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“La Regione abbandona  i religiosi anziani non in grado di camminare”

Il dramma degli ospiti delle comunità delle congregazioni: centinaia di religiose, religiosi e consacrati anziani e non in grado di camminare attendono invano il vaccino anti-Covid dallo scorso gennaio; stessa situazione per il personale che fa assistenza. Situazione particolarmente grave a Torino e in altre zone del Piemonte.

Nessuna risposta certa dall’Asl, nonostante l’impegno del Dirmei: i religiosi anziani di varie congregazioni ospiti delle varie comunità continuano a essere abbandonati a se stessi, nella speranza di essere prima o poi vaccinati contro il Covid-19. Se chi, tra gli ospiti torinesi, è in grado di camminare ha la prospettiva di essere vaccinato entro l’estate al Cottolengo in virtù di un accordo tra lo stesso Cottolengo e l’Asl, per chi non è in grado di muoversi ancora non ci sono notizie certe.

L’Asl è attualmente in grado di effettuare a domicilio solo un numero molto limitato di vaccini ogni giorno; le strutture delle congregazioni religiose, strutture che tecnicamente non sono né RSA né RA, rischiano, in assenza dei vaccini, di diventare sede di focolai Covid-19 anche gravi. La situazione è particolarmente grave a Torino e in altre zone del Piemonte.

Con un solo intervento presso queste strutture alloggio si potrebbero vaccinare tutti gli ospiti, quindi decine di persone, potendo contare sul supporto professionale del personale infermieristico religioso e laico della stessa struttura. Al dramma dei vaccini che non arrivano si aggiunge la difficoltà di reperire dispositivi di protezione individuale, che il più delle volte sono le stesse strutture ad acquistare direttamente e a proprio carico.

Silvio Magliano – Presidente Gruppo Consiliare Moderati, Consiglio Regionale del Piemonte.

Lavoro, la Regione punta sulla formazione su misura per le imprese

Sono 26 le agenzie formative accreditate della Regione Piemonte che, nell’ambito del bando cosiddetto “ambito 3”, riceveranno complessivamente 5 milioni di euro per realizzare progetti di inserimento lavorativo veloce e plasmati in collaborazione con le imprese.

Con questa nuova formula, che coinvolge anche i Centri per l’impiego, i servizi al lavoro, le associazioni di categoria e i diversi stakeholder a livello locale si intende rafforzare la rete a sostegno dell’occupazione migliorando l’incontro tra domanda e offerta di lavoro con l’organizzazione quasi “in tempo reale” di corsi di formazione utili per formare le competenze richieste dalle imprese in cerca di personale.

“E’ tempo di pensare alle politiche per il futuro, che non possono esaurirsi a mere ricette assitenzialiste – afferma l’assessore regionale al Lavoro e Formazione professionale Elena Chiorino – La nostra ambizione deve essere quella di favorire un’occupazione stabile, che non può prescindere dal sostegno alle nostre imprese, la spina dorsale del tessuto economico piemontese. Il nostro obiettivo deve essere quello di “sostenere”, stando a fianco delle famiglie, ma anche di chi produce, di chi investe, di chi fa impresa e necessita di essere messo nelle condizioni di dare il massimo. La ripartenza del sistema economico-finanziario piemontese deve passare attraverso una nuova attrattività puntando sulla formazione di alto livello: questo è il primo tassello che andrà a comporre il sistema/modello di Academy capace di offrire a chi vuole investire in Piemonte personale sempre formato e aggiornato, rispondendo all’esigenza di flessibilità e di velocità che i nuovi mercati, in rapidissima evoluzione, esigono. Soltanto raggiungendo questi obiettivi avremo assolto al nostro compito.”

Le caratteristiche dei corsi sono la flessibilità e la modulazione: il piano formativo potrà essere compreso tra un minimo di 40 fino ad un massimo di 300 ore, anche realizzati in piccoli gruppi. I corsi, gratuiti per tutti i partecipanti, saranno rivolti a giovani maggiorenni e ad adulti disoccupati, anche percettori di reddito di cittadinanza, e dipendenti di aziende con sede operativa in Piemonte collocati in cassa integrazione straordinaria e a rischio di perdita del posto per situazioni di crisi con esuberi.

Ad attivare questi corsi saranno Casa di carità, Ciofs, Cnos-Fap, Enaip, Engim, Ii.rr. Salotto e fiorito, Scuole tecniche San Carlo, Assocam, Fsc Torino, Immaginazione e Lavoro, Città Studi, Sistedil, S.e.for.s. VCO, Inforcoop-Ecipa, Forte chance, Filos formazione, Forma-re-te, Ciac, Cfiq, Apro, Afp Dronero, For.Al, Cfp-Cebano Monregalese, Agenform, Infor-Elea, VCP Formazione.

Le opposizioni: “Nostro impegno per aiuti a radio-tv”

“Grazie all’impegno e all’intervento delle Opposizioni è stato votato e approvato in Aula l’emendamento che prevede sostegni a favore del sistema radiotelevisivo.

La Giunta regionale, infatti, avrebbe voluto rinviare l’esame del tema a una Commissione specifica convocata in sede legislativa, ma ci siamo opposti e l’Assessore Tronzano ha accettato di votare l’emendamento della Maggioranza” affermano i Presidenti dei Gruppi di Opposizione del Consiglio regionale.
“Soprattutto in momenti tanto delicati – proseguono i Presidenti – sono importanti azioni concrete e tempestive volte a sostenere l’informazione locale, a contrastare l’impoverimento del settore e a salvaguardare i livelli occupazionali. La nostra informazione deve essere difesa e tutelata”.
“Non si poteva e doveva – concludono gli esponenti dell’Opposizione – rinviare ad un altro momento lo stanziamento di specifici sostegni per il settore radiotelevisivo. Doveva essere fatto oggi, subito e doveva essere previsto uno specifico impegno economico come era avvenuto per le testate giornalistiche cartacee e online”.

Raffaele Gallo (Pd)
Sean Sacco (M5S)
Francesca Frediani (Movimento 4 ottobre)
Marco Grimaldi (Luv)
Mario Giaccone (Lista Monviso)
Silvio Magliano (Moderati)

Bilancio Regione Piemonte: “Ascoltata la richiesta del PD”

Più risorse per il riutilizzo sociale dei beni confiscati alle mafie

Nel prossimo triennio Regione Piemonte destinerà maggiori risorse per il riutilizzo sociale dei beni confiscati alle mafie. 350.000 euro all’anno saranno messi a disposizione dei Comuni che hanno sul proprio territorio questi beni che in Piemonte sono 738.

“Si tratta di un risultato importante per noi – dichiara il capogruppo del Partito Democratico a Palazzo Lascaris, Raffaele Gallo – perché non c’è sviluppo senza legalità democratica. La politica deve fare la sua parte rilanciando le iniziative come queste che creano valore sociale, culturale ed economico”.

“L’anno scorso i soldi presenti a bilancio non sono stati utilizzati in quanto la giunta non è riuscita a far partire il bando necessario alla loro erogazione. Grazie al lavoro del gruppo del Partito Democratico, non solo si recuperano quelle risorse, ma si aumentano complessivamente le dotazioni per il 2021, 2022 e 2023” dichiara il consigliere dem Diego Sarno

“Il lavoro, però, non è finito” rilancia il consigliere Domenico Rossi, primo firmatario degli emendamenti presentati , sottolineando che “bisogna recuperare il tempo perso nel 2020 e perciò auspico che nelle settimane immediatamente successive all’approvazione del bilancio si proceda all’emanazione del bando 2021. Sarebbe un importante segnale di impegno e speranza da parte dello Stato: dopo l’assegnazione poche settimane fa della villa di San Giusto Canavese, diventata una residenza per disabili, ci auguriamo di assistere al via dei lavori al Castello di Miasino e al recupero di molti altri beni sul territorio regionale” aggiunge Rossi.

“Rivolgiamo un ringraziamento al Presidente Cirio e all’assessore Tronzano per aver accolto e condiviso la nostra proposta. I beni confiscati sono un’occasione di sviluppo per la nostra regione e il loro riutilizzo ha un alto valore simbolico. E’ importante che su questi temi si lavori insieme in maniera trasversale: non ci sono né parti né colori politici, quando si scende in campo per la legalità e la lotta alle mafie chi amministra la cosa pubblica deve parlare con una sola voce” concludono i consiglieri DEM.

Rimborsi agli agricoltori per i danni causati dai lupi

Protopapa “Nel 2021 rimborso diretto per i danni al bestiame e contributi per i sistemi di difesa”

La Giunta regionale, su proposta dell’assessore all’Agricoltura e Cibo Marco Protopapa, ha assegnato per il 2021 una dotazione finanziaria di 300 mila euro per il risarcimento dei danni causati dalle predazioni dai lupi al patrimonio zootecnico in Piemonte e per i costi sostenuti a difesa del bestiame.

Il programma di indennizzi 2021 stabilisce di estendere i contributi per i sistemi di difesa del bestiame ai diversi tipi di recinzioni elettrificate ed ai dissuasori acustici e visivi, oltre ai cani da guardania e alle recinzioni elettrificate per il ricovero notturno o la stabulazione notturna, già previsti.

“Da quest’anno la Regione Piemonte ha voluto introdurre un aumento delle risorse complessive portandole a 300 mila euro da 200 mila con l’obiettivo di dare un rimborso diretto agli allevatori che hanno denunciato le predazioni, senza passare dal sistema assicurativo una volta accertati – sottolinea l’assessore regionale all’Agricoltura e Cibo Marco Protopapa – è infatti necessario continuare a rafforzare le misure di prevenzione e la possibilità di risarcimento dei danni, onde evitare un aumento del numero di attacchi e del numero di perdite a carico degli allevatori, perché vogliamo che i nostri pastori possano continuare a lavorare senza dover abbandonare i pascoli.  In vista dell’apertura del bando per la richiesta di indennizzi, in sinergia con l’Assessorato alla Montagna, sarà convocata una riunione plenaria con i rappresentanti degli allevatori esplicativa sulle misure” conclude Protopapa.

A breve l’Assessorato regionale all’Agricoltura pubblicherà il bando per la richiesta degli indennizzi al cui interno sono previsti anche aiuti agli apicoltori piemontesi censiti nella Banca dati nazionale, riconoscendo gli indennizzi e i contributi per i sistemi di prevenzione attivati da coloro che svolgono l’attività nelle aree di presenza dell’orso (presenza registrata nel 2020 nel Verbano Cusio Ossola).

Pd: “La Regione Piemonte snobba i turisti svizzeri?”

La consigliera regionale Monica Canalis e il deputato Davide Gariglio: “Cosa aspetta la Regione Piemonte ad avviare un’interlocuzione con le ferrovie Federali Elvetiche e con Trenitalia?”

«Con il completamento della nuova galleria ferroviaria del Monte Ceneri e del tunnel del Gottardo le città svizzere sono ora iperconnesse con l’Italia, grazie al progetto Alptransit, progetto finanziato dai contribuenti elvetici.  Mentre la Lombardia e la Liguria sono pronte a sfruttare questa grande opportunità con collegamenti diretti e veloci verso le città di Milano e Genova, la Regione Piemonte appare totalmente assente. Non si sono attivate azioni per portare direttamente a Torino i treni che partono da Zurigo, sostenendo così il settore turistico»: lo affermano Monica CANALIS, Vicesegretaria PD Piemonte e Consigliera Regionale, e l’on. Davide GARIGLIO,
Capogruppo PD Commissione Trasporti alla Camera dei deputati.

«In risposta ad una mia Interrogazione sul tema-afferma la consigliera Monica CANALIS-gli assessori regionali Marco Gabusi e Vittoria Poggio hanno risposto che la ricerca di un accordo non compete alla Regione. Un segno di disinteresse, perché dopo il treno Zurigo-Genova vorremmo che si lavorasse anche su quello Zurigo-Torino. Cosa aspetta la Regione Piemonte ad avviare un’interlocuzione con le ferrovie Federali Elvetiche e con Trenitalia?».

Recovery Plan made in Piemonte: 27 miliardi per oltre 1200 progetti

Il presidente Alberto Cirio: “Diamo voce alle esigenze di sviluppo del territorio. Priorità a nuove tecnologie, ambiente e infrastrutture”. Il documento ora verrà trasmesso a Roma: l’8 aprile inizierà il confronto con il presidente del Consiglio Draghi

Si intitola “Next Generation Piemonte” il documento, approvato questo pomeriggio durante una riunione straordinaria della Giunta regionale, che contiene oltre 1200 progetti dal valore complessivo di 27 miliardi di euro.

Il testo raccoglie i contributi giunti dal territorio dei quali si chiede al Governo l’inserimento nel Piano nazionale di ripresa e resilienza, il cosiddetto Recovery Plan. La prossima settimana inizierà il confronto con Roma per definire quali di questi progetti potranno essere inclusi nel documento finale che il Governo entro il mese di aprile invierà all’Unione Europea con le priorità italiane.

“Giovedì 8 aprile presenteremo al premier Mario Draghi questo documento, che definisce le linee di indirizzo per lo sviluppo del Piemonte nei prossimi 10 anni – ha dichiarato il presidente della RegioneAlberto Cirio, al termine della seduta -. Siamo orgogliosi di dire che è il contributo del Piemonte, e non della Regione Piemonte, perché dà voce a tutte le esigenze di crescita che ci sono pervenute dal territorio durante l’intenso calendario di incontri che, nelle scorse settimane, ci ha visto andare in tutte le province per ascoltare gli enti locali, le categorie economiche, produttive e sociali, i nostri giovani, che sono i veri proprietari del futuro. Quante volte leggendo un bando europeo ci si è chiesti chi lo avesse scritto, perché troppo distante dalla realtà, noi abbiamo voluto evitare questo scollamento andando prima sul territorio per raccogliere le esigenze reali da chi il territorio lo vive tutti i giorni”.

L’analisi delle istanze mette in risalto come la progettualità dal basso esprima un preciso orientamento verso le nuove tecnologie, l’ambiente e le infrastrutture: oltre 600 progetti riguardano questi ambiti.

“Infrastrutture tradizionali come le strade, i ponti le vie, ma anche quelle che riguardano le infrastrutture multimediali per rendere il Piemonte più connesso anche a livello digitale – ha proseguito il presidente Cirio -. E poi i progetti che riguardano l’istruzione e l’edilizia sanitaria. In questo documento c’è quello che serve al Piemonte e non dobbiamo perdere questa opportunità. Se infatti è fondamentale continuare a vaccinare, perché vincerà questa battaglia chi prima avrà vaccinato la sua gente, dall’altra dobbiamo continuare a progettare il futuro e i fondi del Recovery Plan abbinati a quelli della prossima programmazione europea 2021-2027 porteranno in Piemonte oltre 10 miliardi di euro, una cifra che il Piemonte non ha mai avuto e che adesso dobbiamo investire per fare ripartire la nostra regione e non lasciare nessuno indietro”.

La proposta di Recovery Plan del Piemonte in sintesi vede 1.273 progetti così ripartiti:
– 672 riguardano la rivoluzione verde e la transizione ecologica

– 230 racchiudono interventi su digitalizzazione, innovazione, competitività e cultura

– 187 si riferiscono alle infrastrutture per la mobilità sostenibile

– 107 comprendono l’inclusione e la coesione

– 55 fanno riferimento all’istruzione e alla ricerca

– 22 concernono l’assistenza sanitaria

A livello territoriale la provincia di Alessandria vede 34 progetti per un valore di 1,8 miliardi di euro, quella di Asti 195 progetti per circa 1 miliardo di euro, Biella 76 progetti per 684 milioni di euro, Cuneo 39 progetti per oltre 1,8 miliardi di euro, Novara 187 progetti per oltre 1,2 miliardi di euro, Torino 182 progetti per 3,5 miliardi di euro, Vercelli 344 progetti per 2,5 miliardi di euro, il Verbano-Cusio-Ossola 57 progetti per oltre 560 milioni di euro. A questi si aggiungono 159 progetti a valenza regionale del valore complessivo di 13,8 miliardi di euro.

Si segnalano, tra gli ambiti:

– rigenerazione edilizia, riqualificazione del patrimonio immobiliare pubblico e privato, messa in sicurezza, interventi antisismici (468 proposte per un valore complessivo di 11,9 miliardi);

– interventi in viabilità, infrastrutture viarie e opere di ingegno come ponti, strade e parcheggi (183 proposte per 4,2 miliardi);

– sviluppo dei servizi di trasporto pubblico locale, trasporto ferroviario, infrastrutture per il trasporto aereo cargo e passeggeri (37 schede per 2 miliardi);

– riqualificazione o costruzione di impianti sportivi, sia a valenza di coesione e infrastrutture sociali, sia in integrazione dell’offerta turistica, insieme ad altri strumenti e investimenti sui servizi turistici (63 proposte per 1,8 miliardi);

– progetti di mobilità alternativa e dolce, come ciclovie, funivie e passerelle, prevalentemente a servizio della riqualificazione paesaggistica e dell’offerta turistica in contesti adeguati (109 schede per 635 milioni);

– potenziamento di strutture, risorse e strumenti per anziani, minori, famiglie in difficoltà, soggetti vulnerabili (84 interventi per 750 milioni).

Parte il cantiere di bonifica del Parco della Salute di Torino

DEFINITO IL CRONOPROGRAMMA DELL’OPERA

L’assessore regionale alla Sanità, Luigi Icardi: «Al via l’opera sanitaria più importante del Piemonte»

Il presidente della Regione, Alberto Cirio: «Un bel segnale di rinascita»

«Manteniamo l’impegno ad aprire il cantiere di edilizia sanitaria più importante del Piemonte. Un’opera da oltre 450 milioni di euro che consentirà non solo a Torino, ma a tutta la regione, di dotarsi di un nuovo polo ospedaliero, universitario e di ricerca d’avanguardia di rilevanza nazionale. Quello di oggi è il risultato di un intenso lavoro istituzionale e amministrativo che, nonostante l’emergenza pandemica, ha permesso di sbloccare la realizzazione di un progetto fermo da anni, meritevole della massima attenzione. Tra meno di tre mesi entreranno in azione le ruspe per la bonifica dell’area su cui sorgerà la nuova struttura, contestualmente alla procedura di aggiudicazione della costruzione dell’opera che vedrà l’apertura del cantiere nel secondo semestre del prossimo anno, in coincidenza con il completamento della bonifica. L’operazione verrà accompagnata passo a passo da due gruppi di lavoro specialistici che ne analizzeranno le ricadute rispettivamente sul piano urbanistico, didattico, della ricerca e dell’innovazione, con il coinvolgimento delle migliori risorse intellettuali del territorio».

Così l’assessore regionale alla Sanità del Piemonte e presidente della Cabina di monitoraggio del nuovo Parco della Salute di Torino, Luigi Genesio Icardi, al termine della riunione di oggi che ha definito il cronoprogramma dell’opera.

In particolare, vengono sanciti due percorsi: quello della bonifica, con l’avvio dei lavori a giugno 2021 e quello della gara d’appalto, con la consegna di master plan e progetto di fattibilità tecnico-economico da parte dei concorrenti del dialogo competitivo a maggio 2021 e aggiudicazione dell’opera a luglio 2022.

Nel Parco della Salute di Torino, tra il grattacielo della Regione e la stazione Lingotto, verranno trasferite le attuali strutture sanitarie delle Molinette, del Cto e dell’Ospedale Sant’Anna.

«Ringrazio tutte le istituzioni presenti nella cabina di monitoraggio del Parco della Salute, della Ricerca e dell’Innovazione di Torino – dichiara il presidente della Regione Piemonte, Alberto Cirio – per il loro impegno di questi mesi, nonostante l’emergenza Covid. Siamo di fronte ad un passaggio importante, con l’avvio dei lavori per la bonifica dell’area dove sorgerà il più grande cantiere dei prossimi anni. Nel giorno in cui sono a Roma per incontrare il Commissario Figliuolo al quale chiediamo di avere più vaccini per proseguire nella nostra campagna, da Torino arriva un altro segnale di rinascita per la sanità piemontese con un’opera fondamentale per tutto il territorio».

Per quanto riguarda la bonifica dell’area, dopo l’indizione della gara nell’ottobre 2020, entro aprile 2021 avverrà l’aggiudicazione che farà seguito alla valutazione tecnica delle offerte. A giugno potranno iniziare i lavori, che termineranno in due fasi diverse: entro maggio 2022 la fine della bonifica del Lotto 1 (area dove sarà realizzato il Parco della Salute) e proseguimento della bonifica Lotto 2 (area dove sorgerà il Polo universitario), con termine lavori previsto entro fine 2022.

Per quanto riguarda la gara, a maggio del 2020 era terminata la fase 1 del dialogo competitivo iniziata a fine 2019 e ad ottobre 2020 si è passati all’ammissione dei candidati alla fase 2. A maggio 2021 è attesa la consegna dei master plan e dei progetti di fattibilità tecnico ed economico da parte dei concorrenti.

Nei mesi di giugno e luglio si svolgeranno gli incontri del dialogo competitivo della Fase 2, mentre tra agosto 2021 e febbraio 2022 saranno predisposti i progetti definitivi, che verranno consegnati a marzo 2022.

Dopo la valutazione tra aprile e giugno 2022, a luglio 2022 verrà aggiudicata la realizzazione del futuro Parco con i suoi 1040 posti letto, così che, entro il secondo semestre del 2022, potranno iniziare i lavori.

«Stiamo lavorando per il futuro della sanità torinese e piemontese con una grande e costruttiva sinergia tra gli Enti – commenta Giovanni La Valle, direttore generale della Città della Salute di Torino –; negli ultimi mesi sono stati compiuti importanti e significativi passi in avanti, che nel prossimo anno e mezzo si concretizzeranno con azioni operative per la costruzione del Parco della Salute che da troppo tempo i nostri cittadini attendono e chiedono. Ora siamo a un punto di svolta e ci stiamo avvicinando a quel progetto che permetterà di compiere il definitivo salto di qualità a tutta la Sanità piemontese».

La vicesindaca della Città di Torino, Sonia Schellino, sottolinea che, “dopo la formalizzazione della cabina di monitoraggio avvenuta lo scorso mese di ottobre, con la nomina oggi dei componenti i gruppi di lavoro dei tavoli operativi e nonostante le difficoltà di operare in un contesto ancora di emergenza sanitaria, economica e sociale, si è compiuto un altro concreto passo avanti nella direzione che porterà alla nascita del Parco della Salute della Ricerca e dell’Innovazione, una realizzazione attesa e che avrà sicuramente ricadute importanti per Torino e tutta la regione”.

«Ai due tavoli operativi e alle istituzioni che ne fanno parte – aggiunge Schellino – spetterà un lavoro impegnativo, poiché sono diversi gli aspetti di cui tenere conto e molteplici le tematiche da affrontare: dalle questioni urbanistiche a quelle economiche, dalla didattica alla ricerca e fino ai temi sociali e sanitari».

«Il Parco della Salute – dichiara il rettore dell’Università di Torino, Stefano Geuna – è una grande opportunità per il nostro Ateneo e per tutto il territorio. E’ l’occasione per potenziare ulteriormente la qualità dell’assistenza sanitaria e per integrare in modo sempre più efficace l’erogazione dei servizi a vantaggio del benessere delle persone con innovazione e ricerca, agenti chiave del futuro della salute pubblica. Nel futuro Parco della Salute le nostre eccellenze avranno modo di crescere ancora. Una struttura all’avanguardia consentirà di “facilitare” le attività assistenziali e di ricerca clinica, che già rappresentano un’eccellenza nella medicina internazionale, e di migliorare le possibilità di formazione dei professionisti sanitari.

Il Parco sarà un paradigma di innovazione scientifica, sociale ed economica. La grande sinergia tra i diversi attori garantisce, in questo senso, l’ottimale realizzazione di un progetto strategico fondamentale per l’intera area metropolitana e per la Regione tutta, destinato a migliorare in modo significativo la sanità pubblica e a aggiugere innovazione, ricerca e formazione nel campo della medicina universitaria».

Aggiunge il direttore della Scuola medicina dell’Università di Torino, Umberto Ricardi: «La Scuola di Medicina dell’Università di Torino è davvero felice di partecipare passaggi pratici che diano il senso di una reale operatività tesa alla realizzazione del PSRI. L’auspicio di tutta la Scuola di Medicina, e in particolare di coloro che operano all’interno delle “datate” Molinette, è certamente quello di poter quanto prima svolgere la propria attività clinica e di ricerca in un moderno ospedale, davvero ormai indispensabile per migliorare l’assistenza ai nostri pazienti (umanizzazione delle cure) e per consentire in molti ambiti clinici significativi rinnovamenti tecnologici, non più compatibili con gli attuali vincoli edilizi e strutturali di un davvero vecchio ospedale».

«Il nostro Ateneo – osserva Gianluca Ciardelli, rappresentante del Politecnico di Torino in seno alla Cabina di monitoraggio – sta proponendo con forza il modello delle Comunità di Conoscenza e Innovazione promosse dalla Comunità Europea come luoghi fisici e virtuali per promuovere a livello locale la collaborazione tra l’elica Università-Industria-Stato e i corpi intermedi tipici di ciascun territorio. Il Parco della Salute sarà un modello virtuoso di questa collaborazione, punto di forza per il nostro territorio. Come Ateneo, potremo contribuire portando nei gruppi di lavoro che oggi si sono costituiti le nostre competenze, tipiche dei saperi politecnici: con il professor Filippo Molinari contribuiremo a fornire le conoscenze tecnologiche che affiancheranno quelle mediche e cliniche nel progetto formativo e di ricerca che crescerà nel contesto del Parco della Salute, mentre i colleghi  Giovanni Durbiano e Giuseppe Scellato collaboreranno rispettivamente agli aspetti legati alla progettazione urbanistica e  al trasferimento tecnologico/rapporti con le imprese».

La Prefettura ha predisposto la bozza del protocollo d’intesa per assicurare adeguati presidi antimafia a tutela dei lavori di realizzazione del Parco della Salute, della Ricerca e dell’Innovazione di Torino.

«Il protocollo, condiviso con il Ministero dell’Interno e con il Comitato di Coordinamento per l’Alta Sorveglianza delle Infrastrutture e degli Insediamenti Prioritari – spiega il prefetto, Claudio Palomba – nasce dall’opportunità di rafforzare le cautele antimafia, efficaci ed adeguate a tutelare dai tentativi di infiltrazione della criminalità organizzata un’opera di strategica importanza non solo per la città di Torino».

Allasia: “Necessario tutelare gli ambulanti non alimentari”

Questa mattina il presidente del Consiglio regionale Stefano Allasia ha incontrato, con l’assessore Maurizio Marrone, una rappresentanza degli ambulanti appartenenti alle sigle GOIA, UBAT e APICAST, scese in piazza per protestare contro le chiusure dei mercati agli operatori non alimentari.

“A nome dell’Assemblea legislativa – sottolinea il presidente Allasia – esprimiamo vicinanza e supporto ai commercianti ambulanti che hanno manifestato per poter tornare a lavorare in sicurezza. Come Consiglio Regionale invitiamo la Giunta ad intervenire nei confronti del governo nazionale affinché la categoria, ormai allo stremo, possa tornare in attività dopo le feste pasquali. La chiusura dei mercati agli operatori extra alimentari è un provvedimento discriminatorio che mette in difficoltà economiche migliaia di famiglie piemontesi”.

Parità retributiva, la proposta del Pd piemontese

Domenico Ravetti (Pd): “Presto in Aula una proposta concreta per il riconoscimento della parità retributiva tra uomini e donne”

Torino – 30 marzo 2020 – “La proposta di legge di cui sono il primo firmatario che ha lo scopo di promuovere la parità retributiva tra i sessi e di sostenere l’occupazione femminile stabile e di qualità è stata licenziata dalla Commissione e sarà presto votata dall’Aula. Il pieno riconoscimento del ruolo della donna nel mondo del lavoro costituisce il parametro per misurare la maturità di una democrazia. Le donne continuano ad essere meno presenti nel mondo del lavoro rispetto agli uomini anche dal punto di vista dell’impegno temporale, sono più coinvolte in lavori con part time involontario, incontrano maggiori difficoltà nella stabilizzazione e, soprattutto nel settore privato, sono soggette a disparità salariali molto evidenti. Una donna lavoratrice nel privato può percepire anche un quinto in meno del suo collega uomo, a parità di mansione e di ore lavorate” spiega il Consigliere regionale del Partito Democratico Domenico Ravetti.
“In questo contesto ho ritenuto importante – afferma Ravetti – presentare un provvedimento che, data l’importanza del tema, auspico che il Consiglio regionale discuta e approvi in tempi stretti. La proposta prevede da parte della Regione la creazione di un Registro delle imprese virtuose in materia retributiva di genere, al quale possono iscriversi le imprese pubbliche e private con sede legale e operanti sul territorio piemontese e con meno di cento dipendenti che attuano la parità retributiva tra donne e uomini. Per queste imprese la Regione prevede, nell’attribuzione di benefici economici, un sistema di premialità e la possibilità di utilizzare una “certificazione di pari opportunità di lavoro”.
“Sono introdotte, inoltre – prosegue Domenico Ravetti – misure per contrastare l’abbandono lavorativo delle donne, in particolare, il fenomeno delle dimissioni in bianco e il licenziamento delle dipendenti nel periodo compreso tra il congedo di maternità obbligatorio e il primo triennio di puerperio, ma anche in caso di adozioni e affidamenti e disposizioni per sostenere e valorizzare le imprese che assumono donne con contratti a tempo indeterminato. Nello specifico la Regione riconosce a queste imprese una riduzione del 50% dell’aliquota Irap per il triennio successivo alla data di sottoscrizione dei contratti e un punteggio aggiuntivo nella valutazione dei progetti presentati nell’ambito di avvisi e bandi regionali”.