“La Legge di Bilancio, che a giorni arriverà in Parlamento, contiene alcune misure fondamentali per il mondo del lavoro e per dare supporto alle famiglie.
Innanzitutto il rifinanziamento del Reddito di Cittadinanza, misura fortemente criticata da destra a sinistra ma che in questa pandemia, purtroppo, ha dimostrato come una politica di sostegno ai più deboli sia quanto mai necessaria. Dopo essere riusciti a raggiungere 3,5 milioni di persone, con circa 362mila contratti di lavoro stipulati finora, puntiamo ad assicurare questo strumento di sostegno economico fino al 2029 con un fondo da 4 miliardi”. È quanto afferma in una nota la deputata Jessica Costanzo in commissione Lavoro alla Camera.
“Fondamentali anche gli interventi annunciati per dare stimolo all’occupazione, messa a dura prova dalla crisi generata dalla pandemia. È per questo positivo il forte segnale che arriverà dalla decontribuzione al 100% per il biennio 2021-2022 per le imprese che assumeranno lavoratrici donne e fino al 2023 per quelle che assumeranno giovani sotto i 35 anni”, continua.
“Un’altra delle nostre battaglie che prenderà forma grazie ai fondi presenti in legge di bilancio è quella per assicurare alle famiglie l’assegno unico a partire da luglio 2021. Si tratta di un contributo di circa 200 euro per ogni figlio fino ai 21 anni di età. Per i nati nei primi mesi del 2021 ci sarà comunque la proroga del bonus bebè. Un aiuto necessario per strutturare le nostre politiche a sostegno della genitorialità e per il futuro del nostro Paese”, conclude
Le sollecitazioni del presidente Mattarella, come pure gli appelli di Nicola Zingaretti e i ragionamenti di Goffredo Bettini sono parole che il vento porta via e non raggiungono le orecchie dei dirigenti del M5s. Il presidente Conte, cioè colui che dovrebbe fare un passo nella direzione di un confronto parlamentare aperto e schietto, è incatenato ai diktat dei Cinquestelle.
Crimi ha dato l’alt a ogni collaborazione con le opposizioni sulla manovra bilancio che deve essere scritta dalla maggioranza, le opposizioni, invece, dovrebbero limitarsi a fornire i loro voti per il quarto scostamento di bilancio.
Tanta arroganza, è ovvio, è figlia dell’estrema debolezza e della confusione strategica che sta lacerando i grillini, non più movimento è sempre più simili a una brutta versione di partito. È evidente come in queste condizioni la disponibilità offerta da Forza Italia a collaborare con il governo per attraversare la crisi della pandemia e mettere l’Italia in sicurezza, è una pietra di inciampo nella logica grillina. A pagare il prezzo di questa chiusura sarà con ogni evidenza il Pd. Maggiore ancora è il prezzo che dovranno pagare gli italiani per tanta cecità politica.
Daniela Ruffino, deputata di Forza Italia
“Interpellanze del cittadino”, buco nell’acqua
L’ultimo atto di questo tipo è stato discusso in Sala Rossa il 30 settembre 2019: questa è la misura del crollo di una concezione di democrazia diretta alla quale gli stessi Cinque Stelle hanno dimostrato, nei fatti, di non credere. Domani si discuterà la mia interpellanza sul tema in Consiglio Comunale.
Interpellanze del cittadino? Fallimento (quasi) totale. Non se ne discutono da un anno: lunghissima è ormai la “coda” di atti presentati e ancora non calendarizzati. Il proposito di dedicare una seduta al mese a questo strumento di partecipazione resta lettera morta (e l’emergenza sanitaria non c’entra). Mi è stato riferito che, per alcune interpellanze recapitate via PEC, sono stati necessari due mesi e più per l’accoglimento e la comunicazione dell’esito al cittadino presentante. Se è questa la “democrazia diretta” della quale i Cinque Stelle tanto parlano, possiamo davvero parlare di buco dell’acqua o di ennesimo esempio di azione di facciata priva di seguito. I torinesi se ne stanno accorgendo. Si sarebbero dovute calendarizzare ogni mese sedute da cinquanta minuti a questo argomento, ma il proposito è rimasto lettera morta. Sono diverse le interpellanze “in coda”, in attesa di essere calendarizzate. Con un’interpellanza, chiederò alla Giunta quali siano le ragioni del mancato rispetto del calendario mensile e se possiamo sperare, nelle prossime settimane, che gli atti “in coda” arrivino finalmente in Aula.
Silvio Magliano – Capogruppo Moderati, Consiglio Comunale Torino.
Il gruppo di lavoro regionale di indagine sull’epidemia covid19 ha audito oggi le rappresentanze sindacali degli infermieri.
Le organizzazioni hanno innanzitutto lamentato una carenza di confronto e coinvolgimento che persiste anche in questa fase della pandemia: un tema tristemente ricorrente nelle interlocuzioni con le rappresentanze sindacali.
Emerge in maniera significativa una disponibilità, oltre 500 unità, di personale OOSS e infermieristico in graduatoria per posti a tempo indeterminato (almeno nelle ASL di AT, CN, NO, AL), a cui però non si attinge preferendo soluzioni precarie consentite dalle normative eccezionali ora vigenti, a cui aggiungere quelle che sono trasformazioni di contratti interinali. Addirittura, in alcune aziende, le assunzioni a tempo indeterminato sarebbero inferiori rispetto a quelle degli anni precedenti. Un tema significativo, specie alla luce della competizione tra sistemi regionali e i sistemi pubblico e privato, per accaparrarsi personale: siamo dell’idea che occorra spingere sulle assunzioni con maggior decisione.
Le OOSS si sono, infine, a lungo soffermate sulle difficoltà di accesso al tampone nel corso della prima ondata e sulla difformità, ancora presente, nell’applicazione dei protocolli di screening per gli operatori nella seconda ondata: alcune ASL e ASO non hanno ancora effettuato neanche il primo controllo previsto dal 3 settembre.
Drammatica, inoltre, è la gestione della differenziazione dei percorsi, che, anche in questa seconda fase, non riescono separare quelli puliti da quelli sporchi. Mancano le aree grigie negli ospedali e sul territorio gli infermieri passano da servizi in contesti Covid, come le RSA dove vengono inviati, a servizi in contesti puliti, magari sul territorio. Occorre garantire al personale un accesso periodico e diretto ai servizi di diagnosi del Covid19, per garantire la sicurezza dei lavoratori e l’operatività del sistema ospedaliero e l’Unità di crisi deve farsi carico di verificare la puntuale applicazione delle sue disposizioni da parte delle aziende.
Raffaele Gallo. Presidente del Gruppo Pd in Consiglio regionale
Domenico Rossi, Vicepresidente Commissione Sanità
Daniele Valle, Coordinatore Gruppo di indagine sul Covid19
“No alla repressione e alle reclusioni ingiuste dei NoTav”
Da oggi la compagna Nicoletta Dosio è tornata in libertà dopo aver scontato la condanna a un anno di reclusione per aver partecipato, nel lontano 2012, a una pacifica protesta No Tav. “Una condanna ingiusta, assurda così come ingiuste e assurde sono le innumerevoli misure restrittive emanate nei confronti di attivisti Notav rei di aver difeso la Valsusa da un’opera distruttiva e inutile” sostiene Ezio Locatelli, segretario provinciale Prc-Se di Torino. “Un’opera – continua Locatelli – che si vuol portare avanti, costi quel che costi, ricorrendo non solo a operazioni truffaldine ma fomentando la repressione di chiunque faccia opposizione. L’AV Torino Lione, come ogni altra grande opera, fa parte dell’espansionismo del capitale. Contro questo espansionismo che non si fa scrupolo di distruggere un intero territorio è giusto condurre una ferma opposizione. Oggi è un giorno di gioia per la fine di una reclusione ingiusta, una reclusione che Nicoletta ha affrontato con grande dignità e a testa alta, nella consapevolezza delle insopprimibili ragioni del movimento NoTav. In ogni caso il suo ritorno in libertà non cancella l’ingiustizia nei confronti suoi e di tanti altri attivisti perseguiti o messi in carcere per la loro disobbedienza attiva a un’opera speculativa. Non c’è repressione che possa fermare una lotta giusta. Libertà per tutti i NoTav. Avanti con lotta
“La decisione del ministro De Micheli di sospendere gli esami di guida in Piemonte, Lombardia, Calabria e Valle D’Aosta, ovvero nelle attuali zone rosse, a più di una settimana dal DPCM che invece li consentiva, è una vera e propria beffa:
le attività delle autoscuole si ridurranno del 50 per cento ma non potranno accedere ad alcun contributo perché aperte ai sensi del Dpcm e quindi escluse dai ristori. Assurdo e troppo penalizzante per un settore che ha già pagato molto e che già vive quotidianamente i ritardi delle Motorizzazioni. Perché il governo non ha ascoltato gli operatori del settore, che chiedevano almeno di non interrompere gli esami pratici per le patenti A, C e D, per cui non vi è la problematica del distanziamento come per la B? Occorre che adesso autoscuole, scuole nautiche e centri di consulenza con attività in zona rossa siano almeno inclusi tra quelle per cui sono previsti ristori”.
Lo dichiarano in una nota i deputati della Lega Elena Maccanti, capogruppo in Commissione Trasporti, e Giuseppe Donina, relatore delle proposte di legge di riforma del Codice della Strada.
E’ stata discussa l’interpellanza a prima firma della Consigliera Comunale Federica Scanderebech inerente le tempistiche con cui il comune rilascia i permessi edili di suolo pubblico.
Contestualizza Scanderebech: “Se per una pratica di concessione di suolo pubblico, necessaria alle imprese edili per montare i ponteggi per dare avvio ai lavori, a Torino si doveva aspettare tra i 10 e i 30 giorni, la pandemia ha aggravato ulteriormente la situazione: per essere elaborata ogni pratica necessita dai 20 ai anche 60 giorni. E le pratiche in arretrato al 30 settembre erano 901 solo per citare dei numeri”.
“Una situazione inaccettabile – afferma la consigliera Federica Scanderebech – che contribuisce ad aggravare la crisi del settore edile, dopo il blocco dei cantieri nello scorso lockdown. Diversi costruttori hanno lamentato attese anche di più di due mesi per ricevere l’autorizzazione dal comune per l’avvio ai lavori e l’occupazione del suolo; quando l’amministrazione la scorsa primavera si era fatta garante e aveva comunicato tempistiche non superiori ai 15 giorni per tali pratiche. Il Governo ha messo in campo l’Ecobonus 110% per rilanciare l’edilizia ma la Città, anziché supportare e agevolare le imprese, rallenta l’avvio dei lavori a causa dei suoi ritardi nelle autorizzazioni. Tale vistoso protrarsi dei tempistiche per il rilascio delle pratiche sembra da attribuire, principalmente, alla modalità di lavoro da remoto. Lo smartworking non si dimostra adatto per garantire la mission di alcuni servizi come questo. A testimonianza i dati che vedono un aumento esponenziale dei ritardi proprio in concomitanza dell’assenza dagli uffici”.
Continua lScanderebech: “A ciò si aggiunge un altro disagio: impossibile avere un’interlocuzione con gli uffici. In molti chiamano i numeri di riferimento, per avere chiarimenti in merito a questi ritardi, ma nessuno risponde. Lo sportello informativo, che offriva supporto e assistenza al pubblico, è stato chiuso a causa dell’emergenza Covid, e non è stata predisposta nessuna modalità alternativa (in remoto o al telefono) volta a salvaguardare quel servizio, ritenuto molto utile. Considerando che ogni anno lo sportello riceveva circa 12mila richieste di informazioni o chiarimenti (nel 2019 le pratiche sono state 11.742), possiamo comprendere l’entità del disagio che è stato creato e che si è abbattuto sui cittadini e sulle imprese.”
La consigliera Federica Scanderebech, ha discusso l’interpellanza e si fa portavoce dei disagi riscontrati: “In queste condizioni non si possono montare i ponteggi, non si possono fare gli interventi richiesti e ciò si ripercuote anche sui finanziamenti di fattibilità dell’opera che l’impresa edile incasserebbe ad esempio anche dalle rendite pubblicitarie affisse sui ponteggi; oltre al fatto che si ostacola un’intera filiale di operai, fornitori”.
“L’Assessore Rolando ha riconosciuto la criticità che ho evidenziato – prosegue Scanderebech – e ha ammesso di aver avviato la ricerca di personale interinale per provvedere a tamponare il problema. Speriamo che questo nuovo lockdown non provochi nuovamente disagi”
Il Pd e il grande vuoto politico
La pandemia ha stravolto tutto:il nostro modo di vivere, di pensare, d’agire, anche la politica è anestetizzata.
I grillini hanno la testa piena di ideologismi infantili ma pur di non mollare la poltrona firmerebbero un patto col diavolo. I leghisti, che dovrebbero rappresentare tutte le grandi imprese del Nord, sono nelle mani di Salvini preoccupato soltanto di respingere gl’immigrati
Ma chi legittima il vuoto politico del Paese (anche agli occhi dell’Europa) è il Pd, cioè un partito che si vorrebbe aperto,sociale,democratico,liberale aperto a tutti, invece che fa?asseconda in tutto e per tutto i giochi poco chiari dei grillini,il populismo della destra,dove si distingue soltanto il pragmatismo e la volontà del fare di Giorgia Meloni. Un partito che finisce per essere il garante di questa Italia sull’orlo del collasso produttivo e del disastro finanziario. Cioè il garante del fallimento.
Forse, se il Pd non si prestasse a reggere la coda ai populisti-sovranisti, la lotta politica potrebbe risorgere, il Parlamento potrebbe essere riattivato e le urne potrebbero essere riaperte. Forse sarebbe possibile spiegare all’opinione pubblica quel che sta accadendo. Forse bisognerebbe avere più fiducia nel cervello degli italiani.
La primavera prossima del 2021,virus permettendo, si voterà in 5 grandi capoluoghi di regione Torino, Roma, Milano, Napoli, Bologna, quindi un esame al governo nazionale. A Torino regna l’indecisione generale su chi candidare: c’è già il candidato perfetto ma si preferisce puntare, con testardaggine, sulle primarie. Ma è mai possibile che una classe dirigente non sia in grado d’aver il coraggio di scegliere la persona idonea a fare il sindaco che,ripeto, c’è già?
Ed i circoli PD?Nacquero con grande spirito d’iniziativa e collante con l’elettore.Sono diventati un luogo d’incontro per pochi intimi,sempre gli stessi,come i 4 amici al bar della famosa canzone.Se il PD non si sveglia,il centrodestra avrà vita facile nel vincere anche a Torino.
Vincenzo Grassano