Italia ’61. In quell’espressione era condensata la volontà da parte di Torino, in occasione dell’Esposizione Internazionale del Lavoro, di richiamare alla memoria collettiva il fasto del capoluogo subalpino quale prima capitale del Regno d’Italia e, successivamente, capitale dell’industria e dell’innovazione
Parteciparono all’evento promosso dal presidente del Comitato Italia ’61, Giuseppe Pella, l’allora sindaco di Torino Amedeo Peyron ed il presidente del Consiglio direttivo, Achille Mario Dogliotti. Molte erano le attrazioni, oggi quasi del tutto dimenticate, che sorsero in prossimità del Palazzo del Lavoro, progettato dal noto ingegnere Pierluigi Nervi, e del Palavela, progettato da Annibale Rigotti, fino a giungere al Museo dell’Automobile, nato come sede congressuale. “Erano inoltre presenti nell’area di Italia ’61 – spiega l’ingegner Valzano, che ha ideato un progetto di recupero di alcune di queste strutture ormai quasi dismesse presenti nella zona – la monorotaia ALWEG, il Circarama della Walt Disney e l’Ovovia di Ugo Carlevaro. Dall’attuale zona della Scuola di Amministrazione Aziendale di Italia ’61 piccole cabine a due posti collegavano quest’area dell’Expo al Parco Europa a Cavoretto. Si trattava di una funivia interamente alimentata da energia elettrica, capace di snodarsi per 871 metri, per un dislivello di 118 metri tra la stazione di partenza e quella di arrivo. Un altro fiore all’occhiello del progetto di Italia ’61 era rappresentato dalla monorotaia, che ne divenne una delle figure simbolo. Si trattava di un mezzo di trasporto dal design futuristico e visionario al tempo stesso, che si estendeva per 1800 metri, correndo su un percorso sopraelevato di calcestruzzo armato che fungeva da sostegno, con alimentazione elettrica per il treno”.
“Il design della monorotaia – precisa l’ingegner Valzano – era metafora e paradigma di una modernità quasi onirica, ma al contempo realizzabile. Rispondeva a gusti e criteri tipici degli anni Sessanta: la scelta cromatica, la snella linea aerodinamica la rendevano simile alla fusoliera di un aereo, tanto da essere definita “aereo-treno”. Due le sue stazioni, una Nord, in prossimità del Museo dell’ Automobile, una Sud, di fronte al Palazzo del Lavoro, in corso Unità d’Italia. Mentre la stazione Nord, dopo anni di triste abbandono, è stata riconvertita in un centro di accoglienza per le famiglie i cui bambini sono ospitati nel vicino ospedale Regina Margherita, la stazione Sud e parte del tracciato della monorotaia continuano ad essere completamente abbandonati. Oggi sono , purtroppo, oggetto di ripetuti atti di vandalismo, ma anche visitati da curiosi e utilizzati dai torinesi che amano praticare jogging ed esercizi ginnici”.
“Abbiamo ideato – spiega l’ingegner Valzano – un progetto di recupero della stazione Sud della monorotaia e dei resti del tracciato dismesso che possa armonizzarsi con la futura destinazione del Palazzo del Lavoro, quale possibile centro commerciale. La monorotaia, di cui sopravvive solo una parte dell’originale struttura, in un simile contesto, potrebbe collegare il Palazzo del Lavoro con il parcheggio antistante il Palavela attraverso un percorso pedonale sopraelevato di grande suggestion. Il nostro progetto si prefigge di mantenere vivo il ricordo e lo spirito incarnato da Italia ‘61 e i valori di progresso di cui si era fatta promotrice questa Esposizione. Nella stazione abbiamo previsto la creazione di uno spazio espositivo multimediale in grado di illustrare la storia , la rilevanza e le ricadute positive di questo evento a cui si aggiungono una caffetteria e ulteriori servizi per il pubblico, al fine di creare una struttura di pubblica fruizione e un possibile futuro accesso al Palazzo del Lavoro.