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Centro, serve un progetto e non ridicole piroette

LO SCENARIO POLITICO di Giorgio Merlo


Anche per il progetto politico del Centro, come per qualsiasi altra prospettiva politica, la serietà e
la coerenza non sono delle variabili indipendenti. E questo perchè quando il tutto viene
banalmente ridotto al trasformismo, all’opportunismo e al tatticismo, anche il miglior progetto
politico diventa semplicemente un fatto goliardico. Ed è quello che capita quando parliamo del
nuovo progetto di Renzi dove oramai, come tutti sanno – e come ci conferma l’ultimo sondaggio
di Youtrend di Lorenzo Pregliasco – contano più i colpi ad effetto, le boutade e lo spettacolo che
non un vero e credibile progetto politico. Insomma, le solite piroette. L’ultima in ordine di tempo,
in attesa della prossima, si chiama “Casa riformista”. Cioè un luogo di un sedicente Centro che
sostituisce e soppianta Italia Viva per dar vita ad una fantomatica “gamba moderata” all’interno
della coalizione di sinistra e progressista.

Ora, è del tutto encomiabile e anche apprezzabile che di fronte ad un sostanziale fallimento
politico ed elettorale di Italia Viva, il suo capo pensi ad inventare altri brand, altre sigle e altri
cartelli elettorali. Ma c’è un nodo da sciogliere, che resta politicamente insormontabile, al di là e al
di fuori della fantasia dell’ex rottamatore, e che pesa come un macigno sulla concreta possibilità
di superare quel fatidico 2% dei consensi. O poco meno, come conferma appunto il recente
sondaggio di Pregliasco. E il nodo è persino troppo semplice da spiegare e da descrivere. E cioè,
in politica – e ieri come oggi il contesto non è affatto cambiato, almeno sotto questo versante –
conta chi concretamente detta l’agenda politica, culturale e anche e soprattutto programmatica. E
oggi, com’è chiaro a tutti – sedicenti centristi compresi – l’agenda politica nel ‘campo largo’ ha 4
protagonisti principali, se non addirittura esclusivi. Per il peso politico innanzitutto e per la
rispettiva e conseguente consistenza elettorale. E cioè, la sinistra radicale e massimalista del Pd
della Schlein, la sinistra populista e demagogica dei 5 stelle di Conte e Taverna, la sinistra
estremista ed ideologica del trio Fratoianni/Bonelli/Salis e il ruolo fondamentale che gioca il
tradizionale “sindacato rosso” della Cgil a guida Landini. Oltre a ciò, per dirla in termini calcistici,
c’è posto solo sugli spalti. Appunto, un piccolo ‘diritto di tribuna’ che viene gentilmente concesso
alle miriadi di sigle, siglette, piccoli gruppi personali e autoreferenziali che affollano la periferia –
molto periferica – del ‘campo largo’.

Per queste ragioni, semplici ma oggettive, è perfettamente inutile cambiare continuamente nome
e simbolo. Il nodo, come si diceva un tempo quando esistevano ancora i partiti popolari e di
massa, è radicalmente ed eminentemente politico. Ovvero, parliamo di una coalizione che,
semplicemente, ha cambiato l’asse politico e programmatico da un tradizionale ed organico
centro sinistra ad una alleanza di sinistra e progressista. Una sorta, per capirci, di “Fronte
popolare” aggiornato e rivisto o di una inedita “gioiosa macchina da guerra” di occhettiana
memoria. Coerentemente radicale, populista, massimalista ed ideologica. Tutto il contrario,
dunque, di un centro sinistra riformista e di governo.

Per queste ragioni, semplici ma oggettive, che si chiami Italia Viva, Casa riformista o partito del
capo la storia non cambia. Prima se ne rendono conto e meglio è. Non per i protagonisti ma,
soprattutto, per la credibilità, la coerenza e la serietà di un Centro riformista, democratico, plurale
e di governo. Che resta, comunque sia, sempre più necessario ed indispensabile anche per il
nostro paese.

 

Pipe crack a Torino, Montaruli (Fdi): “No grazie”

“STOPPARE IL PROGETTO”

“Stoppare immediatamente il progetto per la distribuzione di pipette che sedicenti residenti di San Salvarlo avrebbero chiesto all’Asl” a dichiararlo è la vicecapogruppo di Fdi alla Camera Augusta Montaruli. “Non è così che risolviamo il problema droga ed anzi proprio la distribuzione di questo strumento può solo attirare e creare ulteriori tossicodipendenti – prosegue Montaruli -. Un’idea che non ci trova d’accordo a cui l’Asl non deve dare seguito esattamente così come abbiamo già chiesto per in altre occasioni. In caso contrario siamo pronti ad andare fino in fondo perché questa follia venga smantellata. Per noi è inaccettabile e da torinesi non vogliamo che sul nostro territorio ci siano iniziative che di fatto incentivano l’uso, non aiutano i tossicodipendenti, non incidono sulla prevenzione e avrebbero ripercussioni gravi sul territorio portando solo disagi. L’ideologia delle pipette non ci appartiene e faremo di tutto perché non trovi terreno nella nostra città”.

Detenuto “murato vivo”, Blengino (Radicali): dopo la nostra denuncia il Garante interviene

“Il Garante Nazionale dei diritti delle persone private della libertà ha avviato verifiche sul caso del detenuto di 73 anni, letteralmente murato vivo nel carcere di Torino Lorusso e Cotugno. È un primo risultato della nostra denuncia: senza la pressione radicale, questa vicenda sarebbe rimasta sepolta sotto anni di silenzi. In uno Stato di diritto, invece, simili condizioni non dovrebbero neppure esistere”. Così in una nota Filippo Blengino, Segretario di Radicali Italiani.

“Il 18 agosto – ricorda Blengino – al braccio C abbiamo incontrato un uomo di 73 anni che ha ricoperto ogni centimetro delle mura e delle finestre con carta stagnola, sigillando la cella con colla. Non esce mai, se non in occasione di TSO. Vive in condizioni igienico-sanitarie inaccettabili, senza controlli medici nonostante evidenti problemi psichiatrici. Il suo unico spiraglio di luce è una fessura nel blindo. Dopo la nostra visita abbiamo scritto alle istituzioni competenti per chiedere un intervento urgente. Nessuno ha risposto. Oggi, finalmente, qualcosa si muove. Ma la verità è una: quando lo Stato rinchiude e abbandona un uomo in queste condizioni, diventa esso stesso carnefice. Questa barbarie deve finire, e deve finire ora” – conclude Blengino.

Ruffino (Az): “Su automotive Urso imbarazzante”

“Il ministro Adolfo Urso è davvero imbarazzante. Sulla crisi più che decennale dell’automotive ha prodotto il vuoto pneumatico e trova ancora il coraggio di riferire in Parlamento di piani fantastici di investimenti di Stellantis quando la realtà racconta un’altra storia, come sanno le 2500 famiglie di Mirafiori con altrettanti cassaintegrati, con gli esuberi annunciati negli stabilimenti di Atella, in Abruzzo, di Melfi in Basilicata e di Cassino nel Lazio. Una crisi che si moltiplica in modo esponenziale quando si trasferisce da Stellantis alla vasta rete dell’indotto.
A fronte di tutto questo, Urso si presentato in Parlamento per annunciare l’apertura dell’ennesimo tavolo ad ottobre. Senza trascurare di addossare all’Unione europea la causa esclusiva della crisi dell’automotive. Il che è vero, come riferimento generale, ma non assolve certo Stellantis dalle sue specifiche responsabilità per il disastro industriale provocato in Italia”.
E’ la dichiarazione dell’on. Daniela Ruffino, segretaria regionale di Azione in Piemonte.

Ravinale e Cera (AVS): “Violenza di genere e sessismo parte della stessa cultura tossica”

Importante che non si minimizzi, è necessario cambio culturale
Esprimiamo la nostra solidarietà alla consigliera Petracin per l’incredibile insulto sessista ricevuto da parte di un collega. Non è la prima volta che in aule istituzionali piemontesi si assiste a esternazioni maschiliste, frutto di una cultura patriarcale che fatica ad accettare la presenza in ruoli paritari delle donne, e – proprio come avvenuto in questo caso, a differenza di molti altri – bene fanno i partiti a reagire immediatamente dimostrando di avere i necessari anticorpi per affermare sul serio la parità di genere.
La piramide della violenza si decostruisce anche con l’attenzione a questi episodi, che molti ancora derubricano in modo insopportabile a “battute” che le donne devono saper accettare.
In una giornata come oggi, in cui è stata resa pubblica la sentenza scioccante del caso di Lucia Regna, è ancora più importante capire tutto questo.
Sappiamo bene che le sentenze si rispettano e non si commentano, ma leggere ancora nel 2025 che è “comprensibile” un tentato femminicidio a forza di botte nei confronti di una donna che decide di interrompere una relazione, ci lascia senza parole. Al di là dell’esito penale della vicenda, su cui peraltro ci saranno successivi gradi di giudizio, è evidente che il lavoro culturale da fare per bandire la violenza di genere all’interno delle relazioni sia ancora enorme. Perché il messaggio purtroppo è chiaro, ed è inaccettabile: le scelte delle donne, anche in termini di interruzione di rapporti personali, valgono meno di quelle degli uomini e possono addirittura “giustificare” la violenza. Alla vittima di questa orribile vicenda va tutta la nostra solidarietà e confidiamo in un esito definitivo del processo completamente diverso, che eviti questa odiosa vittimizzazione secondaria. Certo, come diciamo da tempo, tanto più se questo è lo stato della giustizia in materia di violenza di genere, non basta fare propaganda aumentando le pene, ma serve un’azione di prevenzione culturale che educhi al rispetto e che dica chiaro che le donne sono autodeterminate e libere di compiere le loro scelte, e che la violenza di genere non può mai essere “comprensibile”.

La lettera dei parroci di Torino Barriera e Aurora: Giachino risponde

 Dopo gli episodi di criminalità: “Gente spaventata, ma non ci sono solo problemi” 

Carissimo Don Andrea,
Grazie della Vostra bellissima lettera, grazie del Vostro  impegno.. Grazie del racconto sui  segnali di luce e di speranza.
Come dite anche Voi la situazione in Barriera è peggiorata negli ultimi tempi ,in un Quartiere che trent’anni fa era tutta un’altra cosa.
Le cose sono ancora peggiorate in questi anni nonostante il grande impegno della Parrocchia della Pace prima con Don Stefano Votta e Don Luca Ramello e ora con Voi.
La Parrocchia è stata ed è sicuramente una grande oasi  di pace e Speranza ma da sola non ce la può fare.
All’inizio c’è stata una sottovalutazione come aveva constatato Don Stefano Votta nell’ incontro in Prefettura chiesto dal carissimo Monsignor Cesare Nosiglia all’inizio di gennaio del 2022.
Il segnale dato togliendo il punto di sicurezza di Largo Giulio Cesare sicuramente è stato molto  negativo. Ma sono convinto che Barriera non è solo un problema di degrado e di mancanza di sicurezza. Servono anche politiche sociali come ha detto recentemente il Prefetto Cafagna. Nell’incontro  organizzato tempo fa dal Direttore de La Stampa avevo lanciato la proposta di spostare in Barriera nuove iniziative economiche che portano con sé occasioni di lavoro. Da anni il Comune destina ogni nuova attività in centro, al Lingotto o alle OGR così la distanza tra il Centro e la periferia non fa che aumentare.
In questi anni di bassa crescita economica a Torino sono aumentate le diseguaglianze tra chi sta bene e chi sta male ma anche tra il Centro della Città e gran parte dei Quartieri svantaggiati . Il grave ritardo a definire il progetto della Linea 2 della Metro ha penalizzato ulteriormente la situazione. Certo non basta tinteggiare di nuovo i muri o piantare 400 alberi. Ecco perché insisto a spostare in Barriera il Centro per la Intelligenza Artificiale con i relativi posti di lavoro. Che grande segnale di speranza sarebbe per i giovani di Barriera. Avere il Centro più innovativo della Città in Barriera sarebbe un grande segnale di rinascita che coinvolgerebbe tutti. Pensa se in Largo Giulio Cesare o in una delle piazze di Barriera si riservasse uno stabile al Centro per la IA. I ragazzi dei quattro Licei potrebbero essere coinvolti in pomeriggi di grande formazione e preparazione al nuovo. Le imprese e i ricercatori che arriveranno ogni giorno  a Torino al Centro della IA verrebbero in Barriera , si rinnoverebbero tutte le attività e forse , grazie anche al Vostro impegno pastorale , le cose buone scaccerebbero finalmente quelle negative.
Una Petizione che ho lanciato tempo fa sta raggiungendo mille firme certificate.
E’ ora di alzare il confronto con la Amministrazione Comunale.
Rilanciare Barriera di Milano come Aurora e gli altri Quartieri svantaggiati aiuterebbe Torino a uscire dal declino economico e sociale degli ultimi vent’anni.
Ti ringrazio della attenzione e ci vediamo domenica mattina a Messa.,

Mino GIACHINO

Marascio (FdI): “Il PD fa propaganda sulla pelle dei cittadini”

“Noi dalla parte della sicurezza e contro il degrado”

«Leggiamo con stupore e amarezza le dichiarazioni del Partito Democratico, che arriva a definire “vergognosi e ipocriti” i manifesti di Gioventù Nazionale comparsi in città negli ultimi giorni. La verità è che il PD, ancora una volta, preferisce minimizzare i problemi reali dei nostri quartieri per nascondere le proprie responsabilità» – dichiara Raffaele Marascio, consigliere di Fratelli d’Italia.

«La sicurezza non è uno slogan, ma un diritto che deve essere garantito a tutti i cittadini. In molte zone di Torino, i problemi legati a degrado, microcriminalità e spaccio sono sotto gli occhi di tutti. Parlare di “inclusione” senza affrontare seriamente questi fenomeni significa voltarsi dall’altra parte e lasciare soli residenti, famiglie e commercianti» aggiunge Marascio.

«Non accettiamo lezioni da chi ha governato questa città per decenni lasciandola in condizioni di abbandono. Il Pd e i Giovani Democratici parlano di “case, istruzione e lavoro”, ma dimenticano che proprio le loro politiche fallimentari hanno creato emergenza abitativa, precarietà e quartieri dimenticati. Oggi cercano di nascondere il proprio fallimento accusando Fratelli d’Italia di alimentare odio. Nulla di più falso». – prosegue.

Marascio prosegue: «Non c’è nulla di “divisivo” nel denunciare una sottocultura, quella cosiddetta ‘maranza’, che si traduce troppo spesso in violenza, intimidazione e insicurezza. Difendere il diritto dei cittadini a vivere in quartieri sicuri e decorosi non è odio, ma responsabilità politica. Se il PD pensa che tutto ciò sia un’invenzione propagandistica, venga a parlare con le famiglie che ogni giorno subiscono degrado e paura sotto casa».

Infine, sottolinea: «Invece di fare retorica, il PD spieghi ai cittadini come intende risolvere i problemi concreti, perché per ora si è limitato a pontificare contro chi ha il coraggio di dire la verità. Noi continueremo a difendere le nostre comunità, senza paura e senza ipocrisie».

Raffaele Marascio
Fratelli d’Italia

Pompeo – Di Salvo (PD): “Algo chiude a Orbassano, 26 licenziamenti”

“La Regione non può restare a guardare. Il Pd al fianco dei lavoratori”

10 settembre 2025 – “La decisione di Algo Group, azienda attiva nella componentistica auto aftermarket, di cessare l’attività nel sito di Orbassano, prevedendo il licenziamento di 26 lavoratori, oltre la metà della forza lavoro, rappresenta l’ennesima crisi industriale che colpisce un territorio che continua a pagare il prezzo della crisi dell’automotive. Ho presentato un’interrogazione a risposta immediata per chiedere all’Assessore al Lavoro quali azioni intenda intraprendere per tutelare l’occupazione e per aprire un confronto immediato con l’azienda e le parti sociali” dichiara la Consigliera regionale del Partito Democratico Laura Pompeo.

“Il fondo Illimity SGR, che aveva rilevato Algo nel 2024 con l’obiettivo di rilanciarla, ha scelto di chiudere il sito torinese senza alcuna garanzia di reindustrializzazione. È una scelta grave, che dimostra ancora una volta quanto sia fragile la filiera produttiva nel nostro territorio e quanto sia urgente un piano regionale per la transizione industriale. Serve una regia pubblica, serve una visione. Non possiamo continuare a rincorrere le crisi aziendali senza strumenti e senza strategie. La Regione deve attivarsi subito per evitare che Orbassano diventi un deserto industriale” aggiunge la Consigliera regionale Pd.

Luca Di Salvo, capogruppo in Consiglio Comunale del Partito Democratico di Orbassano, ha affermato: “Il territorio di Orbassano in questi anni è stato ripetutamente colpito da chiusure e delocalizzazioni, tra queste voglio ricordare il caso della Afs Service, azienda della logistica che lavorava con una commessa unica per Amazon, che due anni fa ha licenziato 137 dipendenti, crisi sulla quale Comune, Regione e Governo sono intervenute tardi e infruttuosamente. Anche la storica azienda Av-El è stata recentemente oggetto di chiusura, togliendo lavoro a 60 famiglie. Orbassano merita una politica che sappia attrarre investimenti, non abbandoni”.

“La risposta dell’Assessore Chiorino ha, purtroppo, confermato l’avvio della procedura di licenziamento collettivo dei 26 lavoratori del reparto di Produzione e Logistica di Algo. Ci saremmo aspettati, come richiesto, il dettaglio delle azioni concrete previste, ma l’Assessore si è limitata a dire che la Regione farà “tutto ciò che è nelle sue possibilità per salvaguardare i livelli occupazionali e tutelare i lavoratori coinvolti”. Monitoreremo con attenzione la situazione e saremo al fianco dei lavoratori e delle loro famiglie nella battaglia per preservare i posti di lavoro” concludono Pompeo e Di Salvo.

cs

(AVS): “Saluggia non può diventare il cimitero nucleare d’Italia”

«Il sito Avogadro di Saluggia è fragile, vetusto e a rischio ambientali e idrogeologico. Eppure, SOGIN, vuole acquistarlo a titolo definitivo per 15 milioni di euro. Un’operazione che sancirebbe la trasformazione di un deposito temporaneo in un punto di raccolta permanente per le scorie nucleari italiane, comprese quelle in arrivo dall’estero dopo il riprocessamento. È inaccettabile».
Lo dichiarano Marco Grimaldi, deputato di Alleanza Verdi e Sinistra, e Alice Ravinale, Capogruppo AVS in Consiglio regionale del Piemonte, annunciando un’interrogazione a risposta scritta al Ministro dell’ambiente e in Regione Piemonte.
«A 700 metri dal fiume Dora Baltea e a 1400 dai pozzi dell’acquedotto del Monferrato, il sito Avogadro è una bomba ambientale. Non lo dicono pericolosi ecoterroristi, ma l’ARPA, l’ISIN, e il Piano Regolatore del Comune di Saluggia, che chiede la completa denuclearizzazione dell’area. Eppure il Governo tace e SOGIN rilancia: nel bilancio 2024 appena pubblicato si dice chiaramente che sono in corso trattative per l’acquisto del sito da parte dell’attuale proprietario, il Gruppo Stellantis, che in questo modo peraltro si libererebbe, dopo aver incassato canoni per anni e con una lauta liquidazione, da un investimento senza dubbio pericoloso. Il Ministro è a conoscenza di ciò? Non dovrebbe invece escludere l’utilizzo del sito per lo stoccaggio di nuove scorie e avviare finalmente la bonifica e la riconversione dell’area? E la Regione Piemonte, resta a guardare? Saluggia è da sempre un’area a rischio, non può diventare il cimitero nucleare d’Italia. Il Governo chiarisca subito. La salute dei cittadini e la tutela dell’ambiente non sono negoziabili».

Merlo: Centro, ci sono solo Forza Italia e Azione. Va trovata un’intesa

“In Italia, come recitava la miglior tradizione democratico cristiana, ‘si vince al centro’ ma,
soprattutto, ‘si governa dal centro’. Una riflessione che valeva ieri e che vale anche e soprattutto
oggi. Ma il Centro non è dappertutto. Come noto, nella coalizione della sinistra radicale, populista,
estremista ed ideologica il Centro semplicemente non esiste. E oggi il Centro è rappresentato da
due soli partiti: Azione di Carlo Calenda da un lato e Forza Italia di Antonio Tajani dall’altro. Ed è
per questa ragione, semplice ma oggettiva, che questi due partiti centristi non possono non avere
punti di convergenza politica, culturale e programmatica. Sono gli unici due partiti centristi,
riformisti, europeisti e di governo del nostro paese. Una ragione in più per trovare punti di intesa e
di accordo in vista delle prossime competizioni elettorali”.

On. Giorgio Merlo
Presidente nazionale ‘Scelta Cristiano Popolare’