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Ucraina: i radicali in piazza contro l'”aggressione putiniana”

Riceviamo e pubblichiamo

Giovedì 3 febbraio alle 12.00 in via Roma 366, di fronte al Consolato onorario dell’Ucraina di Torino, Radicali Italiani con l’Associazione radicale Adelaide Aglietta e l’Associazione cristiana degli ucraini in Italia, lancia il presidio “Ucraina, frontiera d’Europa, frontiera di libertà”.

L’obiettivo della manifestazione, che si svolgerà in numerose altre città italiane, è quello di difendere l’Ucraina e l’Europa dall’aggressione di Vladimir Putin. Dopo le interferenze nelle tornate elettorali, le ingerenze nelle politiche nazionali, il continuo ricatto energetico attuato da Gazprom, le sistematiche azioni di disinformazione, la pianificata destabilizzazione delle fragili democrazie europee, Putin fa un salto di qualità. Oltre 100.000 soldati schierati alla frontiera ucraina se non sono il preludio di un’invasione sono certamente una minaccia e un ricatto intollerabile per le nostre democrazie, per i nostri diritti, per le nostre libertà. Oggi l’Ucraina rappresenta la frontiera dell’Europa, un baluardo della nostra capacità di reagire uniti. Per questo chiediamo l’ingresso dell’Ucraina nella UE e una politica estera e di difesa europee comuni.
Per un’Europa unita, libera dai ricatti russi e una Russia libera dal despota Putin.
Al presidio sarà presente, tra gli altri, il console onorario di Ucraina Dario Arrigotti. Hanno annunciato la loro presenza esponenti della comunità ucraina torinese oltre a: Igor Boni, presidente nazionale di Radicali Italiani, i coordinatori dell’Associazione radicale Adelaide Aglietta Patrizia De Grazia e Daniele Degiorgis, i consiglieri comunali Silvio Viale (Lista Civica per Torino) e Angelo Catanzaro (PD), Marco Cavaletto, Coordinatore del Gruppo +Europa Torino e Silvja Manzi della Direzione nazionale di +Europa.
L’invito a partecipare è rivolto a tutti i cittadini, a tutte le associazioni e a tutte le forze politiche.

Ciriè, interruzioni gravidanza. Costanzo: “Passo in avanti”

“Apprendo con soddisfazione la notizia che partire dal 15 febbraio l’ospedale di Ciriè organizzerà la presa in carico delle donne che richiedono l’interruzione volontaria di gravidanza.

Fino ad ora infatti l’ospedale  vantava il triste primato, condiviso con altre 15  strutture in Italia, di avere una percentuale di obiettori del 100 per cento. Si è dunque deciso di dare seguito alle mie sollecitazioni anche a mezzo stampa e credo che sia un passo importante per una realtà che, dal punto di vista ospedaliero, già si distingueva come una vera e propria eccellenza del territorio, per l’ottima qualità dei servizi e per la professionalità dei sanitari”. Così in una nota la deputata Jessica Costanzo (Alternativa).

Magliano: “Il ‘battesimo’ di Achille Lauro non è arte ma banale volgarità”

Una “provocazione” che tutti stavano aspettando, una “provocazione” del tutto priva di originalità, non è più “una provocazione”: è solo un’offesa. Un “gesto dissacrante” a rischio zero, che anzi guadagna a chi lo compie applausi e fama, non è più “un gesto dissacrante”: è solo un gesto blasfemo. Un “servizio pubblico” che non solo consente, ma promuove certe performance è l’opposto di un buon servizio pubblico.

Le nuove intemerate sanremesi di Achille Lauro non ci sorprendono più: ci offendono e ci annoiano soltanto. Ci chiediamo che cosa pensino, sul tema, i vertici della RAI e ci dispiace che il Direttore Artistico, che si definisce cattolico, si dica “non turbato” da questa vicenda

Siamo tutti pronti a indignarci quando in TV non si trattano con parole e toni più che rispettosi e adeguati certi temi sensibili: bene, vorrei vedere le stesse nette prese di posizione quando si offendono una Fede e duemila anni di tradizione e cultura, due millenni di sensibilità religiosa.

Lo scorso anno, di questi tempi, ci chiedevamo, ironicamente, se la Direzione Rai avesse intenzione di replicare anche in questo 2022 le prestazioni dello stesso Achille Lauro, cosa che si è puntualmente verificata. Non era una previsione difficile.  Sarei curioso di vedere i contratti che hanno remunerato, coi soldi del canone, questi “artisti”.

Con gli italiani che fanno i conti quotidianamente con una pandemia ancora terribile e con una tremenda crisi economica, certi spettacoli risultano ancora più indecenti. Chiamare “espressione artistica” la blasfema parodia del Battesimo messa in scena da Achille Lauro è semplicemente impossibile: siamo di fronte a una banale, semplice e offensiva volgarità.

Silvio Magliano

Consigliere regionale del Piemonte

Adesso il centro

Lo spettacolo inguardabile che ha caratterizzato il Parlamento in questi ultimi giorni e la rovinosa
polverizzazione dei due schieramenti che hanno dominato la politica italiana dall’avvio della
seconda repubblica, adesso esigono una decisa e coraggiosa inversione di rotta a livello politico.

Del resto, è del tutto inutile richiamare le rovine della destra e del campo della sinistra alleata con i
populisti dei 5 stelle. Alleanze che difficilmente possono essere ingessate e riproposte attraverso
strampalate e singolari leggi elettorali. Quando il dissenso politico all’interno di una coalizione è
palpabile e non si può neanche più nascondere, è estremamente complicato aggirarlo con una
dinamica di tecnica elettorale. Perchè il maggioritario è uno strumento importante quando ci sono
coalizioni e alleanze omogenee, coese, programmaticamente compatibili e politicamente credibili.

Quando tutto ciò è solo il frutto di una propaganda ipocrita e posticcia, è del tutto evidente che
emerge la necessità di rivedere quel meccanismo elettorale. Che risponde semplicemente ad una
parola: proporzionale. È altrettanto evidente, infatti, che nella concreta dialettica politica italiana
un sistema proporzionale non nega affatto le alleanze. Anzi, e al contrario, le rafforza e le rende
più credibili e più omogenee. Come, del resto, è sempre stato nelle stagioni migliori della storia
democratica del nostro paese.

Ora, all’interno di un contesto politico che è cambiato profondamente in questi ultimi mesi
caratterizzati, anche e soprattutto, dal trasformismo parlamentare e dall’opportunismo politico
frutto della propaganda anti politica, demagogica e qualunquista del populismo dei 5 stelle, è di
tutta evidenza che si impone – quasi per necessità – la presenza di un “centro” politico nel nostro
paese. Un ‘centro’ che non sia di bassa equidistanza tra la destra e la sinistra – ormai sempre più
in crisi – o una mera rendita di posizione. Ma, al contrario, un ‘centro’ che sappia declinare quella
autentica “politica di centro” che in questi ultimi tempi è stata sacrificata sull’altare del dogma
populista e del dio maggioritario. Due elementi che, come la concreta esperienza ci ha
consegnato, sono semplicemente e platealmente falliti alla prova del governo del paese. Ed è
inutile riproporli con escamotage tecnico/elettorali. Perchè, alla fine, è sempre la politica che si
impone. Anche nelle fasi di profonda decadenza morale e civica come nella stagione
contemporanea. Una “politica di centro” che sia in grado, quindi, di riproporre e di riattualizzare
alcune costanti che storicamente hanno caratterizzato la buona politica nel nostro paese: dalla
cultura della mediazione alla cultura del buon governo; dalla qualità della classe dirigente al
rispetto delle istituzioni democratiche; dalla cultura delle alleanze alla riconoscibilità culturale delle
forze politiche. Ecco, alcuni ingredienti – peraltro decisivi e fondamentali – che erano, sono e
restano fondamentali se non si vuol ricadere nel trasformismo da un lato o nella radicalizzazione
della lotta politica dall’altro. E questo perchè le coalizioni che sono tuttora in campo – anche se
escono radicalmente ridimensioniate se non addirittura ridicolizzate dopo la vicenda Quirinale –
sono accomunate da un solo elemento: perseguire l’annientamento definitivo del nemico. Certo,
sotto questo profilo la sinistra ha una cultura politica e una storia antica più raffinate ma, al
contempo, più spietata anche se meno sguaiata. Perchè prima dell’annientamento politico del
nemico c’è sempre la persistente e martellante delegittimazione morale e personale
dell’avversario. Come è sempre avvenuto in tutti i tornanti decisivi della storia nazionale in cui la
sinistra è chiamata a condividere alcune scelte di governo o di carattere istituzionale con
l’avversario/nemico.

Ma, al di là di questa considerazione, è ormai chiaro che una presenza politica di ‘centro’ adesso
decolla. Sono già in campo partiti, movimenti e forze, accompagnati anche dalla presenza di
leader autorevoli, che perseguono questo obiettivo politico. E la travagliata e complicata vicenda
del Quirinale semplicemente la accelera. Paradossalmente con o senza proporzionale. E questo
perchè dopo il tramonto definitivo – finalmente – del populismo grillino e delle sue scorie, è
arrivata la stagione in cui la politica deve ritornare protagonista. Con le rispettive culture politiche,
con partiti organizzati e con una classe dirigente che non sia più riconducibile ai criteri della
casualità e della improvvisazione. L’ormai celebre “uno vale uno”.

È il tempo, quindi, di una svolta. Ecco perchè non tutto vien per nuocere, come recita un vecchio
proverbio. E il colpo di grazia di questo cambiamento è coinciso con la partita del Quirinale che,
come del resto tutti sapevano, era atteso come il momento decisivo per invertire la rotta. E così
sarà.

Giorgio Merlo
Presidente nazionale ‘Noi Di Centro’

Foibe, Leo: “No alle polemiche, memoria condivisa per ogni dramma”

“Dispiace che ogni anno le celebrazioni della Giornata del Ricordo diventino occasioni di grandi polemiche.

Così è avvenuto anche quest’anno, probabilmente anche a causa di informazioni molto parziali. In ogni caso il mio parere è che, seguendo l’appello del felicemente rieletto presidente Mattarella, si operi per arrivare a una memoria condivisa che parta dal riconoscimento delle vittime e della solidarietà che a loro è dovuta. Questo per le Foibe come per qualsiasi altro dramma storico e attuale”.  Così Giampiero Leo, vicepresidente del Comitato Diritti Umani della Regione Piemonte e portavoce del coordinamento interconfessionale ‘Noi siamo con voi’.

 “In questo senso il Comitato per i diritti umani della Regione Piemonte, fatto nascere dal presidente del Consiglio Mario Laus e oggi ricostituito a Torino con uno spirito unitario a proattivo dal presidente Allasia – dichiara Leo all’agenzia Ansa  –  si propone di operare con convinzione e equanimità come ha dimostrato la scelta delle quattro donne internazionali da parte del Comitato stesso. Pertanto non verranno considerati positivamente revisionismi settari, negazionismi e unilateralismi. Personalmente, per esempio, ho  partecipato a ogni iniziativa a favore del popolo curdo e ho aderito all’appello per liberare Ocalan, ma nello stesso tempo sostengo il diritto alla democrazia e alla vera libertà del popolo venezuelano oppresso dalla dittatura di Maduro. Quando si affrontano argomenti storici così delicati è opportuno far riferimento a storici veri e altamente qualificati come Gianni Oliva, evitando di dare spazio a divulgatori improvvisati e fautori di negazionismi propagandistici tanto che riguardino il Giorno della Memoria come quello del Ricordo”.

Foibe, Montaruli: “Conferenza giustificazionista? Vergogna!”

“Lo spazio Comala ospiterà per parlare di Foibe un personaggio che si esibisce a pugno chiuso accanto al busto del sanguinario dittatore Tito, se è questa la tanto magnificata offerta “culturale” dei collettivi di sinistra difesi dall’assessore Rosatelli c’è solo da vergognarsi”

A dichiararlo è la parlamentare di Fratelli d’Italia Augusta Montaruli, intervenendo in merito alla conferenza di Eric Gobetti (nella foto piccola)  “Fascismo e Foibe tra storia e propaganda” prevista per il 6 febbraio al Comala. “Gli stessi manifestanti che poche settimane fa si sono scontrati violentemente con gli agenti con la scusa di protestare contro la nuova sede dell’Esselunga, ora si rifanno vivi con un nauseante evento dal sapore giustificazionista proprio a ridosso del Giorno del Ricordo (10 Febbraio). Sulla locandina – prosegue Montaruli – campeggia addirittura una bandiera comunista titina, la stessa che fu il simbolo degli infoibatori. Mi auguro di sentire parole di sdegno e condanna anche da parte di quelle istituzioni cittadine che in precedenza si erano mostrate solidali con gli attivisti del Comala, dimostratisi nient’altro che militanti dei centri sociali con una palese ambiguità per la pulizia etnica delle foibe. Ogni offesa al ricordo dei martiri delle foibe è un insulto a tutta Torino e all’Italia intera”.

Partiti alle grandi manovre mentre il Paese ha bisogno di risposte

Il Pd torinese passerà febbraio a congresso.  E chi se ne era accorto? Almeno non il sottoscritto.  Ma robusti rapporti interni mi hanno svegliato .

Del resto era nelle cose visto che Mimmo Carretta o fa l’assessore o fa altro. E mi sembra più gratificante fare l’assessore, anche dal punto di vista economico.  Poi, da quello che mi risulta, il ruolo di segretario non è, oramai da decenni, retribuito. Tant’è che molti pretendenti non ci sono.  Comunque in settimana sapremo,  visto che scade il termine per la presentazione delle liste.  Quanti iscritti? Non è dato sapere con precisione.  Sicuramente non tanti, nell’ordine di alcune migliaia a livello provinciale.

Un congresso sotto tono? Sicuramente un congresso svogliato. Eppure, al netto del covid, un anno “magico” per il Pd, sia a Torino come a Roma. Ha vinto Stefano Lo Russo come sindaco. Ed è questo  (forse) il punto, non ha vinto il Pd, ha vinto Stefano lo Russo.

Infatti sta sistemando solo i suoi.  Sia ben chiaro: persone tutte di livello e dunque capaci. Ma i malumori si sentono, eccome si sentono. Ci siamo anche noi della sinistra PD.  Si sente un flebile urlo. E il consigliere Saluzzo si porta avanti: dopo essere stato eletto in quota sinistra fa il salto della quaglia.  Ora è con la maggioranza diciamo così ex renziana. Poveri ex comunisti, non sanno che pesci prendere. Non è colpa loro.

Quando Zingaretti era segretario nazionale si boccheggiava.  Con Enrico  Letta la respirazione bocca a bocca sta funzionando.

Unico ex comunista che si salverà è Piero Fassino. Oramai è chiaro che lui è Franceschini sono tra i registi dell’elezione di Mattarella.  E visto che a pensare male ci si azzecca sempre, il tutto con l’accordo con  Letta che s incaricava di prendere in mezzo Matteo Salvini. Operazione talmente riuscita che il centro destra è nel marasma più totale. Oramai sono oltre una crisi di nervi. Peccato che Berlusca è stanchissimo.

E Casini potrebbe essere il leader di un nuovo e centro federato. Fino a ieri si dava per scontata la vittoria elettorale della Meloni e soci. Ora manco sono più soci.  Effettivamente partire dicendo comandiamo noi e poi fare quello che Letta voleva è decisamente troppo. Le truppe dei malpancisti si stanno ingrossando. Malpancisti verso Draghi e Mattarella. Contro ogni autoritarismo.  Ma io , e non solo io, non vedo una diarchia. Vedo, vediamo una totale debolezza della politica e dei politici. Da decenni, nel migliore dei casi, subiscono, fondamentale senza reagire. 

Non vorrei essere nei panni del Ministro Giorgetti, o del Ministro Orlando. Moltissime le richieste di cassa integrazione. Da parte di aziende sanissime, fino a ieri, s intende. Ripresa del mercato e ora messe in ginocchio dal caro bollette che sta colpendo le famiglie. Che cosa dovrebbero fare ? Iniziative con l’Europa verso i paesi esportatori di energia come, ad esempio la Russia.  Non dico avvallare una guerra contro l’Ucraina, ma da troppi decenni subiamo embarghi decisi dagli Stati uniti. E poi una diversa politica energetica. Capisco,  stiamo entrando nel mondo dei sogni.  Capisco. Ma non accetto.  Non accetto che la Germania abbia più energia solare del nostro Paese. Non accetto che la Francia, comunque se la gioca ancora con il nucleare.  Magari scelte che non condividiamo ma pur sempre scelte. Eccolo lì uno dei nostri mali atavici.

Vivacchiare non pensando , o non volendo pensare al dopo. Magari per i singoli individui tollerabile, non accettabile per la politica e per i politici. E ci risiamo in una tragico gioco dell’oca. Nel 1973 le prime domeniche senza auto.  Motivo l’aumento del costo del petrolio. Sono passati 49 anni e siamo a punto da capo: interamente dipendenti dall’estero. Noi singoli cittadini possiamo risparmiare.  Cercare di avere comportamenti virtuosi dal riscaldamento ai trasporti.  Ma poi l’efficienza dei trasporti dipendente, concretamente dal pubblico nelle sue diverse forme. Tutti a parole sono per il lavoro. Appunto, a parole. Occasione irripetibile il Pnrr. Anche per questo la stabilità è necessaria, indispensabile sia Torino che a Roma.  A Torino con Sindaco Stefano lo Russo.  A Roma con Sergio Mattarella Presidente della Repubblica.

Ddl Montagna, Panza (Lega): “Urge confronto” 

“Sul Ddl “Disposizioni in favore delle zone montane” leggo con apprensione le dichiarazioni fatte dalla Conferenza delle regioni  che ha richiesto di bloccarne l’iter legislativo – dichiara l’Europarlamentare della Lega Alessandro Panza, responsabile delle politiche per le aree montane della Lega – .

Auspico che, data soprattutto la natura normativa e la competenza, per quanto riguarda il Ddl Montagna ci sia una forte collaborazione con le regioni e che si tenga conto della necessità degli enti locali di poter mettere in pratica in maniera positiva e coerente una legge che ha l’ambizione di essere una legge quadro nazionale e che deve avere l’obiettivo, ancor prima di stabilire delle norme di dettaglio, di fissare a livello legislativo un principio, ovvero che la montagna si differenzia dal resto del Paese, che questa differenza non è solo svantaggio e difficoltà, ma può essere valore aggiunto, e deve essere sempre tenuta in considerazione in qualsiasi atto normativo prodotto dallo Stato. Solo così, prosegue Panza – riusciremo a dare dignità alla montagna e ai suoi abitanti, solo così la montagna potrà essere protagonista e parte integrante dello Stato, cosa che oggi, purtroppo troppe volte, sembra non essere.
Speriamo quindi si costituisca al più presto un tavolo con gli enti locali, le regioni e la politica, e, che pur nel solco di quanto è già stato fatto al momento della stesura, si possa mettere mano a quanto di migliorabile c’è, al fine non di piazzare bandierine ma di compiere un lavoro di lungo periodo per la montagna italiana” – conclude Panza.
Così in una nota l’Europarlamentare della Lega Alessandro Panza, responsabile delle politiche per le aree montane della Lega.

Rai, Ruffino (CI): Governo copra costi nuovi ripetitori in Comuni montani

“Molte are montane e collinari sono coperte da ripetitori che dovranno essere adeguati o sostituiti per poter trasmettere il segnale Rai con l’avvento delle nuove frequenze”. Lo afferma Daniela Ruffino, deputata di Coraggio Italia.
“Gli apparati in questione- aggiunge- dovranno essere sostituiti con una spesa che non è alla portata delle Unioni dei Comuni e dei Municipi. E’ fondamentale quindi che a fronte di un canone pagato da tutti i cittadini, vi sia la capacità del servizio pubblico di diventare davvero universale per la collettività, superando i problemi di ricezione attuali e assicurando frequenze stabili in futuro”.
Per Ruffino “le aree montane e collinari italiane vivono già, storicamente, un gap di qualità delle frequenze dovuto alla difficoltà geografica del segnale a propagarsi in queste zone. Non è ammissibile che questo divario invece di diminuire addirittura aumenti, con il rischio di lasciare parecchi cittadini senza la possibilità di accedere alla principale industria culturale del Paese. Il mio auspicio è che il Governo si metta subito al lavoro per dare supporto alle Unioni dei Comuni montani per coprire in tutto o in parte il costo dei ripetitori, da parte mia posso assicurare che sarò in prima linea nelle commissioni parlamentari per portare avanti sostegni adeguati alla riconversione”.

Revisionismo storico,  Grimaldi: “Quella locandina non è il fumetto del 2018”

“Chi sostiene a vario titolo che la locandina che assomiglia a un manifesto di propaganda di regime sia estrapolata dal fumetto originale commissionato dal Consiglio regionale del Piemonte quattro anni fa dice una cosa non vera e fa un torto soprattutto a chi di quel fumetto fu promotore, chi ne curò l’opera dal punto di vista storico e di chi la realizzò”

Così Marco Grimaldi, capigruppo di Liberi Uguali Verdi in Regione.

“Se vi è stata una frammentaria conoscenza della nostra storia, i progetti atti a far luce sul contesto istriano sono meritori. Ma davvero pensate sia accettabile che un’istituzione nasconda le atrocità commesse dagli eserciti italiani e tedeschi durante la guerra? – prosegue Grimaldi. “La verità invece è che l’Assessore all’emigrazione che brama la cultura, Marrone, aveva già tentato di ristampare quell’opera cambiandone prefazione e contesto storico-culturale ma, registrata la contrarietà di Istoreto e di molti altri soggetti coinvolti nell’edizione del fumetto del 2018, ha deciso di commissionare una nuova locandina. Perché questo nuovo manifesto non è una tavola del fumetto che allora piacque al Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, anzi, decontestualizza ciò che nel lavoro originale altro non erano che figure nate dagli incubi di una bambina. Evidentemente – conclude Grimaldi – all’estrema destra in Regione non piace mistificare solo la storia, ma si diletta a farlo anche con il presente”.