Italexit presenta Verra candidato sindaco
Nella giornata di giovedì 3 giugno Italexit ha presentato ufficialmente la candidatura di Ivano Verra per le elezioni comunali di Torino. Alla conferenza hanno preso parte, oltre allo stesso Verra, Luciano Bosco e Roberto Mossetto in qualità, rispettivamente, di Responsabile del Piemonte e Segretario Politico della sezione torinese del partito.
Riceviamo e pubblichiamo – Verra intende proporsi ai torinesi come l’unica reale alternativa nello scenario politico torinese: «Destra e sinistra ormai viaggiano a braccetto: oltre a sostenere il Governo Draghi, anche a Torino sembrano esserci le condizioni per una coalizione allargata. Questo può significare solo una cosa: la loro impostazione politica è perfettamente sovrapponibile. I torinesi però hanno bisogno di nuove proposte e, soprattutto, di un progetto politico privo di ambiguità che li aiuti a ritrovare fiducia». Le parole chiave di questa candidatura saranno lavoro, commercio locale, sicurezza, innovazione e urbanistica: «A Torino manca una visione strategica di lungo periodo, con un’amministrazione che ha paura di rendersi protagonista attiva nelle dinamiche sociali ed economiche del territorio. Il risultato è sotto gli occhi di tutti: abbiamo una Torino a due velocità, dove chi resta indietro è spacciato. Penso alle persone che non riescono più a trovare un lavoro, ai quartieri che sono stati abbandonati alla delinquenza e al degrado, alle piccole imprese che vengono strangolate da tasse, burocrazia e concorrenza sleale straniera».
Il candidato sindaco ha quindi concluso esponendo i prossimi appuntamenti sul territorio: «Da domani avvierò una serie di incontri con i cittadini, le imprese, le associazioni delle varie circoscrizioni: percepisco una forte voglia di cambiamento e Italexit è l’unico soggetto in grado di assecondarla. Il 19 giugno il Senatore Gianluigi Paragone sarà in visita a Torino: un’occasione fondamentale per portare le nostre istanze locali anche nelle aule parlamentari».
L’assemblea regionale del Popolo della Famiglia
RICEVIAMO E PUBBLICHIAMO Sabato 5 giugno in via Torricelli 30, a Torino, alle ore 17 avrà luogo l’assemblea regionale del Popolo della Famiglia Piemonte. Sarà l’occasione perché i numerosi tesserati, simpatizzanti, amici si ritrovino in presenza e conoscano più da vicino la realtà di questo giovane movimento, candidato a diventare partito, non appena l’elettorato nazionale ne avrà compreso la portata innovativa e risolutiva.
Il PdF tocca le questioni chiave, la difesa della vita, la difesa della famiglia, quel baluardo che garantisce la protezione dei deboli, la risorsa del coraggio e della fiducia, quanto mai necessari in tempi tristi come i nostri.
Il PdF parteciperà anche quest’anno, come 5 anni fa, alla sfida elettorale: cresciuto, rinvigorito e sempre più convinto che solo accogliendo e difendendo la maternità, le piccole imprese famigliari, le giovani coppie, potremo rilanciare la produttività italiana e tener testa, con l’intelligenza e l’operosità che distingue la nostra gente, al progetto mondialista che punta ad annullare l’unicità della persona e le radici della nostra cultura.
Interverranno in diretta il Presidente nazionale Mario Adinolfi ed il Coordinatore nazionale Nicola Di Matteo; presiederà, in presenza, Lucianella Presta, Coordinatore regionale del Piemonte.
“La tragica morte sul lavoro dell’operaio della Margatelli Ferroviaria di Rodallo fa salire a 14 le vittime sul lavoro nell’area metropolitana di Torino in questa prima parte di 2021.
Sono cifre inaccettabili e non degne di un paese civile. Credo che l’emergenza vada presa di petto: non promettendo un migliaio di ispettori in più, peraltro insufficiente, ma pianificando un vero e proprio piano nazionale che metta in campo tutte le iniziative possibili in termini di formazione sulla sicurezza, di prevenzione e di rispetto delle normative.
Per tutti questi motivi ho interrogato il Ministro Orlando. Mi auguro di ricevere presto risposta”. Così in una nota la deputata torinese Jessica Costanzo (Misto).
Segnaletica da rifare in Circoscrizione 6
Sul territorio della circoscrizione 6, a seguito di un approfondito controllo come si può osservare nelle fotografie allegate alla presente mail, sono molti i cartelli di segnaletica verticale che risultano privi di colorazione, fortemente opacizzati, monocromatici, con indicazioni scritte anche poco leggibili, altri risultano mancanti, coperti da vegetazione o imbrattati oppure semplicemente orientati in modo non corretto
Recovery Plan, presidio di Rifondazione
A Torino giovedì 3 giugno presidio-conferenza stampa ore 11 davanti all’Ospedale Molinette, ingresso principale
RICEVIAMO E PUBBLICHIAMO Nell’ambito della campagna nazionale di Rifondazione Comunista per dire no alle politiche neoliberiste del governo, in difesa dell’occupazione, dei salari, dei redditi e per la ricostruzione del pubblico, a cominciare dalla sanità pubblica, giovedì 3 giugno, dalle ore 10 alle 12 si terrà un presidio davanti all’Ospedale Molinette con conferenza stampa alle ore 11 a cui interverrà Ezio Locatelli, segretario provinciale di Rifondazione Comunista di Torino, Franco Cilenti direttore di Lavoro e Salute, Giorgio Pellegrinelli, dipartimento lavoro Prc-Se.
La lezione drammatica del covid non è servita a nulla: il governo Draghi continua con le politiche neoliberiste ad esclusivo sostegno dei profitti affidando il destino del paese alle stesse logiche del mercato che hanno prodotto il disastro economico e sociale che la pandemia ha messo con forza davanti agli occhi di tutti.
Il pubblico, a cominciare dalla sanità, è stato impoverito drasticamente nelle strutture e nelle risorse umane indispensabili per garantire servizi di qualità sia in tempi normali che per far fronte alle emergenze che rischiano di diventare la norma in un mondo in cui il profitto prevale su tutto.
Nel Recovery Plan del governo molti sono i miliardi destinati direttamente alle imprese e ad elevare la competitività mentre non sono previsti interventi diretti sul dramma della disoccupazione, dei salari, delle protezioni sociali, tant’è che si prevede il recupero degli occupati del 2019 non prima di tre anni, che nello stesso periodo sia i salari che i consumi sono previsti in calo. Si ammette che in Italia manca un milione di dipendenti pubblici rispetto alla media europea, ma poi si prevede appena il recupero del turnover; non solo non c’è nulla contro la precarietà, ma si assumono lavoratrici e lavoratori precari da lasciare a casa una volta finita l’emergenza; manca totalmente una riforma fiscale che garantisca strutturalmente le entrate indispensabili per garantire protezioni sociali, redditi dignitosi, l’universalità dei diritti, la cura delle persone e dell’ambiente .
Giovedì 3 giugno, si terrà la seconda delle tre giornate in cui si articolerà la campagna diffonderemo le nostre proposte per una buona e piena l’occupazione, un lavoro e un salario dignitosi come previsto dalla Costituzione, per il rilancio del sistema sanitario pubblico, per un fisco giusto.
Primarie: Boni in vetrina
PRIMARIE TORINO/DOMANI “BONI IN VETRINA”: FESTA DELLA REPUBBLICA SIA ANCHE FESTA DELLA TRASPARENZA POLITICA.
“I cittadini potranno dialogare con il candidato che si posizionerà dietro la vetrina della propria sede elettorale. Dialogo in presenza o on-line.
Al mattino sesta tappa della BoniMarathon, dal Municipio al Parco Ruffini con la bandiera europea”
Domani, mercoledì 2 giugno, dalle ore 16 alle ore 18, Igor Boni, candidato alla primarie del centrosinistra del 12 e 13 giugno, si metterà in vetrina, nella sede del suo comitato elettorale (Torino, via San Dalmazzo n. 9 bis/b), per dialogare con i cittadini, che potranno venire direttamente nella sede o fare domande collegandosi in diretta sulla pagina Facebook di Igor Boni e di RARA (Radio Associazione Radicale Aglietta).
Igor Boni ha dichiarato:
“Questa mattina si è tenuto il primo dibattito pubblico fra i quattro candidati alle primarie. Spero che nei dieci giorni che ci separano dal voto ce ne siano tanti altri, per permettere al maggior numero di persone di conoscere le nostre storie e le nostre idee. A questo servono le primarie, per la cui tenuta mi sono battuto per 10 mesi, giorno dopo giorno, scontrandomi con l’incredulità, lo scetticismo e la rassegnazione di tanti che ora esaltano le primarie come ‘grande prova di democrazia’.
Domani voglio festeggiare non solo la festa della Repubblica ma anche una festa della trasparenza politica. Senza trasparenza della politica non c’è democrazia compiuta. Chi vorrà venire in via San Dalmazzo mi troverà in vetrina, disponibile a rispondere alle sue domande, alle sue curiosità, ma anche per recepire suggerimenti, idee e proposte per il mio programma da sindaco. Chi non potrà fare due passi in centro, potrà collegarsi grazie alla mia pagina social. Da giugno scorso abbiamo attraversato la città in lungo e in largo per raccontare il progetto della nuova Torino, connessa, umana e sostenibile. L’ho fatto, come da oltre 30 anni, dialogando e ascoltando. “Boni in Vetrina” sarà una ulteriore occasione per far vedere e toccare con mano una politica diversa, una politica fatta con e non sopra le persone”.
- B. Domani mattina si svolgerà la sesta tappa della “BoniMarathon”: alle 11:00, Igor Boni partirà con un gruppo di sostenitori dal Municipio di Torino e, attraversando la città di corsa, sventolando una bandiera dell’Unione Europea, arriverà al Parco Ruffini. Chiunque può partecipare a una corsa in cui vincono tutti!
Per ogni approfondimento: www.bonisindaco.it
“Per molte comunità, soprattutto quelle più piccole, i circoli, culturali e sociali come quelli gestiti da Arci, Acli e Aics, rappresentano l’unico luogo di incontro e condivisione
soprattutto per la popolazione più anziana per questo occorre intervenire sulla decisione di consentire l’apertura dei circoli ricreativi per anziani soltanto a partire dal 1 luglio 2021” dichiara il Vicepresidente della Commissione Sanità Domenico Rossi che ha presentato un Ordine del Giorno per impegnare la Giunta a farsi parte attiva nella Conferenza Stato-Regioni e nei confronti del Governo al fine di porre fine a quella che appare come una vera e propria discriminazione.
“I circoli hanno incontrato in questi mesi le stesse difficoltà economiche e di gestione di tutti gli esercizi ad essi assimilabili quali bar e ristoranti” aggiunge il capogruppo del Partito Democratico, Raffaele Gallo evidenziando come “non si spiega una diversità di trattamento che, peraltro, dura da tempo poiché la maggioranza dei circoli (sprovvisti di partita Iva) non ha ricevuto alcun ristoro economico pur essendo pronti alla ripresa poiché hanno adempiuto a tutte le disposizioni di legge”.
Da un lato l’aspetto economico, dall’altro quello sociale e sanitario. “L’attività dei centri per gli anziani è fondamentale per il benessere psicofisico di questi ultimi, in quanto i centri stessi sono luoghi di coesione sociale dopo lunghi mesi di isolamento” spiega Rossi. “Non dimentichiamo – aggiunge il consigliere – che la quasi totalità dei soci si è sottoposta alla seconda somministrazione del vaccino per cui le possibilità di contagio da Covid 19 sarebbero minime. Non solo l’accesso ai circoli è limitato ai soli soci e ciò permette controllo e tracciabilità rispetto alle iniziative aperte al pubblico”.
“Occorre superare, quindi, quella che da più parti viene considerata una discriminazione nei confronti di una fascia di popolazione fragile che combatte contro solitudine e isolamento da troppo tempo” concludono i rappresentanti Dem.
Legislatura difficile ma “costituente” per il futuro
Viviamo in una fase politica dove una cosa è certa: l’incertezza.
Al di là dei giochi di parole, purtroppo è così. Del resto, abbiamo un Governo guidato dalla più prestigiosa personalità di cui oggi gode l’Italia, che deve però fare i conti con una maggioranza che non “ha una formula politica” per le motivazioni che tutti conosciamo. E un Governo con queste caratteristiche non può, comprensibilmente, sprigionare una maggioranza politica in vista delle prossime elezioni politiche generali. Ma è proprio in una fase come questa che le forze politiche, quelle che ci sono e quelle che nasceranno, hanno il dovere di pensare e costruire il futuro. E, sotto questo versante, le cose si stanno lentamente ma irreversibilmente muovendo.
Se nell’area della sinistra italiana l’alleanza tra il Partito democratico con il populismo e l’anti politica dei 5 stelle pare essere una prospettiva abbastanza consolidata – anche se l’alleanza con il partito di Grillo e quasi di Conte è saltata in quasi tutta Italia in vista delle amministrative di ottobre -, nel campo del centro destra l’equilibrio politico è ancora in fase di costruzione, al di là delle massiccia ascesa del partito della Meloni e della sostanziale tenuta della Lega. Ma è sul fronte del “centro” che il processo di costruzione politica è in piena evoluzione. Un luogo politico che richiede ancora di essere definito nella sua articolazione e soprattutto nella sua leadership. Certo, non può essere, per fare un solo esempio, uno come Renzi a pensare di rappresentare quest’area decisiva per le sorti del sistema politico italiano. E questo per una gamma di motivi, a tutti noti, su cui non vale neanche di pena di soffermarsi. Ma se sulla leadership il nodo non è determinante, diventa decisivo invece il capitolo dell’offerta politica. E il futuro “centro” non potrà che essere plurale, cioè frutto e conseguenza di più apporti culturali e politici. E soprattutto un luogo politico che mette in discussione le tradizionali appartenenze – ovviamente riconducibili a questo campo – per dar vita ad un nuovo e rinnovato soggetto politico. O lista. E, non a caso, le avvisaglie già sono evidenti in alcune formazioni politiche riconducibili a questa cultura e a questo orizzonte programmatico. Centrista e riformista. Non un luogo identitario, quindi, nè puramente testimoniale che sarebbe la semplice negazione di qualsiasi ipotesi che punta ad una logica coalizionale.
Ecco perchè, nella fase finale di questa turbolenta e complicata legislatura, la riflessione non può che avvenire anche sul versante della definizione di un nuovo assetto che, soprattutto, dopo questa terribile e devastante pandemia, non può non avere anche una forte ricaduta sul terreno della politica e, di conseguenza, del governo. E, quasi sicuramente, sarà proprio l’area di centro quella che subirà la maggior ristrutturazione e il maggior cambiamento in vista delle elezioni. Perchè, per quanto risguarda il resto, il copione è già sin troppo noto per essere affrontato. Le novità principali non arriveranno da quelle parti ma da chi, dopo molto tempo, saprà recuperare un patrimonio culturale ed un progetto politico colpevolmente ed irresponsabilmente abbandonati per troppi anni.
Giorgio Merlo