libri- Pagina 56

L’isola del libro

RUBRICA SETTIMANALE A CURA DI LAURA GORIA

 

Amelie Nothomb “Il libro delle sorelle” -Voland- euro 16,00

Segue il filone autobiografico questo 31esimo romanzo della prolifica scrittrice belga Amélie Nothomb (ne pubblica uno all’anno); e viene dopo quello dedicato alla figura paterna (“Primo sangue” Premio Strega europeo e strepitosa ricostruzione della vita del padre).

Anche questa volta la narrazione è in ambito familiare. Non è quello dell’autrice, ma di spunti dalla sua esperienza personale ne ha presi sicuramente parecchi. Perché qui il focus è sul rapporto simbiotico tra due sorelle, e sappiamo che la Nothomb ha un legame fortissimo con la sorella maggiore Juliette, tanto che, da adolescenti, hanno condiviso anche una fase anoressica.

Il romanzo racconta l’unione tra due sorelle, Tristan e Laetitia, figlie di Florent e Nora, genitori innamorati pazzi e parecchio distratti nei confronti della prole.

Le sorelle sono Tristan, la primogenita: matura, responsabile ed autosufficiente. Però ha patito parecchio il sentirsi esclusa dal bozzolo del rapporto di coppia dei genitori. Lei è cresciuta prima del tempo, intelligente sopra la media ed eccellente in tutto, ma con il tarlo di essere insignificante e invisibile per chi l’ha messa al mondo.

Quando nasce la sorellina Laetitia, per Tristane è amore puro fin dal primo sguardo, e poco importa che i genitori continuino a costituire una loro inespugnabile fortezza. La sorella maggiore diventa un tutt’uno con quella minore e crescono più unite che mai.

Nella storia un ruolo importante è giocato anche dalla sorella della madre Nora, la sconclusionata zia Babette, che vive allegramente di sussidi ed ha 4 rampolli di ascendenze paterne incerte, ma chi se ne importa.

Tristane stravede per quella zia e se ne occupa con la maturità che la contraddistingue. Nel romanzo si contrappongono due coppie antitetiche: Nora – Babette sorelle diametralmente opposte e incomprensibili l’una per l’altra, e Tristane – Laetitia coppia simbiotica.

Vedrete poi come la storia si evolverà e le direzioni che prenderanno le sorelle; inclusa una tragedia e un legame fortissimo tra Tristane e chi non c’è più. Questo è un romanzo in cui si parla molto con i morti, con lo stile apparentemente leggero della Nothomb, raffinato, profondo, ma leggibilissimo.

 

Gian Marco Grilli “Ferrovie del Messico” -Laurana Editore Milano- euro 22,00

Pochi esordi letterari sono stati fortunati come questo dell’astigiano Gian Marco Grilli che con il suo monumentale romanzo “Ferrovie del Messico” ha fatto incetta di premi e si ritrova in lizza per lo Strega.

Il 46enne autore di mestiere fa tutt’altro; è direttore del Margara Golf Club di Fubine, tra Asti e Alessandria, e prima aveva scritto solo qualche racconto.

Galeotto fu il lockdown durante il quale tutti i giorni si piazza davanti al computer, per 8-9 ore, e scrive più di 2000 pagine. Davvero troppe, così rivede tutto e alla fine ne rimangono 800, stampate da un editore coraggioso e lungimirante. Prima tiratura di poco meno di 200 copie che però le librerie snobbavano. E’ stato lo storico Alessandro Barbero a dare il là a questo romanzo colto ed ambizioso.

Protagonista è il soldato repubblichino Cesco Magetti, nato nel 1921 (come il nonno dello scrittore) ad Asti. Quando viene occupata dalla Wehrmacht il giovane si arruola (più per necessità che per convinzione) nella Guardia Nazione Ferroviaria. All’epoca il Führer credeva che la chiave per la vittoria fosse dalle parti del Messico.

Ed ecco che al povero Cesco viene affibbiato il compito di tracciare di corsa, nel giro di appena una settimana, una mappa aggiornata delle ferrovie messicane. Pare che l’ordine arrivi dall’alto, dai vertici del Reich, forse da Hitler in persona.

La richiesta ha del surreale, ma non si discute, ed inizia così la rocambolesca avventura di Cesco, che interseca la vita di decine, centinaia, di personaggi anche parecchio bizzarri.

Un libro imponente dosato con ironia, scrittura alta e citazioni colte, forte di un linguaggio semplice e ricco di neologismi legati alla terra d’origine del protagonista che, scopriremo, non sa bene come muoversi.

 

Rosella Postorino “Mi limitavo ad amare te” -Feltrinelli- euro 19,00

Dopo la vittoria del Campiello con “Le assaggiatrici” nel 2018, ora la scrittrice racconta un’altra storia ispirata a un fatto vero, durante l’assedio di Sarajevo.

Sullo sfondo di quella guerra nel cuore dell’Europa durata 10 anni nell’ex Jugoslavia, la capitale della Bosnia, Sarajevo, fu assediata per 1425 giorni (da aprile 1992 a febbraio 1996) e la Postorino ne scrive riportando tutto l’orrore del “viale dei cecchini” dove i tiratori vigliacchi sparavano a chiunque passava.

Una mattina di luglio 1992 dalla città martoriata parte un convoglio umanitario con a bordo anche 46 bambini provenienti dall’orfanotrofio di Bjelave. Un viaggio verso la salvezza, in Italia.

Alcuni di loro non sono orfani, ma solo poverissimi e affidati dai genitori a quella struttura nella speranza di salvarli, garantirgli un tetto di protezione e pasti caldi.

Destinazione del pullman è dapprima una colonia sull’Adriatico, poi un istituto di suore, lontano da padri, madri e fratelli che non ne seppero più nulla, e adottati da famiglie solidali e caritatevoli che decisero di accudirli.

Sullo sfondo di questa immane tragedia seguiamo le vicende di tre bambini.

Omar ha 10 anni ed è ossessionato dall’ansiosa attesa che la madre ritorni; Nada detta “moncherino” perché le manca un anulare, gli è vicina con la dolcezza dei suoi occhi celesti e la mano stretta per non farlo sentire solo. Strada facendo, incontrano l’adolescente Danilo che una famiglia ce l’ha.

Ognuno di loro avrà reazioni diverse rispetto al destino che gli viene riservato. A partire da Omar che non si rassegna all’idea di avere un’altra madre, mentre l’assenza di quella biologica sarà una spina per sempre dolente nella sua anima. Tutti i protagonisti vivono sospesi tra due alternative: adeguarsi alla nuova vita in salvo in terra straniera e tagliare il cordone ombelicale con il passato, oppure tornare a Sarajevo.

 

Ildefonso Falcones “Schiava della libertà” -Longanesi- euro 24,00

E’ la prima volta che il re del romanzo storico spagnolo racconta il passato coloniale, intriso di razzismo, spiritualità afrocubana, realismo magico, amore, vendetta, tra l’Ottocento e la Madrid odierna. Dunque la new entry di un’incursione nel presente, focalizzata soprattutto nel quartiere di Salamanca, tra lussuose ville e banche poco etiche.

Il romanzo viaggia su due piani temporali che si alternano: la Cuba schiavista e coloniale del 1856 e la Madrid moderna della finanza.

Due le eroine. La schiava Kaweka, rapita in Guinea e arrivata in catene sulla spiaggia di Jibacoa insieme ad altre centinaia di ragazzine. Kaweka è una yoruba di appena 11 anni, obbligata a lavorare 20 ore al giorno sotto le frustate, usata come schiava sessuale per farla ingravidare così da sfornare altri futuri schiavi.

L’altra protagonista è María Regla Blasco, detta Lita, manager nella banca dei marchesi Santadona e figlia della domestica Concepción, da sempre al servizio della ricca famiglia di banchieri.

Lita ha la pelle color caffelatte e su di lei pesa l’ombra delle origini schiaviste dei suoi avi. E’ piena di talento coltivato con gli studi, che le hanno aperto le porte di una carriera in ascesa.

Due autentiche lottatrici, spiriti liberi, come è sintetizzato perfettamente dall’ossimoro del titolo “Schiave della libertà”. Ricordiamo che la Spagna è stata l’ultima nazione ad abolire lo schiavismo nel 1880, e le giovani schiave avevano 4 opzioni per difendersi dalla crudeltà dei bianchi. L’aborto, la fuga, il suicidio e il più importante di tutti: la religione che consentiva di tornare alle origini, specie il rapporto con la religione yoruba e i suoi santi, gli orishas.

Addentrandoci nelle pagine del romanzo, Falcones ci conduce nell’inferno della schiavitù, attraverso il sentire di Kaweka, il suo modo di affrontare quello che il destino le ha scagliato addosso, in una narrazione che mescola storia, magia e realismo magico.

“Nati per leggere”, ecco i finalisti

NOMINATI I FINALISTI DELLA SEZIONE NASCERE CON I LIBRI

 

 

Il Premio nazionale Nati per Leggere, giunto alla sua XIV edizione, anche quest’anno ha lavorato con slancio ed entusiasmo a sostegno delle eccellenze editoriali dedicate ai più piccoli. Forte dell’esperienza positiva delle edizioni precedenti, il concorso, che premia la migliore produzione editoriale per l’infanzia, i progetti bibliotecari per la promozione della lettura condivisa e il lavoro dei pediatri per incentivare la lettura in famiglia, ha mantenuto l’istituzione dei finalisti per i libri partecipanti nelle categorie 6-18 mesi, 18-36 mesi e 3-6 anni della sezione Nascere con i libri.

 

La sezione Nascere con i libri premia i migliori libri editi o inediti in Italia ed è suddivisa in tre diverse categorie,

corrispondenti a tre diverse fasce di età e di sviluppo del bambino: “Il primo libro” per libri che risultino adatti alle capacità manipolative, percettive e cognitive di bambini tra i 6 e i 18 mesi di età; libri o albi illustrati per bambini di età compresa tra i 18 e i 36 mesi e libri o albi illustrati per bambini di età compresa tra i 3 e i 6 anni.

Il Premio non perde la sua forza, ma come ogni edizione la rinnova e la moltiplica: negli anni il numero di candidature presentate cresce a ritmo costante e le proposte editoriali presentano sempre maggiore qualità, segnale di un’editoria viva, pulsante e molto aperta al cambiamento. Per questa edizione le candidature pervenute sono state 173.

 

La giuria della XIV edizione del Premio è presieduta da Rita Valentino Merletti, scrittrice e studiosa di letteratura per l’infanzia, e da Luigi Paladin, psicologo, bibliotecario ed esperto di letteratura per l’infanzia. Insieme ai Presidenti altri dieci membri con professionalità e competenze trasversali (la Vicepresidente Katia Rossi, Amalia Maria Amendola, Domenico Bartolini, Valter Baruzzi, Egizia Cecchi, Antonella Danusso, Danilo Di Camillo, Silvia Ranzetti, Rossana Sisti, Lucia Tubaldi) sono stati chiamati a esprimere la propria valutazione su una rosa di 173 libri candidati.

 

Di seguito i titoli finalisti e le motivazioni espresse dalla giuria:

 

FASCIA D’ETÀ 6-18 MESI

Lo sai chi siamo? di Tana Hoban, Editoriale Scienza

Naso nasino di Cristina Petit ed Elisa Mazzoli, Pulce edizioni
Oh di Giovanna Zoboli e Massimo Caccia, Topipittori

 

FASCIA D’ETÀ 18-36 MESI

Piccola pantera di Chiara Raineri, Camelozampa
Il libro dell’orsetto di Anthony Browne, Vanvere edizioni
Bimba gatto acqua papera di Daniela Martagón, Ellen Duthie, Logos

 

FASCIA D’ETÀ 3-6 ANNI

Nella foresta silenziosa e misteriosa di Delphine Bournay, Babalibri
Il saggio di pianoforte di Akiko Miyakoshi, Nomos
Ora di nanna di Kjersti Annesdatter Skomsvold e Mari Kanstad Johnsen, Beisler editore

 

I vincitori della sezione Nascere con i libri e delle altre sezioni del Premio – Crescere con i libri, Reti di libri e Pasquale Causaverranno annunciati durante la cerimonia di premiazione in programma alla XXXV edizione del Salone Internazionale del Libro di Torino lunedì 22 maggio alle 15.30 in Sala Blu.

 

“Premio Lattes Grinzane 2023” Resi noti i nomi dei cinque scrittori finalisti

Ora spetta alle 25 Giurie Scolastiche votare il vincitore. “Premio Speciale” a Jonathan Safran Foer

Monforte d’Alba (Cuneo)

Una splendida cinquina di scrittori. Due italiani, una romena, uno statunitense e un israeliano. Sono loro i finalisti “di altissima qualità letteraria”, indicati dalla “Giuria Tecnica” (presieduta dalla scrittrice Loredana Lipperini),  della XIII edizione del “Premio Lattes Grinzane”, promosso nel 2009 a Monforte d’Alba dalla “Fondazione Bottari Lattes” per volontà di Caterina Bottari Lattes, con lo scopo di promuovere e tenere viva la memoria del marito Mario Lattes (Torino, 1923 – 2001) nella sua multiforme attività di pittore, scrittore, editore e acuto animatore di proposte culturali. Ecco dunque i nomi e le opere premiate dei “magnifici” cinque, selezionati fra i migliori libri di narrativa italiana e straniera pubblicati nell’ultimo anno: “Una notte” del palermitano Giosué Calaciura (“Sellerio”), “Melancolia” della romena Mircea Cărtărescu (“La Nave di Teseo”, traduzione di Bruno Mazzoni),  “Avere tutto” del romagnolo di Rimini Marco Missiroli (“Einaudi”),  “I donatori di sonno” dello statunitense Karen Russell (“Edizioni Sur”, traduzione di Martina Testa) e “Stupore” di Zeruya Shalev (“Feltrinelli”, traduzione di Elena Loewenthal). Fra di loro, il prossimo 14 ottobread Alba (“Teatro Sociale Busca”)  sarà annunciato il romanzo vincitore, scelto da 25 “Giurie Scolastiche”. Nella stessa occasione, lo scrittore e saggista statunitense Jonathan Safran Foer, vincitore del “Premio Speciale Lattes Grinzane” (attribuito ogni anno a un’autrice o a un autore internazionale di fama mondiale che, nel corso del tempo abbia raccolto un condiviso apprezzamento di critica e di pubblico) terrà una personale “lectio magistralis”.

Contestualmente, la “Giuria Tecnica” (composta da otto membri, fra docenti, giornalisti, critici e scrittori) ha stabilito, in collaborazione con la “Casa Editrice Bompiani”, di rendere pubblicamente omaggio, nel corso della cerimonia di premiazione, ad Hanif Kureishi, 68 anni, indicato recentemente da “The Times” come uno dei 50 più grandi scrittori britannici. Colpito da un malore durante lo scorso Natale, Kureishi ha subito una lesione spinale perdendo l’uso degli arti, ma nonostante la gravissima condizione, ha continuato a “servire e onorare la scrittura” dettando i suoi tweet e, subito dopo, una newsletter che raccoglie i suoi testi, dove racconta di “scrivere con una voce più libera le parole che in qualche modo si erano bloccate o inceppate”. Un segnale di grande speranza e coraggio nei confronti della letteratura e della vita.

In attesa della premiazione del vincitore, ai 400 studenti e studentesse che compongono le “Giurie Scolastiche” è affidato ora il compito di leggere, giudicare e individuare il vincitore di quest’anno. I giovani coinvolti provengono da tutta Italia e non solo, da Aosta a Messina, da Volterra a Salerno, fino a Parigi, per un totale di 25 scuole partecipanti. Nella mattinata del 14 ottobre, giorno in cui avverrà la cerimonia di premiazione al “Teatro Sociale Busca” di Alba (trasmesso in “diretta streaming” sul sito e sui canali social  della “Fondazione Bottari Lattes”), i finalisti incontreranno gli studenti e le studentesse delle scuole in Giuria al “Castello di Grinzane Cavour”.

La cerimonia di premiazione del 14 ottobre si inserisce anche all’interno delle celebrazioni per i cento anni dalla nascita di Mario Lattes. Per la ricorrenza, la “Fondazione Bottari Lattes” ha avviato diverse iniziative. Lo scorso marzo è stata inaugurata alla “Reggia di Venaria” la mostra “Mario Lattes. Teatri della memoria”, a cura di Vincenzo Gatti, la quale presenta una selezione di più di cinquanta opere dell’intellettuale torinese, tra cui varie mai esposte prima, allestite all’interno di un percorso che documenta il più recente lavoro d’indagine sui vari aspetti dell’attività artistica di Lattes. L’esposizione sarà visitabile fino al 7 maggio  nella “Sezione Accademia delle Sale delle Arti”. In occasione dell’inaugurazione della mostra, è stata presentata una monografia, edita da “Silvana Editoriale” e a cura sempre di Vincenzo Gatti, che offre una retrospettiva sull’intera produzione artistica di Lattes, di cui la mostra presenta una significativa selezione.

Nel 2023 si celebrano inoltre i 130 anni della “Casa editrice Lattes”, realtà storica torinese che dalla fondazione nel 1893 a oggi ha accompagnato e formato con i propri testi scolastici intere generazioni di studenti italiani.

Per info“Fondazione Bottari Lattes”, via Marconi 16, Monforte d’Alba (Cuneo); tel. 0173/789282 o www.fondazionebottarilattes.it

g.m.

Nelle foto:

–       I libri finalisti e Jonathan Safran Foer

–       Caterina Bottari Lattes

Le città dei lettori, Torino quarta

Secondo  iLPassaparoladeiLibri.it  (dati al 31 marzo 2023)

Roma è la capitale anche dei lettori, Empoli si conferma la prima città non capoluogo di provincia, mentre Torino sorpassa…

Anche quest’anno come è consuetudine della nostra redazione abbiamo aggiornato le statistiche degli iscritti al nostro gruppo FB per vedere da dove legge chi legge. Nessuna rilevante sorpresa, tra i dati che riguardano gli iscritti delle grandi città, Roma guida sempre indisturbata la classifica con oltre 18.000 iscritti, seguita da Milano che ne registra 9.000. Il rapporto tra abitanti e iscritti mantiene Firenze in prima posizione tra le grandi città con 6.600 iscritti, Torino scavalca Napoli in quarta posizione, Padova perde 3 posizioni, mentre Empoli resta la prima città non capoluogo di provincia con più di 1.000 iscritti.

Il nord mantiene il primato, ma anche il sud è ben posizionato, al centro domina la Toscana e la Capitale.

Tra gli iscritti residenti all’estero, la classifica è guidata dalla Svizzera, con 1.178 membri, seguono Regno Unito, Germania e Francia, mentre è Londra la città straniera con più iscritti (389).

Qui sotto trovate la classifica delle città con oltre 1.000 iscritti

Tra parentesi la posizione al 31 dicembre 2021

1  – Roma  18.599

2  –  Milano  9195

3  – Firenze  6.659

4  – Torino  5.532  –  ( 5  + )

5  –  Napoli  5.276  –  (4 –  )

6  –  Genova  3.905

7  –  Palermo  3.718

8  –  Bologna  3.034

9  –  Bari  2.431

10  –  Cagliari  1.666  ( 12 +  )

11  –  Brescia  1.607

12  –  Catania  1.540  ( 14 + )

13  –  Padova  1.489  ( 10 – )

14  –  Verona  1.418  ( 13 – )

15  –  Prato  1.336

16  –  Venezia  1.259  ( 18 + )

17  –  Trieste  1.253

18  –  Perugia  1.169

19  –  Livorno  1.165

20  –  Siena  1.079

21  – Empoli  1.067  ( 16 – )

22  –  Parma  1.060  ( 24 + )

23  –  Messina  1022

24  –  Modena  1.010 ( 22 – )

Se volete sapere come è posizionata la vostra città scrivete alla nostra redazione.

redazione@unlibrotiralaltroovveroilpassaparoladeilibri.it

Chi pensa che “social network” sia solo sinonimo di disimpegno potrebbe ricredersi scoprendo che il gruppo FB Un libro tira l’altro ovvero il passaparola dei libri ha raggiunto, primo tra i gruppi in lingua italiana sull’argomento, il numero di 260.000 iscritti: duecentomila persone che ogni giorno entrano su fb per scambiarsi opinioni sui libri appena letti, chiedere consigli sulle future letture, confrontare pareri e cimentarsi nella difficile arte della recensione letteraria, il tutto senza influenze da parte di scrittori o editori, che nel gruppo non hanno la possibilità di promuovere alcuna iniziativa, ma possono partecipare soltanto in qualità di lettori.

L’isola del libro

Rubrica settimanale a cura di Laura Goria

 

Monica McInerney “Le madrine” – Fazi Editore- euro 18,00

L’autrice è australiana, ma vive a Dublino con il marito irlandese, ed ha al suo attivo 12 best seller internazionali. Qui racconta con tocco profondo, ma lieve, il rapporto che lega una giovane donna alle sue madrine e alla madre, in un alternarsi tra passato e presente.

Protagonista è Eliza Miller, cresciuta dalla madre Jeannie, che proprio stabile non è, ma quella figlia l’ha voluta a tutti i costi, anche se senza un compagno al suo fianco e tra mille difficoltà.

Jeannie nella vita da ragazza madre si è arrabattata sempre come ha potuto, cambiando continuamente luoghi in cui vivere con la piccola Eliza che ad appena 8 anni ha già svoltato molte case in posti sempre diversi.

Jeannie ha promesso di svelarle il nome del padre al compimento dei 18 anni; peccato che alla soglia dei 40 anni venga trovata morta nella vasca da bagno, lasciando dietro di sé il dubbio tra suicidio o incidente dovuto all’abuso di alcol.

Fortuna vuole che Eliza sia cresciuta supportata anche dall’affetto delle migliori amiche della madre, che sono diventate le sue madrine, Olivia e Maxie. Negli anni le due vice-madri l’hanno ospitata, amata e protetta.

Ora, quando Eliza ha 30 anni, una vita amorosa inesistente e si dedica solo al lavoro, viene licenziata e sfrattata di casa. E’ il momento giusto per raggiungere le madrine in Scozia e fare una sorpresa a Maxie che sta per sposarsi. Il viaggio si trasforma nell’occasione per uscire dal guscio in cui si era protetta e andare alla scoperta non solo del passato della madre (che le madrine avevano custodito e protetto) ma anche a quello del padre.

 

 

Patrick Deville “Kampuchea” -Nottetempo- euro 17,00

Patrick Deville è uno scrittore e viaggiatore francese 65enne, direttore della Maison des Écrivains Étrangers et des Traducteurs; e tra i tanti premi ottenuti è stato anche insignito del Gran Premio di letterature dall’Académie Française.

In questo libro, tra romanzo e diario, rievoca orrori e pagine di storia dell’Indocina in epoca coloniale, ma non solo.

Un Sudest asiatico raccontato da Joseph Conrad, Somerset Maugham, dall’esploratore Henri Mouhot, che cercando farfalle si imbatté invece nei meravigliosi templi di Angkor Wat letteralmente avvolti e attraversati dalla giungla. E aggiungo io, uno dei siti più affascinanti al mondo che se avete l’occasione vi consiglio di visitare perché lasciano letteralmente senza fiato per la loro bellezza e la storia antica che racchiudono.

Deville ha intitolato questo suo romanzo-non romanzo del 2011 “Kampuchea”, cioè “Cambogia” in lingua Khmer, e attraversa la storia recente del paese, sconfinando anche in Laos e Vietnam, riavvolgendo i fili delle tappe che portarono i francesi ad appropriarsi dell’Indocina nell’Ottocento. Ripercorre anche il tracollo coloniale nel 1954, poi i conflitti ripetuti. Soprattutto il massacro, metodicamente organizzato e messo in pratica, di quasi due milioni di persone, ad opera dei Khmer rossi, che tra 1975-1979 distrussero un intero popolo e ogni influsso occidentale.

L’autore rimanda spesso agli avventurieri del passato; ne riassume gesta, scoperte ed errori, in una sorta di diario di viaggio documentatissimo, nel corso del quale ha raccolto anche preziose memorie e testimonianze di reduci, poliziotti, sopravvissuti.

Ricerche e reportage che documentano pure il processo a Kang Kei Iev, detto Duch,

uno dei 5 leader dei Khmer Rossi. Personaggio tra i più spietati e forieri di morte, direttore dell’S-21, il luogo di tortura e orrore all’ennesima potenza. Viene processato e nel 2010 condannato a 35 anni di prigionia per crimini contro l’umanità.

Proprio come fece Conrad prima di lui, Deville si avventura nel cuore di tenebra dell’Indocina che attraversa in lungo e in largo anche risalendo il fiume storico Mekong.

 

 

Sebastian Barry “Mille lune” -Einaudi- euro 19,00

E’ decisamente un West rivisitato in chiave moderna quello dello scrittore irlandese Sebastian Barry che racconta la storia di due soldati gay che adottano un’orfana lakota, e l’idea di questa trama in ambiente western ha un’origine particolare.

Infatti tutto è partito da una rivelazione che le fece il nonno prima di morire circa 50 anni fa; dunque una gestazione di quasi mezzo secolo nella mente dell’autore irlandese. L’antenato gli disse che il suo bis-zio aveva preso parte al genocidio degli indiani; e a Sebastian venne spontaneo interrogarsi su come un irlandese fosse finito dall’altra parte del mondo, nel lontano West e a contribuire al terribile genocidio dei nativi americani.

Per scrivere questo libro Barry ha compiuto un’approfondita e puntigliosa ricerca documentandosi su oltre 150 libri a tema western; solo allora ha collocato il suo racconto all’interno di una dolorosa pagina di storia.

Protagonista è la piccola indiana lakota Ojinjintka (nella sua lingua di origine significa “rosa”), ha avuto un’infanzia serena, cresciuta con amore dalla madre coraggiosissima e famosa tra la sua gente.

Poi sono arrivati i soldati e hanno sterminato tutti gli indiani del villaggio: «Per loro non eravamo niente……e mi domando cosa vuol dire quando un altro popolo decide che vali così poco che può solo ammazzarti».

Su questo si interroga la bimba, unica superstite del massacro in cui ha visto morire tutta la sua famiglia. E questa è la tranche del suo passato.

Poi si apre il suo futuro. Fondamentale è l’incontro con gli ex soldati Thomas McNulthy e John Cole che la adottano e amano, anche perché dice lei: «..ero la figlia di niente». Ed ecco la sua seconda vita con il nome di Winona.

Cresce protetta dall’amore di Thomas e John, al riparo dalle brutture che toccano agli indiani e alle persone di colore nel Tennessee nel 1870, dove la portano i suoi salvatori creando una famiglia arcobaleno.

Lavora con successo e soddisfazioni come contabile nello studio di un avvocato; mentre sul versante sentimentale viene corteggiata dal commesso Jas Jonski che vorrebbe sposarla. Winona tentenna indecisa e intanto va avanti con la sua vita, ma un’altra tragedia è all’orizzonte. Viene brutalmente aggredita e violentata; e man mano che la nebbia del trauma si dirada riesce a mettere a fuoco il volto del colpevole e ad agire di conseguenza.

 

 

Tracy Rees “Casa Silvermoor” -Neri Pozza- euro 19,00

Inghilterra, Yorkshire, estate 1897, contea di Grindley che vive grazie alla miniera di carbone diventata il destino dei suoi abitanti, e a volte perdono la vita nel profondo delle gallerie senza aria. Tommy Green è all’ultimo giorno di scuola: intelligente, brillante, lo studente migliore che emerge sulla classe di ignorantelli e sogna un futuro diverso, lontano dalla miniera. Oppure una parentela con il conte Sedgewick di Casa Silvermoor, sua lussuosissima magione; non per un sogno di agi e ricchezze, quanto piuttosto per la possibilità di viaggiare ed avere una vita lontana dall’estrazione del carbone.

Invece il suo sembra un destino ormai segnato come quello degli avi, tutti consumati dal lavoro in miniera. Anche lui allo scoccare dei 14 anni dovrà abbandonare gli amati studi per scavare carbone nelle viscere della terra.

Pure Josie Westgate è figlia di un minatore del paese di Arden, da sempre in rivalità con Grindley. I padroni della miniera di Arden, i conti Berridge, sono decisamente più avidi e spietati dei Sedgewick, e le condizioni di vita dei concittadini di Josie sono pessime. La sua stessa famiglia ne fa le spese. In più lei non ha vita facile tra le mura domestiche, vessata dai continui rimproveri della madre, che propende invece per i figli maschi.

Intorno al 1898-99 i due ragazzi si incontrano, Josie ha 13 anni e coglie subito la tristezza che ammanta Tracy. Il romanzo alterna le narrazioni in prima persona dei due ragazzi, e la Rees mantiene un ritmo costante, dimostrando una grande attenzione nel ricostruire contesti storici e culturali di quel periodo a cavallo tra Ottocento e Novecento. Notevoli le sue descrizioni dell’ambiente e del paesaggio, nonché della durissima vita dei minatori inglesi. E non manca una certa suspense abilmente orchestrata con lievi tocchi gotici.

 

Le identità rivelate di Troubetzkoy

L’associazione Lamberti ha presentato alla biblioteca civica di Omegna il libro Identità Rivelate, con la presenza dell’autrice Elisabetta Giordani.

Il volume è il frutto di una ricerca lunga tredici anni iniziata quando il fotografo Gianbattista Bertolazzi realizzò le immagini del catalogo delle 341 sculture in gesso, cera e bronzo di Paolo Troubetzkoy, conservate nella Gipsoteca del Museo del Paesaggio di Verbania. Fu allora che Elisabetta Giordani, con il supporto di Roberto Troubetzkoy – che da tempo stava raccogliendo e archiviando tutta la documentazione possibile sulla sua antichissima e nobile famiglia russa – e di Gianni Pizzigoni, profondo conoscitore dell’arte e per anni competente direttore del Museo del Paesaggio, accettò l’incarico di ricercare le identità di personaggi ancora sconosciuti. Un lavoro certosino che ha reso possibile ricostruire biografie e storie, offrendo un nuovo contributo alla conoscenza dell’ artista e dei suoi rapporti con i personaggi da lui ritratti dei quali sino a oggi studiosi e pubblico non si erano mai occupati in modo particolare. Il principe Paolo Troubetskoy, nato a Verbania-Intra il 15 febbraio del 1866 da padre russo – il diplomatico Pierre –  e madre statunitense, la pianista Ada Winans, lavorò e risiedette in Russia (insegnò all’ Accademia Imperiale di Belle Arti di Mosca per nove anni, dal 1897 al 1906), Francia (a Parigi, dove studiò a fondo l’opera di Rodin, e dove nel 1900 vinse il Grand Prix), Inghilterra, Usa (prima a New York nel 1911 e poi, dal 1914, a Hollywood , oltre che in Italia, a Pallanza – sul lago Maggiore –  dove tornò a vivere nel 1932 e morì sei anni dopo. Troubetzkoy aveva committenze anche in Europa, America e Russia e, come soggetti, i membri di quell’alta società internazionale appartenente alla gilded age ( l’età dorata), il periodo che si identifica con il rapido sviluppo industriale in America e la Belle Époque in Europa, in grado di assecondare ogni passione, dal mecenatismo al collezionismo d’arte, dalle corse automobilistiche, all’allevamento di purosangue e quant’altro. Lo scultore, aristocratico e semplice nello stesso tempo, ritraeva i personaggi di questo ambiente senza lasciarsi condizionare e il più delle volte non metteva né titoli né nomi alle sculture perché come lui stesso diceva: “ Io lavoro non solo per esprimere una forma, ma soprattutto per trasmettere il senso della vita, perciò la forma ha maggiore significato se vi è vitalità; per questa ragione un titolo (e quindi anche un nome) potrebbe limitare tutto ciò che la mia opera significa realmente”. L’opera di identificazione di Elisabetta Giordani è stata difficile e complicata ma molto interessante, consentendole di raccogliere cenni biografici e testimonianze fotografiche di molti di quei personaggi appartenenti a quella società internazionale con la quale lo scultore cosmopolita era entrato in contatto durante i suoi soggiorni. Oggi che l’opera e lo stile personalissimo di Troubetzkoy sono apprezzati e conosciuti è stata di grande utilità la ricerca che ha permesso di addentrarsi nelle personalità di coloro che hanno voluto farsi ritrarre da lui e quindi hanno potuto trattenere per sempre la vitalità di cui tanto parlava. Per redigere la pubblicazione, edita dal Magazzeno Storico Verbanese, Elisabetta Giordani ha visionato centinaia di immagini, foto e opere storiche alla ricerca dei personaggi incontrati e ritratti dall’artista di cui il Museo del Paesaggio possiede la più grande e completa collezione di gessi. Il libro, che presenta le biografie di 25 identità rivelate, è accompagnato dalle immagini scattate da Bertolazzi, rielaborate e completate da Francesco Lillo per il Museo del Paesaggio, e da una dedica a Gianni Pizzigoni che affidò per primo questa importante ricerca all’autrice. Vanno ricordati, come ha fatto Roberto Ripamonti dell’associazione I Lamberti nella presentazione del libro, anche alcune opere pubbliche come i monumenti ai caduti che Troubetzkoy realizzò e che non incontrarono  il gusto del tempo e dei critici come quello di Pallanza dove l’artista rappresentò una giovane vedova che con la mano lascia cadere alcuni petali di fiore sulla lapide dei caduti, tenendo in braccio un bimbo troppo piccolo per rendersi conto degli orrori della guerra o il monumento a Garibaldi creato per un concorso e rifiutato perché rappresenta un uomo esausto dalle fatiche e non scopre il poncho per far intravedere la spada. Lo stesso discorso vale per il monumento ad Alessando III realizzato dallo scultore a San Pietroburgo che rappresentava una critica all’impero dove è raffigurato un cavaliere obeso che opprime con il suo peso un cavallo recalcitrante: un contesto dove il cavaliere rappresenta l’aristocrazia e il cavallo il popolo.

Marco Travaglini

Massimo Lucioli, “Il tesoro dimenticato”: quando le buone idee accadono

Informazione promozionale

L’autore, traendo spunto dal territorio della formazione psicologica e dalla sua esperienza di vita, traccia un segmento ideale fra il libro e il lettore, definendo quindi le traiettorie su cui muovere l’emozione e le sensazioni di chi si accinge a entrare in contatto con l’opera; si scoprirà allora, che il tesoro è dentro di noi. Al bando pirati e forzieri, il viaggio più avventuroso è quello da compiere verso e intorno alla propria esistenza.

“Non si tratta di avere buone idee, si tratta di farle accadere. A volte i pensieri ti dicono di fare una cosa – racconta Massimo Lucioli – le emozioni un’altra. Quando riesci a rendere pensieri ed emozioni alleate per lo stesso obiettivo, lo stesso scopo, allora il tuo potenziale è al massimo.  Libera il tuo potenziale. Vedrai cose che non pensavi possibili”.

Scorrendo il libro che volutamente non ha un approccio manualistico, ma diretto, si incontreranno parole chiave che sono parte fondamentale della costruzione del proprio percorso di vita: risorse, intelligenza emotiva, consapevolezza, obiettivi, empatia, il viaggio. A tutto ciò si aggiunge, alla fine di ogni itinerario esplorativo del sistema vita, una vivace postilla pratica “Adesso tocca a te”, laddove, l’autore, dopo aver districato il lettore da timori e tremori, divelti i meccanismi di difesa, lo mette nella condizione di sperimentare se stesso: di uscire dalla propria zona confort ed esplorare.

www.iamwave.coach/massimo-lucioli/

Il tesoro dimenticato: non si tratta di avere buone idee, si stratta di farle accadere

Quante volte, come leader, ci siamo trovati in una situazione di incertezza. A volte i pensieri ti dicono di fare una cosa ma le emozioni ti spingono in un’altra direzione. E questo accade sia come singoli sia nei team quando per esempio dobbiamo fissare obiettivi ambiziosi, o trasformare la strategia in esecuzione di azioni concrete e funzionali, o quando dobbiamo operare un cambiamento di ruolo, di modello di business, di innovazione. Pensiamo che le nostre vite, le nostre realtà lavorative, gli obiettivi che vogliamo raggiungere siano solo guidati da processi logico-razionali, mentre in verità siamo costantemente chiamati a confrontarci con i nostri pensieri intrecciati alle nostre emozioni insieme, è inevitabile. A volte quando ignoriamo gli uni o le altre, non consideriamo tutti gli effetti che producono le nostre parole, o i nostri comportamenti, o le nostre azioni, e possiamo produrre dei piccoli disastri. Oppure quando pensieri ed emozioni entrano in conflitto spesso non riusciamo a decidere, procrastiniamo, perdiamo il momentum, non siamo efficaci. Quando invece riusciamo a rendere pensieri e emozioni alleate per lo stesso obiettivo, lo stesso scopo, allora gli effetti che produciamo sono quelli che desideriamo e la performance è al massimo perché riusciamo a liberare tutto il nostro potenziale come singoli o come team. La domanda alla quale il libro ti porta a dare una risposta è: come posso riuscire ad attraversare la foresta intricata della mia vita professionale o personale? Ti piacerebbe avere una mappa più dettagliata, più ricca, che ti permetta di comprendere meglio quali sono i pensieri e le emozioni più funzionali, più adatte ad attraversare quella foresta, a trovare la strada, ad uscirne, a raggiungere il tuo obiettivo eccellente? Quello che promette il libro non è tanto consegnarti una mappa già fatta, ma aiutarti a costruire la tua, aiutarti a trovare, con la tua personale mappa, le tue personali risorse, per diventare, per essere ciò che vuoi diventare, ciò che vuoi essere ed anche se sarà difficile (perché a volte lo sarà) avrai sempre un sorriso impavido. Il Tesoro Dimenticato, scritto prendendo lo spunto dalle ultimissime scoperte nel campo delle neuroscienze e dalle osservazioni sul campo, è un’esplorazione di come funzioniamo nella relazione tra pensieri ed emozioni, una guida alla riscoperta delle nostre risorse, il tesoro dimenticato, una guida per allenare le nostre competenze di intelligenza emotiva, perché pensieri ed emozioni non creino interferenze ma si alleino affinché le nostre idee accadano.

Qual è il senso della nostra biografia?

Qual è il fil rouge, il legame che mette insieme tutti i momenti della nostra vita fino ad oggi e per il futuro? Se mettiamo insieme i puntini della nostra vita che figura viene fuori? Sono stato manager in alcune multinazionali per molti anni, lì tutte le dinamiche raccontate nel libro trovano un’applicazione incredibile e misurabile in termini di successo o insuccesso; nel tempo libero impegno in politica e leader in tipi diversi di gruppi, associazioni, comunità; nel frattempo l’incontro con la programmazione neurolinguistica, il coaching, l’intelligenza emotiva, e quindi alla fine coach io stesso: che cosa unisce queste realtà ? Forse proprio ciò che sto facendo ora: trasferire competenze, consapevolezza, affinché io stesso e le persone attorno a me possano crescere, trovare la propria strada, dare potere e possibilità al proprio sogno; trovare soddisfazione ed entusiasmo nel condividere un percorso, una meta. Questo mi porterà ovviamente a fare altro. Ma questa è una parte della biografia appena abbozzata, non ancora scritta.

***

Link:

https://www.facebook.com/iltesorodimenticato/

https://www.instagram.com/massimolucioli/

https://massimolucioli.it

il libro è acquistabile su Amazon:

https://www.amazon.it/tesoro-dimenticato-Re-source-ritrovare-potenziale-ebook/dp/B0B3Z2JVYT/ref=sr_1_4?crid=34OB4B0WVCCNK&keywords=massimo+lucioli&qid=1670343048&sprefix=massimo+lucioli%2Caps%2C229&sr=8-4

Successo a Torino Comics della raccolta di racconti “De rebus brevi” di Mark Mc Candy

Torino Comics è stata la cornice entusiasmante della prima presentazione della raccolta di racconti di Mark Mc Candy, pseudonimo di Marco De Candia, giunto alla sua terza pubblicazione, dal titolo “De rebus brevi”, alla presenza anche di Marco Tomasello di Torino Comics. Luca Occhetti è  stato il vincitore  del Cover Contest ideato da Edizioni Radici Future e da Torino Comics per la realizzazione della copertina del libro. Tra decine di proposte arrivate dalla comunità di illustratori è  stata scelta la sua e, in occasione della presentazione del libro al Saloneinternazionale del Libro, il 19 maggio alle 20, Luca Occhetti sarà  presente per realizzare delle cover personalizzate per i lettori interessati.

Il libro, intitolato “De rebus brevi” edito da Edizioni Radici Future, reca la copertina realizzata da Luca Occhetti e che si ispira al mondo romano. L’autore viene raffigurato come l’imperatore Nerone su di una clessidra, che scandisce un tempo che, dopo il periodo Covid, ha assunto un nuovo valore e ritmo. “Considero la mia raccolta di racconti – spiega l’autore Marco De Candia – un libro ‘caleidoscopio’, che consente un  certo tipo di visione a seconda del modo in cui viene letto”.

Si tratta di una carrellata di situazioni brevi, spesso brevissime,incentrate intorno ai tempi difficili che la società contemporanea sta attraversando e sugli usi e costumi che si evolvono, sugli amori inespressi, talvolta traditi dalle mascherine. Molteplici gli argomenti affrontati con particolare ironia, come la firma digitale che genera un equivoco tra moglie e marito.

“De Rebus brevi” si può  considerare un libello prezioso per cogliere le mille sfaccettature della società post Covid; una serie di racconti che disvelano il carattere di personaggi tra i più vari, coinvolti in episodi che vedono i protagonisti impegnati tra casse di supermercati, strade statali, spiagge e ambienti tra i più  vari.

Non manca neanche l’acuto sguardo dell’osservatore-autore su fenomeni nuovi quali il metaverso, la blockchain e il bitcoin, colti tutti con arguzia e quella leggerezza calviniana che risultano davvero indispensabili in questa epoca post Covid. Il libro saràanche presentato presso il Caffè Fiorio a Torino il 27 aprile, evento promosso dall’Associazione “Vitaliano Brancati”.

MARA MARTELLOTTA

Il programma al Circolo dei Lettori di Novara

IO LEGGO E MI INNAMORO

La settimana al Circolo dei lettori, a Novara

Appuntamenti dal 17 al 20 aprile

 

 

Il programma della settimana al Castello. 

 

lunedì 17 aprile h 18 | Castello Sforzesco, Sala Sibilla Aleramo

Ritorno al Sud, luogo dell’origine e della rivelazione

Sofia Pirandello 

Bestie (Round Robin)
con Eleonora Groppetti

In un polveroso e rovente paese siciliano, Lucia, mite fuori e incandescente dentro, trova rifugio nelle parole. Cresciuta, va da sola al Nord, dove vive libera dal giogo dello sguardo materno e scopre l’amore, fino a lasciarsi consumare. Il Sud però tornerà a chiamarla, è il suo destino ineluttabile.

 

martedì 18 aprile h 18 | Castello Sforzesco, Sala Sibilla Aleramo

Quando qualcosa si rompe, può tornare come prima?

Erika Savio

I ragazzi sognano in technicolor (Astoria)
con Serena Galasso

Una storia, il cui perno sono Lisa e ad Alex, che narra di cambiamenti affrontati in solitudine, disagio sociale, microcriminalità, scoperta di una sessualità precoce, ma anche di sogni, speranze, amicizia e amore, quell’instancabile ricerca di legami che dà un senso alla vita.

 

mercoledì 19 aprile h 18 | Castello Sforzesco, Sala Sibilla Aleramo

Storia di un’amicizia profonda

Fabio Geda

La scomparsa delle farfalle (Einaudi)

con Erica Bertinotti

Tra conflitti e occasioni di meraviglia, tra realtà quotidiana e rivelazioni, quattro ragazzi intrecciano le loro vite con tutta l’energia della giovinezza. Un ritratto commovente di quella stagione dell’anima che più d’ogni altra si imprime in ciascuno di noi e sceglie il nostro destino.

 

giovedì 20 aprile h 18 | Castello Sforzesco, Sala delle Mura

Talking Tom Waits
Parole, canzoni, atmosfere

con Paolo Agrati, arrangiamenti a cura di Chinese Cuban Jazz Extravaganza
Una selezione di canzoni scelte, tradotte e adattate, per addentrarsi nella scrittura di Tom Waits e nelle atmosfere che regalano i suoi testi, per scoprire le storie che si celano dietro le ballad e i blues, oltre i suoni rochi, le casse con i coni rotti, le incudini pestate, il suono delle seghe.

in collaborazione con Coccato per il sociale

————————————–

 

GRUPPI DI LETTURA

riservati possessori Carta Io leggo di Più

 

gli evergreen

> sono al Circolo e al Castello

> puoi seguirli se hai la Carta Io leggo di Più

> iscriviti al Circolo o via mail (info.novara@circololettori.it)

 

tutti i mercoledì ore 15
English Time
con Rosanna Miramonti

 

tutti i giovedì h 15 | Castello Sforzesco, Sala Sibilla Aleramo

Alla scoperta dell’Arabo

con Cesare Ruggeri 

i monografici

> sono on line su Zoom

> puoi seguirli se hai la Carta Io leggo di Più

> se non hai la Carta, puoi comprarli al Circolo (se vuoi pagare via bonifico scrivi a info.novara@circololettori.it)

> 17/04 h 19-20
Autofiction a chi?
con Daniele Mencarelli

> 18/04 h 19-20

La lingua italiana, tra prescrizioni grammaticali e le possibilità dell’uso

con Francesca Serafini

 

————————————————————————

 

Tutti gli incontri sono gratuiti.

Prenotazione obbligatoria sul sito https://novara.circololettori.it/

 

L’isola del libro

RUBRICA SETTIMANALE A CURA DI LAURA GORIA

 

Luis Landero “Pioggia sottile” – Fazi Editore – euro 18,50

Questo è uno strepitoso romanzo che mette in scena rancori, offese, oppressione, gelosie e occasioni mancate che possono annidarsi nelle spire dei rapporti familiari ed esplodere in una sorta di terribile resa dei conti in cui tutti sono contro tutti e non c’è mediazione possibile.

Luis Landero è nato in Estremadura nel 1984, ha insegnato Letteratura a Madrid, è stato visitor professor a Yale e i suoi romanzi si trasformano in successi immediati.

Pioggia sottile” inizia con qualche goccia di astio tenuto sotto controllo per anni e finisce con una tempesta che sommerge e affoga qualsiasi possibilità di dialogo o comprensione.

Al centro del disastro 3 fratelli ormai adulti la cui vita è sempre stata dominata da una madre vedova dispotica, per nulla empatica e quasi sempre ingiusta; ha diretto con pugno di ferro e zero sensibilità le loro esistenze, creando dei disperati totali.

Siamo a Madrid e la madre sta per compiere 80 anni; il figlio prediletto Gabriel ha l’infelice idea di festeggiarla insieme alle sorelle. Peccato che da un ventennio non si parlino più.

La storia è raccontata dalla prospettiva dei figli che alla madre non perdonano i torti subiti. E viene via via sciorinata nelle confidenze che fanno ad Aurora, la moglie di Gabriel.

I nodi irrisolti sono parecchi, tanti scheletri negli armadi celati solo dalle buone maniere. A partire dalla morte precoce di un padre che viveva di fantasia e narrava storie non vere. Quando muore, la moglie attua una sistemica cancellazione della sua memoria e di tutto quello che lo riguardava.

La primogenita Sonia dopo aver subito per anni le angherie materne è stata costretta a sposare Horacio: uomo molto più anziano di lei con una passione borderline per i giocattoli e un’anima nera che scoprirete addentrandovi nelle pagine.

Di Horacio era invece innamorata la sorella minore, Andrea, altra disgraziata totale. E anche Gabriel avrà i suoi demoni interiori da rinfacciare in parte alla madre. Insomma una famiglia altamente disfunzionale ….

 

 

Joshua Cohen “I Netanyahu” -Codice Edizioni- euro 20,00

Con questo romanzo lo scrittore americano, nato ad Atlantic City nel 1980, ha vinto il Premio Pulitzer. La storia prende spunto da un dettaglio lontano e tutto sommato non di grande importanza che riguarda l’illustre famiglia dei Netanyahu, si proprio quella che annovera il premier israeliano Benjamin Netanyahu.

Il romanzo è un mix di generi che riesce nell’alchimia di tenere insieme una “campus novel” anni 50, romanzo storico e commedia brillante. L’idea è stata ispirata a Cohen dal racconto che il famoso critico letterario Harold Bloom gli fece nel 1919, poco prima di morire. I fatti sono realmente accaduti e riguardano la famiglia del professore Benzion Netanyahu, che fu collega di Bloom alla Cornwell University. Da lì Cohen è partito mettendoci la sua fantasia e bravura nel trasformare un libro in uno strepitoso successo.

La storia è ambientata nell’inverno del 1959 al Corbin College dello Stato di New York, dove l’unico docente ebreo Ruben Blum ha l’incarico di incontrare un professore israeliano che l’ateneo intende assumere come docente di storia.

A presentarsi è Benzion Netanyahu, storico e membro del sionismo revisionista. Arriva con al seguito la terribile moglie Tzila e tre figli –Yoni, Bibi e Iddy- particolarmente vivaci; il secondogenito, Bibi di 10 anni diventerà il futuro Premier di Israele.

Anche se riluttante Ruben li accoglie in casa sua e la situazione finisce ben presto fuori controllo; tra le stranezze di Tzila, che si serve a piene mani di abiti e gioielli della padrona di casa e rifila i tre marmocchi alla giovane figlia dei Blum. Si chiama Judy e verrà travolta da quelli che chiama i “tre marmittoni”, ovvero tre piccoli selvaggi.

Questo incontro avrà anche l’effetto di costringere Rube Blum a fare i conti con le sue più profondi radici ebraiche, dalle quali aveva sempre cercato di staccarsi.

E nelle pagine del romanzo, oltre a trasformare il cupo Benzion Netanyahu nel protagonista di scene divertenti, ci sono anche temi molto seri. Come una sottile denuncia delle ipocrisie e della mentalità ristretta della cultura accademica, in aggiunta a riflessioni sui conflitti religiosi e cultuali degli ebrei americani.

 

Guillaume Musso “Angelique” -La nave di Teseo- euro 20,00

Ancora una volta Musso dimostra la sua caratura con un romanzo ricco di continue sorprese, e amalgama una trama complessa in cui si intersecano le vicende di più personaggi.

Tutto inizia in un ospedale parigino dove l’ex poliziotto Mathias Taillefer torna alla vita dopo un infarto; al suo risveglio lo accoglie la musica del violoncello suonato da una giovane sconosciuta. E’ Louise Collange, una volontaria che allieta i pazienti con le note del suo strumento.

Mathias ha 47 anni, e da 5 ha lasciato la polizia; è un uomo indurito dalla vita, scontroso, e non dimentica l’accoltellamento che aveva subito in passato nell’esercizio del suo lavoro. Chiede solo di essere lasciato in pace.

Louise è una studentessa 17enne, figlia di una grande étoile della danza, Stella Petrenko, che da 3 mesi ha concluso il suo viale del tramonto precipitando dal balcone del suo appartamento.

Per la polizia è stato un incidente, ma Louise invece è convinta che la madre sia stata uccisa, e non dà tregua a Mathias finché lui, sebbene riluttante, acconsente ad aiutarla a far luce sull’accaduto.

Poi c’è l’infermiera precaria Angelique Chervet, ha 34 anni, lotta con l’incubo della povertà nella squallida banlieu in cui vive e 4 mesi prima aveva scoperto di essere incinta dopo un incontro casuale mediante Tinder.

Il caso la porterà nell’atelier del 30enne pittore Marco Sabatini, rampollo di una famiglia miliardaria e potentissima. Angelique lo trova svenuto tra le sue tele e lo soccorre.

Ma è quando scopre la sua ricchezza che mette in atto una precisa strategia, che scoprirete leggendo. Colpi di scena via uno sotto un altro ed una trama che si infittisce sempre più.

 

 

Jessie Burton “La casa del Destino” – La nave di Teseo – euro 22,00

 

E’ il sequel del fortunato “Il miniaturista”, libro di esordio dell’attrice e scrittrice inglese Jessie Burton diventato immediatamente un caso letterario.

Nell’opulenta Amsterdam del Settecento, ritroviamo Petronella Oortman portata sugli schermi da Anya Taylor-Yoj quando giovanissima era arrivata ad Amsterdam per diventare la moglie di un uomo tutto da scoprire dietro la maschera di uomo sfuggente.

Ora Nella si aggira intorno ai 40 anni, è rimasta vedova (Johannes è morto annegato) e non ha avuto figli. Abita nella stessa casa, con la domestica di sempre, il servitore di colore Otto (originario del Suriname) e sua figlia Thea, nata dall’amore con la cognata di Nella, Marin, che è morta nel dare alla luce la bambina 18 anni prima.

Da allora Nella e Otto hanno cresciuto la piccola senza l’aiuto e la protezione di quella che era una delle famiglie più prestigiose della capitale olandese. E hanno dovuto fronteggiare le maldicenze di una società chiusa in cui apparenza e norme sociali dettano legge.

E’ il 1705, epoca d’oro per la città i cui commerci sono sempre più floridi.

Thea è bella con la sua pelle ambrata (che però desta sconcerto in una società dove il diverso non viene accettato facilmente), ha 18 anni ed è innamorata del pittore teatrale Walter, che sogna di sposare.

Purtroppo la famiglia non naviga in buone acque, lotta da tempo con i problemi economici, Nella e Otto per sopravvivere sono costretti persino a impegnare i mobili di casa.

Forse un buon matrimonio per Thea potrebbe essere la soluzione e la garanzia di un futuro più sicuro e agiato.

Ma bisogna fare i conti con la passione e la testardaggine della giovane innamorata.

Qualcosa sembra cambiare quando arriva l’invito al ballo più esclusivo di Amsterdam e c’è il ritorno del miniaturista che aveva incantato la giovanissima Nella appena sposata….