Sanità, gli assessori del Nord a Cernobbio
Cernobbio, 20 febbraio 2025 – Dalla richiesta di una maggiore autonomia per la gestione delle risorse a disposizione delle Regioni in Sanità alle strategie per affrontare il tema spinoso delle liste d’attesa. È un contributo importante quello portato dagli Assessori alla Sanità di Lombardia, Veneto, Piemonte e Liguria intervenuti oggi alla Cernobbio School organizzata da Motore Sanità.
Guido Bertolaso, Assessore della Regione Lombardia, riprendendo il titolo della tre giorni di eventi e tavole rotonde che proseguiranno anche domani a Villa Erba, ha sottolineato la necessità di “passare dalle idee all’azione, dalla politica delle idee alla politica delle cose”. E “la prima delle questioni fondamentali – secondo Bertolaso – è il riparto del fondo sanitario nazionale che viene attribuito per ogni Regione sulla base di alcuni criteri, alcuni giusti, altri discutibili”. Secondo Bertolaso le Regioni “che non hanno i conti in rosso dovrebbero poter avere una maggiore flessibilità sull’utilizzo della fetta loro attribuita dalla torta nazionale dei finanziamenti per poter “portare avanti una serie di politiche e strategie in autonomia. A partire da quelle relative alla prevenzione e agli screening”.
L’assessore alla Sanità e al Sociale della Regione Veneto, Manuela Lanzarin, ha ricordato il peso delll’invecchiamento della popolazione che richiede di cambiare i modelli con cui si affrontano le cronicità. E come questo “richieda un passaggio culturale a cui devono essere pronti anche i cittadini”. “Serve un grande cambiamento culturale – ha chiarito Lanzarin – indispensabile nel momento in cui sarà messa a terra tutta l’infrastruttura prevista dalla missione 6 del Pnrr e il Dm 77, le case e gli ospedali di comunità, le Cot, l’infermiere di famiglia, piuttosto che un’assistenza domiciliare più sostenuta”. Novità fondamentali che, tra le altre cose, “ci dovrebbero permettere di decongestionare i nostri Pronto Soccorso dai codici minori, indirizzando le persone verso i nuovi presidi”. Altro grande tema è quello della medicina territoriale. “Una partita difficile, ma imprescindibile” che si può vincere a patto di sciogliere innanzitutto il nodo della carenza di personale. “Magari – ha proposto l’assessore del Veneto – raggruppando alcune specializzazioni, con una visione diversa rispetto alla formazione”. “Il sistema universalistico – ha concluso Lanzarin – è da difendere fino alla fine ma dovremo utilizzare le risorse il meglio possibile. Se le Regioni che non siano in piano di rientro potessero utilizzare i fondi con maggiore flessibilità, non a silos come avviene adesso, rendicontando ovviamente tutto, forse riusciremmo a dare risposte migliori”.
Massimo Nicolò, assessore alla Sanità della Liguria, ha sottolineato come la sua regione sia una sorta di laboratorio per immaginare cosa potrà accadere altrove tra 10-15 anni. “In Liguria – ha detto – abbiamo una media del 20-25% di ultrasessantenni, la nostra Regione precorre un po’ i tempi e tutte le criticità che si stanno registrando dal punto di vista della gestione sociosanitaria”. Il problema, ha spiegato “è la gestione del post acuto, quando il paziente diventa cronico e non ha più solo una patologia acuta, ma varie comorbilità. C’è poi la questione cruciale della gestione dell’anziano non autosufficiente nelle Rsa. Problematiche sanitarie che si incrociano inevitabilmente quelle sociali”. Nicolò ha anche parlato di autonomia differenziata: “Ci sono alcuni presidenti – ha detto – come il nostro, che hanno dichiarato la volontà di andare avanti in questo percorso, altri che si sono tirati indietro. Io credo che se siamo in una situazione in cui lo Stato ci dà un salvadanaio e ci dice “questo è il vostro e dovete spenderlo”, intanto bisogna capire se è sufficiente perché non sempre lo è. O meglio, non sempre lo è per alcune Regioni. I nostri costi indiretti – ragiona l’assessore – con l’indice di vecchiaia sono in proporzione nettamente superiori e sono gli stessi che le altre Regioni avranno tra 10-15 anni”. Dunque, una maggiore autonomia sarebbe utile e necessaria. Ad esempio, potendo decidere di “distribuire differentemente questi soldi alle categorie professionali che lavorano in sanità”.
Federico Riboldi, Assessore alla Sanità del Piemonte, ha poi sottolineato “la differenza tra efficienza ed efficacia”. “Noi – ha ricostruito – abbiamo vissuto gli anni difficili del piano di rientro, che richiedeva di pensare all’efficienza, a spendere meno per rientrare nei parametri”. Ma “l’efficacia, in Sanità, è un’altra cosa: ossia spendere meno sulla spesa non clinica e investire su questa più risorse possibili”. Secondo Riboldi, “bisogna tagliare le spese eccessive, affitti per sedi che non servono, migliorare l’impatto degli amministrativi sui reparti, migliorare la logistica. Piccole leve che, uniti possono fare la differenza liberando economie di scala che sono l’unica spesa libera che abbiamo disponibile per mettere al centro il paziente”. Il secondo punto fondamentale, secondo Riboldi, “è curare chi ha davvero bisogno”. E “una Sanità matura non ha paura di essere impopolare”, spiega l’assessore, che ricorda come abbia deciso di far pagare il ticket a chi non si presenta alla visita senza disdire. E poi c’è “l’aspetto sociale, con una chiara sperequazione tra chi ha diritto di accesso alle cure e chi non ce l’ha. In Regioni come la Liguria e il Piemonte abbiamo una forchetta che va dall’8 al 10% di cittadini che non hanno risorse per la sanità privata e non riescono ad accedere per lungaggini e burocrazia alla sanità pubblica. E non serve parlare alla pancia ma occorre agire con azioni concrete, riportando questa forchetta, che in Piemonte riguarda circa 300mila persone che non riescono ad accedervi, nell’alveo della Sanità pubblica. Siamo al bivio. E quindi dobbiamo mettere una marcia in più. Per recuperare le liste arretrate. In Piemonte, dal 22 di questo mese, tutte le 74 strutture sanitarie regionali effettueranno prestazioni aggiuntive la sera, il sabato e la domenica su base volontaria, con un’adesione fortissima”.
Cirio di nuovo alla guida delle Regioni a Bruxelles
«Grazie della fiducia, lavoriamo insieme per far crescere sempre di più il ruolo delle Regioni e degli enti locali in Europa. Per il Piemonte la conferma della centralità nei dossier strategici per l’Ue».Ieri l’incontro con la presidente del Parlamento europeo Roberta Metsola, domani con i vicepresidente Fitto e con il commissario Tzitzikostas
Il presidente della Regione Piemonte, Alberto Cirio è stato indicato, all’unanimità, capo della delegazione italiana all’interno del Comitato delle Regioni che si è insediato ieri a Bruxelles, dopo le elezioni dello scorso giugno e la nomina della nuova Commissione europea.
Il Comitato delle Regioni è l’assemblea che riunisce i rappresentanti locali e regionali dei paesi membri dell’Unione europea. La delegazione italiana è composta da 24 membri (più altrettanti supplenti) , tra cui numerosi presidenti di Regioni – tra cui Fedriga per il Friuli Venezia Giulia, Acquaroli per le Marche, Marsilio per l’Abruzzo, Occhiuto per la Calabria, Proietti per l’Umbria, Todde per la Sardegna e Zaia per il Veneto – e sindaci, come quelli di Roma e di Bologna, Gualtieri e Lepore.
La designazione del presidente Cirio è avvenuta con voto unanime, confermandolo nel ruolo che ha già ricoperto a partire dal 2022.
«Desidero ringraziare la delegazione italiana per la fiducia: essere confermato alla guida di questa squadra, in modo unanime da tutte le forze politiche, è un motivo di orgoglio per il lavoro fatto in questi anni, ma soprattutto è la testimonianza di come a Bruxelles rappresentiamo tutti l’Italia, i suoi enti locali, le sue Regioni e i suoi Comuni, senza divisioni di partito – dichiara il presidente della Regione Piemonte, Alberto Cirio – Il Comitato negli ultimi anni ha saputo far crescere il suo ruolo all’interno di un’Europa nella quale, finalmente, si respira un’aria diversa anche alla luce della rinnovata consapevolezza dell’importanza che l’Ue ha e deve avere nello sforzo unitario per superare la crisi industriale dell’auto, nelle sfide della transizione energetica e del cambiamento climatico, della competitività delle imprese, del futuro della coesione e dell’Intelligenza Artificiale, per le quali il nostro ruolo diventa sempre più importante».
«Essere parte del Cdr e guidare la delegazione italiana contribuisce poi a consolidare la centralità del Piemonte in Europa: la frequentazione diretta dei palazzi di Bruxelles, con un ruolo che è parte integrante degli organismi comunitari, è per noi un’opportunità strategica – prosegue il presidente – Non è un caso che la nostra Regione abbia ottenuto, nell’ultima programmazione dei fondi europei, un aumento significativo delle risorse del Fondo Sociale e del Fesr, ovvero quello dedicato allo sviluppo e alle imprese, e non è un caso nemmeno che il Piemonte, come certificato dal ministero, sia la prima Regione d’Italia per capacità di spesa su questo fondo. Per contare, bisogna esserci ed è importante essere nei posti giusti – conclude il presidente – e il Piemonte a Bruxelles c’è».
Nella giornata di oggi il presidente Cirio ha incontrato la presidente del Parlamento europeo Roberta Metsola, con la quale ha fatto il punto su una serie di temi strategici per il Piemonte. I due hanno concordato una visita della presidente in Piemonte nel mese di aprile. Domani sono in programma gli incontri con il vicepresidente esecutivo della Commissione europea e commissario europeo per la politica regionale e di coesione, lo sviluppo regionale, le città e le riforme Raffaele Fitto, per affrontare i dossier relativi ai fondi strutturali, e con il commissario ai trasporti sostenibili e il turismo, Apostolos Tzitzikōstas, in un vertice dedicato alla crisi e al futuro dell’automotive.
Il Consiglio regionale, presieduto da Francesco Graglia, ha approvato il Defr, Documento di economia e finanza regionale 2025-27, con 28 voti a favore e 19 contrari.
La seduta di oggi è stata sospesa a lungo per permettere alla conferenza dei Capigruppo di discutere del Bilancio di previsione finanziaria, anch’esso all’ordine del giorno nelle sedute convocate in queste giornate; alla ripresa, nel tardo pomeriggio, sono state respinte 12 pregiudiziali di costituzionalità e quindi si è proceduto con il Defr.
Su tale documento l’assessore al Bilancio Andrea Tronzano ha dato per svolta la relazione e sono intervenuti esclusivamente i consiglieri di opposizione. Per il Pd Fabio Isnardi, che critica le previsioni di crescita le quali “rischiano di rendere le entrate previste non veritiere”, mentre Domenico Rossi (Pd) parla di un documento redatto quasi per dovere, senza una vera analisi approfondita circa la difficile situazione economica generale e quella debitoria dell’Ente. Emanuela Verzella dichiara che il Defr esplicita “la dipendenza dai fondi europei, che ammontano a circa 6 miliardi. Dovremo pensare però a quando i fondi del Pnrr non ci saranno più e capire come renderci indipendenti”. Gianna Pentenero ritiene che la gestione dei fondi strutturali europei sia stata descritta in modo superficiale e non sono indicate le linee di indirizzo che si intendono adottare. Nadia Conticelli (Pd) sostiene che “facciamo fatica a coniugare le linee guida del Defr con la situazione reale: per esempio sulle liste d’attesa non c’è programmazione, così come per i trasporti”.
Vittoria Nallo (Sue) afferma che “nel Defr la situazione economica descritta è diversa da quella che ci ha presentato il presidente Cirio, con una crescita inferiore a quella nazionale, non superiore”.
Alice Ravinale (Avs) lamenta la mancanza di “politiche attive contro il patriarcato, quindi contro la violenza sulle donne, e non c’è alcun riferimento agli stranieri, che ad esempio a Torino sono il 15% della popolazione”.
Per Sarah Disabato (M5s) si tratta di “poco più di un tema, pieno di buone intenzioni. Quanto ai fondi europei resta un grosso punto interrogativo: quanto siamo dipendenti da questi fondi?”.
Ufficio Stampa CRP
“Sinceramente siamo alquanto perplessi su quanto avvenuto all’Università di Torino in occasione della prima lezione del corso multidisciplinare sui Queers studies. Da un lato esiste l’inviolabile diritto all’autonomia universitaria che è un principio che dobbiamo difendere a tutti i costi, quello che è accaduto ieri però pare travalicare ampiamente quel confine. L’autonomia universitaria non può legittimare quello che è sembrato molto di più un comizio politico senza alcuna forma di contraddittorio. Pare peculiare che gli interventi che si sono succeduti parlino di un clima di minacce concrete e di censure quando addirittura esiste un corso per trattare l’argomento”. Ad affermarlo il senatore Roberto Rosso e Marco Fontana rispettivamente vicepresidente del Gruppo di Forza Italia al Senato e segretario cittadino degli Azzurri a Torino e i consiglieri di Forza Italia a Torino Domenico Garcea e Federica Scanderebech.
I quattro azzurri aggiungono “In modo altrettanto chiaro condanniamo la comparsa di svastiche in alcuni bagni delle università. Un episodio che a prescindere se sia legato o meno all’inaugurazione di questo corso dimostra che la madre degli stupidi è sempre incinta. Ed è proprio su questo punto che è fondamentale che l’Università lavori promuovendo il dialogo e non le tesi preconfezionate, che apra le menti approfondendo ma senza preconcetti. Principi che il nostro sistema di Atenei ha sempre saputo trasmettere ai suoi studenti e che siamo convinti che nonostante lo scivolone di ieri saprà garantire anche in futuro avendo il gravoso onere di formare la classe dirigente del Paese”.
Fdi, Vita Nascente, Raiteri: “Misura di libertà”
“A sostegno delle donne in situazione di fragilità sociale”
Dichiarazioni in replica alla manifestazione di Non una di meno davanti al Consiglio Regionale del Piemonte
“Il fondo Vita Nascente – oggi contestato dal collettivo Non una di meno – afferma Silvia Raiteri, consigliere regionale di Fratelli d’Italia – ha aiutato, in questi anni, tante donne in difficoltà ed ha garantito il diritto alla libertà di scelta della donna”.
“Il fondo voluto dall’assessore Marrone è una misura di libertà, un sostegno concreto psicologico, medico ed economico-sociale ed è la miglior risposta a chi si oppone con presidi, manifestazioni e contestazioni unicamente mosse da ragioni ideologiche” conclude di consigliere Raiteri
18 febbraio 2025 – “Dall’aggiornamento dei dati sulla mobilità sanitaria fornito dalla Fondazione scientifica indipendente GIMBE, del 13 febbraio scorso, emerge un quadro preoccupante per il sistema sanitario piemontese. I dati confermano una crescita costante dei flussi di mobilità sanitaria, evidenziando l’incapacità crescente delle regioni di garantire cure adeguate ai propri cittadini all’interno delle strutture sanitarie pubbliche. Nel 2022, il Piemonte ha registrato un saldo passivo di 6,3 milioni di euro, in calo rispetto ai -18,5 milioni del 2021. Tuttavia, abbiamo acquisito ulteriori dati sulla mobilità sanitaria da e verso le aziende sanitarie pubbliche, che indicano un possibile ampliamento della forbice passiva nel 2023” spiega il Consigliere regionale del Partito Democratico Mauro Salizzoni.
“Particolarmente allarmante – prosegue il Consigliere regionale Pd – è il dato che rileva come il Piemonte eroghi il 50,6% della mobilità sanitaria attiva attraverso strutture private. Ciò significa che, su 293 milioni di euro, circa 148 milioni di euro sono stati destinati a prestazioni sanitarie erogate da strutture accreditate piemontesi a favore di cittadini non piemontesi. Questi 148 milioni rappresentano un’uscita economica per la Regione, poiché vanno rimborsati alle strutture private, aggravando ulteriormente le già esangui casse della sanità pubblica. Alla luce di questi dati preoccupanti, ho interrogato l’Assessore regionale alla Sanità per avere chiarimenti e indicazioni in merito strumenti intenda adottare per fronteggiare questa tendenza che, di fatto, penalizza la sanità pubblica a favore di un sistema che sembra sempre più orientato verso la privatizzazione”.
“Nella risposta data in Aula dall’Assessore Vignale ho ritrovato un elenco di dati sull’incidenza degli erogatori privati e sui tetti di spesa. Ma non ho ricevuto nessuna risposta alla mia richiesta riguardante che cosa la Regione intenda fare per salvaguardare la sanità pubblica, invertendo la tendenza di un utilizzo eccessivo del privato accreditato. E’, infatti, fondamentale che il Piemonte si impegni a garantire la salute dei propri cittadini, investendo nella sanità pubblica e riducendo la dipendenza dalle strutture private. La salute deve rimanere un diritto fondamentale per tutti” conclude Salizzoni.
Il Gruppo Lista Civica Cirio Presidente Piemonte Moderato e Liberale presenta tre emendamenti al Bilancio regionale: “Proponiamo lo stanziamento di 300mila euro per i piccoli lavori nelle case popolari che potrebbero tornare ad essere assegnate, 250mila in più per l’acquisto di scuolabus per comuni e altri enti locali e altri 250mila per la bonifica dell’amianto negli edifici pubblici”
Tre emendamenti al Bilancio di Previsione 2025-2027 presentati dal Gruppo Lista Civica Cirio Presidente Piemonte Moderato e Liberale, su tre temi particolarmente significativi: ambiente, trasporto scolastico ed edilizia residenziale pubblica. Il totale delle risorse previste dai tre emendamenti è 800mila euro.
300mila sono destinati alle cosiddette case di risulta, immobili di edilizia residenziale pubblica che necessitano di piccoli interventi per essere nuovamente assegnati: grazie a questo emendamento, che aggiunge risorse alle economie degli enti gestori, sarà possibile ripristinare un centinaio di appartamenti con interventi tra i cinque e i quindicimila euro.
250mila euro, risorse aggiuntive rispetto a quanto già stanziato annualmente dalla Regione, andranno a Enti Locali per l’acquisto di scuolabus e altri 250 mila euro saranno destinati ai comuni per la bonifica dell’amianto da edifici pubblici non ad alta frequentazione: un Ordine del Giorno collegato al bilancio proporrà di destinare questi fondi esclusivamente ai comuni con popolazione inferiore ai 5000 abitanti.
“Abbiamo scelto – spiegano i Consiglieri del Gruppo – di rispondere a esigenze che abbiamo raccolto sul territorio: essere vicini agli enti locali e ai bisogni delle persone fragili fa parte dell’impegno che tutti noi abbiamo preso nei confronti dei nostri territori. Consideriamo prioritario rimettere a disposizione delle persone in difficoltà decine di case popolari che non vengono assegnate per mancanza di fondi per lavori di piccola o modesta entità, così come non possiamo non tenere conto delle esigenze prioritarie degli enti locali, come il trasporto scolastico, anche alla luce dei futuri dimensionamenti dei plessi scolastici, e la bonifica dell’amianto, argomento di grande attualità anche a seguito dei recenti studi epidemiologici presentati durante il processo Eternit”.
Nella foto i Consiglieri della Lista Civica Cirio Presidente PML Silvio Magliano (Capogruppo), Sergio Bartoli, Mario Salvatore Castello, Elena Rocchi, Daniele Sobrero