IL COMMENTO di Pier Franco Quaglieni

QUASI 60MILA FIRME IN 10 GIORNI!
Abbiamo raccolto circa 60mila firme in 10 giorni, un risultato straordinario senza precedenti nella storia elettorale italiana. Grande risultato anche a Torino e provincia dove le firme raccolte sono più di 2000.
Grazie ad una gigantesca mobilitazione, all’infaticabile lavoro, all’impegno, alla tenacia dei nostri attivisti e delle nostre attiviste, siamo riusciti a compiere un’impresa titanica. Si voleva impedire ad una forza popolare dal basso, che rappresenta le istanze dei molti e non i privilegi dei pochi, di partecipare al processo democratico.
Non ci sono riusciti. Unione Popolare il 25 settembre sarà sulla scheda elettorale.
Ma, cosa più importante, abbiamo avuto una conferma: questo paese ha voglia di tornare a concepire la politica nel senso più nobile del termine.
Ad ogni banchetto, ad ogni firma, ad ogni incontro, abbiamo avuto conferma che il paese reale, quello dei lavoratori e delle lavoratrici, dei giovani, delle studentesse, dei pensionati, ha un disperato bisogno di rappresentanza.
Persone che chiedono a gran voce salari più alti, bollette più basse, diritti sostanziali. Che rifiutano la guerra e chi la alimenta, come la NATO e tutti i partiti dell’arco parlamentare, dal centrosinistra alla Meloni. Che vorrebbero urlare basta alla politica concepita come difesa di interessi personali, alle grandi opere inutili come il Tav, ai beni pubblici svenduti e regalati sull’altare del profitto privato, allo svilimento della dignità del lavoro e alla povertà come colpa morale.
Che vorrebbe gridare basta ad una politica preoccupata esclusivamente nel garantire a chi ha troppo ancora di più, togliendo a chi ha già poco.
Le candidate e i candidati di Torino e provincia
CAMERA
P01 (Torino e cintura)
ANGELO D’ORSI (storico, già candidato a Sindaco di Torino)
FRANCESCA BERTINI (universitaria, attivista di PaP e delle lotte studentesche)
DAMIANO CARRETTO (ex consigliere comunale M5S)
ALESSANDRA DE ROSSI (docente di matematica di Unito)
P02 (provincia di Torino)
FIORENZA ARISIO (consigliera comune Avigliana; militante ambientalista e NO TAV)
FAUSTO CRISTOFARI (segr. prov. PRC Torino, già militante FIOM e segr. FP CGIL)
GIULIA SOPEGNO (insegnante, attivista trans femminista, di PaP Ciriè)
STEFANO ALBERIONE (già assessore Bilancio com. Torino; pres. APS La Poderosa)
UNINOMINALE
U01 (Torino 1,2,7,8) ELISABETTA FORNI (sociologa, Politecnico Torino)
U02 (Torino 3,4,5,6) LUIGI CELEBRE (psicologo, militante PaP, attivista contro il carovita)
U03 (Collegno) ROSA BARTIROMO (insegnante di sostegno, attivista della Casa del Popolo Estella)
U04 (Chieri) CADIGIA PERINI (segr. PRC Ivrea, già delegata FIOM, pubblicista)
U05 (Moncalieri) MARCO SCIBONA (ex senatore M5S)
SENATO
EMANUELE NEGRO (fisico, ricercatore ambientalista)
TERRY SILVESTRINI (insegnante, militante femminista)
LUIGI SARAGNESE (insegnante e saggista; già assess. Comune Torino)
ISABELLA LIGUORI (impiegata Agenzia Piemonte Lavoro e rappresentante sindacale)
UNINOMINALE
U01 ADRIANO SCANGA (avvocato, referente Telefono Rosso di PaP)
U02 DANIELA ALFONZI (ex dip. Prov. Torino, già senatrice PRC, impegnata nei movimenti)
Unione Popolare
Unione Popolare è nata dalla convergenza di forze sociali, sindacali, culturali, ambientaliste, politiche con Rifondazione Comunista, Potere al Popolo, DeMa, le parlamentari di ManifestA. Il nostro portavoce è Luigi De Magistris, già europarlamentare e sindaco di Napoli, con il quale si è avviato da tempo un percorso di democrazia e partecipazione.
In Piemonte sono 23 i partiti e formazioni politiche che hanno presentato le liste dei candidati per la Camera e il Senato. Ora i controlli della documentazione per sapere quali sono state accettate o meno.
Ecco le liste presentate in ordine di arrivo: M5s, Italexit, Unione Popolare, Italia Sovrana e Popolare, Gilet Arancioni, Forza Nuova, Popolo delle Partite Iva, Forza Italia, Lega, Noi di Centro, Impegno Civico, Terzo Polo, Lista Vita, Alleanza Verdi Sinistra, Fratelli d’Italia, +Europa, Noi Moderati, Partito animalista Ucdl, Partito Comunista, Pd, Referendum e Democrazia con Cappato, Destre Unite e Alternativa per l’Italia.
“Siamo molto orgogliosi di aver stilato una lista altamente competitiva sia alla Camera che al Senato, la punta di diamante è tutta la squadra, che è quella che conta. E anche su Torino pensiamo di poter riservare delle sorprese”. Questo il commento del coordinatore regionale piemontese di FdI, Fabrizio Comba, che aggiunge: “per noi conta la squadra. Indubbiamente siamo convinti di essere una forza trainante della coalizione. Giorgia Meloni si presenta come una donna pronta a governare questo Paese, una persona affidabile. E chi vota FdI ha la certezza di mettere in cassaforte il proprio consenso”.
“E stato un lavoro complesso, reso difficile per il taglio dei parlamentari e perché abbiamo una coalizione diversa e più ampia di quella presentata 5 anni fa, ma proprio questo ci fa essere ottimisti sull’esito di questo appuntamento elettorale. Così il consigliere regionale Pd e vicepresidente del Partito in Consiglio regionale Daniele Valle.”Siamo riusciti a spendere la miglior classe dirigente che abbiamo sul territorio,e in particolare tutti i nostri deputati e senatori uscenti che hanno svolto un ottimo lavoro e sono tutti in posizioni utili per poter competere. Con loro abbiamo anche nomi di rilievo nazionale: è un onore avere candidata la capogruppo Deborah Serracchiani e Berruto”.
Sì, siamo come nel 1994. Certo, le stagioni storiche sono profondamente diverse – come ovvio che sia – e le dinamiche politiche altrettanto.
Ma c’è un elemento, una sorta di filo rosso, che accomuna queste due momenti politici nella storia democratica del nostro paese. Allora, come oggi, entra in campo una “terza forza”, cioè una forza di “Centro” che lancia una sfida politica e programmatica ai due schieramenti maggioritari. Allora come oggi si confrontano una sinistra massimalista ed ideologica contro una destra anch’essa fortemente caratterizzata nelle sue estremità. E allora come oggi ritorna in campo un “Centro” che, pur sapendo di non poter contendere la vittoria numerica finale rispetto ai due poli maggioritari, può giocare comunque sia un ruolo politico decisivo e determinante in vista della definizione dei prossimi equilibri politici. Ieri Martinazzoli e Segni. Oggi Renzi e Calenda. Ma, per restare alla mia area culturale, quella del cattolicesimo popolare e sociale, la sfida di Martinazzoli del 1994 è quasi identica a quella di Renzi del prossimo 25 settembre. E questo perchè esiste una categoria politica e culturale che in questi ultimi anni di populismo montante è stata, di fatto, azzerata: ovvero quella del “Centro”. Se non addirittura politicamente criminalizzata, intesa come luogo di mediazione al ribasso, di combutta con il potere se non sinonimo di malaffare. È stato, questo, il prodotto concreto del populismo grillino ed anti politico, giustizialista, manettaro, demagogico e qualunquista che ha invaso e contagiato la politica italiana al punto di ridurla – come l’esperienza concreta ha platealmente confermato – ad un luogo di decadenza strutturale e di allucinante impoverimento. Una stagione oscura per la democrazia italiana che adesso stenta a risalire la china, ben sapendo che la sinistra e il Pd, pur prendendo timidamente le distanze, continuano a vedere nella malapianta del populismo grillino un interlocutore – se non addirittura l’interlocutore privilegiato – decisivo per una prospettiva progressista del paese.
Ed è proprio la scommessa del “Centro” che, allora come oggi, può rovesciare il tavolo e contribuire a riaprire una nuova fase politica. Ieri ponendo le radici per il progetto dell’Ulivo. Oggi, forse, per far decollare un nuovo centro sinistra senza condizionamenti o ipoteche populiste, demagogiche, qualunquiste e anti politiche. Lo diranno gli elettori, certamente. Ma un dato è già chiaro oggi. E cioè, non saranno gli attuali schieramenti – così come sono stati costruiti e forgiati – a poter guidare il paese a lungo. E questo non per ragioni ideologiche o per pregiudizi politici e personali come predilige la sinistra. Ma per la semplice ragione che ormai nel nostro paese si governa, da sempre, dal “Centro” e con “politiche di centro”. Quando questo non si avvera ci si incammina in un tunnel indistinto e in un vicolo cieco dove, prima o poi, si sfocia nella crisi. O politica o di sistema.
Ma, se questa somiglianza con il ‘94 è indubbia ed oggettiva, c’è una questione che resta aperta, almeno a mio parere. E cioè, nell’attuale progetto di “Centro” deve essere ancora rafforzata e resa maggiormente visibile l’apporto della cultura cattolico popolare, cattolico sociale e cattolico democratica. Per dirla con altri termini, l’area e la tradizione del cattolicesimo politico italiano, molto diffusi e radicati nel nostro paese e nelle mille espressioni della nostra società, debbono ancora essere credibilmente dispiegate nella loro interezza in questo importante e sempre più necessario progetto politico e di governo. E questo non solo perchè il “Centro” nel nostro paese è quasi sempre coinciso con la cultura e la tradizione del cattolicesimo politico ma anche, e soprattutto, per la ragione che proprio quella cultura ha interpretato ed intercettato al meglio la declinazione concreta delle “politiche di centro” nel nostro paese. In tutte le fasi storiche e in quasi tutti gli snodi decisivi della politica italiana.
Ecco perchè, per completare la similitudine tra la stagione del 1994 e l’attuale, al netto come ovvio delle profonda diversità storica e politica, è giunto anche il momento affinchè la miglior tradizione del cattolicesimo politico italiano non assista passivamente a questo importante appuntamento elettorale. Affinchè, subito dopo, il “Centro” e la “politica di centro” siano anche espressione di questa cultura e di questa tradizione ideale.
Giorgio Merlo
Con le logiche attuali anche un Donat-Cattin avrebbe rischiato
“Solo sotto le peggiori dittature ci si rifiuta di fare il confronto tv con gli avversari politici. Eppure un confronto a tutto campo tra i leader dei principali schieramenti, soprattutto per queste elezioni politiche, sarebbe un gesto di rispetto verso i cittadini che devono sapere e capire a chi dare correttamente la loro preferenza il 25 settembre”. Dichiara in una nota la deputata di Azione, Daniela Ruffino. “Un rifiuto, o peggio fare in modo che le trasmissioni televisive non lo organizzino, altro non è che una totale e violenta mancanza di democrazia, speriamo che non sia la direzione verso la quale l’Italia si sta indirizzando”, conclude
“Oltre 22 milioni di euro sono stati destinati al Piemonte per progetti e servizi dedicati alla disabilità. Risorse che aiutano le realtà locali a potenziare e migliorare i servizi, attuare progetti di vita per le persone con disabilità e garantire sostegno alle loro famiglie: 1,6 milioni dal Fondo inclusione 2021 per il turismo accessibile; 4,3 milioni per attività ludico sportive, strutture semiresidenziali e sport; 7,2 milioni dal Fondo inclusione 2022-23 per l’autismo; 7,6 milioni dal Fondo assistenti alla comunicazione; 1,8 milioni dal Fondo caregiver. Un passo avanti grazie all’impegno della Lega e del ministro Erika Stefani”.
Lo dice in una nota il deputato della Lega Riccardo Molinari, coordinatore della Lega in Piemonte.
Nel corso della notte sono stati resi noti i risultati delle “parlamentarie”, le consultazioni interne dei pentastellati. L’ex sindaca Chiara Appendino sarà capolista in Piemonte. Si candideranno anche gli ex assessori M5S Iaria e Unia. Appendino si presenterà in tutti i collegi plurinominali del Piemonte