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I socialisti e l’Italia raccontati da La Ganga

Ho letto di un fiato le 111 pagine de “I socialisti e l’Italia. Conversazione con Giuseppe La Ganga, a cura di Salvatore Vullo”. Edizioni Rubettino.

Grazie alla amichevole solerzia di Salvatore Vullo ho ricevuto, appena disponibile “la Conversazione” che ho citato e che, ripeto, ho letto di un fiato; di un fiato perché non si può fare diversamente.

La lettura ti cattura, ti prende.

La Ganga, con Vullo, fa fatto una cavalcata, sul filo della memoria, sulla storia del PSI e sulla sua esperienza politica torinese e nazionale.

Avremo tempo ed occasioni per riflettere su quanto scritto, ma l’impatto, anche emotivo, nel ripercorrere gli anni nostri è forte; l’evocazione di episodi, nomi di tanti compagni con i quali si è percorso un lungo tratto di vita, è una evocazione che non lascia indifferenti.

Certo nel ricordare l’errore è possibile  ed uno riguarda. Parlando del congresso socialista torinese degli anni ’60 si legge che “nel nuovo comitato direttivo provinciale, ci fu l’ingresso, per la corrente di sinistra, di Nerio Nesi, Giuseppe Muraro, Maria Magnani Noya e Filippo Fiandrotti.

Non è così i nomi furono Nesi, Muraro, Magnani Noya e Libertino Scicolone ( e NON Fiandrotti).

Com’è noto, ai pochi che ci conoscono, io e Filippo siamo stati sodali per “una vita” e, se ci fossa ancora, si sentirebbe un usurpatore nel leggere la sostituzione

Certo la per la Storia questa erronea sostituzione non significa nulla, ma per la piccola storia di ognuno di noi cambia molto  ….. anche le formiche, nel loro piccolo, hanno diritto all’unicuique suum.

Certamente Curatore ed Editore provvederanno all’Errata Corrige, ma ho voluto segnalarlo perché scripta manent.

Non mi resta che ringraziare Giusi e Salvatore per il lavoro e fatto e a tutti la lettura.

Libertino Scicolone

Tito Boeri: “Riprendiamoci lo Stato”

 Più di un libro, un manifesto per una Italia ad un’altra velocità

La saggistica è un genere per lo più ostico e che spesso allontana gran parte, dei pochi lettori italiani. Questo è un vero peccato quando si pensa a un libro come Riprendiamoci lo Stato, edito da La Feltrinelli e scritto dall’ex presidente di Inps Tito Boeri e dal noto giornalista Sergio Rizzo. Questo lavoro che denuncia come il tempo stia scadere per una Italia soffocata da una pubblica amministrazione “piena di falle, disfunzioni e incompetenze“, è più di un saggio potendo perfettamente essere annoverato tra i manifesti più dettagliati per una credibile agenda politica che riporti il Paese all’onore del mondo…

… continua a leggere:

http://strumentipolitici.it/tito-boeri-riprendiamoci-lo-stato-piu-di-un-libro-un-manifesto-per-una-italia-ad-unaltra-velocita

L’isola del libro

Rubrica settimanale a cura di Laura Goria

Joyce Carol Oates   “Ho fatto la spia”   -La nave di Teseo –   euro   20,00

E’ più importante restare fedeli alla propria famiglia, coprendone le colpe, o prima di tutto si deve essere fedeli alla verità e ai propri principi morali?

Questo è l’asse portante dell’ultimo corposo (489 pagine) romanzo della grande scrittrice americana che, a 82 anni, con oltre 100 libri pubblicati –tra saggi, poesie e romanzi- ha scandagliato a fondo i meandri dell’America contemporanea mettendone a nudo soprattutto i difetti.

“Ho fatto la spia” è la tormentata storia di Violet Kerriganultima di 7 figli di una famiglia irlandese, proletaria e cattolicaambientata nella cittadina di Niagara. Il suo ultimo giorno d’infanzia si sfracella ai suoi 12 anni quando la tragedia irrompe e lei sarà la chiave di volta.

Una notte 2 suoi fratelli maggiori tornano a casa ubriachi dopo aver investito e massacrato a suon di mazza da baseball uno studente di colore. Il giovane muore e Violet è l’unica a sapere cosa è  successo. Non vorrebbe, ma alla fine, quasi inconsapevolmente, è proprio lei a denunciarli e mandarli in prigione. Ha fatto la spia, è una traditrice, un “ratto” (nello slang americano è così che viene etichettato uno spione) e per questo viene ostracizzata dalla famiglia.

Da quel momento in poi padre, madri, fratelli e sorelle, le volteranno le spalle e non le perdoneranno mai l’aver tradito quelli che avrebbero dovuto essere i suoi affetti più vincolanti. Viene mandata a vivere lontano, da una zia, si trasforma in un’adolescente chiusa, ma dimostra anche tutta la sua resilienza.

Un romanzo travolgente, di  lucido realismo sociale, che scava nell’anima dei protagonisti e nelle pieghe di una società in cui imperano ancora machismo, razzismo e disuguaglianze sociali.

La storia è datata 2003, ma anticipa echi di cronaca più recente e racconta un episodio di pestaggio e omicidio bianco-razzista di un giovane nero, cosa che di fatto avviene ancora troppo frequentemente in America.

 

Isabelle Desesquelles  “Gli uomini muoiono le donne invecchiano”  -Edizioni Clichy-  euro 17,00

E’ un autentico gioiello questo libro di 197 pagine che racchiudono infinite traiettorie di vita, tutte narrate con estrema maestria, sensibilità, empatia e punte sovrane di ironia.

Dieci donne si raccontano e ruotano tutte intorno all’Eden, l’istituto di bellezza in cui Alice le accoglie, coccola e,all’occasione, consola.

Le statistiche evidenziano che gli uomini hanno vite più brevi, mentre alle donne tocca in sorte continuare ad andare avanti, tra rughe e acciacchi, dolori dell’anima, ricordi struggenti.

Sembra che abbiano in mano le carte migliori…ma non è detto che sia davvero così. Avventurandovi nei racconti delle protagoniste lasciatevi avviluppare dalle loro storie, imbastite intorno all’assenza di Eve, eroina romantica che non è riuscita a sopravvivere alla prematura e tragica morte del marito.

Le altre, in qualche modo tutte legate a lei -madre, sorella, cugine, nipoti e bisnipoti- continuano a vivere, guardandosi indietro ma cercando anche, faticosamente, di andare avanti.

I loro racconti parlano anche di noi e delle nostre vite, sviscerano sentimenti, affetti, dolori, gioie o rinunce in cui possiamo riconoscerci.

Un libro che parla di vita, quella interiore e più profonda, e ci regala frasi magnifiche ed emblematiche come questa: «Le prime settimane, sul viso dei bambini, si cercano le tracce dei genitori. Quando la fine si avvicina, prendiamo gli stessi identici tratti di nostro padre o nostra madre. La somiglianza alla nascita e alla morte. In mezzo, uno prova a vivere».

 

Sara Fruner   “L’istante largo”  -Bollati Boringhieri-  euro 15,00

L’autrice di origine trentina-che vive a New York dove insegna italiano alla New York University– ha già dato alle stampe libri di poesia, ed ora debutta nella narrativa con questo romanzo che parla di formazione e dell’incredibile e  profondo legame tra una nonna artista e il suo geniale nipote.

Lui è Macondo, ha 15 anni, un quoziente intellettivo che sovrasta la media, e il suo passato è racchiuso dentro una scatola che la nonna tiene nascosta nel suo studio, in alto.

Tra loro due c’è un patto: lui non parla della scatola e lei gli spiega tutto. Ma «non parlare della scatola vuol dire non parlare delle tre madri». Perché Macondo sa di averne avute tre, non ne ricorda neanche una, ma una foto sulla scrivania le ritrae tutte insieme. Ed è troppo curioso e  intelligente per aspettare che la nonna gli racconti tutto al compimento dei 18 anni.  

Così inizia la sua sottile indagine: spinto da soverchiante curiosità si mette a raccogliere indizi e aneddoti, frugando abilmente nei ricordi dell’entourage dell’incredibile nonna. L’anticonformista artista cilena Rocío Sánchez, la cui voce è stata azzerata da un intervento alla gola e che comunica scrivendo su foglietti.

Una storia che parla di legami profondi e famiglie che non hanno fondamenta biologiche, ma sono edificate ed innalzate con l’amore. Non tanto legami di sangue, ma di amore, che delineano la ricerca d’identità di Macondo.

 

George Gissing  “New Grub Street”  -Fazi-  euro 20,00

Ecco un autore britannico da riscoprire, attraverso questo suo romanzo del 1891, ora pubblicato per la prima volta in italiano.

Gissing, nato nel 1857 e morto nel 1903, è stato uno degli scrittori inglesi più noti del secondo 800.

Nato in una famiglia borghese, ha avuto una vita travagliata. Il padre farmacista muore quando lui  ha solo 13 anni, ed è l’inizio di una serie di passaggi in collegi. Poi si innamora di Nell, ragazza di malaffare che lui cerca di riportare in carreggiata anche rubando nel college; viene scoperto ed arrestato. Dopo la prigione emigra in America dove stenta a sopravvivere, deluso torna in Inghilterra e sposa la ragazza: ma il matrimonio non regge, lei è un’alcolizzata e morirà nel 1888. Gissing si arrabatta tra romanzi e racconti mal pagati, si sposa una seconda volta, ma sarà un altro fallimento. L’ancora di salvezza della sua vita saranno i viaggi che, da colto latinista e grecista, compie nella Magna Grecia e in Italia. Poi un’altra chance di felicità è nell’incontro con la traduttrice francese Gabrielle  Fleury con la quale vive a Parigi i suoi anni migliori, fino alla morte precoce nel 1903.

“New Grub street” è considerato il suo capolavoro. E’ il nome della strada londinese in cui vennero  aperte le prime stamperie e mette a fuoco il dilemma degli scrittori: bisogna coltivare la letteratura come espressione artistica e assoggettarsi a una vita modesta in nome dell’arte, oppure darsi alla più remunerativa arte commerciale?

I due protagonisti incarnano le due tendenze e Gissing ne intreccia i  destini. Da  un lato c’è il giovane Jasper Milvain, giornalista rampante e calcolatore che crede nell’importanza delle  pubbliche relazioni e nei matrimoni di convenienza, disposto a tutto pur diottenere il successo.

Dall’altra il talentuoso sognatore Edwin Reardon, penalizzato da uno scarso riscontro commerciale e vessato dall’arida moglie Amy, di ceto superiore che lo sprona ad accettare compromessi pur di  sfuggire alla povertà. E sullo sfondo la società vittoriana con i suoi pregi e difetti….

Elif Shafak è la vincitrice del Premio Lattes Grinzane 2020

Con “I miei ultimi 10 minuti e 38 secondi in questo strano mondo”

Sabato 10 ottobre 2020. Elif Shafak, scrittrice turca residente a Londra, è la vincitrice del Premio Lattes Grinzane 2020 – X edizione con I miei ultimi 10 minuti e 38 secondi in questo strano mondo (traduzione di Daniele A. Gewurz e Isabella Zani), edito da Rizzoli.

Gli altri finalisti in gara erano: Giorgio Fontana con Prima di noi (Sellerio), Daniel Kehlmann (Germania) con Il re, il cuoco e il buffone(traduzione di Monica Pesetti; Feltrinelli), Eshkol Nevo (Israele) con L’ultima intervista (traduzione di Raffaella Scardi; Neri Pozza), Valeria Parrella con Almarina (Einaudi).

Il Premio Speciale Lattes Grinzane, da sempre dedicato a un’autrice o un autore internazionale, è andato alla Protezione Civile, come apprezzamento per il grande impegno profuso nell’affrontare l’emergenza sanitaria e combattere la diffusione del contagio da Covid-19. Il Premio è stato ritirato dal capo Dipartimento Protezione Civile Angelo Borrelli. «Si tratta di una compartecipazione più stretta, di una condivisione doverosa e per certi versi inevitabile con il nostro Paese, con le sofferenze e i bisogni degli uomini, di cui la letteratura e la cultura non possono non farsi carico. Intorno alla Protezione Civile si sono raccolti, in questi mesi, tutti gli sforzi dell’Italia per rispondere all’emergenza: intorno alla Protezione Civile intendiamo raccoglierci anche noi con il nostro Premio, per testimoniare che anche la letteratura può e deve contribuire a costruire un nuovo futuro», spiega la motivazione della Giuria tecnica.

La motivazione con cui la Giuria Tecnica del Premio aveva scelto a maggio il romanzo di Elif Shafak tra i finalisti sottolinea la forza delle donne nella ricerca di libertà e felicità in paesi in cui viene negata e soffocata da sfruttamento, emarginazione, violazione dei diritti.

«Il romanzo di Elif Shaftak è un atto d’amore, da lontano, alla città di Istanbul e soprattutto alla sua anima femminile: Istanbul, illusione, sogno, in cui lottano tante Istanbul, città liquida in cui le vite si intrecciano e si dissolvono, e qui soprattutto città in cui, nella seconda metà del Novecento, da tutto il Medio Oriente convergono donne che vi hanno cercato libertà e felicità, sottraendosi  all’arcaica durezza e ottusità della vita familiare, ma finendo in vite di sfruttamento e di emarginazione, entro cui sanno comunque ritagliarsi spazi di umanità, di solidarietà, di amicizia. Il romanzo ripercorre la vicenda di Leila Tequila, fuggita a sedici anni dalla città di Van, nell’oriente turco, e costretta molto presto a prostituirsi. Ma, con originale struttura, il racconto prende avvio dall’assassinio della protagonista e dall’ipotesi che, dopo la morte, per 10 minuti e 38 secondi, nel suo cervello ancora non completamente spento passino i ricordi più vari, dal mondo familiare di Van alle situazioni e agli incontri della grande città, fino al 1990, anche con vari richiami ai contemporanei eventi storici. E si percorre in lungo e in largo Istanbul, nei suoi luoghi più vari, nei suoi intrecci affascinanti e perversi, tra etnie, lingue, religioni, tra speranze politiche e repressioni implacabili, nel progressivo avanzare del fondamentalismo religioso; nel contempo si seguono le storie dei cinque amici e amiche di Leila, che poi, dopo il ritrovamento del suo corpo, arriveranno a celebrare un singolare funerale, allucinata, affettuosa, grottesca e spiritosa, imprevista Totentanz.»

Elif Shafak, scrittrice turca, nata nel 1971 a Strasburgo (Francia), vive a Londra. È laureata in Scienze politiche e ha insegnato in diverse università in Turchia, Stati Uniti e Regno Unito. Pubblica romanzi in turco e in inglese, tradotti in più di cinquanta lingue, in cui la tradizione occidentale e quella orientale si armonizzano e in cui affiora la difesa dei diritti civili, di libertà di parola e delle minoranze. È membro del Weforum Global Agenda Council on Creative Economy dello European Council on Foreign Relations. Tra i suoi romanzi, editi da Rizzoli, ricordiamo: La bastarda di Istanbul (2007), Il palazzo delle pulci (2008), Le quaranta porte (2009), Latte nero (2010), La casa dei quattro venti (2012), La città ai confini del cielo (2014), Tre figlie di Eva (2016) La bambina che non amava il suo nome (2018). Il suo sito è www.elifshafak.com.

 

Le giurie del Premio: la giuria tecnica e le giurie scolastiche

 

I cinque romanzi finalisti sono stati scelti dalla Giuria Tecnica: il presidente Gian Luigi Beccaria (linguista, critico letterario e saggista), Valter Boggione (docente), Vittorio Coletti (linguista e consigliere dell’Accademia della Crusca), Giulio Ferroni (critico letterario e studioso della letteratura italiana), Loredana Lipperini (scrittrice, giornalista, conduttrice radiofonica), Bruno Luverà (giornalista), Alessandro Mari (scrittore ed editor), Romano Montroni (presidente Comitato scientifico del Centro per il libro e la lettura), Laura Pariani(scrittrice), Lara Ricci (giornalista culturale) e Bruno Ventavoli (giornalista, critico letterario).

I cinque libri finalisti sono stati letti, discussi e votati da studenti delle Giurie Scolastiche presenti in diversi istituti italiani e in una scuola di Parigi. Variano a ogni edizione per permettere una più ampia partecipazione al progetto e alla lettura. A ottobre i loro voti decideranno il vincitore.

«Il nostro Premio – commenta la Giuria Tecnica – si è sempre caratterizzato per una volontà di stretto dialogo con la società civile e la promozione attraverso la cultura dei valori fondanti dell’essere uomini. Proprio per questo si rivolge in maniera privilegiata ai giovani, nell’ottica di una crescita che trova nella lettura e nel dibattito delle idee e nella ricerca della bellezza gli strumenti per comprendere e interagire con il mondo.»

 

Le venticinque scuole che fanno parte delle Giurie Scolastiche 2020 sono: Istituto di Istruzione Superiore “G. Govone” di Alba (Cuneo), segnalato da Banca d‘Alba; Liceo Ginnasio di Stato “Francesco Scaduto” di Bagheria(Palermo); Istituto di Istruzione Superiore “M. Pagano” diCampobasso; Liceo “Luigi Garofano” di Capua (Caserta); Istituto di Istruzione Superiore “La Rosa Bianca” di Cavalese (Trento); Istituto di Istruzione Superiore “Cataldo Agostinelli” di Ceglie Messapica (Brindisi); Liceo Classico Statale “G. Cevolani” di Cento (Ferrara); Liceo Scientifico “Giandomenico Cassini” di Genova; Istituto Omnicomprensivo “Luigi Pirandello” di Lampedusa(Agrigento); Liceo Classico Statale “A. Manzoni” di Lecco; Liceo Classico – Linguistico “G. Leopardi” di Macerata; Istituto di Istruzione Superiore Statale “Carlo Alberto Dalla Chiesa” di Montefiascone (Viterbo); Liceo Classico Statale “A. Gramsci” di Olbia; Liceo “G. F. Porporato” di Pinerolo (Torino); Liceo Scientifico “Michelangelo Grigoletti” di Pordenone; Liceo Classico “Quinto Orazio Flacco” di Potenza; Istituto di Istruzione Superiore “Arimondi – Eula” di Savigliano (Cuneo); Istituto di Istruzione Superiore “Sansi – Leonardi – Volta” di Spoleto (Perugia); Liceo Classico “Francesco Corradini” di Thiene(Vicenza); Liceo Classico Statale “Massimo D’Azeglio” di Torino; Liceo “Carducci – Dante” di Trieste; Istituto di Istruzione Superiore “Lagrangia” di Vercelli; Liceo Classico “G. Carducci” di Viareggio (Lucca); Istituto di Istruzione Superiore “Morelli – Colao” di Vibo Valentia; Istituto Statale Italiano “Leonardo da Vinci” di Parigi.

I vincitori delle passate edizioni del Premio Lattes Grinzane sono stati: Alessandro Perissinotto nel 2019 (Mondadori); Yu Hua nel 2018 (Feltrinelli); Laurent Mauvignier nel 2017 (Feltrinelli); Joachim Meyerhoff nel 2016 (Marsilio); MortenBrask nel 2015 (Iperborea); Andrew Sean Greer nel 2014 (Bompiani); Melania Mazzucco nel 2013 (Einaudi); Romana Petri nel 2012 (Longanesi); Colum McCann nel 2011 (Rizzoli).

I cinque finalisti alla premiazione del “Lattes Grinzane”

“Premio Lattes Grinzane – X Edizione” Cinque gli scrittori finalisti e Premio Speciale alla Protezione Civile

Cerimonia di premiazione sabato 10 ottobre, al “Teatro Sociale” di Alba

Alba (Cuneo)

Un’edizione particolare, la decima del “Premio Lattes Grinzane”, la cui cerimonia di premiazione si terrà ad Alba, sabato 10 ottobre prossimo, alle 16,30, al “Teatro Sociale Busca”, in piazza Vittorio Veneto 3. Particolare poiché la cerimonia si svolgerà sia in presenza sia in diretta streaming – pandemia docet – sul sito e sulla pagina Facebook della Fondazione Bottari Lattes, dal 2011 promotrice del Premio, dedicato ai migliori libri di narrativa, italiana e straniera, pubblicati in Italia, nell’ultimo anno. Ma edizione particolare anche per un altro encomiabile motivo. Il “Premio Speciale” destinato di consueto ad uno scrittore di fama internazionale riconosciuta e condivisanel tempo da pubblico e critica, andrà infatti alle donne e agli uomini, ai professionisti, ai volontari, ai medici e agli infermieri della nostra “Protezione Civile”impegnata per mesi terribili nella sfida quotidiana dell’emergenza sanitaria. Nonostante le difficoltà che il mondo della cultura sta affrontando a causa del Covid 19, il Premio – spiega Caterina Bottari Lattes, presidente della Fondazione di Monforte d’Alba – ha saputo portare avanti il proprio progetto di diffusione della lettura e della narrativa contemporanea tra i giovani, coinvolgendo anche quest’anno 400 studenti delle giurie scolastiche e collaborando come sempre con case editrici, giurati, lettori, partner istituzionali ed enti territoriali e privati. Cinque romanzi per cinque scrittori finalisti, selezionati nel maggio scorso dalla Giuria Tecnica, presieduta da Gian Luigi Beccaria. Su di loro cadrà il verdetto degli studenti delle Giurie Scolastiche (25 in tutt’Italia, da Trieste a Lampedusa, ed una Parigi), con lo spoglio dei voti che si terrà proprio nella cerimonia finale di sabato 10 ottobre ad Alba, in cui avverrà la proclamazione in diretta della vincitrice o del vincitore del “Premio” edizione 2020. In gara due giovani italiani, un tedesco, un israeliano e un turco. Questi i loro nomi: il lombardo di Saronno Giorgio Fontana con Prima di noi (Sellerio), il tedesco Daniel Kehlmann con Il re, il cuoco e il buffone (traduzione di Monica Pesetti; Feltrinelli), l’israeliano Eshkol Nevo autore de L’ultima intervista (traduzione di Raffaella Scardi; Neri Pozza),la partenopea di Torre del Greco  Valeria Parrella conun romanzo ambientato nel carcere minorile napoletano di Nisida dal titolo Almarina ( per i tipi di Einaudi ) e la scrittrice turca Elif Shafak con I miei ultimi 10 minuti e 38 secondi in questo strano mondo (traduzione di Daniele A. Gewurz e Isabella Zani per Rizzoli). Il “Premio Speciale”, come detto, andrà alla nostraProtezione Civile. A ritirarlo sarà lo stesso Capo Dipartimento Angelo Borrelli. Da sempre dedicato a un’autrice o un autore internazionale, in questo anno drammatico che vede il pianeta duramente colpito dalla diffusione del contagio da Covid, il Premio Speciale– ricorda ancora Caterina Bottari Lattes – viene riconosciuto alla Protezione Civile come apprezzamento per il grande impegno profuso. All’ente andrà la somma di consueto destinata a una scrittrice o a uno scrittore internazionale (come Haruki Murakami nel 2019, Antònio Lobo Antunes nel 2018, Ian McEwan nel 2017, Amos Oz nel 2016 e Javier Marías nel 2015).

L’ingresso alla cerimonia di premiazione del Lattes Grinzane è gratuito fino a esaurimento posti e si svolgerà nel pieno rispetto delle normative di sicurezza per l’emergenza Covid-19.

La prenotazione è obbligatoria. Inviare mail con nome e cognome a: book@fondazionebottarilattes.it

g. m.

Sua Maestà la regina dalla A alla Z

Daniel Craig alias James Bond 007 arriva a Buckingham Palace nello studio verde di Sua Maestà, che lo saluta pronunciando il rituale «Good evening mister Bond!», nel ruolo cameo per il video inaugurale di Danny Boyle per i Giochi Olimpici di Londra del 2012.

É stata la Regina Elisabetta in persona ad accettare la parte. Nel 2022, festeggeranno 70 anni, Bond dal battesimo letterario di Ian Fleming, lei dalla salita al trono. Questo ed altri gustosi aneddoti, sono raccontati nella bella biografia di Lavinia Orefici ” Elisabetta II dalla A alla Z” ( edizioni Piemme 381 pagg. 2020 ) presentato a Casale Monferrato il19 settembre 2020 nella cantina 20store di via Vallarino 1 in collaborazione con la libreria Mondadori. L’ originalità del testo di Lavinia Orefici è di non avere una trama continua, ma di essere spezzato in argomenti tematici, così il lettore può saltare attraverso l’ordine alfabetico, alla voce che più lo interessa. Si può passare da argomenti più frivoli, a fatti storici in senso stretto. D’altra parte la sintesi era obbligatoria, per una personalità che ha incontrato quattordici primi ministri, sette papi e attraversato due secoli. Scrivere di storia vuol dire incuriosire e non annoiare i lettori con troppe date anche se queste si dice ne siano i suoi occhi. E in questo compito Lavinia riesce compiutamente. Elisabetta II nasce a Londra il 21 aprile 1926. Cinque settimane più tardi, viene battezzata nella cappella di Buckingham Palace con il nome di Elisabetta Alessandra Maria. Si apprende che Sua Maestà non ha l’obbligo come tutti i suoi sudditi di guidare con la patente e che tra l’ altro ha uno stile di guida piuttosto veloce e spericolato quando porta gli ospiti stranieri in visita alle sue proprietà, come la tenuta di Balmoral in Scozia. Se inviate lettere a questo indirizzo:
Her Majesty The Queen

Buckingham Palace

London SW1A 1AA

non capita abitualmente, ma può rispondervi, a patto che si sorvoli su temi politici e questioni personali, cui la Regina in genere non é tenuta ad occuparsi. Il vestirsi di verde come nel suo primo discorso alla nazione del 1991, in occasione del lockdown mentre il premier Johnson era in terapia intensiva, ne rivela la sua profonda attenzione ai dettagli della comunicazione. É dotata di un certo senso dell’umorismo, quando anni fa a suo marito il Duca di Edimburgo malato di polmonite, manifestandone i sintomi durante una crociera sul Tamigi disse: ” Non morire proprio adesso”. Ottiene così l’effetto benefico di avvicinare la famiglia reale alla gente comune, in grado in questo modo di seguirne le gesta, gli amori e i comportamenti. Fin da giovane Lilibet (il suo soprannome nell’ idioletto di famiglia) impara ad andare a cavallo fino a diventare un’eccellente amazzone e durante la seconda guerra guida i camion, imparando fra l’altro a riparare i motori e a cavarsela in qualsiasi situazione. Una figura storica di monarca moderna che a 94 anni ha saputo tenere saldamente in pugno le redini della Corona e della Gran Bretagna fino al terzo millennio in attesa di una sua degna e compiuta successione. Right or wrong is my Country.

Aldo Colonna

Successo annunciato per la prima tappa di Rosa in Giallo

Bossolasco, il paese delle rose / Ci sono eventi che si sa saranno un successo. Si sente nell’aria ed è forte il consenso che fanno registrare

Un cocktail di ex Libris e racconti gialli che è unico in Italia, ma non solo per questo format innovativo che si reinventa puntando al passato per configurare un nuovo futuro che punta sulla speranza e il desiderio di gettarsi nuovamente nella mischia che il mostricciattolo Covid non ha fermato e non fermerà.

Contenti gli sponsor che si sono detti entusiasti dell’evento di Rosa in Giallo.

Il  presidente Giovanni Quaglia, di Fondazione Crt, main sponsor dell’evento, ha tessuto le lodi del concorso e della sua capacità di radicarsi sul territorio e valorizzare i territori minori.

Fra gli altri sponsor, molto soddisfatti anche Fondazione CRC, rappresentata da Massimo Gula in vece del presidente Giovanni Genta, il Gruppo Egea, nella persona del responsabile dellacomunicazione Mauro Davico e Giorgio Rivetti che ha recentemente acquisito la Contratto di Canelli, ma anche la direttrice dell’ Azienda di Soggiorno di Bolzano, Roberta Agosti che aveva fiutato l’evento e partecipa all’organizzazione di Rosa in Giallo che farà tappa a, dicembre, a Bolzano.

 

Un parterre di eccezione composto da Bruno Gambarotta, Margherita Oggero, Biagio Fabrizio Carillo, Danilo Paparelli, Roberta Agosti, Bruno Vallepiano e Tommaso Lo Russo che moderava assieme a Cristina Borgogno de La Stampa.

Un gruppo veramente affiatato nel quale i mattatori non sono stati solo Margherita Oggero e Bruno Gambarotta, che giocano a far intendere di avere una visione diversa delle cose, ma non è così, perché, per loro, è il gioco delle parti e ciascuno ha una prospettiva che serve ad integrare l’altra e a fornire una visione che non è antitetica, ma complementare ed ha come effetto finale un quadro complessivo più completo.

Aneddoti curiosi sono stati raccontati sia dalla Oggero che da Gambarotta, ma anche da Bruno Vallepiano e  Fabrizio Biagio Carillo che ha anche parlato di tecniche investigative per la soluzioni dei casi delittuosi, siano essi della vita reale che della finzione.

Curiosità anche da parte di Danilo Paparelli, uomo di mondo, che ha fatto il militare a Cuneo come Totò e delle cui vignette è pieno lo studio del presidente Fondazione Crt, Giovanni Quaglia.

Veniamo allo svolgimento dell’evento: un tempo un po’ ballerino obbligava ad aprire, ad intermittenza, qualche ombrello, ma sembrava  più una  sorta di coreografia che una vera difesa dalla pioggerellina che è, comunque, durata pochissimo.

Per quanto riguarda la cronaca di Rosa in Giallo, introduceva il sindaco Franco Grosso che passava la parola all’assessore alla Sanità Regionale Genesio Luigi Icardi, in rappresentanza della Regione Piemonte e, tra l’altro, Lions di Santo Stefano Belbo  e quindi al presidente dell’Unione Montana, Roberto Bodrito.

Veniamo allo svolgimento vero e proprio dell’evento: cominciava Tommaso Lo Russo in qualità di presidente del Club Lions Alba Langhe e di Solstizio d’Estate che bandisce il concorso internazionale Il Bosco Stregato e organizza l’evento assieme al comune di Bossolasco, al Club Lions Alba Langhe e al comune di Bossolasco.

Diceva Lo Russo << un caloroso benvenuto a tutti gli intervenuti e a quanti, per concomitanza di impegni, non hanno potuto partecipare alla Prima tappa di Rosa in Giallo.

A questo punto viene spontaneo chiedersi, che cos’è il concorso Rosa in Giallo? È un unicum, non solo in Italia, che mischia i racconti gialli con gli ex libris (incisioni).

Come in tutte le manifestazioni sono arrivati telegrammi, addirittura, alcuni dall’aldilà:

Franco Piccinelli, presidente della sezione Brevi Novelle del concorso il Bosco Stregato, cantore delle Langhe e regista  memorabile, di un satirico Processo al vino, tenutosi a Borgo Robinie a Bosia;

Remo Palmirani, medico eccezionale, esegeta degli Ex Libris e presidente della sezione ex libris del concorso Il Bosco Stregato;

Philipe Daverio che ha fatto i complimenti a Danilo Paparelli per la vignetta che gli ha dedicato e per il logo di Rosa in Giallo;

Roberto Turla, mentore nel campo delle incisioni di Tommaso Lo Russo che per celia lo chiamava santità;

Per ultimo, ma non ultimo, Nicola Lo Russo, ideatore del Concorso Il Bosco Stregato.

Il concorso prevede una sezione per gli scrittori già affermati; una per i traduttori di gialli; un’altra per i racconti gialli rivolti ad esordienti e in via di affermazione o desiderosi di partecipare e una sezione ex libris ispirati al giallo. Entrambi con scadenza 30 ottobre 2021.

Sono previste giurie tecniche per gli ex libris e per i racconti gialli, di cui, fra gli altri, fanno parte: Margherita Oggero, Bruno Gambarotta , Bruna Bruna e, in rappresentanza del Club Lions Alba Langhe, Bruno Frea. Le giurie scolastiche sono rappresentate dai Licei Govone di Alba, GB Gandini – G.Giolitti di Bra e Giosuè Carducci di Bolzano.

Un ringraziamento particolare a Regione Piemonte, Consiglio Regionale, Fondazione Crt (main sponsor), Fondazione Crc, Gruppo Egea e a quanti potrebbero diventarlo per il successo e la valenza di Rosa in Giallo e per la capacità di coinvolgere anche le scuole.

Il concorso prevede, inoltre, il coinvolgimento degli Istituti Alberghieri del Piemonte e non solo  Apro di Alba, ma di molti altri Istituti, come quello alberghiero di Merano per la realizzazione di un piatto o di un cocktail ispirato al giallo.

Finito il  Salotto letterario, si passava ai meriti alla carriera. Fuori concorso, il primo riconoscimento veniva assegnato al presidente Giovanni Quaglia. Nel premio c’erano i simboli del territorio: un ex libris di Cristian Blaesberg dedicato a Remo Palmirani e ispirato all’icona dei gialli, Sherlock Holmes, una borraccetta che verrà donata a 5 mila studenti delle scuole dell’Albese, frutto della collaborazione tra Lions di Alba e Rotary di Alba e Canale – Egea e Banca d’Alba e Solstizio d’Estate; un libro sulla Ferrero e un magnum Alta Langa della Contratto di Canelli che ora appartiene a Giorgio Rivetti.

Al presidente Giovanni Quaglia lo consegnava il Governatore del Distretto 108 Ia3, Senia Seno, mentre a Biagio Fabrizio Carillo lo consegnava l’assessore alla Sanità regionale Genesio Luigi Icardi;a Bruno Gambarotta il sindaco Franco Grosso e a Margherita Oggero  il presidente Club Lions Alba Langhe Tommaso Lo Russo ; a Danilo Paparelli    il vice governatore Lions Distretto 108 Ia3, Pierfranco Marrandino e a Bruno Vallepiano  lo ha attribuito il rappresentante Fondazione Crc, Massimo Gulla mentre a Roberta Agosti, l’ex direttrice del Circolo dei Lettori, Maurizia Rebola e al Governatore del Distretto 108 Ia3, SeniaSeno lo assegnava Tommaso Lo Russo, nella doppia veste di presidente del Club Lions Alba Langhe e di Solstizio d’Estate.

Fra i vincitori del prossimo anno, con un  intervento, fuori programma Tiziana Prina delle Edizioni Le Assassine.

Solstizio d’Estate compie vent’anni ed è segno della capacità di rinnovarsi  guardando al passato per unirlo al presente che rappresenta il nostro domani e lo fa con il ricordo degli Ex Libris dedicati a Remo Palmirani che aveva spinto all’ideazione di una sezione dedicata alle incisioni del Concorso Internazionale il Bosco Stregato che, in questa occasione, ne sceglie uno ispirato all’icona del giallo rappresentato da Sherlock Holmes.

Rosa in Giallo è legata a Bossolasco, paese delle rose e al significato della rosa: simbolo di silenzio e virtù,  ma anche di completezza. Rosa che rappresenta il passaggio necessario al raggiungimento della perfezione ed è per questo che lo dedichiamo, come riconoscimento alla carriera,  ad una persona particolarmente poliedrica.

Per finire, il rinfresco offerto dal comune di Bossolasco, per concludere la prima tappa di Rosa in Giallo in attesa di andare a Bolzano, a dicembre.

L’isola del libro

Rubrica settimanale a cura di Laura Goria

Mazo de la Roche  “Il gioco della vita”   -Fazi-    euro  18,00

E’ il secondo dei sedici romanzi della saga di “Jalna”, dal nome della casa che domina le praterie e i boschi dell’Ontario, di proprietà della famiglia Whiteoak. Partono da lì gli intrecci di personaggi e vite, che l’autrice scrisse  tra fine anni 20 e 50 del 900.

La vita stessa della scrittrice canadese Mazo de la Roche (nata a Newmarket nel 1879, morta a Toronto nel 1961 a 82 anni) vale più di mille romanzi. Un’infanzia solitaria allietata dalla passione per la lettura, una fantasia inarrestabile che la cala in un mondo immaginario. Un rapporto fuori dagli schemi con la compagna di tutta la vita Caroline Clement: la cugina orfana di 8 anni che i genitori di Mazo avevano adottato quando lei ne aveva 7. Da allora sono state inseparabili, in quello che all’epoca era chiamato “Boston Marriage”, e adottarono anche due bambini. Una vita che ha ispirato il film del 2012“The mystery of Mazo de la Roche” in cui vengono ricostruite scene e fasi della sua vita privata, che lei difese sempre tenacemente.

Nell’arco della sua lunga e complessa esistenza ha scritto 23 romanzi, tra i quali la saga di Jalna, che si rivelò un successo internazionale. Fu anche la prima donna a vincere i 10.000 dollari del prestigioso Atlantic Monthly Prize.

“Jalna” è il primo romanzo di una lunga storia familiare architettata in 16 volumi che abbracciano l’arco di tempo tra 1854 e 1954. E’ ambientata in Canada e racconta le vicende dei Whiteoak, padroni del maniero di Jalna, nell’Ontario. Capostipiti il capitano Philiph e la sua adorata moglie Adeline. Lei sarà la matriarca che nel romanzo sta per bissare la boa dei 100 anni, circondata dalle vicende di uno stuolo di figli e nipoti di cui detiene il controllo, tra una bizza e l’altra.

 

 

 

Kent Haruf  “La strada di casa”  -NN5-   euro  18,00

E’ il secondo romanzo dello scrittore statunitense Kent Haruf (nato nel 1943 e morto nel 2014), risale al 1990 e precede di 9 anni l’inizio della “Trilogia della pianura” -composta da “Benedizione”, “Canto della pianura” e “Crepuscolo” – pubblicata in America tra fine anni 90 e inizio nuovo millennio.

Tre storie ambientate a Holt, fittizia cittadina del Colorado, luogo letterario inventato dall’autore che vi inserisce le storie dei suoi personaggi: semplici, comuni, ma alle prese con grandi segreti e immani tragedie.

Sempre a Holt si svolge la trama de “La strada di casa” che inizia con il ritorno pacchiano, dopo 8 anni di lontananza, di Jack Burdette a bordo di una fiammante Cadillac rossa.

E’ lo spunto per il lungo flashback in cui scopriamo la ruvida personalità di Jack: un antieroe che ha dell’irresistibile e che in passato ha combinato guai che la comunità di Holt non ha certo dimenticato.

A riannodare i fili della storia è Pat Arbuckle, direttore del giornale locale che ci racconta un Burdette potente negli sport, vorace con le donne, prevaricatore con i più deboli, magnetico e virile. Di lui è da sempre perdutamente innamorata la splendida Wanda, che si lascia soggiogare quasi con debordante masochismo.

Ma Jack è capace di colpi di testa improvvisi come quando sposa la forestiera 20enne Jesse, spezzando il cuore a Wanda e trascinando la sposa in un baratro.

Perché dapprima conquista la fiducia dei compaesani, poi mette a segno un furto clamoroso che danneggia l’intera Holt e quando fugge con il maltolto abbandona la giovane moglie con i 2 figli e un terzo in arrivo. Sarà lei il capro espiatorio, incinta al settimo mese e pronta a degradarsi per risarcire in un certo senso la comunità.

 

 

 

Gianni Farinetti    “Doppio silenzio”  -Marsilio-  euro  14,00

Una Sicilia assolata e affascinante, intrisa di mistero, famiglie blasonate, palazzi carichi di storia e splendore passati, ma anche un omicidio e un po’ di perversione.

Sono gli ingredienti principali dell’ultimo romanzo di Gianni Farinetti, in cui racconta i giorni siciliani del protagonista Sebastiano Guarienti, che si allontana dalle sue amate Langhe piemontesi e vola a Palermo per un breve – ma intenso- fine settimana, invitato al matrimonio del figlio della principessa  Consuelo Blasco Fuentes (che avevamo già conosciuto nel libro”L’isola che brucia” del 2001).

La sposa è la bellissima erede della famiglia Galvano ed ha una sorella e un fratello altrettanto fascinosi e soprattutto molto ambigui.

Sullo sfondo c’è anche la pagina di cronaca nera con l’omicidio di un noto imprenditore palermitano, brutalmente assassinato.

Ed ecco che la trasferta di Guarienti si fa decisamente movimentata tra echi del passato, ricordi un antico amore, inseguimenti tra vicoli e palazzi nobiliari decadenti, borghesi arricchiti e la soluzione finale del delitto.

 

 

Sarah Steele  “Il grand tour di Nancy Moon”  -Feltrinelli-  euro  16,00

L’avventura della protagonista, Florence Connelly, inizia quando dopo il funerale della nonna Peggy, mettendo mano nelle sue cose, in un armadio trova una scatola che è un tesoro: piena di cartamodelli degli anni 60, accompagnati da ritagli di tessuto, una cartolina e la foto di una donna –sempre la stessa- che indossa l’abito in questione.

Florence ha ereditato dalla nonna non solo una preziosa macchina per cucire, ma soprattutto la passione per l’alta moda. In più ora c’è il mistero vintage della scatola: quei vestiti raccontano una storia che Flo ricostruisce a poco a poco, seguendo la mappa tracciata dalle cartoline e rimettendo insieme ritagli di vita della donna sconosciuta immortalata nelle foto.

Le amiche storiche della nonna le conosce tutte, allora chi è questa Nancy Moon ritratta in giro per mezza Europa, con indosso gli abiti di cui la nonna nascondeva i cartamodelli in un baule? Ricucendo i suoi passi Florence finisce per assemblare anche intriganti pagine di vita della sua

Il lungo autunno del Salone del Libro parte con Portici di Carta e Vita Nova

Sono due importanti tappe verso la XXXIII edizione della kermesse libraria internazionale

 

Portici di Carta

sabato 17 e domenica 18 ottobre 2020

 

Vita Nova

da sabato 5 a martedì 8 dicembre 2020

 

 

Hanno resistito a guerre, dittature, roghi, epidemie: i libri se la cavano sempre, lo hanno fatto anche stavolta, in un periodo difficilissimo, dimostrandosi un terreno di discussione ideale per ragionare su ciò che sta accadendo, e costruire insieme il futuro, una vita nuova, un passo alla volta.

 

Il Salone Internazionale del Libro torna dal vivo, a Torino, con due importanti rassegne culturali sul territorio cittadino, per rinnovare il patto con la sua comunità e accompagnarla verso la XXXIII edizione, che si terrà dal 13 al 17 maggio 2021.

Il Salone vuole intraprendere – insieme ai lettori, agli editori, ai librai, agli autori – un percorso di avvicinamento alla prossima primavera, partendo da un caposaldo – Portici di Carta – che da 14 anni occupa fisicamente chilometri di città, e passando per una manifestazione nuova – Vita Nova, appunto – che anticipa il tema della XXXIII edizione: Vita Supernova.

 

La XIV edizione di Portici di Carta

17-18 ottobre 2020, Torino

 

Portici di Carta, manifestazione di promozione del libro e della lettura, torna sabato 17 e domenica 18 ottobre 2020. La libreria più lunga del mondo è un progetto della Città di Torino, con le sue Biblioteche civiche e il Centro Interculturale, realizzato da Associazione Torino, La Città del Libro e Fondazione Circolo dei lettori, con il sostegno di Regione Piemonte e con la partecipazione attiva dei librai torinesi coordinati da Rocco Pinto.

 

Per la XIV edizione i portici del centro cittadino ospiteranno 65 librerie e 65 editori piemontesi, suddivisi in 17 tratti tematici per raggruppare in modo omogeneo le librerie e le case editrici a seconda delle rispettive specializzazioni. A questi si aggiunge Libro Ritrovato, la mostra-mercato dedicata ai libri antichi e fuori catalogo, che per Portici di Carta organizza un’edizione speciale con 58 espositori. La dislocazione dell’evento potrà subire variazioni necessarie anche a garantire il distanziamento e una maggiore distribuzione del pubblico, per evitare assembramenti nel rispetto delle disposizioni anti-covid.

 

L’edizione 2020 di Portici di Carta non poteva che essere dedicata a Luis Sepúlveda, autore straordinario di libri di grande successo, amato in Italia più che in ogni altro paese del mondo. Saranno tante le occasioni per omaggiarlo, con incontri e letture dedicati alla sua opera e al legame con la moglie Carmen.

 

Novità di quest’anno, per ragioni di organizzazione e sicurezza, sarà la prenotazione obbligatoria degli eventi che, come di consueto, si terranno tra Piazza San Carlo, l’Oratorio di San Filippo Neri e, per la prima volta, nel Cortile di Palazzo Turinetti – Intesa Sanpaolo.

Il programma completo sarà reso noto nelle prossime settimane con una conferenza stampa dedicata, in occasione della quale verranno annunciati gli editori e gli autori ospiti, i laboratori dedicati a bambini e ragazzi, le iniziative collaterali e verranno aperte le prenotazioni per il pubblico.

 

VITA NOVA

da sabato 5 a martedì 8 dicembre a Torino

oltre 150 incontri diffusi

per ragionare sul futuro e anticipare la XXXIII edizione

del Salone Internazionale del Libro di Torino

 

 

Per la prima volta in oltre trent’anni di storia, il Salone Internazionale del Libro di Torino non ha potuto svolgersi nelle abituali date di maggio e nella sua consueta forma. La XXXIII edizione – che era stata pensata a partire dal tema, suo malgrado profetico, Altre forme di vita – tornerà dal 13 al 17 maggio 2021 con un nuovo titolo: Vita Supernova. Nel settecentesimo anniversario dantesco, il Salone raccoglierà intorno a sé i nomi più importanti, più interessanti, più originali della scena culturale per ragionare insieme sul futuro che ci aspetta.

 

Proprio per anticipare le riflessioni che saranno protagoniste dell’evento primaverile, il Salone ha pensato Vita Nova: una grande festa del libro, organizzata in collaborazione con gli editori, e diffusa su tutto il territorio cittadino con un format inedito.

 

Per quattro giorni alcuni dei luoghi più significativi di Torino ospiteranno grandi personaggi del mondo della cultura – lectio magistralis, confronti, tavole rotonde, performance, laboratori – per riprendere la riflessione aperta con SalTo Extra e ragionare insieme sul futuro. La kermesse di fine autunno toccherà, tra gli altri l’Università degli Studi di Torino, il Museo Risorgimento, il Polo del ‘900, la Fondazione Collegio Carlo Alberto, il Circolo dei lettori, il Grattacielo Intesa Sanpaolo, La Centrale – Nuvola Lavazza e gli spazi cittadini di Reale Mutua e SMAT.

Tra i primi ospiti confermati: Alessandro Barbero con una lezione su Dante Alighieri che prende spunto dal suo libro di prossima pubblicazione “Dante” (Laterza), Emma DanteDamiano e Fabio D’InnocenzoLetizia BattagliaSerena Vitale.

 

Vita Nova conferma la collaborazione con partner storici del Salone, come la rete di librerie e Biblioteche che partecipano a Portici di Carta, e ne annuncerà di nuove e importanti che prenderanno vita a maggio: dal Parlamento europeo – Ufficio di Milano, al Collegio Carlo Alberto, l’Università degli Studi di Torino, Rai ragazzi.

 

Vita nova sarà anche un’altra occasione, dopo Salto Extra e SalTo Notte, per sperimentare con le potenzialità offerte dal digitale: alla programmazione cittadina sarà affiancato un palinsesto di eventi virtuali, con format dedicati ai più giovani. Inoltre, una diretta streaming racconterà l’iniziativa attraverso interviste agli autori e ai protagonisti (editori, librai, lettori), portando il pubblico anche dietro le quinte. E ancora, una selezione degli appuntamenti verrà registrata e resa disponibile gratuitamente on demand, dopo l’evento, sul canale YouTube del Salone.

 

Il programma sarà annunciato a novembre in una conferenza stampa dedicata, in occasione della quale aprirà anche la biglietteria.

In viaggio attraverso il Piemonte

Nella nuova sala polivalente di GabianoMonferrato, in Valcerrina, è stato presentato venerdì sera il libro ‘Girovagando per il Piemonte – alla scoperta dei piccoli borghi’ serata organizzata dall’Unione dei Comuni della Valcerrina-Area Cultura e dal Comune di Gabiano

I lavori sono stati introdotti dal sindaco Domenico Priora che ha ricordato la lunga conoscenza con l’autore Dante Ferraris dai tempi in cui era assessore provinciale alla protezione civile. Poi il consigliere delegato alla Cultura per l’Unione, Massimo Iaretti ha evidenziato come questa fosse la prima di una serie di iniziative finalizzate a valorizzare la cultura in Valcerrina, terra ricca di storia, arte, architettura, chiese e castelli, alcune delle quali annullate a causa dell’emergenza sanitaria e ha avviato un dialogo con l’autore partendo dalla considerazione che ‘piccolo è bello’. Dante Ferraris, dal canto suo ha spiegato di avere concepito il libro un poco sulla scorta di ‘A zonzo per il MONFERRATO’ di Giuseppe Niccolini ma su una prospettiva che abbraccia l’intera regione. Il suo è un poco il diario di un viaggiatore che va nei luoghi armato di matita, taccuino e macchina fotografica e parla con la gente del luogo per conoscerne le storie, le leggende, quelle particolarità che altrimenti andrebbero perdute. E soprattutto scrive, come i giornalisti e gli scrittori di inizio Novecento per fare vedere ai lettori le cose che ha visto con i suoi occhi. Per questo, infatti, le foto si limitano ad una per luogo visitato. A questa prima edizione del libro, che contiene una interessante descrizione di Solonghello, ne seguiranno altre e tra i luoghi futuri ci sarà anche Gabiano. Tra i presenti all’incontro c’erano il sindaco di Villadeati, Angelo Ferro, l’assessore alla cultura e turismo di Villamiroglio, Marco Giolito, l’ex sindaco di Mombello, Maria Rosa Dughera, Paola Cornaglia, presidente della casa di riposo di Cerrina Monferrato, Gianfranco Balocco, comandante di Aib Valcerrina, con alcuni volontari. Tra i borghi visitati da Ferraris, che è anche disaster manager della Provincia di Alessandria, ve ne sono anche alcuni particolarmente significativi della Città Metropolitana di Torino quali Miradolo, Cavour, la Precettoria di Sant’Antonio di Ranverso nel Comune di Buttigliera Alta e Novalesa con la sua millenaria abbazia, luogo di culto e di incontro non solo delle genti della Valsusa ma anche delle Alpi Occidentali.