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Le lettere salveranno il mondo

Litteris servabitur orbis è una frase latina di grande importanza. In lingua italiana equivale a “il mondo sarà salvato dalle lettere”.

Durante il periodo oscuro delle leggi razziali l’acronimo di questa frase, ovvero L.S.O, venne usato dall’editore fiorentino ebreo Leone Samuele Olschki per poter stampare i suoi libri. Una lunga storia quella della casa editrice che fondò nel 1886 e tutt’ora attiva con migliaia di titoli in catalogo e molti periodici tra i quali l’Archivio storico italiano, la più antica rivista italiana ancora edita. Leo Samuele Olschki, figlio di un tipografo della Prussia orientale, si era trasferito in Italia seguendo il percorso dei tanti personaggi come Rosenberg & Sellier, Sperling & Kupfer, Hoepli, Le Monnier, Loescher, Scheiwiller, attratti dal sogno di  realizzare nel nostro paese un’attività editoriale. Dopo aver vissuto e lavorato a Verona, Venezia e per tanti anni a Firenze l’emanazione delle leggi razziali del ’38 lo costrinse  all’esilio a Ginevra, dove morì il 17 giugno del 1940. Quell’acronimo, oltre a rimarcare una grande verità e rivendicare il proprio diritto d’autore evitando d’incorrere nella repressione antiebraica che rappresentò una delle pagine più vili della storia italiana, era un grido di libertà e d’avvertimento. ” Dove si bruciano i libri si finisce per bruciare anche gli esseri umani “, scriveva nella prima metà dell’800 il poeta tedesco Heinrich Heine. Un monito tragicamente anticipatore di quei “roghi di libri” organizzati nel 1933 nella Germania nazista durante i quali vennero bruciati tutti i volumi che non corrispondevano ai canoni imposti dall’ideologia del regime dalla croce uncinata. Quei roghi, pensati per distruggere “lo spirito non tedesco”, vennero organizzati dalla Deutsche Studentenschaft, associazione degli studenti tedeschi. Una follia negazionista che venne salutata da Goebbels, il ministro della propaganda del Terzo Reich come un ottimo modo “per eliminare con le fiamme lo spirito maligno del passato”. Quale fu la logica conseguenza nemmeno la pur pessimistica profezia di Heine poteva lontanamente immaginarlo e tutto il mondo scoprì l’orrore delle persecuzioni, delle deportazioni nei lager e dell’olocausto. Eppure sono in molti ad aver dimenticato la storia, minimizzandola o relegandola negli angoli polverosi della memoria. “Chi nega la ragion delle cose, pubblica la sua ignoranza”, scriveva Leonardo da Vinci mezzo millennio fa. In un tempo cupo e difficile dove si legge sempre meno, dove la cultura viene presentata come un peso e l’ignoranza si accompagna quasi sempre all’arroganza, c’è poco da stare allegri. Un antidoto ci sarebbe ed è racchiuso in quella frase piena di speranza: “il mondo sarà salvato dalle lettere”. A patto che non rimanga solo una frase.

Marco Travaglini

Una sfida a colpi di incipit

Decima edizione del primo talent letterario itinerante per aspiranti scrittori, a Bardonecchia sabato 29 marzo

Il primo Talent letterario dedicato agli aspiranti scrittori quest’anno compie dieci anni. La tappa di Bardonecchia nel Torinese è prevista sabato 29 marzo a palazzo delle Feste. Presenta l’attrice,  autrice e comica Giorgia Goldini, accompagnata dalle musiche di Enrico Messina.

Incipit Offresi è un format a tappe, la sfida si gioca a colpi di incipit all’interno di luoghi di svago e cultura, ma anche attraverso gare di scrittura nelle più partecipate manifestazioni e letture animate nei mercati: 16 tappe in 9 Regioni (Piemonte, Campania, Emilia Romagna, Lazio, Liguria, Lombardia, Toscana, Umbria, Valle d’Aosta). L’obiettivo non è premiare il romanzo inedito migliore, ma scovare nuovi talenti, promuovere la lettura e valorizzare le biblioteche come luoghi di promozione e valorizzazione culturale. In 9 anni Incipit Office ha scoperto 150 nuovi autori, pubblicato oltre 75 libri e coinvolto circa 11 mila spettatori l’anno, 30 case editrici e 85 biblioteche nelle 198 tappe (167 organizzate in Piemonte e 31 in altre Regioni) per un totale di 10 mila e 200 km percorsi. Incipit Offresi è un format innovativo ideato e promosso dalla Fondazione ECM Biblioteche Archimede di Settimo Torinese, Compagnia di San Paolo, in sinergia con Regione Piemonte e la città di Settimo Torinese, oltre alla Associazione Pagina 37, Scuola Holden, Emons Edizioni e Federazione Unitaria Italiana Scrittori. Si tratta di un vero e proprio talent della scrittura dove, in un contesto informale, gli attori della filiera del libro possono incontrarsi e avviare nuove collaborazioni, promuovere la pubblicazione di nuovi libri e scoprire nuovi talenti. Nell’ambito del progetto sono organizzati dei percorsi formativi in collaborazione con Circolo dei Lettori e Scuola Holden per i partecipanti al campionato, con l’obiettivo di migliorare la qualità delle opere in concorso e per affinare le competenze creative degli aspiranti scrittori e scrittrici. Tra le novità della decima edizione la Holden metterà in palio un corso di scrittura e sarà istituito il Premio Archimede Book, riservato agli under 35, che prevede la pubblicazione  di una raccolta di racconti su temi indicati dall’organizzazione. I partecipanti, in una sfida una contro l’altro, avranno 60 secondi di tempo per leggere il proprio incipit o raccontare il proprio libro. Il concorrente che secondo il giudizio del pubblico in sala avrà ottenuto più voti passerà alla fase successiva, dove avrà ancora 30 secondi per la lettura del proprio incipit prima del giudizio della giuria tecnica, che assegnerà un voto da 0 a 10. Una volta designato, il vincitore o la vincitrice di tappa si aprirà il voto del pubblico per il secondo classificato. Chi otterrà più voti potrà partecipare alla gara di ballottaggio. Il vincitore di tappa si aggiudicherà un buono libro del valore di 50 euro. I primi classificati di ogni tappa e gli eventuali ripescati potranno accedere alle semifinali per giocarsi la possibilità di approdare alla finale, in programma il prossimo giugno. Il primo e il secondo classificato riceveranno rispettivamente un premio in denaro di 1500 euro e di 750 euro. Saranno inoltre messi in palio il Premio Scuola Holden con un corso di scrittura, il Premio Italo Calvino con partecipazione gratuita al prestigioso premio, i premi Golem e Leone Verde con la pubblicazione dell’opera, il Premio Miraggi costituito da una lampada artistica fatta di libri, il Premio Indice Libri del Mese della Fondazione Circolo dei Lettori e il Premio Archimede degli under 35 con la pubblicazione del proprio racconto nella raccolta Archimede Book. La partecipazione agli Incipit Offresi è gratuita e aperta agli scrittori maggiorenni e non di tutte le nazionalità. Gli scrittori dovranno presentare l’incipit della loro opera che non superiore le 1000 battute, oltre a una descrizione dei contenuti dell’opera di 1800 battute come limite massimo. L’incipit deve essere inedito, le opere autopubblicate sono parificate alle inedite perché prive di regolare distribuzione. La gara si svolgerà in lingua italiana e la possibilità di partecipare è garantita fino a esaurimento posti.

Mara Martellotta

“Cadere nutre la terra. Poesie 1976-2022”: Giuseppe Goffredo alla Belgravia

Il poeta pugliese presenta in libreria venerdì 28 marzo il suo ultimo volume di poesie

Venerdì 28 marzo prossimo, alle ore 18.30, presso la libreria Belgravia di via Vicoforte 14 D a Torino, il poeta editore Giuseppe Goffredo presenterà il suo libro “Cadere nutre la terra- Poesie 1976-2022”, un’antologia poetica che raccoglie il percorso poetico dell’autore. La raccolta accoglie testi che vanno da “Poesie di Provincia” fino a “Cadere nutre la terra”, un cammino che si dipana andando avanti in un tempo lungo quarant’anni di una poesia che non ci si stanca di leggere tanto è vita. Modererà l’incontro il poeta Gian Giacomo Della Porta.

Nelle poesie di Goffredo si riscontrano impegno civile e un’inquietudine interiore che rendono la poesia lucida e viscerale. Nella poesia di questo autore tutto è detto con il candido denudamento di una parola vergine, molto evidente nella sua valenza sociale.
Giuseppe Goffredo esprime nei suoi versi un tono e un ritmo personalissimi che mettono in evidenza l’importanza della tematica sociale, non così comune nel panorama della poesia italiana contemporanea.

“Una poesia che riesce a dire come fosse la prima volta” – ha osservato il noto critico letterario e saggista Alfonso Berardinelli – o ancora il poeta Dario Bellezza, che nel 1978 la definì “Una poesia miracolosa, che viene da lontano, matura nelle sue estati contadine una forza e violenza che apparentandolo a Rocco Scotellaro, pure lo aggiorna in questa sua volontà di unire l’impegno diretto delle nuove generazioni meridionali ad un riscatto vero, che sappia fare i conti con il progresso e con l’idra che lo divora”. Maurizio Cucchi, nel 2003, scrisse di Giuseppe Goffredo:”Un poeta di grande carattere, una figura tra le migliori di una generazione”.

L’autore, nato ad Alberobello, in Puglia, nel 1956, è poeta, scrittore, editore e saggista, laureato in Filosofia.

Per la poesia ha pubblicato “Fra muri e sogni” (Einaudi,1982),”Paesaggi di Maggio” (Mondadori, 1989),”Elegie Empiriche” (Guerini e Associati, 1995). Per la Poiesis Editrice, casa editrice che Giuseppe Goffredo dirige dal 1995, sono stati pubblicati “Nessuna solitudine è più verde dell’azzurro dopo ogni spavento” (2015) e “Nelle voci del mare perdute” (2019). Nel 1987 gli è stato assegnato il Premio Pier Paolo Pasolini.

Mara Martellotta

Il seggio del peccato

Il 28 marzo uscirà nelle librerie il nuovo libro di Marco Travaglini, Il seggio del peccato, pubblicato nella collana narrativa da Infinito Edizioni, con l’introduzione di Sergio Chiamparino

Già dal sottotitolo – vite e dicerie di strapaese tra laghi, monti e vigne – si intuisce il senso dei racconti che si svolgono in terra piemontese, dalle valli al confine con la Svizzera ai laghi, dal Canavese fino a Torino, raccontando la nostra regione attraverso la sua gente laboriosa, i suoi ambienti, le atmosfere che ci trasportano negli angoli più profondi e suggestivi della campagna e della montagna, della grande città e della provincia. Vizi e virtù della gente semplice, furbizie e ingenuità, sono narrati in uno spaccato in salsa genuinamente subalpina di quella grande commedia umana che, quotidianamente, scorre con la stessa intensità delle acque del Po.

Travaglini, scrittore e collaboratore de Il Torinese, ama dare voce soprattutto alla gente comune, a quel mondo piccolo ma non minore col quale ha sempre voluto convivere, assimilandone i problemi, le speranze, le gioie e i dolori, con particolare attenzione alla storia passata, a tempi meno facili ma più ricchi di semplicità, di saggezza antica, di umanità. “Ogni racconto è un po’ come si svolgesse davanti ad un dipinto, ad una fotografia che rappresenta i paesaggi di quelle parti di Piemonte che fanno da scenografia alla narrazione”, scrive l’ex sindaco di Torino. “ Dalla barriera torinese ai caffè del centro di Torino, dalla val Formazza al lago Maggiore, da Viverone a Pavone ai tanti altri borghi canavesani, fino al viaggio “contiano” (nel senso di Genova per noi), che qui muove dalla bassa Lomellinese. Ma chi, specie fra i piemontesi di provincia, soprattutto delle generazioni più “antiche”, non ha voluto andare a vedere il mare magari per la prima volta e a mangiare il pesce a Genova?”. Sergio Chiamparino sottolinea come si tratti di “racconti ricchi di riferimenti storici, di notizie su luoghi, edifici storici, di curiosità, ricostruzioni di antiche tradizioni e motti popolari, molte cose che si ignorano o almeno io ignoravo. Infine, c’è una vena ironica che attraversa tutti i racconti, leggerezza e profondità al medesimo tempo, la scrittura è scorrevole la lettura molto piacevole. In fondo, cosa si può chiedere di più ad un racconto?”.

“Mi fai una storia?” A Druento il Festival di Lettura per bambini da 0 a 6 anni

E’ giunto quest’anno alla sua terza edizione

Venerdì 21 e sabato 22 marzo

Druento (Torino)

Giunta quest’anno alla sua terza edizione, è l’unica iniziativa del genere organizzata in Italia. “Mi fai una storia?” è un “Festival di Lettura” rivolto a bimbi piccolissimi, dagli 0 ai 6 anni, età in cui ancora, generalmente, non si legge. E che quest’anno anticipa i tempi, con inizio allo scoccar della primavera, i prossimi venerdì e sabato 21 e 22 marzo, in un luogo simbolico: la nuova “Biblioteca” di Druento (Torino), in via Morello 10, dedicata ad Ipazia D’Alessandria, matematicaastronoma e filosofa dell’antica Grecia, a capo della “scuola neoplatonica” di Alessandria, dove insegnò filosofia e astronomia. Completamente gratuito, il progetto é organizzato dall’Associazione “Il Bambino Naturale” (nata nel 2014 con l’obiettivo di sensibilizzare sul tema della genitorialità “ad alto contatto”) e “Il Leone Verde Edizioni”, in collaborazione con la “Biblioteca Civica Multimediale” e il patrocinio del “Comune di Druento”, sotto la direzione artistica di Anita Molino che con questa scelta ha deciso di portare in giro per la provincia di Torino l’iniziativa, ospitata nelle prime due edizioni a Settimo Torinese.

Il titolo si ispira a un libro di Elisa Mazzoli, ospite dell’edizione 2025: il volume – pubblicato dalla torinese “Il Leone Verde”, riprende una domanda che, spesso, i più piccoli rivolgono ai genitori o ai nonni, perché inventino loro delle “storie”. “Mi fai una storia?”, per l’appunto. Obiettivo del Festival rispondere a un’esigenza del bambino e mettere al centro – spiegano gli organizzatori – un comportamento al quale  andrebbe abituato fin da piccolissimo: leggere con i propri genitori, ascoltando la voce, seguendo e interpretando i disegni, commentando gli spunti offerti dalle pagine”.

In due giorni il Festival prevede, da un lato, un incontro, il venerdì 21 (dalle 17 alle 19), pensato per genitori, nonni, educatori, insegnanti, formatori, con idee e suggerimenti da parte di Elisa Mazzoli su come leggere a bambini 0-6 anni, come avvicinarli ai libri, come creare preziosi momenti di condivisione a casa e a scuola.

Dall’altro, propone, il sabato 22 (dalle 9,30 alle 13 e dalle 15 alle 18), numerosi incontri e laboratori. Sabato mattina l’apertura è per i “piccolissimi”, età 0-3 anni: potranno avvicinarsi ai libri, scoprirli, toccarli, cullati dalle parole e attenti alle immagini.  Poi, toccherà alla fascia 3-6 anni, scoprire una “coccola diversa”, quella che passa leggendo assieme un volume. Alle 11,30, un “laboratorio montessoriano”, per bambini dai 3 ai 6 anni, sul valore dell’espressione personale nell’attività del disegno, tenuto da Isabella Micheletti, scrittrice, “educatrice Montessori” e formatrice nei corsi dell’“Opera Nazionale Montessori”.

Il pomeriggio di sabato è dedicato alla “musica”, con Laura Bossi e Chiara Marangoni, musiciste specializzate nel cosiddetto “metodo Gordon”, che proporranno tre concerti speciali, facendo leva sul fatto che “il bambino sviluppa la sua attitudine alla musica nei primi anni di vita attraverso un’esposizione che rispetti le sue grandi capacità di ascolto e di assorbimento”: i piccoli in biblioteca ascolteranno canti melodici e ritmici, senza parole, che seguono il principio di “varietà, brevità e ripetizione”.

“Abbiamo scelto simbolicamente l’inizio della primavera – dichiara Anita Molino, direttrice artistica della manifestazione – per celebrare i più piccoli e un gesto, quello della lettura ad alta voce e condivisa, che va incoraggiato e praticato sin dalla più tenera età. Un gesto di cura, di vicinanza e di relazione: tutti gli ultimi studi e le ricerche da parte di pedagogisti e neuropsichiatri mettono in luce l’importanza della lettura condivisa con i piccolini, che risulta avere effetti benefici sul neurosviluppo e un’influenza positiva sul rapporto che il bambino avrà da grande con i libri”.  Un gesto che sarà al centro di laboratori, ma sarà anche oggetto della riflessione con genitori e operatori, in questa edizione druentina che non dimentica tematiche care al festival quali la “musica” e il “metodo Montessori”.

Obbligatoria la prenotazione a: ufficiofamiglie@comune.druento.to.it

Per il programma dettagliato: www.mifaiunastoria.it

G.m.

Nelle foto: immagine di un laboratorio con i bimbi, Elisa Mazzoli e Isabella Micheletti

Nuova vita ai vecchi libri! Nasce a Torino la “Biblioteca condivisa e diffusa”

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Già aperti i primi spazi, insieme alle “buche delle lettere” dove lasciare pensieri scritti a mano

Giovedì 20 marzo, prima inaugurazione

I libri non si buttano. Mai! Neppure quando li hai letti (anche più volte) e ne hai le pareti piene. Del resto, Una stanza senza libri – scriveva già ai suoi tempi (l’attribuzione è incerta, ma assolutamente condivisibile) il grande Cicerone – è come un corpo senz’anima. E l’anima non si butta certo al macero. Ci mancherebbe! Si può offrire, quale segno di amicizia e d’amore. Quello sì. Così come i vecchi libri, cui proprio non riusciamo più a trovare un posto nelle nostre librerie. O semplicemente, anche in questo caso, come gesto di generosa amicizia verso il prossimo. Uno scambio. O un atto di solidarietà verso chi, forse, non può permettersi il pur semplice acquisto di un libro. Da queste considerazioni, nasce l’idea di una vera e propria “Biblioteca condivisa e diffusa”, nata “per salvare libri usati dall’abbandono e dal macero, dando loro una nuova vita libera, in spazi sociali e culturali accessibili ed inclusivi”. Intelligentemente “colpevoli” (si fa per dire!) della bella pensata, le cosiddette “Compagne di Banco”, alias Elena Forno (oggi occupata in “UniTO”, nel 2024 il suo primo libro “I motori della Rivoluzione” per “Buendia Books”) e Chiara Avidano (free lance in vari settori comunicativi, nel 2022 autrice della raccolta di poesie “Misto Archivio” per “Neos Edizioni”), che compagne di banco lo sono state veramente, al “Liceo classico Alfieri”, per poi ritrovarsi a scrivere un blog, da marzo 2024, e a promuovere incontri di “lettura silenziosa condivisa”, i “silent reading party” che spopolano in Europa, e momenti di presentazione e riflessione con scrittori, sempre entrambe fedeli all’obiettivo di “tenere il filo della realtà al di là della rete”. Il che vuol dire sfidare e sfidarsi con non poco coraggio, anche oltre i giochi della quotidiana realtà.

Di qui, per l’appunto, il progetto, per ritornare a bomba, della “Biblioteca condivisa e diffusa”.  Già pronte le prime due sedi. Il primo spazio si inaugura giovedì 20 marzo, alle 18,30, al “Villino Caprifoglio”, in viale Medaglie d’Oro 88, “bizzarra casetta del Valentino che pare uscita da una fiaba classica”, un tempo gestito dalle “Biblioteche civiche”, oggi rinato grazie alla presa in carico della struttura da parte di “Campo Base”, progetto sociale di “1Caffè Onlus”, fondato nel 2011 dall’attore torinese Luca Argentero e da Beniamino Savio (attuale presidente), pensato per erogare servizi agli enti del “Terzo Settore”.

Il secondo punto, in attesa di apertura, è invece nell’“ex scuola” di via Rubino 2, a Mirafiori Nord, che il Comune di Torino ha dato in concessione a “I buffoni di corte”, associazione che lavora con la disabilità cognitiva e coi giovani: attualmente l’edificio è oggetto di ristrutturazione e, appena sarà pronto, ospiterà un’altra costola della “Biblioteca”. La caccia è aperta anche per il reperimento di altre sedi sul territorio cittadino. “Entrambi questi luoghi – spiegano le ‘Compagne di Banco – offriranno uno spazio per i libri a disposizione di chi desidera leggerli, prenderli in prestito o tenerli, magari riportandone uno in cambio di quello presoIntorno ai libri, coordineremo anche incontri a tema per dare vita a momenti di comunità, legati dalla condivisione e dallo scambio. L’idea è uscire dal mondo digitale che assorbe e svuota, ritrovando spazi fatti di empatia e tempi lenti. E non è tutto.

In parallelo, infatti, Elena e Chiara lanciano anche il progetto “Le parole tra noi da salvare”, legato al recupero delle “cassette delle lettere”, ormai per “Poste Italiane” inutili reperti da rottamare (in tempi di abbandono dell’antica – così bella! – modalità di comunicare con carta e penna) e, invece, per le due fanciulle, poeticamente utilizzabili come “contenitori di pensieri e parole”. “Noi andiamo in controtendenza– precisano – e invitiamo le persone a prendere carta e penna e ridare senso al gesto dello scrivere, come momento intimo di cura verso la persona a cui si pensa ma anche verso sé stessi. Si dà spazio al pensiero che, dalla mente, passa alla mano e scende nelle lettere tracciate su carta. Quindi, è davvero parola pensata”.

Le “cassette delle lettere” saranno a disposizione dei torinesi in alcuni luoghi strategici: il Villino Caprifoglio” al parco del Valentino, la “Casa del quartiere Bagni pubblici” di via Agliè, l’“hub culturale” di via Baltea 3, la “nuova sede” dell’associazione culturale “I buffoni di corte” di via Rubino, la “Casa nel parco” di Mirafiori Sud. In questi luoghi, durante gli incontri aperti di lettura e scrittura organizzati da “Compagne di Banco”, ma anche nei momenti liberi (le cassette sono aperte e disponibili), “si potranno depositare i propri pensieri di carta, le proprie lettere mai spedite, le parole che si vogliono in qualche modo salvare e conservare”.

Infine, l’invito lanciato da Elena Forno e Chiara Avidano: quanti avessero libri da donare o spazi in grado di accogliere la “Biblioteca condivisa e diffusa” possono scrivere a info@compagnedibanco.it

Sempre sul sito www.compagnedibanco.it si possono anche consultare tutti gli appuntamenti del progetto finora programmati.

Gianni Milani

Nelle foto: Le “Compagne di Banco” e alcuni dei libri “salvati” e destinati alla “Biblioteca condivisa e diffusa”

Belgravia: presentazione di “Sussurri dall’anima” e “Incendi – poesie indocili”

 

Editi da Paola Caramella Editrice

La Libreria Belgravia e Paola Caramella Editrice promuovono un doppio appuntamento culturale giovedì 20 marzo, alle ore 18.30. Saranno presentati i libri “Sussurri dall’anima”, dell’autrice Ilenia Dell’Aquila, e “Incendi-poesie indocili”, del poeta Fabio Partemi. Gli autori dialogheranno con la giornalista Mara Martellotta e l’avvocato Alberto Cochis, già moderatori di una passata presentazione. Questo appuntamento fa parte dell’evento “Comunità attiva – la settimana della comunità educante”.

Il pubblico si confronterà con gli autori Ilenia dell’Aquila e Fabio Partemi, che presenteranno rispettivamente un romanzo e una silloge di poesie. L’importanza della parola è il fil rouge che unisce due opere sostanzialmente diverse, sorelle nella capacità di “creare mondo”, un pensiero che di riporta a “Le Vie dei Canti” di Bruce Chatwin, in cui si narra della magia che gli aborigeni australiani evocavano attraverso il canto, fondamentale per creare il mondo che li circondava.

Nel romanzo di Ilenia Dell’Aquila, “Sussurri dall’anima”, si viene guidati nell’inconscio di Aura, la giovane fanciulla protagonista della vicenda, affetta da una malattia che le ha strappato violentemente la vita da adolescente.

Le poesie di Fabio Partemi, contenute nella silloge “Incendi – poesie indocili”, si immergono negli stati d’animo ricchi di vuoto, di assenze amorose e di estraneità dal mondo in cui si vive, e i versi paiono rappresentare la salvezza dell’uomo ancor prima di quella del poeta.

Gian Giacomo Della Porta

“Odissee Incompiute”. Alla “Luxemburg” di Torino, incontro con Lorenza Pieri

Per “A/R Andata e racconto”, concorso organizzato dal Salone del Libro e Gruppo FS Italiane

Sabato 15 marzo, ore 18

Il titolo è decisamente allettante. “Odissee incompiute”, come dire “raccontare di viaggi” o “di idee di viaggi” risolti o irrisolti. Compiuti o destinati ad acrobazie inconcludenti e senza fine. Viaggi di terra o di mare (“Odissee”) … o, meglio, della mente e dell’anima. Viaggi come visionaria sconfinata e sconfinante risposta all’abitudinarietà del quotidiano. A questo ci invita a pensare il titolo della “lectio magistralis” che la scrittrice Lorenza Pieri, romagnola d’origine ma cresciuta all’isola del Giglio, terrà il prossimo sabato 15 marzo, alle ore 18, presso la nuova Libreria “Luxemburg”, in via Cesare Battisti “Galleria Subalpina 11/D”, a Torino. L’incontro rientra negli appuntamenti pensati, sotto il claim di “Viaggiare con leggerezza”, per la terza edizione di “A/R Andata e racconto. Appunti di viaggio”, concorso letterario organizzato dal “Salone Internazionale del Libro” di Torino e “Gruppo FS Italiane”, di cui la Pieri è fra gli otto (scrittori e scrittrici) membri di Giuria.

Ideato per stimolare la scrittura intorno al tema del “viaggio” che, sin dall’antichità e dal mito intramontabile di Ulisse, affascina l’essere umano, al concorso sono ammessi racconti inediti (con lunghezza compresa fra le 15mila e le 20mila battute , spazi inclusi) sottoposti al giudizio di una competente Giuria che selezionerà i tre “migliori” da premiare nell’ambito del “Salone del Libro” che si terrà dal 15 al 19 maggio al “Lingotto Fiere” e che verranno pubblicati in un’antologia cartacea (o ebook), insieme ai testi originali di scrittori e scrittrici facenti parte della Giuria finale. La partecipazione al concorso è gratuita e la consegna del racconto deve avvenire seguendo le indicazioni presenti nel regolamento entro e non oltre le ore 12 del 21 marzo 2025. Per info: www.salonelibro.it e www.fsnews.it – concorsi@salonelibro.it

Orbene, ritornando all’appuntamento (che al concorso farà giocoforza riferimento) con la scrittrice Lorenza Pieri, diciamo subito che la scelta dell’autrice (che dal 2014 al 2022 ha vissuto e lavorato a Washington D.C. negli Stati Uniti) non poteva ricadere su persona migliore, proprio partendo dalla sua esperienza personale di viaggiatrice e “nomade” (più o meno convinta, chissà?), come certificano i suoi più di venti traslochi e i dieci posti in cui ha vissuto, in tre Paesi e due continenti diversi. Esperienze da cui, di certo, la Pieri (naturalizzata americana e attualmente residente a Milano, dove insegna “scrittura creativa” e svolge l’attività di “editor” per il “Gruppo Mondadori”) partirà per raccontare le “Odissee incompiute”, ovvero “lunghi viaggi che non prevedono ritorno o in cui il ritorno a casa è impossibile, perché la casa è diventata un’altra e chi torna non è più lo stesso”. Si parlerà di molti libri che sono “‘Odissee’ al contrario”, come il suo primo romanzo “Isole minori”, pubblicato da “E/O” nel 2016 (in cui sono le donne a partire da un’isola mentre gli uomini restano ad aspettare) e di capolavori americani che raccontano andate senza ritorno, come “Furore” di John Steinbeck e “Cartoline” di Annie Proulx. “Si parlerà del partire per emigrare, per fuggire, per cercare nuove identità, per rivalutare il punto di partenza. Il tutto con un bagaglio leggero”. Di certo non inzuppato nella melma defaticante di esistenze tutt’altro che facili, come quella della poliedrica artista franco – americana (ma cittadina del mondo) Niki de Saint Phalle (1930 – 2002), nota soprattutto per le sue “Nanas” (grandi e colorate sculture femminili), cui Lorenza Pieri dedica il suo ultimo libro, una biografia dal titolo “Volevo un regno più grande” (“Electa”, 2024), di cui, inevitabilmente, non si mancherà di parlare nell’incontro di sabato prossimo organizzato alla “Luxemburg”, in “Galleria Subalpina”.

Gianni Milani

Nelle foto: Lorenza Pieri; cover “Volevo un regno più grande” (“Electa”, 2024)

“Sotto la neve” di Manuela Repetti al Circolo dei Lettori

Presentazione del libro a Torino venerdì 14 marzo alle 18 con l’autrice e la giornalista Chiara Dalmasso

Adagiata sulla punta di una penisola sul mare glaciale artico si trova la cittadina di Lastville, un piccolo agglomerato di case popolate da poche migliaia di persone: d’estate, una meta turistica ricercata dagli amanti degli orsi polari e i beluga; nei mesi invernali, l’ultimo baluardo della civiltà prima della vastità della tundra canadese.

Qui da dieci anni vive Linda che, nonostante la morte improvvisa del marito, ha deciso di rimanere dopo essersi abituata al clima rigido e all’idea di vivere in una piccola comunità composta da avventurieri e da persone alla ricerca dell’estremo per ritrovare un equilibrio perso. Tuttavia, la quotidianità della donna viene scossa quando una bambina scompare nel nulla. Tutto il paese si mette in moto per cercarla ma, con il passare delle ore, le ombre del paesaggio invernale crescono e, oltre a coprire le possibili tracce, si insinuano anche nella mente e nel cuore delle persone.

Edizioni Epoké

Andrea De Carlo per “Prendersi cura”

Sarà il celebre scrittore milanese il nuovo protagonista del Progetto ideato dal “Salone Internazionale del Libro” in collaborazione con “Esselunga”

Venerdì 14 marzo, ore 18,30

Con “Diamo spazio all’ascolto”, l’ormai consueto claim che accompagna gli incontri (con scrittrici, scrittori e figure del mondo culturale particolarmente apprezzate dal grande pubblico) del Progetto “Prendersi cura”, ideato dal “Salone Internazionale del Libro” di Torino, main partner “Esselunga”, che dal 2021 sostiene la manifestazione, sarà lo scrittore Andrea De Carlo – dopo la scrittrice romana Chiara Gamberale – il protagonista del secondo appuntamento organizzato, come sempre fra autunno e primavera, nei negozi “Esselunga” o in spazi pubblici ad essi vicini, nonché ovviamente nel mese di maggio al “Salone” di “Lingotto Fiere”.

Milanese, non solo scrittore, ma anche musicista e fotografo (in anni di residenza negli USA ed in Australia), nonché assistente alla regia di Federico Fellini, co-sceneggiatore con Michelangelo Antonioni e regista del cortometraggio “Le facce di Fellini” e del film “Treno di panna”, De Carlo (al suo attivo come scrittore 22 romanzi, tradotti in 26 Paesi e venduti in milioni di copie) presenterà a Torino, venerdì 14 marzoalle ore 18,30, il suo nuovo libro “La geografia del danno”, pubblicato per i tipi de “La Nave di Teseo”. L’incontro si terrà nei locali aulici della “Sala Gonin” di “Torino Porta Nuova”, vicino al negozio “Esselunga” di via Sacchi.

L’appuntamento, a ingresso libero e su prenotazione sul sito www.salonelibro.it , sarà introdotto da Marco Pautasso, segretario generale del “Salone del Libro”. Il tema su cui si concentra, quest’anno, “Prendersi cura” è quello della “famiglia”: le “relazioni” e la “parità di genere”, la “cura del nucleo” dal quale veniamo ed al quale tendiamo.

“La cura – afferma, in proposito Annalena Benini, direttrice del ‘Salone Internazionale del Libro’ – è costituzionalmente una relazione: tra chi è nel bisogno e chi se ne occupa. Prendersi cura degli altri ed essere curati, in diverse fasi della nostra vita, è una delle esperienze emotive centrali della nostra esistenza. Prendersi cura vuol dire molte cose: curare gli altri, se stessi, lo spazio in cui viviamo e quello che condividiamo, la natura, i mondi più o meno vicini con i quali interagiamo. La famiglia è il primo luogo in cui l’azione della cura si manifesta, o perlomeno così dovrebbe essere, quello in cui impariamo quali sono le nostre prime responsabilità e cosa fare per formarci come persone in relazione con il mondo esterno”.

E, attraverso l’avventura del suo ultimo libro, proprio di “famiglia” parlerà Andrea De Carlo, rendendo partecipe il pubblico e invitandolo a riflettere su una “storia vera” (pur se romanzata) “che viaggia attraverso il tempo, per cercare di indagare i riflessi che le vite dei nostri antenati hanno su di noi e quanto e come chi ci ha preceduti determini in parte chi siamo oggi”: una, e più storie, che sono storia di un “segreto di famiglia”, di una traversata oceanica dall’Italia al Cile in cerca di fortuna, di un’emigrazione dalla Sicilia alla Tunisia per le stesse ragioni. “Il libro è la storia di una ragazza cilena che arriva a Genova all’alba della Prima Guerra Mondiale e di un giovane ingegnere navale che perde la testa per un’attrice di teatro, ma anche di una compagnia di commedianti sudamericani che cela talenti straordinari e di una coltellata che sfigura un uomo e distrugge una famiglia”. Andrea De Carlo parte da una rivelazione che lo ha turbato, per cavalcare un’indagine che lo porta indietro nel tempo, ai primi decenni del secolo scorso e successivamente ancora più indietro, alla fine dell’Ottocento. Poco alla volta, grazie a vecchie fotografie ritrovate, scritti, incontri e un lavoro di osservazione e deduzione, l’autore ricostruisce, in tal modo, e ci presenta, con l’essenziale incisività di una scrittura fortemente partecipe e singolare, le vicende avventurose e drammatiche della sua famiglia. Che diventeranno tema portante di discussione, ampliandosi dalla pagina narrativa alla concretezza di una quotidianità su cui il pubblico sarà invitato e stimolato a riflettere e a condividere o a dissentire con esiti dialogici sicuramente intensi e coinvolgenti.

“Con questa iniziativa ‘Esselunga’ torna a dimostrarsi – sottolineano i responsabili del Supermercato, fondato nel 1957 a Milano e oggi attivo in Italia con oltre 170 punti vendita fra Lombardia, Veneto, Piemonte, Emilia-Romana, Toscana, Liguria e Lazio – una realtà commerciale particolarmente, e da sempre, attenta nel sostenere le comunità dei territori in cui opera anche attraverso la promozione di eventi culturali”. Sempre in collaborazione con il “Salone Internazionale del Libro” di Torino, “Esselunga” è stata anche nel 2022 e nel 2023 promotrice nella “Sala Olimpica” di incontri e presentazioni di libri e autori legati al “mondo sportivo”. Nel 2023, inoltre, ha permesso l’incontro tra il pubblico e alcuni atleti olimpici e paralimpici e ha allestito un food truck con la sua “Cucina Esselunga” per i partecipanti alla manifestazione.

Gianni Milani

Nelle foto: Immagine – guida “Prendersi cura”; Andrea De Carlo; cover “La geografia del danno”