Riceviamo e pubblichiamo
E’ un’associazione politica tesa a riunire competenze e personalità che si propongono di lavorare nel solco della tradizione liberale, riformista e repubblicana del nostro Paese.
La finalità di questo progetto è quella di creare una rete politico-culturale di cittadini accomunati dal desiderio di contribuire alla crescita e alla promozione di un’Italia atlantista ed europeista in una prospettiva ispirata ad un liberalismo maturo, ancorato a valori non negoziabili di fratellanza, uguaglianza e aiuto reciproco, che pensi allo Stato non come un ostacolo, ma come un istituto snello necessario per garantire alla società civile di esprimersi al massimo delle proprie potenzialità.
L’associazione che ci apprestiamo a lanciare in Italia e nel Mondo si ispira pertanto ai valori della destra europea, laica e tollerante, ma al tempo stesso fermamente ancorata a principi universali e non negoziabili.
Italia Liberale e Popolare si inserisce nel solco della tradizione dei movimenti liberali e popolari che hanno sempre rappresentato la parte moderata e vitale del Paese a partire dal Risorgimento fino ad arrivare, passando per il secondo dopoguerra, ai nostri giorni. Incarnando valori di tolleranza e rispetto, ci proponiamo come obiettivo quello di dialogare con tutte quelle forze politiche e realtà associative che condivideranno con noi la necessità di rompere con la dialettica estremista, populista e anti-populista, e lo scontro tra le derive collettiviste e individualiste che avvelenano il dibattito politico contemporaneo.
Alcuni punti cardine della nostra attività politica:
– Ridare voce all’Italia nel mondo per risolvere problemi globali, trasformando il paese in un soggetto chiave dell’Unione Europea, della NATO e del G7, difendendo l’interesse nazionale.
– Contribuire a costruire la casa comune europea, agevolando i processi di convergenza e integrazione nei settori della politica estera, della difesa e sicurezza, dell’economia anche promuovendo principi di sussidiarietà e agevolando meccanismi di competizione virtuosa.
– Ridiscutere le politiche europee sull’immigrazione ancorate a logiche nazionali. Superare la gestione emergenziale e affrontare l’immigrazione in modo umano ma rigoroso facendo un patto con gli immigrati: diritti in cambio di legalità e rispetto.
– Superare la falsa dicotomia tra sicurezza e libertà rendendo le forze dell’ordine parte integrante delle comunità in cui operano.
– Riformare la giustizia in senso liberale combattendo la contro-cultura del giustizialismo. Ridurre l’uso della custodia cautelare, il numero degli errori giudiziari, superare la obbligatorietà dell’azione penale, separare le carriere in magistratura e riformare profondamente il CSM, superando le logiche delle correnti interne
– Assicurare maggiori opportunità ai nostri giovani con percorsi formativi, scolastici ed universitari di qualità, ed attraverso un sistema dinamico ed integrato dove far incontrare ricerca, innovazione, impresa e lavoro.
I Soci Fondatori dell’Associazione Italia Liberale Popolare sono Maurizio Petrò (Lombardia) che ricoprirà il Ruolo di Presidente, Claudio Desirò (Piemonte) che ricoprirà il ruolo di Segretario Nazionale, Andrea Molle (Estero), Kishore Bombaci (Toscana), Pietro Abbadessa (Sicilia), Marco Mensi e Yuri Brioschi (Liguria), Tore Piana (Sardegna), Giuseppe Romito (Puglia) e Stefano Ederle ed Anna Bertaia (Veneto)
L’Associazione, che verrà presentata in un grande evento dal vivo nelle prossime settimane, inizia la propria attività politica con un’impronta territoriale e regionale, con una costruzione bottom up, per garantire una crescita ed una rappresentanza dei valori a partire dal basso.
Le buone idee hanno successo anche in politica.
Ho conosciuto Gorbaciov in due occasioni a Torino e a Roma e ne ho un ricordo indelebilmente positivo. Egli fu un coraggioso uomo di pace che seppe andare oltre le fatiscenti ideologie novecentesche. I giornali italiani non hanno certo brillato nei loro commenti sulla figura di Gorbaciov che meritava ben diversa attenzione. La sua morte ha consegnato alla storia uno dei più grandi personaggi del Novecento, un secolo tormentato da due guerre mondiali e dittature di diverso orientamento politico. Gorbaciov e’ tra le poche figure positive del secolo in cui le ideologie presuntuose e le dittature più sanguinarie hanno avuto un ruolo privilegiato. In un secolo che gronda sangue Gorbaciov si colloca come l’uomo che riesce a porre fine ad un regime oppressivo della libertà nato dalla Rivoluzione bolscevica del 1917. Per molti quel regime fu la patria della democrazia e della giustizia sociale, una idealizzazione assolutamente falsa e propagandistica di un mondo migliore, quello di un socialismo rivoluzionario che stava realizzando una società di liberi ed eguali. Abbiamo constatato che l’Unione Sovietica rappresentasse un mostro di violenza che non si limitò al regime staliniano, ma si rivelò congenita dell’URSS in tutto il periodo storico in cui essa visse. Il Gulag fu il simbolo di un’operazione politica che calpestava i valori umani più irrinunciabili, creando un egualitarismo militaresco che finì per negare gli stessi ideali del socialismo. Il comunismo sovietico ebbe anche un risvolto di imperialismo che mise a nudo il suo vero volto. L’uomo che seppe vedere questa realtà drammatica che stava soggiogando il popolo russo, fu Gorbaciov che seppe vincere tutte le nomenclature inossidabili e privilegiate, imponendo un modo nuovo di intendere la politica e le relazioni internazionali. Nel giro di un anno tra l’89 e il 90 riuscì ad imporre le perestroika e la glasnost, parole che divennero in ogni parte del mondo simbolo di una trasparenza politica finalmente liberata dal machiavellismo sovietico leninista. Il comunista Gorbaciov fece cadere la cortina di ferro che imprigionava milioni di uomini dell’est europeo e fece cadere le speranze di un Eurocomunismo impossibile che solo storici come Massimo Salvatori videro come il futuro del socialismo. Centinaia di intellettuali che avevano osannato l’URSS, dovettero prendere atto che quel mito era improponibile. Gorbaciov fu tra i pochi premi Nobel per la pace davvero meritati. Non riuscì a mantenere il potere e a guidare la nuova Russia ed oggi vediamo le conseguenze drammatiche nell’aver perso Gorbaciov che resta comunque l’uomo coraggioso che seppe determinare uno scossone storico impensabile. Il processo innescato non ebbe gli sviluppi desiderati e la stagione di Putin ha rivelato una drammatica regressione poliziesca e militarista nella storia russa. Ma sulla lunga distanza c’è da sperare che la linea impressa da Gorbaciov possa tornare ad essere quella della futura storia russa. Nessuno potrà dimenticare questo grande protagonista della storia mondiale. Io faccio difficoltà a trovare altri protagonisti da abbinare al suo nome. Fu un comunista che seppe vedere la democrazia e la pace come valori irrinunciabili e seppe trarne le dovute conseguenze. Un comunista che pose la parola fine ad un regime che aveva portato la Russia non al progresso ma alla miseria e alla servitù. Gorbaciov ha frequentato Torino e il Piemonte anche per illuminata iniziativa di Rolando Picchioni.