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I maestri di Sci: “Soddisfazione per il decreto Sostegni”

Giuseppe Cuc e Maurizio Bonelli:
È stato fatto il primo importante passo grazie alla costanza, alla serietà e ad un metodo improntato più sulla logica ‘del fare che dell’apparire’, con cui abbiamo interloquito prima con il Governo Conte e poi con il nuovo Governo Draghi, per fare capire il ruolo e l’importanza dei Maestri di sci nell’economia della montagna”

AMSI – Associazione Maestri Sci Italiani e COL.NAZ. – Collegio Nazionale dei Maestri di Sci Italiani, a nome degli oltre 15.000 Professionisti della Neve e le oltre 400 Scuole esprimono soddisfazione nel prendere atto che nel decreto Sostegni (approvato ieri e atteso nel suo testo ufficiale in Gazzetta Ufficiale all’inizio della prossima settimana), finalmente si riconoscono, in uno specifico comma dell’art. 2, i Maestri e le Scuole di sci quali attori primari e sostanziali del comparto turistico montano che dovranno essere ristorati concretamente.

Decreto Sostegno, Iv: “600 milioni contro fallimento impianti sci”

“I 600 milioni di euro destinati agli impianti sciistici non possono essere ridotti, sono infatti necessari per evitare il fallimento delle aziende del settore dopo una stagione invernale inesistente e le spese comunque sostenute per garantire gli interventi di manutenzione alle infrastrutture”

E’ quanto dichiarano i deputati di Italia Viva Silvia Fregolent e Mauro Del Barba sull’incontro tenuto oggi, giovedì 18 marzo, dai partiti politici con il Ministro dell’Economia e delle Finanze Daniele Franco sui contenuti del Decreto Sostegno.
“Come ha giustamente ribadito la Presidente Boschi al Ministro Franco è quindi necessario recuperare ulteriori risorse adeguate ed immediate per ristorare gli altri componenti del settore della neve come i maestri di sci, gli alpeggi e l’indotto, oggi in ginocchio dopo mesi di stop alle attività”: concludono i deputati di Italia Viva.

Maestri di sci e operatori della neve lanciano un grido d’allarme

Un flash mob nelle stazioni sciistiche piemontesi, protagonisti i maestri di sci, operatori della montagna per  richiamare l’attenzione sull’importanza del comparto della neve per l’economia dei territori montani.

Quello di ieri è stato insegnale d’allarme rappresentato dagli atleti degli Sci Club locali.

A Bardonecchia hanno formato la scritta SOS a 2.400 metri di quota scendendo dalle piste fino al centro abitato.

Sestriere e il Piemonte si candidano ai Mondiali di Sci 2029

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Proprio mentre sono in corso i campionati mondiali di sci alpino che si stanno svolgendo a Cortina dal 7 al 21 febbraio, viene presentato un predossier di trenta pagine in cui vengono illustrate proposte, dati tecnici, costi e vantaggi in termini di strutture, mobilità e sostenibilità ambientale.

Alla conferenza di presentazione, svoltasi nel pomeriggio a Casa Italia Collection a Cortina, la residenza allestita dalla FISI (Federazione Italiana Sport Invernali) per ospitare gli atleti italiani, oltre all’assessore allo sport Fabrizio Ricca, presente, in rappresentanza del Consiglio regionale anche il consigliere, ex sindaco di Sestriere, Valter Marin,  che ha portato i saluti del presidente, Stefano Allasia.

“Dopo i Mondiali assoluti di sci alpino a Sestriere del 1997 e le splendide Olimpiadi invernali di Torino del 2006  – ha dichiarato Valter Marin –  il Piemonte con Sestriere punta oggi alla candidatura dei Mondiali di sci alpino per il 2029, il predossier che illustra le motivazioni, gli investimenti e gli obiettivi che hanno convinto la Regione Piemonte e il Consiglio regionale ad affiancare Sestriere e la Fisi in un progetto che sviluppa un coinvolgimento dell’intero sistema neve del Piemonte, la Regione ai piedi del Monte”. Il fascicolo presentato a Cortina annuncia anche la candidatura del Piemonte a “Regione Europea dello Sport 2022” a conferma della sua storia nazionale ed internazionale legata allo sport, asse portante per l’educazione e la salute. Una Regione in cui la montagna rappresenta oltre il 52% del territorio.

Quattro gli assi portanti di innovazione su cui punta la candidatura: totale sostenibilità ambientale ed energetica, altissima qualità impiantistica e tecnica,  Logistica unica e Mobilità sostenibile.

Il dossier evidenzia come la storia di Sestriere, dal 1934, sia interamente costruita attorno allo sci alpino e alle opportunità di una località a 2035 metri di altitudine, ben strutturata e capace di ospitare eventi di portata mondiale come i Mondiali di sci del 1997, le discipline di sci alpino delle Olimpiadi e Paralimpiadi invernali del 2006  e  60 gare di Coppa del Mondo, di cui l’ultima nel 2020.

Sestriere fa parte dell’Unione Montana Comuni Olimpici della Via Lattea, un unico comprensorio sciistico con 212 piste69 impianti di risalita e 400 km di piste.

Maestri di sci: “umiliati dalle istituzioni”

Maurizio Bonelli: ” …è un evidente segno di scarsissima attenzione verso 15.000 famiglie che vivono di questa attività e che sono ferme dal 10 marzo 2020″

L’Associazione Maestri Sci Italiani alle ore 19:00 del giorno 14 febbraio 2021, ricevendo il Comunicato Stampa del Ministero della Sanità nel quale si evidenzia come, a poche ore dall’apertura prevista degli impianti di risalita precedentemente prevista nelle Regioni nella cosiddetta “zona gialla”, è vietata l’attività agli sciatori amatoriali, intende esprimere sconcerto, incredulità e sgomento.

Centinaia di Professionisti della neve legati alla Scuola Italiana Sci si sono attrezzati e organizzati con il massimo rigore e pronti ad attenersi scrupolo ai Protocolli e Vademecum previsti, investendo risorse in una stagione già di per sé drammatica per il comparto, per essere comunque in pista alla riapertura prevista del 15 febbraio. E, ora, ricevendo questa ennesima battuta d’arresto non ci sono parole per esprimere sgomento, delusione e preoccupazione del mondo dei maestri di sci.

Il Presidente AMSI Nazionale Maurizio Bonelli: “La decisione del Ministro delle salute per tempistica e modalità ci lascia esterrefatti! AMSI, l’Associazione Maestri Sci Italiani, si unisce al Collegio Maestri di Sci Italiani nel denunciare la completa mancanza di rispetto delle Istituzioni verso la nostra categoria e al mondo della montagna in generale. La modalità e la tempistica di questo nuovo e ulteriore stop alla ripartenza dell’attività dei maestri di sci è un evidente segno di scarsissima attenzione verso 15.000 famiglie che vivono di questa attività e che sono ferme dal 10 marzo del 2020. Come non mai, in questo momento ci sentiamo umiliati nella nostra dignità di persone e di lavoratori professionali ai quali viene vietato il diritto al lavoro e, quindi, al sostentamento delle proprie famiglie da continue promesse rimaste tutte regolarmente disattese: ci sentiamo e siamo presi in giro! Ora ci aspettiamo il giusto e doveroso ristoro dallo Stato perché gli oltre 15.000 maestri di sci italiani, dopo tutto questo ‘tira-molla’ delle nostre istituzioni, rimarranno fermi senza lavoro per quasi 21 mesi, da marzo 2020 a dicembre 2021, se si potrà riprendere nel dicembre prossimo”.

Impianti di sci, la Regione: “Draghi intervenga per ristori immediati al settore”

IL PREMIER DIMOSTRI CHE LA MUSICA È CAMBIATA, I RISTORI IMMEDIATI SIANO IL PRIMO ATTO DEL NUOVO GOVERNO”

La Giunta regionale del Piemonte si è riunita questa mattina in seduta straordinaria per affrontare il tema della mancata ripartenza dell’attività degli impianti di sci, decisa ieri sera dal Governo a meno di 12 ore dall’apertura delle stazioni sciistiche.

Presenti in videocollegamento anche Giampiero Orleoni e Nicola Bosticco, presidente e vicepresidente di Arpiet, l’associazione che rappresenta i gestori degli impianti di risalita piemontesi.

In giornata la Regione scriverà al Governo per risollecitare l’attivazione immediata dei ristori che gli operatori del settore attendono da mesi (parametrati sul modello francese, che prevede un ristoro di circa il 50% dei ricavi annuali), ma anche un ulteriore indennizzo per le cinque false partenze subite dal comparto fin dall’avvio della stagione invernale (la prima per il ponte dell’Immacolata, poi ancora il 20 dicembre, il 7 e 18 gennaio e adesso il 15 febbraio), che hanno causato un aumento dei costi fissi del 20%.

Nel pomeriggio l’assessore agli Affari Legali Maurizio Marrone verificherà con l’avvocatura della Regione la possibilità di costituirsi parte civile, al fianco dei gestori degli impianti, per chiedere indennizzi proporzionati alla quantificazione dei danni, mentre gli assessori allo Sport Fabrizio Ricca e al Turismo e Commercio Vittoria Poggio incontreranno il neo-ministro del Turismo Massimo Garavaglia.

Stamattina invece il presidente della Regione Piemonte Alberto Cirio, insieme al vicepresidente e assessore alla Montagna Fabio Carosso, si è confrontato con il ministro agli Affari regionali Mariastella Gelmini per chiedere una immediata convocazione delle Regioni che hanno nel sistema invernale uno dei comparti economici strategici per il proprio territorio. Un settore che dà da vivere a migliaia di famiglie e che oggi rischia il collasso. Sempre in giornata, il presidente Cirio trasmetterà anche al presidente del Consiglio Draghi una memoria con le istanze urgenti che la Regione chiede al governo per sostenere il sistema della neve.

“La Regione Piemonte ha previsto di stanziare immediatamente 5,3 milioni di euro come ristori per gli impianti sciistici nuovamente penalizzati da una politica di chiusura intempestiva e annunciata con nessun anticipo – sottolineano il presidente Cirio e l’assessore Ricca -. Una dinamica, questa, che ha reso impossibile una politica di pianificazione delle aperture per la stagione sciistica e ha causato ulteriori danni a quelli già ingenti che la pandemia ha provocato anche a questo comparto. La Giunta delibererà venerdì queste risorse che sappiamo non essere sufficienti, ma che sono un modo immediato per dare ossigeno a un settore che per il Piemonte è strategico. Ci aspettiamo che Roma si attivi subito per fare la sua parte. Draghi dimostri che la musica è cambiata e che il nuovo governo conosce e capisce i problemi della vita reale, come primo atto avvi immediatamente i ristori per lo sci”.

Impianti chiusi, Pd: “Ripartire in sicurezza”

MARELLO – VALLE (PD): “MA CON CHIAREZZA E TUTELANDO IL MONDO ECONOMICO”

“La pandemia continua a colpire e serve la massima prudenza. Ma ciò che è accaduto ieri sera crediamo si potesse e dovesse evitare. Nessuna delle dichiarazioni rilasciate può giustificare una decisione la sera per la mattina, a maggior ragione in costanza di Ministro. Sa tanto di “ho aspettato per vedere se toccava a un altro”. Oggi, infatti, avrebbero dovuto aprire gli impianti sciistici per la prima volta in questa stagione invernale, sia pure al 30% della capienza. Le strutture si sono preparate. Hanno venduto i biglietti. Molta gente ha raggiunto le montagne sin da ieri, approfittando dei giorni di Carnevale. A dodici ore dall’apertura il Governo ha deciso, su proposta del Cts, di tenerli ancora chiusi fino al 5 marzo. Non ci sembra questo il modo corretto di procedere dopo un anno così duro e complicato” dichiarano i Consiglieri regionali del Partito Democratico Daniele Valle e Maurizio Marello.

“Quello che ci sembra chiaro, anche rispetto all’esperienza della scorsa estate – proseguono i Consiglieri dem – è che le attività produttive non hanno alcun beneficio da aperture a singhiozzo e programmazione a corto respiro, spese di preparazione e consumatori timorosi. Hanno bisogno di riaprire in sicurezza e questo è l’unico modo per riprendersi davvero e in fretta. Servono, quindi, misure drastiche per contenere il contagio e permettere una vaccinazione efficace, mentre questa seconda ondata è stato un susseguirsi di aggiustamenti e disposizioni “a mezza cottura”. Con questa bassa tensione e continuo rinviare si è impedita una riflessione seria sui ristori e gli investimenti che lo stop avrebbe permesso”.

“L’economia è in sofferenza da un anno. Ristorazione, viaggi, mondo dello spettacolo, cinema, teatri, palestre, sport e l’elenco potrebbe proseguire, chiedono certezze. Proprio per questo servono chiarezza e decisioni ragionevoli e condivise. Magari ancora dure, se necessario per la tutela della salute, ma ragionevoli e non schizofreniche.  Le regole vanno rispettate, ma con loro anche i cittadini, i lavoratori e le imprese” concludono Marello e Valle.

Contrordine, gli impianti di sci restano chiusi

STOP ALLA RIAPERTURA DEGLI IMPIANTI DI SCI_IL PRESIDENTE DELLA REGIONE PIEMONTE CIRIO E L’ASSESSORE ALLO SPORT RICCA:

“A 12 ore dalla riapertura è una mancanza di rispetto inaccettabile. Chi pagherà i danni? Se questo è il modo con cui il nuovo Governo pensa di sostenere le nostre imprese c’è da preoccuparsi”

 

“Sono allibito da questa decisione che giunge a poche ore dalla riapertura programmata per domani – così il presidente della Regione Piemonte Alberto Cirio commenta l’ordinanza firmata dal ministro della Salute Speranza che blocca la riapertura degli impianti di sci prevista per domani -. Il Comitato tecnico scientifico nazionale soltanto dieci giorni fa, il 4 febbraio, aveva stabilito che in zona gialla da lunedì 15 si sarebbe potuto sciare. Su queste direttive il Piemonte si è mosso, nel rigoroso rispetto delle regole. Regole che non possono cambiare tutte le settimane. E, soprattutto, i dati aggiornati sulla situazione epidemiologica sono in possesso del Cts e del Governo da mercoledì. Mi chiedo se non fosse il caso di fare queste valutazioni prima, invece di aspettare la domenica sera. È una mancanza di rispetto inaccettabile da parte dello Stato che dovrebbe garantire i suoi cittadini, non vessarli. Parliamo di imprese che hanno già perso un intero anno di fatturato, messe in ginocchio dalla pandemia e che hanno usato gli ultimi risparmi, ammesso di averli ancora, per anticipare le spese necessarie alla riapertura. In questi giorni è stato assunto personale, sono state battute le piste, pre-venduti i biglietti e prese le prenotazioni. Come si può pensare di cambiare idea la sera prima? I palazzi romani sono ancora sulla terra o si sono trasferiti su un altro pianeta? La prudenza, fin dall’inizio di questa terribile emergenza sanitaria, è stata nella mia regione la guida, così come il rispetto delle regole. Abbiamo assunto spesso decisioni più restrittive, consapevoli del sacrificio che chiedevamo ma anche del bisogno di tutelare la vita. E anche in questo caso abbiamo atteso diligentemente le decisioni del governo, prima di intervenire con una mia ordinanza, che aveva comunque limitato la capienza degli impianti al 30%. Oggi cambia tutto. Ciò che contesto non è il merito, ma il metodo. Chi li pagherà i danni? Come se quelli già subiti non fossero abbastanza. Mi attiverò immediatamente per quantificarli e ho già convocato per domani una giunta straordinaria, perché il mondo della neve del Piemonte non può rimanere solo, merita rispetto. Mi aspetto che chi ha preso questa decisione in questo modo, a poche ore dalla riapertura, si faccia carico anche delle conseguenze economiche. Di certo se questo è il modo con cui il nuovo governo pensa di sostenere le nostre imprese e i nostri cittadini, c’è da preoccuparsi fortemente”.

“Assurda e vergognosa una decisione simile presa il giorno prima della riapertura degli impianti di risalita. Il ministro Speranza apra gli occhi e cerchi di capire che nel mondo reale le imprese sportive vivono di pianificazione e affrontano spese per la ripartenza. Dietro alla riapertura di domani ci sono attività che hanno investito soldi – aggiunge l’assessore allo sport della Regione Piemonte Fabrizio Ricca -. Se le realtà imprenditoriali dello sci decideranno di ricorrere a vie legali contro questa decisione piovuta dal cielo senza alcun preavviso, e senza tenere in considerazione il lavoro della gente, come Regione saremo al loro fianco”.

Sport invernali: nuove regole per gli impianti

Gli Enti locali sono con impiantisti a fune e operatori turistici al lavoro per dare concretezza e attuare fino in fondo le regole elaborate dalla Conferenza delle Regioni.

Le “Linee guida per l’utilizzo degli impianti di risalita nelle stazioni e nei comprensori sciistici da parte degli sciatori amatoriali” sono state aggiornate dopo i rilievi formulati il 4 febbraio dal Comitato tecnico scientifico. Il testo completo delle Linee guida è pubblicato sul sito della Conferenza delle Regioni e si può scaricare qui: http://www.regioni.it/download/news/628125/

Il documento individua in dieci pagine tutte le modalità operative per la riapertura degli impianti. Un documento positivo, secondo Uncem, che fa chiarezza e individua le regole per tutti, al fine della riapertura il 15 febbraio. “I Comuni, le Comunità montane, le Unioni montane – afferma Marco Bussone, Presidente nazionale Uncem – sono al lavoro per sostenere operatori degli impianti e imprenditori turistici. Guardiamo anche con molta attenzione e siamo pronti a lavorare al provvedimento che dovrà essere redatto dal nuovo Governo e che regolerà gli spostamenti tra regioni. La richiesta di eliminare il blocco agli spostamenti è stata fatta da molte associazioni di categoria e da molti Comuni. Sono certo che il nuovo Governo saprà fare una opportuna valutazione, sulla base del quadro epidemiologico, sulla mobilità tra le regioni nelle diverse fasce e in particolar modo in fascia gialla, anche perché eventuali misure limitative, necessitano di un apposito decreto”.

Il presidente Cirio: “Pronti per la riapertura degli impianti sciistici al 30%”

Se situazione non peggiora pronti a passare al 50%”

“Oggi firmeremo per l’autorizzazione della riapertura degli impianti sciistici piemontesi con una capienza del 30% – affermano il presidente della Regione Piemonte Alberto Cirio e l’assessore regionale allo Sport Fabrizio Ricca -. Ci auguriamo a breve, compatibilmente con la situazione epidemiologica, di poter portare al 50% il provvedimento. Questa iniziativa, ovviamente, procede parallelamente e dipende dai colori conferiti dal Cts alla nostra regione”.