IL COMMENTO di Pier Franco Quaglieni
L’Italia dovrebbe ricordare in questi giorni i 70 anni dalla morte di De Gasperi e i 60 anni da quella di Togliatti. Questi anniversari, insieme a tanti altri fatti, dovrebbero anche far meditare sulla crisi politica in cui siamo precipitati. Se pensiamo che la figura di De Gasperi è oggi affidata al ricordo di Angelino Alfano, presidente della Fondazione a lui intitolata, abbiamo il senso del disfacimento dell’Italia politica odierna e la totale mancanza di una cultura politica con una qualche dignità. Il grande statista di Trento che ha guidato 8 Governi, senza ricorrere all’artificio delle mitizzazioni antistoriche, si rivela un gigante rispetto ai pigmei comprendendo ovviamente tra questi ultimi anche i politici dell’opposizione. De Gasperi ebbe un’idea alta della politica intesa a riscattare il Paese dalle conseguenze di una guerra perduta. La sua fu una visione strategica di grandi vedute che indirizzò il futuro dell’Italia democratica. Rispetto anche ai democristiani del suo tempo e di quello successivo, malgrado una opposizione molto agguerrita, seppe fare della Dc l’architrave della democrazia, sapendo individuare come il male più insidioso sarebbe derivato dalla ingovernabilità a cui nel 1953 cercò di porre rimedio con il premio di maggioranza, che non era una legge-truffa come diceva Pajetta.
Radere al suolo il carcere Lorusso Cotugno 


Rai 3, la solita, eterna Rai 3, ha riproposto il film “Il Pap’occhio” di Renzo Arbore con un acerbo Benigni in atto di eterna venerazione di Gramsci. Il film venne sequestrato nel 1980 per oltraggio alla religione e al Papa Wojtyla portato di brutto nel film. Rivisto oggi esso è un oltraggio alla libera intelligenza ed è un inno alla noia. Un contributo devastante alla figura di Arbore che poi per sua fortuna fece anche qualcosa di meglio. Se fosse per quel film, difeso allora da tutto il culturame con toni concitati, il nome di Arbore sarebbe finito male. Adesso è apparso nel filmato introduttivo il diploma di cavaliere di gran croce esibito goffamente da Arbore, è sperabile, non concesso per quel suo filmetto da strapazzo oggi come nel 1980 non guardabile senza suscitare noia e disprezzo per un ‘ironia forzata e fuori luogo.


Scrivendo un augurio per i suoi 80 anni al vescovo Alfonso Badini Confalonieri, gli ho anche augurato buon Ferragosto, ma il presule che risiede a Bardonecchia, mi ha ricambiato parlando di Festa dell’Assunta. Ferragosto è festa pagana anche se in effetti è difficile pensare alla festa della Vergine Assunta il 15 d’agosto. Questa che viviamo non è una società laica, ma profana, involgarita da tutte le aberrazioni sessuali che hanno intaccato anche le basi minime della civiltà occidentale. Questa è la civiltà edonistica ed iper permissiva fondata sul nichilismo relativistico. Una società ludica che ha perso ogni valore morale. È il modello di Vattimo e di Murgia iperesaltato da una stampa sempre più illeggibile. Oggi parlare di Festa dell’Assunta appare persino un qualcosa di irreale. Meglio stare ai carnai nudisti delle spiagge e alle mangiate di cibi sempre più lontani dal buon gusto italiano e alle bevute smodate, accompagnate dalla droga che si vorrebbe naturalmente libera. Questo è il punto di arrivo di una scuola dell’eterna vacanza che lascia i giovani senza guida e senza buoni esempi. In questo contesto anche solo una festa famigliare diventa sempre più rara perché le coppie aperte hanno distrutto l’idea stessa del matrimonio che viene scelto da una minoranza, malgrado esista oggi un divorzio lampo che scioglie rapidamente ogni legame a prescindere dai figli. Gli esempi da beatificare sono Da Andre’ e Vasco Rossi, i miti nefasti dei nostri giovani indotti da ex giovani che non hanno avuto orizzonti culturali più alti da trasmettere alle nuove generazioni e che dedicano piazze a De Andre’ teorico e praticante della trasgressione e della illegalità. Questo è il Ferragosto 2024, dominato da una società in caduta libera, destinata a sfaldarsi. Con i miti retro’ del fascismo e dell’antifascismo di 80 anni fa si fomentano le polemiche e si rinverdiscono gli odi, non si costruisce nulla di serio e duraturo perché si guarda solo al passato e non al futuro.
Buonasera a tutti,





Il gigantesco e forse pantagruelico Palenzona che tanto ha fatto per diventare Presidente della CRT, cacciando Quaglia, ha dovuto quasi subito dimettersi. C’è da domandarsi perché sia stato sacrificato Quaglia, un uomo esperto, collaudato, onesto, amatissimo non solo a Cuneo e nella Provincia Granda. Quaglia resta una grande risorsa della Repubblica, un Dc competente che non ha nascosto la sua appartenenza storica, ma sa anche essere super partes nel gestire la cosa pubblica in un’ epoca in cui la politica vuole occupare anche gli strapuntini.
L’assessore regionale alla cultura Marina Chiarelli inciampa nelle buche non riparate del centro di Torino, ma centra le interviste con intelligenza. Infatti ha dichiarato di non voler parteggiare per nessuno, ma di valutare i progetti e la capacità di realizzarli. Finalmente una voce dissonante dal coro dei faziosi. L’assessore Purchia dichiara che non ha spazi adeguati a grandi mostre. Purchia non conosce la storia di Torino perché fino alla sindacatura di Piero Fassino c’era Patrizia Asproni che ha portato il meglio dell’arte a Torino. Anche gli assessori Leo e Oliva hanno fatto molto bene all’assessorato alla Cultura regionale oggi affidato all’avvocato novarese Chiarelli che ha esordito nel modo migliore con una bella intervista. Parole nuove e diverse rispetto ai politicanti.
LETTERE
nulla a che fare con Gentile,il massimo riformatore della scuola insieme a Casati. Era intuibile venisse da altre… scuole di pensiero. Dopo una cinquantina di pagine ho desistito dalla lettura. Con un ministro così la scuola italiana purtroppo non si riprenderà mai.

Dopo una discreta affermazione alle europee dell’Alleanza Verdi – Sinistra, facendo eleggere Salis , Lucano ed il vecchio sindaco di Palermo Orlando, l’Alleanza si è ringalluzzita e con prepotenza cerca di spostare l’asse del centro – sinistra dalla sua parte insieme ai grillini. Il Pd sembra aver ceduto alla demagogia degli eredi dei gruppettari sessantottini, arricchiti di una presenza verde estremista, anzi fondamentalista, che non è certo una seria tutela per l’ambiente. La galassia di sinistra che si sta formando non è un’ alternativa credibile al centro – destra, ma un fronte popolare “in nuce” sul modello francese che i moderati non potranno mai votare, anche con Renzi – ennesima giravolta che lo ha screditato in modo definitivo – come ruota di scorta di una nuova “gioiosa macchina da guerra”, sconfitta da Berlusconi nel 1994 . Un uomo come Romano Prodi non c’è più. Fu l’unico a battere due volte Berlusconi anche se quella stessa sinistra velleitaria di oggi fece naufragare il suo Governo. Eppure Bertinotti era molto meglio di Fratoianni.
Spiace che il centro storico di Moncalieri con via San Martino, unico asse che porti in piazza Vittorio Emanuele e al Castello, sia diventato zona ZTL sia pure a livello sperimentale fino a settembre Già l’idea di sperimentarla durante le ferie appare balzana.
nel centro di Torino.
L’altro giorno ho preso due taxi per recarmi ad una visita medica. Ho il volto emaciato di chi è stato per mesi malato e ancora oggi stenta a riprendersi, inoltre utilizzo un bastone per camminare. Solo un distratto non coglie che sono ancora malata. Ebbene , i due taxisti non si sono mossi e non hanno neppure chiesto se avevo bisogno di aiuto per salire e scendere dal loro taxi. In passato non accadeva così, almeno a Torino. I taxisti in genere erano premurosi e non rimanevano incollati al volante. Anche questo è un segno del degrado della civiltà torinese del nostro tempo. Fiorenza De Carli
Non ho mai avuto simpatia per Toti che ha avuto anche la presunzione, lui berlusconiandipendente, di creare un suo movimento personale. Ma in questo caso sono dalla sua parte. Sarà la Magistratura in un libero processo a decidere su di lui, ma non può essere la piazza insieme ai pm a decidere circa le sue dimissioni. Qui si torna al 1992 con Di Pietro e Borrelli. Una pagina nefasta che portò al golpe giudiziario con cui vennero liquidati i partiti, salvo il Pci.
Il dibattito suscitato dall’episodio di violenza di sabato scorso in via Cellini in una festa di Casa Pound merita di essere ripreso. Mi sono documentato in primis sul circolo – pub – ristorante “Asso dei bastoni” di Casa Pound a Torino di via Cellini (di cui non conoscevo l’esistenza) su Tripadvisor con recensioni gastronomiche a partire dal 2015. Solo nel luglio 2024 sono apparse alcune recensioni negative di natura politica: covo di fascisti, feccia ecc. Il che vuol dire che il Circolo non aveva suscitato per quasi dieci anni nessuna obiezione politica da parte di nessuno e si immagina che avesse le licenze necessarie a somministrare cibo, birre ecc. Ma l’aggressione al giornalista della “Stampa” ripropone il tema non certo della gastronomia, ma della politica. Va detto per onestà intellettuale e dovere giornalistico che Casa Pound ha emesso un comunicato stampa in cui, senza scusarsi dell’episodio di sabato scorso, invita, insieme all’on. Salis (condannata più volte per violenze) , il giornalista aggredito a partecipare ad un dibattito, un modo un po’ ambiguo di porsi perché almeno avrebbero dovuto prendere le distanze dai militanti maneschi che sono quaranta – cinquantenni, neppure dei ragazzini esaltati. Ho letto il dibattito sui giornali relativo a casa Pound e debbo dire che la frase che mi ha colpito di più è la seguente: “E’ bene che non si mescolino indistintamente le violenze politiche neofasciste con altre violenze di cortei ed occupazioni”.