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Ruffino (fi): “Conte ha un’alternativa al lockdown nazionale?”

 Si può dire, parafrasando un adagio popolare, che “il governo pietoso fa il malato canceroso”.

È quanto sta succedendo con la geografia cromatica messa in campo dal governo nell’illusione che la battaglia contro il Covid-19 può essere vinta come si vince una partita a scacchi: una regione si sposta a rosso, un’altra a giallo e così via.

     L’Ordine dei medici ha parlato con grande chiarezza: con gli ospedali al collasso, costretti ad allestire posti letto perfino nelle cappelle della Messa, il lockdown è l’unica strada davvero seria ed efficace per evitare una catastrofe sanitaria. È a questa richiesta perentoria che il presidente Conte deve dare una risposta: a lui tocca indicare, se esiste, un’alternativa al lockdown nazionale. Temo che il tempo per evitare il lockdown sia stato bruciato durante i mesi estivi della spensieratezza marina o montana, con il governo impegnato a discutere di legge elettorale e altro, come se il Covid si fosse congedato dall’Italia. Il lockdown non sarebbe soltanto conseguenza dei comportamenti di qualche cittadino irresponsabile (ce ne sono, e non sono pochi) ma è il figlio di un governo che ha tirato i remi in barca, ha rifiutato gli aiuti europei del Mes, e ha lasciato campo libero al virus. Di questo è non di altro si deve occupare il Parlamento.

Daniela Ruffino, deputata di Forza Italia

 

Pd : “100.000 contagi. Il Piemonte è in difficoltà. Servono cambio di rotta e aiuto esterno”

I consiglieri regionali Dem: “La situazione sanitaria in Piemonte continua a essere drammatica:

i contagi ieri hanno superato quota 100.000, la salita della curva dei ricoveri continua ed entro massimo 10 giorni il sistema sanitario regionale non sarà più in grado di farvi fronte come ha confermato il DIRMEI nell’audizione di ieri in Commissione Sanità.

In questi mesi tante sono state le proposte fatte dalla minoranza in consiglio così come dal mondo sanitario, ma sempre ignorate dal Presidente e dalla sua Giunta che sfugge il confronto.

In queste condizioni sarà difficile resistere a lungo. Cirio e la maggioranza devono fare un salto di qualità e operare cambiamenti radicali, altrimenti le conseguenze per il Piemonte rischiano di essere devastanti.

Il conto alla rovescia è impietoso, tra poco più di una settimana le strutture sanitarie saranno costrette a respingere i malati, per questo Cirio lasci da parte le polemiche con il Governo sulla “zona rossa” che peraltro rischia di essere insufficiente per arginare il contagio, e abbia il coraggio di chiedere una mano a quello stesso Governo per avere aiuti straordinari a partire dall’esercito e dalla protezione civile. Abbia il coraggio di mettere in discussione le sue scelte e di rivedere l’organizzazione dell’emergenza che non sta funzionando e di continuare a sollecitare la sanità privata per assicurare nuovi spazi. Soprattutto abbia il coraggio di rivedere la catena di comando eccessivamente pletorica: unità di crisi, DIRMEI, direzione regionale, direzioni sanitarie…  Non è accettabile leggere provvedimenti firmati da 5 diversi soggetti: è la prova che la catena di comando non è chiara. Il virus corre veloce, è fondamentale reagire con altrettanta rapidità.

Serve un cambio di passo immediato sulle condizioni contrattuali proposte per le nuove assunzioni: quelle offerte fino ad ora hanno fatto sì che medici e infermieri scegliessero altre regioni rispetto alla nostra e oggi siamo in sofferenza. Così come non si capisce come mai, secondo quanto denunciato dall’ASGI, si siano esclusi i cittadini stranieri dai bandi di reclutamento delle ASL piemontesi nonostante il Decreto Cura Italia ne consentisse l’assunzione.

Si tratta di scelte importanti per dare risposte ai cittadini e un segnale a tutti gli operatori socio-sanitari, che ancora una volta stanno lavorando in condizioni di stress enormi, in un clima generale, però, che è cambiato e li sostiene di meno rispetto alla prima ondata. Le istituzioni non devono lasciarli soli.

Avremo modo di riflettere sulle mancanze degli ultimi mesi, le decisioni rinviate, la programmazione carente, l’inutile politica degli annunci e le scelte discutibili come il Riparti Piemonte. Un provvedimento quest’ultimo su cui la Giunta si è giocata tutta la sua credibilità oltre a spendere tutto lo spendibile. Il gruppo del Partito Democratico aveva esortato a non “svendere i gioielli di famiglia” alla prima difficoltà e prepararsi, invece, a un lungo periodo in cui ogni risorsa andava calibrata: oggi in cassa non c’è più nulla e non possiamo fare altro che delegare ogni sostegno all’economia al Governo”.

Raffaele Gallo – presidente Gruppo PD in Consiglio Regionale

Domenico Rossi – Vicepresidente Commissione Sanità

Daniele Valle – Coordinatore del Gruppo di lavoro su emergenza Covid-19

Mauro Salizzoni – Vicepresidente del Consiglio Regionale

Emergenza Covid, Grimaldi (LUV): “Apriamo subito i bandi”

“anche ai medici, infermieri e personale sanitario proveniente da Paesi oltre l’Unione Europea”

“I nostri ospedali sono ad un passo dal collasso e il nostro personale sanitario è allo stremo, costretto a turni massacranti e sempre sotto pressione, eppure la Giunta regionale nei bandi per il Reclutamento personale Emergenza Covid – 19 decide di ignorare una norma in vigore da marzo 2020 e che, come ricorda ASGI (l’Associazione per gli Studi Giuridici sull’Immigrazione), all’art. 13 del “Decreto Cura Italia” prevede la possibilità di assumere “alle dipendenze della pubblica amministrazione per l’esercizio di professioni sanitarie e per la qualifica di operatore socio-sanitario tutti i cittadini di Paesi non appartenenti all’Unione europea, titolari di un permesso di soggiorno che consente di lavorare, fermo ogni altro limite di legge”. Perché nei suoi bandi la Regione Piemonte non ha previsto questa possibilità?” – si chiede Marco Grimaldi, capogruppo di Liberi Uguali Verdi in Regione.

“Se si tratta di un errore materiale – prosegue Grimaldi – siamo di fronte ad un abbaglio molto grave che rischia di pregiudicare la ricerca di nuovi medici e infermieri ma che siamo in tempo a rimediare; se invece questa scelta nasconde un pregiudizio ideologico, questa logica è del tutto imperdonabile. In un momento di emergenza nazionale e regionale come questa, occorre lasciare da parte le proprie posizioni politiche e agire, tutti, per il bene della nostra comunità. Invito pertanto Cirio e la sua maggioranza leghista – conclude Grimaldi – a tornare sui propri passi e aprire i bandi anche a medici, infermieri e personale sanitario extracomunitario”.

Boni lancia la candidatura alle primarie del centrosinistra

martedì 10 novembre, alle ore 19 si svolgerà on-line il lancio del comitato di sostegno alla candidatura alle primarie del centrosinistra torinese di Igor Boni. La riunione è aperta a tutti e si potrà seguire al seguente link: https://meet.google.com/min-ndmi-six

Commenta Igor Boni:
“Per aprire una nuova era per Torino dobbiamo voltare pagina, sia rispetto a questi ultimi anni, sia rispetto al passato. Ci sono competenze e passioni da mettere insieme e c’è necessità di dare assoluta priorità al dialogo e all’intervento concreto in aree della nostra città che sono state lasciate indietro, mettendo da parte le vuote promesse e le vuote parole dette da troppi. Io non affronto queste primarie dicendo che sarò capace a risolvere i problemi di Torino da solo. Io dico che dobbiamo risolverli insieme, facendo squadra. Il voto, mai come in questo periodo di crisi difficilissima e durissima, non può essere una delega al 100% a qualcuno dicendo ‘pensaci tu!’, deve essere una scelta di condivisione di un percorso. Chi promette di avere in mano la soluzione è semplicemente l’ultimo di una serie interminabile di mentitori.
Al primo punto dobbiamo mettere la verità, la capacità di dire ai torinesi che non va tutto bene e non andrà tutto bene ma che ne usciremo ricostruendo speranza, alleanze, legami e programmi comuni con le città vicine, riconquistando la capacità e la volontà di guardare avanti, sapendo che la strada sarà lunga ma che la percorreremo.

Ringrazio Radicali Italiani e +Europa per il pieno sostegno; la mia non è non sarà una candidatura di bandiera ma una candidatura di alternativa al passato, che vuole raccogliere il consenso e il sostegno di molti altri. Una candidatura che ha l’ambizione di rappresentare un modo diverso di fare politica, con i torinesi, per strada, con l’impegno dimostrato in questi oltre 30 anni dove abbiamo conquistato libertà, responsabilità e trasparenza per tutti. Una candidatura che vuole raccogliere e dare voce alle tante energie che ci sono e che sono oggi purtroppo disperse e poco incisive”.

Napoli (Fi): “Inaccettabile che Alitalia riduca i voli su Torino”

L’on. Osvaldo Napoli (fi) ha presentato un’interrogazione al Presidente del Consiglio dei Ministri, al Ministro delle Infrastrutture e dei trasporti

“Da lunedì 9 novembre il vettore Alitalia effettua un solo volo di andata da Torino per Roma e il ritorno soltanto il giorno dopo.
Inoltre si è appreso in queste ore che Alitalia intende cancellare i voli A/R su Torino nei giorni 10, 14, 17, 21, 24, 28 novembre e il primo dicembre.
È noto che la compagnia tornata di bandiera, quest’estate, ha ricevuto 3 miliardi dallo Stato.
Alitalia è ancora in vita anche grazie ai contributi dei torinesi e dei piemontesi e quei soldi non posso essere disprezzati.
Alitalia ha mantenuto tutti i voli di Linate su Roma, riservando un trattamento migliore alla Lombardia e discriminando il Piemonte. Chiedo se i Ministri in indirizzo, per quanto di loro competenza, non ritengano questo atteggiamento discriminatorio nei confronti nel Piemonte.
Quali azioni ritengano di adottare per il ripristino immediato di un servizio decente da parte di Alitalia, che preveda almeno un volo A/R su Roma nella medesima giornata.
Nel caso il servizio non venisse ripristinato, se non ritengano ragionevole, restituire la quota di denaro percentualmente a carico del Piemonte.”

Tanto sarà sempre colpa del virus

Ho fatto il vaccino con tutta la famiglia. Un po’ più tardi degli altri anni ma non posso e soprattutto non voglio lamentarmi
Direi di più, sono tra i privilegiati che non hanno dovuto sbattersi per risolvere il problema. Lo debbo alla altissima professionalità e coscienziosità del medico di base Dott. Alessandro Cunoglio e forse (probabile) al fatto di non risiedere più in Torino città.  Oramai è chiaro che le complessità delle grosse città portano alla loro quasi totale ingovernabilità. Avremmo dovuto essere organizzati per combattere più efficacemente il Covid. Così non è stato.  È sotto gli occhi di tutti.
Non solo l’organizzazione ma anche la serietà  del personale medico, in questo caso dei medici di base. Senza nulla togliere a chi è in prima linea negli ospedali e non solo chi è al pronto soccorso o nei reparti di terapia intensiva. Non passa giorno che non legga o senta racconti di amici e conoscenti che viceversa descrivono episodi di negligenza. In questi mesi si doveva potenziare la struttura sanitaria a più livelli e così non è stato. Non c’è da esserne allegri.
Non che si dovesse recuperare in sei mesi quello che si era perso in 30 anni. Ma insisto, qualcosa si doveva fare. Impreparati.  Tragicamente impreparati.  E sui trasporti pubblici che possiamo dire? Sfasciati erano ieri e sfasciati lo sono adesso, inefficienti e carenti. Ed anche ciò era noto a tutti. Il nostro è decisamente uno strano paese.  Ai cittadini da’ la possibilità di comprarsi un profumo o di tagliarsi i capelli ma non ai nostri figli di andare a scuola. Penso  siamo gli unici in tutta Europa. Un Paese che rinuncia nel formare i propri giovani è un Paese che non ha futuro.
Anzi che non vuole avere futuro. Non da oggi,  sicuramente. Un Paese con tradizioni millenarie su Università e scuole. Purtroppo un Paese dove la ricerca scientifica e pressoché zero. Dove c’è e ci sarà la fuga dei cervelli e di chi laureandosi non si ritrova in questo nostro levantismo culturale.
La pagheremo in modo salato. Del resto avere un Ministro degli Esteri che non conosce la geografia la dice lunga su come siamo messi. Ci poteva essere un’occasione derivata dalla drammaticità della crisi prodotta dal Covid. E’stato l’ennesimo fallimento di una classe politica inetta e distratta.  A Torino come a Roma.  Una classe politica che preferisce litigare che risolvere. Non dico risolvere ma almeno contenere. Litigano e il Governo delega agli algoritmi i suoi decreti legge.  Dettaglio: continua la non presentazione del Piano industriale Italia. Tanto quando si tireranno le somme sarà sempre colpa del Coronavirus e non delle scelte non fatte.
Patrizio Tosetto 

Sport, Costanzo (M5S): “Presto Tavolo permanente”

 Con i ministri Spadafora e Catalfo sul lavoro sportivo 

“Dopo l’invio della lettera ai ministri Spadafora e Catalfo per portare alla loro attenzione le esigenze delle categorie più colpite: ristoratori, commercianti, mondo della cultura e dello sport  nelle regioni rosse partirà un tavolo permanente per il mondo del lavoro sportivo” afferma la deputata di Castiglione Torinese Jessica Costanzo in commissione lavoro .  

Sul territorio l’assessore di Settimo Torinese Daniele Volpatto aveva organizzato già a fine ottobre un confronto con l’assessore regionale Ricca e con i rappresentanti delle associazioni, dei circolo, delle scuole di danza e delle palestre.
Dall’interlocuzione è stata inviata una lettera indirizzata al Ministro Speranza e ai presidenti dell’Anci nazionale e piemontese in cui è emersa la necessità scongiurare il fallimento di tutte le realtà sportive che in questi mesi hanno ottemperato, anche con finanziamenti propri, ad ogni adeguamento secondo i protocolli sanitari per il contrasto al COVID-19.
“Mi sono attivata, aggiunge Costanzo, per inviare tutte queste preoccupazioni e criticità anche alla ministra del lavoro Nunzia Catalfo poiché la perdita di iscritti e delle quote associative, il peso dei canoni e delle utenze, la difficoltà di accesso alle palestre impatta pesantemente sul mondo del lavoro e delle famiglie.
Entrambi i ministri hanno accettato di creare un tavolo per tutti gli operatori del mondo sportivo- lavorativo: dai rappresentanti degli atleti ai tecnici e ai dirigenti, dalle varie leghe ai sindacati e alle associazioni di categoria. Ritengo che questo passaggio sia decisivo per riconoscere in maniera chiara il valore del lavoro nel mondo dello sport” conclude Costanzo,

Politica, professionalità e professionismo

Lo si diceva già durante la prima ondata della pandemia. Ma adesso, cioè nella terribile seconda ondata, la questione è riesplosa in tutta la sua ruvidezza.

E cioè, la richiesta insistente e massicciai di una esplicita e manifesta competenza della classe dirigente politica, in particolare quella di governo. Perchè il nodo da sciogliere, come ormai emerge da tutte le rilevazioni demoscopiche, è ancora e sempre riconducibile a quell’aspetto, ovvero alla competenza e alla professionalità del ceto dirigente. Certo, dopo l’uragano populista e l’avvento al potere delle forze populiste, era del tutto prevedibile che la competenza veniva sacrificata sull’altare di altri ingredienti e altre priorità. Non a caso, sono stati altri i punti cardinali delle forze populiste e demagogiche che hanno vinto le ultime elezioni politiche. Dalla improvvisazione alla casualità, dalla inesperienza alla incompetenza, dalla demolizione di tutto ciò che era riconducibile politicamente al passato al rinnegamento delle culture politiche e del parlamentarismo. Era difficile, molto difficile, che da questo coacervo potesse nascere o decollare una classe dirigente autorevole, qualificata e competente. Al massimo, com’è puntualmente capitato e com’era ampiamente previsto, dopo essere arrivati al potere per puro caso sull’onda dell’ideologia del “vaffa”, è subentrata la disillusione e tutti i limiti sono clamorosamente emersi. Nella concreta azione politica, nell’azione di governo e nella capacità di saper governare i processi che la nostra società ha manifestato in questa stagione per molti versi drammatica ed inquietante. Paradossalmente, l’unico elemento chiaro che è emerso è la vocazione al professionismo politico di questa classe politica improvvisata. Ovvero, detto tra di noi, l’esatta alternativa della professionalità della politica pur presente in rarissime eccezioni nell’attuale squadra di governo. I cosiddetti rivoluzionari, tutti coloro che avevano l’obiettivo di abbattere il palazzo e cacciare la “casta” hanno finito, secondo il principio della palingenesi dei fini, per difendere strenuamente il seggio parlamentare, i relativi benefit economici e tutto ciò che è riconducibile ad un mero disegno di potere. Con tanti saluti, come ovvio e scontato, a qualsiasi straccio di competenza, di professionalità, di autorevolezza e di qualità nell’azione di governo. Altrochè il cambiamento e il rinnovamento della politica rispetto al passato…
Comunque sia, siamo in un crocevia lungo il quale non si intravede all’orizzonte, almeno nel breve medio termine, un barlume di speranza capace di ridare lustro, competenza e professionalità alla nostra classe dirigente politica. E questo resta, com’è altrettanto ovvio e scontato, la vera incognita e il vero nodo da sciogliere se vogliamo ridare qualità alla nostra politica, solidità alle nostre istituzioni democratiche ed efficienza alla nostra azione di governo.

Giorgio Merlo

Chiusura Pininfarina Engineering, solidarietà dalla Buona Destra

Il Comitato per la Buona Destra di Torino esprime massima solidarietà ai 135 lavoratori coinvolti nella cessata attività della Pininfarina Engineering, la cui messa in liquidazione, per cessata attività, è stata confermata questa mattina dai vertici aziendali.

Associandoci alle proposte sindacali, rivolgiamo un appello alla società Mahindra, titolare del marchio, affinché i 135 esuberi, molti dei quali rappresentati da figure di elevatissimo profilo di specializzazione, possano essere trasferiti presso lo stabilimento della casa madre di Cambiano (TO), e di accedere a tutte le misure di ammortizzamento sociale a disposizione, atti ad evitare il licenziamento dei lavoratori.

In una situazione nazionale e globale di profonda crisi economica, ci appelliamo anche alle istituzioni regionali e cittadine affinché un’azienda, che rappresenta un vanto storico del tessuto imprenditoriale Torinese, possa essere tutelata salvaguardando al contempo la situazione occupazionale in essere.

Il Comitato per la Buona Destra di Torino si offre come supporto alle forze sindacali per l’accesso alle forme di ammortizzazione sociale disponibili per tutti i 135 dipendenti coinvolti al fine di facilitarne una nuova ricollocazione nel tessuto sociale ed economico della città.

Comitato per la Buona Destra di Torino

Le opposizioni in Regione: “Cirio smetta di dare le colpe ad altri“

“Covid-Piemonte:  si usi ogni istante del lockdown per fermare questa tragedia”

“Abbiamo ascoltato su Sky il Presidente Cirio in stato di confusione: ha detto che nella conferenza stampa del 21 in cui annunciava test rapidi molecolari a tappeto avrebbe letto il comunicato stampa di Federfarma in merito all’accordo sui test, ma il primo comunicato del sindacato dei farmacisti è datato 26 ottobre. Come ha fatto a leggere un testo che non era ancora stato creato? Delle due l’una: o il Presidente è molto stanco o, come al solito, alla domanda di un giornalista che gli chiedeva conto dei suoi annunci ha voluto scaricare la colpa su altri. Se propendiamo per la prima, Presidente Cirio stiamo perdendo fiducia in lei e nelle sue capacità di gestione della nostra regione, e con noi la stanno perdendo centinaia di migliaia di piemontesi. Se propendiamo per la seconda si tratta di una tecnica che ormai conosciamo bene – è il commento dei capigruppo di opposizione in Regione.

“Purtoppo però negli ospedali torinesi siamo nella stessa situazione di marzo, forse peggio – proseguono Gallo, Giaccone, Grimaldi, Magliano e Sacco – ieri molti codici rossi in attesa di ricovero non avevano un posto dove stare. Sono donne e uomini in attesa di essere intubati che non trovavano un posto in cui essere curati. Per trovare posto a loro si sono sacrificati posti letto per malati non urgenti, il prossimo passo quale sarà? Per questo motivo i sanitari ormai sono costretti a mettere temporaneamente le barelle nei corridoi e riempire di lettini le chiese degli ospedali. Siamo nel bel mezzo della seconda ondata e la stiamo combattendo quasi a mani nude”

Presidente Cirio, Assessore Icardi: non è tempo di fare polemica. Non lo è per noi, che non passeremo le prossime settimane a ricordarvi tutte le molte cose che avete sbagliato e sottovalutato in questi mesi, e non potete permettervelo voi, che una seconda ondata l’avete negata fino a qualche settimana fa” – concludono i capigruppo di Partito Democratico, Liberi Uguali Verdi, Moderati, Lista Chiamparino per il Piemonte e Movimento 5 Stelle. “I prossimi dieci giorni saranno decisivi per il nostro Paese e – soprattutto – per la nostra Regione: ci aspettiamo di non vedervi né sentirvi più sui giornali e sui telegiornali pronti a scaricare le colpe dei vostri fallimenti a turno su qualcun altro, o a cercare di distogliere l’attenzione dei cittadini puntandola sul falso problema dell’appartenenza o meno alla zona rossa. Ci aspettiamo che utilizziate i prossimi 10 giorni per fare uscire dall’emergenza il Piemonte. Ci aspettiamo che facciate tesoro dei vostri errori e che siate in grado di evitare al Piemonte un fine anno in lockdown”.