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Cavallerizza Reale, Pd: “La Regione salga a bordo”

“L’Università è disponibile a fare la sua parte nel progetto di riqualificazione della Cavallerizza Reale e vuole essere coinvolta: una bella notizia!” dichiara il vicepresidente della Commissione Cultura del Consiglio regionale Daniele Valle (Pd)

“In molte occasioni ho ribadito l’importanza di recuperare e valorizzare la Cavallerizza, un bene Unesco di valore inestimabile che è stato interessato da episodi brutti, come l’incendio di qualche mese fa. Le istituzioni devono dare il proprio contributo per restaurare un edificio che è patrimonio di tutti i cittadini e auspico che, se vi sarà la necessità, la Regione intervenga e collabori concretamente al progetto” prosegue Valle

“Nei prossimi giorni verrà calendarizzata la convocazione di una seduta congiunta delle Commissioni Cultura del Consiglio regionale e del Comune di Torino, come richiesto dalle opposizioni, e questa sarà l’occasione per affrontare finalmente con serietà, il tema del futuro della Cavallerizza Reale” conclude Valle.

M5S: “Togliere i contributi a chi delocalizza”

Le imprese beneficiarie di contributi regionali avranno l’obbligo di restituirli in caso di delocalizzazione fuori dal Piemonte o di mancata applicazione delle norme sulla sicurezza sul luogo di lavoro e di legislazione ambientale

È questo l’obiettivo principale della legge anti delocalizzazione, a prima firma Francesca Frediani (M5s), illustrata oggi in Terza Commissione, presieduta da Claudio Leone.

La Pdl era stata presentata nella passata legislatura: la commissione aveva concordato sull’opportunità di non ripetere le consultazioni già effettuate.

“Si tratta di uno strumento utile per arginare, almeno in parte, casi fin troppo frequenti in Italia e nella nostra regione dove aziende in piena salute, dopo aver beneficiato di contributi pubblici, spostano la produzione in paesi in cui il costo del lavoro è più basso” ha sottolineato Frediani.

Il testo prevede anche l’istituzione dell’Osservatorio per il controllo sulle delocalizzazioni produttive con il compito di acquisire e di monitorare i dati e le informazioni relativi al fenomeno delle delocalizzazioni, nonché di avanzare proposte che neutralizzino le incidenze negative del fenomeno.

Si prevede inoltre la stipula di “Contratti di insediamento” tra le imprese e la Regione Piemonte attraverso i quali si impegnano le imprese al mantenimento dell’attività per almeno sette anni dall’erogazione del contributo regionale.

Dopo l’illustrazione, sono intervenuti per chiarimenti i consiglieri Mauro Fava e Angelo Dago (entrambi della Lega), Raffaele Gallo (Pd) e Sean Sacco (M5s).

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Allontanare i minori? Ultima ratio

“L’allontanamento dei minori, a parte i casi di abusi gravi e accertati, dovrebbe essere sempre l’ultima ratio”

DA PALAZZO LASCARIS – Lo hanno affermato unanimi i rappresentanti delle famiglie che hanno segnalato casi relativi ai lavori dell’indagine conoscitiva sul sistema regionale di segnalazione e presa in carico dei casi di abuso e maltrattamento sui minori, di allontanamento dai nuclei familiari di appartenenza e della collocazione in comunità o affido che si è svolta  in Commissione Sanità, presieduta da Alessandro Stecco, alla presenza dell’assessore regionale alle Politiche della famiglia Chiara Caucino.

L’opinione comune dei rappresentanti delle associazioni intervenute – Comitato dei cittadini per i diritti umani (Ccdu), Unione nazionale associazione vittime italiane (Unavi) e #Bambinistrappati – è che, a differenza di quanto raccomandato dalle Carte internazionali e della Costituzione italiana, non sempre nei procedimenti siano al centro il minore e i suoi diritti.

“I bambini non sono né di destra né di sinistra – ha sottolineato Paolo Roat del Ccdu – rappresentano il futuro della società e, in quanto tali vanno aiutati a crescere. Molti allontanamenti potrebbero essere evitati se ci si basasse sui diritti del bambino”.

“L’abuso diagnostico – ha evidenziato Massimo Proietti di Unavi – può portare a ‘etichettare’ le famiglie con patologie psicopatologiche, quando a volte potrebbe essere sufficiente un aiuto di tipo economico per preservare l’unità familiare e permettere al minore di crescere nella propria famiglia d’origine. L’attenzione degli operatori, inoltre, è spesso rivolta verso i genitori, verso le problematiche tra gli adulti, e non verso il rapporto affettivo tra figli e genitori”.

“Quello che colpisce – ha osservato Sara Deceglia di #Bambinistrappati – è la discrezionalità delle relazioni degli operatori, talora in contraddizione le une con le altre. E la mancanza di progetti, che lascia le famiglie in oblio autodistruttivo”.

È stata anche sottolineata la carenza di operatori che, obbligati a gestire un gran numero di pratiche, non di rado faccia sì che si rimanga arroccati sulle prime decisioni prese senza possibilità di valutare eventuali cambiamenti e miglioramenti intervenuti, e proprio a tal fine è stata sottolineata la necessità d’individuare linee guida rigorose che permettano agli operatori revisioni periodiche del proprio operato.

Sono intervenuti, per richieste di approfondimenti, i consiglieri Marco Grimaldi (Luv) e Maurizio Marrone (Fdi).

La Camera si impegna sui problemi della montagna

“Che le mozioni su montagna e aree interne, presentate dai partiti di maggioranza e opposizione, illustrate e poi votate o alla Camera dei Deputati, siano state approvate all’unanimità è un segno dei tempi. Politico, sociale e culturale.

Importantissimo per il Paese. Non solo per Alpi e Appennini. Solo qualche anno fa sarebbe stato impensabile anche solo parlare di montagna dieci minuti nelle Aule parlamentari. Basti pensare quanto ci è voluto, 15 anni, per approvare la legge sui piccoli Comuni, importantissima e ancora da attuare. Le mozioni sono dense di proposte e opportunità. Sono lontane dall’assistenzialismo che qualcuno in passato ha chiesto e forse in parte ottenuto. Non è servito. Lo spopolamento e la desertificazione purtroppo proseguono. Sono lontane dall’imporre un centralismo dirigista che sceglie e fa fare ai margini quello che vuole il centro.

Con accezioni diverse, le mozioni si completano nelle necessità di dare sviluppo, servizi, diritti di cittadinanza, uguaglianza sostanziale, opportunità ai territori. Alle aree interne e montane che negli ultimi anni sono state destinatarie di provvedimenti che ora dovranno aumentare, anche nelle dotazioni economiche, e rispondere realmente alle sfide e proposte di comunità, imprese, esercizi commerciali, Amministrazioni locali, associazionismo, volontariato. Montagna, aree interne, ruralità, ma anche piccoli Comuni e impegno degli Enti locali. Si incrociano moltissimi temi nelle mozioni e nel dibattito di ieri e oggi a Montecitorio. Ora le azioni forte, attese dai territori, e anche da Uncem, sono molte.

Dovranno dare sostanza alle sfide del Green New Deal richiamato più volte in Aula, alla necessità di crescità economica e sviluppo, dovranno dare risposte alla crisi climatica che ha nei territori dei beni comuni un’espressione tipica e diversa dalle aree urbane. Mozioni e dibattito, con tutti i partiti protagonisti, riconducono al primato della Politica e anche al ruolo importante degli Enti locali, al centro delle scelte fatte e da fare. Come è stato per la Strategia aree interne, che deve ripartire con radicalità e opportunità per tutti i territori. Lavoriamo su nuova programmazione comunitaria e politiche ordinarie come ribadito oggi dagli importanti interventi dei Ministri Boccia e Provenzano. Venerdì tutti i temi delle mozioni saranno al centro degli Stati generali della Montagna, a Roma, nel quali saremo di certo impegnati con proposte, idee, pezzi di politica locale vitali e decisivi per le aree montane”.

Così il Presidente nazionale Uncem, Marco Bussone, a poche ore dalla conclusione del dibattito e del voto a Montecitorio sulle mozioni montagna e aree interne.

Sicurezza stradale: i monopattini? Non sono equiparabili alle bici

Mentre proprio  ieri in corso Tassoni a Torino un’auto ha investito un monopattino, dal centrodestra arriva la proposta di sospendere l’equiparazioni monopattini-velocipedi e attendere nuove sperimentazioni

“Non possiamo che esprimere soddisfazione per la decisione, comunicata da PD-M5s nella seduta  della Commissione Trasporti, di aderire seppure con alcune modifiche alla risoluzione che abbiamo presentato.
La nostra risoluzione impegna il Governo a sospendere l’applicazione dell’equiparazione monopattini e velocipedi fino alla conclusione delle sperimentazioni già avviate in Italia e ad assumere tutte le iniziative necessarie a garantire la sicurezza stradale fino ad arrivare a valutare la soppressione di tale norma”. Ad annunciarlo in una nota il deputato di Forza Italia Roberto Rosso, primo firmatario della risoluzione, la deputata della Lega Elena Maccanti e il deputato Mauro Rotelli di Fratelli d’Italia.
Concludono i tre esponenti del centrodestra: “Ora attendiamo che la maggioranza ci comunichi come intende integrare la nostra risoluzione. Sicuramente resta il pasticcio che hanno creato. L’equiparazione nasce infatti da un emendamento di Italia Viva approvato al Senato – Camera che non si sta occupando della riforma del Codice della Strada – e lo ha fatto in barba al parere negativo del Ministero dei Trasporti. Non possiamo che dirci fortemente preoccupati per questo approccio: un legislatore schizofrenico è già un danno, se poi lo fa a spese della salute dei cittadini è ancor più grave. Confidiamo che il Governo metta la parola fine a questa brutta pagina di storia parlamentare evitando che – prima di intervenire – ci scappi il morto”

Il Comune condanna episodi di antisemitismo

La Commissione si è riunita oggi per la prima volta dopo l’istituzione da  parte del Consiglio Comunale
La Commissione Speciale per il “Contrasto ai fenomeni dell’intolleranza, del razzismo, dell’antisemitismo e dell’istigazione all’odio e alla violenza”, attraverso le parole della presidente Daniela Albano e del vice presidente Domenico Carretta, ha espresso “dura condanna per i gravi episodi di antisemitismo accaduti pochi giorni fa a Torino e in Piemonte. Sono fatti intollerabili per una società che vuole essere inclusiva, libera e democratica, tanto più in una città come Torino, Medaglia d’oro della Resistenza. Esprimiamo solidarietà e vicinanza alle persone che hanno subito questi atti ignobili”.
La Commissione, riunitasi oggi per la prima volta dopo l’istituzione da  parte del Consiglio Comunale, ha stabilito di costituire un osservatorio sui fenomeni di razzismo, con il coinvolgimento anche di soggetti esterni, che rappresenterà uno strumento per esaminare, contrastare e condannare  i fenomeni di razzismo.

Carlevaris presidente della Commissione Diritti e Pari Opportunità

Cinzia Carlevaris (M5S) è la nuova presidente della Commissione Diritti e Pari Opportunità del Comune di Torino

È stata eletta nella seduta di oggi della Commissione, con il voto favorevole delle commissarie M5S (Azzarà, Buccolo, Carlevaris, Ferrero, Paoli, Sganga). Non hanno partecipato al voto le consigliere Foglietta e Grippo (PD) e Pollicino (Connessione Civica).

Nel programmare i prossimi lavori, la neo-presidente ha proposto – tra le altre cose – di ragionare sul tema delle migrazioni e di avviare un progetto organico sul contrasto alla violenza sulle donne, con interventi formativi anche nelle scuole, rivolti a insegnanti, studenti e studentesse e genitori. Per combattere stereotipi e discriminazioni ed eventualmente arrivare alla stesura di un protocollo sulla comunicazione rispettosa delle differenze di genere, sul modello di quello adottato da Bologna.

“Vogliamo produrre atti concreti e promuovere azioni coordinate – ha dichiarato – per fare prevenzione attraverso il cambiamento culturale e la formazione”.

Carlevaris succede a Marina Pollicino (Gruppo misto di minoranza – Connessione Civica), la cui presidenza era stata revocata lo scorso 22 gennaio.

Ancora da attribuire la carica di vicepresidente della Commissione, dopo le dimissioni dall’incarico di Eleonora Artesio (Torino in Comune) una settimana fa.

Revisionare la macchina politica dopo anni di nulla

Piero Fassino lapidario, come suo solito: l’ alleanza con i pentastellati non è all’ordine del giorno perché non contano nulla. Pragmatico. Ogni tanto ritorna nella sua città e aver perso con Chiaretta non gli è andata giù ancora

Ha ripreso le sue antiche ambizioni di politico a tutto tondo. Brillantissima la sua carriera politica. Segretario del PCI torinese quando il partito contava e contava ancora la città di Torino. Ottimi rapporti con la famiglia Agnelli e all’Avvocato dava del tu. Responsabile organizzativo quando con Occhetto fondarono il Pds.

Segretario dei Ds e ministro della giustizia e Commercio con l’estero. Tanto contento di fare il Sindaco di Torino non era,  ma ha interpretato fino in fondo il suo ruolo viaggiando in lungo e largo per il mondo. Obbiettivo, attrarre investimenti stranieri nella nostra città. A volte ci è riuscito, non sempre, comunque. E giusto per non lasciare nulla d’ intentato è stato anche Presidente Anci. Non sa stare con le mani in mano e soprattutto non sa stare fermo. Puoi non condividere il suo operato ma è sicuramente persona colta, competente e di esperienza. L’ esatto opposto di Chiaretta, tranne per la cultura, sulla quale  non abbiamo dubbi. Sulla competenza ed esperienza invece tanti. Non a caso il Lungo ( Fassino) l’ha sempre guardata dall’alto in basso. Ma oramai il dossier pentastellato è archiviato e nella logica del maggioritario se la vedranno centrodestra e centrosinistra. Vedremo i programmi, ma non basta, aggiungo io.

 

La storia è fatta anche dagli uomini. Su questo Torino aveva una solida e (potremmo dire) gloriosa tradizione dal Risorgimento in avanti, con delle rovinose cadute da cui ha saputo riprendersi. Da Camillo Benso Conte di Cavour a Presidenti della Repubblica come Einaudi e Saragat. Filosofi da Norberto Bobbio ad Antonio Gramsci. Culla del Liberalismo e del Partito comunista italiano con Palmiro Togliatti. Poi il miracolo della Fiat reso possibile da uomini come Vittorio Valletta. Non solo industria , ovviamente pure Don Bosco e la sua geniale “invenzione” degli oratori, fino all’ arte povera di Mario Merz ed amici.

 

Tradizione che in qualche modo si è, anche, riflessa nella politica. In particolare, per raggiungere gli scopi prefissati si determinavano scontri e contraddizioni. Tutto ciò faceva crescere e da ambo le parti si formavano nuove classi dirigenti. Anche nella seconda repubblica ci sono stati alti e bassi. Castellani un po’ deboluccio sugli aspetti amministrativi aveva Domenico Carpanini come Vice. Domenico grande conoscitore della macchina burocratica e con la visione di città. Come sull’ altro versante il governatore Ghigo, talmente convinto delle sue idee amministrative che, nonostante le critiche dei suoi, andava avanti per la strada intrapresa.

Come le politiche di sostegno al Made in Piemonte. O finanziamenti all’Università di Pollenzo o al Salone del Gusto. Si era d’accordo o si dissentiva su qualcosa fatto o non raggiunto. Giunta Appendino?  Vuoto puematico. Fatto niente, in Consiglio comunale, se non percepire lo stipendio mensile per 5 anni. I pentastellati sono  oramai fuori gioco. Il classico fuoco di paglia. L’onere a chi arriverà dopo. Con due obbiettivi. Prima riavviare e revisionare un’ auto totalmente ferma da un lustro. Ma secondo ( e forse più importante) inventarsi una nuova e qualificata classe dirigente. Chiaretta comincia nel fallire il giorno della presentazione della sua Giunta. Mediamente incompetenti, non sapevano granché e i più sono rimasti ignoranti in materia. Chiunque vinca le elezioni ha il dovere morale e politico di resettare questa ignavia ed incompetenza.

 

Patrizio Tosetto

“Lo Stato tartassa le partite Iva ma è il primo fuorilegge”

Riceviamo e pubblichiamo / CORTE UE, MONTARULI (FDI): “AMENDOLA VENGA A RIFERIRE”

“Lo Stato tartassa le partite Iva ma è il primo ad essere fuorilegge. Il governo abbia un po’ di decenza e rispetti chi lavora, almeno chi lavora per lui”.

Va all’attacco la parlamentare di Fratelli d’Italia Augusta Montaruli, dopo la sentenza della Corte di Giustizia Ue che condanna l’Italia per i ritardi nei pagamenti della pubblica amministrazione. “Amendola venga a riferire su quali provvedimenti intenda assumere. Come dicevamo noi – prosegue Montaruli -, non è bastato approvare la Legge europea del 2018 per evitare la pronuncia della Corte Ue. Anziché essere un buon pagatore il Governo ha solo cercato escamotage escamotage per ammazzare i suoi fornitori, che sono poi parte del nostro tessuto produttivo. Controlla i creditori senza controllare se stesso, un pessimo esempio. Quello che però fa ancora più rabbia – prosegue la parlamentare di Fdi – è che il fanalino di coda siano proprio il Ministero della Giustizia (23 gg nel 2018) e dell’Interno (37 gg nel 2018), quelli che dovrebbero far rispettare la legge e invece oggi sono totalmente fuori controllo. Su 105 comuni esaminati, poi, la Torino con amministrazione grillina “conquista” la maglia nera, con ben 42 giorni di ritardo (undicesima su 105 comuni). Una situazione inaccettabile in un paese civile”.

Scritte antisemite a Torino, la condanna di Allasia

“Condanno con fermezza le abominevoli scritte contro il popolo ebraico comparse ieri sui muri di un palazzo in corso Casale a Torino, realizzate proprio in occasione di una ricorrenza così importante come il ‘Giorno della Memoria’

Un atto indecente che richiama uno dei periodi più atroci della storia.

Ritengo come presidente del Comitato Resistenza e Costituzione che la memoria, custodita e tramandata, sia un antidoto indispensabile contro gli orrori del passato, per scongiurare il riemergere dalle tenebre del passato di fantasmi, sentimenti, rigurgiti razzisti, predicazione dell’odio”.