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Ezra Pound e la musica nel libro di Mattia Rossi a LibrInValle

Un terreno ancora inesplorato: il rapporto di Ezra Pound con la musica nel libro di Mattia Rossi a LibrInValle il 5 novembre a Moncalvo

Il settimo appuntamento di ‘LibrInValle’, rassegna letteraria itinerante dell’Unione dei Comuni della Valcerrina-Area Cultura nasce grazie alla collaborazione con l’Associazione Aleramo Onlus ed il Comune di Moncalvo. Venerdì 5 novembre, alle ore 17.30, nel Polo culturale museale della Città Aleramica, con ingresso da piazza Buronzo, verrà presentato il libro di Mattia Rossi, ‘Ezra Pound e la musica – Da Omero a Beethoven’, libro edito per i tipi di Eclettica Edizioni nella collana Secolo Breve. La presentazione nasce dal protocollo d’intesa tra l’Unione Valcerrina ed il Comune di Moncalvo per la collaborazione in campo culturale e turistico della Città di Moncalvo e del territorio valcerrinese e grazie alla sensibilità di Aleramo Onlus. I lavori verranno introdotti dal presidente di Aleramo Onlus, Maria Rita Mottola, poi il consigliere delegato alla cultura dell’Unione Valcerrina Massimo Iaretti, dialogherà con Mattia Rossi. L’autore riscopre il legame con la musica che per il poeta americano non fu affatto secondario. Nell’excursus di questo rapporto tra le due arti, musica e letteratura,che durerà per tutta la vita dello scrittore, vengono approfondite le varie fasi di approccio alla Musa, dallo studio della musica sacra, alle recensioni di Pound come critico musicale prima, come saggista musicale poi, alle sue composizioni, all’organizzazione dei concerti a Rapallo, con gli ‘Amici del Tigullio’, all’importante e decisivo ruolo avuto nella riscoperta di Vivaldi  Mattia Rossi, in questo scritto, unisce la capacità comunicativa diretta propria del giornalista con la conoscenza della materia del critico musicale. Ha, infatti pubblicato studi ed articoli specialistici sul canto gregoriano, sulla musica trobadorica, sulla musica nella Commedia di Dante in diverse testate nazionali ed internazionali.

 

L’isola del libro

Rubrica settimanale a cura di Laura Goria

Giancarlo Marinelli “11” -La nave di Teseo- euro 18,00

Potremmo definirlo un romanzo corale in cui Marinelli ricostruisce 30 ore che precedono l’attacco alle Torri Gemelle e lo fa attraverso spezzoni di vita in cui si intrecciano più voci. Una sorta di polifonia, narrata con ritmo cinematografico e che mette insieme un caleidoscopio di personaggi.
20 anni dopo tutti ricordiamo il peggior attacco terroristico che ha cambiato il mondo. Alle 8,45 dell’11 settembre 2001 un aereo di linea si schianta contro la Torre Nord scatenando l’inferno; alle 9,03 un secondo aereo si infila in quella Sud; alle 9,37 un terzo colpisce il Pentagono. E’ il peggior attacco non solo agli Stati Uniti ma a tutto l’occidente. A scatenarlo è al Qaeda.
Alle 9,59 la torre Sud crolla in un gigantesco tornado di polvere, distruzione e morte; e poco dopo tocca alla torre Nord; e alle 10,03 il volo United 93 si schianta al suolo, a Shanksville in Pennsylvania. Dei passeggeri che avevano cercato di sventare l’attentato resta ben poco… l’esplosione li ha disintegrati.
Il bilancio delle vittime è agghiacciante. Muoiono 2977 persone; i feriti sono più di 6000.
Ma Giancarlo Marinelli fa un passo indietro nel tempo che precede la tragedia: dalle 2,12 di notte del 20 settembre alle 9,06 del mattino dopo. E’ questo l’arco temporale in cui ricompone le vite di vari personaggi, da quelli più famosi a quelli sconosciuti; e sono tutti reali.
Tra loro, il presidente americano George W. Bush alcolista pentito ma sempre sulla soglia della tentazione; la moglie Laura alle prese con tragedie del suo passato; la consigliera per la sicurezza nazionale Condoleezza Rice.
Lo scrittore Harold Pinter che pronuncia un discorso spinoso contro gli Stati Uniti mentre sta per ricevere la laurea honoris causa all’ateneo di Firenze.

Poi ci sono padre Mychal Judge, prima vittima certificata che seguì i pompieri all’interno delle Twin Towers; Konstantin Petrov, giovane esule estone che fa l’elettricista al piano 106 della torre Nord e con la sua macchina fotografica immortala oggetti minimi del cuore finanziario della Grande Mela.

E ancora, tra gli altri, Alia Ghanem, madre di Osama Bin Laden che nel nulla del deserto afghano attende di incontrare il diabolico figlio.

Un’angolazione inedita da cui guardare la peggior tragedia del nostro tempo, e un libro dai tratti epici e commoventi.

 

Ana Maria Matute “Ricordo di un’ isola” -Fazi Editore- euro 17,00

L’autrice, nata a Barcellona nel 1925 e morta nel 2014, è una delle scrittrici più importanti del 900 spagnolo; ha iniziato a scrivere all’età di 16 anni e da allora non si è più fermata. Ha vinto numerosi premi prestigiosi ed è stata anche candidata al Nobel.
“Ricordo di un’isola” è del 1959, ed è il primo volume di una trilogia che ora Fazi ha il grande merito di portare in Italia.
E’ un romanzo di formazione ambientato durante un’estate nell’isola di Maiorca. E’ lì, lontano dagli echi della guerra civile spagnola che viene spedita la giovane Matia. E’ un’adolescente in piena ribellione. E’ stata espulsa dal convento in cui studiava per aver sferrato un calcio alla priora; è orfana di madre ed abbandonata dal padre.
L’estate che l’aspetta la vede ospite della ricca nonna sull’isola di Maiorca, dove divide spazio e tempo con la zia Emilia e soprattutto con il cugino Borja.
Lui ha 15 anni, la tempra del furfantello imbroglione, è incline alla tristezza e bravissimo nel dissimulare con la nonna i suoi veri sentimenti.
Matia ha 14 anni, anela ad essere amata e in qualche modo finisce soggiogata dal cugino; entrambi si sentono fuori posto e soprattutto si annoiano a morte.
Così tra lezioni private, sigarette fumate di nascosto e fughe in barca verso antri nascosti ammazzano il tedio, inanellando una scorribanda dopo l’altra, insieme ad altri ragazzini costretti come loro sull’isola.
Tra i vari giovani del luogo Matia è attratta soprattutto da Manuel, che è di una famiglia tenuta un po’ ai margini della vita isolana. Cosa provi esattamente per lui è cosa che scoprirete leggendo, così come vi addentrerete in un racconto che sviscera la ribellione adolescenziale, il senso di abbandono, la difficoltà di crescere e la perdita dell’innocenza che prelude a un’età più matura, in cui non tutto è bene.

Roberto Cotroneo “Loro” -Neri Pozza- euro 17,00

Ha pennellate gotiche questo enigmatico romanzo in cui Cotroneo mette a fuoco un concetto a lui caro, quello del bene e del male. E lo fa imbastendo una storia in cui compaiono fantasmi e misteri.
Dal diario che Margherita scrive dall’Australia, -dove ha ripreso e sta completando gli studi universitari-emerge la cronaca di una sua inquietante esperienza precedente, nell’estate del 2018.

Racconta di quando è stata assunta come istitutrice di due gemelle di 10 anni, Lucrezia e Lavinia Ordelaffi. Appartengono ad una famiglia aristocratica e vivono in una villa di vetro: unica e prestigiosa, priva di muri esterni, progettata da un architetto famoso, immersa in un parco alle porte di Roma.
E lì che Margherita deve badare alle bimbe, bionde, bellissime, molto dotate e intelligenti. Talmente identiche che persino i genitori a volte stentano a riconoscerle; ma soprattutto misteriose e a tratti decisamente inquietanti.

E’ la loro madre, Alessandra –altro personaggio che riserverà sorprese- che spiega a Margherita quello che dovrà fare. Insegnare alle gemelle due lingue straniere, impartire lezioni di pianoforte a Lucrezia; perfezionare l’attività agonistica di Lavinia, particolarmente portata per l’equitazione.
A prima vista sembra facile, però le bambine monozigoti hanno un mondo privato ed esclusivo: hanno codici e segreti che solo loro possono decodificare. E c’è’ di più…….

Margherita si troverà di fronte a fenomeni inspiegabili, presenze misteriose, apparizioni e scomparse, sulla soglia di un altro mondo e con lo spettro di morti antiche che forse sono tornate per vendicarsi.
A confondere le idee si metteranno anche altri personaggi (dipendenti della famiglia) e soprattutto il padrone di casa Umberto che adora e vizia le figlie e porta ulteriore scompiglio nel cuore e nella mente di Margherita.

Ps. La bellezza della copertina merita un approfondimento. La foto è dell’artista olandese Gemmy Woud- Binnendijk che riproduce -in foto magnifiche- pose, costumi, gioielli, luci e atmosfere dei dipinti antichi, soprattutto del XVII secolo. Andate a vedere il suo sito e scoprirete un mondo di bellezza, lontano ma allo stesso tempo genialmente contemporaneo.

 

 

Alberto Angela “L’inferno su Roma” -Harper’s Collins- euro 19,50

Non ha bisogno di presentazione Alberto Angela, giornalista, paleontologo, naturalista e, tra le altre cose, conduttore di programmi di successo di divulgazione storica e scientifica.
Questo libro è il secondo della trilogia su Nerone; segue “L’ultimo giorno di Roma” del 2020, e narra il grande incendio che distrusse l’urbe, dall’innesco sabato 18 luglio del 64 D.C. fino al nono giorno, il 27 luglio.
Ci ricorda che la maggior parte degli storici concordano nell’affermare che l’incendio non è imputabile a Nerone, e ricostruisce anche la genesi dell’idea dell’imperatore incendiario.

Angela ripercorre come in un romanzo, scorrevole e appassionante, una tragedia che è stata studiata a fondo, ma che presenta ancora parti lacunose. E lo fa con un approccio interdisciplinare che include dati archeologici, storici; inoltre ha coinvolto vari esperti e studiosi, dai meteorologi ai vigili del fuoco.
La narrazione vi catapulta nelle strade romane dell’epoca, lungo la via dei “vestiarii” che costeggia il Circo Massimo: la concentrazione di legname più grande della città, una bomba incendiaria pronta ad esplodere.

Tutto parte da un banale incidente. Una giovane schiava tenta di sfuggire alla presa del suo padrone ubriaco che inavvertitamente urta una lucerna e la fa cadere: da un’esile fiammella il fuoco inizia a crescere. Lingue di fuoco avvolgono il Circo Massimo. L’incendio divampa, alimentato dal vento e divora tutto quello che incontra. E’ l’inizio della fine di Roma ed entra di diritto nelle pagine di Storia.
Alberto Angela è magistrale nel raccontarvi i fatti e farvi sentire come se foste presenti, spettatori della tragedia, che lui sa ricostruire come in un set che appassiona dall’inizio alla fine.

 

Juan Gómez – Jurado “Regina Rossa” -Darkside Fazi Editore- euro 18,00”

Questo volume è il primo di una trilogia e in Spagna è al vertice delle classifiche e delle vendite. Non è il primo libro scritto dal giornalista radiotelevisivo Juan Gómez –Jurado (l’esordio fu un thriller vaticano “La spia di Dio”, pubblicato da Longanesi nel 2006), ma è il primo suo grande successo. Per scrivere “Regina Rossa” ha impiegato tre anni, fatto ricerche, consultato esperti e il risultato di tanto lavoro si vede.
Gran parte del merito consiste in una scrittura veloce, quasi visiva, continui colpi di scena e una trama accattivante.
Ma il vero colpo da maestro è la protagonista Antonia Scott. Non una poliziotta, né una criminologa; non porta armi né distintivi ma ha un quoziente intellettivo eccezionale ed ha risolto decine di casi. Capisce subito più cose immediatamente, forse troppe e a volte rischia di andare in tilt.
Non sente gli odori, in passato ha avuto qualche inciampo e la sua dose di sofferenza.
Intelligentissima, ora attraversa una crisi senza fondo. Si porta dietro il peso di un marito in coma e un figlio affidato a suo padre che è un ambasciatore inglese piuttosto cinico. E dettaglio non trascurabile….ogni giorno pensa al suicidio per almeno 3 minuti che però l’ancorano alla terra.

A stanarla dal suo volontario isolamento è l’ispettore della Polizia nazionale di Bilbao, Jon Gutiérrez: omosessuale sovrappeso, dotato di una sensibilità che non sopporta le ingiustizie e finito nei guai per aver seguito il suo buon cuore ed aiutato una prostituta.

I due diventano alleati, reclutati da un’unità segreta della polizia spagnola che lavora sottotraccia, e devono risolvere 2 casi legati al mondo miliardario del lusso e dell’alta finanza.
Lo spietato omicidio di un ragazzo –non vi dico come è stato ucciso, ma la scena è magistrale- figlio della presidentessa della banca più grande d’Europa.
Lavorano anche al sequestro della figlia di uno degli imprenditori più ricchi al mondo –e anche in questo caso resterete inchiodati alle pagine.

Il viaggio dei migranti attraverso gli occhi del piccolo Baba

Non è un comodo pretesto e neanche una pigra scorciatoia per fare antropologia, utilizzare un metodo che volge il suo sguardo partendo dalla società alla quale la persona biograficamente appartiene.

Non è strettamente necessario nella società postcoloniale, globale e postmoderna trasferirsi sul luogo «esotico» per capire l’antropo-logos, il discorso sull’uomo. Immedesimarsi con forza empatica, in dialogo coi soggetti che si vogliono comprendere, diviene obiettivo essenziale e epistemologicamente rilevante per la disciplina. Siano le popolazioni Dogon del Mali, sia il Viaggio in Italia di Goethe riletto e interpretato da Vincent Crapanzano, sia la linea di produzione di uno stabilimento industriale o un leone da tastiera occidentale, che smanetta freneticamente con la sigaretta in bocca, amando e odiando chi trova sulla sua cyber-road. Tutto può essere preso in considerazione. Ne dà prova Mirko Vercelli con il suo nuovo romanzo che ha per titolo ”Linea retta”  (edizioni bookabook, 2021, pagg. 297 disponibile in cartaceo nelle librerie o acquistandolo online ). Una brillante dimostrazione di etnologia dialogica realizzata e finanziata in crowdfunding sul dramma dei migranti descritto in soggettiva attraverso gli occhi del piccolo Baba. Opera letteraria che si alimenta di visione etnografica, abilità narrativa e testimonianza umana e civile. Ermes è il dio della parola e della scrittura e attraverso di lui Mirko, come uno sciamano tra i Batarriba e gli spiriti loa, ci fa vivere Baba descrivendo il suo viaggio attraverso l’Africa nera, magica, spietata, commovente in tutta la sua alterità chiarendo ciò che ci è oscuro, mutando in familiare e noto ciò che ci è estraneo. Come un informatore da un realtà sconosciuta, ci manda dei messaggi in bottiglia, facendoci scoprire l’animismo e la sua sostanza, come un tam tam di tamburi che ci arriva all’orecchio. Il viaggio di Baba diviene metafora del crescere e vivere con tutte le sue difficoltà e contraddizioni, le  sue suggestioni, le sue trappole ma soprattutto le sue opportunità e il suo potere salvifico. Vincent Crapanzano allievo del grande Clifford Geertz sostiene che nella descrizione etnografica è mascherata, parole sue la ” sovversione del reale ” perché non riconoscendo la natura provvisoria dei suoi studi e delle sue conclusioni l’antropologo non è mai consapevole di quanto il supporto retorico relativizzi e condizioni le sue ” verità ”. La sua opera ci avverte Mirko ‘’è un insieme di cose inventate, verosimili e vere, per stimolare il lettore a documentarsi in prima persona’’. E chiudo con il suo esergo in apertura del testo:

‘’ Viaggiano i viandanti.

Viaggiano i perdenti, più adatti ai mutamenti .’’

C.S.I., In viaggio.

Aldo Colonna

L’isola del libro

Rubrica settimanale a cura di Laura Goria

Deborah Ellis “Sotto il burqa” -Bur Rizzoli- euro 11,00

Questo libro è scritto dalla canadese 61enne Deborah Ellis, molto attiva sul fronte dell’impegno sociale e oggi anche assistente sociale a Toronto. Femminista e pacifista convinta, fin dall’età di 17 anni ha lavorato in varie zone del pianeta (tra le quali l’Africa) e vissuto un’esperienza decisamente importante in un campo per rifugiati afghani in Pakistan. Da lì e dai racconti delle donne afghane scampate all’orrore dei talebani nasce questo libro che insieme ai successivi “Il viaggio di Parvana” e “Città di fango” forma la “Trilogia del burka”.
Sono nati come libri per ragazzi ma nulla vieta agli adulti di leggerli, perché in modo diretto e chiarissimo fa luce su una realtà drammatica che noi occidentali nati in paesi democratici neanche riusciamo a immaginare.
Con una scrittura lineare ed incisiva racconta la stentata e difficilissima vita delle donne sotto il regime talebano che vieta loro praticamente ogni libertà.

Parvana è una bimba di soli 11 anni, la sua famiglia ha perso tutto sotto i bombardamenti ed ora è ridotta a vivere nell’ombra e nella calura di una sola stanza.
La mamma era redattrice in una radio di Kabul e sotto il regime dei talebani è stata licenziata. Adesso vive col marito e 4 figli in una manciata di metri quadri.
Parvana e il padre procurano il magro sostentamento della famiglia andando al mercato a vendere le poche cose rimaste.
Una vita di stenti e povertà assoluta, che per le donne è ancora più amara. Non possono uscire da sole e devono comunque nascondersi dalla testa ai piedi sotto l’odiato burka che impedisce loro persino di camminare vedendo dove mettono i piedi.

Poi un giorno le milizie irrompono nella stanza e portano via con la forza e le percosse il padre. Senza di lui che poteva andare al mercato la famiglia non sa come sopravvivere.
Poi ecco lo stratagemma: a Parvana tagliano i capelli, la trasformano in un ragazzino e la vestono con i panni del fratello adolescente che era saltato in aria su una mina antiuomo. E’ la svolta che la dice lunga sulla situazione estrema delle donne afghane. Parvana diventa un cugino arrivato da fuori e può girare a volto scoperto, perché diventa solo un altro ragazzo per strada.
E’ così che incontra una compagna di scuola (i talebani le hanno chiuse tutte) che ha avuto la sua stessa idea. Le due ragazze camuffate da maschi ora possono andare al mercato, vendere e trafficare anche nel recupero di ossa umane che fruttano parecchi soldini. Ed è un’altra amara pagina dell’oppressione e della miseria che il regime talebano porta con sé.

 

Adania Shibli “Un dettaglio minore” -La nave di Teseo- euro 17,00

L’autrice è nata in Palestina nel 1974 ed ha al suo attivo romanzi, racconti, saggi ed opere teatrali. Ha vinto premi importanti ed è stata finalista al National Book Award 2020 e all’International Man Booker Prize 2021.
In questo breve romanzo racconta la storia di una donna di Ramallah che cerca di fare luce sull’omicidio di un’ adolescente beduina nel deserto del Negev.
L’episodio risale al lontano 1949, durante la guerra contro i paesi arabi confinanti che accompagnò la nascita d’Israele. Conflitto che i palestinesi chiamarono Nakba e causò l’esodo e l’espulsione di circa 700. 000 persone. Gli israeliani la celebrano come Guerra d’indipendenza.
Il 13 agosto di quell’anno alcuni soldati delle Forze di difesa israeliane attaccarono un accampamento di beduini nel deserto, uccisero uomini e dromedari, ad eccezione di una ragazza «…raggomitolata come uno scarafaggio nel suo abito nero». La catturano, il capitano la violenta e poi la passa ai suoi soldati offrendo loro «l’opportunità di divertirsi con lei».
A turno la stuprano per giorni, poi le sparano e la seppelliscono nella sabbia.

Quello stesso giorno, 25 anni dopo, il 13 agosto del 1974, su quello stesso suolo nasce Shibli, che ai giorni nostri è diventata una donna della diaspora ed una ricercatrice ossessionata da quel brutale omicidio. Decide di voler dare voce a quella vittima dimenticata, che era stata abusata e infine annullata nel mare di sabbia che è diventato la sua tomba.

Il racconto viaggia su due piani: da un lato la narrazione del comandante che ha condotto l’aberrante azione e dall’altro la voce della giovane donna che legge del misfatto su un giornale e non si dà pace finché non restituisce una voce alla vittima.
Per capire il titolo occorre sapere che fino a pochi anni fa gli stupri di guerra erano considerati dettagli minori….

Kate Grenville “Una stanza fatta di foglie” -Neri Pozza- euro 18,00

La Grenville è una delle più famose e acclamate scrittrici australiane, diventata famosa con il successo del suo primo romanzo “Il fiume segreto” nel 2005, considerato un classico della letteratura contemporanea.
Questo libro inizia con il ritrovamento in una storica casa di Sydney di una scatola di latta che contiene le memorie di Elizabeth MacArthur, moglie di uno dei primi coloni e padre dell’industria della lana australiana, che diventò -anche grazie al supporto della moglie- l’uomo più ricco e potente del Nuovo Galles del Sud.

Elizabeth Veale era nata nel 1766 da un agricoltore di un piccolo villaggio del Devon, e fu accolta e cresciuta dal pastore ricevendo un’educazione simile a quella della sua quasi contemporanea e illustre Jane Austin.
Nel 1788, giovanissima, accetta di sposare l’arido sottoufficiale John Macarthur; uomo a tratti sgradevole, totalmente privo di attrattive e fascino, per nulla delicato e sensibile, piuttosto dominato da una brama di ricchezza e potere.
Lei lo descrive così: «Mio marito era incauto, impulsivo, incostante, capace di ingannare se stesso, freddo, distaccato, egoista….un uomo dalle opinioni pericolosamente squilibrate».

Eppure Elizabeth abbraccia la sua nuova vita accanto a quest’uomo. Esistenza che diventa ancora più complicata quando il marito viene spedito nella colonia penale del Nuovo Galles del Sud, e vi approda con la moglie e il primogenito Edward ancora in fasce.
Elizabeth si trova catapultata dall’altra parte del mondo, sola e alle prese non solo con un marito prevaricatore e disattento, ma anche con una realtà fatta di galeotti, una comunità grezza e violenta.
Ed il romanzo è anche l’affascinante cronaca della nascita dell’Australia popolata dai delinquenti che l’Europa vi scaricava.

La nostra eroina scopre di avere forza interiore da vendere e riesce a sopravvivere a una vita che sembrerebbe destinata all’anonimato e alla solitudine. La molla per fare uno scatto di vitalità è nell’incontro con un ufficiale colto e solitario; il signor Dawes, al quale Elizabeth chiede di impartirle lezioni di astronomia.
Così una volta alla settimana, con costanza i due si incontrano nella capanna di lui che costruisce un rudimentale planetario per meglio farle capire la meraviglia ed il mistero del cosmo.
Mr Dawes riesce ad arrivare al nucleo più intimo del cuore e dell’anima di Elizabeth; i due si intendono alla perfezione e lui la guida anche alla scoperta della botanica.

Da queste lezioni fatte di intesa ed entusiasmo il passo corre veloce nella direzione di una storia d’amore e scoperta intima reciproca. I due amanti si incontrano nel luogo affascinante e segreto di lui, una stanza fatta di foglie e riparata dal resto del mondo; lì al rumore dello sciabordio dell’acqua della baia i due si amano pur sapendo di non avere un futuro.
Di più non vi racconto e lascio a voi scoprire in pagine meravigliose la nascita di un nuovo affascinante paese, l’Australia….

 

Ira Levin “Un bacio prima di morire” -Big Sur- euro 18,00

Ira Levin, nato a New York nel 1929 e morto nel 2007, è stato un grande romanziere e drammaturgo; tra le sue opere anche “Rosemary’s Baby” e “I ragazzi venuti dal Brasile”.
“Un bacio prima di morire” è il suo primo romanzo pubblicato nel 1953, subito di grande successo tanto da aver ispirato anche due film.

Levin ha imbastito una storia dal sapore hitchcockiano, di grande suspense, che ruota intorno a un arrampicatore sociale totalmente privo di scrupoli. Cresciuto da una madre che lo ha sempre osannato, gli ha concesso tutto e tutto perdonato, rendendolo un egocentrico narcisista borderline che aspira solo a una vita di lussi e privilegi e per raggiungerla non disdegna l’omicidio, anzi più omicidi.

Il protagonista ha l’animo di un demone sotto le mentite spoglie di un giovane di bell’aspetto; in realtà è un astuto manipolatore che intuisce i punti deboli delle sue vittime e colpisce senza pietà.
Siamo in ambiente universitario nell’America degli anni 40 e 50 del 900, e Dorothy, la figlia più giovane di un magnate del rame, Leo Kingship, si innamora perdutamente di un compagno di università qualche anno più grande di lei.
Tutto sembra filare liscio ma quando lei rimane incinta e rischia di venire diseredata dal padre ecco che i piani matrimoniali del giovane diabolico cambiano e virano sull’omicidio. Ma senza anticiparvi troppo, i delitti saranno più di uno e ad essere colpita sarà sempre la ricca famiglia newyorkese.

 

“Cittadini con Dante”, Lattes si aggiudica premio europeo

L’OSCAR EUROPEO DEI MATERIALI EDUCATIVI PREMIA UN LIBRO DI TESTO ITALIANO

Lattes Editori si aggiudica il prestigioso Premio BELMA 2021, con il suo “Cittadini con Dante”:  un classico come punto di riferimento per discutere temi e sfide di oggi

Anche i libri di testo scolastici hanno il loro premio internazionale. Si chiama BELMA (Best European Learning Materials Awards), viene assegnato in collaborazione con la Fiera del Libro di Francoforte e celebra ogni anno i migliori materiali educativi d’Europa. Quest’anno tra i premiati c’è anche l’Italia, con il Premio Speciale della Giuria assegnato alla Casa Editrice Lattes per il suo Cittadini con Dante, un testo per la scuola media scritto dalle professoresse Enrica Lavazza, Maria Acanfora, Silvia Fraboni e Anna Jacod.

Il Premio è stato assegnato nel tardo pomeriggio di ieri e il libro, scelto tra materiali educativi di alta qualità provenienti da tutta Europa, ha vinto poiché “offre una prospettiva originale su temi contemporanei di educazione civica, usando la Divina Commedia di Dante come base per stimolare alla riflessione e affrontare questioni attuali”; e ancora “mette in relazione i testi con temi e sfide odierne, ricorrendo spesso a fonti originali e offre proposte concrete di riflessione e dibattito”.

Questo Premio arriva durante la Settimana della Lingua Italiana nel Mondo, l’iniziativa nata nel 2001 e giunta quest’anno alla XXI edizione, in programma dal 18 al 24 ottobre, che quest’anno ha come tema “Dante, l’italiano”.

L’idea alla base di Cittadini con Dante è quella di svolgere con la classe dei percorsi interdisciplinari di educazione civica tra letteratura, storia e arte, a partire dalla vita e dalle opere di Dante Alighieri, di cui quest’anno ricorre il 700° anniversario della morte. Così, ad esempio, l’esilio del Poeta da Firenze apre un percorso che conduce fino al confino fascista e alla vicenda di Altiero Spinelli a Ventotene, dove prese forma l’idea dell’Europa unita. La figura di Francesca da Rimini, che compare nel Canto V dell’Inferno, permette di affrontare il delicato tema del femminicidio. Partendo poi da Costanza d’Altavilla, regina di Sicilia, che troviamo nel Canto III del Paradiso, si sviluppa il tema delle donne in politica, arrivando alle suffragette e alle Madri della Costituzione italiana.
La pubblicazione del libro era stata accompagnata in primavera da una serie di webinar su questi temi, tenuti dalle autrici del testo e seguiti da migliaia di insegnanti. L’entusiasmo mostrato in quell’occasione dai docenti ha suggerito a Lattes l’idea di candidare il libro di testo ai BELMA.

“Può sembrare sorprendente che a ottenere questo riconoscimento sia un libro di testo tutto sommato tradizionale nella forma” racconta Simone Lattes, amministratore delegato della Casa editrice. “Cittadini con Dante non ha effetti speciali; niente percorsi multimediali, esercizi interattivi o tecnologie d’avanguardia. Ci sono solo l’originalità della proposta e la chiarezza espositiva. Un lavoro congiunto tra le nostre ottime autrici e la nostra redazione. A dimostrazione del fatto che, anche nell’età del digitale, la qualità dei materiali didattici è data prima di tutto dal contenuto.”

I BELMA Awards sono assegnati in collaborazione con la Fiera del Libro di Francoforte, IARTEM (International Association for Research on Textbooks and Educational Media) e European Educational Publishers Group.

La Casa Editrice Lattes è stata fondata a Torino nel 1893, quando Simone, allora impiegato dell’odierna Libreria Luxemburg, aprì la Libreria Lattes di via Garibaldi 3. Nella seconda metà del Novecento si è progressivamente concentrata sulla scuola secondaria di primo e secondo grado pubblicando libri di testo che hanno accompagnato milioni di studenti. Oggi la Casa Editrice è guidata dalla quinta generazione della famiglia.

Vita di trincea, il messaggio sempre attuale di Rigoni Stern

Caro direttore, come sempre, ogni articolo di Marco Travaglini è motivo di una gioiosa lettura e attenzione e alla fine  sempre di commozione come in questo caso l’articolo su  Mario Rigoni Stern ovvero:  

La memoria dell’ umanità nell’uomo  che comprende cosa è giusto e cosa no, come un risvegliarsi da un sogno drammatico e capire che  l’essere umano  non è fatto per una guerra di conquista, di parole ridondanti di un uomo che si crede al di sopra dell’uomo, che  lo utilizza come  fa un bambino  nel  gioco di soldatini.  Come allora non riflettere  su quanto,  con parole comprensibili, Mario Rigoni Stern ha descritto della vita di trincea in Russia a 40° sotto zero, della ritirata con in mente la casa, il focolare che ti impedisce di arrenderti   quando i piedi divengono ghiacciati al punto che non puoi più proseguire se non stringendo i denti …e avanti un piede e l’altro con dolore disperato,  forse raggiungere una hisba, dove una popolazione di donne vecchi e bambini ti accolgono con un po’ di calore, quel calore che ti ridona la vita,  e ti offrono metà  della loro cena ovvero una patata cotta, un gesto di cristiana umanità.  Grazie a  Marco Travaglini che con la sua avvincente  e credibile scrittura ci ricorda tutto questo.  Con  gratitudine

Wilma Minotti Cerini

Mario Rigoni Stern, il centenario del grande vecchio dell’Altipiano

Mario Rigoni Stern, il centenario del grande vecchio dell’Altipiano

Cento anni fa, il 1° novembre 1921, giorno dei morti, nasceva a Asiago Mario Rigoni Stern, uno dei più importanti narratori del Novecento italiano.

Per ricordarlo e aiutarci a conoscerlo più a fondo Giuseppe Mendicino ha pubblicato, recentemente, per l’editore Laterza “Mario Rigoni Stern. Un ritratto”. Si tratta di un libro utilissimo, impreziosito da belle immagini messe a disposizione dal figlio Alberico, primogenito di Rigoni Stern, che offre squarci poco conosciuti o addirittura inediti sulla vita dell’autore del Sergente nella neve, dall’infanzia in via Ortigara dove viveva la sua famiglia, agli anni giovanili e dei giochi spericolati sull’Altopiano dei Sette Comuni che spaventavano la madre Anna (“Can de toso, mi fai morire” lo rimbrottava per poi coccolarselo e difenderlo) fino ai tempi della guerra, della ritirata di Russia e della prigionia. Le vicissitudini della guerra sono state narrate da Rigoni Stern non soltanto nel suo capolavoro, ma anche in volumi come Quota Albania, Ritorno sul Don, I racconti di guerra,Quel Natale nella steppa, Tra due guerre. Nel volume sono rievocati gli anni della ricostruzione, il lavoro all’ufficio imposte del catasto, la scrittura e la grande lezione d’amore per la montagna e la natura che accompagnarono per tutta la vita l’impegno e l’etica morale di Mario Rigoni Stern e ci avvicinano al suo stile narrativo semplice e chiaro, profondo e mai banale, fortemente caratterizzato da una vena umanissima, antieroica e di forte valore civile. Scrive Mendicino: “Rigoni teneva ad evidenziare che l’etica è una, a tutte le latitudini, dovunque ci troviamo. I valori sono sempre gli stessi: amicizia, coraggio, desiderio di libertà, altruismo. L’umanità è una, al di là dei confini, dei colori e delle razze. E’ stato un uomo coerente, che ha vissuto, applicando in maniera concreta questi valori“. Un altro tema caro allo scrittore di Asiago che trova largo spazio nel racconto di Mendicino fu il rapporto d’amore e rispetto per la natura, il paesaggio, la flora e gli animali. In una intervista Rigoni Stern confidò come il suo ambiente fosse ”fatto di boschi, di pascoli, di montagne, di nevi e temporali”. Temi ai quali dedicò libri importanti come Il bosco degli urogalli, Inverni lontani, Aspettando l’alba, Uomini, boschi e api e soprattutto Arboreto salvatico. In quest’ultimo libro , pubblicato nel 1991, Mario Rigoni Stern scelse venti alberi a lui particolarmente cari e li raccontò, partendo dalle caratteristiche botaniche e ambientali per poi illustrarne la storia e le ricchezze, spiegando gli influssi che hanno avuto nella cultura popolare e nella letteratura, non facendo mancare riferimenti alle sue esperienze di vita. Una intera comunità e le sue genti, quella dell’altipiano dei Sette Comuni, venne narrata nella stupenda trilogia composta da Storia di Tönle, L’anno della vittoria e Le stagioni di Giacomo, annoverabile senza dubbio tra i suoi libri migliori. Mario Rigoni Stern. Un ritratto  è la terza opera che Giuseppe Medicino gli ha dedicato, accanto a Mario Rigoni Stern. Il coraggio di dire no, e Mario Rigoni Stern. Vita, guerre, libri. Il centenario della nascita è celebrato anche da un bellissimo volume a fumetti che gli dedica un omaggio antiretorico, incrociando le sue narrazioni e la biografia con una formula intelligente e originale. I due grandi temi che costituiscono il filo comune delle sue opere letterarie, come ricorda nella prefazione Sergio Frigo, presidente del Premio letterario Rigoni Stern, sono quelli della storia – “la guerra che tutto travolge senza remissione”, e la natura, “che invece rimargina le ferite e risolleva l’uomo dagli abissi in cui si va periodicamente a cacciare”. La sceneggiatura del graphic novel è intessuta sulla vicenda de Il sergente nella neve, in cui Mario Rigoni Stern ripercorre la ritirata di Russia con i suoi alpini riportati “a baita“, con i ricordi rivissuti nel Ritorno sul Don quando, accompagnato dalla moglie, intraprese il viaggio verso l’Est per rivedere i luoghi della guerra “col cuore gonfio e la toponomastica impressa nella mente”.

La storia si intitola semplicemente Rigoni Stern (144 pagine edite da Becco Giallo, con la sceneggiatura di Camilla Trainini e i disegni di Chiara Raimondi) e inizia nel 1970 quando allo scrittore, seduto al suo tavolo di impiegato del catasto di Asiago, di tanto in tanto e quasi inavvertitamente trascrive sui fogli i nomi dei commilitoni, sussurrando: “Sento di avere un conto in sospeso con la memoria”. Parte con la moglie Anna per il lungo viaggio in treno alla volta di Kiev dove sono attesi da una guida per raggiungere la steppa russa e i luoghi del fronte del Don che riaccendono in lui le memorie. Le illustrazioni della venticinquenne Chiara Raimondi cambiamo colore ogni volta che si passa dal presente al passato, imprimendo una potente forza evocativa al racconto. Spesso le frasi sono tratte dai due libri, rispettando rigorosamente il pensiero e le descrizioni dello scrittore nei giorni della ritirata e della battaglia di Nikolajewka, dei campi di concentramento e del ritorno sull’altipiano. Le due giovanissime autrici fanno riecheggiare la sua voce: “..sotto la neve ritrovo i miei sentieri, sento di non essere solo. Nel silenzio, sembra che i compagni camminino ancora con me, risvegliati dalla memoria”. Un originale tributo al più grande scrittore di montagna del dopoguerra.

Marco Travaglini

Libri d’artista e di poesia visiva alla libreria antiquaria Freddi

È stata Inaugurata mercoledì 20 ottobre scorso la mostra intitolata “Sulle tracce di multiformi percorsi d’artista: libri d’artista e di poesia visiva” presso la libreria antiquaria Freddi, in via Mazzini a Torino.

L’esposizione vuole essere l’occasione di approfondimenti critici, presentando libri di poesia visiva, di artista, libri oggetto e pop up d’artista, ponendo l’attenzione sulla varietà di tipologie e di tecniche inerenti il libro d’artista, che deve essere inteso come uno strumento in costante evoluzione.
Il “Progetto animato e d’artista” è curato dall’Associazione culturale “Collezione Piero Marengo Progetto libro animato e d’artista”  ha anche promosso, a margine della mostra, una tavola rotonda, per esaminare in maniera più approfondita i rapporti presenti tra editoria e libro d’artista, in una reciproca ridefinizione e in un vero e proprio confronto frontale.
I libri animati e d’artista costituiscono una straordinaria forma di sperimentazione e di ricerca innovativa nel campo della lettura e della trasmissione della cultura. All’estero hanno ottenuto la massima valorizzazione e godono del completo riconoscimento da parte dei soggetti istituzionali competente, quali biblioteche, musei e accademie. Non hanno, invece, purtroppo ancora raggiunto la giusta considerazione in Italia , Paese in cui non ne sono state ancora colte appieno le implicazioni profonde nei confronti dei processi di conoscenza, lettura e percezione del testo.
L’Associazione Culturale Collezione Piero Marengo-Progetto libro animato d’artista si propone di valorizzare le raccolte della collezione attraverso l’organizzazione di mostre e manifestazioni capaci di metterne in luce il valore culturale e spettacolare, oltre che attraverso la promozione di convegni, conferenze e tavole rotonde, in grado di di stimolare lo studio scientifico del libro animato.
La tavola rotonda, che si è tenuta mercoledì 20 ottobre scorso nel pomeriggio presso la Biblioteca Civica Centrale, nella Sala Conferenze, in via della Cittadella 5, è stata introdotta e coordinata dal professor Maurizio Vivarelli, del Dipartimento di Studi Storici dell’Università degli Studi di Torino. Ha visto l’intervento di artisti del libro, piccoli editori, storici del libro e dell’arte, accanto a esperti di arte grafica. Sono intervenuti Liliana Ebalginelli, Fernanda Fedi, Gino Gini, Alina Kalczynska, Elisa Pellacani, Alfredo Taroni e Susanna Vallebona.
La mostra è visitabile dal 21 al 30 ottobre prossimi con prenotazione di 15 gruppi di persone la volta e sarà richiesto di esibire il greenpass.
Orari di apertura: dal lunedì al sabato 10.30- 12.30; 16-19.30.
Le riprese audio e video dei due eventi sono realizzate dal giornalista e videomaker Carlo Buonerba ( Ceo Kelados) e saranno disponibili sul sito www.librianimatidartista.it

Mara Martellotta

“Le donne, i cavallier, l’arme, gli amori”, libri medievali a Saluzzo

“Festa del libro medievale e antico di Saluzzo”. Prima Edizione

“Le donne, i cavallier, l’arme, gli amori”

Da venerdì 22 a mercoledì 27 ottobre

Saluzzo (Cuneo)

L’immagine guida è un particolare dell’affresco “San Giorgio e la principessa”, presente nella  “Cappella di San Ponzio” a Castellar, nel Saluzzese, opera di Pietro Pocapaglia (meglio noto come Pietro da Saluzzo) risalente alla metà del XV secolo. E il sottotitolo richiama i primi versi de “L’Orlando Furioso” di Ludovico Ariosto – “Le donne, i cavallier, l’arme, gli amori” – che portano subito il lettore all’immaginario medievale intessuto di eroismi, sfide, viaggi, guerre, amori e magie. La prima edizione della “Festa del libro medievale e antico di Saluzzo” si presenta come nuova manifestazione libraria dedicata alla cultura e storia medievale, lette e approfondite attraverso romanzi, saggi, fantasy, lezioni, musiche e performance, promossa dalla “Fondazione Cassa di Risparmio” di Saluzzo e dalla Città di Saluzzo, in collaborazione con il “Salone Internazionale del Libro” di Torino e la “Fondazione Amleto Bertoni”. Obiettivo: portare all’attenzione del grande pubblico un periodo storico, dal V al XIV secolo, che da sempre esercita una forte fascinazione sull’immaginario collettivo (come dimostra l’attuale successo di romanzi, serie televisive, film e videogiochi che a quelle atmosfere ancor oggi si ispirano) e che fu un laboratorio culturale straordinario da cui nacque l’ “idea europea”, anche se troppo spesso la cosiddetta “Età di mezzo” viene minimizzata come storico “momento oscuro” in opposizione al Rinascimento. L’iniziativa si svolgerà da venerdì 22 a mercoledì 27 ottobre, e trova nella città di Saluzzo, che fu capitale dell’omonimo Marchesato, il suo luogo ideale di espressione. “Evento unico nel suo genere in Italia– spiegano i curatori Marco Piccat, professore di Filologia Romanza all’Università di Trieste e presidente della Fondazione CRS, e Marco Pautasso del Salone Internazionale del Libro di Torino – la Festa del libro medievale e antico intende rivalutare, in antitesi alla vulgata dominante, un’epoca che fu laboratorio culturale straordinario, nonché incubatore dell’idea europea. Il Medioevo contribuì, infatti, alla circolazione delle lingue e dei saperi, favorì non solo gli scambi commerciali, ma soprattutto le contaminazioni e gli intrecci artistici, culturali e politici tra i vari paesi europei”. Molteplici gli appuntamenti in programma: dagli incontri con storici e scrittori alle lezioni magistrali, via via fino ad animazioni e laboratori per bambini e adulti, reading, mostre, ma anche concerti, proiezioni di film,  spettacoli teatrali, rappresentazioni storiche e altro ancora. Previsti addirittura spettacoli di falconeria (lungo la salita al Castello) e laboratori di calligrafia e miniatura. Si inizia sabato 22 ottobre, alle  ore 18, al Cinema Teatro “Magda Olivero”.  Tra gli ospiti, solo alcuni nomi: il 22, il giornalista e scrittore Aldo Cazzullo, con una “lectio magistralis” ispirata al suo nuovo libro “Il posto degli uomini. Dante in Purgatorio dove andremo tutti” (Mondadori) e, a seguire, il 23, il cantautore Angelo Branduardi, il “Menestrello” che ha saputo unire la musica medievale e rinascimentale con la musica folk tradizionale, in concerto acustico con Fabio Valdemarin.

E ancora dal 24 in poi una nutrita serie di storici, letterati e scrittori, per chiudere, il 27 ottobre, con Franco Cardini, noto storico e saggista specializzato nello studio del Medioevo, che terrà una “lectio magistralis” tratta dai temi del volume “Le cento novelle contro la morte” (Salerno Editore). Al programma si affiancherà anche una parte espositiva, dove il pubblico sarà accolto da editori, librerie ed enti culturali con le loro proposte di catalogo, le novità sul tema e la presenza di copie di libri esclusivi, sia manoscritti che a stampa. Inoltre gli esercizi commerciali (in una città che per l’occasione sarà tutta  vestita a festa e ricca di proposte culturali ed enogastronomiche a tema) ospiteranno titoli di libri selezionati sul tema, dalla saggistica alla narrativa, dal fantasy ai libri antichi, che a fine manifestazione confluiranno in un nuovo “Fondo del Libro Medievale” da destinare alla Biblioteca civica di Saluzzo “Lidia Beccaria Rolfi”.

Per info e informazioni dettagliate su programma, date e luoghi destinati all’evento: www.salonelibro.it-visitsaluzzo.i

g.m.

Nelle foto

–         Pietro Pocapaglia: “San Giorgio e la principessa”, metà XV secolo, Photo Giorgio Olivero – Ufficio BCE Diocesi di Saluzzo

–         Angelo Branduardi

–         Spettacolo di falconeria

“Come ho perso 20 kg ridendo. In menopausa. E per sempre.”

PRESENTATO AL SALONE DEL LIBRO

LIBRI / “Arrivi ad un punto della vita in cui mangi come una suora laica vegana, annusi un sorso di
vino, lecchi la confezione del gelato da fuori… e ti viene la pancia!

Arrivi al punto in cui provi ogni cosa: dai sostituiti del pasto (che li butti giù e ti appare la
Madonna di Medjugorje con una fetta di pizza), alla dieta del prosciutto (prendi un
prosciutto intero, lo butti dentro a un Frecciarossa e lo rincorri).

Quando sei davvero disperata, ti imbatti in un programma di dimagrimento con un coach
che pare sapere come ti senti.

E, con l’intento di smascherarlo, tanto su di te non funzionerà, inizi un programma e scopri
che ti fai un culo così, ma ti diverti talmente tanto che non te ne accorgi.

Ti racconto di come ho perso 20 kili. Ridendo. Per sempre. E in menopausa. Non ci
credi?”

“Come ho perso 20 kg ridendo. In menopausa. E per sempre.” è l’esilarante testimonianza
di Vanna Greggio del suo personalissimo viaggio compiuto per mettere alla prova (e,
nelle sue intenzioni, smascherare) l’ennesima promessa di dimagrimento e remise en
forme da parte di un personal trainer che si rivolge alle donne in menopausa o in procinto
di esserlo.

Il coach Daniele Tarozzi ha, infatti, messo a punto un programma con poche regole di
buon senso somministrate in “minime dosi efficaci” che dal 2019 ha consentito a centinaia
di donne di contrastare con grande efficacia tutti gli effetti della menopausa.

Risultati scientifici alla mano, il programma Be Perfect Lifestyle illustra gli effetti del
cortisolo e della glicemia sulla donna over 50, propone un’alimentazione molto semplice
da seguire – senza contare calorie, pesare il cibo e soffrire la fame. E prende per mano
anche le poche, fortunatissime donne, che in menopausa non prendono peso, ma sentono
la necessità di aumentare la massa magra, contrastare l’insonnia e l’infiammazione a
livello articolare. Così facendo le porta tutte a raggiungere risultati assolutamente insperati
e sfata i miti e le autentiche fake news del mondo del dimagrimento e del fitness, che
altrimenti le indurrebbero a rassegnarsi di fronte a questa immensa sfida per la salute, il
benessere e la bellezza della donna.

Questo diario di Vanna Greggio, un’autentica Bridget Jones arrivata agli “anta”,
racconta una spassosa avventura su come dimagrire per sempre. Una storia a lieto fine
dopo insuccessi, diete di ogni genere, workout forsennati ma inutili ed effetti “yo-yo”.
Condita da riflessioni semi-serie e consigli pratici – ricette comprese – per cambiare stile di
vita in modo sostenibile.

L’AUTRICE VANNA GREGGIO
Vanna Greggio, lavora nella comunicazione per necessità, nella moda per passione, scrive
per sopravvivenza.
Debutta a teatro nel millennio scorso e collabora con varie compagnie, portando anche
oltralpe il cabaret torinese.
Affronta da sempre la vita con ironia e leggerezza, trasformando problemi seri in soluzioni
facili.
Fonda e dirige un blog di satira femminile di successo fino al 2020, poi arriva il lockdown e
il mondo diventa incomprensibile.
Dal percorso dentro e fuori sé stessa nasce questo primo libro, per aiutare tutte le donne
ad amarsi e migliorarsi