Dopo quasi un mese di crisi si regoli per il mondo del Volontariato la possibilità di svolgere le attività ritenute necessarie a fronteggiare l’emergenza. Altre Regioni hanno hanno già emesso atti analoghi: la Regione Piemonte faccia altrettanto

Dichiara la Consigliera Comunale di Torino Federica Scanderebech: “C’è tutto un pezzo del mondo culturale che con le proprie personali forze e competenze sta mettendo a disposizione il proprio talento per aiutare a superare l’emergenza attivamente.
E’ di ieri l’iniziativa del pittore internazionale Ernesto Morales, che da anni lavora e vive a Torino, e che ha avviato tramite i suoi canali internazionali un crowdfunding indirizzato alla Città della Salute di Torino. A ogni donatore il pittore regalerà una sua piccola opera. Un esempio da perseguire, Ernesto Morales ha dovuto annullare tutte le sue mostre, in questi giorni avrebbe dovuto esporre a Parigi e poi in altre capitali: tutto annullato, ma il suo talento lo userà per donare una consistente cifra ai nostri ospedali. Un grande plauso a queste iniziative”.
Aggiunge la consigliera: “Il mondo della cultura può fare molto in questo momento ed è un indispensabile sostegno anche psicologico e con un forte ruolo sociale per la ripresa finita l’emergenza”.
Dichiara Ernesto Morales: “Come ognuno di noi, anche io sto provando a interrogarmi su quale sia il modo migliore per rendermi utile in queste difficili settimane e sento che vorrei farlo attraverso il mio lavoro. Per mantenere vivo il contatto con l’Arte sto dedicando questi lunghi giorni di isolamento alla pittura e alla poesia, e ho deciso di impegnarmi in prima persona attraverso la realizzazione di una serie di opere che saranno donate a chi parteciperà alla raccolta fondi “Uniti con l’Arte” da me creata per aiutare gli ospedali di Torino, la città dove vivo da tanti anni, nell’affrontare l’emergenza Covid-19. E lancia l’hashtag: #uniticonlarte”.
https://www.gofundme.com/f/uniti-con-l039arte
“Come gestiamo a livello territoriale i servizi per i più fragili? I senza tetto, le donne vittima di violenza, le persone sole, quelle con problemi psichiatrici? In quanti sono morti nelle case di riposo, divenute delle vere e proprie bombe a orologeria?
Servono controlli a tappeto a tutto il personale delle RSA e agli utenti e strutture vuote da adibire all’accoglienza, lo diciamo da settimane senza sollevare polemiche ma con continue segnalazioni. Eppure oggi abbiamo assistito a una Commissione disastrosa, in cui l’Assessora Caucino ha dimostrato di non sapere nulla sui tamponi e ha affermato di essere ignorata da colleghi e dirigenti, che nessuno del suo assessorato fa parte di in un’unità di crisi e che ogni RSA viene seguita dalla sua Asl di riferimento, senza un protocollo o un coordinamento”. Così le opposizioni regionali di PD, LUV, M5S, Moderati e Lista Monviso, nel corso della seduta in videoconferenza della commissione regionale.
“Nelle RSA servono tamponi e monitoraggio, bisogna garantire la sicurezza assistenziali, ma ora che la situazione è degenerata c’è bisogno anche di saturimentri (pulsossimetri) per rilevare saturazione di ossigeni nel sangue e frequenza cardiaca” – proseguono i Capigruppo di opposizione Ravetti, Grimaldi, Frediani, Magliano e Giaccone.
Sono tantissimi infatti gli anziani positivi al Covid-19 ospiti di strutture dislocate sull’intero territorio. Sempre di più, purtroppo i decessi. Una situazione drammatica.
“Siamo di fronte a situazioni di estrema fragilità. L’unità di crisi deve proporre linee guida specifiche anche per queste situazioni. Nel pieno dell’emergenza Coronavirus le strutture che ospitano anziani rischiano di pagare un prezzo altissimo, soprattutto se non verranno costantemente controllati visitatori e personale dipendente, dagli operatori socio sanitari agli infermieri e medici che quotidianamente sono in contatto con gli ospiti”.
“Chiediamo – concludono le opposizioni – di rivedere le due Dgr della scorsa settimana con cui la Regione ha chiesto alle RSA di prepararsi a ricevere casi Covid o pazienti dimessi – senza tampone – da ospedali dove ci sono casi e, al contempo di abbassare gli standard del personale, per liberare infermieri per l’acuzie. Così non è possibile lavorare”.
“Rispetto alla questione dei tamponi, di competenza strettamente sanitaria– prosegue Caucino – ho riferito come attualmente la Regione stia lavorando ad un protocollo di azioni condiviso per le residenze sanitarie assistenziali. Proprio questa sera, congiuntamente all’assessore alla Sanità, Luigi Icardi e al direttore alla Sanità, Fabio Aimar, abbiamo incontrato i rappresentanti datoriali e domani mattina incontreremo i rappresentanti sindacali degli operatori delle strutture”.
“Per affrontare una situazione così delicata – conclude l’assessore – alla quale la Regione dedicherà tutta l’attenzione necessaria, proprio questa sera l’assessore Icardi mi ha comunicato che verrà inserita una rappresentanza dell’Rsa, delle Ra e del Welfare piemontese presso l’Unità di crisi”.
“In queste drammatiche settimane che stanno mettendo a dura prova il sistema sanitario regionale, crediamo non opportuno per i medici del Ssn di proseguire l’attività intramoenia.
Non solo questa comporta una sottrazione di risorse umane ai nostri ospedali (medici e infermieri) ma comporta il rischio di favorire la diffusione del contagio”: lo dichiarano Mauro SALIZZONI, vice Presidente del Consiglio regionale del Piemonte, e Nino BOETI, coordinatore del Forum Sanità del Pd piemontese. “L’attività libero professionale intramuraria in Piemonte era stata inizialmente sospesa, poi nuovamente consentita. Questa attività intramoenia, definita ‘allargata’, non si svolge, come ovvio, negli ospedali ma in case di cura private. Crediamo che chi è alle dipendenze della sanità pubblica (non quindi i liberi professionisti ‘puri’) ora debba sospendere l’attività privata: il nostro è un appello al senso di responsabilità di tutti, limitandosi a considerare solo quelle situazioni realmente urgenti e non procrastinabili. Chiediamo all’assessore regionale Luigi Icardi di intervenire su questo tema. Non solo: bisogna pensare anche a quei pazienti, affetti da gravi patologie, che non possono rivolgersi all’intramoenia ma che necessitano di essere visitati e curati. Chiediamo all’Unità regionale di Crisi di valutare se individuare una struttura pubblica che possa funzionare da ambulatorio centralizzato per i medici specialistici ospedalieri, dove indirizzare i casi medici e chirurgici non-Covid19 indifferibili ed urgenti”.
Dall’ 8 marzo in poi, seppur in auto-isolamento volontario per aver avuto contatti con persone rivelatesi poi positive, ho iniziato a seguire gli ordini di mascherine dall’estero e il problema delle merci ferme alle varie dogane, in modo da poter accelerare il più possibile le spedizioni e accorciare i tempi di attesa.
Buona parte della ore le trascorro infatti al telefono con la Farnesina, consolati, sindaci e assessori del territorio che mi aggiornano man mano delle varie criticità. Sto seguendo anche l’iter previsto dal decreto ministeriale che permette la riconversione delle nostre aziende italiane, molti imprenditori stanno dimostrando di avere un grosso cuore convertendo i propri macchinari per la produzione di mascherine. Un grande lavoro lo stanno portando avanti i sindaci che monitorano costantemente il proprio territorio e molte amministrazioni comunali hanno messo in piedi in breve tempo, insieme ai volontari della protezione civile, i servizi di consegna di alimentari e di farmaci per chi è impossibilitato all’acquisto. Ieri a San Mauro T.se ho avuto anch’io la possibilità di adoperarmi un paio d’ore come volontaria civica ed è stata un’ottima occasione anche per me di comprendere più da vicino le reali esigenze delle persone in questa emergenza sanitaria.
Sperando che tutto torni alla normalità quanto prima, ancora una volta è stato dimostrato quanto sia necessario, per riuscire a superare situazioni così critiche, un lavoro di squadra a tutti i livelli e per questo ringrazio sentitamente tutti colori che dietro le quinte stanno operando sforzi sovrumani per combattere la diffusione del contagio – così in una nota la deputata castiglionese del Movimento 5 Stelle Jessica Costanzo.
Igor Boni (presidente Radicali Italiani) e Giulio Manfredi (Associazione radicale Adelaide Aglietta):
Da quando il Consiglio Regionale del Piemonte si è riunito la prima volta dieci mesi fa, non riusciamo a ricordare una sola cosa, un solo provvedimento prodotto da Palazzo Lascaris che fosse degno di nota, se non di nota negativa. Oggi dobbiamo riconoscere che la seduta online del Consiglio Regionale rappresenta un punto di merito. È la prima volta nei 50 anni di storia di Palazzo Lascaris ed è il primo Consiglio regionale a farlo. Consiglieri e funzionari sono collegati con un sistema di videoconferenza interno approntato dal Csi Piemonte e la seduta è trasmessa in streaming sul sito del Consiglio Regionale. Da giorni chiediamo che in tempi di Coronavirus il Parlamento non vada in quarantena, come facemmo negli anni’ 70 del secolo scorso ai tempi di terrorismo.
il Parlamento deve rimanere aperto e deve svolgere regolarmente le proprie attività, con modalità tali da mettere in sicurezza sia i rappresentanti dei cittadini sia il personale di Palazzo Madama e di Montecitorio. Il Consiglio Regionale del Piemonte ha dimostrato che si può fare. Lo si faccia anche a Roma e nel resto delle Regioni.
L’ordine del giorno dei lavori, verrà stabilito dalla Conferenza dei capigruppo convocata venerdì 27 marzo.
Chi vorrà seguire i lavori del Consiglio comunale, potrà farlo utilizzando il link che si trova all’interno della convocazione, sulla pagina del Consiglio comunale, all’indirizzo: http://www.comune.torino.it/consiglio/.
“Tutti a casa” è rimedio salutare secondo i medici, ma veleno per le istituzioni.
La pandemia sconvolge le nostre vite, cambia i nostri comportamenti quotidiani, colpisce i nostri affetti più consolidati, mortifica persino la nostra umana pietà. Ma non può uccidere le istituzioni, non può mettere in quarantena la democrazia, non può sospendere la costituzione. Se è vero che siamo impegnati in una “guerra”, allora il Capo dello Stato, il Governo, il Parlamento devono essere i nostri avamposti. A loro sta la guida dell’esercito. E a loro sta dare quell’esempio di sacrificio, abnegazione, coraggio, determinazione, mobilitazione, che servono per vincere la guerra. Il popolo italiano, responsabile e ammirevole, oggi è invece lasciato solo. Il Parlamento si riunisce a intermittenza; il Governo si convoca di notte e, sempre di notte, spiega mediante social media; il Presidente del consiglio limita diritti costituzionali tramite decreti poco discussi e frettolosamente convertiti; il conflitto tra Governo, Regioni ed Enti Locali sta raggiungendo
livelli prima mai visti; e il Capo dello Stato è costretto ad assistere sgomento privo di poteri effettivi ad intervenire. Ci viene promesso l’aiuto dell’Unione europea, ma ci viene nascosta la verità delle intenzioni oblique. Di fatto, per lo spirito della nazione si ripete un altro 8 settembre: dalle case in cui sono rinchiusi, gli italiani vedono i loro comandanti che scappano. È vero che, come fece osservare più volte e inascoltato il Presidente Cossiga, la nostra costituzione è carente riguardo alle situazioni di emergenza. Ma questo non giustifica la fuga. Avvertiamo il bisogno che il capo dello Stato, da tutti apprezzata e riconosciuta autorità morale oltre che costituzionale, si rivolga formalmente e solennemente alla nazione richiamando le istituzioni alle loro responsabilità e le forze politiche alla collaborazione; che il governo si confronti realmente col Parlamento e in primo luogo con le opposizioni; e che il Parlamento si riunisca ad oltranza per svolgere la sua funzione di controllo. Non può esserci una sospensione della democrazia. Se ci si rassegna oggi, si perde la libertà domani.
Marcello Pera, Paolo Becchi, Carlo Andrea Bollino, Eugenio Capozzi, Luigi Curini, Gaetano Cavalieri, Ginevra Cerrina Feroni, Marco Gervasoni, Corrado Ocone, Antonio Pilati, Francesco Perfetti, Giulio Terzi, Aurelio Tommasetti, Giorgio Zauli
NON C’E’ PIU’ TEMPO: DA PARTITO RADICALE, ASSOCIAZIONI E PERSONALITA’ APPELLO AL PRESIDENTE CIRIO SULLA SITUAZIONE DELLE CARCERI PIEMONTESI
Egr. Presidente Cirio,
nel ringraziarLa fin d’ora per ciò che potrà fare, Le chiediamo di rivolgere al Governo la richiesta di intervento per ciò che riguarda la situazione delle carceri del Piemonte aggravata dall’emergenza coronavirus.
Facciamo nostro l’appello “messaggio alle Istituzioni” del Partito Radicale (sottoscrivibile su www.partitoradicale.it) e chiediamo a Lei e a tutte e tutti, cittadine e cittadini, Associazioni, personalità, di scongiurare quella che appare tristemente come una strage annunciata.
In un momento nel quale in più Paesi del mondo si mettono in atto disposizioni volte ad alleggerire le carceri per la pandemia in corso, nel nostro Paese ci si ostina a restare su posizioni suicide, pericolose e antipopolari. Da più parti non vige alcun senso di responsabilità e fantasmi di vecchia data aleggiano alla ricerca di sciacallaggi politici agitando stracci di populismo.
Per il Piemonte e le sue carceri chiediamo senso di responsabilità al fine di esercitare ogni azione volta con la nonviolenza a gestire una situazione diventata insostenibile che rischia di avere ripercussioni non solo all’interno delle mura del carcere ma anche per quella parte di società considerata “libera”.
Subito provvedimenti concreti volti a garantire la salute pubblica dei cittadini (reclusi e non) e l’immediato ripristino delle basi dello stato di diritto!
Oltre ai membri del Consiglio Generale del Partito Radicale Sergio Rovasio e Mario Barbaro e l’Associazione Marco Pannella di Torino hanno aderito all’Appello:
Alberto De Santis (Presidente Camera Penale Piemonte e Valle D’Aosta), Avv. Marco Ciurcina, Avv. Davide Mosso, Blanca Briceno (Associazione AiresVen), Enrico Buemi (segreteria Regionale PSI), Galgano Palaferri (coordinatore nazionale di UpL_UnionePerLeLibertà e presidente di PiemonteLiberale)