Così Berlusca e Beppe Grillo governeranno insieme. Precipitoso? Forse ma non ci sono tante alternative al cosiddetto perimetro della maggioranza.
Giorgia Meloni oramai è un pulcino bagnato decisamente nell’angolo. Matteo Salvini ci tenta, magari torniamo al Governo. Zingaretti riprende le redini e spinge Grillo nello starci. Lezzi, Di Battista e Toninelli non ci stanno. Speriamo per i pentastellati che se ne vadano. Non per noi che di questi individui non abbiamo nessuna stima. Speranzosi verso l’Azzolina che voleva gli studenti in classe e poi spendere 120 milioni per i banchi e sedie con rotelle inutilizzati. Inservibili e dannosi. Qualcosa non torna.
Furibondo Travaglio che gli fanno saltare il suo Cocco Bonafede, il peggiore Ministro negli ultimi 150 anni. Poi, da domani con chi se la prende? Dopo che Berlusca ha incontrato Draghi si vocifera che (Travaglio) sia svenuto. Sul Progetto Recovery Fund un cumulo di ovvieta’ , a detta (ovviamente) degli esperti. Il governo Conte non era il miglior Governo possibile? No! Non era il miglior governo possibile, anzi era un governo, usando un eufemismo, decisamente zoppicante. Intanto gli iperrealisti sentenziano che questi politici prenderanno in mezzo Mario Draghi e si tornerà da capo. Poi non vogliamo un uomo solo al comando. Buontemponi.
Meglio Conte? Non mi pare proprio. Prima non avevo fiducia e speranza. Ora ho fiducia e speranza. Prima urlavano che volevano competenza. Ora la competenza è arrivata. Per una volta Massimo D’Alema ha toppato. Conte era indifendibile. Magari non tanto lui, la compagine decisamente. E per una volta Giggino ci è piaciuto. Prima mai con Draghi. Poi non perdiamo la testa. Accordo, basta che non ci sia la Lega tra le scatole. I due più raggianti sono Berlusca e Matteo Renzi, non a caso. Il solito ( affettuosamente) Bauscia: Draghi è uomo mio. Ed il toscanaccio: visto? Non saremmo arrivati allo stesso punto se non c’ero io. L’altro Matteo Salvini) rompe ogni indugi : con Mario Draghi senza se e senza ma. Beppe Grillo dribbla i giornalisti e Vito Crimi parla mezz’ora e non dice niente. Comincia in salita anche per Zingaretti. Draghi riprende le consultazioni. Mi sa che sarà lui a decidere. Punto.
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Scoramento di Mauro Salizzoni. Dopo il confronto con Lo Russo è vicino a buttare la spugna. Giorni fa , qualcuno mi disse: che ne pensi di un tandem Salizzoni e Pentenero? Bella idea ma solo con una controindicazione: Pentenero non ci ci sta. Continua nel dire: primarie, primarie, e poi, a bocce ferme si deciderà. E chi non vuole assolutamente Lo Russo? Spera in Roma, ora che il prof. Andrea Giorgis è (quasi) disoccupato. Come ministro ha tutte le carte in regola. Ma mi sa che tra i pochissimi confermati ci sarà solo Speranza. Un cambio di guida alla Sanità non possiamo permettercelo ora. Con Andrea Giorgis ritornerebbe il sorriso al nostro Chiampa irritatissimo con chi ( a detta sua ) gli ha guidato contro il suo amico Mauro Salizzoni. Un’ amicizia che durava da più di cinquanta anni. Sintesi per Torino: tutto in alto mare. E se tanto mi dà tanto , difficilmente ad aprile e maggio si voterà. Rinviato tutto a settembre. Ora c’ è ben altro a cui pensare. Va anche in crisi chi sperava o solo si augurava, o solo prevedeva un accordo strategico tra cinque stelle e PD. Duretta accordarsi con Chiaretta sempre alla ricerca del suo disastro amministrativo quotidiano. Prima sostiene che, Torino città dell’ accoglienza mai caccerà i senza tetto. Poi dal centro vengono cacciati. Non c’ erano alternative. Ma è stucchevole chi , cinque anni fa , accusando Piero Fassino di incapacità ha solo e decisamente peggiorato la situazione. Se poi il Pd si incaponisce nel ricercare un accordo , sponsorizzato dalla sinistra sbrindellata, faccia pure. In nome del non dobbiamo far vincere la destra, faranno vincere la destra. Del resto, almeno in questo, c’ è una continuità storica della sinistra: il non volersi del bene facendosi un sacco di male. O forse è semplicemente stanca di governare Torino, forse offesa che 5 anni fa la città ha preferito l’ Appendino a Fassino. Certamente Chiaretta non ha determinato l i motivi di fondo dell’ attuale sfascio. Ma è diventata un ottimo alibi per chi lo ha determinato. Vero, ne’ regione ne’ comune spenderanno soldi che arrivano dall’Europa. C’ è una questione di credibilità della nostra Città a livello internazionale. Ora la credibilità è sottozero. Purtroppo la vicenda della Tav lo sta a testimoniare. 3 anni letteralmente buttati via di un opera decisa trent’anni fa. Ed a questo punto avranno ragione i No tav che sostengono che è un’ opera inutile, anche perché non si sta facendo. L’ Europa ci chiede di realizzare infrastrutture necessarie per lo sviluppo economico. Fa un certo effetto vedere e sentire i pentastellati che lavoreranno per un governo, in Italia, europeista. Loro che nel programma elettorale proponevano l’ abolizione dell’ euro ed il ritorno alla lira. Come dice Zingaretti sono maturati. Hanno fatto 30 e dunque, magari facciano 31 anche sulle opere infrastrutturali. Nel mentre Mario Draghi confermerà la Ministra De Michelis che per un anno e mezzo ha preso il doppio stipendio e basta. Per una volta qualche passo in avanti si è fatto a Roma. Purtroppo non A Torino. Fin tanto che non si vota, ogni speranza e vana. Fiducioso per l’ Italia sfiduciato per Torino. Ovviamente per quel che vale la mia opinione.
Patrizio Tosetto