politica- Pagina 273

Addio a Lido Riba, uomo delle terre alte

Di Marco Travaglini

Con la scomparsa di Lido Riba, storico dirigente della sinistra e dell’Uncem piemontese le genti della montagna da oggi sono più sole.

Riba è stato uno dei protagonisti della vita politica e sociale piemontese dell’ultimo mezzo secolo. Aveva 78 anni ed era nato a Caraglio, in provincia di Cuneo, il 31 maggio del 1944. Alla frequentazione del mondo rurale e delle terre alte ha dedicato gran parte del suo impegno per valorizzarne le risorse e la cultura. La montagna per Lido Riba non è mai rappresentato solo il paesaggio agreste degli alpeggi e dei boschi, dei borghi abbandonati dopo l’esodo, del grumo di fatiche e lavoro per creare le condizioni minime di una economia magari frugale, ma dignitosamente orgogliosa che ha segnato la storia del “mondo dei vinti”. Dal suo punto di vista come politico di sinistra e amministratore pubblico per lunghissimo tempo tenace leader piemontese dell’Uncem (l’Unione dei comuni e delle comunità montane) la montagna è sempre stata una risorsa viva, capace di offrire occasioni di sviluppo socio-economico e una nuova coscienza del territorio e dell’ambiente che conserva. Il suo impegno nelle istituzioni  lo vide protagonista nei consigli comunali di Caraglio, Pradleves e Ostana, alla comunità montana della valle Grana, alla provincia di Cuneo e in Consiglio regionale dove, eletto per la prima volta nel 1990, è stato tra i protagonisti di tre legislature e assessore all’agricoltura e alla montagna. Con lui ho condiviso moltissime iniziative, percorrendo in lungo e in largo il Piemonte, dando vita al primo gruppo degli amici della montagna in Consiglio regionale. Tra ricordi personali e comuni memorie, incontri e viaggi, resoconti di vicende che ci hanno visto protagonisti,  resta nitida e forte la sua idea di una politica generosa, alimentata da passioni vere, dove occorreva ( e occorrerebbe oggi, a maggior ragione)  studiare e documentarsi, vivere la realtà dei paesi e delle persone per capire cosa è giusto fare e cosa non va fatto. Il  suo “lungo viaggio”, che raccontò in un accorato libro di memorie, lo vide protagonista nella vita della scuola cuneese, sindacalista del mondo contadino, militante e dirigente del Partito comunista italiano in una “ provincia Granda” tradizionalmente feudo democristiano, uomo coerente con i suoi valori progressisti nelle successive evoluzioni politiche. L’eredità che lascia è un patrimonio di inestinguibili intuizioni e analisi, battaglie e conquiste condotte con la passione di chi pensava che rispettare le tradizioni significa custodirne il fuoco, non adorarne le ceneri. Questo occitano orgoglioso delle sue radici ha saputo mostrare nel concreto d’aver introiettato la lezione di saggio realismo che si trova alla base più sincera della cultura contadina. Quella cultura, per intenderci, di chi è cresciuto, come cantava Guccini, “a castagne ed erba spagna”. Lido, rappresentando al meglio nell’Uncem e altrove le vite “in salita” dei montanari, era consapevole di dover coniugarne aspettative e speranze al futuro e non al passato. Tenere alto quest’impegno sarà il riconoscimento più importante alla  memoria di un uomo che ha speso decenni della propria vita a immaginare e proporre soluzioni per i territori montani piemontesi pensando a una politica che non fosse solo redistribuzione di risorse, alzando la spesa pubblica, ma un progetto concreto in grado di colmare sperequazioni territoriali, recuperare vecchi mestieri e inventarne di nuovi, investendo nell’economia verde, nel legno e nell’acqua, e in un nuovo welfare di comunità.

***
E’ morto a 78 anni dopo una lunga malattia, Lido Riba. Cuneese, fu segretario provinciale del Pc, assessore regionale e vicepresidente del Consiglio piemontese.

IL CORDOGLIO  DEL PD

“Lido Riba è stato uno dei protagonisti della vita politica e sociale del Piemonte e con il suo impegno, la sua generosità e la sua passione politica ha contribuito alla crescita e allo sviluppo del nostro territorio.  Ricordiamo il suo profondo impegno per valorizzare e rilanciare la montagna, una risorsa viva, capace di offrire occasioni di sviluppo socio-economico e a favore delle filiere alimentari, vitivinicole e del legno. Ma soprattutto ricordiamo l’amore per la politica, la dedizione con cui ha ricoperto il suo ruolo all’interno delle Istituzioni e la sua grande serietà. E’ stato un esponente di spicco del Consiglio regionale piemontese e della sinistra subalpina.

Ci stringiamo alla famiglia in questo momento di profondo dolore”.

I Consiglieri regionali del Gruppo del Partito Democratico

Paolo Furia – Segretario regionale del Partito Democratico

Presentazione a Borgone di Susa del libro di Merlo  su Franco Marini

“Franco Marini, il Popolare” (Edizioni Lavoro), l’ultimo libro di
Giorgio Merlo, Sindaco di Pragelato e Presidente Nazionale di “Noi
Di Centro”, sarà presentato venerdì 15 luglio alle 21 presso la sala
Consiliare del Comune di Borgone Susa, piazza Montabone 1.
Oltre all’autore, parteciperanno alla presentazione Gemma
Amprimo, Già Sindaco di Susa e Consigliere Provinciale di Torino;
Marco Margrita, giornalista, direttore de “Il nuovo Monviso” e
Presidente Regionale MCL; Sabatino Basile, responsabile
confederale Nord-Ovest Cisl.
Modera e introduce la serata Diego Mele, Sindaco di Borgone
Susa.
Il 9 febbraio dello scorso anno, quasi 88enne, scompariva Franco
Marini. Leader sindacale e politico, nonché uomo delle istituzioni, è
stato uno dei più autentici interpreti, oltre che della “autonomia
sindacale” cislina, del popolarismo, del cattolicesimo sociale e della
sua originalità come peculiare cultura politica. Un vero ‘popolare’, in
tutte le accezioni del termine, anche in quella di radicamento nel
territorio e tra la gente. Un protagonista della storia repubblicana, il
cui magistero merita di non essere dimenticato e, se possibile,
attualizzato. Una esperienza politica, culturale e sociale, quella di
Franco Marini, che continua ad essere del tutto contemporanea e
moderna, anche e soprattutto in questo momento di convulsa e
caotica transizione politica”.

Carcere: “Blatte, docce rotte e cedimenti strutturali”

 

Grimaldi, Frediani e Ghibaudi di Antigone: “Senza svuotamenti, pene e percorsi alternativi non aiuteremo il carcere di Torino a voltare pagina”.

“A seguito del nostro sopralluogo al Lorusso e Cotugno ricordiamo al Ministero che siamo davanti ad una casa circondariale che ha una capienza regolamentare di 1097 detenuti ma che oggi trattiene 1392 persone (di cui 51 in regime di semilibertà) ed è quindi sovraffollato al 35%. Ci sono tanti motivi per cui andrebbero aumentate le pene alternative, evitate le misure cautelari non indispensabili e decongestionato il carcerce, serve permettere la ristrutturazione totale di interi padiglioni fatiscenti e inadeguati e rendere più vivibili le sezioni per i detenuti e le detenute” – dichiarano il Capogruppo di Liberi Uguali Verdi e consigliere regionale, Marco Grimaldi, la consigliera regionale del Movimento 4 Ottobre, Francesca Frediani, e la delegata dell’associazione Antigone, Joli Ghibaudi.
“La sezione 11 del padiglione C, per esempio, va chiusa quanto prima. Basterebbe una rapida visita per capire che le docce inutilizzabili da mesi e il cemento armato deteriorato dagli anni rappresentano l’immagine di un ‘fine vita’ non rimandabile” – sottolinea la delegazione che in quattro ore di sopralluogo ha osservato tutti i padiglioni e si è trattenuta per una lunga conversazione con la direttrice.
“Abbiamo percepito la volontà di voltare pagina, di rispondere punto per punto alle tante cose da rivedere. Crediamo che la direttrice stessa sappia che queste persone hanno diritto a un percorso detentivo che sia davvero rieducativo e capace di garantire un pieno reinserimento nella società, in percorsi di lavoro e formazione e, ogni volta che si può, a misure alternative al carcere. Certo, davanti alle blatte e i topi che affollano le fondamenta, le intemperie che colpiscono i cavedi, le guaine e l’intonaco completamente sgretolato da pareti e soffitti rischia di infrangersi e si rende vano ogni tentativo di cambiamento.
“Servono risorse straordinarie ma, soprattutto, serve una cura e un’attenzione che non può nascere solo da chi vive e lavora dentro la casa circondariale. I detenuti hanno diritto a cure sanitarie, psichiatriche e assistenza, così come hanno diritto a mantenere i legami con il mondo fuori dal carcere e a percorsi di inserimento per la loro fine pena. Per questi motivi inviteremo anche l’Assessore Icardi al prossimo sopralluogo, affinchè possa rendersi conto che anche quelle persone hanno diritti e bisogni

Regione Piemonte, Carosso non esclude cambio Protopapa: ma decide Cirio

“Sta lavorando duro, scelta presidente entro settembre”. Leone in pole

Torino – La possibilità che l’assessore all’Agricoltura del Piemonte Marco Protopapa lasci il proprio incarico esiste, ma la decisione sarà del presidente Alberto Cirio: “Io credo che abbiamo le idee chiare, il presidente le ha. Vediamo cosa tira fuori dal cilindro”, spiega il vicepresidente della Regione Fabio Carosso alla ‘Dire’ a margine del Consiglio in corso a Palazzo Lascaris.
“Credo che il presidente stia facendo un ragionamento su come andare alla fine del mandato nel migliore dei modi. Un ragionamento che potrà arrivare a conclusione entro settembre”, spiega Carosso: “Non è questione di essere bravi o cattivi, ma è questione di essere persone che capiscono se lavorano meglio in un modo o in un altro. C’è chi si trova bene ad andare in bici da cross e chi su bici da strada”, è l’esempio che fa Carosso.
Quindi “nessuna sfiducia a Protopapa. Protopapa lavora molto, indubbiamente c’è da fare un grande lavoro e lui è chiamato a farlo. Se si confronta con Cirio e gli dice ‘ho la racchetta in mano, ho il coltello dalla parte del manico, stai tranquillo che lo faccio bene’, magari Cirio gli conferma tutto. Se invece (il presidente, ndr) dicesse ‘no, guarda, credo che è meglio affiancarti qualcuno’, lo farà”. La scelta è quindi in primis in mano al presidente, e il possibile nome del consigliere regionale leghista Claudio Leone al posto di Protopapa “l’ho sentito oggi per la prima volta”, afferma Carosso, anch’egli leghista.
Il vice di Cirio ci tiene però a chiarire che “l’agricoltura è un tema molto particolare, che Protopapa ha affrontato con grande decisione. Ora dobbiamo lavorare ai fondi del Pse, ne va della prossima programmazione che è troppo importante. Sono convinto che l’agricoltura è determinante in Piemonte”, aggiunge Carosso, “servono gli strumenti per arrivare ai prossimi 10 anni. Abbiamo ragazzi che sono laureati in agrotecnica o enologia che 20 anni fa non c’erano. Sono cambiate le dinamiche, non c’è più il contadino degli anni ’90. Devi capire questo”.
Il vicepresidente ha anche le deleghe ai Parchi, e chiarisce: “Io sto seguendo la peste suina non in sostituzione a Protopapa ma in affiancamento”. Anche Carosso è tra la rosa dei nomi che potrebbe assumere le deleghe di Protopapa all’Agricoltura: “Diventerei 100 kg”, scherza, “perché andrei a trovare tutti I miei contadini”.
Agenzia DIRE

Le farmacie comunali e il “campionato dei privilegi”

“Guai a rinunciare a qualche euro di fatturato, anzi ne escono sempre più rinvigorite” commenta sarcastico il Vice Capogruppo di Torino Bellissima, Giuseppe Iannò, in risposta all’interpellanza presentata  in Consiglio comunale dal titolo “Revisione pianta organica farmacie comunali”

“Sono l’interlocutore esclusivo del Servizio Sanitario Nazionale ed è vietato fare domande – prosegue il consigliere. Soprattutto quando si afferma che la pianta organica delle farmacie comunali va rivista. Non è affatto vero, esiste già il “Regolamento attuativo della legge regionale sul settore farmaceutico riguardante criteri e modalità della procedura di decentramento, con l’obiettivo (condiviso dall’amministrazione regionale) di avere regole omogenee nel territorio regionale. Regolamento approvato con DGR del 1 luglio.”

“Il Comune deve attivare il bando senza tante scuse – conclude Iannò – capiamo la sensibilità del Presidente dell’Ordine dei Farmacisti e di alcuni esponenti politici regionali, ma si deve andare avanti senza se e senza ma”

Merlo: Centro, ora la priorità è la questione sociale. Basta con i populisti

“Pur dovendo fare i conti con le bizze di un partito populista e sempre più lontano da una cultura
di governo come la formazione di Grillo e di Conte, ora la priorità rimane come affrontare una dura
ed inquietante ‘questione sociale’. E le prossime scelte concrete del Governo Draghi in materia
finanziaria non possono non tener conto di questa emergenza se non si vuol creare nel paese un
clima sempre più ingovernabile e delicato anche sotto il profilo della stessa tenuta democratica.
Per questi motivi cresce anche la responsabilità politica di un’area come quella di Centro che,
proprio in questa fase delicata per l’intero paese, si pone come un elemento di equilibrio e di
garanzia per una vera e credibile cultura di governo.
Non possono più essere le forze populiste, anti politiche, demagogiche e qualunquiste a gestire e
a governare il paese in questo frangente. Quando serve moderazione, senso di responsabilità,
intelligenza riformista e cultura di governo, il populismo è semplicemente alternativo a tutto ciò.
E la ‘questione sociale’, adesso, deve diventare la priorità politica e programmatica dell’agenda di
governo. E il Centro, su questo versante, deve essere in prima linea perchè la ‘questione sociale’
è oggi la vera e principale priorità democratica”.

Giorgio Merlo, Presidente Nazionale ‘Noi Di Centro-Mastella’.

TSO e disagio mentale, dati in crescita che preoccupano

 Non sia dimenticata la lezione della tragedia di Andrea Soldi

La crescita, già evidente a metà anno nel numero di TSO effettuati a Torino è un dato che va nella stessa direzione di diversi altri indicatori, confermandoli. Ci preoccupano i dati resi noti dalla Giunta Comunale di Torino e condividiamo la parola “emergenza” usata dall’Assessore. Da tempo ci battiamo in Consiglio Regionale, come Moderati, affinché i Reparti di Psichiatria e di Neuropsichiatria Infantile siano adeguatamente potenziati sul territorio regionale per far fronte alla drammatica situazione fotografata dai dati. Al momento, l’investimento (in impegno e in risorse economiche) da noi auspicato non si è stato adeguato. “Il Sole 24 Ore” riporta che, se nel 2019 quasi un miliardo di persone – di cui il 14% adolescenti – viveva con un disturbo mentale, già dopo il primo anno di pandemia queste patologie sono aumentate rispettivamente del 26% e 28% e i dati sono in ulteriore crescita. Mi auguro che la lezione impartita dalla tragedia di Andrea Soldi, morto durante un TSO nell’estate del 2015, sia finalmente appresa nella sua interezza, portando la politica a un sostanziale ripensamento del modello della psichiatria regionale e all’impegno per cambiare quanto, in questo ambito, ancora non funziona. Un risultato che non si potrà raggiungere senza che su questo settore si mettano finalmente risorse finanziarie adeguate. Le condizioni oggettive rendono questo cambio di rotta più che mai urgente.

Silvio Magliano – Presidente Gruppo Consiliare Moderati, Consiglio Regionale del Piemonte.

Buona Destra: lo Ius Scholae e la pochezza della politica sovranista

Il confronto parlamentare relativamente al tema Ius Scholae mette ancora una volta in luce la pochezza argomentativa dei rappresentanti eletti di area sovranista che, tra spicciolo benaltrismo, slogan d’accatto e ridicoli emendamenti, dimostrano di non sapersi calare nella realtà della società contemporanea e di non saper affrontare in modo approfondito le istanze che da essa arrivano.

La Buona Destra del Piemonte, anche pensando ai tanti piccoli nostri “concittadini” che riconoscono il nostro Paese come il loro, perché qui da anni risiedono e studiano, sostiene la necessità di arrivare in tempi brevi ad una svolta storica che assicuri i giusti diritti a tutti coloro che ne possono, giustamente, godere.

“A differenza dello Ius Soli, lo Ius Scholae è una proposta tipicamente di destra, impregnata ddi valori liberali e che va nella direzione dell’inclusione delle giovani generazioni che hanno assorbito e fatto loro i valori e la cultura del nostro Paese”, così Claudio Desirò, Segretario Regionale di Buona Destra Piemonte.

“L’atteggiamento del mondo sovranista di destra non fa altro che mettere in luce da un lato la loro lontananza dai valori liberali alla base della nostra area, dall’altro la loro pochezza argomentativa che li porta a mettere in atto una politica da cortile”, continua Desirò, “Dagli scranni di Lega e FDI sono stati proposti circa 700 emendamenti, la maggior parte al limite del ridicolo: sarebbe interessante, ad esempio, valutare quanti tra le fila della Lega, sarebbero in grado di risultare sufficienti ad un esame specifico sulla “Storia degli usi e costumi dai romani ad oggi” o sulle “tradizioni popolari più rinomate”. Solo due esempi, ma molti altri se ne potrebbero fare, di richieste assurde fatte per tentare di affossare il percorso legislativo”.

“Tra l’altro, la presentazione di questi emendamenti così assurdi, contrasta con l’atteggiamento benaltrista degli stessi partiti che si scagliano contro l’iter parlamentare in presenza di problemi, a loro dire, più contingenti”, aggiunge Desirò, “la continua contrapposizione di diritti civili e di diritti sociali evidenzia l’incapacità di essere pragmaticamente concreti nell’offrire soluzioni utili al futuro del nostro Paese”.

“La legge, nel suo percorso, potrà essere migliorata ma i NO a priori ed i tentativi di affossamento attraverso un atteggiamento da avanspettacolo, non fanno il bene del Paese e non vengono incontro ai diritti delle migliaia di bambini che in Italia ed in Piemonte vivono, studiano e si sentono italiani”, conclude Desirò.

La Buona Destra del Piemonte continuerà a lavorare sul territorio regionale e con le istituzioni affinché si possa arrivare velocemente ad una soluzione che tenga conto dei diritti di tutti: di chi è italiano di nascita e di chi lo è divenuto “d’adozione” e lo possa diventare anche di fatto.

La Buona Destra del Piemonte

A Torino i cartelli stradali “Città per la Repubblica d’Europa”

Il Sindaco e la Giunta Comunale valuteranno l’apposizione di cartelli stradali con la dicitura “Città per la Repubblica d’Europa” sui confini territoriali del Comune di Torino, auspicando che il Parlamento Europeo apra una nuova fase costituente che metta al centro il Parlamento e le cittadine e i cittadini europei, trasformando l’Unione Europea nella Repubblica d’Europa, federale e democratica, capace di garantire uguali diritti e uguali doveri a tutti i cittadini e a tutte le cittadine.

Lo prevede una mozione proposta da Ahmed Abdullahi (PD), approvata l’11 luglio 2022 dal Consiglio Comunale con 22 voti favorevoli e 1 astenuto.

Il documento propone anche di promuovere in città occasioni di informazione e sensibilizzazione sulle tematiche europee e sulla costituzione della Repubblica d’Europa.

Inoltre, Sindaco e Giunta Comunale si impegnano a promuovere la mozione, inviandola ad altri Comuni e ad altri enti istituzionali prossimi, anche non italiani, attraverso le relazioni istituzionali già in essere, per l’approvazione della stessa nelle rispettive sedi istituzionali.

Nel dibattito in aula, la consigliera Sara Diena (Sinistra Ecologista) ha ribadito la necessità di completare il processo di un’integrazione europea basata su valori democratici, laici e pluralisti, con un’unica politica fiscale e una politica estera condivisa, in particolare sui flussi migratori. Questo atto ha un altissimo valore culturale – ha affermato Lorenza Patriarca (PD) – e le Istituzioni devono lavorare per rafforzare la comunanza dei valori europei. Bisogna lavorare per una politica estera, ambientale e sociale condivisa a livello europeo – ha dichiarato Elena Apollonio (Lista Civica per Torino) – e le città possono avere un ruolo determinante per riprendere il processo incompiuto di integrazione europea. Tiziana Ciampolini (Torino Domani) ha ringraziato gli estensori del documento, simbolico, ma anche concreto e ha spiegato che non bisogna disperdere le radici dell’Europa. Pietro Abbruzzese (Torino Bellissima), pur dichiarando il proprio voto favorevole al provvedimento, ha detto che occorre fare di più oltre ad apporre un cartello. Silvio Viale (Lista Civica per Torino) si è detto imbarazzato per la mozione che richiama una Repubblica d’Europa: è fantapolitica e in Europa esistono anche delle monarchie – ha dichiarato, ribadendo che peraltro a Torino esistono già i cartelli stradali “Torino Comune d’Europa”. Nadia Conticelli (PD) ha ringraziato il collega Ahmed Abdullahi per l’attenzione posta ai diritti di cittadini e cittadine: un cartello è un simbolo importante che si accompagna ad altre azioni che la Città sta mettendo in campo – ha concluso.

L’assessore al Welfare Jacopo Rosatelli ha espresso apprezzamento per l’iniziativa a nome della Giunta: l’atto ha un valore simbolico – ha dichiarato – e va verso una maggiore integrazione europea.