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Torino: si crea un varco e tenta il furto al ristorante

53enne italiano arrestato dalla Polizia

Scassina l’infisso esterno della vetrina del locale con un cacciavite, infrange la vetrata superiore e si “tuffa” all’interno del ristorante chiudendo dietro di sé il serramento nel tentativo di passare inosservato. È successo lunedì sera intorno le 23.30. Un uomo con una giacca rossa e nera e un paio di scarpette bianche non può di certo passare inosservato mentre manda in frantumi la vetrata di un locale commerciale in orario di chiusura. La scena è stata seguita a vista da un uomo che in quegli attimi si trovava affacciato al balcone di casa ed ha contattato le Forze dell’Ordine. Gli agenti del Commissariato Borgo Po, raggiunta piazza Borromini, aprono l’infisso esterno del ristorante e scorgono immediatamente la sagoma dell’uomo che armeggia vicino il registratore di cassa. Così, uno dei due operatori utilizza lo stesso varco per accedere al locale e fermare il ladro. Si tratta di un cinquantatreenne italiano con diversi precedenti per reati contro il patrimonio. L’uomo è stato arrestato per tentato furto aggravato.

Senza mascherine e gel igienizzante: chiuso il locale

Sono circa le 21 in via Dante di Nanni quando la pattuglia del commissariato San Paolo nota la presenza di tre soggetti, due avventori ed un dipendente, all’interno di un esercizio commerciale regolarmente aperto.

I due clienti non indossano correttamente la mascherina, calzandola al di sotto del mento.

Gli agenti accedono al locale, verificando all’ingresso la presenza dell’apposito cartello che indica il numero 1 come massimo di presenze consentite all’interno. Inoltre, viene constatata la totale assenza di prodotti igienizzanti per le mani, come previsto dai protocolli vigenti. Gli avventori ed il dipendente sono stati sanzionati per aver violato le disposizioni atte a contenere la diffusione del Covid19 mentre al titolare è stata disposta la chiusura provvisoria del locale per cinque giorni.

Ricercato preso nelle vicinanze della Stazione Rebaudengo

 Era destinatario di un ordine di carcerazione

Gli agenti del Commissariato Barriera Milano, impegnati nel servizio di controllo del territorio, lo scorso venerdì mattina controllano un gruppo di cittadini stranieri che stazionano nei pressi della stazione Rebaudengo. Fra loro notano un ventitreenne con precedenti che, secondo quanto ricordano, è ricercato per l’aggravamento di  una misura cautelare. In effetti, al giovane, di nazionalità gambiana, la misura del divieto di dimora nella città di Torino è stata sostituita dal 25 Gennaio con quella più grave della custodia cautelare in carcere. Nonostante un conoscente del giovane abbia tentato di convincere gli agenti a non fermare l’amico, gli agenti hanno proceduto all’accompagnamento dello stesso presso gli uffici di polizia per poi dare seguito alla misura ed alla sua traduzione in carcere.

Arrestati gli autori di una rapina sotto i portici di via Nizza

Sotto i portici di via Nizza, gli agenti della Squadra Volante notano un movimento repentino: un soggetto prende da terra una bottiglia di vetro  e corre in direzione di corso Vittorio Emanuele.

Contestualmente, giunge alla centrale operativa la segnalazione di un’aggressione in atto ai danni di un uomo, in via Nizza 6. Agli agenti sono sufficienti pochi secondi per individuare il luogo, scendono e fermano due persone corrispondenti alle descrizioni, che stanno cercando di allontanarsi dal posto. Asseriscono di aver avuto un litigio con un uomo poco prima ma non è la verità: i due, infatti, si sono resi responsabili di una rapina a mano armata (coccio di bottiglia) ed hanno asportato il cellulare a un giovane somalo. Capito di essere stati scoperti, uno dei responsabili agisce con  una vivace resistenza nei confronti dei poliziotti  e nelle fasi dell’accompagnamento in Questura cerca di commettere atti autolesionistici all’interno dell’auto della Polizia di Stato. Il suo comportamento estremamente esagitato continua e non consente la compiuta identificazione, rifiutandosi di compilare la scheda riportante i dati anagrafici. Dai riscontri ottenuti tramite le impronte digitali, si risale alla sua identità: si tratta di un cittadino marocchino di 28 anni, con precedenti specifici e irregolare sul territorio nazionale. Verrà arrestato per rapina aggravata in concorso col complice, un connazionale ventiquattrenne, anch’egli con precedenti specifici,  che era con lui.

In centro con un manganello telescopico. Diciottenne denunciato 

Si trovava insieme ad alcuni amici, tre ragazze ed un ragazzo, tutti di età compresa fra i 17 e 18 anni, all’interno dei giardini di Piazza Carlo Felice, quando la pattuglia in servizio di Volante del Commissariato Centro ha deciso di controllarli.

Il giovane, un marocchino di 18 anni, portava all’interno della tracolla uno sfollagente telescopico di metallo riposto dentro una custodia di pelle. Il giovane, dai controlli esperiti, risulta avere vari alias e precedenti per reati inerenti agli stupefacenti, rapina, resistenza a P.U.; è stato denunciato per il possesso del manganello, che è stato debitamente sequestrato.

Durante il coprifuoco rintracciato evaso dai domiciliari

Si trovava in compagnia di due amici in via Elvo angolo Malone, attorno all’una e mezza di domenica notte, così la pattuglia della Squadra Volante ha deciso di effettuare un controllo.

Il giovane si è intrufolato in un  portone di via Malone per trovare  rifugio e si è  nascosto nel vano sottoscala, consentendo ai due amici di allontanarsi.   27 anni, di nazionalità marocchina, ha dichiarato di essere sprovvisto dei documenti dì identità: pertanto, è stato accompagnato in Questura per ulteriori approfondimenti. Al termine, è emerso  che lo stesso fosse sottoposto dal dicembre 2020 al regime degli arresti domiciliari nel suo alloggio in via Cilea, luogo ben distante da quello del controllo. Risulta gravato da precedenti specifici per evasione e per reati contro il patrimonio  e la persona. Per il ventisettenne è seguito l’ennesimo arresto per evasione.

Tentano il furto di Sambuca e Malibu

Un arresto e una denuncia della Polizia

Hanno sottratto dagli scaffali diverse bottiglie di alcolici, celandole sotto gli indumenti, e sono giunti alle casse pagando solo una lattina di birra. È accaduto mercoledì pomeriggio all’interno di un supermercato di via Livorno. La scena era stata osservata dall’addetto alla sicurezza che ha fermato i ragazzi solo una volta raggiunte le barriere antitaccheggio. I due, essendosi dimostrati sin da subito collaborativi ed avendo consegnato spontaneamente il maltolto, su richiesta della proprietà, sono stati lasciati liberi di andare senza contattare le Forze dell’Ordine. Ma, il passo claudicante di uno dei due ha fatto insospettire il vigilantes. Il ventisettenne italiano, chiamato in causa, ha negato ogni sospetto dicendo di avere un tutore che gli impediva dunque di camminare bene, e quando l’addetto alla sicurezza ha iniziato ad essere insistente quest’ultimo ha cambiato versione dicendo di nascondere dello stupefacente. Il racconto non ha convinto l’operatore. All’ennesima richiesta di poterlo controllare l’uomo si è innervosito e lo ha spintonato nel tentativo di guadagnarsi la fuga, ma, non riuscendoci, ha deciso di consegnare la bottiglia di sambuca che nascondeva all’interno di uno scarponcino all’altezza della caviglia. In attesa dell’arrivo della Polizia l’uomo ha perso il controllo e ha aggredito i presenti e nel compiere l’azione ha strappato la giacca ad un dipendente intervenuto per fermarlo. Tutti i tentativi di riportarlo alla calma sono falliti, compresi quelli del suo complice. Gli agenti della Squadra Volante, intervenuti al Parco Dora, hanno arrestato il 27enne per tentata rapina, mentre l’amico, un ventiquattrenne italiano, non avendo preso parte alle aggressioni, è stato denunciato all’Autorità Giudiziaria per tentato furto ma anche sanzionato per Oltraggio a Pubblico Ufficiale per aver offeso gli agenti una volta raggiunti gli uffici di Polizia. Il valore delle quattro bottiglie di liquori asportate è stato stimato per circa 55 euro. Entrambi hanno precedenti di Polizia per reati contro il patrimonio e violazione delle norme in materia di stupefacenti. L’arrestato, trovato in possesso di due frammenti di hashish, è stato anche sanzionato amministrativamente per la detenzione dello stupefacente.

Insolvente seriale soggiorna in hotel e non paga

Nei giorni scorsi  gli agenti del commissariato San Donato vengono chiamati ad intervenire presso un bed and breakfast in zona Parella, dove un cliente ospite della struttura riferisce di essere in lite con la titolare.

L’uomo, cittadino italiano di 56 anni, racconta ai poliziotti giunti sul posto, di aver soggiornato presso la struttura per cinque giorni e di aver corrisposto il pagamento per il soggiorno ad inizio settimana tramite bonifico. Nonostante questo, la proprietaria, a suo dire, rifiutava di riconsegnargli la valigia. Interpellata la donna, questa riferisce di non aver ricevuto alcun accredito sul suo conto. Il cliente inizialmente dichiara di aver smarrito la propria ricevuta, per poi fornire una nuova versione dei fatti, confessando di non aver mai saldato l’importo in quanto indigente. Da ulteriori accertamenti svolti dagli operatori emerge come l’uomo non fosse nuovo a questo tipo di episodi: nei primi giorni dell’anno era già stato fermato per un caso di insolvenza fraudolenta.

Alla luce dei fatti il reo viene nuovamente denunciato e sanzionato in quanto inottemperante al divieto di effettuare spostamenti tra comuni salvo comprovate esigenze.

Strappa il cellulare dalle mani di una donna, fermato dalle Pegaso

La vittima nel frattempo ne monitorava gli spostamenti dal computer

Sono le 22.30 in zona San Salvario ed una donna sta rientrando alla propria abitazione, ascoltando musica attraverso le cuffiette. Questo non le permette di accorgersi della presenza di un uomo, cittadino gabonese di 21 anni, che improvvisamente sopraggiunge alle sue spalle, strappandole il cellulare dalle mani, per poi scappare via. A questo punto la vittima rincasa, allerta il 112 NUE dell’accaduto e comunica la direzione di fuga dello straniero attraverso la geolocalizzazione attiva sul telefono. Nello stesso attimo, in via Morgari, un uomo viene fermato da una pattuglia delle Pegaso: poco prima era stato visto correre per la strada, comportamento che aveva insospettito gli operatori. Sottoposto a perquisizione, gli agenti rinvengono nella tasca della giacca il cellulare in questione, che scopriranno poi essere oggetto della segnalazione ricevuta contestualmente al controllo.

Il ventunenne, irregolare sul territorio Nazionale e con precedenti di Polizia, viene arrestato per furto con strappo e denunciato per aver fornito false generalità nel corso degli accertamenti.

Dalla mancata compravendita all’aggressione. Denunciato 

Tutto ha avuto origine da un accordo di vendita di un furgone non rispettato. Lunedì mattina due persone sono nei pressi di un’agenzia di pratiche auto per una voltura

Di lì a poco arriva con un furgone un cittadino marocchino quarantaduenne che prima lamenta di dover fare lui la voltura e poi, armato di una chiave da 7 a forma di giravite, aggredisce una delle due persone che dovevano stipulare l’atto di cessione del veicolo.

All’arrivo degli agenti del Commissariato di Ivrea e Banchette, l’aggressore spiega come avesse preso accordi in precedenza per la vendita del suo furgone ma, transitando in zona, aveva visto l’acquirente nei pressi dell’agenzia in procinto di stipulare l’atto con un’altra persona.

Il quarantaduenne è stato denunciato dalla Polizia per minacce aggravate e per il possesso di un coltello trovato nel vano porta oggetti del furgone; ritrovata sul tappetino del mezzo e sottoposta a sequestro anche la chiave a forma di giravite, della lunghezza di 18 cm, utilizzata per l’aggressione.