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“Nessun dorma”, nella vita di Tosca la storia del Novecento

Con stile scorrevole e garbato, il nuovo libro di Rosanna De Amicis intitolato “ Nessun Dorma”, come la famosa romanza di Giacomo Puccini, racconta la storia di Tosca a partire dalla nascita , durante la seconda guerra mondiale, per proseguire  con la fanciullezza, la maturità e la vecchiaia.

Fa da sfondo agli avvenimenti lo splendido territorio collinare di Vignale Monferrato dove si svolge la sua esistenza e in cui  in una lussuosa villa vive la protagonista, ormai anziana e vedova, che la scrittrice ha capacita’ di far conoscere immediatamente sia fisicamente che nello spirito gia’ dalle prime pagine.

Con grande efficacia descrittiva viene presentata la “Signora di Villa Tosca“ mentre legge un libro scelto dalla ricca biblioteca ascoltando brani di musica lirica a cui si e’ appassionata da quando il marito Filippo , rendendosi pigmalione, la trasformo’ da semplice maestrina di campagna ,figlia di modesti locandieri, in conoscitrice della grande musica colta.

Le ampie e silenziose stanze ogni giorno si animano al suono dei capolavori di Puccini e Mascagni che ella ama particolarmente perche’ forieri di pathos e di rimandi ai giorni felici della gioventu’ aiutandola a vivere di ricordi.

Con intuito psicologico l’autrice scava la personalita’ di Tosca, donna vivace, generosa, tenace e di forte tempra come lo sanno  essere le donne monferrine; allo stesso modo viene penetrata psicologicamente la personalita’ di chi le sta intorno , figli, nipoti, la fedele governante Rosa, il solerte giardiniere Giuseppe e l’affidabile autista Giovanni, in modo cosi’ efficace da farci immaginare di averli conosciuti realmente.

Interessante e’ notare come ogni avvenimento della sua lunga vita venga inserito in particolari momenti storici, politici e sociali che hanno contraddistinto il novecento a partire dagli anni quaranta, fornendo vari spaccati d’epoca che arricchiscono ulteriormente il romanzo andando oltre le vicende personali della protagonista.

Stimolanti gli accenni alle bellezze paesaggistiche e architettoniche di Vignale che, possedendo antichi palazzi e chiese settecentesche, vanto del barocco e del neoclassicismo piemontese, costituisce un invito a una visita turistica.

Unendo nel libro passato e presente, tradizione e contemporaneita’ rappresentata dal famoso internazionale “ Festival della danza “,Rosanna De Amicis riesce a conciliare in modo intrigante una storia immaginaria romanzata e la realta’ visibile.

Giuliana Romano Bussola

E se poi mi scoprono?

NOI DONNE E LA SINDROME DELL’IMPOSTORE

La sensazione di non essere  brave abbastanza, di non meritare i successi, i risultati ottenuti, pensare che tutto sia avvenuto per caso o che gli astri siano stati dalla nostra parte, è questa la “sindrome dell’impostore”, una trappola mentale che ci costringe all’interno di gabbie ideali e credenze di genere, una patologia sociale e culturale identificata negli anni ’70 da due studiose americane, Pauline Rose Clance e Suzanne Imes, che ancora oggi, purtroppo, affligge il mondo femminile. Questo complesso di sintomi è il frutto di una serie di condizioni, come una educazione ancora incorniciata in ruoli limitati e limitanti o una minore considerazione nel mondo del lavoro in termini di incarichi e riconoscimenti economici.

In questo libro “E se poi mi scoprono” la giornalista ElisabethCadoce e la psicoterapeuta Anne De Montarlot, in una combinazione di ricerche scientifiche, interviste e storie personali raccontano da dove viene questa antica mancanza di fiducia, come si manifesta, come si vive e in che modo si può superare. La cosa importante è saperla riconoscere, perché come sempre la consapevolezza è uno strumento necessario per provare ad uscire da situazioni e condizioni di disagio che non permettono di vivere appieno la vita.

Nella prefazione Ester Viola parla di una sindrome “a cui voler bene” e che spesso può costituire uno strumento utile, ovviamente se delimitata e ben utilizzata, a raggiungere i nostri obiettivinonostante i risvolti negativi che questa produce sulla nostra esistenza e il senso di inadeguatezza che crea nel pensare, ad esempio, che potevamo fare meglio.

Anche Cesare Pavese era avvolto da questa insicurezza cronica e affermava che “nella vita ci si accorge che i momenti migliori li abbiamo avuti per sbaglio” e ancora si chiedeva “come mi autorizzo ad essere felice per me?”

E’ colpa della non-fiducia avuta da piccoli? Di un incidente di percorso che ha fatto cambiare la percezione di noi stessi? Probabilmente una combinazione di situazioni che ci hanno auto-sottoposto a critiche severe e all’amore condizionato verso noi stessi. Considerato però che questa compagna di vita non andrà mai via totalmente “non resta che tenersela” provando a conviverci. Ma come? Sicuramente la lettura di questo libro, intenso di contenuti e di informazioni di supporto, può servire a conoscere approfonditamente di cosa parliamo e ci fa acquisire le basi per gestire “l’impostura” senza combatterla o tentare esclusivamente di allontanarla. Certamente è necessario imparare ad essere gentili con noi stesse e a non vivere in funzione del giudizio o della approvazione altrui. Noi donne, infatti, dovremmoessere maggiormente capaci di accettarci, di perdonarci e di non farci travolgere dai sensi di colpa, dall’ossessione di poter fare sempre meglio lasciando spazio, invece, alla fiducia e alla compassionevole consapevolezza che nessuno di noi è bionica e che la volontà di migliorare non deve accompagnarsi alla costante paura di fallire, che piacere e compiacere tutti non è possibile.

A fine libro troviamo dei suggerimenti davvero utili che comprendono anche alcune letture di riferimento, film che possono essere di ispirazione, playlist motivazionali e modelli da tenere a mente. Una lettura importante, dunque, un libro che ci fa guardare ad un problema diffuso come quello della mancanza di autostima con occhi diversi, con la certezza che con questo disagio interiore ci si può convivere e che a volte rappresenta una vera e propria risorsa.

Maria La Barbera 

L’isola del libro

Rubrica settimanale a cura di Laura Goria

Federica Bosco “Non dimenticarlo mai” -Garzanti- euro 17,90
Che succede se sei una donna in carriera che ha messo il suo lavoro al primo posto ma, arrivata quasi alla soglia dei 50 anni, scopri che vuoi diventare a tutti i costi madre? Le opzioni non sono più tantissime, la menopausa è lì lì per arrivare e cambiarti la vita.
Però un po’ di tempo ce l’hai ancora. Occorrerebbe avere un compagno affidabile e sulla stessa lunghezza d’onda.
Federica Bosco mette in scena un romanzo che ci racconta proprio questa sorta di bivio e ultimo appello.

Protagonista è Giulia, affermata giornalista di costume milanese, apparentemente circondata da inossidabili amiche con cui dividere cocktail e confidenze. E’ innamorata del compagno Massimo -giornalista rampante e belloccio- con il quale è fidanzata da 4 anni, anche se ognuno vive a casa sua.
Qualcosa nella vita di Giulia si mette a scricchiolare quando sta per compiere 49 anni e il suo sopito orologio biologico inizia di colpo a batterle il tempo. Nel bilancio della sua vita manca all’appello un figlio del quale ora sente il vuoto, e lo vuole colmare.
Ma ci sono dei “ma” giganteschi contro i quali Giulia sta per schiantarsi.
Tanto per cominciare deve convincere Massimo ad assecondarla, non solo nel progetto di genitorialità, ma anche nel complicato e faticoso iter della fecondazione assistita. Che tradotto in pratica significa un faticoso carosello tra bombe ormonali, scompensi vari, riduzione del sesso a pratica fissa in orari e momenti stabiliti. Come uccidere il desiderio ed entrare in un loop che non è sempre piacevole. E poi Massimo non è esattamente quello che sembra…..
Eppure lei non molla, nonostante gli aborti spontanei e le lacune profonde della sua vita affettiva.
A partire dalla madre Teresa, insopportabile. E’ una giocatrice incallita sempre a corto di mezzi, una sorta di mantide religiosa bravissima ad abbindolare e divorare gli uomini che possono esserle utili; manipolatrice che travisa a suo beneficio anche la realtà più lampante, innamorata solo ed esclusivamente di se stessa. Teresa non si è mai occupata della figlia (cresciuta dalla nonna), soprattutto non le ha mai voluto un oncia di bene. Anzi, uno dei suoi sport preferiti è metterla perennemente in difficoltà, sminuirla in una competizione spietata che ha lasciato cicatrici nell’anima di Giulia. Inutile dire che l’autostima le difetta.

Quello che l’aspetta lo scoprirete poco a poco, narrato con piglio quasi cinematografico dalla bravissima scrittrice e sceneggiatrice milanese Federica Bosco, che è magistrale nel sondare pensieri e sentimenti dei suoi personaggi.

 

Diana Evans “La geometria delle coppie” -Einaudi- euro 20,00
E’ il terzo romanzo della scrittrice inglese di origini nigeriane che -dopo aver analizzato l’infanzia nel libro di esordio, poi il legame tra padre e figlio- ora si concentra sulle dinamiche di coppia. Il libro narra di 2 coppie di colore, “ordinary people” della media borghesia nera, alle prese con le crisi di mezza età.
Il libro inizia con un party per l’elezione di Barack Obama, nel 2008, nel quartiere londinese di Crystal Palace, a sud del Tamigi. Tra i festaioli ci sono anche Michael e Melissa; stanno insieme da 13 anni e all’inizio la loro unione sembrava perfetta, quasi un brand vincente “M&M”.
Lui ha origini giamaicane e nel cassetto aveva il sogno di diventare speaker radiofonico; ma per sopravvivere economicamente aveva virato poi verso un impiego più sicuro.
Lei –inglese, ma di madre nigeriana- è giornalista di moda freelance che si è persa dietro a due figli da crescere.
Una coppia che si è progressivamente svuotata e allontanata sotto le picconate di impegni familiari, frustrazioni professionali, incomprensioni e lo scivolare nel ruolo di compagni anziché amanti. Lui non si sente più desiderato dalla moglie che gli sfugge, ma che ama ancora senza riuscire però a colmare la distanza che li separa.

La Evans ci racconta il quotidiano di questa coppia e, parallelamente, le vicende dei loro amici Stephanie e Damian, in crisi pure loro. Vivono a Dorking lontano dal centro città e incarnano i classici pendolari illusi di aver scelto la natura anziché il vortice caotico.
Scelta che risponde alle esigenze di Stephanie, mamma a tutto tondo con 3 figli e il quarto in arrivo. Totalmente dedita alla famiglia in un modo che irrita Damian, costretto a un lavoro che detesta mentre accarezza il sogno di continuare a scrivere quello che aveva iniziato quando era più giovane e pieno di sogni. Anche per loro il matrimonio è diventato una miccia pronta ad esplodere per incomprensioni, rancori e delusioni.Entrerete nelle dinamiche matrimoniali che devono fare i conti con mille problemi; dai più piccoli e banali, fino a quelli più profondi e pericolosamente devastanti. E analizzati con una sensibilità affilata come un bisturi.

Billy O’Callaghan “My Coney Island baby” -Guanda- euro 18,00

Questo è il resoconto della storia d’amore tra Michael e Caitlin, entrambi sposati con altre persone ma, da 25 anni, ogni primo giovedì del mese, si trovano in una sterile camera d’hotel a Coney Island. Una zattera sulla quale salgono per sfuggire all’infelicità dei loro matrimoni.
Lo scrittore irlandese Billy O’Callaghan ci racconta l’intimità dei due personaggi; amanti e confidenti, che non intendono spezzare i reciproci matrimoni, ma nei loro meeting segreti trovano quella linfa vitale che li aiuta ad andare avanti e a barcamenarsi in vite stentate.
Poi qualcosa accade e gli amanti sviscerano le loro vite e i problemi che devono affrontare.
Il matrimonio di Michael è stato messo a dura prova dalla morte dell’unico figlio nato prematuro e tenuto per mesi in incubatrice. Periodo struggente in cui lui e la moglie non si erano mai staccati dal piccolo… fino alla resa finale.
Da allora la moglie Barbara non è più stata la stessa, eppure Michael le è rimasto accanto. Ora la donna è nuovamente bersagliata dal destino avverso. Sta perdendo la sua battaglia contro un cancro al seno che la sta distruggendo, oltre alle terapie invasive cui si è sottoposta.
A Michael i medici hanno dichiarato la disfatta e solo lui sa che la chemio non serve più a nulla; per Barb ci sono ormai solo cure palliative per alleviare il dolore. Ha bisogno di lui… poi nessuno sa che direzione potrebbe prendere la vita di Michael.

A un bivio è anche il matrimonio di Caitlin. Il marito Thomas –buono, protettivo, leale e gran lavoratore- non le ha mai fatto mancare nulla, lei lo ama ed è rimasta al suo fianco. Ma con Michael ha scoperto che può esserci molto di più nella vita.
Ora Thomas ha ottenuto l’agognata promozione che implica il trasferimento nel Midwest… e lei che decisione prenderà?

Scoprirete i pensieri, le emozioni e il senso di profonda responsabilità che dirige le vite dei due amanti, e la direzione che daranno alla loro storia e alle loro vite. O’Callaghan è strepitoso nel raccontarci il loro legame, le loro incertezze, le loro anime.

 

Edgar Lee Masters “I bambini del mercato” -Elliot- euro 20,00

Edgar Lee Masters, nato nel Kansas nel 1869, fu avvocato, poeta e scrittore; la sua opera più famosa è l’ “Antologia di Spoon River”, libro unico nel panorama letterario mondiale.
La sua fu una vita lunga ma non sempre facile e… beffa del destino, morì in povertà stroncato da una polmonite, nel 1950 a 81 anni. Lui che aveva dato voce agli inquilini delle tombe riposa nel cimitero Oakland di Petersburg… e nel suo epitaffio sogna un riposo benedetto.

“I bambini del mercato” mette a nudo le ingiustizie e le ipocrisie dell’America schiavista, e lo fa attraverso la storia del protagonista e voce narrante, James Miles.
E’ un giovane inglese che a 18 anni, nel 1833, arriva in Illinois per entrare in possesso dell’eredità lasciatagli dal padre, un emigrato che in America era andato a cercare fortuna.
L’impatto di James con il paese dei grandi spazi e delle infinite opportunità non sarà lineare; da un lato è il futuro affascinante, ma dall’altro ci sono le contraddizioni che lo lasciano perplesso. Primo fra tutti lo schiavismo imperante in una democrazia che di fatto tollerava discriminazione, ingiustizia e razzismo da Nord a Sud.

Possiamo definirlo un romanzo di formazione che inizia con James intenzionato a dividere l’eredità con la sorellastra di colore Zoe; ma si trova di fronte al muro di una società fondata da bianchi per i bianchi, in cui le persone di colore non hanno diritti.
Importante è la sua amicizia con il politico Stephen A. Douglas, definito “piccolo gigante”, statista che fu anche avversario di Abramo Lincoln nelle elezioni presidenziali. James lo ammira e ne sostiene le idee, lo segue nella guerra con il Messico per i territori del Texas, e approva la sua dedizione totale al paese.Però il nostro protagonista avverte anche i difetti di una società che promuove sfrenatamente il successo economico, l’arrivismo, lo sfruttamento scriteriato delle risorse naturali, la sopraffazione dei più deboli. E questo influenzerà le sue scelte. In quasi 400 pagine, di questo romanzo rimasto inedito in Italia, scorrono 70 anni della storia americana che non mancheranno di affascinarvi. L’opera che ha consegnato Edgar Lee Masters all’immortalità è la sua “Antologia di Spoon River” (pubblicata da più case editrici in edizioni economiche).Capolavoro assoluto in cui lo scrittore, attraverso gli epitaffi che riassumono le vite di persone di tutte le classi sociali e dalle diverse fortune o disgrazie, imbastisce un telaio in cui i fili sono quelli del temporaneo passaggio umano sulla terra. Poesie in forma di epitaffi degli abitanti dell’immaginario paesino di Spoon River. In realtà furono Petersburg e il fiume Sangamon ad ispirare il nucleo fondamentale dell’antologia.
I personaggi che dettarono le parole da incidere sulle loro lapidi furono sepolti nel cimitero cittadino di Petersburg, che si chiama Oakland o Oak Hill. A quella zona pare siano ascrivibili 53 epitaffi.Altri 66 invece sarebbero ispirati da personaggi di Lewistown, dove Master visse con la famiglia per un decennio, a partire dagli 11 anni. Lewistown è il capoluogo della contea Fulton, bagnata dal fiume Spoon, che l’autore scelse per il titolo.Attraverso le parole che ricostruiscono vite, battaglie, aspirazioni, amori e odio, fallimenti, successi, la fatica e la bellezza del vivere, Edgar Lee Masters mette anche in risalto la mentalità di una città dai confini angusti. Il libro fu scoperto da Cesare Pavese, tradotto da Fernanda Pivano e pubblicato da Einaudi per la prima volta nel 1943. Da allora infinite edizioni, e un successo continuo. Per Masters però fu anche all’origine della sua rottura con i concittadini, che non gli perdonarono mai di aver puntato il dito contro le loro debolezze ed ipocrisie.

 

 

 

 

Il Tempo Sospeso: dubbi, paure e riflessioni sul Covid

“Il Tempo sospeso”, volume edito da Gian Giacomo della Porta Editore, accosta le riflessioni e osservazioni maturate in questi due anni di pandemia da parte della giornalista torinese Mara Martellotta  alle opere pittoriche dell’artista fiorentino Andrea Granchi, già docente all’Accademia di Belle Arti di Firenze e appartenente ad una famiglia di tradizioni artistiche e pittoriche.

 

La contemporaneità dei temi trattati, inerenti il cambiamento della società, quello dei rapporti umani nell’epoca di Covid, le angosce e i dubbi che hanno pervaso tanti animi umani, hanno trovato nel volume una perfetta corrispondenza sia nella scrittura sia nell’arte, rivelando la possibilità  di una via di salvezza in questo “tempo di sospensione”, dettato dalla pandemia.


Una via che passa, appunto, attraverso l’arte, la cultura e la riscoperta di valori che, nella società pre Covid, contraddistinta da ritmi troppo frenetici, si consideravano dimenticati, se non addirittura perduti.

È stato presentato con la partecipazione degli autori  alla libreria torinese Belgravia in via Vicoforte 14/d mercoledì 15 dicembre.

Venerdì 17 dicembre alle 19, si terrà  presso la sede del Centro Servizi VolTO, in via Giolitti 21, un evento in diretta Facebook, che potrà anche essere seguito in sala, di dialogo sul libro tra uno dei due autori del libro, Mara Martellotta, e Andrea Donna, giornalista e presidente dell’Associazione “Difendiamo il futuro”.

La settimana al Circolo dei Lettori

GLI INCONTRI AL CIRCOLO 

Ingresso libero fino a esaurimento posti (salvo dove espressamente indicato). Con la Carta Plus è possibile prenotare il posto in sala: acquistabile sullo shop online o in Accoglienza.

 

lunedì 13 dicembre ore 18.30 | Circolo dei lettori, sala grande

Crepacuore (Rizzoli)

Selvaggia Lucarelli

Storia di una dipendenza affettiva

con Sara Ricotta Voza

“Quando non eravamo insieme sentivo uno strano disordine emotivo, una specie di febbre, di sete che dovevo placare. Vivevo le mie giornate senza di lui come un intervallo, una pausa dell’esistenza. Mi spegnevo, in attesa di riaccendermi quando lo avrei rivisto. Ero appena diventata una giovane tossica, convinta, al contrario, di aver colmato quella zona irrimediabilmente cava della mia esistenza.” Così Selvaggia Lucarelli descrive gli esordi di una relazione durata ben quattro anni in cui nulla, nella sua vita, ha avuto scampo: dal lavoro agli amici, l’ossessione per una storia che non aveva alcuna possibilità di funzionare, piano piano, come un fungo infestante, ha intaccato tutto quello che la circondava. Perfino l’amore per suo figlio, che finisce trascurato tra decisioni imprudenti e un’asfissiante sindrome abbandonica: “Oggi, guardandomi indietro, faccio ancora fatica ad ammetterlo, ma la felicità di mio figlio, la sua sicurezza perfino, erano la cosa più importante solo in quei rari momenti in cui sentivo di aver messo la mia relazione al sicuro. L’unico pericolo che avvertivo come costante e incombente era quello che lui mi lasciasse per la mia evidente inadeguatezza”. Con coraggio, senza fare sconti soprattutto a se stessa, racconta come un incontro tra un uomo che non vede nulla oltre se stesso e una donna che non vede nulla oltre lui può trasformarsi in una devastante dipendenza affettiva da cui la protagonista uscirà solo dopo aver toccato il fondo. Solo dopo aver compreso cos’era quel vuoto da colmare e perché ha coltivato la speranza distruttiva che qualcuno potesse colmarlo: “Siamo stati, insieme, una profezia feroce che per avverarsi aveva bisogno delle ferite di entrambi”.

 

lunedì 13 dicembre ore 21.00 | Circolo dei lettori, sala grande

Brillo. La guerra degli ovetti (Oblomov)

Igort

L’edizione integrale di un fumetto dal sapore antico

con Bruno Ventavoli

Brillo nasce sulle pagine di “Linus” a metà degli anni Novanta, durante l’esperienza giapponese di Igort. Serie tra le migliori mai scritte da Igort e molto amata dai lettori, rende omaggio al fumetto dei tempi antichi, quello di Herriman, Segar, della tradizione dei funny animals, gli animali parlanti dell’epoca d’oro del cartooning americano. Piccoli uomini, disegnati con le sembianze di pupazzi – un richiamo a Maus di Spiegelmann – vivono, soffrono e si confrontano con l’irrompere nel loro mondo fiabesco della realtà drammatica della guerra. Storie poetiche, dolenti, ironiche al contempo, che rivelano echi di Buzzati e George Grosz. Il paese di Fafifurnia – omaggio al Buzzati de La famosa invasione degli orsi in Sicilia – è scosso da una guerra che dura da sette lunghi anni. Noto con l’irriverente appellativo di “guerra degli ovetti”, il conflitto è il risultato di un effetto domino che origina dal banale errore di un impiegato innamorato: uno scambio di forniture di ovetti di cioccolato con sorpresa, nell’ordine provoca: la rabbia nazionalista di due popoli, una grave crisi diplomatica tra Stati, il fallimento di un’antica fabbrica di cioccolato con il conseguente licenziamento di 400.000 dipendenti e, infine, la guerra. Inserito da Oreste del Buono, mitico direttore di “Linus”, tra i “fumetti del millennio”, Brillo arriva in libreria in un’edizione integrale che include tutte le storie della serie pubblicate su “Linus” e le immagini inedite che restituiscono il percorso di una serie amatissima, oltre una postfazione di Igort sulle genesi della serie.

 

martedì 14 dicembre ore 18 | Teatro Colosseo, via Madama Cristina 71

Una vita nuova (Mondadori)

Fabio Volo

«Ero bambino e vivevo in un mondo più lento, e senza paure»

con Alberto Infelise
a cura di Fondazione Circolo dei lettori e Mondadori

in collaborazione con Teatro Colosseo Torino elaFeltrinelli Torino

Due amici su un’auto rossa attraversano l’Italia: musica da cantare, il vento tra i capelli, la mano fuori dal finestrino a giocare con l’aria. Hanno una quarantina d’anni e una vita incagliata. Andrea aspetta un verdetto da cui dipende la sua vita sentimentale. Paolo è in crisi: di coppia, di identità, di mezza età. O forse è solamente bisogno di leggerezza. L’auto su cui viaggiano è una vecchia Fiat 850 spider. Il padre di Paolo l’aveva dovuta vendere per far spazio alla famiglia, e ancora la rimpiange. Così Paolo ha deciso di recuperarla e fargli una sorpresa. Mentre risalgono dalla Puglia a Milano, Paolo e Andrea parlano tra loro con la spietatezza che ci si può concedere solo fra amici: l’amore, il lavoro, i genitori… E quelli che sembravano problemi insolubili si sgonfiano alla luce di una leggera ironia. Sarà un viaggio pieno di divertentissimi imprevisti e di scoperte, delle bellezze che a volte non si vedono mentre siamo concentrati a fare quello che gli altri si aspettano da noi. Un viaggio che condurrà Paolo dal dovere al volere, dal pensare al sentire, dal pudore alla tenerezza. Ingresso gratuito con posto assegnato | prenotazione obbligatoria su https://bit.ly/EventbriteVolo | Prenotazione Carte Plus 011 8904401 | info@circololettori.it

 

martedì 14 dicembre ore 18.30 | Circolo dei lettori, sala gioco

La prima figlia (e/o)

Anna Pavignano

Quel conflitto tra desiderio e paura di far venire al mondo un essere umano

con Enrica Baricco e Antonella Parigi

Una storia sul conflitto tra cuore e ragione, sul legame viscerale tra madre e figlio che si instaura prima della nascita, sul perché sentiamo il desiderio di procreare e sul timore di farlo per la responsabilità che comporta il decidere di far venire al mondo un essere umano. Un modo trasversale per accostarsi al mondo della diversa abilità, a ciò che significa essere genitori di una persona down, al “dopo di noi”. Sassi lanciati nello stagno e non risposte, perché quelle si possono trovare solo nella consapevolezza di ognuno e nel proprio modo di vedere la vita. E forse in un “sentire” che poco ha a che fare con la ragione e la saggezza. Poliana è incinta e ricoverata in day hospital per fare l’amniocentesi: ha quarant’anni, il rischio di avere un bambino down è piuttosto alto. Non ha mai pensato al feto che ha in corpo come a un bambino, l’ha sempre considerato un essere provvisorio il cui futuro è legato all’esito dell’esame. È scontato che se dovesse essere down non lo farà nascere. Poliana ha una fervida immaginazione e, così come in passato aveva dato vita con la fantasia a una figlia che non ha mai nemmeno concepito, ma che ha molto desiderato tanto da immaginarne ogni particolare, anche il modo in cui l’avrebbe vestita – la bambina con il vestito a pois – ora si concede di pensare alla creatura che ha in grembo, di parlarle, di essere certa che è femmina, di darle un nome, di farla essere viva e, in qualche modo, di affezionarsi a lei.

 

martedì 14 dicembre ore 21 | Circolo dei lettori, sala grande

La casa senza ricordi (Longanesi)

Donato Carrisi

Un bambino, un ipnotista e una storia da brividi

con Petunia Ollister

Un bambino senza memoria viene ritrovato in un bosco della Valle dell’Inferno, quando tutti ormai avevano perso le speranze. Nico ha dodici anni e sembra stare bene: qualcuno l’ha nutrito, l’ha vestito, si è preso cura di lui. Ma è impossibile capire chi sia stato, perché Nico non parla. La sua coscienza è una casa buia e in apparenza inviolabile. L’unico in grado di risvegliarlo è l’addormentatore di bambini. Pietro Gerber, il miglior ipnotista di Firenze, viene chiamato a esplorare la mente di Nico, per scoprire quale sia la sua storia. E per quanto sembri impossibile, Gerber ce la fa. Riesce a individuare un innesco – un gesto, una combinazione di parole – che fa scattare qualcosa dentro Nico. Ma quando la voce del bambino inizia a raccontare una storia, Pietro Gerber comprende di aver spalancato le porte di una stanza dimenticata. L’ipnotista capisce di non aver molto tempo per salvare Nico, e presto si trova intrappolato in una selva di illusioni e inganni. Perché la voce sotto ipnosi è quella del bambino. Ma la storia che racconta non appartiene a lui.

 

mercoledì 15 dicembre ore 18 | Circolo dei lettori, sala gioco

Ecchecavolo (Einaudi)
Mariolina Venezia

Il mondo secondo Imma Tataranni, la PM più famosa della tv
con Vanessa Scalera

I colleghi che si sentono in dovere di fare i simpatici a tutti i costi, le suocere impiccione, i tuttologi dell’ultimo minuto. Quelli che non si regolano durante il pranzo della domenica e quelli che chiedono «ti è piaciuto?» dopo aver fatto l’amore: nel suo mondo ideale Imma Tataranni non fa sconti a nessuno. Neanche a se stessa. Dopo il successo televisivo, la Dottoressa torna in libreria, ma non con una delle sue indagini: questa volta vuole dettare legge. Cosí, mentre risolve un caso o fa la spesa al supermercato, elabora le sue personali normative. Un libro divertente, struggente, pungente. Proprio come lei. In questa raccolta di leggi immaginarie, decreti e piccoli editti, architettati mentre fa la fila alla posta o risolve un caso, la Piemme piú chiacchierata di tutto il Centro Sud esprime la sua visione del mondo. Non com’è, naturalmente, ma come dovrebbe essere. Almeno secondo lei. Dalle misure per i proprietari di cani agli incentivi per chi è capace di starsene zitto, dal patentino per diventare madre alla lettera di motivazione per i turisti in visita nei Sassi di Matera, la Tataranni ne ha per tutti. Paradossale, insofferente, allergica ai luoghi comuni, ma anche capace di autocritica e autoironia, Imma si colloca di prepotenza fra i grandi pensatori di ogni epoca, da Platone a Cesare Beccaria. Immagina cosí una sua Società Ideale, un po’ dispotica, certo, ma con una profonda aspirazione alla giustizia. Legge dopo legge, intanto, prendono vita i personaggi che l’hanno accompagnata nei libri precedenti, il marito Pietro, la figlia Valentina, il bel Calogiuri, le compagne di scuola e tutta la Procura. Emergono in filigrana pensieri e desideri inconfessabili, idiosincrasie, debolezze, aneddoti inediti e segreti del Sostituto Procuratore che passando dai romanzi alla fiction di Rai 1 ha conquistato tanti cuori. Imma salta fuori dalla pagina grazie a una scrittura briosa, dissacrante, personalissima e letteraria, che attraversando il genere poliziesco e la commedia racconta la nostra società, le sue storture e il coraggio di tante straordinarie donne comuni.

 

mercoledì 15 dicembre ore 18 | Circolo dei lettori, sala biblioteca

La voce d’oro di Mussolini (Neri Pozza)

Sandro Gerbi

Storia di Lisa Sergio, la donna che visse tre volte

con Barbara Berruti e Enrica Bricchetto

Chi era l’elegante figurina che la sera del 9 maggio 1936, dai gradini più alti del Vittoriano, trasmetteva in inglese il famoso discorso di Mussolini sulla conquista dell’Impero?

Si chiamava Lisa Sergio (1905-1989) e stava vivendo la sua prima incarnazione: quella della «fervente fascista», nota all’estero come la «voce d’oro» di Roma. Giornalista fiorentina plurilingue, di madre americana e padre napoletano, nel 1937 fu licenziata dal ministero della Propaganda forse perché sospettata di mormorare contro il regime o più probabilmente perché ritenuta troppo loquace circa una sua breve relazione con il genero del duce Galeazzo Ciano. Protetta da Guglielmo Marconi, approdò negli Stati Uniti nel 1937 e ricominciò una brillante carriera radiofonica all’insegna della democrazia americana: ecco la sua seconda vita. Dopo la guerra però, ottenuta la nazionalità statunitense, fu accusata dall’FBI di simpatie per il comunismo, allontanata dalla radio e inserita in alcune «liste nere» da seguaci del maccartismo. Alla fine decise di trasferirsi a Washington, dove si reinventò come conferenziera.

 

mercoledì 15 dicembre ore 18.30 | Circolo dei lettori, sala grande

La mappa del mondo

Trent’anni dopo la caduta dell’Unione Sovietica

con Dario Fabbri, Orietta Moscatelli e Lorenzo Pregliasco

a cura di LIMES”

in collaborazione con YouTrend

 

mercoledì 15 dicembre ore 21 | Circolo dei lettori, sala grande

Il martirio di Norma
Cantata per Norma Cossetto, studentessa istriana caduta per la Libertà
musica di Luigi Donorà su testo di Luca Dorizzi
nell’ambito di Identità oltre confine

progetto realizzato da Fondazione Circolo dei lettori

in collaborazione con Assessorato all’Emigrazione Regione Piemonte

Cantata da Camera per Soprano, Baritono, Voce Recitante, Quartetto d’Archi e

Pianoforte.

La Cantata è stata scritta in onore e memoria di Norma Cossetto, studentessa istriana caduta per la Libertà. L’assassinio di Norma si consumò nella notte tra il 4 e il 5 ottobre 1943 assieme a quello di altre venticinque persone. Il suo cadavere venne estratto dalla foiba di Villa Surani il 10 dicembre dello stesso anno. Secondo la ricostruzione di autorevoli storici la ragazza fu ripetutamente violentata e successivamente le furono pugnalati i seni e penetrata nella vagina con un oggetto di legno, rinvenuto sulla salma. Su denuncia di Licia Cossetto, sorella di Norma, i soldati tedeschi catturarono sedici partigiani che avevano partecipato alle sevizie e li costrinsero a vegliare tutta una notte la salma di Norma, per poi fucilarli all’alba del giorno successivo: di questi, tre partigiani impazzirono nel corso della notte. La vita e soprattutto la morte di Norma – o meglio le ragioni delle violenze subite e della sua uccisione – continuano tuttavia a essere oggetto di interpretazione politica, in particolare il suo presunto legame diretto con il fascismo. Ricerche d’archivio avvalorano di contro la tesi che Norma ha sempre dimostrato un totale disinteresse per la politica e la non militanza fascista. Norma, come molte altre centinaia di donne e uomini infoibati, è stata uccisa perché colpevole di abitare un’area geografica oggi divisa tra Italia, Slovenia e Croazia. Non da ultimo, la drammatica vicenda di Norma Cossetto è riconducibile all’altrettanto drammatico fenomeno che oggi conosciamo con il nome di femminicidio. Prenotazione consigliataprenotazioni@circololettori.it

 

giovedì 16 dicembre ore 18 | Circolo dei lettori, sala musica

Estetica dell’improvvisazione (il Mulino)

Alessandro Bertinetto

Quella miscela di abitudine e creatività alla base dell’agire
con Pietro Cavallotti, Gaetano Chiurazzi, Nicola Perullo eFederico Vercellone

L’improvvisazione è un tema in auge fin dal secolo scorso, come testimoniano i grandi nomi dei filosofi che se ne sono interessati, fra gli altri Derrida ed Eco. Felice miscela di abitudine e creatività, di norma e libertà, l’improvvisazione è costitutiva dell’agire. La consentono e spesso la richiedono in gradi variabili molte pratiche umane anche ben regolamentate, come il gioco degli scacchi, il pilotaggio di aeroplani o la medicina. Ed è anche la sorgente stessa dell’esperienza artistica. L’arte nasce come improvvisazione, eppure quest’ultima ha una sua dimensione estetica specifica: quella di una «grammatica della contingenza» in cui nozioni quali emergenza, presenza, curiosità e autenticità spiegano il piacere dell’avventura improvvisativa e il coinvolgimento empatico che essa può generare. Questo libro propone una teoria estetica generale dell’improvvisazione nell’arte, in tutte le arti, performative e non, in riferimento a molti casi concreti.

 

giovedì 16 dicembre ore 19 | Circolo dei lettori, sala biblioteca

L’ultimo lupo (Rizzoli)

Corrado Fortuna

Enigmi e passioni nelle montagne della Sicilia

con Petunia Ollister

Tancredi Pisciotta ha quarant’anni, è nato a Palermo ma vive a Milano. Sente forte la mancanza di un figlio, che sembra non arrivare mai. E sente forte la Camurrìa, che invece sembra perseguitarlo. Ha bisogno di staccare e così si rifugia a Piano Battaglia, nelle Madonie. In quel pezzetto di terra sperduto tra le montagne siciliane, mezzo secolo prima, suo nonno Adelmo ha portato una casa mobile, che è diventata l’abitazione di famiglia. In quel luogo Tancredi spera di ritagliarsi qualche giorno di pace. Mai però avrebbe immaginato di essere catapultato tra le maglie di un mistero. Dopo una notte di luna piena infatti è lui a ritrovare il corpo di Amir, un pastore marocchino: è riverso a terra, con un grosso ramo vicino alla testa. Dalla sua bocca escono due parole debolissime: «Il lupo». Ma l’ultimo lupo delle Madonie è stato ammazzato tanto tempo prima. A Piano Battaglia la gente mormora; c’è anche Angela. È bionda, sulla ventina, di una bellezza selvatica, e non parla da quando era bambina. Dentro i suoi occhi si celano segreti più grandi di lei. Toccherà a Tancredi guadagnarsi la fiducia di questa strana ragazza, per riportare a galla verità nascoste in un remoto passato. In un romanzo caldo e amaro come la Sicilia, Corrado Fortuna si misura con le passioni indecifrabili dell’animo umano. Rivelazione dopo rivelazione, esplora i lati più inaspettati di personaggi sorprendenti, costretti a fare i conti con le proprie vite e con un enigma insondabile custodito dai boschi.

 

venerdì 17 ore 18.30 | Circolo dei lettori, sala grande

La cucina di famiglia (Einaudi)

Antonino Cannavacciuolo

40 ricette spiegate come a casa

con Elena Loewenthal

Quella di Antonino Cannavacciuolo è una cucina che nasce dal cuore, fatta di ingredienti scelti con cura ed elaborati con passione, sempre attenta a mantenere un perfetto equilibrio fra tradizione e innovazione. Ora, per la prima volta, le preparazioni complete, i suggerimenti per rendere eccezionale ogni piatto e i segreti che hanno conquistato migliaia di appassionati sono raccolti da Antonino in un libro che è una sintesi della sua arte: dall’antipasto al dolce.

 

sabato 18 dicembre ore 16 – 17.30 | Circolo dei lettori, sala grande

Il rapimento geometrico

dal movimento incontrollato a una direzione
laboratorio per bambini 6-10 anni con Fabrizio Einaudi

€ 10 (merenda compresa)

prenotazione obbligatoria 011 8904401 | info@circololettori.it

 

sabato 18 dicembre ore 18 | Circolo dei lettori, sala biblioteca

L’omino rosso (Sandro Teti Editore)

Doina Ruşti

Uno spaccato della Romania di oggi tra realtà e virtuale

con Roberto Merlo
a cura di Accademia di Romania in Roma e Libreria Internazionale Luxemburg
partner Dipartimento di Lingue e letterature straniere e culture moderne Università di Torino

Laura Iosa è una quarantenne costretta a competere con una società che delle donne apprezza soprattutto aspetto, giovinezza e impudenza. Trattata con sufficienza dalle case editrici a cui chiede invano di pubblicare un suo dizionario e delusa dall’ambiente che la circonda, Laura decide di scrivere la sua storia su un blog, aperto ai commenti dei visitatori, imprimendo così una svolta radicale alla sua vita: sviluppa una relazione con due strani personaggi, un ragazzo solitario, mago dell’informatica e un sorprendente omino saggio che la condurrà in un paradiso virtuale e allucinante. Doina Ruşti è una delle scrittrici romene contemporanee più celebrate dalla critica e dai lettori per la forza epica e l’originalità della narrazione.

L’isola del libro

Rubrica settimanale a cura di Laura Goria

Jonathan Franzen “Crossroads” -Einaudi- 22,00
E’ il primo capitolo della trilogia “A Key to all Mythologies” e racconta la banalità della vita, con la maestria e l’empatia che contraddistinguono i romanzi dell’autore de “Le correzioni”.
Al centro della storia c’è la normalissima famiglia Hildebrant di un quartiere residenziale benestante a New Prospect nell’Illinois, i cui membri sono avvolti da un’infelicità come tante altre, sullo sfondo degli anni 70 in cui la cultura hippy scuote il moralismo religioso.

L’onda rivoluzionaria impatta ancora più pesantemente sul nucleo protestante degli Hildebrand, dove tutti i membri -cresciuti nella dottrina della colpa- faticano a trovare una collocazione nell’esistenza.
Il padre Russ è il ministro del culto della First Reformed; dovrebbe essere l’esempio per la famiglia e la comunità, invece è insoddisfatto, nostalgico e pericolosamente attratto da una giovane parrocchiana.
In bilico ci sono la sua fede e pure il matrimonio ventennale con Marion che arranca nel ruolo di sua moglie, si addebita colpe che non ha e si è lasciata parecchio andare anche fisicamente.

I loro figli poi sono un capitolo a parte.
Per i fratelli Hildebrant è complicato essere i rampolli di un predicatore. Devono destreggiarsi nel dilemma tra mito dell’innocenza (l’obbligo di essere buoni e all’altezza) e quella che avvertono come una naturale intrinseca imperfezione (intrisa di vergogna per le loro azioni poco nobili).

I più grandi si appropriano dell’indipendenza rinnegando il padre e il suo impegno solo di facciata.
Il primogenito Clem abbandona l’università e vorrebbe partire per il Vietnam….
Bechy, cheerleader e reginetta della scuola, aderisce al gruppo giovanile della chiesa Crossroads, animato dal pastore (antagonista di Russ) Rick Ambrose, carismatico e manipolatore. La giovane poi si invaghisce del cantante folk Tanner Evans e si complica ulteriormente la vita.
Tra le fila di Crossroads c’è anche il più piccolo degli Hildebrant; il geniale (quoziente intellettivo 160) Perry -problematico e uso a fumare marijuana- che disquisisce sui massimi sistemi della vita ed è alla ricerca di ciò che è giusto, buono…..ma fa anche i conti con l’egoismo intrinseco negli esseri umani.
Ancora una volta Franzen scandaglia in profondità i meccanismi delle relazioni umane e l’intimità dei personaggi alle prese con la crisi della morale conformista borghese.

 

Vigdis Hjorth “Lontananza” – Fazi Editore- euro 18,50
E’ bellissimo e profondo questo romanzo della scrittrice norvegese che racconta in modo magistrale una missione impossibile; quella della riconciliazione tra una madre e la figlia, e come corollario minore quella tra due sorelle.
Vigdis Hjorth affonda la penna nei vuoti e nel dolore della vita, nelle incomprensioni laceranti, nelle occasioni rincorse e mancate, nell’irrigidimento dell’anima che non porta mai nulla di buono se non tonnellate di greve solitudine.
A narrare la perigliosa impresa emotiva è Johanna che torna in Norvegia dopo 30 anni di lontananza e il violento strappo dalla famiglia, che non le ha mai perdonato di aver scelto la sua strada indipendentemente da quella tracciata dal padre. Lui era un avvocato che aveva spinto la figlia a seguire la stessa carriera. Lei, studentessa di legge sposata da poco, aveva abbandonato l’affidabile marito ben visto in famiglia. Era scappata nello Utah con il suo professore di arte, Mark, insieme al quale aveva avuto un figlio, ed era diventata una pittrice di successo.
Da allora era stata ostracizzata da padre, madre e sorella. Vietato mettersi in contatto con loro.
Ora, Mark è morto, il figlio è ormai indipendente, e lei torna nel suo paese di origine nel tentativo di sanare quella ferita, di colmare l’abisso che la divide dalla madre. Alla colpa della fuga si è aggiunta quella di non essere tornata per il funerale del padre. Ulteriore pietra tombale sul rapporto con la genitrice che non le ha mai perdonato neanche questa assenza.

Il romanzo si inerpica su infiniti pensieri e stati d’animo che affondano le radici nell’immenso e spesso imperscrutabile legame con chi ci ha messi al mondo. Il mistero della maternità qui è sviscerato con una bravura che è alta letteratura e ci induce a pensare in profondità.
Johanna mette a nudo la sua anima, ripercorre episodi e legami che sono le sue radici, tenta ripetutamente di contattare la madre, che però non le risponderà mai.
Stesso vuoto siderale con la sorella diventata alleata dell’anziana 80enne irrigidita sulle sue posizioni. Difficile, impossibile riappacificarsi con questa figliola prodiga che si apposta fuori dall’abitazione materna, segue lei e la sorella che sotto la pioggia si recano sulla tomba del padre, e non mancano i colpi di scena……

Eshkol Nevo “Tre piani” -Neri Pozza- euro 16,00
Questo romanzo, pubblicato in Italia nel 2017, ora torna alla ribalta anche grazie al film di Nanni Moretti presentato a Cannes. Il libro è ambientato in una palazzina di 3 piani vicino a Tel Aviv, in Israele. Tre i nuclei familiari benestanti e le loro storie, diverse e scandite come racconti.
Al primo piano vive la giovane coppia formata da Arnon e la moglie avvocato Ayelet. Quando nasce la loro prima figlia Ofri iniziano ad affidarla alla coppia che vive sul loro stesso pianerottolo; gli anziani Herman e Ruth i cui figli e nipoti sono sparsi per il mondo.
Poi Hermann inizia a manifestare dimenticanze e vuoti dell’Alzheimer, non sa dire cosa sia successo un pomeriggio in cui è sparito con la piccola Ofri. Inizia così il tormento di Arnon che sospetta abusi e vuole a tutti i costi scoprire la verità.
Poi a complicare tutto arriva la nipote di Hermann e Ruth. La provocante e non ancora maggiorenne francesina Karin, che si fa scarrozzare da Arnon …e ogni volta è una tentazione in più. Infine qualcosa tra i due accade, spariglia le carte e Arnon rischia di perdere tutto….

Al secondo piano si annida la solitudine della giovane Hani alle prese con i due figli, mentre il marito Assaf è sempre lontano per lavoro.
A smuovere la sua opaca esistenza e il tran tran quotidiano arriva a bussare alla sua porta il cognato Eviatar, da tempo bandito dalla famiglia. Sta scappando dai creditori e dalla malavita ed è ad Hani che chiede aiuto. Per lei che lo ospita sarà un gran bel cambiamento…..

Al terzo piano vive la giudice Dovra, ormai in pensione e vedova del collega Michael.
Il filo del dialogo tra i due ora continua in modo insolito. Dovra riempie il vuoto delle sue giornate parlando e raccontando la sua quotidianità alla segreteria telefonica del marito defunto, del quale può così riascoltare la voce.
Meglio che rivolgersi a una fredda lapide; è anche il modo di riallacciare i fili del passato, rivedere gli errori e le dinamiche del difficile rapporto con il figlio Arad, espulso dalle loro vite.

 

Fern Britton “Le figlie della Cornovaglia” -tre60- euro 18,00

Fern Britton è un’autrice televisiva inglese e i suoi romanzi, tutti ambientati in Cornovaglia, sono best seller. Non fa eccezione questo “Le figlie della Cornovaglia” che si snoda su tre piani temporali, raccontando le vite di tre donne della stessa famiglia alle prese con segreti, guerre, morti, tragedie varie ed assortite.
Sono Clara, sua figlia Hanna e infine Caroline che ha custodito i segreti della famiglia.
Tutto ha inizio con Clara Carter, giovane donna che durante la Prima Guerra Mondiale cerca di stare a galla facendo affidamento sulle sue forze e cercando l’indipendenza. L’amore della sua vita è Bertie, col quale si fidanza, senza raccontargli però tutta la verità sul suo passato.
La notte dell’11 maggio 1917 è una data fondamentale perché mentre lei dava alla luce Michael, il suo Bertie moriva in Francia falciato dai colpi di un cecchino nemico. Mentre lui giaceva senza vita in una trincea iniziava un’altra esistenza.
Nel 1918 Clara si reca a Callyzion in Cornovaglia a conoscere la famiglia del suo amore e finisce per farne parte, dal momento che sposa il fratello di Bertie, Ernest, e gli darà tre figli.

Al centro del secondo piano del racconto, intorno al 1947, c’è una dei figli di Clara.
E’ Hannah, è nata a Penang in Malesia dove il padre, Ernest Bolitho, membro dell’Ordine dell’Impero Britannico possiede una piantagione di alberi della gomma e lavora per il Malayan Civil Service.
Da piccola era stata spedita dai nonni in Inghilterra ed aveva patito il distacco dalla madre. Poi Clara la raggiunge e in Cornovaglia apre il negozio “Clara Bolitho Silks”, importando stoffe dalla Malesia, dove invece è rimasto Ernest.

Hannah fatica ad afferrare i nuovi equilibri della famiglia, cresce troppo in fretta ed ha la sventura di perdere la testa per l’uomo sbagliato. Rimane incinta e sola, perché il giovane l’abbandona.
Lei fa di tutto per proteggere Caroline, la bimba che mette al mondo; compiendo così una scelta ben diversa da quella di sua madre Hanna, che custodisce un enorme segreto e per questo la capisce benissimo

Ed eccoci ai giorni nostri quando Caroline è ormai una donna adulta, vedova, legatissima a sua figlia Natalie. Un giorno riceve un vecchio baule appartenuto al nonno Ernest e rimette insieme i vari pezzi della storia familiare, svelando i segreti sepolti e nascosti negli anni.

 

Eloísa Díaz “Sparire a Buenos Aires” -Piemme- euro 17,90

E’ molto più che un thriller questo romanzo di esordio della scrittrice- avvocato nata a Madrid da genitori argentini, che ha studiato alla Sorbona a Parigi e alla Columbia University a New York.
Cittadina del mondo, ma fortemente ancorata all’Argentina e al suo drammatico passato; quello della dittatura militare e dei desaparecidos.

L’avvio è quello di un giallo con tanto di cadavere. Siamo nel 2001 quando l’ispettore di polizia Joaquin Alzada viene convocato all’obitorio dove sul tavolo settorio giace il corpo massacrato di una giovane sconosciuta.
L’anatomopatologo Petacchi gli indica «…una gran bella figliola», bianca, sulla trentina, senza documenti, con tracce plurime di violenza, e varie ecchimosi post mortem. E’ stata freddata da tre colpi di pistola alla testa e l’hanno trovata nel cassonetto dei rifiuti accanto all’obitorio.

Alzada è prossimo alla pensione, ha un carattere ruvido, poco incline ad ubbidire e seguire le regole, non vede l’ora del meritato riposo che però rischia di essere procrastinato a causa della crisi socioeconomica del paese nel 2001.
La mattina in cui viene trovato il cadavere della donna, Alzada raccoglie anche la denuncia della scomparsa di Norma Eleonora Echegaray; rampolla di una delle famiglie più ricche e potenti di Buenos Aires, i cui lineamenti potrebbero coincidere con quelli della morta, che però a causa delle lesioni è difficile identificare con certezza. Cosa hanno in comune le due vicende?

Nelle indagini l’ispettore si trova anche a dover fare i conti con il passato e la crisi del momento. Nel 1976 il colpo di stato aveva portato al potere i generali, Vileda in testa.
Ora nel 2001 serpeggia una grave crisi economica che a sua volta rende instabile la politica: il presidente De la Rùa potrebbe dichiarare lo stato d’assedio e ricorrere all’esercito. Il paese è travolto dalle proteste, povertà e rastrellamenti

L’intreccio miscela passato e presente, accostando le due storie separate da 20 anni; ma delinea anche la storia personale e familiare di Alzada.
Scopriamo che la sua carriera aveva subito una pesante battuta d’arresto perché era fratello di Jorge, rivoluzionario finito nel nulla con migliaia di desaparecidos e di cui si erano perse le tracce nel 1981.
Il passato doloroso sembra dietro l’angolo pronto a balzare di nuovo in scena. Joaquin ora è più vecchio e stanco, ma tenta comunque di proteggere il giovane nipote Sorolla, figlio di Jorge.

E l’autrice imbastisce una trama che non parla solo di sparizioni irrisolte; ma anche di politica e di una città sulla soglia di un baratro che richiama quel passato che pesa tutt’ora nell’animo dell’ispettore. Un giallo a tinte fosche e colpi di scena.

 

L’isola del libro

Rubrica settimanale a cura di Laura Goria

Manuel Vilas “I baci” -Guanda- euro 19,00
L’amore al tempo del Covid, secondo Manuel Vilas, è l’unico modo per dare un senso alla vita. I baci del titolo sono quelli tra Salvador, professore 58enne in pensione anticipata, e la bellissima 45enne Montserrat.
Lui viene colto dal lockdown in una casa nel bosco, poco lontano da Madrid, dove ha deciso di ritirarsi. Nel paesino di Sotopeña c’è l’unico emporio della zona, e quando va a rifornirsi di provviste viene folgorato dalla bellezza e dal misterioso fascino di Montserrat che gestisce il negozio.

In oltre 400 pagine divampa la storia d’amore. Salvador si innamora in 7 minuti come un adolescente; ma è un uomo maturo… e chissà se tanto entusiasmo può esplodere anche a 50 anni o giù di lì.
Secondo Vilas ovviamente si, tutto il romanzo va in questa direzione componendo una storia d’amore romantica e idealizzata, ma anche decisamente carnale.
“I baci” sono l’antidoto all’epidemia, alla malattia, alla solitudine e alla morte e, anche da adulti navigati, innamorarsi è possibile. Anzi nel tornado di una crisi epidemica mondiale i due protagonisti restano ancorati alla vita; bypassano il mordo con entusiasmo, con una passione travolgente e ampie dosi di erotismo in una sorta di coinvolgente follia d’amore.

Salvador è stato mandato in pensione prima del tempo perché affetto dai primi sintomi di una malattia neurologica che lo rendeva confuso o silenzioso di fronte agli studenti. Così si è armato di bagagli e libri –primo fra tutti il “Don Chisciotte” di Cervantes- e ha deciso di isolarsi dal resto del mondo.
Montserrat è carica di erotismo, ma dilaniata dalla perdita del piccolo figlio che le è stato tolto dall’ex marito e che ora vive in Germania. Questa è la tragedia della sua vita e l’amore per Salvador è qualcosa che lenisce il suo dolore.

Cervantes fa capolino spesso nelle pagine di Vilas: il suo protagonista ricorda Don Chisciotte nell’idealizzare la donna che ne occupa vita e pensiero; mentre Montserrat diventa Altisidora, «la donzella intelligente ed enigmatica ..» che fa credere a Don Chisciotte di essere innamorata di lui.
Come evolverà e andrà a finire questa passione travolgente?
Salvador sa bene che l’amore ideale -e pure quello carnale- tendono a perdere potenza con il logorio del tempo…..

 

Hannah Rothschild “Casa Trelawney” -Neri Pozza- euro 19,00
Trelawney Castle appartiene da 800 anni all’omonima famiglia, sorge su una rupe che domina la costa meridionale del mare di Cornovaglia ed è stato ampliato nei secoli dai vari conti fino ad essere «…dichiarato il più maestoso e il più sontuoso, se non il più bello, della contea di Cornovaglia». Ha 4 ali principali costruite in tempi e stili diversi, 11 scaloni, una stanza per ogni giorno dell’anno ed altre meraviglie. La tenuta su cui sorge è ancora più spettacolare: un’area immensa con tanto di foresta e cascata che alimenta un lago, prati a perdita d’occhio…..
Però gli ultimi 8 dei 24 conti che si sono succeduti hanno sperperato a piene mani il patrimonio, si sono rivelati dannatamente incapaci di gestire le finanze e -complici anche 2 guerre mondiali e il crollo di Wall Street- a poco a poco le fattorie sono state svendute e il disastro è stato inarrestabile. Divorzi, incompetenza e tasse ereditarie hanno inferto colpi di grazia a ripetizione. Le ali del castello sono state chiuse una dopo l’altra, dipinti e arredi preziosi venduti, treno privato e panfilo lasciati arrugginire in rovina.
Ora il castello cade a pezzi e mancano anche i soldi per scaldarsi e mangiare. A tenere duro è Jane, moglie dell’ultimo erede Kitto. Lui è un sognatore poco pratico che si butta in imprese raffazzonate e perdenti; mentre lei ha sostituito in toto la servitù e si logora tra mansioni domestiche, giardino…e come badante dei suoceri che credono di vivere ancora ad altissimo livello.
Hannah Rothscild è maestra nell’intessere una trama ricca di personaggi, dinamiche familiari ed ereditarie che scoprirete pagina dopo pagina e che raccontano l’eccentricità dell’aristocrazia britannica di fronte all’evolvere dei tempi e della società.
Tra i protagonisti più interessanti ci sono la sorella di Kitto: la complicata Blaze che era stata cacciata quando il fratello aveva ereditato la magione. Planata a Londra con una laurea a pieni voti in matematica a Oxford era stata un’abilissima operatrice finanziaria, ma negli ultimi tempi le sue previsioni non avevano fatto centro e aveva perso denaro e clienti.

Poi a smuovere ulteriormente la situazione ecco arrivare la dirompente Ayesha, figlia della bellissima Anastasia che era stata un amore di gioventù di Kitto. Da anni era scomparsa dai radar della famiglia, però in punto di morte aveva scritto ai Trelawney affidandogli la giovane. Preparatevi perché in questa brillante e acuta commedia familiare succederà davvero di tutto….

 

Ivy Comton-Burnett “Servo e serva” -Fazi Editore- euro 19,00

La scrittrice inglese Ivy Comton-Burnett è stata maestra nel narrare e dare voce all’infelicità che cova spesso nelle famiglie; forse perché anche lei ne sapeva qualcosa.
Ivy Compton- Burnett nacque a Pinner in Inghilterra nel 1884, crebbe nella città costiera di Hove e morì a Londra nel 1969.
Il padre era un medico dal carattere dispotico e solitario, e Ivy ebbe gli anni della giovinezza funestati da una serie di tragedie: la morte prematura di due fratelli e il suicidio di due sorelle appena adolescenti.

Il suo apprendistato doloroso alla vita non fu poi tanto lontano da quello dei giovani ragazzi Lamb che albergano nelle pagine del romanzo “Servo e serva”, del 1947, uno dei più famosi tra i suoi 20 libri.
Le sue opere trovano linfa negli accadimenti delle belle e altolocate dimore inglesi di metà Novecento; mentre la cifra principale della sua scrittura è nell’abilità con cui imbastisce un fuoco di fila di dialoghi sfolgoranti, serrati, a tratti nevrotici.

Al centro del romanzo ci sono i vari membri della famiglia Lamb, famiglia dell’alta borghesia che vive in un paese non meglio specificato. Capofamiglia è il dispotico Horace che gestisce con estrema avarizia (spacciata per virtù) l’ingente patrimonio portato in dote dalla moglie americana Charlotte.
Poi ci sono i 5 figli – che escono poco di casa e comunque sempre malvestiti grazie alla tirchieria paterna- zia Emily e il cugino Mortimer privo di mezzi di sostentamento, mantenuto a stecchetto da Horace, e innamorato di Charlotte.

Nelle gelide stanze della casa si aggira anche la servitù che sembra avere doti di saggezza di gran lunga superiori a quella dei padroni.
Dal maggiordomo Bullivant al cameriere George, dalla sguattera Miriam alla cuoca Mrs. Selden; la Burnett di loro descrive solo lo stretto necessario, mentre è ai dialoghi che affida un ruolo importantissimo. E’ dai loro discorsi che scopriamo gli autentici e più profondi sentimenti (per esempio i figli odiano cordialmente Horace e ne auspicano il trapasso a miglior vita) e i segretucci dei Lamb (corna comprese). Famiglia che si rivelerà diversa da quella che vuole apparire e ben più disfunzionale.

 

John Banville “Delitto d’inverno” -Guanda- euro 19,00

Inverno 1957, Contea di Wexford in Irlanda, nella ricca residenza di Ballyglass House, che appartiene a una blasonata famiglia protestante, ha luogo un omicidio scabroso e inquietante. La vittima è un amico, padre Thomas Lawless prete cattolico che è stato accoltellato….ed evirato.

A indagare arriva un ispettore protestante che faticosamente tenta di ricostruire i fatti, interroga gli abitanti della casa, tra i quali si annida l’assassino.
Perché uccidere un sacerdote e poi in quel modo orribile?
La rosa dei possibili colpevoli sembra ristretta a una manciata di persone, ognuna con segreti e doppi fondi da scoprire.
Il padrone di casa, colonnello Osborne; la sua giovane moglie svanita e imperscrutabile; il figlio decisamente ambiguo e la figlia ribelle. Poi sulla scena appaiono anche la governante-cuoca e un cognato debosciato, pecora nera della famiglia.

Ma le indagini si rivelano tutt’altro che facili, niente è come sembra e i fatti non si incastrano a dovere. Al rebus si aggiunge l’ingombrante e maneggiona influenza della Chiesa Cattolica d’Irlanda, con in prima persona l’arcivescovo.
E vengono a galla storie torbide di povere fanciulle, figli illegittimi rinchiusi e prede sessuali di sacerdoti- educatori…..

 

Le onde poetiche di Giorgio Rava

Onde, Ondine, Onde anomale segna il ritorno di Giorgio Rava alle sillogi poetiche.

L’agile libretto edito dalla novarese Segni e Parole propone trentasei composizioni di questo poeta, pittore, scultore, gastronomo e designer nato a Omegna, sulla punta settentrionale del lago d’Orta. Una miscela di sensazioni, ricordi, visioni che si inseguono secondo un ordine alfabetico che non offusca l’anarchica originalità, la fantasiosa irriverenza o la malinconia struggente, spaziando dai luoghi in cui è nato a lidi più lontani  anche se ,come una falena attratta dalla luce, ritorna sempre a specchiarsi nelle acque del lago d’Orta, rese cangianti dai riverberi delle luci delle albe, dei tramonti e delle notti di luna. Ci accompagna sul sentiero delle carline all’alpe Devero per poi scendere verso la sua casa di Crusinallo dove, nella notte di San Lorenzo, scruta il cielo alla ricerca delle stelle cadenti “dove la grande mano dell’universo sparge negli occhi di sognatori bambini illusioni di caramello”. Omaggia la memoria di Alda Merini che aveva un rapporto molto stretto e personale con Omegna (“Quando i poeti se ne vanno è come l’esaurirsi di una sorgente..”) e non manca di elogiare con i suoi versi in rigoroso dialetto la mitica moka, eccellente caffettiera nata nella città dove vide la luce anche Gianni Rodari, fedele compagna che elargisce il primo caffè del mattino (..”gh’è mia un ‘auta machineta…gnanca cula dal George Clooney c’la batt cula dal Bialett”). In Ode del suicidio lacustre riecheggia la stessa intensità dei versi cari del poeta ortese Augusto Mazzetti (“Oh, lago, lago, lago! Sciogliermi infine con te, per essere un giorno pescato come un antico luccio”) e il legame indissolubile con le acque del Cusio quando scrive “come piatto ciottolo, esaurita l’energia del braccio, scenderò dondolando dolcemente nella profondità ”. Cita sovente le onde, il profumo di quella terra tra lago e montagne, il fiato grigio delle brume che se ne stanno sospese a fior d’acqua in certe stagioni. Sotto l’antico tiglio ricorda riti antichi, musiche e baldorie popolari, scampoli d’infanzia mentre le primule, declinate anch’esse in dialetto omegnese, fanno ripensare al giallo del risotto alla milanese rievocandone profumo e sapore. Ogni poesia nasconde frammenti di storie, memorie vicine o lontane, narrate con parole essenziali e asciutte. Una poesia  ci ricorda che ci stiamo affacciando sulla soglia dell’inverno e s’intitola Al buio nell’aria della notte. Eccola: “Ho sentito il profumo della neve. Che non è il profumo del pane appena sfornato, delle rose di maggio, della pelle di una donna, del fieno appena tagliato, dell’uva della toppia, del mio lago, del calicantus d’inverno, dell’olea fragrans d’autunno, dei narcisi di primavera, della sigaretta e del caffè del mattino, del profumo del pelo delle mie cagne bagnato, della stufa che và a legna. E’ il profumo dell’innocenza”. In poche righe svela le sue radici. Ci sono tratti della personalità di questo artista eclettico, figlio di una tradizione popolare e dei  “poeti maledetti” del lago d’Orta, Ernesto Ragazzoni e Augusto Mazzetti. Onde, Ondine, Onde anomale regalano, centellinandolo come il buon vino, l’incanto delle  parole, il gusto dei versi. Privarsene sarebbe uno sbaglio, un imperdonabile errore.

Marco Travaglini

Amore contrario Incontro con Luisio Luciano Badolisani

Venerdì 3 dicembre 2021

IL VENERDì DELLO SCRITTORE

 

Moncalieri, ore 18

Diretta sulla pagina facebook @bibliomonc della Biblioteca civica Arduino

Ernesto è un insegnante settantenne in pensione. Solitario e all’apparenza burbero, si ritrova a ripercorrere gli amori passati, a ricordare le donne con cui avrebbe potuto essere felice, se solo avesse concesso loro la possibilità di amarlo. Ma perché? Quali sono le ferite che hanno portato Ernesto a respingere l’amore? Quella di Amore contrario è una trama ricca di sorprese e colpi di scena, in grado di tenere il lettore incollato dalla prima all’ultima pagina. Amore contrario offre diversi spunti di riflessione su più temi: da un lato la scelta di non farsi amare per non soffrire, che conduce inevitabilmente alla solitudine. Dall’altro, le difficoltà familiari e la violenza e infine la diversità, che spaventa e induce le persone a isolarsi e isolare. Durante la diretta Marta Brentan e Noemi Badolisani, della neonata casa editrice Argonauta Edizioni, parleranno dell’imprenditoria giovanile in ambito culturale e dell’importanza di investire sui libri.

Nel testo di Badolisani ritroviamo il racconto di un legame affettivo che incontra difficoltà e diventa fonte di sofferenza commenta l’assessore alla Cultura Laura PompeoCi si immerge pagina dopo pagina nella dinamica dolorosa che trasforma i legami più intimi da luogo di protezione e di amore nel loro opposto”.

Luisio Luciano Badolisani

Formatosi a Torino alla fine degli anni Settanta, è nato artisticamente come autore e interprete teatrale. Ricordi sincronizzati e Ultimo atto sono alcuni dei suoi monologhi più significativi di quegli anni. Nello stesso periodo è stato interprete di alcuni videotape underground, diventati dei veri cult-movie degli anni Ottanta. In televisione ha preso parte allo sceneggiato Passioni, girato sulle colline torinesi, trasmesso da Rai Uno. Ha svolto l’attività cli critico teatrale per la rivista Sipario.

 

#SalToNatale: il calendario “letterario” dell’Avvento proposto dal Salone del Libro

Dal 1 al 24 dicembre online i consigli di lettura per avvicinarsi al Natale raccolti tra case editrici, librerie, biblioteche e tutta la squadra del Salonecon romanzi, saggi, poesie, graphic novel, libri per bambine e bambini

www.salonelibro.it

Un calendario dell’avvento fatto di libri e parole: sono i consigli di lettura in vista del Natale, proposti giornalmente dal Salone Internazionale del Libro di Torino sul sito salonelibro.it e sulle sue piattaforme social a partire dal 1 dicembre fino al 24 dicembre. Un modo per accompagnare e orientare lettrici e lettori nella scelta delle proprie letture o dei titoli da regalare e farsi regalare in occasione delle festività natalizie.

Il calendario “letterario” dell’avvento accoglie giorno per giorno consigli e proposte di diverse realtà che compongono la filiera dal libro e che da anni lavorano con e per il Salone del Libro: dalle case editrici ai librerie, dalle biblioteche a tutta la squadra della più grande manifestazione libraria italiana. Un’ampia rosa ragionata e motivata di circa 320 titoli, tra tra saggi, romanzi, raccolte di poesie, raccolte di racconti, graphic novel, libri per ragazze e ragazzi, bambine e bambini.

La prima casella da scoprire del calendario “letterario” dell’Avvento sarà online il 1 dicembre e svelerà le proposte di 180 editori, affezionati espositori al Salone, che hanno risposto a una call per presentare ciascuno il proprio consiglio. 87 libri per bambini e ragazzi e 95 per adulti, 34 albi illustrati, 9 fumetti, 94 romanzi, 46 saggi, 3 volumi di poesia: ogni proposta è accompagnata dalle motivazioni delle rispettive case editrici, affinché i lettori possano facilmente indirizzarsi verso la scelta del libro che reputano più in sintonia con le loro passioni e esigenze.

Nei giorni successivi, a partire dal 2 dicembre, e fino al 24 dicembre, le caselle si apriranno sulle proposte arrivate da diverse biblioteche civiche italiane, coinvolte grazie all’AIB-Associazione italiana biblioteche, dal Friuli al Lazio, passando per le Marche, fino alla Sicilia. Presenteranno i titoli scelti per lettrici e lettori anche i tanti professionisti e collaboratori che ogni anno contribuiscono a ideare, organizzare, promuovere il Salone Internazionale del Libro: dagli architetti agli allestitori, da chi si occupa del programma editoriale agli organizzatori degli incontri, dal personale dedicato all’ospitalità e accoglienza, agli addetti alla comunicazione. Un team di appassionati di lettura, che ha fatto della promozione del libro la propria missione professionale e non solo. Fra i consigli di lettura proposti nel corso della prima settimana, ognuno motivato in quattro parole, per trasmettere in maniera diretta e immediata l’essenza del libro: Murdo, il libro dei sogni impossibili di Alex Cousseau e Éva Offredo (Ippocampo), Questo immenso non sapere di Chandra Candiani (Einaudi), Suite berlinese di Massimo Miro (Scritturapura), Piccolo Blu Piccolo Giallo di Leo Lionni (Babalibri), Ritorno all’Eden di Paco Roca (Tunué), Sono nato lì. Sono nato qui di Murid Al-Barghuthi (Edizioni Q), Friday night lights di H.G.Bissinger (66thand2nd), Donne medievali. Sole, indomite, avventurose di Chiara Frugoni (Il Mulino), Il Grande Gioco di Peter Hopkirk (Adelphi), Ricordi e bugie di Carrey e Vachon (La Nave di Teseo), Negretta, baci razzisti di Marilena Umuhoza Delli (Red Star Press Edizioni), La guerra di Nina di Imma Vitelli (Longanesi).

L’8 dicembre i librai di Portici di Carta riempiranno la loro casella del calendario con i titoli che più li stanno appassionando in questo periodo di avvicinamento al Natale.

La proposta dei consigli di lettura in vista del Natale si inserisce nell’iniziativa delle bibliografie tematiche online, inaugurata dal Salone Internazionale del Libro di Torino in occasione dell’appuntamento digitale Vita Nova a dicembre 2020 (con i suggerimenti di libri legati alle tematiche sviluppate dagli incontri online) e proseguita con i titoli selezionati in occasione del Giorno della memoria a gennaio 2021, con I libri dell’amore proposti per San Valentino, con i volumi scelti per riflettere sulla Giornata internazionale dei diritti della donna a marzo 2021, con il percorso bibliografico sulla Giornata dell’acqua ad aprile e con la bibliografia dedicata alla Festa della Liberazione del 25 aprile. Le bibliografie tematiche sono sempre disponibili online su

www.salonelibro.it.