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Ravetti – Furia (Pd): “Il suolo è risorsa non rinnovabile. Il centrodestra rifletta”

“Prima di approvare norme che causerebbero danni al territori”

“Gli articoli del “Riparti Piemonte” dedicati agli interventi di natura urbanistica per agevolare cittadini e imprese e semplificare le procedure, non tengono in considerazione la prospettiva “zero” del consumo del suolo, un scopo che il Partito Democratico sempre perseguito anche attraverso l’approvazione di norme specifiche sul riutilizzo, sulla riconversione e sulla difesa del suolo, un bene importante che abbiamo il dovere di preservare per le generazioni future” affermano il Presidente del Gruppo Pd in Consiglio regionale Domenico Ravetti e il Segretario regionale del Partito Democratico Paolo Furia.

“La maggioranza di centrodestra – proseguono gli esponenti dem – ha evidenziato, nella scrittura delle norme urbanistiche per il sostegno post-Covid, la propria natura programmatica che non tiene in nessuna considerazione il rispetto per l’ambiente e la sua tutela”.

“Il suolo è una risorsa non rinnovabile – concludono Domenico Ravetti e Paolo Furia – e riteniamo che sia fondamentale ridurre il fenomeno di un suo uso irreversibile e incentivare la tutela e la cura dei territori. Chiediamo alla maggioranza di centrodestra di riflettere per evitare l’approvazione di un testo che causerebbe molti danni al Piemonte”.

Verdi: “Torino città green? Una necessità”

“Il capoluogo piemontese è una tra le città europee più inquinate. Ogni anno, gli sforamenti di Pm10, superano  la soglia dei 35 sforamenti annuali di 50 microgrammi per metro cubo al giorno. L’agenzia europea per  l’ambiente nel suo report annuale sullo stato dell’ambiente stima che ogni anno in Italia il numero decessi in Italia causati dall’inquinamento e’ di 76 mila l’anno”.

Il capoluogo subalpino, per queste ragioni, ha un forte bisogno di una rivoluzione Verde mirate a tutelare l’ambiente, la salute dei cittadini e rilanciare l’economia e l’occupazione attraverso l’innovazione tecnologica e la modernizzazione per favorire la conversione ecologica dei modelli produttivi .
Torino, può essere una città green? Si , perché e’ un obbligo teso a garantire una migliore qualità della vita alla popolazione della città e per questo l’esperienza e il contributo di idee di Europa Verde che e’ legata ai Verdi Europei e alle migliori pratiche della città europee guidate dagli ecologisti , sara’ determinate per costruire questa svolta Verde a Torino.

Verdi Europa Verde è una “casa aperta” a tutti coloro che credono in questa svolta ecologista e nella giustizia sociale.
“Essere  ecologiste ed ecologisti in Europa Verde vuole dire dare risposte alla povertà sociale alle ingiuste sociali, portare più democrazia insieme alla battaglia contro il cambiamento climatico che significa innovazione e conversione ecologica dei modelli produttivi”, così dichiara il coordinatore nazionale dei Verdi Europa Verde Angelo Bonelli.

Un polo che possa essere alternativo ai vecchi schemi di destra e sinistra, inclusivo, attento alle novità e alle differenze che possono emergere nel panorama politico. Ma anche capace di combattere in particolare l’estremismo di destra che calpesta le tematiche sociali e ambientali.
Se Torino vuole risollevarsi ha bisogno di una forza politica, come Europa Verde, capace di dare risposta al disagio crescente   che in questi anni i Torinesi hanno mostrato nei confronti dell’attuale amministrazione.
Crediamo che il percorso giusto per Torino 2021 sia la  strada della transizione ecologica, che è in grado di portare alla creazione di milioni di posti di lavoro, di aumentare il benessere dei cittadini e rispondere alla crisi ambientale che stiamo vivendo. In questi mesi stiamo lavorando, ad un polo ecologista, con le varie realtà ambientaliste  e sociali del territorio ponendo come cardine l’ ambiente. Se il panorama politico Torinese non metterà al primo posto questi valori, noi saremo pronti a mettere in campo un sindaco Verde capace di dare risposte  a quelle grida inascoltate

La co-portavoce dei Verdi Europa Verde Piemonte Tiziana Mossa

Valle (Pd): “Per la Poggio la cultura non vale un euro”

Da Palazzo Lascaris / “Oggi in Commissione cultura abbiamo scoperto dall’Assessora Poggio che la Regione non metterà un euro in più sulla cultura rispetto a quanto previsto a marzo” denuncia il Consigliere Valle (Pd).

“Accogliamo positivamente il cambio di logica dei finanziamenti che si spostano dai progetti ai soggetti del mondo cultura” spiega Valle “ma il fondo di 11 milioni annunciato per il Riparti Piemonte fa già parte degli stanziamenti del bilancio 2020”. “Il coronavirus è un’emergenza per tutti tranne che per la cultura, secondo l’Assessora Poggio… Peccato che non sia affatto così e che in questo modo si abbandoni a se stesso un intero settore che invece è fra i più colpiti perchè ancora oggi non sa quando potrà tornare a regime e che in molti casi sconta il venir meno delle entrate da pubblico pagante” conclude Valle.

(foto archivio)

Il caso Tortora oggi e la democrazia sospesa

IL COMMENTO  di Pier Franco Quaglieni / Francesca Scopelliti, la compagna fedele  che ne ha condiviso la vita è ne tramanda il ricordo, ci ha rammentato  che oggi è l’anniversario della morte di Enzo Tortora, mancato il 18 maggio 1988. Ha scritto un articolo dal titolo emblematico: “Nel barbaro paese di Travaglio Enzo Tortora sarebbe morto in cella”, un’affermazione cruda, ma sicuramente vera in un’ Italia  in cui è stato imposto il blocco della  prescrizione e non si è fatto nulla per rendere più rapida la giustizia per evitare processi senza fine.

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Questo è un paese in cui c’è stato uno scandalo al CSM che è stato di fatto minimizzato, se non insabbiato. E’ un paese giustizialista in cui ci sono giornalisti e magistrati che rifiutano a priori la presunzione di innocenza  sancita come diritto costituzionale.
Per altri versi, vengono liberati condannati all’ergastolo per gravi delitti di mafia in  un modo che appare davvero scandaloso e ingiustificato. Enzo Tortora è stato una vittima della mala giustizia, condannato ingiustamente a 10 anni in base  ad accuse rivelatesi  totalmente false. Nessun magistrato ha pagato, anzi alcuni hanno anche fatto carriera. Tortora  affrontò a testa  alta  il carcere e i processi e pagò con la vita le conseguenze delle pene terribili che affrontò con dignità e coraggio. Anche allora ci furono giornalisti infami che scrissero contro Tortora e furono in pochi a dargli  credito. Fu lapidato e insultato attraverso una persecuzione mediatica sconcertante e velenosa. Marco Pannella fu lo Zola  Italiano che denunciò il caso  Tortora, uno scandalo vergognoso come lo fu il caso Dreyfus nella Francia  di fine  Ottocento. Tortora eletto al Parlamento europeo  rinunciò  all’immunità parlamentare dopo la condanna a dieci anni con un atteggiamento che ha rivelato l’alto valore morale di quest’uomo libero che ha reso onore al giornalismo italiano come esempio  quasi unico di  totale indipendenza che fu  anche la causa dei ripetuti licenziamenti da lui subiti  in Rai. Ha scritto  ancora Francesca Scopelliti  che  “il tampone oggi risulterebbe positivo al virus del giustizialismo perché mancano gli anticorpi, manca la cultura, manca la politica”. Manca un Leonardo Sciascia, un Marco Pannella capaci di scuotere la coscienza degli italiani atterriti dal virus e forse persino incuranti dei pericoli insiti in una democrazia sospesa. Oggi va ricordato il martirio di Tortora testimone e vittima. Il suo caso non è bastato  a modificare le distorsioni della mala giustizia e l’arroganza di chi vuole usare le manette in modo indiscriminato: forse sta tornando il brivido del tintinnio delle manette evocato durante Tangentopoli,  paradossalmente nello stesso in cui ci sono le scarcerazioni  facili per delinquenti conclamati e socialmente pericolosi. Qualche anno fa in una città della Liguria su mia proposta venne inaugurata una piazza intitolata ad Enzo Tortora. Dopo pochi giorni la targa con inciso il nome di Enzo venne distrutta da ignoti teppisti. Quella lapide attende ancora oggi di essere ripristinata. Anche questo  è un segno dei tempi barbari che viviamo.
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Scrivere a quaglieni@gmail.com

Leu: “Fca riporti la sede legale in Italia”

Fca chiede che lo Stato italiano garantisca per 6,3 miliardi?

Riportino prima da Olanda e Gran Bretagna la sede legale e il domicilio fiscale in Italia

Vedo che  Fca della famiglia Agnelli chiede che lo Stato italiano garantisca per una richiesta di prestito da 6.3 miliardi di euro.
Bisognerebbe chiedere in contropartita che riportino la sede legale e il domicilio fiscale in Italia, dopo averle spostate in Olanda e in Gran Bretagna.”
Lo afferma il portavoce nazionale di Sinistra Italiana, Nicola Fratoianni.
“Così almeno – conclude l’esponente di Leu – un po’ di tasse in più in Italia arrivano.
È una questione di… garanzie.”

On. Nicola Fratoianni (Leu)

FCA, Grimaldi (LUV): “Garanzia dello Stato? Solo con sede in Italia”

Conte conceda pure le garanzie a Fca, a patto che Torino torni a essere la sede fiscale e legale del gruppo e delle società della famiglia Agnelli.

Se iniziamo a garantire per chi batte bandiera nelle ‘isole del tesoro’ è finita. Ogni anno sei miliardi di euro di tasse italiane volano nei paradisi fiscali della UE” – dichiara Marco Grimaldi, Capogruppo di Liberi Uguali Verdi, commentando il prestito da 6,3 miliardi di euro chiesto a Fca a Intesa San Paolo con garanzia della pubblica Sace e controgaranzia in ultima istanza dello Stato. Lo strumento fa parte del pacchetto Garanzia Italia — inserito dal governo nel decreto Liquidità — ed è a disposizione delle grandi aziende per assorbire eventuali stress finanziari derivanti dall’impatto del Covid.

“Come ho già detto in più occasioni” – prosegue Grimaldi – “credo che le aziende che hanno spostato le sedi fiscali dall’Italia all’estero, in paradisi fiscali o in Paesi europei a fiscalità agevolata, non dovrebbero beneficiare della distribuzione di aiuti governativi e regionali. Se queste imprese vogliono dare una mano potranno fare una cosa molto semplice: fermare il ‘profit shifting’, tornare in Italia e versare l’importo totale delle proprie tasse dovute all’Agenzia delle Entrate. Andrà davvero tutto bene solo se saremo in grado di far funzionare al meglio la nostra sanità pubblica, la nostra scuola pubblica e i tutti i nostri servizi, e questo non può avvenire finché loro restano nei paradisi e la nostra economia all’inferno”.

Una classe politica non sempre all’altezza

Torino sta proprio male. Dopo la febbre altissima subentra la disperazione di chi non vede futuro o quel poco che intravede è un buco nero nero. Disperazione che cogli per strada, tra la gente

Una disperazione che trasuda dai muri e dalle camminate delle persone. Testa bassa e mascherina. I più previdenti anche guanti. Impressionante vedere i camion militari per le strade di Barriera di Milano. Impressionante ma necessario. Ordine pubblico e criminalità a volte sono fuori controllo.

Altra rissa davanti all’Inps di corso Giulio Cesare. Si sono affrontati Rom rumeni ed italiani
e magrebini. Si dice che gli spacciatori albanesi insediati nelle vie limitrofe a piazza Foroni
vogliano cacciare i senegalesi da via Montanaro estendendo il loro controllo. Prima o poi ci
scapperà il morto. Intanto molti esercizi commerciali non riapriranno. Il pastificio all’ingrosso
che non ha più commesse dai ristoranti. I ristoranti che non avranno più i turisti e dovranno
ridurre di un quinto i posti. Poi ci sono le palestre. Se ho capito bene da fine mese possono aprire ma
si devono organizzare. Garantire la distanza, contingentare le entrate, e vietare spogliatoi saune
e piscine. Metà all’incirca della attività. Prima c’erano circa 5000 persone che ci campavano
mediamente sopra. Da impiegati a istruttori. La vedo dura confermare il 50% degli addetti. Poi
c’è l’obbligo delle mascherine. Anche qui la vedo difficile. Come al solito le banche fanno melina
a centro campo per non pagare il dazio. Cassa integrazione erogata a singhiozzo. Ed arriva Fca
che vuole i finanziamenti. Difficile negarglieli. Anche se si sollevano molte critiche. Ma come,
quando c’è da pagare poche tasse andate all’estero e quando c’è da chiedere soldi a fondo
perduto li chiedete in Italia? Considerazione moralmente ineccepibile, poi? Alternative? Non
mi pare proprio. Come la vedo dura sul Tav dove non arrivano più bollettini. Mi sa che si sono spesi
tanti soldi, se ne spenderanno molti altri, l’opera non si terminerà,  gli inquinamenti ci sono stati
e continueranno ad esserci e saranno buttati via 40 anni. Riapre la Cuneo Asti e si accettano
scommesse sul decennio che ne sancirà la fine. Torino sta proprio male. E Torino non ha una
classe dirigente minimamente all’altezza. La sinistra si divide sull’accordo con Appendino per un
nuovo mandato.

La Sganga pentastellata rincara la dose: accordo con il PD se il PD cambia? Non si è
resa conto che stavolta sono loro sul banco degli imputati. Non per quello che hanno fatto, ma
per quello che hanno promesso di fare e non hanno fatto.

L’Appendino e la sua giunta passeranno alla storia della repubblica come i peggiori incompetenti.
Appendino che tre anni fa diceva  ai mercatari che avrebbe abolito la legge Bolkestein, ed ora
l’unico percorso che fa in auto è quello da casa sua al Municipio. Con qualche capatina in piazza
Castello per interviste Rai. Anche per tutto questo mi sembra surreale questa discussione.
Magari un accordo con i pentastellati sarà  possibile se saranno altri i pentastellati. Da Saracco a Lapietra

incompetenza a go-go. E diventa impossibile parlare con chi non ha la minima coscienza
di sé stesso perché non sa che cosa ha fatto o non ha fatto. Ma anche a destra
non sono rose e fiori. Sei mesi fa sarebbe stata un’altra cosa. Avevano il vento in poppa. Ora la
tempesta li sta travolgendo. Cirio quasi sul tetto del mondo e oggi, appunto, nella bufera. Ed eccoli
gli antagonisti che gli mandano minacce. Non ci sono dubbi in proposito. Ci mancavano anche
loro.

In Barriera di Milano vedono negli spacciatori il nuovo soggetto rivoluzionario ed in Vanchiglia
li cacciano perché gli rovinano la piazza attirando la polizia. Quartiere che vai usanze che trovi.
Con, purtroppo, un altra convinzione: la criminalità organizzata non sta a guardare e fa proseliti
e acquisti a saldo. Un futuro nero come la pece. E noi che facciamo? Lottiamo contro la
criminalità in ordine sparso.

La politica e i politici continuano a bisticciare. La giustizia è bloccata.
Forse ci sono i soldi per la sanità ma come spenderli è un altra cosa.
Mamma mia, la vedo proprio dura .
Dovrebbe essere tutto all’opposto.
Contrastare unitariamente la criminalità organizzata. E soprattutto avere una classe politica che
non bisticcia.

So perfettamente che sto parlando del mondo dei sogni. Almeno in Piemonte e nel nostro
Paese. Mi sa che sono altre occasioni mancate. Incredibile no? Tanti soldi sono decenni che non li
vedevamo.

Spenderli è occasione irripetibile.
Ma, magari, sono io che mi sbaglio.
Magari sono io che sono troppo pessimista. Contentissimo di spargermi il capo di cenere se i
risultati saranno diversi. Non credo proprio, ma spero ardentemente di
avere torto.

Patrizio Tosetto

Chiorino attacca il Governo: “Senza lavoro non c’è dignità”

L’assessore regionale al Lavoro stronca i provvedimenti del governo: «Il decreto-legge “Rilancio”, un mostro burocratico, sembra già più pericoloso che utile: i diversi passaggi sui temi del lavoro rendono la vita impossibile alle imprese piemontesi e italiane, anziché semplificargliela. Sarebbe gravissima, per il Piemonte, la scelta di ignorare il comparto dell’automotive».

 

AMMORTIZZATORI SOCIALI.

 

«Sugli ammortizzatori sociali – spiega Chiorino – ho denunciato un’assurda burocrazia nelle procedure che sta portando ad un imperdonabile ritardo nei pagamenti ai lavoratori. Inutile lo scaricabarile a cui stiamo assistendo da parte del governo: le Regioni non hanno competenza in materia di ammortizzatori, tantomeno nel loro pagamento, e queste procedure assurde sono state decise, da un governo che ha imposto più burocrazia inutile di qualsiasi altro governo nella storia d’Italia».

«Ciò che viene ipotizzato ora è una anticipazione del 40%: ma che significa? Paghiamo una scarpa oggi e una più avanti? Significa forse che non ci sono i soldi o che si sta tentando di introdurre ulteriore confusione nelle procedure? – osserva ancora Chiorino,  – i lavoratori non meritano tutto questo. Non ci troviamo di fronte ad una qualsiasi crisi aziendale o di mercato: le aziende sono state chiuse con decreto. Sarebbe stato sufficiente proporre un unico ammortizzatore sociale con causale “Covid 19“, prevedendo l’anticipazione delle somme direttamente dall’Agenzia delle Entrate alle aziende».

 

INFEZIONE DA COVID-19 INFORTUNIO SUL LAVORO.

«Su questo punto – tuona Chiorino – non intendo mollare e riproporrò, nelle sedi opportune, nuovamente la modifica di questa fattispecie da infortunio a malattia. Un analogo emendamento era già stato presentato da alcuni parlamentari piemontesi di destra in occasione della conversione in legge del decreto “Liquidità”, ma il governo non lo ha accolto. Le imprese e tutti i datori di lavoro avranno una responsabilità oggettiva e saranno perseguibili penalmente a fronte di un contagio di un dipendente. Un’aberrazione giuridica ed un accanimento contro le imprese stesse.«E’ inaccettabile – aggiunge Chiorino – anche che in un momento come questo il governo, invece di sostenere gli imprenditori e i commercianti, massacrati dalle chiusure, pensi di mettere in pista migliaia di ispettori del lavoro a caccia di presunte irregolarità. Altro che rilancio: paradossalmente qui l’obiettivo sembra quello di dare il colpo di grazia al sistema Paese e alle nostre imprese».

 

DISOCCUPAZIONE

«Il bilancio dei posti di lavoro persi è già drammatico. In Italia siamo stati i primi a chiudere tutto e ora siamo gli ultimi ad apprestarci a riaprire: per oltre due mesi il mondo economico si è fermato, isolato entro i suoi confini nazionali, mentre all’estero le dinamiche sono state ben diverse. Questo governo tenta di ripulirsi la coscienza stanziando pochi spiccioli sotto forma di un assistenzialismo improduttivo che alle imprese piemontesi serve davvero a poco. Anche perché queste misure non saranno sufficienti neppure a far girare i consumi interni o a tenere buoni, come loro vorrebbero, i piemontesi e, in generale, gli italiani. Senza lavoro non c’è dignità: questo concetto l’ho espresso fin dall’inizio e non mi stancherò mai di ribadirlo».

 

AUTOMOTIVE

«Trovo infine inaccettabile – conclude Chiorino – che, almeno a giudicare dalle bozze a disposizione, il governo abbia pensato a incentivare la mobilità alternativa con il bonus per biciclette e monopattini, dimenticandosi però, a quanto pare, di uno dei settori trainanti del nostro Piemonte come l’automotive, che era già in difficoltà prima e ora rischia davvero il collasso. Mentre in Piemonte stiamo lavorando senza sosta, per far ripartire il comparto, investire in formazione e nuove tecnologie e attirare investimenti, a Roma pensano a far vendere monopattini. Dimenticandosi, forse, che intorno all’automotive gravano migliaia di posti di lavoro che erano già a forte rischio prima del coronavirus e che, se non partirà subito un piano strategico con una visione ben precisa, sono destinati a scomparire, nonostante tutti i nostri sforzi».

Allasia: “Con l’Ansa per la pluralità dell’informazione”

Il presidente del Consiglio regionale, Stefano Allasia, interviene a proposito dello sciopero in corso all’agenzia Ansa: 

“Sono vicino ai giornalisti e a tutti coloro che lavorano all’Agenzia Ansa che stanno vivendo ore difficili e combattono per il loro posto di lavoro.
Personalmente sostengo  da sempre la pluralità dell’informazione e l’importanza delle reti locali e dei singoli settori.  I tagli annunciati dall’azienda pregiudicherebbero in maniera gravissima la qualita’ dell’informazione, che in alcuni territori rimarrebbe addirittura scoperta, e penalizzerebbero i lavoratori piu’ deboli, i collaboratori, gia’ privi di molte tutele. La Lega, come sempre, sarà in prima linea per garantire la continuità e la sopravvivenza di tutte le voci”.

+Europa: “Appendino non è il futuro”

Torino merita una nuova e migliore amministrazione, che abbia al centro del suo programma il rilancio di una città già gravemente colpita dalla crisi prima del Covid19 e che oggi vede messa a rischio la qualità della vita e il futuro dei propri cittadini.

L’attuale amministrazione ha evidenziato in questi anni limiti gravi, ha impedito alla città di essere inserita con un ruolo da protagonista all’interno di opportunità importanti, come le Olimpiadi Invernali di Milano e Cortina del 2026, che avrebbero rappresentato un volano per il rinnovamento, come lo furono quelle del 2006. L’attuale amministrazione ha avversato, oltre ogni limite, il proseguimento dei lavori della TAV, invece di cercare di avere un ruolo attivo e positivo, che garantisca a quest’opera strategica le necessarie ricadute sullo sviluppo logistico dell’area contermine e sul flusso dei passeggeri, indispensabile per le attività produttive e il consolidamento della nuova vocazione turistica. L’attuale amministrazione ha dimenticato, più ancora delle precedenti, il ruolo delle periferie, la qualità della vita dei residenti e la loro sicurezza. L’attuale amministrazione è stata del tutto assente e latitante durante la Fase 1 dell’emergenza sanitaria, celandosi dietro le inefficienze della Regione Piemonte e del Governo e mai rappresentando per i cittadini, le associazioni, le organizzazioni sociali un riferimento capace di condizionare scelte utili a migliorare le attività di prevenzione e contenimento. L’attuale amministrazione ha gestito negli anni scorsi con ritardi e confusione i temi relativi alla infrastrutturazione e ai trasporti. L’attuale amministrazione ha completamente abdicato al ruolo fondamentale per lo sviluppo di protagonista dell’Area Metropolitana, che è l’ambito territoriale, economico e sociale sul quale di gioca la partita economica e la competizione con altre realtà più dinamiche e capaci di candidarsi a nuovi ruoli a livello nazionale, europeo ed internazionale. L’attuale amministrazione ambiva a rinnovare la classe dirigente in modo diffuso, ma ha totalmente fallito anche in questo compito, chiudendosi a riccio in logiche di solo apparente ricambio, spesso più simile ad una riverniciatura dell’esistente e promozione di ‘inesperienze’ premiate dall’appartenenza più che dalla competenza. Per noi di +Europa Torino, Azione e Associazione Aglietta deve quindi essere escluso dal campo qualsiasi accordo, diretto o indiretto, con l’attuale amministrazione, il M5S e la sindaca Appendino. Chiunque proporrà una simile prospettiva si scontrerà con il nostro NO, con la nostra volontà di dare vita ad una coalizione che sia veramente in grado di riscrivere un piano di sviluppo della città, un vero progetto di sviluppo economico e sociale, alla cui guida ci sia un candidato (scelto attraverso primarie) veramente capace di rappresentarlo insieme ad una squadra di amministratori capaci, con esperienza politica e professionale, che rappresentino un vero rinnovamento della classe dirigente di questa città.  Ci auguriamo che tutto il PD voglia essere con noi in questo percorso, che altrimenti intraprenderemo e proseguiremo da soli.

Marco Cavaletto, coordinatore +Europa Torino

Claudio Lubatti, consigliere comunale di Torino per Azione

Alberto Nigra, +Europa Piemonte

Patrizia De Grazia, coordinatrice Associazione Radicale Adelaide Aglietta

Davide Dellarole, +Europa Piemonte