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Pd: “Sulla web tax solo propaganda”

“La Lega lamenta la bocciatura da parte della maggioranza Pd a Settimo di un ordine del giorno a sostegno della proposta di legge al Parlamento per l’introduzione di una Web Tax, messa a punto dalla Regione Piemonte.

Peccato che con l’ipotesi di prevedere una tassa piemontese per Amazon Cirio e la sua Giunta abbiano portato in scena l’ennesimo bluff. E’ il centrodestra a prendere in giro i commercianti piemontesi e il Partito Democratico sta cercando di evitare che la beffa si protragga e si estenda ad altre sedi. Cirio si occupi del Piemonte e lasci che la web tax si affronti nelle sedi opportune: a livello nazionale e europeo!” dichiara il Presidente del Gruppo Pd in Consiglio regionale Raffaele Gallo.

“Non è la regione Piemonte che può imporre una tassazione alle vendite on-line, – incalza Caterina Greco, Segretaria PD del Circolo di Settimo Torinese – ma lo può fare solo lo Stato in accordo con le norme dell’Unione Europea in materia. Men che meno lo può fare un piccolo comune come Settimo Torinese che è stato chiamato ad esprimersi con la presentazione di questo odg copia e incolla e presentato in ogni comune piemontese dove la Lega ha rappresentanti eletti. Se la Regione Piemonte a guida leghista fosse stata competente ad approvare una qualsiasi tassa in tal senso immagino che a quest’ora lo avrebbe già fatto senza dover chiedere l’aiuto al Comune di Settimo Torinese. Non appoggiare un’iniziativa di questo tipo è una scelta non solo politica ma è una scelta di buon senso in quanto questa proposta non porterà nessun effetto concreto e nessun concreto aiuto alle nostre realtà commerciali colpite così pesantemente dalla crisi pandemica.

“Nel nostro piccolo, grazie al lavoro e alla costante presenza del nostro assessore al commercio Chiara Gaiola, abbiamo fatto tantissimo per sostenere il commercio locale con risorse vere e dedicate. A partire dalla riduzione e in alcuni casi con la sospensione della tariffa rifiuti per le categorie commerciali colpite dalle chiusure per contrasto alla pandemia covid. A seguire con la valorizzazione dell’area centrale con l’apertura di due nuove isole pedonali e un mercatino settimanale degli agricoltori. Poi con l’allestimento delle luci e degli alberi di Natale per creare atmosfera natalizia e dare più luminosità alle nostre strade. Con l’iniziativa dei buoni per sostenere il commercio locale e comprare a Settimo e supportata dalla fondazione ECM. E con altre iniziative che saranno realizzare nel corso di quest’anno 2021 e che interesseranno il quartiere Borgo Nuovo. Se invece di occuparsi di comunicazione social per promuovere se stessa, la regione Piemonte promuovesse il commercio locale, le eccellenze piemontesi e il turismo locale, forse raggiungerebbe meglio i suoi scopi e farebbe un uso migliore del tempo e delle proprie prerogative istituzionali, non occupandosi di far presentare odg nei comuni per perorare cause perse in partenza” afferma Caterina Greco.

“Ricordo alla Lega – prosegue Gallo – che l’unico partito che si è occupato con serietà della web tax è stato il Pd che l’ha introdotta, un anno fa, a livello nazionale. Quindi, non prendiamo lezioni da nessuno! Inoltre, il Pd sta aprendo un dossier a livello europeo per prevedere una corretta applicazione di questa tassa in tutti i Paesi dell’UE: il nostro impegno è concreto e non fatto di chiacchiere sterili”.

“Per cambiare Torino una forte credibilità politica e umana“

Comunali Torino; Liberi e Uguali, Articolo Uno, Sinistra Italiana e Possibile: ” la battaglia con le destre sarà molto dura”.

“Per mettere in campo progetti ambiziosi e radicali serve innanzi tutto una credibilità umana e politica che sconfini oltre la propria parte, perché siamo consapevoli che la battaglia civile contro il candidato delle destre sarà molto dura. Ci sarà bisogno di tutta la nostra forza per non lasciare Torino nelle mani dei benzinai d’odio. Non sarà certo la rivincita del 2016, sarà tutta un’altra partita” – è il commento di Marco Grimaldi, capogruppo di Liberi Uguali Verdi in Regione, Matteo Cantamessa, Articolo Uno Torino, Elena Chinaglia, Sinistra Italiana Torino e Francesca Druetti, Possibile Torino, in merito alle candidature per il centro-sinistra a Sindaco di Torino.

“Un mese fa, dopo la disponibilità di Mauro Salizzoni, ho provato a dire perché, secondo il nostro punto di vista, quella candidatura aveva più chance di altri. Vorrei però che fosse chiaro un punto – precisa Grimaldi: il sondaggio odierno mi pare dica ancora più plasticamente che, per il futuro della nostra città, possiamo scegliere nomi capaci di allargare il nostro consenso anche al di fuori del campo del centro sinistra, ma di certo non possiamo puntare su candidature che lo restringono e che non possono nemmeno giocarsi la partita al secondo turno”.

“Continuiamo a pensare – proseguono gli esponenti della sinistra torinese – che all’interno di questa pandemia sarebbe meglio scegliere un candidato o una candidata che possa subito mettersi al lavoro per scrivere il progetto per il futuro della nostra città. Per farlo insieme a chi ha progetti ambiziosi, a chi si batte per la giustizia sociale e ambientale, a chi non vuole più che Torino sia la capitale della deindustrializzazione e delle cassa integrazione, del lavoro povero e sottopagato, della disoccupazione giovanile e delle smog city italiane; a chi ha in mente una città modello per la sua qualità della vita. Se non si troveranno gli spazi per una sintesi – concludono Grimaldi, Cantamessa, Chinaglia e Druetti – l’unica alternativa sono le primarie, trovando le modalità per farle in sicurezza”.

Gallo (Pd): “Da Cirio nessuna prospettiva per il futuro”

“Nella calza della Befana  promesse vuote”

 “La calza della Befana che il Presidente Cirio ha regalato ai piemontesi è piena di promesse vuote e critiche al passato e priva di contenuti” dichiara il Presidente del Gruppo Pd in Consiglio regionale Raffaele Gallo.

“Cirio ha ragione quando dice che il 2020 è stato un anno complicato, ma l’azione della sua Giunta è stata fallimentare: la gestione della prima fase della pandemia è stata disastrosa, ma quella della seconda ondata, nonostante tutti i nostri inviti ad arginarla in anticipo, è stata ben peggiore: scarsità di tamponi, terapie intensive al collasso, confusione nella gestione dei contagi. Il Riparti Piemonte che avrebbe dovuto rilanciare la nostra Regione, prostrata dalla pandemia, è stato un fuoco di paglia e si è distinto per la scarsità di risorse: circa 150 milioni e non certo i 700 milioni annunciati da Cirio” precisa Gallo.

“La sanità che Cirio ha ereditato – prosegue Raffaele Gallo – è decisamente migliore di quella che lui ha lasciato, come componente della Giunta Cota, all’amministrazione Chiamparino: invece di un piano di rientro si è ritrovato con un imponente piano di investimenti per l’edilizia sanitaria; anziché il blocco delle assunzioni, lo sblocco del turn-over e le prime politiche di potenziamento del personale; politiche che non hanno risolto tutti i problemi del Piemonte, ma hanno portato la nostra regione sul podio della classifica dei Livelli essenziali di assistenza nazionali. Questo continuo scaricare i problemi sul passato, dopo più di un anno e mezzo di legislatura, è stucchevole.  Per il Presidente Cirio è giunto il tempo di smettere di lamentarsi e cominciare, invece, a governare il Piemonte così da provare a risolvere alcuni dei molti problemi che interessano i piemontesi”.

“La politica della Giunta Cirio – conclude Gallo – si è contraddistinta per la mancanza di una visione e per l’incapacità di prevedere interventi con un’efficacia a lungo termine: contributi una tantum a pioggia non servono a far ripartire il Piemonte, ma sono semplici cure palliative. Purtroppo, da quello che abbiamo sentito, non crediamo che nel 2021 il centrodestra potrà dare al Piemonte nulla di più che slogan come in questo anno. I nostri cittadini invece meritano misure concrete di sostegno e di rilancio per far ripartire l’economia e tutelare le fasce più vulnerabili della popolazione”.

Stellantis, Italexit: “Colpevole silenzio del Governo italiano”

“IL FUTURO DI TORINO È IN PERICOLO”


Con la fusione tra FCA e PSA finalmente gli Agnelli riescono ad abbandonare una volta per tutte il settore automotive: formalmente saranno gli azionisti di maggioranza, ma nella stanza dei bottoni si muoveranno in prevalenza i dirigenti francesi.

I mercati finanziari hanno accolto con entusiasmo la novità spingendo verso l’alto il valore delle azioni dei due gruppi. La ricaduta sulla città di Torino e sull’Italia rischia però di essere catastrofica: l’azienda ha già deciso che la sede legale sarà in Olanda, i fornitori italiani saranno sostituiti in buona parte da quelli francesi e la produzione dei nuovi modelli del segmento B (il più importante in Europa) avverrà in Polonia. Torino diventerà quindi una delle tante sedi periferiche, con Mirafiori ormai ridotta a “mascherinificio di Stato”. Conte e Gualtieri, nel frattempo, restano in silenzio infischiandosene delle ripercussioni sul nostro tessuto economico e sociale.
Italexit con Paragone considera questo atteggiamento irresponsabile e punta il dito contro il grave problema di fondo che ha sempre contraddistinto i rapporti tra le istituzioni e la più grande industria privata in Italia: quando la Francia ha salvato Peugeot dal fallimento ha preteso di entrare nell’azionariato e di esercitare un ruolo di primo piano nelle scelte dell’azienda; l’Italia, nonostante 250 miliardi di euro di finanziamento pubblico (diretto e indiretto) dal 1975 a oggi, non ha mai posseduto una singola azione di Fiat/FCA e anche il recente prestito garantito da 6 miliardi si è concluso con una pacca sulla spalla per non indispettire l’Unione Europea.
In questo momento storico non possiamo più permetterci il lusso di avere uno Stato che non vuole intromettersi nelle questioni private, soprattutto se sta usando soldi pubblici. La Costituzione pone la tutela dell’interesse generale al centro del nostro ordinamento: mettere a rischio il futuro di circa 90 mila dipendenti diretti di FCA, e altre decine di migliaia nell’indotto, è o non è un attacco frontale contro la collettività?
ITALEXIT CON PARAGONE – TORINO

Mpp: “Stellantis non sacrifichi l’industria dell’auto piemontese”

Caro direttore, il 2021 vedrà la nascita del quarto gruppo mondiale dell’automotive con Stellantis, società nata dall’unione tra FCA e PSA; la creazione di grandi gruppi di livello mondiale  èinevitabile per la sopravvivenza dell’industria automobilistica ma questa operazione pone diverse domande e suscita timori.

FCA ormai da tempo non è più un’azienda italiana, ha sede legale, decisionale e finanziaria all’estero e della Fiat che ha reso grande Torino, il Piemonte e l’Italia nel mondo resta ben poco.

L’operazione Stellantis, venduta alla stampa lo scorso anno come matrimonio alla pari con il gruppo PSA, nei documenti presentati alle autorità di finanziarie si configura per quello che in effetti è, una acquisizione di FCA ( col poco di italianità che restava) da parte di PSA che è partecipata direttamente dallo Stato francese, presente in forze nell’azionariato.

Il CDA di Stellantis avrà la maggioranza di consiglieri espressi dai francesi oltre all’amministratore delegato, mentre a FCA andrà la minoranza dei posti nel CDA, oltre ad una presidenza del gruppo sicuramente importante a livello di immagine ma poco influente sulle scelte gestionali del nuovo gruppo industriale.

Il timore è che le “sinergie” garantite da queste grandi fusioni si traducano in un taglio dei posti di lavoro e, considerata la presenza statale francese nel gruppo, non è difficile immaginare che eventuali tagli di personale vadano a colpire gli stabilimenti italiani.

Il settore automobilistico, tanto importante per Torino ed il Piemonte, è stato fortemente ridimensionato negli ultimi anni e l’ipotesi che lo Stato francese non ci pensi due volte a risparmiare licenziando in Italia non è tanto campata in aria.

E’ auspicabile che le Istituzioni locali piemontesi, oltre ovviamente al Governo nazionale, incontrino al più presto i vertici di Stellantis per tutelare i lavoratori italiani del nuovo gruppo industriale; un ulteriore ridimensionamento di quella che è stata la gloriosa Fiat sarebbe il colpo di grazia per l’industria automobilistica  piemontese.

 

Massimo Iaretti – consigliere comunale – Presidente MPP

Gigi Cabrino – consigliere comunale aderente a MPP

Locatelli, (Prc-Se): “Stellantis, troppa retorica sull’automotive”

“Senza ripresa dell’iniziativa dei lavoratori non c’è futuro garantito”

Quanta retorica insulsa accompagna la nascita di Stellantis, il quarto gruppo a livello mondiale dell’automotiv nato dalla fusione della casa automobilistica francese Groupe Psa e della casa automobilistica americana Fiat Chrysler Automobiles. A Torino, principale polo produttivo di Fca, facendosi vanto di una storia e di un indotto dell’automotive che non è di poco conto, istituzioni, industriali auspicano “che i nuovi progetti del gruppo siano e continuino a essere anche piemontesi e italiani, non solo perché lo vogliamo, ma perché l’eccellenza del nostro territorio ha le caratteristiche per meritarlo”. A seguire alcune organizzazioni sindacali “collaborative” che nel dirsi fiduciose di un aumento delle prospettive di crescita si impegnano a “convincere il nuovo gruppo delle grandi professionalità del nostro territorio”. Ottimismo fuori luogo. Da quando un colosso industriale si fa convincere dai meriti, dalle attese, dagli auspici di chi vorrebbe in qualche modo avere garanzie a livello territoriale e occupazionale? Le imprese globali fanno solo i propri interessi.

Il fatto è che il nuovo gruppo industriale nasce senza che il governo o le istituzioni locali abbiano svolto alcun ruolo riguardo la nascita del nuovo gruppo e le garanzie di tenuta produttiva ed occupazionale del territorio. Sono anni che governo e amministrazioni locali stanno alla finestra, si rimettono alle forze del mercato, agli interessi privati tranne poi fare gli scongiuri o confidare sulle buone intenzioni degli industriali. Basta con questo andazzo. Governo e istituzioni siano costretti, anche grazie e soprattutto sulla base di una ripresa dell’iniziativa delle lavoratrici e dei lavoratori, a battere un colpo, ad affermare il primato dell’interesse pubblico, a imporre garanzie produttive ed occupazionali.

Ezio Locatelli segretario provinciale Prc-Se Torino 

Boni e De Grazia: “Solo il regime cinese ha paura delle primarie”

Caro direttore,

Esiste un posto dove organizzare le primarie dei partiti democratici in vista delle elezioni è un reato. Si chiama Hong Kong. 52 arresti stamattina delle persone più in vista impegnate sulle primarie democratiche (sia come organizzatori che come partecipanti). Caro PD, le primarie a 10’000 chilometri da qui, sono viste come uno strumento democratico talmente forte, da ostacolarne in tutti i modi l’organizzazione. Ma uno strumento democratico di questo tipo può far paura solo a chi, come il regime cinese, per la democrazia, non ha alcun rispetto. Che dite, noi invece lo vogliamo usare serenamente questo strumento?

Igor Boni, presidente di Radicali Italiani

Patrizia De Grazia, coordinatrice dell’Associazione Radicale Adelaide Aglietta

 

Bertola e Frediani creano il gruppo “Movimento IV ottobre”

L’Ufficio di presidenza del Consiglio regionale del Piemonte ha preso atto della costituzione del gruppo misto Movimento 4 ottobre.

Ne fanno parte i consiglieri Giorgio Bertola e Francesca Frediani, che hanno lasciato il gruppo Movimento 5 stelle.

Entrambi si sono qualificati consiglieri di opposizione.

La denominazione 4 ottobre fa riferimento alla data di costituzione del M5s.

Magliano: “Vaccino anti-COVID per gli addetti alle vendite”


Misura doverosa verso chi, fin dal primo lockdown, è in prima linea dietro alla cassa di un supermercato o a un bancone, assumendosi il massimo del rischio per permettere a tutti noi di condurre una vita quasi normale: porterò in Consiglio Regionale le ragioni di chi mi sta facendo pervenire, in questi giorni, decine di segnalazioni e richieste.

Sempre in prima linea – dietro a un bancone, alla cassa di un supermercato o in un magazzino – fin dalla scorsa primavera, tempo del primo lockdown (quando anche mascherine e guanti non si trovavano per tutti): cassiere, addetti alle vendite, magazzinieri e altre figure professionali hanno continuato a lavorare tutti i giorni, esponendosi in prima persona a tutti i rischi del caso, per permetterci di contare su una disponibilità costante di generi di prima necessità. L’impegno di queste persone sta continuando, con relativi rischi, in queste ultime settimane di zona gialla, arancione o rossa: permettere loro di fare il proprio lavoro in totale sicurezza è doveroso. La mia richiesta in Consiglio Regionale è che, subito dopo il personale impegnato a fronteggiare l’emergenza pandemica e subito dopo i soggetti più fragili, si proceda alla vaccinazione di chi lavora a contatto con il pubblico nelle strutture di vendita. Sarebbe un gesto degno di un Paese civile: mi farò portavoce a Palazzo Lascaris delle decine di segnalazioni che sto ricevendo. La Regione si muova e si faccia sentire per esempio presso il gruppo di lavoro permanente coordinato dalla Direzione Generale Prevenzione Sanitaria del Ministero della Salute.

Silvio Magliano – Presidente Gruppo Consiliare Moderati, Consiglio Regionale del Piemonte.

Stellantis, Grimaldi (LUV): “Per ora FCA è prima solo per cassa integrazione”

“Gli azionisti di Fca e Psa votano la fusione, che sarà perfezionata il 16 gennaio, nasce Stellantis e noi siamo tra i pochi a vedere anche i tanti rischi:

la maggioranza del board è composta dall’amministratore delegato e da membri di origine Psa e questo è un fatto che dovrebbe ovviamente preoccupare tutti eppure sono tutti silenziosi, i sovranisti per primi” – è il commento a caldo di Marco Grimaldi, capogruppo di Liberi Uguali Verdi in Regione Piemonte.

“Alcune cose però non cambiano – attacca Grimaldi – Stellantis avrà la propria sede in Olanda pertanto sarà probabilmente un grande colosso nei profitti ma rimarrà, come FCA, indigente per quanto riguarda l’IRAP e le tasse pagate in Italia e in Piemonte. Dobbiamo almeno augurarci che riportino la produzione a livelli di piena e buona occupazione nella Penisola e nella nostra Regione, almeno per ripagare gli investimenti che il nostro Paese ha garantito negli ultimi anni: altro che “Fabbrica Italia”, FCA è stata ‘Cassa (integrazione) Italia’, e i risultati che il Presidente di Exor, John Elkann, ha vantato oggi – negli ultimi 10 anni il valore del Gruppo Fiat è aumentato di 5 volte – lo deve anche ai contributi statali e ai soldi delle nostre tasse”.

“Il punto principale della questione – prosegue Grimaldi – è che da un lato si teorizzano grandi risultati che porterebbero Stellantis ad essere il terzo costruttore in termini di fatturato e il quarto in volume di produzione, dall’altro si dimentica di dire che FCA è stata solo leader per quanto riguarda la cassa integrazione, record negativo che ha indebolito l’intera filiera produttiva e l’indotto costituito di piccole e medie imprese che, a causa degli stabilimenti rimasti aperti ma che spesso hanno girato a vuoto, rischiano l’osso del collo. Non basta infatti puntare sui settori Premium e Luxury – conclude Grimaldi – anche le auto di massa vanno fatte in Italia se si vuole garantire capacità produttiva e occupazione e salvare la componentistica; a questo proposito speriamo che la promessa di non chiudere le fabbriche italiane diventi la premessa per riportare produzione e innovazione nel nostro Paese”.