La targa sulla casa natale di Faletti ad Asti

IL COMMENTO di Pier Franco Quaglieni

Giorgio Faletti è stato un personaggio poliedrico che mi è sempre piaciuto.

In televisione mi ha costantemente divertito ed io sono di gusti molto difficili: farmi ridere è impresa ardua, a meno dell’ilarità involontaria che suscitano certe persone che non intendono affatto provocare il riso ed invece ci riescono come se fossero dei collaudati comici professionisti. Faletti mi piaceva da morire e non perdevo una puntata. Faletti con i suoi personaggi mi è rimasto nel cuore, ben oltre il divertimento che mi ha regalato. Sullo scrittore Faletti non sono così convinto, anche se nel 2013 come presidente del premio letterario “Albingaunum“ gli conferii quell’ambito riconoscimento che tocco’ anche a Gramellini. In quell’occasione nacque un rapporto molto cordiale e nel suo intervento fu molto gentile con me, con una definizione affettuosa ed ironica che mi lusingo’  molto e che non oso ripetere perché troppo generosa.  E’ immaginabile il forte dolore e l’impressione emotiva che suscitò in me la notizia della sua morte neppure un anno dopo. Promossi già nel luglio 2014 un ricordo nella piazza San Michele, la più importante di Albenga, che si riempì di gente partecipe e commossa. Io stesso ero così toccato  dalla sua morte immatura e crudele che non riuscii a pronunciare il discorso che avrei voluto dedicargli. Mi limitai a poche parole del tutto inadeguate. Asti ,la sua città, per cui Faletti ha fatto molto, gli ha dedicato la Biblioteca diretta allora da sua moglie. Ma fuori Asti si è fatto poco per ricordarlo. Il Lions di un paese astigiano gli ha dedicato un ricordo legato alla canzone “Minchia, signor tenente”, come si può leggere su internet, ma si trattò di un’iniziativa locale.
Il 28 giugno verrà inaugurata una targa sulla casa natale di Faletti, definito “artista eclettico“, omettendo la data di nascita e di morte che in una lapide di quel genere non e’ cosa opzionale, ma obbligatoria perché destinata ai posteri. Anche la definizione di “eclettico” lascia perplessi perché riduce la portata di Faletti che si sarebbe limitato a miscelare elementi diversi, senza avere un suo stile. Forse volevano scrivere poliedrico, ma sono inciampati nella scelta dell’aggettivo.  La lapide dedicata da Raggi a Ciampi sembra far scuola,  anche se qui non si capisce chi sia il promotore della targa in cui manca il tradizionale “pose“: come abitualmente si legge in lapidi analoghe. Ma credo che un uomo ironico come Faletti non gradirebbe assolutamente un riconoscimento così pomposo. Sarebbe il primo a sorridere di un’idea un po’ bizzarra, come se ad Asti non bastasse il grande Vittorio Alfieri. Infatti ad Asti c’è un ricordo che cancella ogni altro:  quell’Alfieri poeta italiano e cosmopolita che ha onorato la sua città natale come nessun altro: non a caso “abita eterno”, come scrisse il Foscolo nei “Sepolcri”, riferendosi al tempio di “Santa Croce”.

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