Da Caccia a Palamara com’è cambiata la Magistratura
IL COMMENTO di Pier Franco Quaglieni / Se non bastassero le iniziative del ministro della Giustizia Bonafede che stanno distruggendo garanzie costituzionali e portano nell’occhio del ciclone incarichi apicali del ministero con seguenti dimissioni, le intercettazioni che riguardano il processo a Berlusconi in Cassazione rivelano un vero e proprio scandalo intollerabile.
COMMENTARII di Augusto Grandi / Quando non si è neppure capaci di boicottare una bevanda o una marca di abbigliamento, si dovrebbe avere la decenza di non iniziare neppure una protesta. È la lezione che le destre italiane dovrebbero apprendere dalle sinistre americane che hanno messo sotto accusa Facebook per non aver adeguatamente censurato le dichiarazioni di Trump.
In pratica le associazioni di consumatori yankee, associazioni rigorosamente progressiste, hanno minacciato di boicottare le aziende che fanno pubblicità su Fb perché Zuckerberg non impediva la pubblicazione degli interventi di Trump. E le aziende hanno immediatamente tagliato la pubblicità. Mentre un gruppo come la francese L’Oreal, per non offendere gli africani, toglie il termine “sbiancante” dai prodotti che, appunto, sbiancano. In attesa che i dentifrici annerino i denti…
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Le destre italiane non sanno neppure boicottare chi le censura
Illiberali e pauperisti
IL COMMENTO di Pier Franco Quaglieni / Poco meno di un anno fa quando Salvini incominciò a delirare al Papeete parlando di pieni poteri e di altre stupidaggini ,per poi decidere l’uscita dal governo giallo – verde, io scrissi che il Governo Conte bis che si stava profilando, sarebbe stato profondamente illiberale.
L’isola del libro. Speciale Jack London
Rubrica settimanale a cura di Laura Goria
Romana Petri “Figlio del lupo” -Mondadori- euro 19,50
Veleggia tra romanzo e biografia lo splendido ritratto che Romana Petri dedica a uno dei massimi scrittori americani, Jack London. Di lui abbiamo amato libri epici come “Il richiamo della foresta” e “Zanna Bianca” ed ora scopriamo gli anfratti della sua anima, gli alti e bassi della sua vita.
Amava definirsi “figlio del lupo” e presentiva di morire giovane perché il fuoco che aveva dentro “..aveva la fame di un lupo”: non si sbagliava, nato nel 1876 morì a soli 40 anni nel 1916. Una vita davvero breve….ma che vita! In continua azione, tra mille mestieri, sempre nel tentativo di tenere insieme realtà e letteratura. Fu strillone, pescatore, cacciatore di foche, assicuratore, contadino, cercatore d’oro nel Klondike, inviato nella guerra russo-giapponese, marinaio… ma soprattutto scrittore.
Una vita segnata dal carattere impetuoso, dall’assenza del padre biologico compensata dall’affetto per il padre adottivo John London; il peso della madre Flora che parlava con gli spiriti dei defunti, mal sopportava le donne a cui si legò e, pur essendo inaffidabile, fu sempre convinta che il figlio fosse un grande scrittore.
London aveva un’energia inesauribile che sciorinò nelle varie avventure intraprese e nei ripetuti tentativi di creare qualcosa di importante che desse una direzione alla sua esistenza. Sospeso tra megalomania e disperazione quando le sue imprese non andavano in porto. Navigatore instancabile sulla barca comprata con il primo anticipo dell’editore; progettista del battello Snark che gli costò una fortuna e si schiantò appena varato; il sogno di navigare intorno al mondo con la seconda moglie Charmain, arenatosi per problemi di salute.
Progetto più ambizioso e dispendioso di tutti, la Tana del lupo: casa intorno alla quale immaginava una mega tenuta agricola in cui trasformarsi in coltivatore e allevatore, che sfumò letteralmente in fumo a causa di un incendio.
E poi le donne che incisero profondamente: a partire dalla giovane piccolo-borghese Mabel che non capì il suo talento e sognava un marito con la paga sicura. Poi l’affascinante ed enigmatica intellettuale russa Anna, che considerava anima gemella. La prima moglie Bessie, sposata con scarsa convinzione, che gli darà due figlie, ma non il tanto atteso erede maschio. Per ultima, l’amica Charmain che si trasformò in amante e poi seconda moglie, che gli starà accanto fino all’ultimo respiro.
Questa è solo la punta dell’iceberg del romanzo di Romana Preti che rende a tutto tondo la personalità complessa di un Jack London, grande bevitore, rincorso da fama ma anche debiti, costruttore e distruttore allo stesso tempo, che alla fine si lasciò andare verso la morte arrendendosi alla malattia e allo sfinimento, al limite del suicidio.
Charmain London “Il libro di Jack London” -Castelvecchi- euro 25,00
“Era un incrocio tra un marinaio scandinavo, un dio greco e un buon ragazzone americano” è una delle tante descrizioni dell’affascinante e coinvolgente Jack London, riportate dalla seconda moglie Charmain Kittredge London nel corposo libro dedicato al marito.
Iniziò a scriverlo dopo la sua morte, raccogliendo lettere, carteggi vari, aneddoti, racconti di prima mano di Jack e tanta vita condivisa con lui.
Charmain, nata nel 1871 e morta nel 1955, fu una donna fuori dagli schemi per l’epoca: intraprendente, colta, autrice di due romanzi, “The Log of the Snark” nel 1915 e “Our Haway” nel 1917, oltre a “The book on London” pubblicato nel 1921. Questo volume di oltre 500 pagine è un’ immensa biografia che entra nelle pieghe più intime dell’animo dello scrittore.
Ci sono i racconti della sua infanzia, adolescenza e maturità, le sue avventure tra mare e terra, gli stati d’animo, gli affetti più profondi, le amicizie e i rapporti non sempre facili con gli editori. Charmain è forse la donna che l’ha conosciuto meglio, quella durata più a lungo, in bilico tra aneliti di indipendenza e inscalfibile devozione.
All’inizio furono grandi amici e confidenti. Charmain fu anche amica della prima moglie di Jack, Bessie (l’angelo del focolare che dava stabilità allo scrittore), salvo poi soffiarglielo da sotto il naso con un’intraprendenza e sensualità alle quali lui non seppe dire di no.
Da amante a moglie e confidente, Charmain fu al suo fianco nella buona e nella cattiva sorte, sopportando le fasi altalenanti del genio alle prese con il quotidiano. Fu lui stesso a dirle «Se me ne andassi per primo, mia cara, toccherebbe a te scrivere di me….se oserai essere onesta. Ma incontrerai non poche difficoltà». Ebbene lei le superò scrivendo questa lunga lettera d’amore ed erigendo l’immenso ritratto di un uomo che «…è stato molto più grande di quanto potrebbero farlo apparire molti dei suoi più intimi amici».
Tra i famosi libri di Jack London, ne suggerisco almeno due che aiutano a capire meglio la vita e il genio dello scrittore:
Jack London “Martin Eden” -Feltrinelli- euro 11,00
London iniziò a scrivere questo romanzo autobiografico nel 1907 e lo finì a Tahiti l’anno dopo.
Alter ego dello scrittore è il giovane marinaio di Oakland, Martin Eden, che salva da una rissa al porto il rampollo di una famiglia benestante, Arthur. Per riconoscenza questo lo introduce nel suo mondo aprendogli lo spiraglio ai salotti buoni della middle-class. Martin s’innamora della sorella di Arthur, Ruth Morse, ma soprattutto scopre il prodigio della cultura.
E’ la storia dell’apprendistato del giovane, la scoperta delle meraviglie contenute nei libri. Una folgorazione che porta il protagonista a farsi rapidamente una cultura letteraria e a decidere di voler diventare scrittore. Tale è la sua sete di sapere che ben presto supera la mediocre Ruth, che corrisponde a Mabel Applegarth, fanciulla di cui Jack London si invaghì davvero. Ma più che altro un’infatuazione che, sia nella vita reale che nella finzione del romanzo, scemerà man mano che il giovane si rende conto che la fanciulla aspira più che altro a tarpargli le ali.
Mabel/Ruth è ben lontana dal capire le ambizioni letterarie di Jack/Martin e lo spinge invece verso una vita impiegatizia senza rischi economici e un futuro banale.
Il romanzo ha ispirato anche l’omonimo film del 1919, girato da Pietro Marcello e interpretato da Luca Marinelli, che ha vinto la Coppa Volpi.
Jack London “La crociera dello Snark” -Mattioli- euro 15,00
Qui c’è a profusione l’amore di Jack London per l’avventura e la vita in mare. E’ la cronaca di
un’ incredibile impresa, la navigazione a bordo di una barca a vela nell’Oceano Pacifico, insieme alla moglie Charmain, sulle rotte di Melville e Stevenson.
Partenza nel 1907 dalla baia di San Francisco, direzione le Hawaii; poi rotta verso le Isole Marchesi, Tahiti, Samoa…Un periglioso viaggio che sulla carta avrebbe dovuto approdare fino in India e nel Mediterraneo. Invece si concluse in Australia, a Sydney, nel 1908, interrotto da sventure varie, ma soprattutto dal morbo misterioso che contagiò lo scrittore rendendo necessario il ricovero in ospedale.
Franca Valeri e Piazzale Loreto
IL COMMENTO di Pier Franco Quaglieni / Franca Valeri compie cento anni e viene festeggiata nel modo migliore. Sicuramente è stata una grande attrice, anche televisiva, dotata di un’ ironia raffinata e pungente. E’ entrata da tempo nella storia del grande teatro italiano.
La Venezia di Cipriani e Brugnaro
IL COMMENTO di Pier Franco Quaglieni / Tra i tanti Sindaci che sono stati e sono inesistenti o controproducenti o fanno i grilli parlanti (Appendino, Raggi, Sala,De Magistris, Orlando-Cascio) di fronte alla ripresa dopo il superamento temporaneo della pandemia, c’è un solo Sindaco che si è speso per il rilancio appassionato della sua città. E’ Luigi Brugnaro, veneziano che ama la sua città ed è consapevole di cosa significhi quella che con Thomas Mann potremmo definire “Morte a Venezia“, plasticamente rappresentata nel grande film di Visconti.
Requiem per la scuola italiana
IL COMMENTO di Pier Franco Quaglieni / E’ molto difficile conciliare le esigenze del distanziamento sociale con quelle della scuola e chiunque ci fosse al ministero, si troverebbe in difficoltà. La ministra Azzolina e il suo staff brillano però per incompetenza, volendo scaricare il problema sui presidi e sull’autonomia delle scuole secondo la peggiore tradizione dello scarica- barile.
Lunga vita ad Antonio Ricci
IL COMMENTO di Pier Franco Quaglieni / Il 26 giugno Antonio Ricci compirà 70 anni. E’ un protagonista di prima grandezza della televisione italiana, l’inventore del telegiornale satirico “Striscia la notizia“ che è più veritiero e più coraggioso rispetto a qualsiasi Tg “serio“.
Quale bestemmia?
IL COMMENTO di Pier Franco Quaglieni / Il “Fatto quotidiano”, organo del Governo Conte ,che bacchetta tutto e tutti, salvando solo i grillini e il Governo, riprende per la seconda volta la bufala – sparata in prima pagina – della bestemmia in aula della Presidente Elisabetta Casellati che ha esclamato “per Dio” che, secondo i dizionari più accreditati, è un’esclamazione rafforzativa, ma non ha certo il significato di una bestemmia. La Presidente Casellati è una cattolica credente, praticante e tollerante. Ed è persona di stile inimitabile. Io l’ho conosciuta e l’ho ascoltata. E’ l’unica figura istituzionale in cui mi ritrovi pienamente
Una volta assunta la seconda carica dello Stato, la Casellati ha mantenuto una posizione di terzietà come i grandi presidenti del Senato ,da Merzagora a Spadolini che uscì dal Pri di cui era stato Segretario.
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Attaccare la Casellati per un’esclamazione in un momento di grave tensione nei lavori del Senato è il segno di una faziosità senza limiti ed anche di una ignoranza abissale. Infatti nessun giornale ha ripreso la notizia che in effetti non è neppure una notizia ma una bufala. La Casellati che all’apparenza può sembrare una donna fragile, è invece una persona capace di affrontare tutte le situazioni anche perché è una giurista di vasta cultura. Gli errori sono altri. Ricordo, ad esempio, che il mio amico Spadolini, che pure fu un grande presidente del Senato, non ebbe il coraggio nel 1992 di impedire la gazzarra dei senatori leghisti che agitavano il cappio nell’Aula del Senato. Marcello Staglieno, che fu eletto con la Lega e divenne successivamente vice Presidente del Senato, mi disse il suo raccapriccio per quell’episodio così populista e violento, espressione di un giacobinismo forcaiolo, forse inconsapevole, data l’incultura e la rozzezza ruspante dei primi leghisti delle origini. La Casellati, da quando è stata eletta Presidente del Senato, ha partecipato a migliaia di incontri con una attenzione e una presenza senza pari. Anche durante la pandemia non ha mai cessato di essere presente indossando sempre la mascherina … Il “Fatto” dovrebbe spiegarci come ha ottenuto 2 milioni e mezzo di prestito garantiti dallo Stato, mentre le aziende produttive boccheggiano e rischiano di chiudere. Lasci stare invece Elisabetta Casellati che in quest’occasione, rivolgendosi ai commessi del Senato che, invece di intervenire, stavano filmando la scena con il telefonino, ha rivelato un’umanità che la rende ancora più vicina alle persone normali che a volte perdono la pazienza. I politici spesso non sono più persone normali, a volte diventano persone spregevoli, a volte sono nullità senza arte né parte scelte per premere un pulsante al momento di votare. La Casellati è altro. E’ una donna fuori ordinanza, avrebbe detto Mario Soldati.
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