Mettono in difficoltà migliaia di giovani medici.
RIECCOCI QUA. Titolo sicuramente accattivante. Festa dell’Unità a piazza d’Armi con il Pd Torinese che non vuole rinunciare nel voler essere un partito. Buon per loro ed ovviamente un in bocca al lupo sulla riuscita. Tra gli sponsor i sindacati e Lega Coop e poi… basta, ma visti i tempi è già qualcosa.
Torino: Festa in rosso di Rifondazione comunista
DAL 13 AL 17 SETTEMBRE 2023 A TORINO
AL CIRCOLO ARCI DA GIAU
Da mercoledì 13 a domenica 17 settembre Rifondazione Comunista terrà, presso il Circolo
ARCI Da Giau di strada Castello di Mirafiori 346, la sua Festa in Rosso, che come sempre
si articolerà con dibattiti, musica, libri, e tutte le sere, ristorante.
Nel corso della Festa, nell’ambito della sua classica convivialità, affronteremo problemi
nuovi, intrecciati con le esperienze passate, in un quadro che vede al governo una destra
che si allinea alle politiche neoliberiste e al bellicismo occidentali, mentre dichiara guerra
alla popolazione più povera. Discuteremo di come costruire una efficace risposta popolare,
a partire dalle esperienze in cui siamo impegnati: la raccolta firme per introdurre il Salario
Minimo a 10€ l’ora; la costruzione di un movimento contro la guerra a partire dalle sue
implicazioni sociali; la costruzione di Unione Popolare, per cui è partita la campagna
nazionale di adesione. Tutto ciò avendo presente la necessità di lavorare per ricostruire nel
Paese una vera alternativa politica e sociale, al di fuori degli attuali schieramenti, che sia
presente nelle prossime scadenze di lotta, come la manifestazione del 7 ottobre a Roma, e
che possa esprimersi anche in occasione delle prossime scadenze politiche, quali le
elezioni regionali ed europee del prossimo anno.
Ciò troverà eco nei numerosi dibattiti che sono previsti: si inizia mercoledì 13 alle 21 con
“Salario Minimo, reddito, lotta sociale”, moderato dal responsabile nazionale Lavoro
PRC Antonello Patta, con Eliana Como del Direttivo Nazionale FIOM, Stefano Capello
coordinatore provinciale Flaica-CUB, Giulia Druetta avvocata del lavoro e Flavio Utzeri di
USB, archeologo precario.
Giovedì 14, alle 18, “Costruire l’Alternativa: avanti con Unione Popolare” con Paolo
Ferrero, dirigente nazionale PRC e componente del Coordinamento nazionale di Unione
Popolare, Alberto Bausola, coordinatore nazionale di Potere al Popolo, Damiano Carretto,
attivista di ManifestA, Alessandra De Rossi, indipendente, tutti/e componenti del Comitato
Promotore di Up. Coordinerà la discussione Cadigia Perini della Segreteria provinciale
PRC. Serata dedicata alla musica, con l’esibizione degli Egin.
Venerdì 15 settembre, alle 18, “Piemonte: una Regione tutta da cambiare”, con
Francesca Frediani, consigliera regionale di UP, Alberto Deambrogio segretario regionale
PRC, Dario Ortolano segretario provinciale del PCI e Adriano Alessandria della
Segreteria provinciale di Sinistra Anticapitalista. Coordina il dibattito il giornalista Gioele
Urso. In serata, “Antifascismo fra storia, memoria e lotta politica”, presentazione del
libro “XII disposizione”, coordinata da Marina Loro Piana della segreteria provinciale PRC
con Nino Boeti presidente provinciale ANPI, Livio Pepino portavoce del Coordinamento
antifascista di Torino, Andrea Polacchi presidente ARCI Piemonte e Rita Scapinelli
responsabile nazionale antifascismo PRC.
Sabato 16 settembre, alle 18, presentazione del libro di Stefano Galieni “Sconfinate, voci
di donne che hanno deciso di vivere libere”, coordinata da Lucia Bisetti, responsabile
“partito sociale” PRC. Alle 21 “Guerra o pace per l’Europa” con lo storico Angelo D’Orsi,
il Segretario Nazionale di Rifondazione Maurizio Acerbo, Zaira Zafarana del
coordinamento Agite Piemonte e Franco Turigliatto della Direzione Nazionale di Sinistra
Anticapitalista, coordinato dal Segretario provinciale PRC Fausto Cristofari.
Giornata “speciale” per la domenica, con la mattinata dedicata allo spazio autogestito dei
comitati cittadini impegnati per il verde pubblico urbano e per l’ambiente. Nel
pomeriggio, dopo il classico Pranzo Sociale delle 13 la musica di Radio Poderosa con i
“Casi Acidi” di Diego e Gian Luca e, alle 18,30, Aperitivo Militante autogestito dai Giovani
Comunisti.
Tutti e tutte sono invitati e invitate a partecipare!
RIFONDAZIONE COMUNISTA
Gallo (Pd): “Mai più tagli alla sanità”
“ IL CENTRODESTRA ALLUNGA I TEMPI PER LA DISCUSSIONE DELLA MIA PROPOSTA DI LEGGE. POTENZIARE LA SANITA’ NON INTERESSA A CIRIO”
11 settembre 2023 – “In IV Commissione, oggi, sono state svolte le prime determinazioni della mia proposta di legge al Parlamento con la quale il Partito Democratico vuole dire basta ai tagli alla sanità, chiedendo che l’importo delle risorse finanziarie destinate al servizio sanitario nazionale sia determinato in misura non inferiore al 7,5% del PIL dell’anno precedente, al netto del tasso di inflazione annuale, e sia adeguato all’indice di vecchiaia e all’aspettativa di vita della popolazione, un vincolo che dovrebbe entrare in Costituzione esattamente come il pareggio di Bilancio” spiega il Presidente del Gruppo Pd in Consiglio regionale Raffaele Gallo, primo firmatario della proposta.
“Mi stupisce – prosegue il Presidente Gallo – che la mia proposta di accelerare l’approvazione di un provvedimento tanto importante per il sistema sanitario, evitando le audizioni o limitandole a due settimane per poterlo portare in aula a ottobre, in tempo per la discussione della Legge nazionale di Bilancio, sia stata respinta dalla maggioranza di centrodestra. Si tratta di una decisione assurda e mi domando che cosa si nasconda dietro a tutto questo. Si allungano le consultazioni, portandole a 3 settimane per audire soggetti che di fatto hanno già espresso un parere positivo sull’incremento delle risorse sanitarie? O piuttosto si prende tempo perché è il centrodestra a non essere d’accordo?”
“Ripropongo la sfida che avevo lanciato al Presidente Cirio: colga il valore di questa proposta e la sostenga! Ha più volte ribadito la necessità di potenziare la sanità: dobbiamo dedurre che sono solo parole al vento?” conclude il Consigliere Pd.
“Il presidente di Finpiemonte Michele Vietti ha definito la nuova scuola di Ala di Stura un “monumento alla vita”. È una considerazione condivisibile e molto esaustiva. Perché sintetizza con estrema efficacia il significato di tutte le politiche pubbliche finalizzate a favorire la residenzialità in montagna. Chi sceglie di vivere nelle ‘terre alte’ ha qualche diritto in più, perché rappresenta un presidio utile a sé e a tutte le comunità di pianura. È giusto che le istituzioni ne tengano conto. Lo Stato ha finanziato il progetto ma il merito di questo successo è tutto del sindaco Mauro Garbano, della sua determinazione e del lavoro della sua squadra. Ho fatto il sindaco del mio piccolo comune e so bene che sono sempre gli amministratori locali a fare la differenza per le loro comunità. Questa mattina erano in tanti al fianco del sindaco Garbano e questa coesione è una grande potenzialità per il futuro di terre straordinariamente belle come le valli di Lanzo. Ora mi attendo che anche la Regione faccia la sua parte per sostenere il Comune di Ala di Stura, la dirigente scolastica e le insegnanti nella gestione della nuova scuola, perché investire in istruzione significa mettere a disposizione strumenti efficaci ai giovani che diventeranno cittadini più maturi, più responsabili e più consapevoli“: lo afferma il consigliere regionale Alberto AVETTA (Pd), che ha presenziato ad Ala di Stura all’inaugurazione della scuola primaria ristrutturata.
Il vice Presidente del Consiglio regionale: “Cirio e Icardi spacciano annunci per solide realtà: ha ragione l’ex ministro Speranza, sulla sanità serve una larga iniziativa pubblica che coinvolga Pd, sinistra, Cinque Stelle e terzo polo”.
Se si desidera prenotare una visita o un esame con il servizio sanitario regionale bisogna rassegnarsi a sentirsi rispondere che non c’è posto.
Abbiamo fatto una rilevazione e chi ha una prescrizione non urgente e contatta il Cup unico regionale non trova disponibilità.
Colonscopia: c’è un solo posto a Rivoli il 12 settembre e nessun altro posto prenotabile in tutto il Piemonte.
Una Rm alla colonna: un solo posto a Chivasso il 19 ottobre e nessun altro posto in tutto il Piemonte. Visita oculistica: bisogna aspettare il 3 settembre del 2024 al Mauriziano.
Visita dermatologica: a Collegno il 13 marzo dell’anno prossimo. Gastroscopia (EGDS): un posto al San Luigi il 19 giugno del 2024.
Una ecografia muscolotendinea? Il 28 febbraio 2014 a Cuneo, oppure il 17 maggio del 2024 a Ivrea, ma su Torino non cercate, perché non c’è posto.
Ecocolordoppler? In questo caso basta aspettare il 15 marzo e andare ad Alessandria, altrimenti alle Molinette c’è posto il 24 maggio e a Ivrea il 9 luglio.
«In attesa di capire che fine abbiano fatto i risultati “straordinari” di Cirio e Icardi sul fronte tempi di attesa, registriamo, ancora una volta, che l’ordinarietà per i cittadini che contattano il Cup unico regionale è quella di sentirsi dire che non ci sono disponibilità. Il che vuol dire due cose: o inizi una stancante maratona telefonica con la speranza di trovare un posto nelle agende delle singole aziende sanitarie, oppure ti rivolgi al privato. Continuiamo a ribadirlo: senza più assunzioni e senza investimenti in edilizia sanitaria non c’è vero abbattimento delle liste di attesa. Ha ragione l’ex ministro alla Sanità Roberto Speranza che ieri a Torino, alla Festa dell’Unità, ha lanciato un appello a mettere in campo un’iniziativa politica sulla sanità pubblica come è stato fatto sul salario minimo, unendo dal terzo polo alla sinistra ai Cinque Stelle. La sanità è una priorità che ci unisce tutti: andare al voto regionale divisi vorrebbe dire accettare le scelte fatte da Cirio e la privatizzazione del nostro servizio sanitario».
LO SCENARIO POLITICO di Giorgio Merlo
Nella lunga esperienza della prima repubblica, era abbastanza regolare sottolineare che c’era un
stretta relazione tra ciò capitava nei partiti e ciò che si diceva in merito alla riforma delle istituzioni
democratiche. Ricordo una bella espressione di Carlo Donat-Cattin, leader politico e statista della
Democrazia Cristiana ad un corso di formazione dei giovani della sua corrente, la sinistra sociale
di ispirazione cristiana, alla fine degli anni ‘80. Diceva Donat-Cattin “che quando vuoi capire come
pensa un partito di cambiare o riformare le istituzioni, è appena sufficiente verificare come quel
partito pratica la democrazia al suo interno”. Una riflessione semplice ma che contiene una verità
politica oggettiva, ieri come oggi. Perchè, in effetti, un partito che rinnega sistematicamente la
democrazia al suo interno, difficilmente può ambire a cambiare in senso democratico – e nel pieno
rispetto della Costituzione e dei suoi principi e valori di fondo – l’assetto istituzionale del nostro
paese. E, al netto delle chiacchiere e delle polemiche sul rischio di una regressione autoritaria o,
peggio ancora, di marca fascista delle istituzioni italiane, è indubbio che una riforma istituzionale e
quindi di natura costituzionale, implica la salvaguardia e la valorizzazione di alcuni tasselli di fondo
se si vuole conservare un vero ed autentico impianto democratico. E i tasselli sono semplici ma
essenziali: e cioè, centralità del Parlamento; distinzione ed autonomia dei diversi livelli istituzionali;
restituzione al cittadino del potere di scelta della classe dirigente e di chi ci governa; garantire il
pieno rispetto delle minoranze; evitare la prassi e la deriva trasformistica e, in ultimo ma non per
ordine di importanza, salvaguardare la possibilità di governare quando uno schieramento vince le
elezioni. Il tutto per ridare credibilità all’intero sistema politico.
È evidente a tutti, di conseguenza, che la riforma dei partiti e quella delle istituzioni sono
strettamente legati e intrecciati. E cioè, per essere ancora più chiari e trasparenti, com’è pensabile
garantire piena valenza democratica e costituzionale al nostro impianto istituzionale quando viene
gestita e pianificata da leader o capi politici dove all’interno dei loro partiti la democrazia o è
sospesa o semplicemente non esiste? Com’è pensabile che partiti personali, partiti del capo,
partiti padronali, partiti proprietari o partiti familiari possano costruire o ridefinire istituzioni
realmente democratiche, partecipative e collegiali? Perchè quando nei partiti prevale solo il verbo
del capo e la strategia e la stessa prospettiva politica del partito dipendono esclusivamente da ciò
che il capo dice pubblicamente e in solitaria, è abbastanza naturale che in quel partito la
democrazia è solo un richiamo ornamentale o banalmente retorico. Con tanti saluti al ruolo delle
minoranze, alla collegialità democratica e alla stessa funzionalità democratica del soggetto
politico.
Per questi motivi persiste uno stretto legame tra la garanzia della vita democratica all’interno dei
partiti e la proposta per avere istituzioni di governo autenticamente democratiche e partecipative.
E la riflessione antica, ma moderna, di Carlo Donat-Cattin continua a cogliere nel segno perchè
non esiste una vera “democrazia dei partiti” senza una vera e credibile “democrazia nei partiti”. E
quindi, e di conseguenza, una vera democrazia “delle istituzioni” e “nelle istituzioni”.
PdF: #NOgenderNelleScuole
Cristina Zaccanti (PdF Piemonte): “In tutta Italia il Popolo della Famiglia promuoverà iniziative per contrastare la diffusione dell’ideologia gender nelle scuole”
Continua in termini sempre più intensi e capillari l’azione di sensibilizzazione avviata già lo scorso anno dal Popolo della Famiglia.
“Nel nostro logo oltre alla famiglia con i due bimbi tenuti per mano da mamma e papà campeggia la scritta “No gender nelle scuole” – dichiara Cristina Zaccanti, coordinatrice regionale del Popolo della Famiglia (PdF) in Piemonte – Siamo nati, in particolare, proprio per questo, già nel 2016 dal Family Day del 31 gennaio al Circo Massimo di Roma. Non abbiamo mai smesso di contrastare il dilagare di una ideologia, diventata moda, che pretende di influenzare fin dalla più tenere età i nostri bambini e le loro famiglie. Riteniamo che la scuola italiana, checché se ne dica, sia ancora di un eccellente livello, sicuramente tra i più alti in Europa e nel mondo. I nostri operatori hanno sopportato la terrificante esperienza della Didattica a distanza ed ora dovranno adattarsi alla scuola virtuale. Occorrerà difendere i nostri bambini, i nostri giovani dalla pervasività di un mondo che, essendo virtuale, tenderà a produrre un totale scollamento dalla realtà e quindi dall’esercizio della critica e della libera scelta. Ci occuperemo anche di questo”.
“Per tutto il mese di Settembre – spiega Zaccanti – in tutta Italia militanti e simpatizzanti del PdF, di tanti movimenti pro-family e di tutta l’area del dissenso metteranno in atto volantinaggi, interventi di sensibilizzazione, incontri, confronti e un’incessante azione sui media – in particolare sui social, usando l’hashtag #NOgenderNelleScuole – per coinvolgere le famigliea preservare i propri figli bambini da questo attacco in corso al loro fragile processo naturale di crescita. Forniamo ai genitori il modulo del consenso informato, una sorta di ‘diffida preventiva‘ da presentare e far protocollare nella scuola del proprio figlio onde ottenere dalla scuola stessa l’avviso tempestivo e la richiesta scritta di autorizzazione circa iniziative o contenuti didattici ispirati al GENDER o che promuovono la sessualizzazione precoce o comunque non in linea con le scelte educative dei genitori che, ricordiamolo, sono i primi responsabili e attori dell’educazione dei propri figli“.
Che il principale luogo di culto di Torino, la cattedrale di San Giovanni Battista, non sia accessibile dall’ingresso principale è un fatto che non possiamo più accettare. Facciamo convintamente nostre tutte le richieste della CPD. Ci sorprende che, da anni, il dibattito sia fermo allo stesso punto, come se chiedere il diritto di tutti a entrare in chiesa fosse una pretesa assurda. Il Duomo di Torino esiste dal XV Secolo: da oltre cinquecento anni l’accesso alle persone con disabilità motoria non è di fatto consentito dalla scalinata che si affaccia sulla piazza. Da qui – e non da ingressi laterali – ci auguriamo di vedere finalmente entrare tutti i fedeli, senza eccezioni. Non possiamo immaginare funzioni, battesimi o matrimoni ai quali non tutti (magari gli sposi stessi o i genitori del battezzando) possano accedere dall’ingresso principale. A maggior ragione alla luce delle nuove tecnologie in fatto di materiali capaci di garantire soluzioni non impattanti, progetti in grado di coniugare accessibilità e rispetto dei parametri estetici di un edificio rinascimentale sono assolutamente percorribili. Si trovi al più presto una soluzione. Lo dobbiamo a tutti i cittadini e in particolare ai tanti che hanno portato avanti questa battaglia, a partire dal compianto Presidente della CPD Paolo Osiride Ferrero. Una città la cui cattedrale non è accessibile non può e non potrà mai definirsi una città accessibile in senso assoluto.
Silvio Magliano – Presidente Gruppo Consiliare Moderati, Consiglio Regionale del Piemonte.