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I nuovi morti in Piemonte sono 17, i guariti 14 in totale. 4.541 persone positive

Il comunicato della Regione, ore 19 di domenica 22 marzo

CORONAVIRUS PIEMONTE, IL NUMERO DEI GUARITI SALE A QUATTORDICI – DICIASSETTE NUOVI DECESSI – IN TERAPIA INTENSIVA 330 RICOVERATI – BOLLETTINO CONTAGI – SPERIMENTAZIONE AVIGAN – TEST NEI LABORATORI PRIVATI – DISPOSITIVI DI PROTEZIONE

QUATTRO NUOVI GUARITI

Nel pomeriggio, l’Unità di crisi della Regione Piemonte ha comunicato la guarigione virologica di altri quattro pazienti contagiati dal “coronavirus covid19”.

Si tratta di un nucleo famigliare del Novarese e di un uomo del Torinese.

Le persone guarite sono in totale 14, di cui 4 dell’Astigiano, 1 del Cuneese, 2 del Novarese, 5 del Torinese, 1 del Vercellese e 1 residente fuori regione.

DICIASSETTE DECESSI

Sono 17 i decessi di persone positive al test del “Coronavirus Covid-19” comunicati questo pomeriggio dall’Unità di Crisi della Regione Piemonte: 4 in provincia di Torino, 3 nel Biellese, 1 nell’Astigiano, 4 nell’Alessandrino, 1 nel Vercellese, 3 nel Novarese e 1 nel Verbano-Cusio-Ossola.

Il totale complessivo è ora di 300 deceduti risultati positivi al virus, così suddivisi su base provinciale: 86 ad Alessandria, 11 ad Asti, 31 a Biella, 20 a Cuneo, 43 a Novara, 70 a Torino, 16 a Vercelli, 18 nel Verbano-Cusio-Ossola, 5 residenti fuori regione, ma deceduti in Piemonte.

BOLLETTINO DEI CONTAGI ALLE ORE 18.30

Sono 4.541 le persone finora risultate positive al “Coronavirus Covid-19” in Piemonte: 810 in provincia di Alessandria, 191 in provincia di Asti, 244 in provincia di Biella, 327 in provincia di Cuneo, 399 in provincia di Novara, 2.018 in provincia di Torino, 245 in provincia di Vercelli, 171 nel Verbano-Cusio-Ossola, 48 residenti fuori regione, ma in carico alle strutture sanitarie piemontesi. I restanti  88 casi sono in fase di elaborazione e attribuzione territoriale.

Le persone ricoverate in terapia intensiva sono 330, in altri reparti 2.071.

I tamponi diagnostici finora eseguiti sono 12.869, di cui 7.729 risultati negativi.

In isolamento domiciliare  ci sono 1.826 persone.

SPERIMENTAZIONE AVIGAN

La Direzione Sanità della Regione Piemonte ha invitato le Aziende sanitarie a manifestare la propria disponibilità alla sperimentazione del farmaco Avigan, secondo le indicazioni che verranno emanate domani dall’Agenzia italiana per il farmaco, in modo da favorire il coordinamento delle attività e il dialogo con le autorità nazionali.

TEST NEI LABORATORI PRIVATI

I laboratori privati dotati delle necessarie tecnologie, da domani potranno effettuare esami sui pazienti Covid-19 individuati dalla Regione Piemonte. Sono allo studio le modalità per consentire l’effettuazione del tampone al domicilio del paziente.

Il numero degli esami svolti verrà così essere ulteriormente incrementato.

DISPOSITIVI DI PROTEZIONE

L’Unità di Crisi della Regione ha finora distribuito alle Aziende sanitarie piemontesi i seguenti dispositivi di protezione: 800.000 mascherine chirurgiche, 130.000 mascherine FFP2, 7.000 mascherine FFP3, 200.000 guanti monouso, 20.000 camici protettivi, 100 pompe siringa, 19 videolaringoscopi (su 55 acquistati), 10.000 occhiali di protezione, 30.000 cuffie, 50.000 calzari.

Sono stati acquistati 5.000 sistemi di respirazione (caschi CPAP).

Il comunicato della Regione, ore 12 di domenica 22 marzo – Sono 28 i decessi di persone positive al test del “Coronavirus Covid-19” comunicati questa mattina dall’Unità di Crisi della Regione Piemonte

11 in provincia di Alessandria (10 uomini e 1 donna), 3 uomini in provincia di Biella, 1 uomo in provincia di Cuneo, 7 in provincia di Novara (2 uomini e 5 donna), 4 in provincia di Torino (1 uomo e 3 donne), 1 uomo in provincia di Vercelli, 1 uomo residente fuori regionale ma deceduto in Piemonte.,

Il totale complessivo è ora di 283 deceduti risultati positivi al virus, così suddivisi su base provinciale: 82 ad Alessandria, 10 ad Asti, 28 a Biella, 20 a Cuneo, 40 a Novara, 66 a Torino, 15 a Vercelli, 17 nel Verbano-Cusio-Ossola, 5 residenti fuori regione ma deceduti in Piemonte.

 

BOLLETTINO DEI CONTAGI ALLE ORE 12

Sono 4.420 le persone finora risultate positive al “Coronavirus Covid-19” in Piemonte: 760 in provincia di Alessandria, 181 in provincia di Asti, 243 in provincia di Biella, 303 in provincia di Cuneo, 398 in provincia di Novara, 1.989 in provincia di Torino, 242 in provincia di Vercelli, 159 nel Verbano-Cusio-Ossola, 47 residenti fuori regione ma in carico alle strutture sanitarie piemontesi. I restanti 98 casi sono in fase di elaborazione e attribuzione territoriale.

Le persone ricoverate in ospedale sono 2426, delle quali 308 in terapia intensiva. In isolamento domiciliare ci sono 1.701 persone. Le persone guarite sono 10.

I tamponi diagnostici finora eseguiti sono 12.701, di cui 7.664 risultati negativ

Coronavirus, il prof. Salizzoni: “Quattro cose che la Regione può fare ora”

Rigida separazione tra reparti COVID e non-COVID, strutturare comunicazione tra ospedali e territorio, più posti letto nelle strutture private, linee guida per le RSA

 

Alla luce dell’appello rivolto al Presidente Conte da parte dei Presidenti di tutti gli Ordini dei medici del Piemonte, Mauro SALIZZONI e Domenico ROSSI (Pd) hanno scritto al Presidente Alberto Cirio e all’assessore Luigi Icardi, indicando quattro priorità sulle quali adottare urgentemente linee guida di intervento regionali. “Ci sono alcune misure e azioni che dipendono anche da fattori esterni all’Unità di Crisi – scrivono Mauro SALIZZONI e Domanico ROSSI –  come l’approvvigionamento dei DPI o dei macchinari per allestire nuovi posti di terapia intensiva. Ci sono alcune scelte, però, che dipendono dalla nostra capacità organizzativa e che possiamo assumere in totale autonomia. Riteniamo che, qualora fossero messe in  campo, potrebbero contribuire a migliorare la situazione”.

1-      Rigida separazione tra reparti COVID e non-COVID. “Abbiamo appreso che in diversi ospedali piemontesi, oramai da diversi giorni, i turni del personale sanitario sono organizzati non tenendo in considerazione questa separazione. Inutile sottolineare come questo elemento faciliti la diffusione del contagio”;

2-      Strutturare la comunicazione tra ospedali e territorio. “Oggi ogni azienda sanitaria sta facendo per sé. Molti tra i ricoverati meno gravi nei nostri ospedali potrebbero essere curati a domicilio se adeguatamente seguiti da personale dotato dei necessari dispositivi di sicurezza. Attraverso la creazione delle unità speciali e il potenziamento dei servizi di territorio dovremmo incentivare, ove possibile, la cura a domicilio. Questo alleggerirebbe il carico di lavoro e la pressione su  ospedali oramai al limite della loro capacità di ospitalità e di cura. Ma in questo momento non esistono indicazioni e linee guida per la comunicazione e la cooperazione tra aziende ospedaliere e aziende sanitarie locali”;

3-      Aumentare con assoluta determinazione il ricorso ai posti letti disponibili nelle strutture private, così come previsto dalle ultime normative emanate per l’emergenza coronavirus;

4-      Affrontare la situazione delle RSA. “Per le caratteristiche degli ospiti siamo di fronte a situazioni di estrema fragilità. L’unità di crisi valuti linee guida di intervento specifiche anche per queste situazioni con un’attenzione agli ospiti e agli operatori socio-sanitari”.

  • In allegato il testo integrale della lettera

Mauro SALIZZONI

Vice Presidente Consiglio regionale del Piemonte

 

Domenico ROSSI

Vice Presidente IV Commissione – Consigliere regionale Pd

Tranche da oltre 3,6 milioni per le imprese agricole

Psr 2014-2020 Piemonte: proseguono i pagamenti da parte di Arpea

L’Agenzia regionale piemontese per le erogazioni in agricoltura – Arpea – sta liquidando un ulteriore tranche di 3.611.455 euro di contributi, finanziati tramite il fondo europeo Feasr e relativi alle misure del Programma di sviluppo regionale 2014-2020 che andranno a beneficiare 112 aziende piemontesi.

“In un momento di grande difficoltà per il Piemonte, per l’emergenza sanitaria che stiamo vivendo e che si ripercuote anche sul comparto agricolo piemontese, è importante saldare nei tempi previsti i pagamenti dell’anno 2019 a favore delle aziende agricole piemontesi, compresi i pagamenti di anni pregressi che presentavano criticità . Grazie al lavoro di collaborazione tra Arpea e Assessorato all’Agricoltura e cibo della Regione Piemonte, i Caa – Centri di accoglienza agricola, nel mese di marzo la Regione eroga un’ulteriore tranche di contributi che andranno alle nostre imprese”.

Covid-19, il commissario: “Emergenza epocale, Ma c’è un po’ di luce in fondo al tunnel”

Il commissario straordinario per l’emergenza Coronavirus per il Piemonte, Vincenzo Coccolo, già “uomo delle alluvioni” che seguì le calamità naturali che investirono il territorio regionale nelle precedenti giunte regionali tra metà anni ’90 e anni 2000, è operativo da ieri

“L’emergenza è epocale ben al di là di quelle di tipo geologico sismico e umanitario che abbiamo gestito a livello locale e nazionale. Questo contesto è di grandissima criticità, però si sta vedendo un po’ di luce in fondo al tunnel. Il sistema Piemonte sta rispondendo al meglio, all’interno della comunità piemontese ci sono tutti gli anticorpi e le capacità per superare le difficoltà”, ha detto.

“Quando sarà passata l’emergenza sanitaria  – ha concluso – ci sarà da affrontare quella di tipo sociale che si presenterà  nelle prossime settimane, nei prossimi mesi”.

Cacreri, i garanti: “Urgente ridurre il numero dei detenuti”

“Una comunità che conta in Piemonte circa 4.600 detenuti nelle 13 carceri per adulti ed un istituto penale per minori con una capienza effettiva complessiva di solo 3.700 posti, con oltre 3.000 agenti di polizia penitenziaria e circa 500 operatori dei vari settori, rappresenta una situazione solo parzialmente protetta: i detenuti e gli agenti in primis ne sono consapevoli”

I GARANTI DEI DIRITTI DEI DETENUTI PIEMONTESI SI RIVOLGONO ALLA MAGISTRATURA DI SORVEGLIANZA: “LA SITUAZIONE IMPONE DECISIONI STRAORDINARIE, COME A ROMA, MILANO, NAPOLI. OCCORRONO OCCHI E METRI DIVERSI DALL’ORDINARIO. URGENTE RIDURRE IL NUMERO DEI DETENUTI.” PUBBLICHIAMO IL LORO INTERVENTO

Il Garante delle persone sottoposte a misure restrittive della libertà personale della Regione Piemonte e il Coordinamento regionale dei  Garanti comunali piemontesi delle persone detenute o private della libertà intendono esprimere pubblicamente la propria preoccupazione per la fase attuale che vive la comunità penitenziaria italiana, ma quella piemontese nello specifico.

Sono urgenti interventi straordinari per far diminuire la presenza di detenuti nelle carceri del Piemonte: in questi minuti arriva la notizia di un primo caso di contagio nel carcere di Voghera, inevitabilmente altri ne seguiranno.

Una comunità che conta in Piemonte circa 4.600 detenuti nelle 13 carceri per adulti ed un istituto penale per minori con una capienza effettiva complessiva di solo 3.700 posti, con oltre 3.000 agenti di polizia penitenziaria e circa 500 operatori dei vari settori, rappresenta una situazione solo parzialmente protetta: i detenuti e gli agenti in primis ne sono consapevoli.

Le condizioni di vivibilità negli ambienti insalubri, ristretti e chiusi delle nostre carceri sono ordinariamente precarie, ora con il rischio contagio in un contesto di sovraffollamento grave si rivelano tutte le vulnerabilità del sistema: impossibile pensare che nei nostri penitenziari si possano mettere in atto misure di distanziamento sociale o di prevenzione richieste per l’esterno.

La sfida finora è stata prevalentemente quella di bloccare all’ingresso ogni possibile fonte di contagio per un mondo chiuso, ma permeabile alla società esterna: le decisioni messe in campo hanno inciso pesantemente sul versate della popolazione detenuta, ma rimane aperta la sponda degli operatori che garantiscono il funzionamento della macchina detentiva.

Noi non possiamo che auspicare che il contesto sia ben presidiato e in questi giorni abbiamo continuato a segnalare situazioni e problematiche emergenti allo sguardo dell’osservatore esterno quale è un garante.

Abbiamo sollecitato e richiesto un’efficace ed efficiente presa in carico della situazione da parte dell’Assessorato alla Sanità e poi dell’Unità di Crisi, ben consapevoli che l’Amministrazione penitenziaria ed i singoli Direttori (laddove presenti!) non potessero e dovessero fare da soli.

Ora lanciamo un pubblico appello alla Magistratura giudicante e di sorveglianza affinché possano – nell’immediato – affrontare di petto la situazione: nessun istituto penitenziario piemontese ha, ad oggi, gli spazi fisici né i posti letto separati necessari per gestire in sicurezza numeri significativi di casi di sospetti contagi o tanto meno numeri rilevanti di casi positivi asintomatici o nelle fasi lievi o iniziali.

Si tratta certo di pensare a piani straordinari dal punto di vista organizzativo delle carceri, ma in questi giorni abbiamo dovuto registrare l’arrivo di decine di detenuti sfollati da altri istituti danneggiati dalle rivolte e questo ha vanificato in molti casi gli sforzi riorganizzativi messi in campo per ricavare spazi e zone di isolamento.

Diventa dunque di impellente urgenza un intervento straordinario della Magistratura, in particolare quella di Sorveglianza, volto all’immediato deflazionamento della presenza in carcere, in linea con le previsione del decreto-legge “Cura Italia”, il Governo ha infatti previsto misure innovative o deroghe ai vincoli per permettere maggior celerità e maggior ampiezza di intervento. Si calcola che l’effetto delle nuove misure possa essere alquanto contenuto, ma si spera possa rappresentare l’inizio di un percorso: il Garante nazionale segnala che il numero complessivo di coloro che devono scontare una pena fino a sei mesi, senza altre pendenze, è oggi pari a 3.785, mentre il complessivo numero di coloro che devono scontare una pena o un residuo pena fino a un anno sale a 8.629. Come Garanti territoriali sottolineiamo che nell’ordinamento italiano sono già presenti norme e strumenti giuridici di esecuzione penale alternativi alla reclusione e che l’emergenza ne esiga la più veloce attivazione.

Indubbiamente un ruolo decisivo – anche in questo frangente – avranno le valutazioni del singolo magistrato in merito alla reale dimensione della problematica attuale e soprattutto di quello che si rischia di dover affrontare nei prossimi giorni.

Pur nella consapevolezza della difficoltà di lavorare in questa emergenza, riteniamo nostro imprescindibile dovere ricordare che la situazione attuale – per come noi la conosciamo dall’interno delle varie comunità penitenziarie piemontesi – esige di affrontare con occhi e metri diversi i casi che giungono all’attenzione del Magistrato.

Su questa emergenza l’impegno dei Garanti, come quello degli Avvocati e dell’Amministrazione Penitenziaria deve essere al fianco della Magistratura, filtro necessario di ogni provvedimento deflattivo del carcere, per cercare di garantire tempi certi e necessariamente celeri.

 

Bruno Mellano, Alessandro Prandi, Marco Revelli, Paola Ferlauto, Sonia Caronni, Mario Tretola, Paola Perinetto, don Dino Campiotti, Paolo Allemano, Monica Cristina Gallo, Silvia Magistrini, Manuela Leporati.

La tecnologia Csi contro il coronavirus

Allargamento dello smart working, potenziamento del sistema di videoconferenze, supporto all’Unità di Crisi presso la Protezione Civile piemontese e al sistema sanitario e scolastico regionale

Sono alcune delle attività che il CSI Piemonte sta portando avanti in questi giorni per aiutare i propri consorziati ad affrontare l’emergenza coronavirus con responsabilità, sicurezza ed efficienza. E a rispondere con sempre maggiore tempestività alle domande e alle esigenze di tutta la comunità piemontese.

Smart working e telelavoro

In questo momento è essenziale garantire il governo della macchina pubblica osservando le norme igieniche e di comportamento suggerite per ridurre al minimo i rischi di contagio.

Dall’inizio dell’emergenza il CSI ha progressivamente allargato il ricorso allo smart working e al telelavoro da parte dei propri dipendenti, arrivando fino a circa l’80% del personale. A seguito dell’emanazione del Decreto della Presidenza del Consiglio dei ministri (DPCM) del 11 marzo 2020, infine, il CSI ha deciso che tutti i dipendenti del Consorzio fossero abilitati al lavoro agile, con la sola eccezione dei presidi alle Unità di Crisi e di chi si occupa di servizi infrastrutturali, facility management e servizi essenziali.

Ma il Consorzio sta anche lavorando per ridurre le necessità di mobilità e di spostamento dei dipendenti di Regione Piemonte, Città di Torino e Città Metropolitana di Torino, operando da remoto grazie alla virtualizzazione delle postazioni di lavoro che accedono ai servizi del CSI Piemonte.

A oggi i tecnici del CSI hanno già provveduto alla remotizzazione di circa 4000 postazioni di lavoro, che nei prossimi mesi diventeranno circa 7000. Tutte saranno raggiungibili da rete pubblica per favorire la possibilità di smart working e telelavoro.

Riunioni tecniche e istituzionali a distanza

Grazie al lavoro del CSI il governo regionale può già oggi contare su sistemi di videoconferenza che permettono a Presidente, Assessori e Consiglio regionale di lavorare in piena sicurezza ed efficienza.

Si sta però lavorando per estendere questa possibilità al maggior numero di utenti: 60 le utenze di video conferenza disponibili già oggi, che saliranno nell’immediato futuro a circa 150 (+90).

Intanto il 10 marzo il Consiglio regionale del Piemonte ha effettuato una riunione in videoconferenza della Commissione Sanità per la gestione dell’emergenza, e l’11 marzo si è tenuta, sempre in videoconferenza, la seduta dei capigruppo del Consiglio.

Protezione Civile

Personale del CSI sta affiancando dal primo giorno di emergenza l’Unità di Crisi della Protezione Civile della Regione Piemonte di corso Marche a Torino, per fornire assistenza sistemistica. In totale si tratta di oltre 10 professionisti del CSI, coinvolti ogni giorno dalle 8 alle 20 e, in reperibilità, in orario notturno.

Fra le principali attività ci sono la gestione delle videoconferenze, l’elaborazione dati e la fornitura e manutenzione dei collegamenti di rete più che mai necessari in questo momento.

Numero verde 800333444

L’operatività del numero del Contact Center regionale è stata potenziata per rispondere al meglio all’aumento delle chiamate da parte della cittadinanza.

È stata ampliata la fascia oraria di risposta, che è stata portata a 12 ore giornaliere (8-20) dal lunedì a venerdì, ed è stato rinforzato il personale che gestisce il servizio: ai circa 20 operatori che ci lavorano, infatti, sono state aggiunte altre 7 persone.

Inoltre, sempre nell’ambito del Contact Center regionale sta per partire a breve un servizio informativo specifico a supporto di tutte le scuole piemontesi, riguardante gli strumenti e soluzioni di didattica a distanza messi a disposizione dal MIUR per la durata dell’emergenza.

“Siamo un’azienda chiave per la pubblica amministrazione, che oggi ci sta chiedendo sforzi eccezionali per contribuire alla gestione e alla risoluzione di questa crisi sanitaria”, commentano Pietro Pacini e Letizia Maria Ferraris, rispettivamente Direttore Generale e Presidente del CSI Piemonte.  “Per questo vogliamo ringraziare tutto il personale del Consorzio che ogni giorno lavora senza sosta per aiutare il CSI e i suoi clienti ad affrontare questo difficile momento al meglio delle proprie possibilità”.

Scioperi nelle fabbriche per il diritto alla salute ai tempi del virus

In Piemonte, da ieri, in diverse provincie come Asti, Vercelli e Cuneo sono in corso nelle fabbriche fermate e scioperi, ad esempio presso Mtm, Ikk, Dierre, Trivium

Le adesioni sono elevate, informa la Fiom Cgil Piemonte. “In queste ore nelle fabbriche c’è confusione e  c’è panico anche perché si registrano i primi casi di contagio: in alcuni casi, non vengono resi pubblici dalle aziende” commenta il segretario generale della Fiom Cgil Piemonte, Vittoria De Martino.

“Così non va bene.  Sta accadendo che, salvo in rari casi, nelle fabbriche non c’è modo di rispettare le regole invocate dal Governo, anche perché non è chiaro quali siano i mezzi di protezione individuale da adottare laddove non è garantita la distanza di sicurezza. Ecco perché gli imprenditori e le istituzioni dovrebbero rassegnarsi a fermare la produzione, almeno fino a quando non si riesce a riorganizzare realmente in sicurezza” – dichiara il Capogruppo di Liberi Uguali Verdi, Marco Grimaldi, in merito alla recente situazione venutasi a creare in almeno una decina di fabbriche piemontesi.

“In assenza di risposte volte alla sicurezza delle lavoratrici e dei lavoratori si deve andare ad una protesta generale”, sostiene Ezio Locatelli segretario provinciale di Rifondazione Comunista di Torino. “Lo chiedono in queste ore molte realtà di fabbrica. Le ultime misure del governo che riguardano le attività produttive e di ufficio, sono a dir poco insufficienti perché, in materia di lavoro, lasciano l’ultima parola ai padroni: i lavoratori prendano le ferie o siano costretti a lavorare a loro rischio e pericolo. Nei confronti dei lavoratori mancano misure di protezione”.

I volti della moda, dello spettacolo e dello sport a sostegno del Piemonte

Nasce il Piemonte team: i volti noti del territorio sostengono la raccolta fondi per ospedale, macchinari e personale medico. Perché #insiemesiamopiùforti

Con l’hashtag #insiemesiamopiùforti i volti noti piemontesi dello spettacolo, della moda e dello sport si mobilitano per sostenere strutture ospedaliere, medici e infermieri impegnati da settimane nel contenere l’emergenza Coronavirus.

Un progetto voluto dal “Piemonte team” che avvia, attraverso il sistema del crowdfunding, una raccolta fondi per sostenere la campagna di donazione lanciata nelle scorse ore dalla Regione Piemonte.

Tra i nomi che finora hanno aderito al “Piemonte team”: Alessia Ventura, Alessandro Martorana, Cristina Chiabotto, Kristina TI, Edoardo Molinari, Elena Barolo, gli Eugenio in Via di Gioia, Gabriel Garko, Samuel Romano dei Subsonica, Piero Chiambretti e Arturo Brachetti.

https://www.gofundme.com/f/insieme-siamo-piu039-forti?utm_source=whatsapp&utm_medium=chat&utm_campaign=p_cf+share-flow-1

“Quello che stiamo vivendo ci fa riflettere. Un momento così complesso e delicato che ha fermato la nostra vita quotidiana. Abbiamo sospeso le nostre attività ma non basta per risolvere una situazione che diventa di ora in ora più difficile: dobbiamo unire i nostri cuori, per essere più forti. Ed è per questo che abbiamo fatto nascere il Piemonte team, un gruppo di amici che insieme cerca di dare una mano all’Italia partendo dal nostro territorio, il Piemonte. Vogliamo unire le forze come un’unica famiglia per dare vita a un gesto concreto a supporto delle istituzioni, oggi più che mai in prima linea nel fronteggiare un’emergenza che ci tocca tutti. Per questo chiediamo di contribuire con noi a raccogliere più fondi possibili da destinare al sistema sanitario regionale. Perché, davvero, #insiemesiamopiùforti”.

Le donazioni raccolte dagli artisti che stanno collaborando anche a titolo personale, verranno trasferite sul conto corrente ufficiale della Regione Piemonte: “REGIONE PIEMONTE-Sostegno emergenza Coronavirus” al numero iban intestato a Regione Piemonte presso UniCredit Group – IT 29 H 02008 01152 000100689275.  Le donazioni saranno destinate al sostegno di medici e personale paramedico, ma anche per l’acquisto di materiale sanitario. Tutti gli acquisti saranno rendicontati in maniera trasparente.

Contro il coronavirus nasce un patto per il Piemonte

La Regione unisce mondo produttivo e istituzioni  per superare insieme l’emergenza. Il presidente Cirio:  “Al Governo abbiamo proposto misure equilibrate  per rallentare il nostro cuore economico, senza fermarlo”

«Ringraziamo il Governo per aver ascoltato la nostra profonda preoccupazione e per aver accolto la proposta di misure più rigide e severe, così come chiesto anche dalla nostra Regione. Il Piemonte farà la sua parte, insieme al resto d’Italia. Ma di fronte a un sacrificio così grande, adesso serve da parte di tutte le istituzioni, italiane ed europee, un sostegno economico immediato e altrettanto grande».

Con queste parole il presidente della Regione Piemonte Alberto Cirio commenta le nuove misure di contenimento del coronavirus annunciate in tarda serata dal Governo.

 

Nelle scorse ore il presidente Cirio aveva trasmesso al premier Conte una proposta di azioni da mettere in atto in tutto il Paese, dopo aver  riunito in videoconferenza i rappresentanti piemontesi delle   categorie economiche e dei lavoratori , i   sindaci dei comuni capoluogo , i presidenti delle   Province   e l’ Anci   al fine di valutare e   condividere le misure necessarie a contrastare in modo decisivo il coronavirus .

 

Ne è nato un grande patto che unisce tutti, l’intero mondo produttivo e quello delle istituzioni con un solo obiettivo comune: superare l’emergenza e far riparte al più presto il Piemonte.
«Oggi di fronte a una delle situazioni più difficili mai affrontate nasce un grande patto per il nostro Piemonte, condiviso con tutto il mondo produttivo ed economico e con gli enti locali – spiega il presidente della Regione Piemonte Alberto Cirio – La preoccupazione per l’evoluzione del contagio è comune e, nel timore che le misure messe in atto finora non siano sufficienti, dopo esserci confrontati con la Lombardia abbiamo voluto proporre al Governo una serie di misure per il Paese, condivise anche dal Comitato scientifico della nostra Unità di Crisi regionale. Un lavoro corale e di grande collaborazione che ci ha permesso di proporre azioni forti, ma equilibrate. Oggi per vincere il coronavirus abbiamo bisogno di rallentare il cuore economico del nostro territorio, senza però fermarlo. Ringrazio il grande senso responsabilità di tutti, dal piccolo commerciante e artigiano ai grandi imprenditori, ai lavoratori. Tutti disposti a fare la loro parte per superare questo momento difficile. Un atteggiamento coraggioso e di grande serierà che dovrà essere immediatamente riconosciuto e premiato dall’Italia e dall’Europa».
***

La lettera del Presidente della Regione Piemonte inviata ieri al Governo

Al
PRESIDENTE DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI
Prof. Giuseppe CONTE
e, p.c.,
MINISTRO DELLA SALUTE
On. Roberto SPERANZA
CAPO DIPARTIMENTO DELLA PROTEZIONE CIVILE
Dott. Angelo BORRELLI
Oggetto: Proposte per ulteriori misure di contenimento della diffusione del virus Covid-19
Ad integrazione del D.P.C.M. 8 marzo 2020, pubblicato in Gazzetta Ufficiale, Serie
Generale, n. 59, del 8 marzo 2020, si sottopongono alla S.V. le seguenti misure atte a favorire un
ulteriore contenimento della diffusione del virus Covid-19.
La Regione Piemonte, nel valutare l’aumento esponenziale dei casi di contagio ed il
conseguente aggravio sul sistema sanitario, ritiene necessario procedere ad un inasprimento delle
iniziative di contenimento già in essere, perseguendo la ricerca delle iniziative che contribuiscano
in modo efficace al contenimento dei contagi.
La conseguente definizione degli interventi, che qui si riportano, nasce da un ampio
confronto con le parti economiche, datoriali e sindacali, che hanno tutte condiviso gli intenti,
consapevoli del sacrificio che si chiede al sistema economico piemontese, ma ugualmente
determinati a contribuire al superamento di questa grave crisi sanitaria.
Le misure proposte sono state valutate positivamente nel parere del Comitato tecnico-
scientifico costituito presso l’Unità di crisi piemontese, che si allega, e condivise con i Presidenti di
Provincia, i Sindaci dei Comuni capoluoghi, il Presidente dell’ANCI regionale.
Si propone, pertanto:
chiusura di tutte le attività commerciali al dettaglio, ad eccezione di quelle relative ai servizi di
pubblica utilità, ai servizi pubblici essenziali, alla vendita di beni di prima necessità e alle edicole;
in sede attuativa occorre dare indicazione in merito alla garanzia di concorrenzialità al fine di non
favorire in modo inappropriato le vendite on-line;
chiusura di tutti i centri commerciali, degli esercizi commerciali presenti al loro interno e dei
reparti di vendita di beni non di prima necessità. Restano aperte le farmacie, le parafarmacie, i
servizi veterinari e i punti vendita di generi alimentari e di prima necessità. Sono chiusi i mercati al
coperto e le medie e grandi strutture di vendita. I Comuni possono autorizzare l’apertura di banchi
mercatali per la vendita di beni alimentari e di prima necessità a patto che siano garantite le
distanze di sicurezza con il venditore e fra i clienti e sia disponibile al pubblico una confezione di
gel igienizzante;
chiusura di bar, pub, ristoranti di ogni genere;
chiusura delle attività artigianali di servizio alla persona (parrucchieri, estetisti, ecc.) ad
eccezione dei servizi emergenziali e di urgenza (ad esempio impianti e manutenzioni); sono escluse
dalla chiusura le attività di logistica e di autotrasporto conto proprio e conto terzi;
chiusura di tutti gli alberghi e di ogni altra attività destinata alla ricezione (ostelli, agriturismi,
ecc..) ad eccezione di quelle individuate come necessarie ai fini dell’espletamento delle attività di
servizio pubblico, alla residenzialità abitativa ed alla residenzialità di supporto alle attività
sanitarie;
sospensione di tutti i servizi mensa sia nelle strutture pubbliche che private, salvo che sia
garantito il servizio evitando rigorosamente gli assembramenti e sia garantita in ogni momento la
distanza di sicurezza;
● sospensione dei servizi bancari e postali differibili, salvaguardando i servizi essenziali legati al
pagamento di stipendi e pensioni; differimento delle scadenze di multe e sanzioni, con conseguente
limitazione di affollamento agli sportelli;
chiusura di tutti i servizi terziari e professionali, ad eccezione di quelli legati alla pubblica utilità,
ai servizi alle imprese collegati ad adempimenti amministrativi nei confronti della pubbliche
amministrazioni e al corretto funzionamento dei settori richiamati nei punti precedenti; sono esclusi
dalle chiusure le sedi delle associazioni datoriali e sindacali, in quanto garantiscono, tra l’altro,
l’attivazione delle procedure degli ammortizzatori sociali ovvero l’erogazione di servizi on-line.
Si propone l’ulteriore sospensione, di conseguenza, dei termini processuali e degli
adempimenti di natura amministrativa, assicurativa, ecc.
Ogni attività svolta con modalità di lavoro agile è consentita.
È fatta salva l’individuazione da parte di Regione Piemonte delle attività di indifferibile
necessità.
Si comunica che per quanto riguarda le restanti attività produttive è già stato raggiunto un
accordo con Confindustria Piemonte, Confapi Piemonte, CNA Industria Piemonte, che
provvederanno ad operare per una maggiore flessibilità organizzativa delle aziende attraverso
l’utilizzo di ammortizzatori sociali per aree non strategiche e, quindi, e solo in situazioni limite,
chiusura temporanea di reparti produttivi. Analoghe problematiche dovranno essere risolte per il
settore edile.
Si ritiene, infine, opportuno procedere alla variazione del servizio di trasporto pubblico in
funzione delle attività che permarranno in essere.
Sono in via di definizione ulteriori accordi con le associazioni di categoria per definire
misure contenitive specifiche aggiuntive, oltre che per l’utilizzo degli ammortizzatori sociali.
Con i migliori saluti
Alberto Cirio

Covid19, la Miroglio di Alba produrrà 25 mila mascherine al giorno per il solo Piemonte

Saranno gli stabilimenti della Miroglio Group di Alba a produrre le mascherine in tessuto ad uso sanitario che necessitano per l’emergenza coronavirus covid19 in Piemonte

Lo ha annunciato l’assessore regionale alla Sanità del Piemonte, Luigi Genesio Icardi, dopo che l’azienda albese ha confermato la possibilità di rispondere alle esigenze espresse dall’Unità di crisi, nei tempi (immediati) e nei modi richiesti.

«Ringrazio di cuore la disponibilità dell’azienda, che ha prontamente risposto al nostro appello – dichiara l’assessore Icardi –, in primo luogo per merito del personale interessamento di Giuseppe Miroglio. Le mascherine da mettere a disposizione di ospedali, operatori sanitari, farmacie e contagiati in isolamento domiciliare sono diventate un bene di prima necessità. C’è carenza di questi dispositivi di sicurezza in tutto il mondo e anche il Piemonte vive drammaticamente questa emergenza. Le mascherine che fornirà la Miroglio Group, tra l’altro, hanno il vantaggio di essere riutilizzabili, in quanto lavabili almeno una decina di volte, a differenza delle comuni mascherine usa e getta. Sul piano economico, l’operazione è resa possibile grazie anche alla straordinaria sensibilità dei due Distretti Rotary del Piemonte,  che hanno garantito il sostegno economico dell’iniziativa ed ai quali va la riconoscenza della Regione Piemonte».

Sul piano operativo, Miroglio Group sarà in grado di fornire le prime 15 mila mascherine già da sabato. A regime, dovrebbe produrre 25 mila mascherine al giorno, in esclusiva per il Piemonte. Sono in corso le verifiche per la certificazione da parte dell’Istituto superiore di Sanità.

Miroglio Fashion ha attivato con la massima urgenza una rete produttiva con i suoi partner façonisti dislocati in tutta Italia al fine di riuscire a realizzare le mascherine nel minor tempo possibile.

Sul piano produttivo, il trattamento antigoccia verrà effettuato interamente presso lo stabilimento Miroglio Textile di Govone.

Grazie alla percentuale di elastan e alla sua speciale struttura, il tessuto elastico delle mascherine tende ad aderire alla superficie con cui è in contatto.

La mascherina verrà totalmente prodotta presso gli stabilimenti italiani, partner di Miroglio Fashion srl.

L’azienda albese annuncia di essere in grado di produrre 600 mila mascherine in due settimane, equivalenti a 6 milioni di utilizzazioni.