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Centrodestra in piazza con la bandiera dell’ambiguità

Tutti in piazza il 2 giugno. Contro il governo degli incapaci. Beh, non proprio tutti. Anzi, solo i parlamentari del centrodestra. Non proprio una manifestazione oceanica, in grado di scuotere il Palazzo.

Andremo in piazza per ascoltare gli italiani”, assicurano i vertici dei partiti di opposizione. Bello, ma da chi vorrebbe governare ci si aspetta una proposta, non solo un ascolto di categorie che chiedono tutto e di più.

Non ci sarebbe bisogno di una manifestazione per scoprire che le richieste sommano la cancellazione delle tasse con denaro pubblico a fondo perduto…

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Centrodestra in piazza con la bandiera dell’ambiguità

Teatro Regio, Valle (pd): “Non siano i lavoratori a pagare i ritardi”

Nel corso della seduta di oggi il Consigliere Valle ha presentato un’interrogazione relativa agli stanziamenti regionali alla fondazione Teatro Regio.

“L’interrogazione – ha sottolineato Valle – nasce dalla considerazione che il settore culturale è certamente tra i più colpiti dalle misure rese necessarie dall’emergenza Covid-19 e che, a causa del blocco totale delle attività e dei ritardi degli stanziamenti regionali, pare che la Fondazione debba ricorrere, come anticipato alle rappresentanze sindacali, al Fondo d’integrazione salariale per parte delle sue maestranze”.

L’Assessore alla Cultura Vittoria Poggio, nella sua risposta, ha spiegato che “del contributo straordinario di un milione di euro per spese d’investimento a favore della Fondazione Teatro Regio di Torino, approvato dalla Giunta regionale a fine 2018, il 20 maggio scorso è pervenuta agli uffici la documentazione definitiva a rendiconto. Ora è possibile procedere al controllo e poi provvedere all’atto di liquidazione”.

“E’ fondamentale che non siano i lavoratori a pagare le conseguenze delle lungaggini burocratiche tra Enti” commenta il Vicepresidente della Commissione Cultura Valle.

“Allo stesso modo vigileremo che le paventate riduzioni delle convenzioni culturali, necessarie a finanziarie la misura bonus cultura prevista dal “Riparti Piemonte” lasciando a saldi invariati il bilancio culturale, non siano pagate dai lavoratori in una nuova versione di guerra tra poveri” conclude Valle.

Case agli stranieri, Grimaldi (LUV): “Regione ora ascolti Consulta”

“Dopo il pronunciamento del Tribunale di Milano, ora anche la Corte Costituzionale ha dato ragione a chi, come noi, riteneva gravemente discriminatori i provvedimenti con cui la Giunta ha di fatto reso l’edilizia pubblica inaccessibile agli stranieri” – dichiara il Capogruppo di Liberi Uguali Verdi, Marco Grimaldi, commentando la nota con cui il Difensore Civico della Regione ha recentemente suggerito al Consiglio regionale di emendare la Legge regionale in materia di edilizia sociale e all’Assessora agli Affari sociali di rivedere il testo della Circolare del 14 novembre 2019, in base alle motivazioni della sentenza della Corte Costituzionale n. 44 del 2020.

La sentenza della Corte fa riferimento a una legge della Regione Lombardia (8 luglio 2016 numero 16: requisiti per l’accesso ai servizi abitativi pubblici), in base alla quale l’accesso è consentito a chi è residente “per almeno cinque anni nel periodo immediatamente precedente la data di presentazione della domanda”. Questa formulazione, dichiarata illegittima dal Giudice delle Leggi perché in contrasto con il principio di uguaglianza sostanziale sancito dalla Costituzione, è presente – rileva il Difensore Civico – “in termini quasi integralmente sovrapponibili, anche nel nuovo testo dell’articolo 3 comma 1, lettera c), della Legge sull’edilizia sociale in Piemonte”.

Non solo: il 14 novembre scorso, l’Assessora Caucino ha inviato una nota ai Sindaci dei Comuni piemontesi, ai Presidenti delle ATC del Piemonte, ai Presidenti delle Commissioni Assegnazione Alloggi presso le ATC del Piemonte e al Presidente del Consorzio Intercomunale Torinese, puntualizzando che “in sede di presentazione della domanda finalizzata all’accesso all’edilizia sociale, i cittadini di Stati non appartenenti all’Unione Europea devono produrre apposita certificazione o attestazione di non possesso di immobili di proprietà nel Paese d’origine, rilasciata dalla competente autorità dello Stato di nazionalità”.

“La sostanza” – spiega Grimaldi – “è che ai cittadini extra comunitari con permesso di soggiorno regolare, in astratto ammessi ai servizi abitativi pubblici, viene in concreto negato quel diritto se nel loro Paese di origine manca un sistema di registrazione degli immobili paragonabile al nostro”.

“Negli scorsi mesi” – prosegue Grimaldi – “la Regione Piemonte, per voce dell’Assessora Caucino, ha bloccato tutte le pratiche di accesso alle graduatorie per le case popolari e di assegnazione degli appartamenti ai cittadini nati all’estero, sulla base di questo cavillo gravemente discriminatorio. Più volte l’Assessora si è schernita, di fronte alle nostre critiche, dicendo di essere stata addirittura ‘buona’ per non avere chiesto agli stranieri i documenti di tutti i Paesi del mondo, non solo quelli relativi al Paese d’origine. Bene, si è riso e si è scherzato, ma ora ci aspettiamo che la Giunta tenga conto del parare del Difensore Civico e della Corte Costituzionale, e pensi alle responsabilità – anche in sede giudiziaria – cui la Regione andrà certamente incontro, nel caso in cui non cambi idea e la smetta con i provvedimenti discriminatori”.

Il futuro di Torino, la politica e quel che resta di Fiat

No, non ci posso credere. L’architetto Guido Montanari ex vice sindaco ed ex cocco di Chiara Appendino è diventato supporter della candidatura a sindaco di Torino del rettore Politecnico Guido Saracco. Guido Montanari è tutto e l’incontrario di tutto. Profondamente no Tav ed amico fedele degli antagonisti vuole appoggiare PD e centro sinistra, solo colpevole della grave situazione economica e sociale della nostra città.

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Ma diciamocela tutta: non è questa la vera notizia. La vera notizia sono le commissioni istituite dal Rettore Saracco. Commissioni atte a redigere delle proposte rivolte alla Città di Torino. Tradotto, il Prof. Guido Saracco si mette in proprio. Detto in altri termini,  se partiti di centrosinistra ci state, bene, viceversa vado avanti da solo. Indubbiamente una accelerata. C’è qualcuno dietro a questa (quasi) ufficiale candidatura? Ovviamente non è dato a sapere, ciò che è sicuramente certo è il disastro Torino. Prima, nel settore auto era la prima.
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Dalla carrozzeria al motore ed alla componentistica. Ora, appunto, disastro. Sempre 20 anni fa si parlava di far diventare Mirafiori un centro di produzione ed assemblaggio motori. Ora al massimo centro di ricerca finanziato dall’Europa. L’annoso problema degli investimenti in ricerca e produzione. Con i contrari nel finanziare la Fca perché non paga le tasse in Italia. Altro problema, per l’anno successivo 33 % di studenti fuori sede in meno. Ed anche qui Torino era all’avanguardia. Italia Robotica, ente tra scuola e Comau. Come progettare e realizzare linee di montaggio sempre più competitive. Come utilizzare e progettare l’intellingenza artificiale. L’Itis Avogrado di Torino uno dei punti di eccellenza. Andato in pensione il professore Enzo Marvaso, deus ex machina, mi sa che si è arenato tutto. Anche il tentativo di rilancio della ricerca informatica Olivetti e della nostra silicon Valley, la nostra Ivrea  con il Canavese incluso. Rilanciare tutto questo è possibile? Francamente siamo in ritardo, ma tentar non nuoce. La nostra storia dimostra che le idee non mancano, sono mancati i soldi e le idee sono rimaste embrioni di un domani che non è arrivato. I sindacati applaudono alla richiesta di finanziamenti per 6 miliardi a Fca. Grande botta di fortuna…
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Sinistra sbrindellata e Calenda contrarissimi. Classe politica locale totalmente assente. Ed inserire questo investimento in una più ampia politica economica locale? Capisco che è avvenuto prima e perché mai dovrebbe avvenire ora? Indubbiamente vane speranze. Molti i tentativi per sinergizzare le forze private e pubbliche come la società tra Fiat Comune e Regione sotto l’egida di FinPiemonte come Tne. Tanti soldi, tanti sforzi e sono passati 20 anni con risultati Zero. Precisamente un risultato c’è stato: i soldi pubblici dati a Fiat sono serviti per pagare parte dei debiti che questa aveva con Sanpaolo. E sullo sfondo, eccolo lì il Politecnico di Torino. Si dice tra le Università più importanti e famose del mondo. Accidenti, proprio così. Anni in cui il Prof. Francesco Profumo era il Rettore con una successiva e rapida carriera. Ministro della Repubblica e poi Presidente di Fondazione San Paolo sostituendo Sergio Chiamparino,  amico per la pelle richiamato dalla politica. Il Chiampa Nazionale. Deputato della Repubblica e proponente della rotazione auto con Fiat che vendette molte vetture. Conosciuto e stimato soprattutto  per essere stato Sindaco di Torino che ha gestito le Olimpiadi 2006 fortemente volute dall’ Avvocato per antonomasia Gianni Agnelli Presidente Fiat. Governatore del Piemonte sconfitto al secondo giro dal centrodestra. Chiampa che ha sempre avuto un buon rapporto con Enzo Ghigo,  tra i più bravi governatori del Piemonte. Un’amicizia oltre la politica che ha portato Ghigo a far votare Sergio Chiamparino al ballottaggio contro Roberto Rosso. Ci ha visto lungo Ghigo, prima responsabile di Publitalia e grande capo di Forza Italia. Chi lo conosce bene sostiene che si informa bene prima di parlare e di decidere politicamente.Infatti, insieme al Chiampa fu tra i promotori di Tne. Tocco’ poi a Mercedes Bresso cercare di gestire il tutto mettendo il Prof Mario Calderini a capo di FinPiemonte. Milanesissimo ed allora docente del Politecnico di Torino.
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Lui  recentemente in un’intervista a Repubblica ha sostenuto: ho sempre Torino nel cuore,  ma se non si dà una mossa è morta. Vecchia storia la collaborazione tra Fiat e Politecnico che negli anni 60 omaggio’ Vittorio Valletta di Laurea honoris causa. Quel Vittorio Valletta che porto’ l’Avvocato a  girare il mondo per diventare quello che è diventato. L’Avvocato che pur girando il mondo  e, probabilmente vivendo più negli States tenne sempre la sua residenza a Torino. Diversamente da molti dei suoi famigliari che preferirono la Svizzera. Questione di stile. Poi, giusto per non lasciare nulla di intentato, l’arrivo di Marchionne determino la fusione con la Chrysler con il grande sponsor in Barack Obama Presidente Usa. Tutto ciò per dire che quel poco di Fiat che c‘è ancora si deve a questi meccanismi e che se a Torino vive ancora qualcosa della vecchia Torino lo si deve a questo passato. Ma se non si torna ad essere credibili sul piano internazionale la vedo dura, la vedo durissima.  Come tutte le grandi crisi mondiali, anche la crisi determinata dal coronavirus, lo può essere. Fino a tre mesi fa c’erano idee “latenti” ma non c’erano soldi. Ora, forse, ci sono e spenderli un attimo sarà. Possibilmente spenderli bene per il rilancio della nostra città. Direi per la rinascita della nostra città. Come il mito dell’ Araba Fenice che dalle sue ceneri è risorta. Abbiamo poche carte da giocare e le dobbiamo giocare fino in fondo. Dopo la ” follia” pentastellata non possiamo più permetterci questi fatali errori. Chiara Appendino non è responsabile di questo disastro. Semplicemente inefficace perché indeguata ai compiti che si era assegnata. Ci vuole un Sindaco che attragga investimenti stranieri. Che capisca e conosca la materia. Tocca ai due schieramenti tradizionali essere all’altezza del compito. Magari ci scappa anche la possibilità di potercela fare.
Patrizio Tosetto

La sinistra culturale ha trovato il bersaglio facile: Azzolina

Da quando Massimo Giannini è diventato direttore de La Stampa, dal suo giornale è partita una massiccia campagna di discredito contro il ministro Azzolina. Nei giorni scorsi abbiamo ripreso l’attacco del quotidiano torinese da parte di Chiara Saraceno.

Ma lunedì 18, in concomitanza con l’avvio della Fase2, sono scesi in campo il fior fiore degli intellettuali di sinistra che hanno sottoscritto un appello redatto da Massimo Cacciari contro le ipotesi di riapertura delle scuole a settembre annunciate da parte dello stesso ministro.

Stiamo parlando di intellettuali di primissimo piano quali, tra gli altri, Alberto Asor Rosa, Luciano Canfora, Sergio Givone, Nadia Fusini o Giacomo Marramao, vale a dire esponenti da sempre schierati a sinistra e molti dei quali contigui al Partito Democratico fin dai tempi in cui si chiamava ancora PCI…

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La sinistra culturale ha trovato il bersaglio facile: Azzolina

“Movida in Santa Giulia, senza il Pattuglione è il disastro”

“Primo weekend di Fase 2 a locali aperti, situazione sotto controllo finché le Forze dell’Ordine hanno presidiato la zona: poi il disastro, assembramenti e frastuono. Lo diciamo da tempo: il Presidio Interforze è necessario, la sua presenza fa la differenza tra il divertimento sostenibile e il caos”

Tutto bene finché le Forze dell’Ordine sono rimaste sul territorio, poi il disastro: un disastro fatto di frastuono, urla e assembramenti, alla faccia del principio del distanziamento fisico. Questo il bilancio del primo sabato notte di movida a locali aperti in Fase 2 in Vanchiglia.

Un grazie sincero agli Agenti per il loro perfetto lavoro. La bomba a orologeria è esplosa non appena il Presidio Interforze ha lasciato il campo, in concomitanza con la chiusura dei locali. Centinaia di persone in piazza, urla, assembramenti incompatibili con quanto decreti e buonsenso impongono in questa fase ancora delicatissima dopo due mesi abbondanti di lockdown.
In altre zone di Torino la situazione è stata simile: per esempio in certi tratti di corso Regio Parco e in piazza Vittorio. Condivido la preoccupazione dei residenti. Chiediamo con forza che la presenza del Pattuglione – la cui efficacia è stata definitivamente provata nelle scorse ore – sia garantita non per due sole settimane, ma finché non saremo in grado di garantire una movida compatibile con il rispetto del diritto al riposo dei residenti e della sicurezza di tutti.

Silvio Magliano – Capogruppo Moderati, Consiglio Comunale Torino.

Costanzo (M5S): “Click day, Mise prenda le distanze da Invitalia”

“Il bando di mercoledì avrebbe dovuto aiutare le imprese ad ottenere il rimborso per l’acquisto di dispositivi di protezione per i dipendenti della propria azienda – afferma la deputata Jessica Costanzo (M5s) – Tuttavia il meccanismo di ammissione al rimborso scelto da Invitalia è stato il cosiddetto ‘clickday’, modalità per cui chi prima riesce a prenotare ottiene il rimborso, fino all’esaurimento del budget.

Così migliaia aziende si sono preparate, nonostante il difficile periodo, arruolando il proprio personale per l’invio della richiesta, che assomigliava più a una prova di velocità. Un criterio – afferma Costanzo – a mio parere non meritocratico e che non mi ha mai trovato d’accordo.

I risultati quali sono stati? Centinaia di aziende hanno ricevuto la conferma dell’invio della richiesta alle h. 9.00 e un secondo, ma misteriosamente non compaiono né tra i beneficiari né tra gli esclusi. Questi metodi fanno male all’imprenditoria italiana.

Aggiungiamoci poi che Invitalia è, secondo quanto riportato dal suo stesso sito, un’agenzia nazionale del Ministero dello Sviluppo economico con il compito di intervenire nelle zone di maggior difficoltà occupazionale del nostro territorio. Che tra le varie funzioni svolte c’è quella della riconversione produttiva per il mantenimento dei livelli occupazionali, nonché dell’attrazione di nuovi investimenti e  del sostegno a programmi di sviluppo. Invitalia insomma segue diverse crisi aziendali. Eppure – continua Costanzo – non ci sono stati passi avanti neanche su questo fronte, basti pensare che le crisi sospese da inizio anno sono rimaste tali, quando al di là dell’emergenza Covid-19 un sollecito alle parti interessate e nuovi tentativi di contatto sarebbero stati non solo possibili, ma degli atti dovuti  Mi auguro – conclude Costanzo – che il Ministero dello Sviluppo prenda le distanze da questi atteggiamenti: non è il modo di lavorare che ho in mente”. 

Ruffino (FI): “Decreto rilancio? In Piemonte è ammazza-imprese”

Il presidente Conte deve sbrigarsi a cambiare narrazione, e soprattutto strategia economica. Quella attuale fa a pugni con la realtà quotidiana.

In Piemonte il 77% delle piccole imprese non ha visto il becco di un euro di quella montagna di soldi annunciata da Conte. Un annuncio, un semplice “flatus vocis” seguito dal nulla. Il Pil della mia regione è crollato del 4,7% nel primo trimestre e tutti gli operatori economici si aspettano il peggio per il prossimo trimestre. Insomma il dl rilancio si sta rivelando un dl “ammazza-imprese.
I soldi dati a pioggia si sono risolti nella nebulizzazione delle poche risorse con il risultato di dare poco a tutti, cioè niente a nessuno e le imprese, quelle che creano lavoro vero e non assistenza, rischiano di pagare il conto della demagogia del governo. Conte è il responsabile, ben oltre l’emergenza pandemica, della distruzione di migliaia di posti di lavoro a causa di scelte profondamente sbagliate: si è scelta la via grillina dell’assistenzialismo di Stato a danno di una politica vera di rilancio economico e ripresa industriale. Se solo si pensa ai sovracosti sanitari delle imprese vengono i brividi: il governo ha stanziato 50 milioni, finiti in un batter di ciglio, lasciando a bocca asciutta il 90% delle imprese, pur di non accedere ai 37 miliardi del Mes che avrebbero consentito di dare un sostegno economico vero. Tanta miopia verrà pagata dagli italiani di oggi e soprattutto da quelli di domani.
on. Daniela Ruffino, deputata di Forza Italia

Macron/Merkel: un primo passo (difficile) per una nuova Europa

COMMENTARII  di Augusto Grandi / L’Europa sono i Chieftains che suonano musica galiziana dedicando un disco ai pellegrini che affrontano il Cammino di Santiago. Strade d’Europa, come cantava la Compagnia dell’Anello.

E sulla strada d’Europa si sono incamminati persino Micron e Merkel. Anzi, in questo caso il disastroso presidente francese che non ne azzecca una in politica interna, si è riconquistato il cognome ufficiale, Macron.

È riuscito a convincere Angela Merkel a rompere il fronte degli egoisti anche se l’asse carolingio ha, per ora, ipotizzato un intervento complessivo per circa 500 miliardi, pari alla metà di quello auspicato. Ed anche le condizioni, al momento, non sono ottimali. Ma è comunque un primo passo, importante…

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Macron/Merkel, un primo passo (difficile) per una nuova Europa

Il virus della politica che non decide e non risolve i problemi

Figuraccia del Ministro Bonafede. Tanto una in più o una in meno poco cambia. A ruota la Ministra all’istruzione Azzolina che straparla di imbuto e cose strane, di come far “apprendere ” ai nostri amati studenti. Entrambi ci destano domande sul come e soprattutto chi li ha laureati, in quale università. Meglio non indagare, ci faremmo solo del male. Matteo Renzi fa il pazziariello, ed il PD fa una difesa d’ufficio, tanto tutti sanno che non si andrà a votare. Meglio il niente di questo presente che un salto nel buio. Berlusca: se avessi solo 50 anni …

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Giorgia Meloni, finalmente una donna leader della destra. Precisa a Matteo Salvini: di tutta la destra. E il Capitano rischia di diventare un sergente di complemento. Giorgetti e Zaia avanzano indisturbati nell’Olimpo leghista. Indubbiamente indebolito Molinari.

Il ragazzo è un cavallo di razza e darlo per fuori gioco sarebbe sbagliatissimo.  Cirio sta a guardare. Grandi alternative non ne ha. Con la fase due ha già le sue gatte da pelare. Tra tamponi e ripresa economica. Qui la nota dolente. Sono tutti arrabbiati. Gli infermieri che si sentono presi in giro. Medici di nuovo sul piede di guerra con la Regione Piemonte. Gli imprenditori arrabbiati come non mai. I sindacati preoccupatissimi. Riprendono tutti i banchi nei mercati, ristoranti e bar. Vedremo chi riaprirà. La politica torinese che fa? Vedo gente faccio cose, e polemizza con altri sempre responsabili dei guai passati, presenti e futuri. Capacità d’incidere e risolvere? Zero. Tanto sui giornali o alla TV ci finiscono comunque. Ed eccola, la nostra Sindachessa Chiara Appendino: quasi quasi mi ricandidato insieme al Pd. Alla faccia della corenza… Acquattati i dem. Divisi in due tronconi. I nettamente contrari che non vogliono disturbare il manovratore romano. E quelli d’accordo con l’accordo ad una sola condizione. Loro devono essere i candidati a Sindaco. Praticamente l’Appendino ha zero possibilità. Poi vorrei vedere questo film con la riconferma di Sacco o Lapietra all’ assessorato. Ma diciamocelo fino in fondo, la coerenza non è più di questi tempi. Siamo o non siamo al post ideologico? No qui siamo al Francia o Spagna pur che se se magna, nel senso di campare, perchè il fare è un’altra cosa. Conclusione? Almeno per ora il coronavirus non ha cambiato nulla, se non altro nelle stesse classi dirigenti della politica. Più precisamente le cose nei nostri quartieri periferici. Sarò diventato qualunquista, ma continuano nella parte della vecchia commedia da 40 anni in replica. Compresi appunto i grillini, leggermente più irritanti perché avevano detto mai e poi mai uguali agli altri. Credibilità! La stiamo cercando inutilmente. Tutti vogliono normalità. Bisognerebbe metterci un po’ del proprio. Nota dolente. Provate a recarvi in banca per piccole operazioni. Prima opzione prenotare. Non rispondono telefonicamente. Seconda opzione, via mail. Anche qui nessuna risposta. Terza opzione recarsi direttamente. Code inevitabili con il problema del metro di distanza. Ovviamente nessun numero che consenta di prenotare e e gimcana per chiedere informazioni ad una gentilissima funzionaria armata di termometro e mascherina. Risposte non ne dà, e dopo un ora e mezza  d’attesa senza che nessuno entri, l’amara confessione: il sistema informatico si è impallato. E da quello che si capisce c’è pure  poca voglia di erogare i fondi decisi da Conte. Il 90% di garanzia statale è giudicata insufficiente. Purtroppo chi doveva trainare la fase due, politica e banche, latitano. Moria di piccoli imprenditori commercianti e professionisti. E visto che nella vita il vuoto non esiste, gli spazi lasciati vuoti dai piccoli saranno occupati dai grandi che non sempre sono i più puliti. E come si diceva una volta chi ha l’articolo 5 dalla sua parte ha vinto. Articolo 5 e danaro. Liquidità per potere comprare o investire. Viceversa chi non ha liquidità ha già perso.

Patrizio Tosetto