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Orfei e Settegiorni, un modello di giornalismo politico e di coerenza culturale

Ho fatto la tesi di laurea sulla rivista “Settegiorni in Italia e nel mondo”.

Una rivista nata nel 1967 e che ha chiuso i battenti nel 1974 dopo il referendum perso dalla Democrazia Cristiana e dai cattolici sul divorzio. Ora, non voglio rileggere – come ovvio e scontato – l’esperienza di un settimanale che ha contribuito a segnare il cammino politico, culturale e sociale dei cattolici italiani e che, al contempo, ha scosso l’evoluzione e il percorso della stessa politica italiana. E la scomparsa recente del suo storico direttore, l’amico Ruggero Orfei, mi spinge a fare qualche rapida considerazione attorno ad un foglio che resta unico per la sua dimensione e per il ruolo che ha avuto nello scenario pubblico italiano in una fase storica decisiva per le sorti della nostra democrazia. Anche per il giornalismo italiano. Perchè “Settegiorni in Italia e nel mondo” non solo è stata una rivista politica e culturale vicina alle posizioni della sinistra sociale della Dc di Carlo Donat-Cattin, ma è stata anche e soprattutto una rivista che ha fatto del giornalismo di inchiesta – quello vero, però, senza alcun paragone e confronto per come è ridotto oggi quel settore – la sua ragion d’essere. Certo, l’approfondimento politico e culturale era la vera priorità di questa scommessa editoriale guidata da Donat-Cattin – quella di maggior successo con la rivista “Terza Fase” degli anni ‘80 – e con l’elaborazione puntuale ed intelligente di molti e qualificati collaboratori, “Settegiorni” era diventata un punto di riferimento da cui non si poteva prescindere. Sia all’interno della Dc e del mondo cattolico italiano dell’epoca e sia per gli altri partiti. In particolare per i partiti della sinistra storica e non solo. E i “pezzi” di Ruggero Orfei e del suo condirettore, Piero Pratesi – accanto alle cento firme – erano appuntamenti imperdibili per qualsiasi osservatore politico dell’epoca.
È indubbio, al riguardo, che Ruggero Orfei, anche se dopo l’esperienza di Settegiorni cambiarono i rapporti, ma non l’amicizia, tra la direzione della testata e i suoi finanziatori politici, condivideva sino in fondo l’idea di una presenza politica di ispirazione cristiana, popolare, autonoma e fortemente rappresentativa delle istanze dei ceti sociali popolari e cattolici. Un partito che non poteva e non doveva diventare un semplice e banale “polo conservatore” funzionale ad una alleanza con l’altro grande blocco, il Pci, con un probabile se non addirittura scontato cedimento culturale ed ideale nei confronti del più grande partito comunista occidentale. Una presenza politica, certamente di ispirazione cristiana ma con un forte insediamento territoriale e una chiara opzione sociale. Per questo Orfei, all’epoca, dissentiva da tutte le interpretazioni che volevano una Dc conservatrice se non addirittura reazionaria, ripiegata su posizioni clericali o confessionali che appaltava la rappresentanza dei ceti popolari e socialmente più avanzati alla sinistra comunista e marxista.
Ecco perchè c’era una profonda simbiosi tra il Direttore di Settegiorni Orfei e l’editore politico Donat-Cattin. Perchè al centro della discussione c’era sempre e solo la necessità di salvaguardare una tradizione, quella cattolico popolare, cattolico sociale e cattolico democratica che individuava nella Dc di sinistra un baluardo centrale ed insostituibile. E quando parliamo di Ruggero Orfei, oltre alla sua vasta, ricca e feconda pubblicazione politica, culturale e religiosa, non possiamo e non dobbiamo dimenticare l’esperienza di “Settegiorni in Italia e nel mondo” che, ripeto, ha segnato la storia del giornalismo politico nel nostro paese.

Giorgio Merlo

Panza (Lega), Ue ascolti la voce degli enti locali alle prese con la crisi

“Purtroppo l’Ue non ha fatto in tempo a uscire dalla crisi del Covid per ritrovarsi a fronteggiarne un’altra, la guerra in Ucraina, per certi versi ancora più grave, che sta dimostrando come la politica di transizione del continente fosse dipendente da qualcun altro, una scelta poco lungimirante di cui pagheremo il costo negli anni a venire” – così in Plenaria a Strasburgo l’europarlamentare Alessandro Panza -.

La politica di coesione può e deve fare molto per rispondere a queste crisi, che purtroppo dureranno ancora a lungo – prosegue Panza – . E’ necessario però consentire agli Stati membri di poter affrontare correttamente i piani di partenariato per fare fronte alle esigenze poste dalla Commissione: in molti Stati Ue l’accavallarsi del Next Generation Eu (Ngeu) con la Politica di Coesione sta creando un carico di lavoro e burocrazia a livello locale e regionale insostenibile per gli enti locali. L’Ue deve tenere conto della particolare situazione che stiamo vivendo a livello internazionale e alle sue ripercussioni sul piano sociale, economico ed energetico, ma anche e soprattutto del sovraccarico burocratico che le amministrazioni locali hanno in questo difficile periodo: Bruxelles ascolti la voce dei territori”. – Così in Plenaria a Strasburgo l’europarlamentare Alessandro Panza.

 

 

 

 

Pnrr, Ruffino (CI): Con la guerra è completamente da rivedere

“Credo che ormai sia piuttosto chiaro come tutta la politica del Pnrr sia completamente da rivedere alla luce della pesantissima crisi energetica e il conseguente aumento del costo delle materie prime che la guerra in Ucraina ha esacerbato”. Lo afferma in una nota la deputata di Coraggio Italia, Daniela Ruffino.
“Bene quindi che Draghi e Ursula von der Leyen- aggiunge- da Bruxelles abbiano appena ribadito come la protezione dei consumatori europei debba diventare un imperativo. Auspico che non si perda altro tempo e che l’Unione sappia rapidamente rimodellare la sua risposta a favore di cittadini e imprese per evitare che Next Generation Eu e Pnrr diventino obsoleti ancora prima di partire”.

Lingua piemontese, Carmagnola approva mozione

Il Consiglio comunale di Carmagnola ha approvato il 3 marzo la mozione con la quale si chiede alla Regione Piemonte l’istituzione di una ‘Giornata della lingua e della letteratura piemontese. Il documento è stato illustrato dal consigliere della Lega, Marco Degli Innocenti che ha evidenziato come non si vada a perdere un patrimonio del territorio piemontese. L’esponente del Carroccio ha ricordato l’esempio di altre realtà che avevano già deliberato il provvedimento come Villamiroglio, Moncalvo, Tortona. L’assessore Massimiliano Pampaloni evidenza che la lingua piemontese ha, nonostante tutto, oggi ancora due milioni di parlanti in Piemonte e tre nel mondo, con isole linguistiche notevoli in Argentina e in Australia, specificando che la mozione va ad istituire ‘non la Festa del Piemonte ma la Giornata della Lingua”. Il capogruppo di Fdi, Lorenzo Stella ha annunciato poi il suo voto favorevole. Il consiglio comunale ha poi approvato il documento all’unanimità con l’impegno di trasmetterlo alla Regione Piemonte. “L’adesione di Carmagnola, con l’importanza che riveste nella storia della lingua piemontese alla nostra proposta di mozione – dicono i consiglieri di Progetto Villamiroglio MPP, Massimo Iaretti ed Emiliano Racca – è sicuramente importante per il percorso con cui proponiamo agli enti locali di sensibilizzare la Regione Piemonte di istituire una Giornata della Lingua e della letteratura piemontese. La ‘lunga marcia’ iniziata nel mese di marzo 2020, con tante difficoltà dovute all’emergenza sanitari.a ha ormai raccolto l’adesione di una ventina di enti locali in tutto l’ambito regionale. Un ringraziamento va al Consiglio Comunale di Carmagnola, con un particolare riferimento alla Lega che ha portato avanti la nostra istanza per questo risultato”. Il primo consiglio comunale ad approvare la mozione, elaborata da Massimo Iaretti ed Emiliano Racca è stato Villamiroglio il 3 marzo di due anni fa. A questa prima pronuncia si sono inseriti diversi altri centri.

Peste suina africana, Pd: Audizione in regione

RAVETTI – CANALIS (PD): “CON IL COMMISSARIO STRAORDINARIO PER IL CONTRASTO ALLA PSA PER FARE CHIAREZZA SULLE AZIONI PER ARGINARE IL MORBO”

“Il problema della peste suina africana e della sua diffusione nei territori piemontesi sta diventando sempre più allarmante. Qualche giorno fa è stato illustrato da alcuni esponenti della Giunta regionale il progetto per realizzare una maxi recinzione lunga circa 270 km intorno all’”area infetta”, recinzione che, secondo le intenzioni, dovrebbe contenere la diffusione della malattia e in merito alla realizzazione della quale faccio mie le preoccupazioni dei Sindaci dei territori interessati che hanno chiesto informazioni e rassicurazioni in merito ai costi di realizzazione, di manutenzione, alla scelta del tracciato e, in particolare, all’effettiva efficacia” dichiara il Consigliere regionale del Partito Democratico Domenico Ravetti.

“Per fare chiarezza sulla gestione del contrasto alla diffusione della malattia che coinvolge oltre la Regione, l’Unione Europea, i Ministeri competenti e moltissimi Enti Locali – prosegue il Consigliere Pd – è stata convocata, per giovedì prossimo, una seduta della III Commissione del Consiglio regionale per audire il direttore dell’Istituto Profilattico regionale, nominato recentemente Commissario straordinario per il contrasto alla diffusione della PSA. Vogliamo, infatti, poterci confrontare sul tema e capire che cosa è stato previsto per arginare questo morbo che sta piegando le nostre attività produttive”.

“Da anni – afferma la Vicepresidente della III Commissione del Consiglio regionale Monica Canalis – sollecitiamo un intervento più serio per contenere gli ungulati. I cinghiali in sovrannumero, infatti, possono diventare un veicolo della peste suina africana verso i suini da allevamento e un’ulteriore propagazione della malattia avrebbe gravissimi contraccolpi sulle 3.000 aziende piemontesi impegnate nel settore zootecnico suinicolo”.

Ambrogio (Fdi): “Vandalizzato il monumento ai Caduti”

“In questi giorni il monumento di piazza Castello dedicato al Duca Emanuele Filiberto ed ai caduti della Prima Guerra Mondiale è stato vandalizzato dai collettivi antagonisti.

Con il pretesto della manifestazione dell’8 marzo, questa volta “Non Una di Meno”, non si ferma neanche di fronte al ricordo dei nostri caduti. Una strisciata di manifesti ha deturpato il monumento di chi cadde per la Patria rappresentando plasticamente il decadimento valoriale della sinistra che, non avendo più idee e valori, tenta di abbattere o deturpare quelli degli altri.
Presenterò un’interpellanza per chiedere che il Sindaco Lo Russo e la sua Giunta prendano formalmente e materialmente le distanze da “Non Una di Meno”, collettivo organizzatore dell’affissione abusiva e del corteo in programma”.

Paola Ambrogio
Consigliere comunale Fdi

Vaccini, Pd: Piemonte in ritardo nella fascia 5-11 anni

Il vice Presidente del Consiglio regionale del Piemonte Daniele Valle ed il vice Presidente della Commissione Sanità Domenico Rossi (Pd) lanciano l’allarme sullo scivolamento del Piemonte verso le ultime posizioni della classifica vaccinale.

 

«La Regione Piemonte continua a registrare un forte ritardo nelle vaccinazioni nella fascia tra i 5 e gli 11 anni e scivola verso il fondo della classifica sul tasso di copertura vaccinale. Secondo i dati più recenti (fonte: Sole 24 Ore), ben il 70,37% delle bambine e dei bambini non hanno ricevuto alcuna dose (completamente vaccinati: 25,24%, in attesa della seconda dose: 4,39%), il che colloca il Piemonte tra gli ultimi posti della classifica redatta dal Gimbe, ovvero al 15° posto, ben lontani da una media nazionale che registra un tasso di copertura vaccinale 5-11 del 32,24%. Bisogna accelerare sul versante dei vaccini ai minori e recuperare questo ritardo, che è preoccupante, perché occorre evitare che il miglioramento della situazione pandemica con la riduzione di contagi e ricoveri, la fine dello stato di emergenza e l’arrivo della bella stagione, contribuiscano a far abbassare l’attenzione e a spingere le famiglie a rinviare la vaccinazione dei più piccoli. Una scelta assolutamente sbagliata, essendo prevedibile che dopo l’estate si possa verificare una nuova ondata di contagi e non bisogna assolutamente farsi trovare impreparati. I vaccini ai più piccoli rappresentano una misura importante a garanzia della loro salute e a tutela di genitori e nonni».

 

Daniele VALLE – vice Presidente Consiglio regionale del Piemonte

Domenico ROSSI – vice Presidente IV Commissione

La Buona Destra apre il comitato San Salvario

Prosegue il percorso di crescita e di costante consolidamento territoriale della Buona Destra piemontese, attraverso l’organizzazione interna, la strutturazione sul territorio e l’apertura di nuovi comitati locali che ne garantiscono una presenza locale capillare.

Il Direttivo Regionale della Buona Destra è infatti lieto di annunciare l’apertura di un nuovo Comitato per la Buona Destra: il Comitato di Torino – San Salvario.

Il nostro percorso iniziato circa un anno e mezzo fa con l’obiettivo di costruire un’area di destra liberale e di respiro europeo, sta attirando un sempre maggior interesse, sia a livello nazionale che locale: il confronto con le sensibilità politiche a noi affini e la presenza nei territori per spiegare la nostra visione di ciò che dovrebbe essere la politica costruttiva, ci permette di ottenere l’adesione di un sempre crescente numero di simpatizzanti, di attivisti, di amministratori locali che, finalmente, ritrovano una casa che ne possa rappresentare le istanze.

Con l’apertura del Comitato Territoriale di San Salvario, ci inseriamo in un quartiere multietnico, ricco di attività commerciali e sede di uno dei principali punti di riferimento della movida torinese. Una situazione peculiare che porta con se grandi opportunità da sfruttare e grandi problematicità da gestire in modo efficace a beneficio dell’intera collettività, a partire dalla gestione del decoro e dell’ordine pubblico, in modo da portare al ripristino della sicurezza e della legalità in tutto il quartiere.

Attraverso le proposte concrete e la visione a lungo termine che contraddistinguono la politica della Buona Destra, ambiamo ad essere punto di riferimento per i cittadini che in San Salvario vivono, investono, lavorano. Attraverso piani di sviluppo seri, una Destra distante dagli slogan mordi e fuggi anche a San Salvario può fare la differenza.

Il Direttivo della Buona Destra del Piemonte ricorda di essere a disposizione per tutti coloro che, incuriositi dalla nuova realtà politica, volessero approfondire la nostra proposta, sia attraverso i canali social sia attraverso il Comitato Locale ed i propri organi direttivi.

Buona Destra Piemonte

La Città di Torino promuove l’Europa e la partecipazione dei suoi cittadini

Di fronte a una guerra che si sta combattendo proprio ai confini con l’Europa, è necessario che anche la Città di Torino mostri sempre forte la sua adesione ai valori dell’Unione Europea.

Ieri lo ha fatto approvando una proposta di ordine del giorno, indirizzata alla Giunta Comunale, affinché la Città di Torino si impegni a promuovere la Conferenza sul Futuro dell’Europa.
Questo l’obiettivo dell’atto presentato da Simone Fissolo, Capogruppo dei Moderati e già Presidente nazionale della Gioventù Federalista Europea, e sottoscritto, fra i tanti, anche da Abdullahi Ahmed, Consigliere del Partito Democratico, insignito nel 2020 del Premio Altiero Spinelli della Commissione Europea.

«La Conferenza è un’occasione di grande valore per plasmare il percorso verso gli Stati Uniti d’Europa, specialmente in un momento delicato e angosciante come quello che stiamo vivendo, e che stanno vivendo soprattutto i cittadini ucraini» commenta Fissolo. «Noi ci auguriamo sempre che governi la pace e per costruirla dobbiamo anche parlare di un’Europa solida e che si muove in comunità di intenti. I cittadini europei possono, con questa Conferenza, esprimersi direttamente sulle loro aspettative e discutere di democrazia, libertà, diritti umani, di solidarietà. La partecipazione degli europei e delle europee è il primo passo per costruire la pace. Ritengo che divulgare le possibilità della piattaforma e promuovere fattivamente la partecipazione a essa sia un atto felice e rispettoso da parte della Città di Torino. Ringrazio i colleghi consiglieri e le colleghe consiglieri per aver appoggiato questo atto».

Nel marzo 2021 il Presidente del Parlamento europeo, David Sassoli, insieme alla Presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen e all’allora Presidente del Consiglio dell’UE, Antonio Costa, aveva formalmente incoraggiato la più ampia consultazione democratica dei cittadini europei sui temi dell’integrazione europea e delle riforme che si ritiene necessario introdurre. Cuore di questa consultazione aperta a tutti è la piattaforma digitale che negli ultimi mesi ha raccolto una moltitudine di partecipanti e un gran numero di idee, eventi e approvazioni, divise per aree tematiche sui grandi temi che contraddistinguono le immediate priorità per il futuro comune.

La piattaforma si trova all’indirizzo https://futureu.europa.eu/

Pedrale: “Sei milioni di euro per una recinzione contro i cinghiali? Servirà allo scopo?”

Ho appreso ascoltando un notiziario televisivo (chiedo  scusa se non sarò  molto preciso perché  l’ho ascoltato una volta  sola) che la Regione spenderà sei milioni di euro per costruire una  lunga recinzione al confine fra Piemonte e Liguria. 

L’ imponente opera dovrebbe fermare l’invasione di cinghiali che si sono  riprodotti eccessivamente in Piemonte ed in Liguria. Ed e’ ovviamente il tentativo di fermare la peste suina provocata dagli stessi cinghiali.  Molti allevatori di suini piemontesi stanno abbattendo i loro allevamenti con gravi danni economici .

In realtà  il problema dei cinghiali in Piemonte non è nuovo ma si trascina da diversi anni. I cinghiali si sono riprodotti negli ultimi  vent’anni in maniera eccessiva nei parchi regionali piemontesi. Da anni sono note le sortite, specie notturne di questi animali che escono dai confini dei parchi e si avvicinano alle cascine o abitazioni,  agli allevamenti. Inoltre danneggiano le coltivazioni specie di mais. Nel passato la Regione aveva anche esaurito i fondi per risarcire gli agricoltori per i danni subiti.

Sono poi noti gli incidenti automobilistici provocati da questi ungulati con gravi danni agli automezzi e alle persone.  Solo due anni fa  due persone in auto  sono morte su un’ autostrada piemontese a causa del transito di alcuni cinghiali . E’ dunque un problema, come sottolineano agricoltori, allevatori e le associazioni agricole, di grande importanza e da affrontare  seriamente. Ho dei dubbi che lo strumento della recinzione (al di là del costo economico ingente) possa davvero risolvere la criticità.  I cinghiali sono in grado di sfondare queste recinzioni.  Credo invece  che sarebbe più proficuo aumentare gli abbattimenti selettivi coinvolgendo di più le associazioni venatorie, guardie dei  parchi e carabinieri forestali. Inoltre per fermare la proliferazione di cinghiali (che sono animali  tutt’altro che in via di estinzione) si dovrebbe procedere alla sterilizzazione di un certo numero di femmine di questi ungulati.  Sono proposte e riflessioni sapendo che è un problema complesso e di non facile soluzione.
Luca Pedrale Presidente Regionale “Noi di Centro”