Ogni giorno ce n’è una nuova. Ora tocca al fenomeno dell’abbandono delle mascherine usate per strada. Il solito disprezzo per gli altri unito alla totale inciviltà. Vero, c’è sempre stato e sempre ci sarà. Alla memoria un video dove un motociclista raccoglie l’ immondizia buttata da automobilisti. Inseguendoli li ferma rovesciando in auto cosa loro avevano buttato
Le loro facce sono eloquentemente basite. Ed ad ognuno di noi capita quotidianamente di vedere chi sporca, che dà la solita risposta quando viene ripreso : fatevi gli affari vostri (l’espressione è molto, ma molto più colorita) . Un atteggiamento ancor più grave di prima, comunque. Un atteggiamento che contribuisce in negativo all’attuale smarrimento di un intero popolo. Un popolo alla ricerca di certezze più che di rassicurazioni.
Certezze non date da Conte Presidente del Consiglio. Deboluccio nell’ analisi e soprattutto nel modo in cui ha parlato. In alcuni passaggi al limite della balbuzie che, notoriamente non è convincente e rincuorante. Sembrava che neanche lui fosse convinto di quello che diceva. Magari sarebbe sufficiente per un alto funzionario comunale. Non sicuramente per il Presidente del Consiglio. Si naviga a vista, vero. Ma almeno una vaga idea di dove vogliamo andare ci dovrebbe essere. Sapendo ad esempio che l’ iva non si può abrogare per far – parzialmente – tornare i conti teorici dei traballanti bilanci dello Stato. E’ una fuga in avanti di chi non conosce la realtà . Qui in Piemonte la patata bollente è in mano a Cirio. Suo nuovo nemico la burocrazia , speriamo che vinca questa non nuova battaglia. Sempre Cirio ora volge lo sguardo al Veneto, constatato il fallimento del Modello Lombardia. Persino Molinari proconsole salviniano ammette che qualche errore è stato fatto dall’ amministrazione leghista piemontese. Il principale errore è che ci sono troppi leghisti in giunta. Appunto, capibile un anno fa con l’ onda lunga salviniana, ma oggi le cose sono cambiate. Scelta ora alle corde. Ed il consiglio che diamo al nostro Governatore e di imbarcare medici come Salizzoni. Sarebbe fondamentale per superare divisioni politiche nocive. Mi sa, ma sbaglierò, che il salvinismo sta tramontando e ci dovrebbe essere concordia e competenza: il più delle volte, la sola fedeltà politica non basta. Anzi ,come in questo caso è controproducente. Dopo mesi di indugio Cirio sceglie di scegliere Marrone al posto del dimissionario Rosso ancora in carcere. L’ assessorato era di Fratelli d’Italia e rimane di Fratelli d Italia. Altro stop ai leghisti. Tra le altre cose chi conosce Marrone ne tesse le lodi sulla sua competenza amministrativa. Saremmo molto contenti di un passo in avanti di una giunta, almeno ad oggi decisamente zoppicante. Comunque fase 2 aperta o come già molti la definiscono fase 1, 5. Fiat Mirafiori riapre con 250 operai. Magari è di buon auspicio. Vorremmo essere ottimisti e speranzosi, ma il virus dello scetticismo si è inoculato. Con una considerazione finale: c’ è un filo che lega l’ inciviltà di chi butta per strada i rifiuti ed una certa approssimazione di una classe dirigente generale. Sicuramente i problemi sembrano insuperabili, ma pare che i nostri politici facciano di tutto per non risolverli. I nostri fino ad un certo punto . Tutte le nazioni europee sulla riapertura navigano a vista e gli States sono oramai stati travolti. Verrebbe voglia di dire: non ci resta che piangere. Fermarsi non è possibile ed andare avanti è doveroso, sapendo che tutto ciò che possiamo fare lo dobbiamo fare. Questo è il nostro dovere.
Patrizio Tosetto
Cibo da asporto e attività fisica sì; Eucaristia no: riassunto brutale ma realistico di quanto permette e non permette il più recente DPCM. Anche la partecipazione ai funerali sarà, di fatto, negata ai più e consentita soltanto a una ristretta cerchia di parenti stretti e strettissimi.
A sostituirlo è stato chiamato un uomo come Maurizio Molinari che ha una grande storia giornalistica alle sue spalle fin dai tempi della “Voce repubblicana“ e del partito repubblicano di Giovanni Spadolini. Molinari non viene dalla sinistra settaria e conformista e in più occasioni ha saputo dimostrarlo. Anche il suo coraggioso impegno contro il terrorismo islamico, senza gli ovattamenti dei soliti commentatori, è un fatto importante.
C’è chi ha notato che il 25 aprile di quest’anno con Molinari direttore, la festa della Liberazione abbia avuto molto meno spazio di un anno fa sul giornale , rilevando questa differenza come una discontinuità. Leggendo invece l’editoriale di insediamento dal titolo “La sfida di un giornale per il riscatto di un paese ferito”, si ha chiara l’idea della continuità del nuovo direttore con i precedenti che collocarono a mantennero decisamente a sinistra quel giornale che per tanti anni fu un giornale – partito ,fortunatamente in via di estinzione. L’idea espressa da Molinari è quella di coniugare la lotta alla pandemia con la lotta alle diseguaglianze economiche e sociali. Anzi, di cogliere l’ oppportunità di questa calamità disastrosa per sbaragliare le diseguaglianze. Chi è liberale non vede le diseguaglianze sempre e solo in termini negativi,ma vede invece le eguaglianze forzate come una gabbia che impedisce lo sviluppo delle qualità e dei meriti individuali. La lotta alle diseguaglianze è stata un’idea dei comunisti e di certa cultura radical- chic in disarmo che è rimasta ferma al giacobinismo. La delusione storica della Rivoluzione russa ha messo su queste utopie spesso assassine,come una volta le definiva Barbara Spinelli, una pietra tombale . Al di là delle diverse valutazioni, resta però un fatto drammatico: in Italia non ci saranno più diseguaglianze perché la pandemia lascerà in braghe di tela quasi tutti gli imprenditori piccoli e grandi.Ci sarà l’agognata eguaglianza nella povertà. Questa è la prospettiva che abbiamo di fronte, a cui si potrebbe forse porre rimedio liberalizzando totalmente l’economia, cioè percorrendo la strada inversa di quella proposta da “Repubblica“. Ma le inossidabili, eppur obsolete, certezze ideologiche non si fermano neppure di fronte al virus e alle sue conseguenze drammatiche sul piano economiche.
il numero dei passeggeri su una carrozza della metro o sul bus non è una variabile indipendente ma è strettamente connesso agli orari del lavoro, quindi più flessibile sarà l’orario in ufficio e in fabbrica, meglio si potranno organizzare i trasporti pubblici urbani.