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Una fiaccolata per ricordare i martiri delle foibe. 

Riceviamo e pubblichiamo

Nel pomeriggio di  sabato 12 febbraio, in corso Svizzera, ai giardini ”Dispersi sul Fronte Russo”, si è svolta una fiaccolata per ricordare i martiri delle foibe. 

Fiaccole, tricolori e letture di testimonianze hanno ricordato il dramma delle foibe e dell’esodo Giuliano-Dalmata, concludendo con l’inno di Mameli.
Qualche piccolo momento di tensione quando alcuni contestatori si sono avvicinati per provare a disturbare l’iniziativa, ma la situazione non è poi degenerata.
”Dopo i tanti tentativi della sinistra di insabbiare la verità, negando la possibilità di ricordare i  martiri delle foibe, oggi siamo scesi in piazza insieme a militanti e residenti per ribadire che finché ci saremo noi sarà sempre reso onore ai tanti italiani che morirono per mano del regime comunista di Tito” – dichiara Raffaele Marascio, Consigliere di Fratelli d’Italia – ”Con fiaccole, testimonianze e tricolori al cielo abbiamo voluto ricordare l’esodo giuliano-dalmata e il dramma delle foibe, così da rendere giustizia a chi morì con la sola colpa di essere Italiano” – continua -”Continueremo a vegliare perché istanze giustificazioniste e negazioniste non trovino più piede. Nè ora, nè mai! La verità non può essere infoibata!” – conclude.

Martiri delle Foibe e vandalizzazione della sede di Azione Studentesca e FUAN

“L’altra sera – insieme a 150 persone – ho partecipato alla manifestazione in ricordo dei martiri delle
Foibe, in piazzale Duca d’Aosta.

Una commemorazione purtroppo macchiata da un gruppo di antagonisti in cerca di visibilità che non
solo inneggiava ai partigiani titini, autori dell’eccidio che ha macchiato la storia del popolo italiano,
ma che – distaccandosi dal luogo della manifestazione – ha operato un lancio di uova e di vernice per
imbrattare la sede cittadina di Azione Studentesca e de FUAN-Azione Universitaria.
Ritengo gravissimo l’atteggiamento che sta assumendo l’Amministrazione Lo Russo nei confronti
dei centri sociali, lasciati liberi e senza controllo. Non paghi di ciò, un corteo di antagonisti ha tentato
di assaltare la stessa sede, arrivando a 10 metri di distanza senza intervento delle forze dell’ordine.
Se sono questi i presupposti della linea morbida e di completo asservimento decisa da Lo Russo, le
conseguenze non potranno che essere catastrofiche.
Mi auguro che questi eventi gravissimi non siano la scintilla che possa far ripiombare la nostra Città
in anni tristi della nostra storia nazionale, che la mia generazione ha dovuto vivere.
Ritengo gravissimi gli avvenimenti di questa sera, accaduti durante una commemorazione pacifica, e
chiederò chiarimenti al Sindaco attraverso una richiesta di comunicazioni urgenti.
Le istituzioni devono assumersi le proprie responsabilità immediatamente: nessuno spazio ai centri
sociali e antagonisti!”.

Paola Ambrogio

Consigliere comunale Fdi Torino

La squadra piemontese di Noi di Centro

“Noi Di Centro, il partito di centro guidato a livello nazionale da Clemente Mastella e Giorgio
Merlo, ha completato la sua squadra anche a livello piemontese, come in tutte le altre regioni
italiane. Dopo la struttura regionale, sono stati nominati i responsabili politici in tutte le province
piemontesi. Una dirigenza con un obiettivo politico definito e chiaro: e cioè, ricostruire il centro nel
nostro paese attraverso il contributo e la ‘Federazione’ di tutte le forze, i partiti e i movimenti già in
campo che non si riconoscono nel populismo dei 5 stelle, nel massimalismo della sinistra e nel
sovranismo di alcuni settori della destra.
E anche dal Piemonte, dunque, parte questo progetto politico e culturale dopo la costruzione
della rete organizzativa definita in queste ultime settimane. Nei primi giorni di marzo è prevista la
prima iniziativa pubblica a Torino con la presentazione del partito, dei suoi dirigenti e del progetto
di centro in vista delle prossime elezioni politiche generali. Un obiettivo che punta a superare gli
attuali schieramenti politici che, com’è ormai evidente a tutti, sono di fatto azzerati dopo le
contraddizioni che li hanno caratterizzati in questi ultimi mesi. È giunto il tempo, cioè, di far
ripartire la politica dopo una stagione dominata dal populismo grillino e dall’estremismo di
alleanze posticce e ingessate e miseramente fallite alla prova del governo. È ora, cioè, di aprire
una nuova fase politica. E ‘Noi Di Centro’ è nato per centrare questo obiettivo”.

Luca Pedrale Presidente regionale Noi Di Centro.

Renato Zambon Segretario regionale Noi Di Centro

Energia, Ruffino (CI): E’ rivoluzione, c’è bisogno di piano sul lungo periodo

“Sono contenta che Draghi abbia annunciato un intervento per calmierare il caro energia. Il punto è che pare proprio che la rivoluzione energetica non sarà un pranzo di gala e soprattutto che l’attuale aumento esorbitante del gas non sia poi così temporaneo”. Lo afferma la deputata di Coraggio Italia Daniela Ruffino, in una nota.
“E’ chiaro che in un contesto del genere- aggiunge- dove gli Usa hanno raggiunto l’indipendenza energetica e l’Asia non ha di questi problemi, l’Europa si trova come al solito a dover scegliere se il suo futuro avrà un’orizzonte coeso o 27 visioni diverse. Poi c’è l’Italia che è il maggior beneficiario del Pnrr ma che rischia in questa crisi di bruciare e vanificare importanti risorse che servono a rilanciare il Paese”.
Ruffino auspica quindi “che il Governo metta in atto una seria riflessione su quello che deve essere il piano energetico da qui ai prossimi 30-40 anni al di là di semplici provvedimenti tampone in attesa che questa crisi che tanto temporanea non sembra, finisca”.

Ruzzola (Fi): “La Regione torna a investire sulla sanità di prossimità”

“Esprimo la mia personale soddisfazione per l’approvazione del piano delle strutture sanitarie di prossimità da parte della Giunta regionale. Dopo anni finalmente la Regione torna ad investire in modo deciso sulla sanità territoriale andando ad operare una maggiore diffusione dei presidi sanitari in tutto il territorio regionale. In particolare sono stati individuate 91 Case di comunità, 29 Ospedali di comunità e 43 Centrali operative territoriali, per un investimento complessivo di 214 milioni di euro, tra Pnrr e altri fondi. A ciò va aggiunta l’approvazione del programma di investimenti per l’ammodernamento del parco tecnologico delle strutture sanitarie finanziato dal Pnrr per 78 milioni di euro e il programma di adeguamento sismico delle strutture ospedaliere finanziato con risorse del Pnrr e del Fondo complementare per 138 milioni di euro. L’investimento complessivo raggiunge l’importante cifra di 430milioni di euro”. Ad annunciarlo il capogruppo di Forza Italia in. Regione Piemonte Paolo Ruzzola.”Si tratta di una straordinaria inversione di tendenza dopo anni nei quali si chiudevano nosocomi e presidi ospedalieri. I Comuni che verranno interessati da investimenti sugli ospedali di Comunità saranno in provincia di Torino Carignano, Castellamonte, Giaveno, Ivrea, Nichelino, Pomaretto, Torre Pellice e  Venaria; mentre a Torino tra gli altri l’Ospedale Valdese, l’Amedeo di Savoia.  Per quanto riguarda invece le Case di Comunità i Comuni coinvolti in Provincia di Torino saranno Alpignano, Avigliana, Cavour, Collegno, Grugliasco, Orbassano, Oulx, Rivoli, Susa, Torre Pellicce, Vigone. Al di fuori del piano, verranno anche riservati mille metri quadrati per una  Casa di comunità anche all’interno del Maria Adelaide di Torino, come richiesto a più riprese dai residenti del quartiere. Ciò avviene anche grazie ai fondi del Pnrr ma è un segnale importante che laddove mancavano i fondi la Regione amministrata dal centrodestra sia riuscita a reperirli in proprio: e grazie a questo lavoro si è riusciti ad includere anche 9 Case di comunità e 2 Ospedali di comunità rimasti inizialmente esclusi dal Pnrr. Il Piemonte si muove, mettendo al centro i pazienti e i territori”. Conclude Ruzzola.

La Scuola di Formazione politica di “Nazione futura”

Con una serie di 12 incontri a partire da sabato 19 febbraio 2022 verrà avviata una Scuola di Formazione politica, con un calendario settimanale  Il Corso è organizzato dall’Associazione “Nazione futura” di Torino in collaborazione con Rinascimento Europeo ed avrà sede nel “Centro Studi San Carlo”, via Monte di Pietà 1 a Torino.

Scopo del Corso quello di contribuire alla rinascita di una classe dirigente, attraverso il ripensamento dei significati di una tradizione vivente, in tutti i sensi ispirata ai valori comunitari, capace di misurarsi con i problemi della contemporaneità, e nell’apertura al futuro, per questo il titolo “Pensare per costruire il Futuro”.

Promosso dalla recente pubblicazione di un volume dedicato ai problemi politico-culturali della nostra città (“M. Croce – F. De Benedictis, Ritrovare Torino, ediz. Historica / Giubilei Regnani, 2021”), le lezioni del Corso saranno tenute da figure eminenti del mondo della cultura, della politica e delle professioni, gran parte delle quali hanno contribuito alla sua stesura.

 

MINI MASTER DI FORMAZIONE POLITICA
Pensare per costruire il futuro
Il Corso comprende 22 lezioni orarie e si svolgerà nei mesi di febbraio, marzo, aprile e maggio 2022. Esso è
rivolto alla formazione delle classi dirigenti in genere, e in particolare dei futuri amministratori delle istituzioni
locali. Il programma del Corso si estende in quattro aree dipartimentali: Rapporto fra economia e politica (A),
Ambiente (B), Intelligenza Artificiale (C), Enti locali (D).
PROGRAMMA
Le lezioni, due per ogni giornata, si svolgono
dalle 9.30 alle 12 presso il Centro Studi San Carlo, Via Monte di
Pietà, 1.
Esse comprendono un intervallo di 10 minuti. Ogni lezione è di 50 minuti seguita da un dibattito di
20 minuti.
– Sabato 19 febbraio 2022, Introduzione
Avv. Ennio Galasso,
l’importanza della formazione in politica
Avv. Stefano Commodo,
Uno sguardo rivolto al futuro
.
Prof. Mauro Ronco,
Torino ieri e oggi.
– Sabato 26 febbraio 2022, Area Dip. A, lezioni 1 – 2
Prof. Marcello Croce,
La Politica di Aristotele.
Ing. Ferrante De Benedictis,
La globalizzazione.
– Sabato 5 marzo 2022, Area Dip. A, lezioni 3 – 4
Prof. Aldo Rizza
, Il processo politico-culturale italiano fino alla Seconda guerra mondiale.
Prof. Marcello Croce
, L’Italia unitaria dalla Seconda guerra mondiale alla fine del XX secolo.
– Sabato 12 marzo 2022, Area Dip. A, lezioni 5 – 6
Ing. Ferrante De Benedictis,
Rapporto tra Uomo e Natura e le nuove frontiere della scienza
Prof. Marcello Croce
, La svolta epocale: Galileo e Cartesio.
– Sabato 19 marzo 2022, Area Dip. B, lezioni 7 – 8
Dott. Daniele Dell’orco –
I confini della nuova guerra fredda tra Nato e Russia
Dott.ssa Michela Mercuri –
Gli interessi italiani nel Mediterraneo
– Sabato 26 marzo 2022, Area Dip. B, lezioni 9 – 10
Dott. Augusto Grandi,
Il sistema Torino.
Dott. Federico Iadicicco
, Italia Futura: nuove sfide per il nostro Paese.
– Sabato 2 aprile 2022, Area Dip. C, lezioni 11 – 12
Dott. Riccardo Lala,
Intelligenza Artificiale e agenda digitale.
Dott.ssa Enrica Perucchiett
i, Transumanesimo e Cyber-uomo.
– Sabato 9 aprile 2022, Area Dip. D, lezioni 13 – 14
Prof. Carlo Manacorda
, Amministrazione e finanza della città
Avv. Ferdinando Leotta
, Quale fiscalità per il futuro?
– Sabato 30 aprile 2022, Area Dip. D, lezioni 15 – 16
Arch. Alberto Pazzagli,
Trasformazione urbanistica della città.
Dott. Maurizio Pedrini
, Il tema dell’abitare.
– Sabato 7 maggio 2022, Area Dip. D, lezioni 17 – 18
Dott. Bruno Labate
, Le comunità straniere emigrate a Torino: la comunità romena.
Dott. Enrico Galoppini,
La Destra e i nuovi italiani: la presenza islamica a Torino.
– Sabato 14 maggio 2022, Area Dip. D, lezioni 19-20
Prof. Corrado Ocone
, Liberali e conservatori: affinità, differenze, convergenze
Dott. Vincenzo D’Anna
, I principi del Marketing Politico
– Sabato 21 maggio 2022, Area Dip. D, lezioni 21 – 22
Prof. Aldo Rizza
, Prospettive odierne di politica internazionale.
Prof. Francesco Giubilei
– Il conservatorismo Italiano.
Al termine del Corso verrà rilasciato ai partecipanti un attestato di frequenza.

Canalis: “Giunta Cirio faccia di più per formare e reperire operatori”

Non solo carenza di operatori, ma anche assenza delle necessarie qualifiche. La consigliera Monica Canalis (Pd): “OSS a cui viene chiesto di somministrare i farmaci o infermieri stranieri senza l’equipollenza dei titoli mettono a rischio la sicurezza dei pazienti e degli operatori”.

«La pandemia ha messo in evidenza i punti di debolezza del sistema sociosanitario piemontese, rendendo eclatanti problemi che erano preesistenti, in particolare la carenza di medici, infermieri ed OSS. Un tema che colpisce pericolosamente le strutture residenziali e semi residenziali sanitarie e socio sanitarie del Piemonte, come emerso nell’audizione odierna con la Funzione Pubblica Terzo Settore di CGIL, CISL e UIL.

Non sono rari gli OSS a cui viene chiesto di somministrare i farmaci o gli infermieri stranieri senza l’equipollenza dei titoli, situazioni che possono mettere a rischio la sicurezza dei pazienti e degli operatori, perché non garantiscono le necessarie qualifiche e competenze.

Eppure, a fronte di un consistente spostamento di operatori dalle RSA alle ASL, in risposta ai recenti bandi, la Giunta Cirio non ha finora messo in atto alcuna misura seria per sostenere la formazione degli infermieri arrivati dall’estero per tamponare i vuoti di forza lavoro e operanti senza avere l’equipollenza dei titoli, né per avviare analoghe iniziative formative per coloro che sono stati assunti durante l’emergenza pandemica per operare in deroga come OSS senza avere i titoli.

Sarebbero necessari urgenti interventi di qualificazione, per garantire la qualità del servizio in strutture che operano su autorizzazione delle ASL ed evitare incidenti sanitari e dolorose implicazioni penali.

In questi anni abbiamo assistito a una grande negligenza da parte della Giunta Cirio nei confronti delle RSA, al punto di dichiararne assurdamente l’estraneità rispetto al Sistema Sanitario Regionale e di arrivare in ritardo nella protezione dei loro ospiti, ma adesso è il momento di recuperare il tempo perso, di far pressione sul Governo nazionale per rivedere i blocchi formativi e assunzionali, di assumersi la responsabilità, tutta regionale, di una revisione dei minutaggi e delle tariffe (che condizionano le assunzioni) e di effettuare una seria vigilanza sulle autorizzazioni date a strutture non corrispondenti agli standards assistenziali, di promuovere più corsi per OSS.

La Giunta non può limitarsi a proporre il distacco, poco efficace, di personale dal pubblico al privato o impiegare il personale non qualificato in deroga. A distanza di due anni dall’inizio della pandemia e di due anni e mezzo dall’inizio del mandato, Cirio, Icardi e Caucino devono finalmente occuparsi di Rsa e confrontarsi con tutti gli attori coinvolti.

Non è possibile una riforma del modello di cura in assenza di condizioni soddisfacenti della forza lavoro»..

Monica CANALIS – Vice segretaria Pd Piemonte e consigliera regionale

Rifondazione in piazza contro il caro bollette

SABATO 12 FEBBRAIO RIFONDAZIONE COMUNISTA IN TUTTE LE PIAZZE D’ITALIA CONTRO IL CARO-VITA.
TORINO banchetto di raccolta firme dalle 10 alle 13 in via GARIBALDI angolo mercato di corso PALESTRO.
CONFERENZA STAMPA ore 11.15
per presentare le nostre proposte per abbattere l’aumento insostenibile per singoli e famiglie della luce e del gas e del conseguente carovita.
 
L’aumento delle bollette e di conseguenza di tutti beni che ricade su singoli e famiglie diventa sempre più insostenibile: nel primo trimestre 2022 ci sarà un aumento del +55% per la luce e del +41,8% per il gas (fonte Arera).
Le risposte del governo Draghi sono largamente insufficienti!
Non bastano i “ristori” e gli interventi temporanei, occorrono interventi strutturali.
Bisogna:
  • abolire accise e oneri generali
  • combattere la speculazione sui prezzi dell’energia
  • usare gli extra profitti delle aziende che producono e distribuiscono energia per combattere gli aumenti
  • ripristinare il controllo pubblico delle tariffe
  • bloccare il passaggio al “mercato libero”.
Occorre costruire un movimento in difesa dei salari e contro il “lavoro povero”.
Per tutto questo Rifondazione Comunista prosegue e rilancia la sua campagna nazionale di raccolta firme popolare contro il carovita da presentare ai Prefetti e ai Sindaci delle città.
Rifondazione Comunista

Maurizio Marello (Pd): Lettera Aperta in occasione del Giorno del Ricordo

 

Alba, 10 febbraio 2022

Dalle esecuzioni nelle foibe qualcuno uscì miracolosamente vivo. Uno dei pochissimi casi conosciuti raccontava:  

«Cadendo, non toccai fondo, e tornato a galla potei nascondermi sotto una roccia. Subito dopo vidi precipitare altri quattro compagni colpiti da raffiche di mitra. Poco dopo fu gettata nella cavità una bomba che scoppiò sott’acqua schiacciandomi con la pressione dell’aria contro la roccia. Verso sera riuscii ad arrampicarmi per la parete scoscesa e a guadagnare la campagna, dove rimasi per quattro giorni e quattro notti consecutivi, celato in una buca. Tornato nascostamente al mio paese per timore di ricadere nelle grinfie dei miei persecutori, fuggii a Pola. E solo allora potei dire di essere veramente salvo».  

Le vittime delle “foibe” sono morte per le loro origini, tra atrocità.

Commemorarle oggi, nel “Giorno del Ricordo” consente di conservare e rinnovare la memoria di questa tragedia e dell’esodo dalle loro terre di istriani, fiumani e dalmati, rendendo loro giustizia.

Questo spaccato del nostro passato ha calpestato i principi di pace, uguaglianza e dignità: diritti e valori che si devono a ciascuna vita umana.

Maurizio Marello

 

Franco Marini, l’attualità del suo magistero

Un anno fa ci lasciava Franco Marini. Un grande sindacalista, un leader politico, un
uomo delle istituzioni. Una vita intera caratterizzata dall’impegno pubblico nelle sue
varie articolazioni ma sempre ispirata ad una cultura politica, ad un preciso fiocine
ideale e, soprattutto, ad uno “stile” che l’ha sempre contraddistinto.
Uno stile, cioè, sobrio e trasparente, ma sempre coerente e coraggioso. E questo filone ideale si
chiama semplicemente cattolicesimo sociale.
Ecco, Franco Marini – come prima di lui Carlo Donat-Cattin, il “suo maestro politico” – è
stato, sin dai primi passi nella Cisl, un interprete autorevole e significativo di questa
cultura che non tramonta con la scomparsa dei suoi leader ma continua a fermentare
e a lievitare l’intera politica italiana.
E il magistero politico, sociale, culturale ed istituzionale di Marini è destinato a lasciare
il segno nella concreta dialettica politica, in particolare nell’area cattolica italiana.
Anche se variegata e composita. Perchè i due caposaldi di fondo attorno ai quali si è
concentrata l’azione di Marini nella sua lunga esperienza pubblica sono sempre stati
quelli di porre la “questione sociale” al centro dell’iniziativa politica da un lato e la
difesa, la promozione e la tutela dei ceti popolari dall’altro. E quindi, una forte
attenzione alle ragioni, alle istanze, ai problemi che attraversano i ceti popolari nel
nostro paese. Non in chiave classista ma con l’obiettivo, parallelo, di favorire la
crescita, lo sviluppo e il progresso del nostro paese senza dimenticare però chi è più
difficoltà, chi vive ai margini e soprattutto chi rischia di uscire sconfitto o emarginato
dal divenire della storia. Il tutto senza cedere nulla alla retorica, alla propaganda o al
solo richiamo burocratico e protocollare della propria cultura. No, Franco Marini è
sempre stato esplicito su questo versante, ai limiti della ruvidezza. Non amava la sola
testimonianza, anche se la rispettava. La riteneva impotente e sterile. Perchè la sua
formazione è sempre stata ispirata ad un criterio ben definito. E cioè, la cultura
politica, un filone ideale – nel caso specifico il cattolicesimo sociale e popolare – hanno
un senso se sono accompagnati dall’azione. Dall’impegno sindacale a quello politico in
un partito, dalla presenza nelle sedi istituzionali al ruolo nei vari organi di governo.
Insomma, per Marini la difesa e la promozione dei ceti popolari richiede la conoscenza
e la condivisione di quelle domande e di quelle istanze e la capacità, al contempo, di
saper dare delle risposte concrete. E questo richiede alcuni elementi costitutivi del
modo d’essere in politica: radicamento territoriale, rappresentanza sociale, militanza
popolare, disponibilità all’ascolto e, infine, elaborazione politica e traduzione
legislativa. Elementi che portano ad una conclusione: la politica “popolare” è l’esatta
alternativa della deriva populista, demagogica, antiparlamentare e qualunquista.
Marini, come ovvio, non assecondava le mode che sono sempre fluide, passeggere ed
insignificanti. Perchè Marini è sempre stato l’interprete per eccellenza di una
tradizione che affondava la sua credibilità nella rete popolare della nostra società. Una
concezione che non è destinata a tramontare se non si vuol ridurre la politica alla sola
personalizzazione e spettacolarizzazione. Cioè, ad una dimensione che prescinde
radicalmente da ogni sorta di orizzonte ideale e da ogni radicamento sociale e
popolare.
Ecco perchè il magistero di Franco Marini resta attuale e contemporaneo. Innanzitutto
per tutti coloro che continuano a credere che il cattolicesimo sociale e popolare non
tramonta come una semplice moda. E, in secondo luogo, perchè la credibilità e la
nobiltà della politica ritornano solo se alcune categorie non vengono emarginate o
derise. E la lezione di Marini, come di altri leader e statisti che sono stati interpreti
eccellenti di quella tradizione, continua ad essere un faro che illumina l’azione
concreta di molti di noi che, con molta modestia e riconosciuta umiltà, cercano di non
far cadere quella fiaccola nei meandri dell’antipolitica e del qualunquismo anti
istituzionale.
Giorgio Merlo