RICEVIAMO E PUBBLICHIAMO- Pagina 65

RADICALI – AUMENTANO GLI ABBANDONI DI RIFIUTI: AMMINISTRAZIONI INVESTANO SU CONTROLLO E NUOVE TECNOLOGIE

Boni: “In alcune zone del Torinese vengono buttati nei rii mobili, divani, medicinali e rifiuti pericolosi”

In molte aree circostanti la città di Torino è sempre più evidente la presenza diffusa della pratica di abbandonare rifiuti illegalmente. Un monitoraggio effettuato dai militanti radicali evidenzia in particolare tra Gassino t.se e Castiglione e sulla superstrada Torino-Chiavasso molte zone di abbandono con cumuli di materiali assai ingenti che spesso contengono anche rifiuti pericolosi. Dello smaltimento dei rifiuti abbandonati e delle tecniche di prevenzione e controllo si parlerà a Ecomondo tra il 7 e l’11 novembre a Rimini

Dichiara Igor Boni (Coordinatore Associazione radicale Adelaide Aglietta):

“In alcune zone del Torinese vengono buttati nei rii o accumulati nottetempo al margine della strada mobili, divani, macerie, medicinali e rifiuti pericolosi. Le amministrazioni comunali, già povere di denaro, sono costrette a spendere soldi per ripulire i rifiuti abbandonati. Sono costi non prevedibili che tolgono risorse al resto dei servizi. Inoltre i rischi di inquinamento delle acque superficiali e del suolo è rilevante. Eppure esistono tecnologie che con poco costo consentono di individuare colpevoli e ridurre gli eventi criminosi. Oltre alla verifica dei rifiuti abbandonati illegalmente dove possono essere reperiti utili indizi sulla provenienza è opportuno installare nelle aree di abbandono foto-trappole (molto più economiche dei classici impianti di videosorveglianza) che inviano le immagini rilevate in tempo reale. Esistono inoltre applicazioni che consentono alle guardie ecologiche, operatori del comune, vigili, etc. di fotografare e georeferenziare con un semplice smartphone gli abbandoni rilevati, i dati vengono convogliati direttamente agli uffici comunali, i quali possono gestire nel tempo le segnalazioni registrate. La comunicazione dei nuovi provvedimenti alla cittadinanza, ha l’effetto immediato di dare la percezione del controllo del territorio e consente di individuare alcuni dei responsabili degli illeciti. L’investimento in questi dispositivi,  insieme ad una campagna di informazione sulle modalità di smaltimento dei rifiuti (spesso gratuite!), ritorna all’amministrazione rapidamente, dato che gli abbandoni diminuiranno così come le spese dello smaltimento dei rifiuti abbandonati”.
(foto: il Torinese)

Prevenzione e salute il lunedì

Constatato il gradimento e il constante incremento nella partecipazione dei Cittadini ai cicli di Incontri “I Lunedì pomeriggio della Prevenzione e della Salute”già avviati dal 2013continuano anche quest’autunno con una rassegna di sei Conferenze che si terrà nuovamente presso il Centro di Biotecnologie Molecolari – Università di Torino, sita in Via Nizza 52 a Torino.

Dò quindi notizia della prima Conferenza:

Lunedì 6 novembre 2017 – ore 16,30 – (nell’Aula DARWIN)

– Demenza e patologie associate. Stili di vita. Fattori di rischio e prevenzione.

– Quando la memoria non funziona più… La malattia di Parkinson: che cos’è, come si cura?

Relatori:

dott.Antonino Maria Cotroneo– Geriatra, Direttore Geriatria Ospedaliera e Responsabile Struttura Socio – Sanitaria ASL Città di Torino.

dott.ssa Daniela Leotta – Medico Chirurgo, Specialista in Neurologia.

Giovanni Bresciani

organizzatore del progetto, collaboratore dell’Associazione “Più Vita in Salute”.

Segnalo la nostra presenza su Facebook –Gruppo: Associazione “Più Vita in Salute”

Trasparenza in Comune, Manfredi (radicali): “Sala Rossa completamente esautorata”

Trasparenza in Comune/Manfredi (radicali): Sindaca Appendino ha rifiutato di presentare in Consiglio Comunale formali comunicazioni sulle dimissioni del capo di gabinetto Giordana e sul “caso Ceresa”. Sala Rossa completamente esautorata  e informazione negata a cittadini, come su esiti commissione d’indagine sui fatti di Piazza San Carlo.

Giulio Manfredi (Associazione radicale Adelaide Aglietta) commenta:

 

Apprendiamo dalla stampa che la sindaca di Torino, Chiara Appendino, si è rifiutata, su esplicita richiesta del capogruppo del PD, di presentare nel Consiglio Comunale di ieri formali comunicazioni sulle dimissioni del suo capo di gabinetto (nonché suo braccio destro e sinistro) Paolo Giordana.

 

Con tale rifiuto, il Consiglio Comunale della città di Torino è stato esautorato completamente delle proprie funzioni e all’intera comunità torinese è stata negata la possibilità di conoscere sia le motivazioni che hanno portato la sindaca all’accettazione tout court delle dimissioni di Giordana sia le valutazioni della sindaca rispetto al comportamento tenuto dall’amministratore delegato di GTT, Walter Ceresa, rispetto alla richiesta fattagli da Giordana di far togliere una multa ad un suo amico.

 

Quanto successo ieri fa il paio con quanto accaduto 40 giorni fa, quando in Consiglio Comunale il M5S ha votato contro la mozione finale della Commissione d’indagine sui fatti di Piazza San Carlo del 3 giugno scorso, senza presentare alcuna mozione alternativa; di conseguenza, tutti i cittadini di Torino sono stati privati della conoscenza del lavoro svolto dalla commissione, la cui costituzione era stata voluta e votata anche dai consiglieri del M5S, all’unanimità.

 

Al danno si aggiunge la beffa; ieri i consiglieri comunali del M5S hanno chiesto al PD di fare un’ “operazione trasparenza” sui conti delle partecipate. E’ sempre il bue che dice al toro: “Quanto sei cornuto!”..

SICCITA’ E INCENDI: LA GIUNTA REGIONALE DEL PIEMONTE SOSPENDE L’ATTIVITA’ VENATORIA IN 7 CA e 3 ATC

Martedì  31 ottobre 2017 alle ore 13,00 la Giunta Regionale del Piemonte, raccogliendo parzialmente le istanze che erano giunte dalle associazioni ambientaliste e animaliste, dal Garante regionale per la tutela degli animali, dal Consigliere di parità regionale del Piemonte, dalla Provincia di Cuneo e dalla Città Metropolitana di Torino, da consiglieri regionali e forze politiche di maggioranza e opposizione ed anche dai Comprensori Alpini TO3 e CN2, ha deliberato di sospendere l’attività venatoria nei Comprensori Alpini interessati dagli incendi di questi giorni (TO1, TO3,TO5, CN2,CN4) fino al 30 novembre 2017 e negli ambiti di caccia confinanti (CA TO2, TO4, ATC TO1, T02, TO3) fino al 10 novembre 2017 per garantire il rifugio agli animali in fuga dalle aree devastate dagli incendi. Il provvedimento potrà essere prorogato o revocato a seconda del permanere o meno delle condizioni di criticità. Il provvedimento che sarà pubblicato venerdì 3 novembre 2017 sul BUR della Regione sarà operativo da tale data. Le associazioni animaliste e ambientaliste avrebbero preferito fosse stata decisa la sospensione dell’attività venatoria su tutto il territorio regionale a causa delle condizioni climatiche caratterizzate dal perdurare di forte siccità e conseguente penuria di fonti alimentari e idriche per la fauna selvatica. Si ringrazia tuttavia l’assessore regionale Giorgio Ferrero per la sensibilità e l’attenzione dimostrate ritenendo la decisione odierna della Giunta Regionale un passo avanti, anche se timido, sulla strada della civiltà. Le scriventi associazioni chiedono che prima di revocare lo stop dell’attività venatoria la regione effettui puntuali verifiche circa la presenza sui territori interessati di fonti alimentari e idriche adeguate che consentano agli animali selvatici di poter superare l’inverno in arrivo.

 

         ENPA,  LAC,  LAV,  LEAL,  LEGAMBIENTE Circolo L’Aquilone, OIPA,  PRO NATURA, SOS Gaia       

                  

                                                                                                                           Roberto Piana

Vice Presidente LAC

Medici neo-specializzati, Grimaldi (SEL-SI): “si facciano i controlli”

Dopo le denunce sulle condizioni di sfruttamento


Oggi l’Assessore Saitta ha risposto all’interrogazione urgente del Capogruppo di SEL Marco Grimaldi sulle condizioni di sfruttamento e precarietà dei medici neo-specializzati, che sabato 28 ottobre si sono riuniti, ospitati dall’Ordine dei medici, per presentare una ricerca sulle proprie condizioni di lavoro e per affrontare una situazione estremamente critica.

A quanto si è appreso dagli organi di stampa, i bandi pubblici rivolti ai neo-specializzati proporrebbero loro di offrire, nei Pronto soccorso, prestazioni uguali a quelle dei colleghi con anni di esperienza ma a compensi nettamente inferiori. Inoltre negli ambulatori, i medici di base, qualora si trovino a chiedere una sostituzione, recluterebbero i giovani dottori pagandoli con una discrezionalità che non tiene conto delle indicazioni salariali dei contratti nazionali di riferimento. I giovani medici sostengono altresì che denunciare la situazione significhi sottoporsi al rischio di non essere più chiamati a lavorare. Come noto, pochi giorni fa, una segnalazione anonima ha denunciato che medici specializzandi sarebbero stati utilizzati per compiti destinati a colleghi che hanno già terminato il loro percorso di studi, medici neo-specializzati a tutti gli effetti.

La ricerca, condotta dai neo-specializzandi tramite un questionario a cui hanno risposto 312 giovani medici piemontesi, evidenzia alcuni dati sconfortanti sul grado e la percezione di sfruttamento, a quanto pare indifferentemente nel settore pubblico e in quello privato. Inoltre calcola il numero di medici che rischieranno di trovarsi senza lavoro in futuro nel caso in cui aumentino i laureati e il fabbisogno di personale medico resti invariato: secondo i dati, entro il 2020 la domanda di lavoro sarà tre volte maggiore rispetto all’offerta.

Nell’interrogazione si chiede alla Giunta quali interventi intenda mettere in campo per richiamare le ASL ad avviare direttamente le assunzioni di medici, in base a una mappatura delle reali esigenze del territorio, applicando il principio della giusta retribuzione e le dovute tutele. L’Assessore ha ammesso l’esistenza di un problema di precarizzazione dell’attività dei giovani medici. Ha aggiunto che c’è un tema che riguarda il privato, che sottopaga, per questo esistono disegni di legge per porre rimedio alla “giungla retributiva” che non offre le dovute garanzie. Per quanto riguarda le sostituzioni dei medici di famiglia, si parla di lavoro nero e paghe minime, problemi su cui l’Ordine dei medici dovrebbe prendere provvedimento. A livello nazionale la Regione ha ottenuto che fossero indetti i concorsi, mentre resta aperto il tema del numero insufficiente delle borse.

A settembre il Consiglio ha approvato un atto per chiedere al Governo una programmazione seria del fabbisogno di medici sul territorio nazionale e un incremento delle borse di studio per le Scuole di Specializzazione. “Alla domanda “Ti sei mai sentito sfruttato nel mondo del lavoro?”, l’85% degli intervistati nella ricerca risponde di sì; il 44,50% sostiene di essersi trovato a svolgere mansioni incongrue, il 39% di aver dovuto svolgere compiti mal pagati in relazione alla responsabilità richiesta, il 34% di aver ricevuto un compenso orario molto basso, il 24% di aver dovuto affrontare condizioni lavorative scadenti” – dichiara il Segretario di Sinistra Italiana Grimaldi. – “Certo, c’è qualcosa che la Regione può fare: con l’uscita dal Piano di rientro procedere a sbloccare le assunzioni e stabilizzare i precari. Però non basta: dopo le denunce sulle condizioni di sfruttamento, tutte le autorità competenti facciano i dovuti controlli”.

 

CAMBIATO IL SINDACO MA NULLA E’ CAMBIATO. SOLO PROMESSE IN CAMPAGNA ELETTORALE

UN LETTORE CI SCRIVE

Il problema dell’abusivismo è un cancro per la città di Torino, per quel riguarda soprattutto zone quali Borgo Dora e Porta Palazzo. A questi si aggiunge anche il problema su Via Garibaldi. Si perché, anche una delle più eleganti vie di Torino, non scappa a questo problema: lungo la via, accanto alle vetrine di vari negozi, sono soliti posarsi con la loro merce i venditori abusivi. Nella quasi totalità sono stranieri, di colore, e vendono una merce abbastanza eterogenea: dalle borse, ai vestiti, passando per le stampe colorate. Da ciò derivano diversi problemi. Il principale riguarda i negozianti, i quali vedono occupata la zona davanti alle loro vetrine, scalini compresi, usati come sedie. Questo porta un fortissimo danno d’immagine ai negozi, i quali si lamentano per la perdita di clienti che questo comporta. La commessa di uno dei negozi, che maggiormente viene colpito, racconta: “Per noi è un fortissimo danno economico. Abbiamo provato a chiamare i vigili, ma la situazione cambia per poche ore!” I commercianti hanno così provato con soluzioni “alternative”, ad esempio bagnando la strada, soluzione che però si è rivelata tristemente fallimentare, essendo aggirata con dei teli sui quali posano le merci . Una commessa di uno di questi noti negozi ci racconta di essere andata, insieme a colleghe di altri locali, a parlare direttamente con i venditori abusivi: “Abbiamo anche provato a parlargli, chiedendogli di spostarsi almeno da davanti alla vetrina. Ci hanno risposto che essendo donne, non eravamo degne delle loro attenzione”. A tutto ciò si uniscono anche i diversi esposti che hanno fatto alla Sindaca, senza ricevere risposta, e senza vedere minimamente mutare la situazione. Appendino sembra essere sorda a questo tipo di problema. Ma i problemi risultano esserci anche per i pedoni: nelle giornate come sabato e domenica, in cui la via si affolla, il passaggio risulta essere in larga parte ostruito con disagi (non è piacevole dover fare lo slalom per evitare la merce buttata a terra), e soprattutto il rischio di inciampare sulle cianfrusaglie esposte. A ciò si unisce il danno estetico, con una bella via rovinata dal solito abusivismo. Torino ha numerose zone, belle esteticamente, che si vedono deturpate da persone accampate a terra nella ricerca di esporre illegalmente la propria merce, oltretutto di dubbia provenienza. Se la Sindaca vuole rendere Torino una città appetibile per i turisti, forse qualcosa sarà da rivedere.

B. Di Franco

Incendi: “sospendere la caccia”

La siccità del 2017 e gli incendi che continuano a divampare in questi giorni hanno probabilmente dato il definitivo colpo di grazia alla fauna selvatica piemontese

L’anomalo andamento meteorologico di quest’estate, che continua anche in questo inizio d’autunno, ha infatti fortemente ridotto le disponibilità alimentari e determinerà per molte specie l’impossibilità di sopravvivere all’inverno in arrivo. La situazione è poi drammaticamente peggiorata dagli incendi che stanno coinvolgendo numerosissime aree del Piemonte ed il cui spegnimento pare estremamente difficoltoso e comunque non immediato. Già il 29 agosto scorso le scriventi associazioni avevano chiesto alla Regione Piemonte di prendere in seria considerazione le considerazioni dell’ISPRA (l’Istituto pubblico che istituzionalmente si occupa di problemi della fauna) e prevedere serie limitazioni dell’attività venatoria per la stagione 2017/2018.   La Regione nulla ha fatto. La Legge 157/92 prevede proprio la possibilità che la Giunta Regionale possa adottare idonei provvedimenti di limitazione della caccia per tutelare le popolazioni selvatiche in difficoltà. Se questa che viviamo non è una significativa emergenza ambientale che necessita di provvedimenti seri e urgenti ci chiediamo quale possa essere. Non solo: la Legge 353/2000 (Legge quadro in materia di incendi boschivi), al comma 1 dell’art. 10 prevede una serie di divieti che riguardano le zone percorse dal fuoco, tra cui in particolare, il divieto di caccia:” Sono altresì vietati per dieci anni, limitatamente ai soprassuoli delle zone boscate percorsi dal fuoco, il pascolo e la caccia” Tale divieto è immediatamente operativo, indipendentemente dalla perimetrazione che i comuni sono obbligati ad effettuare ai sensi del comma 2 dello stesso articolo. Mentre i cacciatori in Val di Susa circondano le zone percorse dal fuoco e attendono gli animali stremati per ucciderli l’Assessore regionale Giorgio Ferrero con lettera del 25 ottobre 2017 indirizzata agli ambiti di caccia (ATC e CA) subordina il proprio agire alle richieste del mondo venatorio! Invece di intervenire con tempestività per tutelare la fauna selvatica l’Assessore Ferrero chiede ai cacciatori cosa debba fare!   Le scriventi associazioni chiedono alla Regione Piemonte un immediato provvedimento di sospensione dell’attività venatoria su tutto il territorio regionale in attesa di corrette valutazione sugli effetti futuri che l’attuale drammatico stato di calamità potrà avere sul patrimonio faunistico della nostra regione.

 

ENPA, LAC, LAV, LEAL, LEGAMBIENTE Circolo L’Aquilone, LIDA, OIPA,

PRO NATURA, SOS Gaia

Roberto Piana

Vice Presidente LAC Piemonte

 

Chivasso: contro il declino azione o attesa?

Al Sindaco, agli Assessori, ai Consiglieri di maggioranza, al Presidente del Consiglio del Comune di Chivasso

 

 

Pensiamo che anche voi amministratori siate d’accordo sul fatto che il principale compito di un’amministrazione comunale sia contrastare il declino economico e sociale della città che amministra. Ed è fin troppo evidente la situazione critica di Chivasso dove i negozi chiudono e gli immobili sono in svendita a prezzi sempre più bassi. Questo trend gravemente negativo non può essere invertito dal rifacimento di vie, incroci e marciapiedi, né da piccole manifestazioni ed eventi commerciali, né dall’insediamento di supermercati: serve un progetto di ampio respiro per far ripartire la città. Questo progetto non può essere che lo sfruttamento della posizione strategica di Chivasso all’incrocio di strade e ferrovie con la stazione di interscambio con l’alta velocità in grado di far diventare la città il nodo principale delle comunicazioni per Canavese, Monferrato ed Ovest Vercellese sull’asse Torino-Milano. Questo è il volano indispensabile per far ripartire l’economia cittadina ed arrestare il grave declino di Chivasso. Noi lo sosteniamo da 5 anni e da 5 anni attendiamo che l’amministrazione chivassese si mobiliti su questo progetto con energia, determinazione e costanza: il che significa investire qualche decina di migliaia di euro per far realizzare da una ditta specializzata uno studio di fattibilità, con cui cominciare il percorso politico e coinvolgere le istituzioni e le associazioni di categoria, creando un gruppo di lavoro tecnico e politico che persegua l’obiettivo con forza e continuità. Certo è una strada in salita ma è l’unica strada che può dare un futuro a Chivasso, ai suoi giovani ed al suo tessuto imprenditoriale. Più si aspetta ad intraprendere questa strada con la necessaria determinazione e più si aggraverà il declino economico e sociale di Chivasso. Mettiamo a disposizione, da usare come punto di partenza per lo studio di fattibilità, il materiale da noi prodotto e reperibile a questi link: http://www.portadelcanavese.it http://www.chivassese.it/documenti/baciniFerroviaToMi.pdf http://www.chivassese.it/documenti/StazionePortaCanaveseMonferrato.pdf http://www.chivassese.it/trasporti.pdf http://www.chivassese.it/documenti/ProgettoMetro.pdf A questo punto vogliamo sapere che cosa l’amministrazione intende realmente fare: limitarsi a sperare che la stazione si faccia, lasciando la città al suo declino, o prendere l’iniziativa con un serio studio di fattibilità ed il concreto avvio di un gruppo di lavoro tecnico e politico? Si sono già persi 5 anni a furia di temporeggiare e la crisi di Chivasso si è purtroppo aggravata. Cordiali Saluti

 

 

Il presidente dell’

Associazione culturale Identità Comune  Chivasso

Carlo Fontana

Piemonte in fiamme, Legambiente chiede la sospensione della caccia

“Animali in sofferenza per incendi e siccità”

Il Piemonte continua ad essere funestato da incendi boschivi come non accadeva da oltre dieci anni, con una settantina di Comuni interessati e oltre 1.600 ettari di aree percorse dal fuoco, che hanno spinto la Regione Piemonte a chiedere al Governo la dichiarazione dello stato di calamità naturale. Un contesto sicuramente aggravato dal fatto che si è appena chiusa la seconda estate più calda degli ultimi 60 anni, con un’anomalia termica positiva di 2.5°C e un deficit pluviometrico del 20%.

“E’ giusto che il Governo riconosca rapidamente l’eccezionalità e la gravità della situazione assicurando l’attivazione degli strumenti del Fondo di solidarietà nazionale. L’estrema siccità di questo periodo, aggravata dagli incendi, ci preoccupa sotto tanti punti di vista: naturalistico, di incolumità della popolazione, per le ricadute sull’inquinamento atmosferico e per le ricadute negative sull’economia piemontese. Nella nostra regione stanno andando in fumo aree di grandissimo pregio fondamentali anche per la sopravvivenza della fauna selvatica –dichiara Fabio Dovana, presidente di Legambiente Piemonte e Valle d’Aosta-. In questo contesto è importante che i comitati di gestione degli Ambiti Territoriali di Caccia accolgano tempestivamente l’invito dell’assessore regionale Ferrero a far richiesta di sospensione dell’attività venatoria per tutelare territorio, cittadini e fauna delle aree interessate dagli incendi. Ricordiamo che resta comunque la possibilità in capo ai Sindaci di adottare ordinanze urgenti in tal senso, come già fatto ad esempio dal Comune di Cumiana”.

 

Nel ricordare come l’esercizio dell’attività venatoria sia consentito purché non contrasti con l’esigenza di conservazione della fauna selvatica, patrimonio indisponibile dello Stato, il presidente regionale di Legambiente sottolinea l’importanza di sospendere la caccia sul territorio regionale e al tempo stesso l’esigenza di attivare un’azione forte e capillare di contrasto al bracconaggio.

 

Infermieri, Grimaldi (SEL-SI): “ASL devono chiarire i termini e i tempi del piano assunzioni”

A un anno dallo sblocco del turn over

 

Oggi l’Assessore Saitta ha risposto all’interrogazione urgente del Capogruppo di SEL Marco Grimaldi sulle nuove assunzioni di infermieri in Piemonte. Venerdì 20 ottobre il Commissario della Città della Salute ha deliberato le prime 51 assunzioni per i quattro ospedali dell’azienda ospedaliera-universitaria (Molinette, Cto, Regina Margherita, Sant’Anna): si tratta di 41 infermieri e 10 infermieri psichiatrici. I 41 infermieri sono vincitori del concorso dalla cui graduatoria dovrebbero essere assunti in 150 entro la fine dell’anno; la graduatoria comprende tuttavia 1700 idonei. NurSind Piemonte, Sindacato delle Professioni Infermieristiche maggiormente rappresentativo a livello Nazionale, in rappresentanza di migliaia di aderenti presenti in tutte le Aziende Sanitarie del Piemonte ha manifestato oggi davanti al Consiglio Regionale, da cui è poi stato audito, e ha firmato una lettera aperta rivolta alle istituzioni. Le ragioni che hanno motivato la mobilitazione sono molteplici e riguardano in particolare il blocco delle assunzioni che negli anni ha generato condizioni di lavoro giunte “ormai al limite”. I dati forniti al Sindacato dalle Aziende, riferiti all’anno 2015, dicono che gli infermieri piemontesi hanno generato in un anno più di un milione di ore straordinarie e accumulato più di 220 mila giornate di ferie residue. Insomma, gli infermieri stanno lavorando anche per 1500 unità che non ci sono. Inoltre, in questi ultimi anni l’età media del popolo infermieristico piemontese ha raggiunto i 50 anni, il che significherebbe che a 60 anni si continua a turnare anche di notte. “È importante che le ASL abbiano recepito dai sindacati l’indicazione di limitare forme precarie di lavoro e stabilizzare il personale, come l’Assessore Saitta ha fatto sapere” – dichiara il Segretario di Sinistra Italiana Grimaldi. – “L’Assessore ha sollecitato le aziende sanitarie a fornire le informazioni necessarie. Ora sappiamo anche che l’ASLTO1 assumerà 85 infermieri entro l’anno e che l’ASLTO5 ne assumerà 25. Tuttavia non è possibile che, a ormai un anno dallo sblocco del turn over, non siano chiari i termini e i tempi del piano assunzioni, né si possa disporre di una mappatura ASL per ASL delle carenze rispetto alle reali esigenze, che possa garantire un rapporto infermiere/paziente ottimale ed evitare il sovraffollamento dei DEA”.