Chiedo di essere ascoltato come studioso della laicità
Che un eccentrico consigliere comunale di Torino voglia digiunare contro il crocifisso nella sala rossa del consiglio comunale ha certamente poca importanza, come ha pochissima importanza la vulgata laicista del massone ultracentenario Segre che ripete stancamente cose che forse la stessa Massoneria non condivide più. Il tema del crocifisso nella sala rossa è tema obsoleto, più volte riproposto inutilmente nel corso degli anni da gruppuscoli di laicisti intolleranti. Ancora una volta la distinzione netta di Bobbio tra laici e laicisti riappare, così come la fondamentale precisazione di Passerin d’Entreves sulla laicità che non significa miscredenza, dovrebbe essere ricordata almeno da chi non sia del tutto incolto. I veri laici sono pluralisti sempre e non sono disposti a battaglie di retroguardia del tutto fuori dal tempo. Basterebbe leggere qualche pagina del “Perché non possiamo non dirci cristiani “ di Croce per capire che il Cristianesimo è parte storica della nostra civiltà occidentale e laica. Basterebbe leggere cosa scrisse Natalia Ginsburg sul Crocifisso, lei ebrea e atea comunisteggiante, per capire cosa significhi il Cristo crocifisso che da tempo è stato fatto sloggiare dalle scuole. Quando i Francesi arrivarono a Milano , tolsero subito i crocifissi dalla Sala del Comune a Palazzo Marino. Il poeta illuminista Parini che non era distante dalle idee egualitarie della Rivoluzione francese, disse: “Dove non entra il cittadino Cristo, non entra neppure il cittadino Parini”. Io chiedo in modo formale di essere ascoltato alla Presidente Maria Grazia Grippo che ha ben altra sensibilità democratica dei suoi predecessori immediati, in primis come studioso della laicità su cui ho scritto saggi conosciuti a livello internazionale.

All’ età di 103 anni è mancato un grande latinista torinese, il prof. Lodovico Griffa ,autore di innumerevoli libri scolastici che continuano ad avere molte adozioni, è stato un preside storico del liceo classico “Cavour “. Iscritto alla Federazione nazionale dei docenti fondata da Salvemini e Kirner e presieduta da Gliozzi, seppe difendere le ragioni di una scuola seria nel diluvio universale provocato dal ‘68. Al liceo scientifico di Moncalieri seppe tener testa ad una violenta contestazione negli anni 70.
Era un preside – studioso, come lo fu Giovanni Ramella e come continua ad essere Gianni Oliva, e non di quei presidi burocrati ed ottusi che spesso governano le scuole in modo grigio ed alcune volte senza possedere le qualità minime richieste ad un dirigente scolastico. Il coraggio di decidere a Griffa non è mai mancato. Credo che al Liceo Cavour sia ricordato insieme ai grandi Presidi a cui purtroppo sono succeduti molti personaggi , ubbidienti, fino al ridicolo ,al politicamente corretto, persino adottando gli *, condannati dall’ Accademia della Crusca nel catalogare gli allievi, anzi alliev*. Non è casuale che l’ ultraottantenne Presidente a vita degli ex allievi del” Cavour” abbia ignorato la morte del prof. Griffa che lascia un’opera immensa editoriale per la scuola .Almeno gli ex allievi dovrebbero ricordarlo e il presidente ha l’età per aver conosciuto Griffa.
ci siamo visti all’Università mi prese da una parte e mi disse: ” Tieni duro, guai se molli”. Nei momenti più difficili ho pensato spesso a quelle parole così affettuose ed imperative. Per me Griffa resterà un maestro di vita morale e intellettuale come lo fu il comune amico Oscar Navarro. Grandi figure lontane di monaci del sapere ,ma anche uomini decisi e molto concreti nel condurre una scuola nelle acque agitate più insidiose di anni bui e difficili, tutt’ altro che “formidabili“.