“Insieme a diversi cittadini abbiamo effettuato un sopralluogo nell’area verde situata in via Forlì, di fronte al civico 82.

La proposta di regolamento della Giunta regionale, in attuazione della legge che detta il riordino delle norme in materia di agricoltura e di sviluppo rurale in tema di apicoltura, ha ricevuto parere favorevole da parte della commissione.
“La proposta – commenta il presidente Claudio Leone della Lega Salvini Piemonte – dell’assessore all’Agricoltura Marco Protopapa, va a regolamentare un settore fondamentale dell’agricoltura piemontese, trascurato a livello normativo e molto provato a causa delle condizioni climatiche anomale. Abbiamo lavorato nella piena consapevolezza dell’importanza delle api, sia in campo agricolo sia nel mantenimento dell’ambiente, accogliendo la volontà di disciplinare il ruolo multifunzionale dell’apicoltura per promuovere uno sfruttamento razionale delle risorse nettarifere, con linee guida per individuare i soggetti produttivi e definendo i parametri relativi alla pratica del nomadismo, focalizzandoci sugli interessi sia dei piccoli sia dei produttori professionali”.
Un ulteriore passo per il nuovo regolamento che, oltre a guardare all’ambiente e alla tutela della biodiversità, potrà favorire l’imprenditoria esistente e futura.
Un risultato ottenuto grazie a un emendamento della Lega approvato al dl Semplificazioni, nelle more dell’applicazione del nuovo regolamento e dell’approvazione della direttiva ministeriale. La risposta a un settore che attendeva da mesi un atto concreto. Con l’approvazione di questo emendamento ancora una volta la Lega interviene a sostegno di un settore fortemente penalizzato dall’emergenza pandemica semplificando la vita a imprese e cittadini”.
Lo dice in una nota la deputata Elena Maccanti, capogruppo della Lega in Commissione Trasporti e prima firmataria dell’emendamento.
“Sulla Tav con il governo Draghi è stato superato l’impasse creato dai precedenti esecutivi, è stata data nuovamente centralità all’Osservatorio smantellato dall’ex Ministro Toninelli e sono stati garantiti tutti i presupposti per portare a termine la Torino – Lione nei tempi previsti”: è quanto dichiara Silvia Fregolent, capogruppo Iv in Commissione Ambiente sul parere della Camera dei Deputati approvato il 15 luglio, e che da sostanzialmente il via libera al Dl Opere.
“Il documento varato dalle Commissioni Trasporti ed Ambiente della Camera rafforza infatti gli strumenti a disposizione del Commissario straordinario per portare a termine il tratto italiano dell’opera, coinvolgendo pienamente i territori interessati e con l’obiettivo di poter beneficiare delle risorse aggiuntive messe a disposizione dall’Unione europea”: conclude Silvia Fregolent.
IGOR BONI: “SCELTA DEI VERDI INCOMPRENSIBILE. DOPO AVER LOTTATO INSIEME PER LE PRIMARIE ORA SE NE VANNO. MIO PROGRAMMA AMBIENTALISTA AL SERVIZIO DI STEFANO LORUSSO”
Ormai da alcune settimane il centrodestra è di nuovo il terreno dello scontro che coinvolge non solo Meloni e Salvini ma anche forza Italia. Dopo lo stop, oggi si crea un altro capitolo di rottura con il rischio di spaccatura sia al comune di Bologna che alla regione Calabria. la coalizione di centrodestra avrebbe dovuto ascoltare di più le richieste di Fdi anche se all’opposizione.
Se queste sono le premesse, soltanto un ingenuo può credere che il partito unico sia dietro l’angolo. Siamo in presenza di una guerra di potere, di occupazione del potere, con le idee, le strategie per non dire gli ideali che sono finiti nel cestino. È in un quadro simile che acquista senso e concretezza la sfida di Coraggio Italia. Una forza di moderazione, europeista e liberale che vuole riportare la concretezza delle scelte al centro della politica. Concretezza, merito e tutela dell’interesse pubblico sono la stella polare di una battaglia politica che deve portare il centrodestra a ripensarsi su basi completamente nuove. Quelle attuali crolleranno prima del 2023.
Osvaldo Napoli, deputato di Coraggio Italia
che per esprimere un pensiero No Vax ha utilizzato l’immagine dell’ingresso di un campo di concentramento con la scritta “Il Vaccino rende liberi”, una fotografia che rappresenta un’offesa a tutte le vittime dell’Olocausto” dichiara il Consigliere regionale del Partito Democratico Domenico Ravetti.
“Inoltre, con questo post il vice sindaco di Bistagno sottopone ad un’inaccettabile paragone tutti coloro che si sono impegnati nella campagna vaccinale e i cittadini che hanno scelto, sottoponendosi all’inoculazione anti Covid-19, di difendere la propria salute e quella degli altri. Valuti l’interessato le proprie dimissioni!” conclude Ravetti.
Credo che,
dopo la concreta esperienza vissuta in questi ultimi anni, possiamo dire tranquillamente che si
tratta della peggior deriva della politica italiana. Una deriva che ha contemplato in sè i peggiori vizi
che possa affrontare ed incrociare una democrazia: dall’antipolitica alla demagogia,
dall’antiparlamentarismo alla impreparazione della classe dirigente, dal trasformismo
all’opportunismo politico e parlamentare, dalla casualità all’ormai tristemente noto “uno vale uno”.
Insomma, come dicevo poc’anzi, il peggio della politica italiana. Eppure, malgrado questa deriva
profondamente antidemocratica ed illiberale, nel 2018 quasi un italiano su tre ha scelto questa
deriva. Certo, forse non per demolire le fondamenta politiche, culturali ed ideali della democrazia
italiana ma per assecondare, del tutto inconsapevolmente, una moda che era stata predicata,
teorizzata ed urlata dalla stragrande maggioranza degli organi di informazione del nostro paese.
Ora, dopo aver assaporato il gusto di questo populismo in salsa italiana, è iniziata la lenta ma
inesorabile presa di distanza da parte di coloro che, pomposamente, lo avevano coltivato ed
esaltato. È altrettanto vero, però, che questa deriva populista si è consolidata in molti settori della
nostra vita sociale e politica e non sarà così semplice archiviarla definitivamente. La controprova è
semplice: addirittura un partito di potere e governista come il Pd continua ad individuare nel
protagonista indiscusso di questo populismo anti politico, cioè i 5 stelle come tutti sanno, i
migliori alleati per il futuro governo del paese.
Di fronte ad un quadro del genere, però, la vera sfida politica e culturale resta un’altra. Ameno per
tutti coloro che non hanno mai nè condiviso e nè sposato la causa populista come arma decisiva
per risolvere i nodi politici nel nostro paese. Con un populismo che corre verso il burrone, occorre
avere la forza politica e culturale, appunto, per tentare di invertire la rotta cercando di recuperare
dal passato quegli ingredienti che possono rilanciare la radici, seppur fragili, della nostra
democrazia e la credibilità delle nostre stesse istituzioni democratiche. E i tasselli che devono
trovare spazio in questo contesto sono quelli decisivi per centrare l’obiettivo del ritorno della
democrazia e dei suoi istituti principali. Li possiamo esemplificare con alcuni titoli: il ruolo dei
partiti e della loro organizzazione democratica; il ritorno delle culture politiche per giustificare
l’esistenza stessa dei partiti; respingere al mittente l’esperienza squallida e decadente dei partiti
personali, del capo o del guru; battere la concezione della politica fluida o liquida funzionale alla
sola crescita dei follower del capo; praticare una politica che sia in grado di coniugare
radicamento territoriale, rappresentanza sociale e militanza politica. E, infine ma soprattutto,
ritornare ad avere una classe dirigente politica che non sia più la grigia ed indistinta sommatoria
della improvvisazione, della casualità, della inesperienza e della cronica incapacità. E questo solo
per odio contro il passato e contro tutto ciò che ricordi la nobiltà della politica e della sua valenza
culturale e storica.
Ecco perchè dobbiamo essere pronti. Pronti come cattolici democratici, come cattolici popolari e
come cattolici sociali. E questo perchè tutti noi sappiamo che il populismo è il nostro vero ed
irriducibile avversario. Chi pensa di convivere con quella deriva non può coltivare il ritorno della
qualità della democrazia e, per quanto ci riguarda, non può pensare di riproporre il nostro
patrimonio culturale ed ideale. Per questi motivi la fine, speriamo al più presto, del populismo ci
deve vedere nuovamente protagonisti, con altre esperienze culturali come ovvio, del
cambiamento e del rinnovamento della politica italiana.
Giorgio Merlo