“Siamo abituati a guardare al futuro con ottimismo, fiducia, speranza. Proviamo a farlo, con il sistema degli Enti locali montani. Ogni giorno. Ma questa volta, dagli amici di TIM non ci sentiamo confortati, sul presente e sul futuro, loro e nostro. Posso dire che ci sentiamo un po’ presi in giro. Perché gli spot e i claim scelti per intervenire nelle pause del Festival di Sanremo non raccontano il Paese vero e non hanno certo i piedi per terra. Guardano allo Spazio, ai voli verso l’alto, alla Luna e al Pianeta Rosso. Bene, fin qui. Peccato che TIM non abbia ancora finito di far bene le cose qui in Terra. Avremmo preferito quegli spot – almeno uno – raccontassero nuovi investimenti nelle Alpi e negli Appennini, tra le nostre valli che puntano sulla crescita anche grazie al digitale. Lo diciamo da tempo ai vertici del colosso telco, un po’ distratti. E lo diciamo a Mise e AgCom. A chi permette che i segnali della telefonia mobile in moltissime aree montane siano esistenti, a chi non vigila affinché la PA italiana possa avere agevolazioni per i servizi di connettività e scambio di dati. Lo diciamo alla stessa azienda, a TIM, ai tanti dirigenti disponibili che hanno risposto al contatto di Uncem, provando a capire che nel 40 per cento del Paese – Pianeta Terra – internet va a meno di 200kbs, che in molte realtà alpine e appenniniche i cavi dei telefoni sono appesi alle piante, quando va bene perché le piante non sono cadute sui cavi. E diciamo a TIM, da tempo, che servono investimenti con nuove torri radio per trasmettere meglio i segnali, anche nelle valli laterali e nei posti meno battuti, da loro ritenuti a fallimento di mercato. Perché lì segnale fa rima con sicurezza e opportunità di vita. Per tutto questo, con tutto questo nostro impegno, ribadiamo a TIM: benissimo lo Spazio, bene le vostre pubblicità sanremesi, ma avremmo bisogno di altro nei nostri Comuni e sui nostri territori. Lo diciamo ancora una volta. Mise e AgCom intervengano per mostrare le tante situazioni dove le infrastrutture assenti o limitate minano la digitalizzazione e aumentano il divario digitale dell’Italia. Noi, Uncem, continuiamo a mobilitarci e a intervenire per segnalare questi danni, vere emergenze del Paese”.
Marco Bussone Presidente nazionale Uncem
“Siamo abituati a guardare al futuro con ottimismo, fiducia, speranza. Proviamo a farlo, con il sistema degli Enti locali montani. Ogni giorno. Ma questa volta, dagli amici di TIM non ci sentiamo confortati, sul presente e sul futuro, loro e nostro. Posso dire che ci sentiamo un po’ presi in giro. Perché gli spot e i claim scelti per intervenire nelle pause del Festival di Sanremo non raccontano il Paese vero e non hanno certo i piedi per terra. Guardano allo Spazio, ai voli verso l’alto, alla Luna e al Pianeta Rosso. Bene, fin qui. Peccato che TIM non abbia ancora finito di far bene le cose qui in Terra. Avremmo preferito quegli spot – almeno uno – raccontassero nuovi investimenti nelle Alpi e negli Appennini, tra le nostre valli che puntano sulla crescita anche grazie al digitale. Lo diciamo da tempo ai vertici del colosso telco, un po’ distratti. E lo diciamo a Mise e AgCom. A chi permette che i segnali della telefonia mobile in moltissime aree montane siano esistenti, a chi non vigila affinché la PA italiana possa avere agevolazioni per i servizi di connettività e scambio di dati. Lo diciamo alla stessa azienda, a TIM, ai tanti dirigenti disponibili che hanno risposto al contatto di Uncem, provando a capire che nel 40 per cento del Paese – Pianeta Terra – internet va a meno di 200kbs, che in molte realtà alpine e appenniniche i cavi dei telefoni sono appesi alle piante, quando va bene perché le piante non sono cadute sui cavi. E diciamo a TIM, da tempo, che servono investimenti con nuove torri radio per trasmettere meglio i segnali, anche nelle valli laterali e nei posti meno battuti, da loro ritenuti a fallimento di mercato. Perché lì segnale fa rima con sicurezza e opportunità di vita. Per tutto questo, con tutto questo nostro impegno, ribadiamo a TIM: benissimo lo Spazio, bene le vostre pubblicità sanremesi, ma avremmo bisogno di altro nei nostri Comuni e sui nostri territori. Lo diciamo ancora una volta. Mise e AgCom intervengano per mostrare le tante situazioni dove le infrastrutture assenti o limitate minano la digitalizzazione e aumentano il divario digitale dell’Italia. Noi, Uncem, continuiamo a mobilitarci e a intervenire per segnalare questi danni, vere emergenze del Paese”.
Marco Bussone Presidente nazionale Uncem