponsor hanno fortemente creduto nel ruolo e nell’importanza della trasmissione, sostenendo e veicolando i nostri produttori e invitando i consumatori a andare nei mercati ad acquistare prodotti provenienti dalla filiera agroalimentare del made in Italy.

I consumatori, soprattutto dopo la fase pandemica, hanno compreso sempre più l’importanza di acquistare prodotti italiani, sani, buoni, garantiti e sostenibili con particolare attenzione al biologico. In poche parole ho parlato di un mondo intero chedovrebbe essere comunicato e reso conosciuto già a partire dalle medesime aziende, per rendere ancora più consapevoli i consumatori stessi nei confronti dei prodotti che vanno ad acquistare. Essi sono “semplicemente” da indirizzare nel luogo dove si vuole vadano ad acquistare. Non sto dicendo che questo compito sia facile, ci mancherebbe, ma se si vuole sostenere il prodotto italiano, bisogna iniziare a raccontarlo per quello che è ein maniera semplice, concentrando l’attenzione su quello che interessa al consumatore. Le tendenze sono spesso spiegate sui miei canali social e sono frutto di studi approfonditi di riviste di settore e partecipazioni a webinar di livello nazionale einternazionale. I consumatori non aspettano altro che essere soddisfatti nelle loro esigenze e bisogni, soprattutto se si parla di sostenibilità”.

”Nel mondo agroalimentare – spiega Simona Riccio – ho da sempre rivolto una particolare attenzione al settore del biologico, avendo a cuore il mondo ortofrutticolo e condividendo questa passione attraverso canali, analisi, studi, webinar e convegni cui partecipo come relatrice.

Prima di arrivare ad essere relatrice ho studiato molto e non ho assolutamente finito di farlo perché,  secondo me, nella vita si studia sempre e risulta fondamentale mantenersi aggiornati e al passo con le novità.

Il settore agroalimentare rappresenta un comparto in cui gli attoricompiono enormi sacrifici, richiede un impegno costante efaticoso, ci si alza in piena notte, ogni anno si devono affrontaremille problemi che non possono mai garantire la buona riuscita del lavoro medesimo. Quindi credo che o lo si ami o lo si odi; solo nel primo caso si può  essere nella condizione di comunicarlo  con l’entusiasmo necessario. Io lo amo e mi piace lavorare per difenderlo con i denti e con le unghie pur di farlo emergere per quello che è…non so se ci riuscirò, ma ci provo tutti i giorni!”

“I social network sono un mezzo di comunicazione potentissimo – precisa la Social Media Manager Simona Riccio – che, se utilizzati in modo appropriato, non possono che fare bene al nostro settore che è molto più ampio di quello che si possa pensare. Lo abbiamo dimostrato ampiamente durante le puntate della trasmissione “Parla Con Me”, dove abbiamo coinvolto talmente tante persone che si pensavano appartenenti a mondi distanti l’un l’altro e,invece, si sono trovati a darne un valido contributo. Bisogna solo cercare di affidarsi a professionisti seri, che abbiano a cuore il Made In Italy e che non usino i social pensando che basti un post fatto tanto per fare…ma che usino i social per emozionare, coinvolgere e creare sinergie oltre che relazioni e conversazioni. Tuttavia non credo che i social possano andare a sostituire l’informazione giornalistica. Si tratta di due modi di comunicarecompletamente diversi, che presentano approcci diversi e stili differenti. Per esempio, io non sono una giornalista e mai lo sarò. Ho un approccio da social network che mi rispecchia molto come carattere. Mi trovo a mio agio in quello che rappresenta un social e cioè una città fatta di milioni di persone che creano connessioni e rispettano le regole. Quelle regole che molte volte non vengono rispettate…ahimé !”

“Una serie di temi che mi stanno particolarmente  a cuore –  aggiunge Simona Riccio –  sono  quelli dello spreco alimentare, dell’inclusione, della sostenibilità, che possono essere tutti veicolati  attraverso gli strumenti della comunicazione digitale.

Provengo da una famiglia modesta, mia madre lavorava alla Venchi Unica e mio padre era camionista. Una vita fatta di sacrifici con alti e bassi, ma non mi è mai mancato nulla, mi hanno fatto studiare e mi hanno trasmesso moltissimi valori che cerco, a mia volta, di trasmettere anzitutto a mio figlio, e poi a tutti coloro che hanno piacere di leggermi e seguirmi sui social. Uno di questi valori è che non si butta via nulla. I miei hanno vissuto la guerra dove si mangiava la buccia delle patate, si nascondevano gallette negli armadi, si mangiava la neve e il pane scarseggiava a tavola. Guai pensare di sprecare…ne parlo moltissime volte con l’Onorevole Maria Chiara Gadda, prima firmataria della Legge Antispreco e ne sono onorata, e ne parliamo spesso a Parla Con Me al fine di sensibilizzare tutti…!”.

“L’inclusione per me è fondamentale – spiega Simona Riccio – iniziando dall’importanza dell’empowerment non solo femminile, che ha molto bisogno a prescindere da tutto. Il medico chirurgo che si è preso in carico mia madre in ospedale mentre nessuno la calcolava tra i suoi lamenti è stato un giovane medico di colore che si è reso disponibile anche dopo la dimissione di mia madre; ho studiato all’Università a Perugia dove, essendo un polo internazionale, ho avuto modo di imparare tradizioni e cultura dalle persone con tutti i colori della pelle. Un carissimo Amico è Marco Bongi, Presidente di APRI Onlus (Associazione Pro-Retinopatici ed Ipovedenti) che, seppur sia ipovedente, è una persona alla quale voglio bene e che mi ha insegnato molto sulla disabilità e soprattutto in merito alla modalità sbagliata con cuiquesta venga valutata dal mondo civile e dal mondo del lavoro e,ancora, Alessandro Ossola, il mio mito in assoluto, ParalympicAthlete – Bionic People President, che si sta dando da fare come mai ho visto per fare comprendere quanto la disabilità stia negli occhi di chi la vuole vedere. C’è ancora molto da fare, molto devono fare le istituzioni, ma noi siamo qui…pronti a agire e veicolare tutto attraverso la nostra potenza sui social. Ma abbiamo bisogno di voi, abbiamo bisogno di aziende che ci supportano per dare di più! Noi siamo una potenza…ma insieme siamo più forti”.

“Ho ottenuto il riconoscimento – aggiunge Simona Riccio – risultando prima nella classifica annuale Top Voices in Italia quale unica voce che si occupi del settore agroalimentare. Questo importante traguardo è arrivato in un momento molto particolaredella mia vita, ero molto demotivata perché ero appena stata licenziata ed è stato un grande aiuto e stimolo per credere in mestessa e dare il meglio di me.

Essere Linkedin Top Voice è per me molto importante, mi rende felice, più sicura di me stessa, ma ne sento anche in questa occasione, una forte responsabilità. Essere l’unica Top Voice che effettivamente, tra tutti, si occupa del settore agroalimentare e di comunicazione digitale mi onora e mi responsabilizza ancora di più”.

“La trasmissione PARLACONME, trasmessa dal radio web Radio Vida Network – precisa Simona Riccio – ha preso avvio alla Fiera di Carmagnola del 2020, replicata poi in presenza nell’edizione della Fiera del Peperone del 2021, ottenendo un grande successo. Ora è giunta alla sua seconda edizione, con puntate scandite settimanalmente e ospiti interessanti. Comprendendo l’edizione della Fiera Nazionale del Peperone di Carmagnola 2021, siamo giunti alla quarta edizione. Abbiamo avuto 102 ospiti nazionali e internazionali, oltre venti testate che hanno parlato di noi ed oltre 115 articoli, anche di testate locali”

“La formula – precisa Simona Riccio – che mi auguro effettivamente sia vincente, consiste nel credere fortemente nel settore agroalimentare e nelle persone che vi lavorano, rendendolocosì di eccellenza. Sono la prima a crederci e sono fortunata ad avere come collaboratori Alessio e Simone perché operiamo con passione e entusiasmo. Non ci fermiamo mai, cerchiamo di essere sempre a disposizione dei relatori, di farli sentire a proprio agio dal primo approccio all’ultimo, di rendere la comunicazione la più agile possibile e di  farli emergere nel miglior modo possibile sui nostri social e su tutte le nostre piattaforme, per farli anche conoscere ai tanti ascoltatori, farli interagire tra loro e fare nascere delle reciproche sinergie. Appena possiamo andiamo a visitare le aziende, ci rechiamo alle fiere, ci piacerebbe fare anche di più, ma questo per noi, seppur rappresenti un lavoro enorme, non ci viene retribuito da nessuno se non da alcuni sponsor. Ma abbiamo necessità di altre realtà di supporto, perché vogliamo fare di più a favore delle aziende che, magari, non sempre sono in grado di gestire la propria comunicazione o che hanno bisogno di consulenze o visite. Il segreto sta nel considerare quello che è una nostra passione con la stessa professionalità impiegata in un qualsiasi lavoro, anzi, ancora di più nel rispetto di tutti gli ospiti che ci danno credibilità”.


Ogni palinsesto ha un fil rouge – aggiunge Simona Riccio – che lega ogni singolo intervento, dal primo all’ultimo. Si crea un percorso e ogni edizione ha il suo significato. Tutto viene studiato nei minimi particolari e nulla viene lasciato al caso. Si vanno a toccare temi molto importanti e spesso si fanno intervenire relatori pronti a dare il loro contributo in maniera molto determinata e si invitano le istituzioni ad intervenire con fatti concreti. Abbiamo sempre portato relatori che dessero valori aggiunti e fatti concreti dai quali prendere concretamente spunto per procedere al meglio. Spesso facciamo emergere i valori della nostra agricoltura che la rendono ben diversa da come spesso viene percepita, quale una“vecchia signora”, mentre è molto più all’avanguardia di quanto si possa pensare e questo ci aiuta a stimolare gli altri a migliorare. Certo tutto ciò serve per dare valore alle persone ed alla loro professionalità. Solo grazie a loro abbiamo eccellenze italiane, ma quello che sostengo è che spesso il nostro settore è  portato a sottovalutarsi, non riuscendo a creare sinergie e a fare un gioco disquadra. Siamo ancora troppo chiusi, individualisti, non aperti al confronto, non siamo capaci di comunicarci per quello che siamo, affidiamo spesso i nostri social e le nostre comunicazioni a chi non crede nell’azienda. Abbiamo ancora troppe poche aziende (fatte di persone) che non comunicano sui social in maniera corretta, abbiamo ancora un settore politico troppo ballerino. Parlo del nostro settore, dove un ministro dovrebbe coprire la carica per competenza e merito, per un mandato che possa durare per un lungo periodo, invece abbiamo troppi cambi ai vertici e di questofatto a rimetterci è l’intero settore. L’agricoltura ha bisogno di stabilità e competenze. Siamo a cavallo di un cambio generazionale e dobbiamo essere in grado di cavalcare l’innovazione e la digital transformation a tutto tondo, abbiamo bisogno di competenze, professionalità e donne che, insieme agli uomini, possano dare un grosso contributo

MARA MARTELLOTTA