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Il re e la regina

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Sacra di San Michele e Monviso, simboli “sovrani” del Piemonte. Qui li vediamo allineati grazie all’emozionante scatto fotografico di Stefano Zanarello

Due allieve dell’Ubertini di Caluso al Campionato Italiano Barman

Dal 12 aprile fino al 30 aprile 2021, le studentesse dell’IIS Carlo Ubertini di Caluso Cristiana Lasalvia, Rosa Magazzù della classe 4F Enogastronomia Sala e Vendita, seguiti dai docenti. Carlo Bruno Aloi e Sergio Bertolotti, partecipano alla XXI edizione del CIB – Campionato Italiano Barman promosso dalla FIB – Federazione Italiana Barman.

A far da teatro alle sfide tra ragazzi provenienti da venti scuole di tutta Italia quest’anno è il web.
Visto il perdurare della situazione emergenziale COVID-19, che vieta lo spostamento delle, la FederazioneItaliana Barman anche quest’anno promuove il CIB CUP 2021 la FiB ha proposto agli Istituti alberghieri dicreare un video durate la presentazione di un cocktail ideato degli studenti.
DJANGO REINHARDT, è il nome del cocktail preparato dalle studentesse dell’IIS Ubertini, composto da Gin, Gil rural authentic, Doppio Carvi – (liquore al cumino), liquore estratto dalla resina del pino mugo, lime spremuto, decorato con Lime essiccato, foglie di menta fresca
Per giungere alle finali che si terranno in presenza nel mese di ottobre 2021 è necessario ottenere molti voti sul sito dell’associazione.
5 piccole mosse per aiutare le studentesse dell’;Istituto Ubertini di Caluso, a vincere il Campionato Italiano. Barman 2021 e portarlo così nella Città Metropolitana di Torino ed in Piemonte.
1 Clicca il seguente link https://www.campionatoitalianobarman.it/classic/
2 Cerca il video: Carlo Ubertini, Lasalvia Cristiana-Magazzú Rosa.
3 clicca su VOTA.
4 Inserisci il tuo indirizzo email.
5 Premi su vota

 

Massimo Iaretti

L’allergia stagionale e l’incubo covid

Le  allergie stagionali stanno imperversando anche in Piemonte. Ma, di questi tempi, al minimo raffreddore  il pensiero va al coronavirus. Spesso, fortunatamente, così non è

Le rilevazioni delle centraline  registrano  la presenza di particelle allergizzanti 

In questo periodo vanno per la maggiore i pollini di betulle, carpini, come di  noccioli e frassini. E il picco di concentrazioni è arrivato alcune  settimane prima del previsto. Che fare per chi è sensibile? L’autoisolamento dovuto all’emergenza sanitaria è certamente utile  per gli allergici che così non vengono esposti direttamente ai pollini, ma ciò non toglie che  si respirino i pollini che entrano in casa aprendo le finestre. Può invece essere utile la mascherina, ormai diventata parte della nostra vita: poiché le  particelle dei pollini sono piuttosto  grandi, anche la più semplice delle mascherine le può bloccare.

Ritrovarsi dopo 45 anni

Ritrovarsi dopo 45 anni. Proprio così, l’ amico ritrovato. Cavolacci, Bruno Moscatelli era proprio mio amico, compagno di liceo e compagno di Fgci.  Coscritto in tutti i sensi. Lui più vecchio di me di sole 24 ore.

Persino avversari nel basket e nel quintetto base della squadra del liceo. Non dico fratelli,  mi ci siamo quasi. Molto più riflessivo di me , ma già allora si capiva che era uno che valeva. Incontro a tutto tondo.

Incontri romani. Trasferitosi nella Capitale da 10 anni per lavoro e per amore. Due figli, con la voglia , sempre, di mettersi in gioco. La seconda figlia ha solo 5 anni. Quando parla di loro e della sua compagna gli si illuminano gli occhi. Sul lavoro ha avuto il coraggio di cambiare ed il coraggio di cambiare città. Non è da tutti. Dal 31 marzo in pensione ma non molla. Impossibile stare con le mani in mano. Un’ altra Roma come la Garbatella. Un’ altra dimensione di Roma. Nel lavoro ha avuto tre fasi diverse. Appena diplomato il fai da te. Tra coop ed agenzie di viaggi e animatore in Arci ragazzi. Seconda fase funzionario Fiat. Figlio d’ arte,  suo padre partì da Torino per impiantare e far funzionare le catene di montaggio a Termini Imerese. Bruno in Fiat ha girato tra Mirafiori e Chivasso. Anche quel mondo gli stava stretto. Inizia una terza fase della sua vita lavorativa.
Se ho capito bene responsabile delle relazioni sindacali per due multinazionali statunitensi che operano in Italia acquisendo società in difficoltà economiche. Si trasferisce prima da Torino a Milano e poi da Milano a Roma. Gira l’ Italia con sede anche a Napoli. Di casa al Ministero per ” ammorbidire ” gli esuberi.  Da buon compagno mi dice orgoglioso: non abbiamo mai lasciato nessuno, dall’ operaio al dirigente, a casa senza alternative. Diventa decisamente e naturalmente un calendiano. Merce comunque rara  nel nostro paese,  dove – mi sa – vige un certo levantinismo che fa a cazzotti con l’efficienza tanto voluta e desiderata da Carlo Calenda. Dal 31 Marzo, dicevamo,  in pensione. In pensione e ancora in attività. Essere sempre in pista è un ottimo elisir di lunga giovinezza. Così la meglio gioventù si è incontrata confermando il vecchio adagio: il tempo è galantuomo con i galantuomini.  E caro Bruno non perdiamoci  più di vista. Sarebbe un peccato.

Patrizio Tosetto

Le uova di Pasqua? Un’ “invenzione” torinese

Le uova sono da sempre una portata del pranzo di Pasqua. Ma quelle di cioccolato?

Pare che alcuni prototipi fossero già presenti alla corte francese  di Luigi XIV, anche se l’uovo di Pasqua così come lo conosciamo fu un’idea di alcuni maestri cioccolatai torinesi ai primi del ‘900.

Del resto fu la duchessa Caterina, moglie del duca Emanuele Filiberto di Savoia, a portare il cacao a Torino dalla Spagna.  Mario Marsero, storico delle industrie dolciarie piemontesi, scrive nel libro Dolci delizie subalpine che nel 1700  la vedova Giambone, che gestiva una una bottega in quella che oggi è via Roma, riempì i gusci vuoti delle uova di gallina con dolce  cioccolata. Poi, negli  anni ’20 del Novecento la Casa Sartorio di Torino brevettò un metodo per modellare con il cioccolato le forme vuote, degli  stampi a cerniera messi nella macchina dove  un movimento di rotazione permette alla pasta contenuta di distendersi uniformemente su tutta la superficie interna. Nel 1925,  animaletti in zucchero o confetti vengono messi all’interno come piccole sorprese. Successivamente sono stati impiegati regali sempre più  preziosi. E il boom fu immediato.

#DonneDaCoprifuoco in diretta Instagram

IL NUOVO FORMAT ONLINE DELLE DONNE PER LE DONNE

Ogni lunedì sera in diretta Instagram sulla pagina @lovever.shop

Studi scientifici condotti dall’Università di Harvard dimostrano che le chiacchiere tra amiche sono un vero toccasana per il cervello e per l’umore. Ed è esattamente con questo spirito che nasce #DonneDaCoprifuoco, il nuovo format online lanciato da Lovever, il concept store (torinese) dedicato all’amore, un’oasi protetta dove non esistono tabù, giudizi e preconcetti ma solo libertà, naturalezza e rispetto.
Tra il negozio fisico e quello online, da quasi 10 anni Lovever è un punto di riferimento per tantissime donne, ragazze e signore ma anche per molti uomini che vogliono capire i desideri e l’amore nelle sue infinite sfumature, da quelle più sexy, ammiccanti e giocose a quelle più sussurrate, delicate e intime.

Dopo mesi di lockdown, coprifuoco e ancora lockdown, tutti abbiamo imparato quanto sia prezioso il tempo che sappiamo regalarci. Ogni lunedì alle 21.30, 20 minuti di chiacchiere tra Elisa, la padrona di casa, e un’ospite, con la possibilità per tutte le amiche collegate di interagire con una domanda, un commento o anche solo con un emoticon…

 

SCENT OF WOMAN: L’INGREDIENTE SEGRETO DELLA SEDUZIONE

In naso Diletta Tonatto a #DONNEDACOPRIFUOCO by Lovever

29 marzo ore 21,30

Con Elisa Sevino – titolare Lovever e  Diletta Tonatto – naso e a.d. Tonatto Profumi, ricercatrice sociologia dell’olfatto

In diretta Instagram sulle pagine @lovever.shop e @tonattoprofumi

“Piacersi a pelle”, “avere naso”… frasi che usiamo spesso nella nostra vita quotidiana ma che sono molto più di semplici modi di dire. Ormai la scienza ha dimostrato che ciascuno di noi ha una propria identità olfattiva che è profondamente implicata in tutte le nostre dinamiche relazionali. Ecco perché l’olfatto, senso spesso sottovalutato, gioca in realtà un ruolo importantissimo: attraverso a esso non solo percepiamo i profumi e gli odori ma evochiamo ricordi ed emozioni, ci apriamo (o chiudiamo) ai rapporti interpersonali, coltiviamo ed indirizziamo l’attrazione sessuale.

È proprio questo il tema che verrà affrontato nella prossima puntata di  #DonneDaCoprifuoco, la rassegna online delle donne per le donne lanciata da Lovever, il concept store torinese dedicato all’amore, in diretta instagram sulla pagina @lovever.shop tutti i lunedì sera alle 21.30. Un appuntamento diventato ormai fisso per tantissime che ogni settimana si collegano online per partecipare a una mezz’ora di svago su temi interessanti, curiosi e formativi, per ascoltare il parere fresco e colloquiale delle esperte e distrarsi un po’, come in una spontanea e piacevole chiacchierata tra amiche.

 

Lunedì 29 marzo alle ore 21.30 Elisa Sevino, titolare di Loverer e creatrice del format, dialogherà con Diletta Tonatto, naso e a.d. Tonatto Profumi, ricercatrice sociologia dell’olfatto, in un appuntamento affascinante e coinvolgente dal titolo: “Scent Of Woman: L’ Ingrediente Segreto Della Seduzione“. Un tuffo nel mondo dei profumi alla scoperta del ruolo fondamentale dell’olfatto nella percezione di sé e dell’altro e della sua importanza nel guidare gli istinti, indirizzare l’attrazione fisica e innescare il gioco della seduzione.

#DonneDaCoprifuoco: ogni lunedì sera in diretta instagram sulla pagina di LOVEVER: https://www.instagram.com/lovever.shop

www.lovever.it

 

Il concetto dal quale si parte ogni lunedì è che ciascuna donna deve sentirsi libera di essere se stessa, senza limitazioni e condizionamenti, al di là delle mode. E più si impara ad amarsi per ciò che si è, più si è capaci di amare.

#DonneDaCoprifuoco è un viaggio leggero e spensierato nell’universo femminile. Serata dopo serata, ogni ospite porta il suo punto di vista legato al tema del benessere della donna: fisico, psicologico, famigliare, sessuale…

Nei primi appuntamenti di #DonneDaCoprifuoco si parlerà della differenza tra complimenti e molestie con le ragazze di #BreakTheSilence, di carico mentale con la giornalista Giovanna Gallo, di equilibrio e piacere con la sex coach Elisa Caltabiano, di corpo e movimento con l’insegnante di pilates Elena Vanni Umile, dell’importanza di ritagliarsi i propri spazi, mentali e fisici, con la psicoterapeuta Giorgia Pistono e di fare rete tra donne con l’interior designer Elisabetta Marangoni.

Con le vere amiche si può parlare di tutto, sempre, l’importante è stare bene – o meglio – insieme. Un’amica è quello che non riesci a dire, anche se vorresti. È il consiglio del quale avevi bisogno, la risata che aggiusta tutto. E mai come in questo periodo “strano” ritagliarsi 20 minuti per sé può essere divertente, rilassante, persino illuminante!

#DonneDaCoprifuoco: ogni lunedì sera, da lunedì 30 novembre 2020, in diretta instagram sulla pagina di LOVEVER: https://www.instagram.com/lovever.shop

La trappola dei ricordi

Se la memoria ti porta per antichi passi

Ci sono cascato ancora una volta. Tanto, lo so bene, sono sempre loro a vincere. Sì, proprio loro, i ricordi. Quei dannati, benedetti ricordi che anche oggi mi hanno portato qui. Via Madama Cristina, al civico 34, a Torino. Febbraio 2021. E’ l’ultimo sabato di zona gialla in città. Da lunedì primo marzo, si diventa arancioni. Mio Dio, quando finirà questo terribile incubo della pandemia? Ci penso un attimo, solo un attimo, e subito ricomincia il gioco perverso (forse ridicolo) di  sempre.

Di ogni volta che vengo qui. E mi capita non di rado, in questi anni che hanno superato di gran lunga quelli della prima e della seconda  giovinezza. Dovrei già essermi stufato, eppure eccomi ancora qui. Come calamitato da forze invisibili e misteriose. Ancora una volta ad assecondare l’amara dolcezza dei ricordi. O meglio, la trappola dei ricordi, in un rapido emozionante flashback che mi porta indietro di oltre sessant’anni. Ed eccolo. E’ sempredannatamente teneramente lui. Lui che sul marciapiedi di fronte mi appare nell’innocente freschezza dei suoi 7 – 8 anni. Siamo a metà anni Cinquanta del secolo scorso. Il traffico delle auto sulla via scompare all’improvviso, quasi del tutto. Pantaloni corti, maglietta a righe e a maniche corte, una timida frangetta sulla fronte. Una palla a rombi bianco-neri fra le mani.

Eccolo, ancora una volta. Ma cribbio! Come fa a esserci sempre, quando  io passo da queste parti? E io, fesso che sono, mi fermo e lo osservo, parlandogli con gli occhi. Questa volta, per giunta, dietro la mascherina FFP2, come in un bel sognoche torna e ritorna e che comincia il suo percorso fra mente, cuore e rocambolesche giravolte di emozioni.Sempre uguale, sembra non essersi mai spostato di lì, il ragazzino. Ne ricordo bene il sorriso, la timidezza, la scrupolosa  attenzione a non scendere sulla strada e a non “dare retta agli sconosciuti”, come sempre gli raccomanda la mamma. Seduto su uno dei due paracarri in pietra posti a proteggere a fine ‘800 le carrozze dei signorotti che da lì entravano per accedere nel cortile alle scuderie e che stanno alla base di quell’immenso, pesante portone con decori stampati probabilmente in ghisa (mi suggerirà poi l’amico-fraterno, architetto e pittore Pippuzzo Leocata) in stile fine Liberty – inizi Déco (mi suggerirà sempre il buon Pippuzzo), mi sta osservando fisso. Abbozza un sorriso e un accenno di saluto con la mano. Sì, sono ancora qui. Contento?Ancora una volta hai vinto. Mannaggia, ‘sta trappola dei ricordi! Ridi, ridi pure, mentre aspetti il papà che con il tram (forse l’1) arriva proprio lì, davanti a quel portone che sembra racchiudere gli spazi di un bunker, al termine del suo turno di lavoro alle carrozzerie di Mirafiori.

Poco distante, alla tua destra, oltre la Caffetteria dell’Ateneo– anch’essa ferma lì nel tempo e dove al giovedì sera s’andava a vedere in Tv il “Lascia o raddoppia?” del Mike nazionale attraversato quel tratto del corso Marconi ( ch’é oggi isola pedonale) c’è la tua scuola.Sembri indicarmela. La storica elementare “Rayneri”, oggi Istituto Comprensivo “Manzoni”. Come se non lo sapessi! Guarda che in quella scuola ci sono andato anch’io, per cinque anni. Tu ed io. Gli stessi che oggi si fissano sornioni, sogghignando. Io over 70, tu sessant’anni abbondanti in meno. Io e te. La  stessa persona. Mi giro e mi ritrovo specchiato nella vetrinascintillante di un nuovissimo post-millenial negozio di elettronica e pc (no, allora non c’era, figuriamoci!) e mi vien da ridere. Vecchio rinco – mi dico – che ti trovi sempre più spesso a rincorrere il subdolo richiamo dei ricordi. Come Ulisse con le Sirene. Solo che lui furbo (certamente più di te) riuscì a resistere al loro maliardo canto. Tanto che le leggendarie creature figlie del dio Acheloo e di Melpomene, indispettite, si uccisero gettandosi a mare. Tu invece no! E mentre mi perdo in queste folli elucubrazioni, ecco che  dal portone della “Rayneri”, quello riservato ai maschietti (l’altro era solo per le femminucce) mi pare di vedere uscire due grandi maestri, il tondetto, dal sabaudo stile cavouriano, Mela e il burbero ma dolcissimo Persenda che ci avviò ai piaceridella Musica. Io (tu) imparai a suonare –parolona grossa – niente meno che l’ocarina, comprata forse nell’antica cartoleria di via Madama ancora lì a due passi, poco distante dal vecchio palazzo dove abitava il tuo (mio) amico del cuore, il bravo e buono La Marca. Ritorno su di te. Ti sbracci. Saluti. Lanci la palla al papà che, in uno sferragliare di ruote Atm poco cambiato nel corso deltempo, è appena sceso dal tram e corre ad abbracciarti.Ultimo flash, ultima scontata sequenza, l’aprirsi del megagalattico portone, un saluto al vecchio bonario e simpatico portinaio che fu “ragazzo del 99” e via su per il lungo tragitto delle scale. Fino al quinto piano. Anche oggi è andata. Sono certo che ci rivedremo. Patrizia, la donna che mi sopporta e supporta da quarant’anni, haintanto scattato con lo smartphone (no, non chiedermi cos’é…allora non c’era) alcune foto e le sta inviando via whatsapp (no, lascia stare, anche questo non c’era) alle mie adorate Enina e Bea. Certo, mi piacerebbe anche poterle inviare alla mia mamma  e al mio papà. Ma dove oggi stanno loro questi  social non sono ancora arrivati.Lì penso siano arrivati solo i social dell’anima, quelli sì. E a portarli in alto è proprio il soffio lieve dei ricordi. Ne sono sicuro. Proprio quella balorda ma magnifica trappola dei ricordi!

Gianni Milani

 

Clubhouse, il social network dove si parla e si ascolta

NIENTE IMMAGINI E VIDEO, SOLO VOCE.

Sviluppato da Paul Davison e Rohan Seth, ex dipendenti di Pinterest e Google, questo nuovo social non contiene nessun post, nessun video, nessuna immagine, solo voci in “stanze” gestite da moderatori, dove, dopo aver chiesto la parola, si può discutere, raccontare e ascoltare. In breve, un enorme recipiente di podcastdove è possibile parlare di una grande varietà di argomenti, ma solo se si è maggiorenni.

Chi entra in questo spazio virtuale, all’interno di queste room, partecipa a trasmissioni live, via internet, a cui si può accedere solo grazie ad un invito di un altro utente. Questo nuovo social vissuto unicamente in modalità voice, al momento accessibile solo da IPhone, (ma sembra che una app per Android sia in via di sviluppo) è in costante crescita. Nell’era, a volte spossante, delle immagini, dei video, dell’utilizzo esclusivo della vista, Clubhouse rappresenta una sfida unica che affida ad un altro senso e ad un’altra facoltà, rispettivamente l’udito e la parola, l’ascolto e l’espressione vocale, il futuro del social networking, delle comunità in rete.

Una rivoluzione digitale che vuole ribaltare il predominio delle figure, dei look, dei simboli estetici e che, secondo l’analista Vajresh Balaji, ha raggiunto oltre sei milioni di utenti molti dei quali si sono aggiunti tra gennaio e febbraio e che prevede ancheuna nuova funzione anti-troll,  i disturbatori della rete, che possono essere segnalati anche quando abbandonano una discussione, o meglio quando lasciano una “stanza”.

Persone famose come Elon Musk, Oprah Winfrey e Drake o Mark Zuckerberg hanno aperto un proprio profilo facendo accrescereulteriormente la popolarità e il consenso di Clubhouse. Inoltre, proprio per il grande successo riscosso da questo nuovo social, sembra che anche Facebook stia lavorando ad un concorrente di Clubhouse, una strada di business consueta che molti titani del web percorronocopiando idee vincenti che vengono poi applicate con numeri, modalità e piattaforme diverse.

Come funziona Clubhouse? Intanto durante le discussioni non possono essere scritti commenti o messaggi, tutta l’interazione è basata sulla voce e nulla viene registrato. A differenza dei più famosi Facebook, Instagram e Twitter, l’unico contenuto fruibile sono dunque tracce sonore e questo  sicuramente va a beneficio  della privacy. Una volta entrati nell’applicazione, dopo la registrazione con il proprio numero di cellulare, si accede nella pagina iniziale dove si possonoesplorare le diverse stanze create dagli utenti e divise per argomenti. Dopo essere stati accettati in una discussione, quella che più interessa,ci si unisce come ascoltatori con il microfono disattivato; se si desidera parlare si clicca l’icona che rappresenta l’alzata di mano e il moderatore, che invece può intervenire quando vuole, cederà la parola. Le regole sono severe, niente offese, insulti o aggressioni verbali  e una volta chiusa la discussione i contenuti sono eliminati, dissolti.

Non più grandi piazze di discussione, like, condivisione e diffusione di immagini e contenuti quindi ma circoli di conversazioni moderate e non urlate dove chi partecipa è interessato ad un argomento in particolare e dove chi vuole intervenire alza virtualmente la mano. Un social in controtendenza che assomiglia più ad un “salotto” dove ci scambia opinioni e idee senza urlare e sentenziare, ma seguendo norme precise e utilizzando le buone maniere.

Maria La Barbera 

La rosa damascena simbolo di bellezza

 E’ anche simbolo di palazzo Rosa e il fil rouge della linea cosmetica creata da Carlo Rosa, il proprietario del Palazzo, e denominata “Palazzo Rosa- Le stanze della cosmetica”

La Rosa Damascena rappresenta il sottile fil rouge che lega Palazzo Rosa e il suo proprietario, Carlo Rosa, alla linea di cosmetici da lui creata, dal titolo “Palazzo Rosa, le Stanze della Cosmetica”.
“La Rosa Damascena -spiega Carlo Rosa, fondatore di “Palazzo Rosa- Le Stanze della Cosmetica” – è una varietà molto antica di rosa. Nei bei cortili di Palazzo Rosa queste varietà di rosa sono sempre state coltivate e ricercate per la loro bellezza, tanto da essere scelte e impresse anche nello stemma di famiglia. Nel Seicento Luis de La Rose sposò Genevieve de la Puy per le sue doti di bellezza e la fanciulla fu attratta dal cinorrodo, il falso frutto della rosa, che provò a passarsi tra le mani, ricevendo un immediato sollievo. Così nacque la felice intuizione di estrarre un olio miracoloso che, nel breve arco di tempo di tre mesi lunari, la guarì dalla dermatite, donandole la bellezza del volto mai avuta. A Palazzo Rosa le rose damascene giunsero con l’Unità d’Italia e, da allora, in quelle ‘stanze della cosmetica’ era un continuo inventare di profumi, lozioni e essenze”.

“Donna Olga, mia mamma – spiega Carlo Rosa, il fondatore – aveva una rosa damascena nel roseto del suo palazzo, portata in patria dall’Egitto nell’Ottocento da Bernardino Drovetti, che vi era impegnato nella sua spedizione archeologica. È una varietà il cui fiore vanta 36 petali e presenta un odore molto delicato, ma al tempo stesso inconfondibile, costituito da quattrocento sostanze aromatiche diverse. Quando abbiamo fondato la linea di cosmetici che ha preso il nome dal nostro palazzo, Palazzo Rosa, le Stanze della Cosmetica, ci siamo ispirati alle proprietà della rosa damascena, quali quelle dell’idratazione nei confronti delle pelli secche, della capacità di donare elasticità e tonicità alla pelle (che la rendono un rassodante ideale), di essere un vasocostrittore, un rinfrescante e un antiage ideale”.

“Quando ho creato la maison Palazzo Rosa – precisa Carlo Rosa – mi sono prefissato di unire la tradizione culturale millenaria delle ‘antiche stanze’ della cosmesi con gli ultimi ritrovati delle ricerche scientifiche sulla probiotica e le biotecnologie. Per questo motivo ho desiderato creare una linea di cosmetici che rispondesse alle esigenze variegate del pubblico femminile, che ha quale priorità assoluta la salute. I nostri prodotti sono creati in Italia con materiali assolutamente italiani”.
“ La nostra azienda – precisa Carlo Rosa, fondatore della linea cosmetica insieme al socio e amico Eduardo Guarneschella – è totalmente green, usa prodotti solo di origine naturale e sostenibile, creati alla luce delle ultime ricerche scientifiche, con un’attenzione costante verso le tendenze della cosmeceutica internazionale. I nostri cosmetici sono, infatti, creati per isolare nel modo più efficace i principi attivi, in modo tale da rendere il prodotto finito efficace e funzionale al massimo”.

Tra i prodotti green di Palazzo Rosa le clienti possono trovare la linea viso e la linea corpo; all’interno della linea viso possono essere accompagnate attraverso le diverse “stanze della cosmetica” alla ricerca di prodotti di vario tipo, tutti made in Italy, quali la crema viso anti-age, un’emulsione viso antiossidante e anti invecchiamento, capace di conferire un effetto lifting immediato tale da rendere la pelle elastica e luminosa; la crema contorno occhi, quella per la protezione labbra, il trattamento pulizia viso completo. Per il corpo la scelta green potrà ricadere su prodotti bio quali la crema corpo, la crema dopobagno lenitiva idratante, lo scrub corpo e la crema mani. Alcune di queste creme sono poi abbinate in cofanetti; tutte sono contenute in eleganti confezioni, che riproducono lo stemma e la rosa di Palazzo Rosa, assolutamente adatta per la festa di San Valentino, un fiore, la rosa, da sempre simbolo del trionfo dell’amore, legata alla simbologia di Venere e Adone.

Mara Martellotta

Alla ricerca della Rul Verda

3@ edizione. Domenica 7 febbraio 2021 a Verrua Savoia (TO)

Riproponiamo questa escursione naturalistica in un territorio unico e particolarmente adatto a questo tipo di eventi, alla ricerca della Cerro-Sughera (Quercus Crenata) che è una varietà di quercia molto rara tanto che  sulla collina piemontese del Po ne esistono solo 3 esemplari, mentre in tutto il Piemonte se ne contano una trentina in tutto.

Questa escursione naturalistica ci porterà fino ai piedi della Rul Verda di Verrua, un esemplare di circa 140 anni alta più di 25 metri con un tronco di oltre 3 metri di circonferenza.

Cammini DiVini & Nordic Walking Valcerrina propone un’escursione naturalistica di 10 Km. con un dislivello di +280 m, per circa 3,5 h.

Ritrovo alle 13,30 di fronte alla Parrocchia di San Giovanni, partenza alle ore 14,00 mentre  il rientro è previsto intorno alle 17,30.

Il percorso si snoderà tra le svariate frazioni e borgate del Comune di Verrua, partendo dalla località Valentino e dirigendoci verso Longagnano per poi scendere fino alla frazione di Cervoto, risalendo verso la caratteristica borgata di Scandolera e dopo aver trovato l’oggetto della nostra ricerca faremo ritorno sfiorando la frazione di Collegna. Il tutto attraversando boschi e vallate coltivate immerse nella natura incontaminata dove è facile perdersi nella contemplazione del paesaggio.

Quota partecipazione: €. 5 cad.

Percorso accessibile a tutti, con un misto di strade asfaltate a bassa percorrenza di auto e sterrati in buone condizioni. Si consigliano: Calzature da trekking – riserva d’acqua – abbigliamento comodo ma adeguato alla stagione.

N.B.: L’escursione è a posti limitati (max 25 pax), è quindi necessaria la prenotazione
CORONAVIRUS

Lo svolgimento delle escursioni proposte da professionisti è subordinato a disposizioni, protocolli operativi e regolamenti così come richiesti dai ministeri di riferimento e accolti dalla Commissione Tecnica Scientifica e Formazione di AIGAE. Ciò comporta, per quanto vi riguarda: avere con sé ed a portata di mano i necessari dispositivi di protezione individuale;
PER INFORMAZIONI ED ISCRIZIONI POTETE CONTATTARE I SEGUENTI RIFERIMENTI
Info ed iscrizioni:

Augusto tel. 339 4188277 – mail: augusto.cavallo66@gmail.com   

http://camminidivini.altervista.org/alla-ricerca-della-rul-verda-3-edizione/

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