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Gallo (Pd): “Per il centrodestra tutto tranne la commissione covid”

“Avremmo dovuto votare la costituzione della Commissione di indagine o di inchiesta sull’emergenza Covid-19 perché, come abbiamo più volte ribadito, è fondamentale approfondire i vari aspetti legati all’emergenza COVID. 

La Maggioranza, invece, ha anteposto a un tema tanto delicato la richiesta di procedere a esaminare l’istituzione della Commissione Autonomia e, su indicazione dell’Assessore Marrone, il disegno di legge “omnibus”. Per il centrodestra evidentemente non ha grande importanza approfondire questi aspetti sanitari?” dichiara il Presidente del Gruppo Pd in Consiglio regionale Raffaele Gallo.

Mio Dio come siamo caduti in basso

Mio Dio come siamo caduti in basso. Per il Ministro degli Esteri Luigi Di Maio la Germania confina con l’Italia. Non ne possiamo più, sfiancati da questa loro ignoranza crassa e devastante. Come faranno a decidere del nostro futuro è la successiva domanda che tragicamente ci facciamo.

Mio padre mi diceva sempre: prima ti laurei e poi fai la rivoluzione. E  nelle medie inferiori l’insegnante di applicazione tecniche ci faceva fare il traforo sulle cartine in laminato di legno. In quel modo conoscevamo la geografia nel dettaglio. Per sapere cosa fare bisogna sapere dove siamo.

Non che fossimo grandi studiosi, ma quel minimo studiavamo. Luigi Di Maio venditore di bibite era e venditore di bibite è rimasto. Intanto si palesa Il Chiampa nazionale agli Stati Generali del PD. Nulla dice, ma già il suo silenzio è oggetto di interpretazioni. Splendido individualista con solide basi culturali e solidi rapporti politici e sociali. Un Padre tutelare di questa ammaccata Torino. I pentastellati da par loro sostengono che Torino ha ancora bisogno di loro. Bene, vediamo quanti voti prendono e poi si decide. Personalmente nutro forti dubbi sulla nostalgia dei torinesi per i 5 stelle. Decisamente tutto può succedere e l’ impressione che se il PD fa l’alleanza con Appendino si carica di legna verde.

Febbricitante anche il centro destra. Leghisti e Fratelli d’ Italia bisticciano su tutto. Finita la spinta propulsiva di Salvini orav uole contare solo la Meloni. Con due problemi di fondo. Primo, avere per amici i fasci non le porta bene. Secondo da Aosta, passando per Torino, ed arrivando a Trapani molti suoi esponenti politici sono indagati per rapporti con la criminalità organizzata. Vero che un indizio non è prova di colpevolezza, ma molti indiziati possono fare una prova, magari non sufficiente per una condanna in tribunale, ma sufficiente per farsi qualche domanda politica. Questo centro destra potrebbe approfittare dello sbandamento della sinistra. Ieri ha fatto fa spalla votando Appendino, ora potrebbe giocare in proprio. Difficile se non impossibile trovare un candidato locale. Ma ecco che spunta il nome di Massimo Giletti. Torinese non è ma è pur sempre rampollo della buona borghesia biellese. Poi una grande qualità: piace molto a Matteo Salvini e, per esclusione logica non piace alla Meloni. Le premesse ci sono tutte. Persino Berlusca ricorda al Capitano che non voleva Cirio come candidato. Ma si sa che, ora, è un altra storia.

Classe operaia disperata. Continua l’emorragia di posti di lavoro. Metalmeccanica nel buio profondo. Dall’Ilva all’Embraco continua la disperazione. Arrabbiati gli imprenditori e la
ristorazione con più di 10 dipendenti, quasi certamente lascia a casa qualcuno. Piccoli imprenditori che si lamentano: abbiamo anticipato la cassa e non abbiamo, per ora, visto
niente. E i sindacati? Anche loro molto arrabbiati, ma tanto, tanto impotenti. Avrebbero dovuto cambiare 30 anni fa. Poca cosa i gilet arancioni come è poca cosa Pappalardo che, se ricordo bene, è lo stesso che ha rincorso il nostro deputato di forza Italia Osvaldo Napoli. Voleva arrestarlo in nome del Popolo. Piccoli ducetti avanzano. L’Arma dei Carabinieri precisa che per un anno è stato sospeso dal servizio. Anche dallo stipendio? Non è dato sapere, mentre si sa che è in pensione ed essendo tra carabiniere e deputato sempre a libro paga di noi italiani, fa un po’ di caciara per non pagare dazio. Se dovessi trovare un’ immagine per rendere  l’idea di questo insieme direi la lava incandescente e ingestibile che dove arriva distrugge tutto e tutti. Bisognerebbe aspettare che finisca. Poi quando è solidificata uno non sa che farsene. Mi sa che la mia iniziale speranza che il coronavirus fosse una disgrazia da utilizzare per un rilancio complessivo era solo una pura illusione.

Patrizio Tosetto

Cambio percorso linea 58: approvato ordine del giorno de “La Piazza”

E’ passato all’unanimità in Consiglio di Circoscrizione 2 l’ordine del giorno presentato dalla lista civica La Piazza su: “Cambio percorso linea 58 per una maggiore fruizione a favore del mercato coperto di Via Don Grioli.”

L’ordine del giorno impegna la Presidente e il Coordinatore competente ad intervenire presso la Sindaca e il Consiglio Comunale per ottenere l’impegno a modificare il tratto oggi percorso dalla linea 58 in corso Cosenza, con un nuovo tragitto che costeggi il mercato coperto di via don Grioli e il vicino poliambulatorio.

Edilizia scolastica, Pd: “Il Piemonte rischia di perdere 34 milioni di euro?”

Durante l’odierna seduta del Consiglio Regionale, i Consiglieri PD Diego Sarno e Domenico Rossi hanno interrogato la Giunta per conoscere il motivo per il quale il Piemonte non ha ancora ottenuto i finanziamenti del Ministero dell’Istruzione, emanati con il decreto 175 del 2020.

“E’ un finanziamento da oltre 500 milioni destinato alla messa in sicurezza degli edifici scolastici, nonché alla costruzione di nuove unità: al Piemonte ne sono riservati 34. Si sta facendo tutto il necessario per non perdere questo treno?”.

L’Assessora Chiorino ha garantito, nella sua risposta, che il finanziamento non è a rischio perché le procedure di assegnazione dei fondi proseguono in maniera ordinaria: mancano di fatto i pareri favorevoli di altri enti come Asl e Vigili del Fuoco per procedere con l’assegnazione.

“Questa risposta non può che soddisfarci, la speranza è che alle parole seguano i fatti” commenta Sarno “Si stanno facendo dei passi avanti, come la ratifica dell’accordo Stato-Regioni per la velocizzazione delle procedure relative alla sicurezza degli edifici scolastici, ma, come spesso accade, questa Giunta non ha brillato per celerità: l’accordo è stato firmato a marzo e ratificato solo negli ultimi giorni di maggio”.

“L’operato di Cirio in materia è zoppicante: abbiamo proposto di anticipare i lavori di manutenzione degli edifici in questa sospensione delle attività scolastiche causata dal Covid, ma questi lavori non sono mai partiti. Un primo passo è stato fatto con l’approvazione del nostro OdG della settimana scorsa in materia, ma tanto è ancora da fare” aggiunge Sarno.

“Sono passati ormai diversi anni dai casi di cronaca che, amaramente, ci hanno ricordato come sulla sicurezza degli edifici scolastici non possiamo tergiversare. La data del 22 Novembre 2008, quella del tragico crollo al Liceo Darwin di Rivoli in cui perse la vita Vito Scafidi, sia di monito per tutte le istituzioni pubbliche” commentano i Consiglieri Dem.

“Il nostro impegno su questo tema non verrà meno e per tutta la legislatura saremo di stimolo costante per la Giunta regionale” conclude Rossi.

Il teppismo che macchia la manifestazione antirazzista

IL COMMENTO  di Pier Franco Quaglieni / Una macchia sulla manifestazione antirazzista, scrive “La Stampa”, limitandosi a dare la notizia con una fotografia e due righe di didascalia in cui si dice dell’ imbrattamento dei monumenti e dei muri di Palazzo Civico da parte di alcuni manifestanti: un atto di teppismo che non ha giustificazioni di sorta 

La manifestazione antirazzista che si è tenuta quasi nel rispetto delle norme no Covid in piazza Castello, forse non merita la macchia che le attribuisce il giornale. Se fossi stato a Torino, sarei intervenuto anch’io perché il razzismo di ogni  tipo va sempre condannato.
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Certamente ci sono persone che colgono ogni occasione – specie dopo il digiuno forzato di tre mesi – per scendere in piazza e protestare. Per altri versi, per manifestare solidarietà ad Hong Hong, ad esempio, eravamo in pochi insieme all’associazione “Marco Pannella” e Gian Piero Leo sempre presente in difesa dei diritti civili. C’è nuova aria di sardine che stanno uscendo dalla scatoletta in cui si erano rifugiate durante la pandemia per combattere la quale non hanno mosso un dito. E poi ci sono i centri sociali che resistono al Covid e rappresentano da sempre  l’anima violenta che non si ha il coraggio di reprimere, limitandosi a vedere ottusamente la violenza solo in Casa Pound. I Centri sociali rappresentano una mina vagante e la loro adesione ad una manifestazione che si tingeva per l’occasione anche come antiamericana e contro Trump, era prevedibile. Certo,  i promotori non potevano impedire a nessuno di  andare in piazza , anche se la partecipazione, sicuramente non ricercata, degli estremisti deve far pensare. Essere antirazzisti è sicuramente importante, ma ancora più importante è il rifiuto di ogni violenza. Condannare quanto è accaduto negli USA significa anche ribadire la condanna del ricorso alla violenza. Ma chi fa della violenza la sua ragion d’essere non può capire. E allora, per distinguersi e farsi notare, imbratta la statua di Vittorio Emanuele II in piazza Palazzo di Città. Un gesto cretino da parte di chi forse non sa neppure chi e  cosa ha imbrattato. Un atto di inciviltà che non può ricadere sulla manifestazione in sé. In ogni caso, se io avessi partecipato e avessi visto la presenza dei centri sociali, quasi sicuramente mi sarei allontanato dalla piazza, non accettando le cattive compagnie. Dopo il Covid forse è giunto  davvero il momento di chiudere i covi sovversivi e spesso abusivi dell’estrema sinistra e dell’esterna destra : un permanente assembramento di gente abituata ad usare le mani più che il cervello. Un potenziale elemento sovversivo capace di soffiare sul fuoco del disagio e della crisi in cui ci stiamo dibattendo. Il virus della violenza va combattuto con decisione e l’Italia messa a tappeto dalla pandemia non può più tollerare che ci sia gente che pratica il teppismo e ricorre alla violenza.  Il confine della manifestazione di un pensiero e della tolleranza o meno passa proprio attraverso il rispetto delle regole della democrazia e del civismo.
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Il commissariamento del Regio in Sala Rossa

Da Palazzo Civico / Il prossimo commissariamento del teatro Regio è stato al centro di un dibattito durante la seduta di Consiglio comunale di ieri pomeriggio. Comunicazioni in Aula da parte della Giunta sono state chieste da otto consiglieri di minoranza: Tresso, Artesio, Scanderebech, Morano, Magliano, Pollicino, Curatella e Montalbano. 

Per l’esecutivo di Palazzo civico è intervenuta la sindaca Chiara Appendino che ha riepilogato la situazione del teatro: “Confermo quanto detto nelle scorse settimane; non appena l’Ente  lirico approverà il Bilancio 2019 si chiederà la nomina di un Commissario ministeriale”. Appendino ha ricordato lo stato precario del bilancio dell’Ente: “Dal 2015 a oggi il teatro ha ricevuto contributi straordinari per dieci milioni di euro, ma il debito accumulato è di circa trenta milioni e il disavanzo strutturale annuo è di 2,5 milioni, fatto quest’ultimo che obbliga a procedere al suo commissariamento. Occorre ricordare che la crisi di liquidità è da anni strutturale.

Il Commissario – ha proseguito la sindaca – dovrà lavorare su quattro punti:

  1. La ristrutturazione del debito, in quanto la situazione debitoria genera costi economici da indebitamento (interessi passivi) e la conseguente carenza di liquidità non consente il pagamento di fornitori e di artisti;
  2. La ripatrimonializzazione della Fondazione;
  3. L’adeguamento della macchina scenica del teatro, per la quale sono previsti 8,5 milioni di investimenti;
  4. La necessità di riorganizzare la Fondazione per arrivare ad eliminare il disavanzo di gestione annuale.”

La prima cittadina ha concluso l’intervento evidenziando come: “la riorganizzazione non significhi non tutelare i livelli occupazionali; anzi l’impegno va proprio in questa direzione – ha detto – compresi i contratti a tempo determinato sui quali l’attenzione è massima. L’obiettivo è soltanto uno: la messa in sicurezza del teatro.”

All’intervento della sindaca sono seguite le dichiarazioni dei consiglieri comunali:

Aldo Curatella (Misto di Minoranza): Avevamo presentato richiesta di comunicazioni il 28 maggio, alla notizia dell’avvio delle indagini, per capirne l’impatto sul Teatro Regio. La richiesta di commissariamento ci ha lasciato basiti, dati i positivi risultati economici annunciati solo pochi mesi prima. Come si è arrivati a questa situazione? Che impatto hanno avuto le scelte di Graziosi e come ha vigilato la Città? Temiamo che alla fine a pagare saranno i lavoratori…

Francesco Tresso (Lista Civica per Torino): La situazione è preoccupante, anche per l’immagine della Città. Mi sembra si siano verificati episodi poco cristallini, che rischiano di disincentivare gli investimenti dei privati sul teatro. Preoccupa anche la situazione occupazionale, in particolare dei lavoratori precari. Il piano di sviluppo di Schwarz è stato attuato? Mi sembra ci sia molta improvvisazione. La scelta delle persone, Sindaca, è stata infelice. Serve una politica più forte.

Viviana Ferrero (M5S): Il Regio è un patrimonio non solo cittadino, ma italiano, riconosciuto in innumerevoli sedi. Vorrei ci fosse ancora un’interlocuzione con il Teatro e con i lavoratori per evitare il commissariamento. Chiediamo risorse al Governo.

Fabrizio Ricca (Lega Nord): Salvaguardiamo i posti di lavoro! Al di là della questione del commissariamento, dobbiamo tutelare i lavoratori: facciamo in modo che non debbano pagare loro questa situazione. Tutte le forze politiche, insieme, provino ad avviare un’interlocuzione con il Ministro Franceschini per evitare tagli agli stipendi e per non lasciare a casa i 60/70 precari del Regio.

Daniela Albano (M5S): Mi unisco alle preoccupazioni relative al commissariamento e lancio un appello per salvaguardare le eccellenze artistiche del Teatro Regio.

Marina Pollicino (Con.Ci.): Un’amministrazione accorta avrebbe dovuto intravedere i rischi di un andazzo simile. In questi anni ci è sempre stato detto che avevamo un management di prim’ordine e ora si va al commissariamento, a spese dei lavoratori. La sindaca potrà inserire nell’elenco delle battaglie perse, oltre al Tav, anche il Teatro Regio.

Eleonora Artesio (Torino in Comune): La manifestazione di lunedì scorso degli operatori del Teatro Regio evidenziava un’aspettativa riguardo al ruolo del Consiglio Comunale nella vicenda, auspicando un incontro in Commissione Cultura. Erano note le difficoltà strutturali e negli investimenti del Teatro, ma non è chiara la modalità con cui si è arrivati alla scelta politica del commissariamento. Non è una questione esclusivamente finanziaria.

Chiara Foglietta (PD): Sindaca, lei presiede da quattro anni la fondazione e se andava tutto bene quando c’era Graziosi, come mai ora è tutto opaco? Come mai invoca il commissariamento? Sono contenta che anche consiglieri della maggioranza abbiano chiesto di stoppare il commissariamento. Sono preoccupata per un possibile declassamento del teatro e per il mantenimento dei livelli occupazionali.

Massimo Giovara (M5S): Con rammarico e delusione vedo che ora tutti sono esperti di teatro. Invito a leggere un articolo della Gabanelli che racconta i problemi della lirica italiana. Questa maggioranza ha presentato una mozione di 15 pagine per far salire il Regio ai livelli della Scala di Milano e in Commissione abbiamo lavorato per tutelare lavoratori e lavoratrici della cultura. Prima di strumentalizzare la vicenda, occupiamoci insieme di tutelare i lavoratori e garantire un futuro al Regio.

Lorenza Patriarca (PD): Nelle audizioni di Schwarz questa situazione drammatica non è mai emersa. Chi governa la Città deve prendersi le proprie responsabilità, senza scaricarle sempre sulle Amministrazioni precedenti. Il Teatro Regio è un ente lirico di eccellenza, è un simbolo della Città e dobbiamo fare tutto il possibile per evitare il commissariamento.

In fase di replica la sindaca Appendino ha ribadito le difficoltà del teatro lirico torinese: “Il Regio non sta in piedi, lo ripeto. Vi sono difficoltà economiche e finanziarie strutturali, e se potessi tornare indietro avrei commissariato il teatro già da tempo. Il Commissariamento è stata una scelta difficile, ma è l’unica strada percorribile per rilanciarlo affinché possa tornare ad essere una struttura finanziariamente sana.”

Gallo (Pd): “Bene l’avvio del tavolo Irap”

“Bene l’avvio del tavolo di lavoro per la rimodulazione della quota regionale dell’Irap come richiesto nel nostro ordine del giorno a marzo!

Auspico che l’iter si concluda nel più breve tempo possibile affinché questa rimodulazione possa essere operativa dal 1 gennaio 2021” dichiara il Presidente del Gruppo Pd in Consiglio regionale Raffaele Gallo.

“A giugno l’Irap è stata abolita dal Governo, un taglio da 4 miliardi a favore di 2 milioni di imprese – prosegue Gallo – e questo rappresenta già un aiuto per il mondo economico che, a seguito dell’emergenza epidemiologica da COVID-19, ha subito o subirà gravi contraccolpi. Lavoreremo intensamente per trovare la migliore soluzione possibile per il sistema delle imprese”.

Per non perdere Evelina

IL COMMENTO  di Pier Franco Quaglieni / Non entro nel merito della conduzione del Museo Egizio che l’allora neo Presidente Evelina Christillin non volle chiamare di Torino, con scelta che ha offeso la città e la sua storia perché quel museo e’ sabaudo e torinese  al cento per cento

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Certamente  il Museo che è sempre stato un’eccellenza italiana e che fu anche presieduto da Alain Elkann, ha rappresentato un successo che è aumentato negli anni forse più per merito del suo direttore Christian  Greco  che della sua presidente. Greco ha saputo valorizzare, direi plasmare il museo con criteri innovativi. La  presidente ha più curato l’immagine “politica” del Museo con dichiarazioni che, a volte, si sono rivelate un po’ demagogiche o con operazioni assai discutibili come il prestito permanente di pezzi del Museo a Catania.
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La dottoressa Christillin è da tanti anni sulla scena pubblica non solo torinese, da quando venne scelta dall’avvocato Agnelli a capo del comitato per le Olimpiadi invernali, per poi passare alla presidenza del Teatro Stabile che durante il suo mandato è  diventato teatro nazionale. Fu lei che volle eliminare lo storico ingresso del teatro Carignano  che venne sostituito da una  orribile struttura in acciaio che dopo alcune proteste venne modificato. Una donna come lei ha tutte le strade e le porte aperte e può disporre come vuole con facilita’. Ha anche la disponibilità economica per agire, mentre altre istituzioni devono lesinare le spese perché i finanziamenti pubblici sono esigui e spesso in ritardo. Stando ai risultati non si può negare che ha ben lavorato, anche se può infastidire il ruolo politico che ha voluto esercitare sempre in sintonia con il Pd. La ricordiamo tutti al Lingotto con Veltroni e poi con Renzi, per non citare il suo speciale rapporto con il sindaco Chiamparino. Qualche volta viene invitata in televisione dalla Gruber come opinionista politica, anche se l’invito è giustificato dalla presidenza del Museo Egizio. La Signora e’ un pezzo di pregio di quello che si chiamava e ancora si chiama “sistema Torino” e che i grillini si ripromettevano di abbattere, mentre si sono lasciati risucchiare dal medesimo. Dopo due mandati la Christillin non poteva, a termini di statuto, essere riconfermata alla presidenza del Museo. Ma sinistra e destra, piuttosto di perderla, hanno deciso di cambiare lo statuto. Si tratta di una decisione clamorosa del tutto “ad personam”, si potrebbe dire con un linguaggio del recente passato. Di norma gli statuti si rispettano o si cambiano perché si rivelano inadeguati al di là delle persone. Può essere discutibile che uno statuto preveda dei limiti di mandato, ma chi lo scrisse e lo approvò avrà avuto qualche valido motivo per stabilire i due mandati. Chi ha fatto bene, di norma, va confermato, anche se lo statuto del Museo si rivelava oggi  inconsapevolmente del tutto in linea con i due mandati tanto cari ai grillini. Ma a ribadirlo e’ rimasta solo la capo gruppo dei 5 Stelle  in Comune. Si pone una domanda d’obbligo: se invece della Christillin  ci fosse stato un altro  presidente, cosa sarebbe accaduto? Una mia cara amica che ricopre ruoli di vertice nell’ambito della cultura italiana mi ha scritto di dubitare che se non ci fosse stato “uno di famiglia”, il trattamento di favore sarebbe stato concesso così facilmente.  Sembra che circoli anche la notizia che la signora Christillin possa essere una candidata sindaco di Torino per il 2021. Vedremo nei prossimi mesi cosa succederà, ma sicuramente è un’ipotesi che non si può escludere. Lei dichiarò  una volta ai giornali che avrebbe aiutato ad attaccare i francobolli per la campagna elettorale del Sindaco Chiamparino. Di strada da allora ne ha fatta tanta e potrebbe adesso ambire a sedersi lei stessa  sulla poltrona più alta di Palazzo civico e,  magari, tra dieci anni ottenere la deroga al limite di mandato per ricandidarsi una terza volta a furor di popolo come sindaca.
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Le sardine floreali lanciano Torino Capitale. La gauche caviar rivuole la città

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Di Augusto Grandi / Le sardine non nuotano più. Il distanziamento sociale le ha trasformate in “fiori”, almeno a Torino. Dove la definizione botanica viene utilizzata per indicare i gruppi di lavoro del nuovo soggetto politico della sinistra bobo, la gauche caviar collinare e crocettina che ha dato vita al contenitore “Capitale Torino” destinato, entro fine anno, a trasformarsi in una “nuova forza politica” o ad “occupare una lista civica già esistente”.

Magari per piazzare Mauro Berruto, ex allenatore di pallavolo approdato alla Scuola Holden.

Non è chiaro se per “capitale” intendano la città o i loro soldi da difendere ed incrementare attraverso l’attività politica…

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Le sardine floreali lanciano Capitale Torino. La gauche caviar rivuole la città

+Europa: “Bene il Pd, ora si definisca programma e coalizione”

In vista delle elezioni comunali del 2021, da sempre chiediamo chiarezza da parte del PD, pretendiamo chiarezza e nettezza sul rifiuto di alleanze con il Movimento 5 Stelle finalizzate alla ricandidatura di Chiara Appendino, ma anche della ricerca di altre soluzioni di alleanza con i pentastellati torinesi, veri protagonisti anche in questa realtà del declino e dell’immobilismo.

La posizione espressa dal segretario cittadino Carretta e dal segretario regionale Furia, dopo l’incontro con i parlamentari e consiglieri regionali del loro partito, è un primo passo importante e che viene visto con favore da + Europa Torino e Piemonte. Tale condizione è indispensabile per avviare un confronto politico teso a ridare alla città una coalizione e una guida che sia in forte discontinuità con l’immobilismo e le scelte sbagliate della amministrazione uscente, ma anche con gli errori e i limiti che in passato hanno consentito e determinato il successo della Appendino nel 2016.

La tragica crisi che vive Torino, la sua accelerazione post Covid19, che colpisce cittadini, famiglie, imprese e il mondo della cultura, segnala indicatori a livello economico, preoccupanti e richiede un forte cambiamento. Occorre un confronto tra le forze politiche liberali, democratiche, civiche e di sinistra, che individui priorità definite per riaccendere i motori dello sviluppo, per la ricerca di una nuova vocazione, di un ruolo essenziale dell’area metropolitana come contesto all’interno del quale individuare. Occorre un confronto con le rappresentanze del lavoro e delle imprese, con l’associazionismo e le realtà pubbliche e private della cultura.

Sono i primi passi per dare vita ad un nuovo PATTO POLITICO e SOCIALE per il futuro di Torino. + Europa, definito programma e coalizione, auspica il ricorso alle primarie di coalizione come strumento ideale per l’individuazione della candidatura a sindaco.

Marco Cavaletto, responsabile + Europa Torino

Alberto Nigra, portavoce + Europa Piemonte