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Le circoscrizioni restano otto

Dall’ufficio stampa di Palazzo Civico / Dopo oltre un anno di lavoro della Commissione consiliare speciale per la riforma dello Statuto e del Regolamento del Decentramento, la Sala Rossa ha approvato ieri le modifiche statutarie in materia. Ventinove i voti favorevoli, cinque i contrari.

La delibera prevede la conferma delle attuali otto Circoscrizioni e non la riduzione a cinque come previsto dalla riforma del Decentramento del 2015/2016. Al proposito, l’atto approvato dalla Sala Rossa ritiene necessaria in prospettiva una revisione degli attuali confini delle Circoscrizioni, basata su principi il più possibile oggettivi e misurabili, tra i quali sono elencati: densità di popolazione; numero di residenti; numero di elementi centrali di servizi (scuole, edifici di pubblico servizio, impianti sportivi, ecc. ecc);  elementi di camminabilità e di mobilità di prossimità che permettano di raggiungere i servizi essenziali e i servizi pubblici in modo semplice e in tempi ragionevoli; elementi del verde urbano; elementi naturali, antropici o storici; altri elementi legati alla sfera sociologica e culturale del territorio cittadino. Rimane inteso che tale obiettivo – precisa il testo-. per essere congruo all’analisi suddetta, dovrebbe impegnare il prossimo Consiglio Comunale sin dall’inizio del mandato.

E’ soppresso il comma 1bis dell’articolo 56 dello Statuto della Città che prevedeva un sistema elettorale nelle Circoscrizioni basato su collegi plurinominali; era sorto per disciplinare le elezioni circoscrizionali in relazione agli ex quartieri, ma allo stato attuale non è considerato possibile.

Una modifica significativa dell’articolo 66 riconosce come strumento statutario di partecipazione le Consulte di Quartiere – in luogo delle Commissioni di quartiere che sono state eliminate – allo scopo di assicurare una più larga e incisiva partecipazione dei cittadini e delle cittadine nella condivisione di problematiche di interesse pubblico locale.

All’articolo 58, che disciplina le competenze del Presidente della Circoscrizione, si aggiunge una nuova funzione: il Presidente ha ora facoltà di delegare la partecipazione e il coordinamento delle nascenti Consulte di Quartiere a una o più persone, scelte tra i Coordinatori componenti la Giunta circoscrizionale.

Infine, all’articolo 64 viene inserito un comma sugli Ordini del Giorno, approvati con una maggioranza di 2/3 dei consiglieri circoscrizionali: il Consiglio di Circoscrizione potrà presentarli all’Amministrazione per discuterli in Commissione comunale entro novanta giorni, alla presenza degli assessori competenti.

Pur non rientrando nella materia, vista l’istituzione del Comune di Mappano con legge Regionale 1/2013 è adeguato l’articolo 4 della Statuto della Città inserendo Mappano tra i Comuni confinanti con la Città di Torino.

La Sala Rossa sarà chiamata nelle prossime settimane a votare le modifiche al Regolamento sul Decentramento.

L’approvazione delle modifiche statutarie è stato preceduto da una serie di interventi dei consiglieri. Nel riepilogare i contenuti della riforma, la presidente della Commissione speciale Maura Paoli (M5S) ha ringraziato per l’energia e l’impegno dedicato al lavoro di revisione tutti i soggetti intervenuti: i presidenti di circoscrizione, i colleghi Commissari, gli assessori, le associazioni, i comitati di quartiere e i cittadini: “La Commissione è stata itinerante e nei limiti imposti dal Covid ha organizzato le sedute, se possibile, nelle sedi circoscrizionali.”

Il vicepresidente della Commissione Francesco Tresso (Lista civica per Torino) ha commentato positivamente il lavoro svolto, nonostante la partenza tardiva. Si poteva essere più coraggiosi e radicali – ha detto – ma si è lavorato bene per rendere le Circoscrizioni più vicine ai cittadini; il decentramento – ha aggiunto – andrà rafforzato comprendendo anche l’area metropolitana. Positivo anche il parere della consigliera Chiara Foglietta (Pd) che ha rimarcato la coesione con la quale si è ben lavorato in Commissione.

Il consigliere Cataldo Curatella (Gruppo misto di minoranza) si è espresso in modo critico verso la riforma ed ha invitato a riconsiderare le dieci circoscrizioni cittadine di un tempo, vista la scarsa rappresentanza dei cittadini nelle zone un tempo sedi di circoscrizione. Al proposito ha presentato un emendamento (poi respinto) per il ripristino del numero vigente delle Circoscrizioni prima della riforma del 2015-2016.

Fabio Versaci (M5S) ha evidenziato il ruolo super partes della Commissione. Non serve una casacca politica quando si modifica l’assetto fondante dell’ordinamento cittadino – ha affermato – e si è scelto il percorso politico più corretto, ascoltando tutti i soggetti interessati dalla riforma. Contrario invece Antonio Fornari (M5S) che ha contestato la mancata presa d’atto delle stime riguardo i risparmi di spesa di due-tre milioni, attuabili con la diminuzione del numero delle Circoscrizioni. I risparmi sono un impegno che la Città ha anche nei confronti della Corte dei Conti – ha detto – riferendosi al piano di rientro finanziario in atto  da parte dell’Amministrazione comunale.

L’opinione di Federico Mensio (M5S) sul lavoro svolto è positiva. Si è fatto il massimo possibile – ha argomentato – rimarcando che occorrerà ragionare in termini di maggiore efficienza nelle competenze delle Circoscrizioni: “condivido l’ipotesi di lavoro prospettato su principi il più possibile oggettivi e misurabili.”

Soddisfazione per il lavoro di riforma è stata espressa da Silvio Magliano (Moderati) che ha evidenziato la correttezza di metodo nel tenere conto di tutte le posizioni emerse durante i lavori. Il criterio adottato non è partito dal risparmio finanziario – ha detto – sarebbe un declino preoccupante quando si parla del tema della rappresentanza dei cittadini.

Ha concluso il dibattito la vicepresidente della Sala Rossa, Viviana Ferrero (M5S), che ha annunciato la propria astensione. La delibera è un ottimo documento; abbiamo lavorato bene sulle competenze ma non c’è stato il tempo di ridisegnare i confini delle Circoscrizioni. Alla fine è stato un lavoro fatto a metà.

“Doposcuola, quali linee guida al tempo del Covid?“

“Scuole e Associazioni brancolano nel buio“


“Ho presentato un Question Time in Consiglio Regionale del Piemonte per chiedere alla Giunta di fare chiarezza.

Doposcuola al tempo del COVID: come siamo messi in fatto di protocolli nazionali (Ministero dell’Istruzione) e regionali (Ufficio Scolastico Regionale del Piemonte)? In realtà, c’è davvero poco, pochissimo. Praticamente nulla. E così le istituzioni scolastiche, le Associazioni e le cooperative sono chiamate a definire al loro interno dei protocolli anticontagio per i servizi di pre e post scuola basandosi su questa quasi totale mancanza di indicazioni ufficiali. Lampanti sono le implicazioni in termini di rischi, sanitari e giuridici: per chiedere e fare chiarezza, ho presentato un Question Time da discutere a Palazzo Lascaris nella prossima seduta utile del Consiglio Regionale: domanderò alla Giunta quali protocolli debbano essere seguiti per l’organizzazione di attività di pre e post scuola svolti nelle scuole (Statali e Paritarie), nelle cooperative e nelle Associazioni di Volontariato, in locali scolastici e non scolastici”.

Silvio Magliano – Presidente Gruppo Consiliare Moderati, Consiglio Regionale del Piemonte.

I Radicali per la libertà a Hong Kong

Lunedì 12 ottobre, alle ore 12, presso la sede dell’Associazione Adelaide Aglietta a Torino (via san Dalmazzo 9 bis b) i radicali terranno una conferenza stampa di presentazione dell’iniziativa “12 Lives Matter”, 12 giorni di manifestazioni politiche, culturali e artistiche in giro per l’Italia a sostegno dei 12 ragazzi di Hong Kong arrestati e detenuti in Cina da quasi due mesi.
I 12 giorni, uno per ogni ragazzo arrestato, comprenderanno, tra gli altri, presidi e approfondimenti con esperti, sinologi, giornalisti, manifestanti di Hong Kong, a Torino e in altre città italiane, per chiudersi sabato 24 ottobre con una manifestazione a Roma.
Illustreranno le iniziative Patrizia De Grazia, coordinatrice dell’Associazione radicale Adelaide Aglietta, e Igor Boni, presidente di Radicali italiani

Cultura, Grimaldi (LUV): “Il settore deve ripartire”

“Nella pandemia hanno continuato a farci ridere e piangere, ora restituiamo loro la giusta dignità: test rapidi e distanza di un metro per far ripartire la cultura in Piemonte”

“Test rapidi per i lavoratori della cultura e l’adeguamento delle distanze alle direttive delle altri Regioni, introducendo la possibilità, come accade nelle altre regioni in Italia, di distanziare di un metro i posti nelle sale, sono le richieste che facciamo alla Giunta regionale e sono alcune delle motivazioni che hanno spinto i lavoratori della cultura davanti alla sede del Consiglio regionale – è il commento di Marco Grimaldi, capogruppo di Liberi Uguali Verdi in Consiglio regionale. 

“Questa mattina il grido di dolore di un intero settore ha risuonato forte – prosegue Grimaldi -, nelle voci delle donne e degli uomini che fanno parte delle 250.000 famiglie senza lavoro da febbraio, lavoratori di un settore che, per primo, si è fermato a causa del Covid e che da allora non è più ripartito”.

“Per questo – prosegue Grimaldi -, da un lato chiediamo con forza al governo nazionale di istituire un vero e proprio ‘Culture Recovery Fund’, capace di garantire una percentuale sostanziosa del recovery found al mondo della cultura, di introdurre ammortizzatori sociali per i lavoratori della cultura, e di promuovere misure specificamente destinate alle industrie culturali; alla Regione chiediamo invece di ricordarsi di un settore che Cirio e la Lega si sono completamente dimenticati. Nessun aiuto – ricorda Grimaldi – è stato inserito nel Bonus Piemonte e nel Riparti Piemonte, nessuna risorsa è stata stanziata per risolvere i problemi strutturali legati alle capienze e alla sicurezza dei luoghi della cultura”.

Zangrillo nomina il nuovo coordinatore dei giovani azzurri

Il nuovo responsabile  regionale è Ludovico Seppilli

Riceviamo e pubblichiamo / “Ieri ho provveduto insieme con il coordinatore nazionale dei Giovani di Forza Italia Bestetti a presentare il nuovo coordinatore regionale dei Giovani del Piemonte ai vertici locali del partito. La scelta è ricaduta su Ludovico Seppilli che in questi anni ha saputo maturare un’importante esperienza sia amministrativa che politica avendo rivestito ruoli sia a livello parlamentare, all’interno della segreteria di un ministro, sia a livello di amministrazioni locali. Questa nomina va nella direzione del rinnovamento da più parti auspicato di Forza Italia per un rilancio capace di premiare le competenze e la lealtà verso i valori e gli ideali azzurri, rifuggendo qualsiasi forma di personalismo autoreferenziale. Sia Bestetti che io siamo certi che Seppilli si impegnerà con passione per riuscire ad attrarre nuove risorse all’interno del nostro partito che mai come ora devono costruire la classe dirigente ed elettiva non di domani ma di oggi. Forza Italia ha bisogno di idee giovani e della sana incoscienza e abnegazione che solo una giovane età ha come plus. Da parte mia, di tutti i coordinatori provinciali del partito, di militanti e simpatizzanti va a Ludovico il migliore augurio di buon lavoro. E come dico sempre Forza Piemonte, Forza Italia!”. Ad affermarlo in una nota il deputato di Forza Italia Paolo Zangrillo, coordinatore regionale degli azzurri del Piemonte.

Fi, Ruffino: “Niente posto ai meriti, solo fedeltà ai capi”

”La nomina del coordinatore regionale piemontese dei giovani di Forza Italia nulla aggiunge e nulla toglie alla triste parabola del partito

Si è premiata la fedeltà ai capi, non essendoci più posto in Forza Italia per il merito e la competenza. Il risultato della scelta di Ludovico Seppilli a coordinatore piemontese dei giovani di Forza Italia è sotto i nostri occhi: si è autosospeso dal partito il coordinatore torinese dei giovani e con lui un altro centinaio di iscritti.

     Al coordinatore regionale Zangrillo che muove accuse generiche contro qualcuno che vorrebbe destabilizzare il partito, faccio notare che la destabilizzazione di Forza Italia è in atto da qualche anno ad opera di quei milioni di elettori che ci hanno abbandonato facendo altre scelte. Come ben sappiamo in Piemonte dove il partito solo nell’ultimo anno ha registrato decine e decine di defezioni: consiglieri comunali, assessori, sindaci e semplici iscritti. È il risultato inevitabile e  atteso di un partito in cui a prevalere è la logica dell’appartenenza al “cerchio magico” del momento: le nomine diventano così un premio fedeltà e non il riconoscimento del merito e della competenza come sarebbe da attendersi in un partito a corto di ossigeno. Quando si riconosce, dopo averla negata per anni, la necessità di celebrare un congresso o di convocare gli Stati generali di Forza Italia mi chiedo con sorpresa e rabbia dove mai fossero questi amici quando chi chiedeva il congresso veniva tacitato con la gentile accusa di essere un traditore o un voltagabbana o ancora di voler scalare il partito. Si è scelto di foderarsi gli occhi per non vedere il declino elettorale, provocato da chi predicava il rinnovamento a patto che fosse lui a rinnovare e gli altri a “farsi rinnovare“.

On. Daniela Ruffino, deputata  di Forza Italia

Le Sardine e Volt in piazza Castello “per la libertà delle donne”

Riceviamo e pubblichiamo / Volt e le Sardine Torino domenica 11 ottobre  alle 15 saranno in Piazza Castello per manifestare contro la stretta sull’aborto farmacologico decisa dalla Regione

Domenica il partito pan-europeo e progressista Volt e le Sardine di Torino si mobilitano per protestare contro la circolare della Regione a firma Fratelli d’Italia che, senza dibattito in Consiglio, annulla le maggiori libertà in tema di aborto farmacologico previste dalla delibera di agosto del Ministero della Salute. 

La circolare infatti elimina la possibilità di ricevere la pillola abortiva RU486 nei consultori e la rende disponibile solo in sede di ricovero ospedaliero, aumentando così il numero di ospedalizzati e pertanto i rischi di esposizione al coronavirus, in un periodo di aumento dei contagi. In più, prevede di inserire associazioni religiose private antiabortiste negli ospedali pubblici (e laici) sotto le mentite spoglie di sportelli informativi. 

Volt e le Sardine vedono in questo provvedimento la volontà di rendere il delicato percorso abortivo ancora più lungo, contorto e lesivo del diritto di autonomia delle donne piemontesi. Casi del genere, in cui una giunta di 9 uomini su 12 componenti si arroga la facoltà di scegliere sul corpo delle donne, uniti alle notizie recenti dei cimiteri di feti, ci ricordano quanto sia necessario un cambio radicale sia di pratiche sia di mentalità, in Piemonte come in tutta Italia. Al sit-in davanti alla sede della regione quindi non si manifesterà solo per il ritiro della circolare: a gran voce, si chiederà una vera laicità dello Stato, sensibilizzazione ed educazione sessuale nelle scuole, il superamento e aggiornamento della legge 194 sull’aborto, che risale ormai al ’78. 

L’appuntamento  è alle 15 in piazza Castello davanti alla sede della Regione, per ribadire con forza che #lasceltaèmia.

Covid-19, Grimaldi (Luv): “i numeri aumentano ma non possiamo già dirci sconfitti“

“Bisogna continuare con il contact tracing, è l‘unico modo per fermare la catena di contagio”.

“Aprile e ottobre si somigliano ma non sono uguali, i numeri dei contagi sono simili ma oggi abbiamo 400 positivi su 7000 tamponi, mentre in primavera quei positivi li avevamo su 1000 tamponi. La diversità sta quindi nel numero di positivi asintomatici che riusciamo a tracciare (oggi sono il 65% del totale): prima del lockdown ne perdevamo per strada molti, quasi tutti, oggi siamo molto più bravi a trovare coloro che propagano il contagio anche a loro insaputa. Questi dati ci dicono pertanto che, se da un lato è evidentemente corretto tenere pronti i Covid Hospital, sarebbe però totalmente inopportuno lasciare da parte il contact tracing, che ci sta portando a trovare le catene di contagio e a spezzarle, che è l’unica strategia vincente contro la pandemia” – è il commento di Marco Grimaldi, Liberi Uguali Verdi, capogruppo in Regione.

“Semmai oggi il problema – dichiara Grimaldi – è legato ai tempi per la presa in carico dei pazienti sintomatici: attualmente, dalla segnalazione del medico di base all’effettiva tamponatura passa anche una settimana, e questo riduce drasticamente la possibilità di ricostruire con esattezza la catena dei contatti delle persona contagiate. Inoltre, i tempi lunghi per i tamponi rendono più difficile far rispettare l‘isolamento fiduciario in attesa degli esiti”.

“Oggi abbiamo gli strumenti per capire come si muove la pandemia e questo può consentirci di evitare misure troppo restrittive che avrebbero ricadute disastrose per il nostro tessuto sociale – prosegue Grimaldi – perciò la Regione deve fare tutto il possibile per organizzare al meglio il suo sistema di controllo e di prevenzione”.

“Molti cittadini ci segnalano che il vero problema insoluto è quello dei vaccini: in un contesto in cui abbiamo lottato per rendere obbligatori i vaccini per altre malattie, oggi che un gran numero di persone vorrebbe vaccinarsi contro l’influenza, non riusciamo a coprire tutte le richieste. È certamente prioritario proteggere prima di tutto chi è più debole – prosegue Grimaldi – ma è anche necessario garantire che chi vuole proteggere sé stesso e gli altri, abbia la possibilità di farlo. È vero che parliamo di un vaccino antinfluenzale che non c’entra con l’attuale pandemia – puntualizza Grimaldi – ma è altrettanto vero che non confondere i sintomi dell‘influenza con quelli del Covid è uno strumento in più di chiarezza. Inoltre, un fisico più in salute proprio nelle alte vie respiratorie può resistere meglio anche al Covid: insomma il vaccino non è contro il Covid, ma può comunque aiutare a combatterlo”.

“Nei mesi appena passati la nuova task force è finalmente riuscita a mettere in piedi l’organizzazione per la gestione della pandemia ma quello che teniamo di più è il ritorno ad un lavoro emergenziale da unità di crisi, che la scorsa primavera ha evidenziato tutti i suoi limiti. Il fatto che oggi le terapie intensive non siano piene – conclude Grimaldi – non è una ragione per muoverci solo sul tema dell’ospedalizzazione del Covid-19, ma semmai è l’indicatore maggiore che ci dice che siamo ancora in tempo per evitare il disastro”

Forza Italia, 100 giovani si autosospendono “contro la distruzione del partito”

“Lascio ogni incarico nel movimento giovanile di Forza Italia, con me si “autosospendono” dal partito 100 iscritti tra giovani e militanti”.

Lo scrive in un post su Facebook Tommaso Varaldo, Consigliere Comunale a Chieri e Coordinatore del movimento giovanile di Fi a Torino e Provincia dal 2015. “Ho dedicato al movimento giovanile anni importanti della mia vita. Chi mi conosce sa che l’ho sempre fatto quotidianamente con passione, entusiasmo e convinzione, avvicinando molti giovani, portando avanti numerose battaglie insieme a tanti di voi.Non ci siamo mai risparmiati, nei weekend, nei gazebo, nelle piazze, al freddo e al caldo. Purtroppo la Forza Italia degli ultimi tempi, e in particolare nel mio Piemonte, non è più la Forza Italia per cui tutti noi in questi anni ci siamo battuti. La tragica realtà è che l’attuale dirigenza piemontese non sta solo distruggendo ma in moltissimi territori ha già distrutto il nostro partito, cancellando ogni criterio di meritocrazia, dialogo e condivisione.
Nell’ultimo anno nella nostra Regione vi è stata un’emorragia continua di donne e uomini che con il loro lavoro ed impegno avevano reso Forza Italia un presidio sui territori, riconosciuto ed appetibile elettoralmente. Nel silenzio di troppi, moltissimi validi amici di viaggio hanno lasciato Forza Italia.
Questa è una scelta per me dolorosa, tra i motivi, il principale è innegabilmente la mancanza di dialogo, meritocrazia, di rispetto per le persone e da ultimo la valorizzazione dell’impegno. Lascio ogni incarico perchè non voglio essere in alcun modo complice di queste scelte. Con me da oggi si “autosospendono” 100 giovani tra iscritti e militanti. Un movimento giovanile importante e sempre presente che negli anni abbiamo creato tutti insieme. Ringrazio con affetto ogni singolo ragazzo per il percorso comune.
Ci “autosospendiamo” per lanciare un messaggio chiaro: non lasciamo il partito, ma ogni incarico e partecipazione alla azioni dell’attuale dirigenza, per batterci ancora dall’interno e per continuare a dire che, se si va avanti così, la triste fine annunciata diventerà presto realtà.Perchè in tanti lasciano Forza Italia? Importante sarà rispondersi con sincerità. Sempre che a qualche dirigente interessi domandarselo e soprattutto cercare una risposta. Vi saluto e avanti tutta insieme”, conclude Varaldo.

Cattolici, serve un “federatore”

I partiti dei cattolici o di cattolici o di ispirazione cristiana crescono ormai a dismisura.

 

Da svariate liste in molte regioni che sono andate recentemente al voto – tutte con ambizioni rigorosamente di “laboratori” nazionali – ad alcuni gruppi che nelle ultime settimane hanno dato vita o si apprestano a dar vita a nuovi soggetti politici.

Ora, è a tutti evidente che non ci troviamo di fronte a partiti solidi e strutturati, radicati nel territorio, con una classe dirigente ramificata e con una organizzazione capillare in grado di presentarsi alle elezioni e superare i vari quorum previsti. Ma questi sono elementi, appunto, secondari, perchè l’obiettivo non può essere quello. Per ragioni strutturali più che per valutazioni di ordine politico od organizzativo.
Semmai, quello che adesso conta rilevare, ed evidenziare, è che ormai nell’area cattolica italiana – seppure complessa, frastagliata e molto articolata – qualcosa si muove. C’è un risveglio ideale, culturale e politico che va colto ed interpretato. E, se possibile, governato. Certo, non pianificando e presentando partiti e soggetti politici a getto continuo. E le stesse encicliche di Papa Francesco rappresentano un contribuito, ovviamente non di carattere politico, ma comunque sia decisivo ed importante per stimolare e interrogare anche i cattolici italiani attorno al loro impegno pubblico. E quindi politico e forse anche organizzativo.
Dunque, il dato politicamente rilevante è che qualcosa si muove. E questo perchè il disagio politico di larga parte dei cattolici è palpabile, persin visibile. E sarebbe inutile negarlo o sminuirlo. Quello che ancora manca, al di là dei molteplici tentativi – tutti peraltro encomiabili e degni di nota – è quello di individuare un cosiddetto “federatore” che sia in grado di raccogliere le varie istanze che provengono da questo mondo per trasformarle in una offerta politica credibile e realisticamente percorribile e uscendo dalla sola testimonianza. Ovvero, una avventura politica dove molti possono riconoscersi. Credenti e non credenti. Un progetto che vada oltre alle innumerevoli e crescenti sigle e cartelli cattolici di vario genere. E questo non per accogliere la logica e la cultura contemporanea della “personalizzazione” della politica ma perchè senza un leader riconosciuto e percepito come tale, i molteplici tentativi sono destinati ad un epilogo che è ormai noto e collaudato. E cioè, quello che si è manifestato sino ad oggi e che continua ad essere tale. E le vicende di queste ultime settimane, e dei conseguenti risultati elettorali, lo confermano in modo persin plateale.
Ma, comunque sia, la mobilitazione e l’organizzativismo di questi tempi è indubbiamente positivo ed incoraggiante. Non per favorire la formazione di altri partiti, altri soggetti politici e altre organizzazioni pseudo politiche ma, semmai, per incentivare e consolidare quel clima costruttivo e fecondo che può essere decisivo per dar vita ad una vera e credibile formazione politica. Democratica, riformista, plurale e radicalmente costituzionale.

Giorgio Merlo