Il Presidente della Commissione Sanità della Regione: “In prima linea nella lotta al coronavirus. Lavoriamo assieme per riformulare una sanità migliore”
“I medici di famiglia sono stati e saranno sempre la prima linea, sia nell’emergenza che nella normalità, avendo un ruolo insostituibile di raccordo tra i cittadini e le famiglie, e tutto il sistema sanitario regionale. I medici di medicina generale si sono dimostrati uno dei cardini fondamentali della lotta al coronavirus, e lo dimostra sia il fatto che hanno pagato anche loro un prezzo salato in termini di contagi e di morti come purtroppo anche medici, infermieri, tecnici ospedalieri, sia il fatto che sempre da loro sono giunte molte proposte migliorative recepite durante quest’emergenza. Su di loro si baserà la ricostruzione di una sanità territoriale piu’ efficiente, che si aggiunge al grande lavoro da fare con tutte le categorie per una sanità ospedaliera che tenga conto di quanto ci è successo con la pandemia oltre che dei problemi pregressi non risolti . Dobbiamo farlo però mettendo da parte le polemiche, con la massima capacità di dialogo e di comprensione reciproca, lavorando tutti assieme con Regione, Consiglio Regionale, Commissione Sanità, tutti gli Ordini Professionali con un unico scopo : far ripartire la sanità piemontese imparando dalle sue fragilità per renderla piu’ forte, facendo leva sui suoi punti di forza per puntare sempre di piu’ all’eccellenza, nell’interesse primario dei nostri cittadini e pazienti”.
Alessandro Stecco
La tentazione a uniformarsi ai comunisti fu la maledizione del socialismo italiano che dovette attendere l’invasione dell’ Ungheria del 1956 per iniziare timidamente a rompere l’alleanza con il PCI che continuò nelle amministrazioni locali e regionali ,malgrado l’unificazione socialista di dieci anni dopo.
Nessuna impresa vedrà un euro prima di due o tre mesi, cioè quando probabilmente molte di loro avranno chiuso per fallimento e licenziato i dipendenti. Il governo ha messo il muro della burocrazia fra le proprie decisioni e i loro effetti concreti. Ad allungare i tempi c’è poi l’attesa delle autorizzazioni europee, necessarie per un Paese che non ha margini fiscali per agire autonomamente.