Nonostante l’emergenza Coronavirus e le difficoltà del momento, il Premio InediTO – Colline di Torino, punto di riferimento in Italia tra quelli dedicati alle opere inedite, non si è fermato e ha concluso la fase di selezione delle 700 opere iscritte alla diciannovesima edizione
I membri del Comitato di Lettura formato da Valentino Fossati (sezione Poesia), Anna Francesca Vallone (sezione Narrativa-Romanzo), Francesco Delle Donne (sezione Narrativa-Racconto), Alfredo Nicotra (sezione Saggistica), Simone Carella (sezione Testo Teatrale), Eleonora Galasso (sezione Testo Cinematografico) e Valerio Vigliaturo (sezione Testo Canzone), direttore anche del concorso, hanno designato i nomi dei 49 finalisti delle sette sezioni e dei 18 autori in gara per i premi speciali “InediTO Young” in collaborazione con Aurora Penne, nonché “Alexander Langer” e “Giovanni Arpino” in collaborazione con la Città di Torino (tra i quali spiccano i nomi di Andriano Angelini Sut, tra i quarantuno candidati al Premio Strega 2018, Renato Gabrielli, drammaturgo, sceneggiatore e docente di Scrittura teatrale alla Scuola “Paolo Grassi” di Milano, Stefano Valentini, sceneggiatore e regista, vincitore del London Indipendent Film Festival e del Roma Indipendent Film Festival) e il cui elenco completo è consultabile sul sito www.premioinedito.it
Un lavoro complesso e determinante quello dei giovani membri del Comitato che, aderendo alla campagna #ioleggoacasa, dopo un’attenta e scrupolosa lettura, in cui sono emersi tendenze, temi e stili diversi, hanno scelto le migliori opere giunte in occasione di questa edizione a centinaia (record assoluto del premio) da tutta Italia e dall’estero (Inghilterra, Francia, Germania, Spagna, Belgio, Svizzera, Croazia, Egitto, USA), a conferma sempre più dell’internazionalità del premio.
Le opere finaliste saranno ora sottoposte alla valutazione della super Giuria presieduta dalla scrittrice Margherita Oggero e formata dai poeti Maurizio Cucchi e Maria Grazia Calandrone, gli scrittori Enrica Tesio, Raffaele Riba, Marco Lupo (Premio Campiello opera prima 2019) e Gaia Rayneri, i filosofi e saggisti Michela Marzano e Leonardo Caffo, l’attore Tindaro Granata, Emiliano Bronzino (direttore artistico di AstiTeatro), gli sceneggiatori Lisa Nur Sultan (coautrice del film “Sulla mia pelle”), Fabio Natale, il critico musicale Dario Salvatori, e la cantautrice partenopea Teresa De Sio, nonché dai vincitori della passata edizione.
La premiazione del concorso sostenuto dalla Regione Piemonte, dalla Fondazione CRT e dalla Camera di Commercio di Torino, e che coinvolge tra i partner il Premio Lunezia, il M.E.I. (Meeting delle Etichette Indipendenti) di Faenza, Film Commission Torino Piemonte, l’associazione Tedacà, la casa di produzione Indyca e il Festival delle Colline Torinesi, si svolgerà, compatibilmente con il ritorno graduale alla normalità, a fine maggio attraverso la consegna dei premi e un reading dedicato alle opere dei vincitori.
Il Piemonte di Salvator Gotta
Salvator Gotta, nato a Montalto Dora il 18 maggio 1887 e scomparso a Rapallo il 7 giugno 1980, è uno degli scrittori piemontesi più ‘prolifici’ quanto a produzione del secolo scorso
Monarchico e fascista (fu l’autore della versione finale del testo di ‘Giovinezza’) poco per volta è caduto nel dimenticatoio (anche per questa sua scelta di campo fatta all’epoca), a dispetto di una nutritissima serie di opere tra le quali va ricordato il celebre ‘Piccolo Alpino’.
E se fu canavesano di nascita, Montalto Dora gli ha dedicato una targa e nel paese dell’Eporediese c’è ancora chi lo ricorda bene, tuttavia ebbe anche un legame con il Monferrato. Suo nonno materno, Salvatore Pavese, infatti, era medico condotto a Valmacca e proprio il paese del Monferrato Casalese (e al contempo rivierasco lungo il fiume Po, come Casale Monferrato e Valenza) il 18 agosto del 1971 gli attribuì la cittadinanza onoraria, alla quale Gotta rispose con una bella lettera di ringraziamento indirizzata al sindaco. E, dopo la sua scomparsa, Valmacca gli ha intitolato una via. Erano luoghi quelli del Monferrato Casalese che Salvator Gotta conosceva bene, come dimostra una sua bella opera, ‘Addio Vecchio Piemonte !’, scritta nel 1970 per tipi della Arnoldo Mondadori Editore. Il libro contiene dettagliate notizie storiche, biografiche, politiche ed ideologiche riguardanti il conte Clemente Solaro della Margherita, ministro di Carlo Alberto, re di Sardegna, prima dell’emanazione dello Statuto. Il racconto prende le mosse dalla visita di un capitano dell’esercito sabaudo al castello del marchese Rolando Della Valle a Pomaro Monferrato che annuncia alla signorina ‘la Tota’, Maria Giorcelli, che lo sovrintende, del prossimo convegno tra re Vittorio Emauele e l’imperatore Napoleone III di Francia, in quanto si era deciso che qui si tenessero i consigli di guerra tra gli alleati (siamo nel 1859 al tempo di quella che i libri di storia chiamano la seconda guerra di indipendenza) per un motivo logistico. Il re aveva posto il suo quartier generale a San Salvatore Monferrato e Napoleone la sua residenza ad Alessandria. E Maria Giorcelli, figlia del geometra Giorcelli, intendente del marchese Guasco di Bosio, era nipote di Paolo Onorato Vigliani, giureconsulto ed uomo politico molto stimato da Cavour. Maria, poi, era stata la istitutrice delle quattro figlie del conte Solaro della Margherita. Nel libro, che ha appunto come protagonista l’ex ministro del re sabaudo appunto sullo sfondo del Risorgimento italiano c’è il Piemonte, con i suoi luoghi, le sue tradizioni, gli ideali di un regno che da lì avrebbe preso il volo per diventare il Regno d’Italia, ma ci sono anche Pomaro ed il suo castello, San Salvatore Monferrato, Casale Monferrato, con descrizioni puntuali ed aderenti alla realtà, fatte da un autore che li conosceva bene e che amava il Piemonte, in particolare quel ‘Vecchio Piemonte’ al quale dice addio con una punta di nostalgia.
Massimo Iaretti
Sul gruppo FB Un libro tira l’altro ovvero il passaparola dei libri
Cari amici lettori,
Stiamo vivendo un momento estremamente difficile e mai come ora un buon libro può essere un valido alleato per combattere noia, solitudine e smarrimento.
I libri più letti e commentati a marzo non sono novità, visto che le attività editoriali sono ridotte al minimo: sono, invece, i titoli più amati che puntualmente ritornano tra le preferenze dei nostri lettori.
Il titolo più discusso del mese è Cecità, classico di Josè Saramago, purtroppo tornato strettamente d’attualità; secondo posto nelle preferenze per Quel che resta del giorno, romanzo del premio Nobel Kazuo Ishiguro reso famoso dall’omonimo film; terzo classificato Indian Creek di Pete Fromm, curioso e divertente diario di un giovane ricercatore che trascorre un inverno da solo in mezzo alle montagne.
Se non è possibile leggere è sempre raccomandabile rileggere e qui di seguito mettiamo tre titoli amati dai lettori che fa sempre piacere sfogliare: Il vecchio e il mare, di Ernest Hemingway, I Miserabili di Victor Hugo e non può mancare I Promessi Sposi, anche questo tornato in auge di recente.
Per la serie: Time’s List of the 100 Best Novels, ovvero i cento romanzi più importanti del secolo XX, scritti in inglese e selezionati dai critici letterari per la rivista Times, questo mese abbiamo preso in esame tre capolavori della letteratura di genere fantascientifico: il tragico e poetico Mattatoio n.5 di Kurt Vonnegut, il profetico Snow Crash di Neal Stephenson e l’altrettanto lungimirante e inquietante Ubik del grandissimo Philip K. Dick.
Infine, in occasione della recente Giornata Mondiale della Poesia un sondaggio tra i nostri iscritti ha decretato Pablo Neruda, seguito da Jacques Prevert e Alda Merini, il miglior cantore dell’amore: nell’invito a scoprire le sue liriche, vi invitiamo a venirci a trovare su FB per trascorrere un po’ di tempo a parlare di libri insieme a noi!
Podio del mese
Cecità, Josè Saramago Feltrinelli) – Quel che resta del giorno, Ishiguro (Einaudi) – Indian Creek, Fromm (Keller)
Time’s List of the 100 Best Novels
Mattatoio n.5, Vonnegut (Feltrinelli) – Snow Crash, Stephenson (BUR) – Ubik, Dick (Fanucci)
Classici da rileggere
Il vecchio e il mare, Hemingway (Mondadori) – I Miserabili, Hugo (Mondadori) – Promessi Sposi, Manzoni (Mondadori)
Testi di Valentina Leoni, grafica e impaginazione di Claudio Cantini redazione@unlibrotiralaltroovveroilpassaparoladeilibri.it
L’isola del libro
Rubrica settimanale a cura di Laura Goria
Bernard Minier “Una fottuta storia” -Baldini & Castoldi- euro 20,00
Un thriller di oltre 500 pagine da divorare, lasciandovi trasportare tra continui colpi di scena in cui le carte in tavola vengono mescolate di continuo, buoni e cattivi si invertono e quando la soluzione sembrerebbe a portata di mano …si riparte seguendo una nuova tangente imprevedibile. E’ magnifico l’intreccio dello scrittore francese 59enne Bernard Minier: dialoghi scorrevoli, senso del ritmo e finale a sorpresa. Tutti elementi che potrebbero trasformare il libro in un film di successo. La storia è ambientata a Glass Island nello Stato di Washington. L’isola è finzione letteraria per la quale Minier si è ispirato a 4 isole molto reali: 3 nello stato di Washington, la 4°canadese, Bowen Island, nella Columbia Britannica. Scenario della vicenda è un tranquillo arcipelago abitato dalle solite poche anime che si conoscono tutte; mentre d’estate è un’ambita meta turistica raggiungibile col traghetto. E’ proprio a bordo di uno di questi che inizia il rebus: due adolescenti, i fidanzatini Henry Walker e Naomi Sanders, litigano, poi la ragazza scompare e viene ritrovata cadavere su una spiaggia deserta, impigliata in una rete da pesca. Il primo ad essere sospettato è proprio il 16enne Henry, figlio adottivo di Liv e France, coppia omosessuale errabonda che ha attraversato l’America fermandosi sempre in sistemazioni temporanee. Sono approdate sull’isola da 4 anni, con l’ansia di un segreto da nascondere per cui obbligano Henry a un profilo basso: nessuna foto scolastica, né profili social e tanto meno album di famiglia. Ad aggiungere pepe alla storia si aggiungono un misterioso investigatore privato, un magnate con ambizioni politiche alla ricerca del figlio che non ha mai conosciuto… e il resto è tutto da scoprire, pagina dopo pagina.
Massimo Onofri “Isolitudini. Atlante letterario delle isole e dei mari” -La nave di Teseo- euro 23,00
Questo è un po’ il libro dei libri, e se amate mari e isole è l’itinerario da seguire per collegare scrittori e luoghi, scoprendo anche pagine di autori che magari non conoscevate. Onofri ha fatto un lavoro raffinato ed enciclopedico, diviso in blocchi –dalla Grecia all’Oceano Indiano, dall’Estremo Oriente al Grande Nord, passando per i Poli estremi e i Tropici- ripercorrendo pagine che raccontano paesaggi, climi, avventure, narrativa di viaggio e tanto altro, sostenuto dalla sua erudizione sconfinata, che però non inciampa in noia o pedanteria.
Iniziate l’avventura solcando gli oceani dei cinque continenti, con artisti, scrittori ed esploratori (come James Cook e Shackleton), appartenenti a più epoche e latitudini. Partite con Lawrence Durrel che nel 1935 approda a Corfù, poi veleggiate da costa a costa con mostri sacri come Lord Byron ed Edgar Allan Poe, transitate nelle opere di Defoe e R.L.Stevenson, di Salgari e Melville, scoprite le rotte nordiche con Stig Dagerman, Tove Jansson e Björn Larsson. E l’avventura letteraria continua sulle orme di Jack London e il suo Pacifico, su quelle di Mark Twain, sfiorando Islanda e isole Faer Øer, per arrivare a Cape Cod di Thoureau. Scoprirete anche curiosità inedite, come la storia di atolli minuscoli o quella intrigante di Redonda. Isola disabitata dell’arcipelago delle Sopravento sotto la giurisdizione di Antigua e Barbuda “…un gigantesco scoglio di tre km quadrati” acquistato da un banchiere nel 1865 che si proclamò re, per arrivare allo scrittore spagnolo Javier Marias che, dopo complicate vicende, ne diventa sovrano nel 1997. Insomma 474 pagine di pura avventura letteraria fino ai confini più estremi delle acque che ricoprono il globo.
Dorothy Wipple “Le sorelle Field” – Astoria- euro 20,00
Dorothy Whipple (nata nel 1893, morta nel 1966) è stata un’autrice inglese di successo nella prima metà del secolo scorso, con al suo attivo una decina di romanzi in cui radiografava in modo arguto pregi e difetti delle classi medio-alte, la complessità dei rapporti umani e il ruolo delle donne relegate nella nicchia di angeli del focolare. In questo libro, ambientato negli anni 30 del 900, protagoniste sono le tre sorelle Field: un grande affetto condiviso, ma destini molto diversi, determinati soprattutto dagli uomini che sceglieranno e dal limitato perimetro che all’epoca si concedeva alle donne col matrimonio.
C’è Lucy che, da quando la madre è morta, ha rinunciato al sogno di studiare ad Oxford e si è letteralmente sacrificata per la famiglia, caricandosi sulle spalle la cura del padre vedovo, crescendo i fratelli e le due sorelline, Charlotte di 13 anni e Vera di 11.
Lucy è una donna equilibrata e solida che sposa William, uomo innamorato, intelligente e rispettoso; il loro sarà un matrimonio felice e senza scossoni, anche se il destino non gli concederà di avere figli. Ma lei e William hanno trovato la loro formula per un’unione serena e felice. Non altrettanto si può dire delle sorelle, che lei cercherà di salvare.
La più sfortunata è decisamente Charlotte che si innamora di Geoffry, uomo orribile e squallido, che intuiamo opportunista fin dalla sua prima apparizione. Ma è nel matrimonio che darà il peggio di sé: rozzo venditore dalla bottiglia facile, terrorizza con la sua violenza moglie e figli. Un despota che vorremmo prendere a schiaffi, sadico che non lascia traccia sui corpi delle sue vittime, ma le distrugge in modo profondo, spietato e subdolo. Leggere le cattiverie che mette in atto e la sudditanza della moglie, la sua incapacità di proteggere almeno i figli, vi farà ribollire di rabbia. Ma è anche la testimonianza che la violenza psicologica sul gentil sesso non è solo cosa di oggi. Però allora non avevano voce in capitolo o megafoni con cui denunciare.
Poi c’è l’autentica bellezza della famiglia, Vera, che miete vittime al suo passaggio e rivela dosi massicce di egoismo e narcisismo. Sposa un adorante Brian, uomo un po’ sfocato e noioso, e avranno dei figli. Ma Vera non è predisposta a fare passi indietro per il bene altrui: moglie fedifraga e madre assente vive tutta concentrata su se stessa, ritenendosi libera di fare tutto ciò che vuole. Qui sarà lei a distruggere il marito.. e vedrete con che sviluppi.
Addio all’altro papà di Asterix
È morto in Francia Albert Uderzo, il disegnatore di Asterix. È stato stroncato nel sonno da una crisi cardiaca. Aveva 92 anni e insieme a René Goscinny ( morto a 51 anni, nel 1977) creò il celebre personaggio dei fumetti nel 1959. Nato nel dipartimento della Marna da genitori italiani è stato uno dei grandi disegnatori che hanno incantato intere generazioni. Se è vero che la sua morte lascia un grande vuoto è altrettanto vero che i suoi personaggi – Asterix, Obelix, Idefix e tutti altri – vivranno per sempre.
Nel 50 avanti Cristo tutta la Gallia è occupata dai Romani… Tutta? No! Un villaggio dell’Armorica, abitato da irriducibili Galli resiste ancora e sempre all’invasore. E la vita non è facile per le guarnigioni legionarie romane negli accampamenti fortificati di Babaorum, Aquarium, Laudanum e Petibonum..”
Le avventure a fumetti di Asterix il Gallico, nota e fortunata serie ideata dai francesi René Goscinny e Albert Uderzo, iniziavano con questo “incipit”. I due geniali autori d’Oltralpe crearono le strisce dove il protagonista era un piccolo e orgoglioso guerriero gallo dall’elmo alato, con casacca nera e pantaloni rossi, un paio di baffi giallo-polenta e lo sguardo furbo e allegro. Asterix il gallico apparve per la prima volta sul n° 0 del periodico a fumetti “Pilote”. Era il 29 ottobre 1959 e, in pratica, sia il giornale che la serie degli irriducibili Galli – su sceneggiatura di Goscinny e disegni di Uderzo – vedevano la luce lo stesso giorno. Inizialmente, Asterix avrebbe dovuto essere l’unico personaggio principale della storia, ma Uderzo insistette affinché il piccolo protagonista avesse una spalla. E così venne ideato Obelix, corpulento trasportatore di menhir dai pantaloni a strisce bianchi e blu, con il volto incorniciato da capelli intrecciati e baffi rossicci. Accanto a lui (dal 1963 in poi), venne introdotto l’ inseparabile e fido Idefix: un cagnolino “ecologista”, che soffre terribilmente quando vede maltrattare o sradicare un albero, ululando il suo dolore. Gli autori collocarono questi stravaganti Galli in Armorica (l’attuale Bretagna), dotandoli di una forza straordinaria grazie agli effetti di una pozione magica preparata dal druido Panoramix. Così il villaggio era in condizione di resistere ostinatamente alle legioni di Cesare, restando l’unica enclave libera della Gallia dal dominio imperiale di Roma.
Dal 1959 al 2015, gli albi ufficiali di Asterix sono stati 36 e Goscinny (morto a 51 anni, nel 1977) nel tratteggiare i caratteri dei due principali protagonisti scelse anche di ridistribuirne i ruoli. In questo modo Asterix diventò l’eroe quasi perfetto mentre i difetti franco-gallici andarono a ricadere sul grosso Obelix: suscettibile, irascibile, goloso di cinghiali arrosto e dispensato dal bere la pozione poiché – essendo caduto da piccolo in una pentola colma del magico intruglio – ne aveva perennemente assimilato il formidabile beneficio. Per i legionari romani questi Galli rappresentano un vero e proprio incubo e nei frequenti scontri – pur non accadendo mai nulla d’irreparabile – hanno sempre la peggio fino ad essere costretti a rovinose ritirate. Una folla di personaggi popolano il villaggio armoricano. Dal “capo” Abraracourcix e sua moglie Beniamina fino al bardo Assurancetourix, dal canto straziante che provoca nubrifagi tanto che, al termine del grande banchetto che tradizionalmente conclude ogni avventura, per zittirlo, viene legato e imbavagliato. A questi vanno aggiunti il pescivendolo Ordinalfabetix e sua moglie Ielosubmarine (che ha vita dura in un villaggio di mangiatori di cinghiali), l’irascibile fabbro Automatix, il decano Matusalemix ( che, a dispetto dei suoi 93 anni ha una moglie giovane e carina) e la bella Falbalà.
Quest’ultima è la ragazza con più “charme” del villaggio, dove ha fatto ritorno dopo aver studiato per anni a Condate (l’odierna Rennes, nota città universitaria). Il suo fascino è come un fulmine a ciel sereno che colpisce tutti gli uomini del villaggio e in particolare Obelix. Tutti venerano Toutatis, il dio celtico della guerra, della fertilità e della ricchezza e temono solo che il cielo gli “caschi sulla testa“. Nella saga compaiono anche altri personaggi, spesso ricorrenti nelle storie, come il mercante fenicio Grandimais o Beltorax, cugino di Asterix che vive in Britannia, adora il cinghiale bollito in salsa di menta e, come tutti i britanni, ama bere acqua calda, la bevanda nazionale che nei secoli a venire si arricchirà di foglioline di tè. Un caso a parte è quello degli sfortunati pirati vichinghi guidati da Barbarossa che, nel tentativo di assalire navi da carico e potersi così ripagare i debiti contratti per la loro imbarcazione, incontrano spesso Asterix e Obelix e finiscono per essere ogni volta picchiati e affondati. Oltre ai film d’animazione, Asterix e Obelix sono stati protagonisti anche di quattro pellicole, con cast piuttosto importanti.
Nella prima, del 1999, “Asterix & Obelix contro Cesare”, oltre a Gérard Depardieu nei panni di Obelix ( personaggio che interpreterà in tutti i film) ci sono Christian Clavier (Asterix), Roberto Benigni (Lucius Detritus) e Laetitia Casta (Falbalà). Tre anni dopo, in “ Asterix & Obelix – Missione Cleopatra”, oltre alla conferma della coppia Clavier-Depardieu compare nei panni della regina egizia l’affascinante Monica Bellucci. Nel 2008, nel cast di “Asterix alle Olimpiadi”, Clovis Cornillac eredita il personaggio di Asterix e , oltre a numerose stelle dello sport come Zidane e Michael Schumacher, c’è Alain Delon ad interpretare Giulio Cesare. Infine, nel 2012, quando sui grandi schermi compare “Asterix e Obelix al servizio di Sua Maestà”, è Édouard Baer a dare il volto ad Asterix mentre Catherine Deneuve è la regina Cordelia e Luca Zingaretti interpreta un generale romano.Le storie degli irriducibili galli sono ironiche e divertenti e, più che stimolare sentimenti nazionalistici – come sottolineato, erroneamente, da alcuni osservatori – sono un esempio abbastanza raro di autoironia transalpina, dove emergono più i difetti che le virtù degli abitanti del villaggio bretone anche se, a fare le spese di quel loro carattere piuttosto deciso, sono quasi sempre i centurioni e i soldati delle legioni dell’Aquila.
Marco Travaglini
L’importanza vitale della lettura
IL COMMENTO di Pier Franco Quaglieni / Karl Popper scrisse un saggio nel quale dimostrava come la televisione facesse male. Di Popper e della sua “Società aperta” mi ritengo da sempre un discepolo, ma quel libretto mi era sembrato poco convincente forse perché non amo particolarmente la Tv di cui non sono mai dipendente perché a casa, quand’ero bambino, la televisione era giustamente razionata
Per ora l’emergenza ha “solo” portato all’eliminazione dei diritti alla socialità ed al movimento. Prima che si passi al divieto di pensare e di scrivere è meglio approfittare della possibilità di seguire – rigorosamente online – un laboratorio di scrittura creativa.
Non si sa mai: tra 5 o 10 anni forse ci restituiranno un briciolo di libertà e sarà bellissimo tornare a scrivere. Il Laboratorio di scrittura creativa è tenuto da Gabriele Marconi, scrittore e giornalista, attivo nell’attività di servizi editoriali con trentennale esperienza. Questa iniziativa ha come obiettivo di dare le nozioni di base per migliorare la propria capacità di espressione scritta sia ai fini dell’opera letteraria che nell’attività giornalistica…
… continua a leggere su ELECTOMAG:
Laboratorio di scrittura creativa. Perché un giorno ci restituiranno la libertà..
L’isola del libro
Rubrica settimanale a cura di Laura Goria
Javier Marias “Vite scritte” -Einaudi- euro 19,00
Abbiamo letto e amato i loro libri, ma delle loro vite magari sappiamo poco; ed è un peccato, perché spesso sono state affascinanti più di un romanzo, anche se tormentate e perigliose.
L’idea di Marias è stata proprio quella di raccontare l’esistenza di 20 autori trattandoli come personaggi letterari, rivelando pagine delle loro esistenze che meritano di essere raccontate perché spesso restano nell’ombra dei loro capolavori letterari. Scelta ed ordine di comparizione sono arbitrari, un po’ di tutte le latitudini (irlandesi, russi, americani, francesi,ecc.), purché non spagnoli, ed altra“conditio sine qua non” …che fossero tutti morti. Sono autori che lui ama e di cui ha scandagliato diari, testimoniane, biografie, immagini e documenti vari. Poi ce li ha raccontati con intelligenza, sensibilità ed affetto.
E’ così che scopriamo per esempio che la baronessa Isak Dinesen, ovvero la Karen Blixen de “La mia Africa”, a dispetto della sua immagine spettrale di donna anziana affetta dalla sifilide (regalo del marito) era una seduttrice di giovani poeti. La gracile e taciturna Emily Bronte, stroncata dalla malattia a soli 30 anni, in realtà aveva un’insospettabile forza fisica. Il Premio Nobel del 1949 William Faulkner era un dilapidatore che spendeva tutto e in fretta. O ancora, che James Joyce era incline al voyeurismo e Artur Rimbaud non si lavava volentieri.
Le vite di alcuni di loro si incrociarono e Marias racconta anche i loro rapporti. Per esempio la cordiale antipatia che correva tra Conrad e James; gli ingarbugliati legami come quello tra Madame du Deffand e Julie de Lespinasse. O come l’elegante Djuna Barnes era apertamente elogiata dal contemporaneo T.S.Eliot che scrisse l’introduzione al suo capolavoro “La foresta nella notte”. Questi solo alcuni spunti delle pagine di Marias che ci restituisce volti, gesti quotidiani, passioni, manie e pensieri di 20 grandi della letteratura.
Évelyne Bloch-Dano “Le case dei miei scrittori” – Add Editore- euro 18,00
La biografa e saggista francese 71enne ha esplorato decine di case di scrittori, andando alla ricerca delle origini dei loro libri; a volte partendo da un semplice oggetto capace di evocare un mondo e svelare anfratti della loro anima. E’ il libro che noi accaniti lettori -curiosi di sapere dove e come i nostri amati scrittori vivevano- bramavamo da tempo. Évelyne Bloch-Dano sciorina pagine magnifiche che incitano al viaggio e alla scoperta delle dimore e delle stanze “tutte per sé” in cui i mostri sacri della letteratura hanno sguinzagliato pensieri, genialità e parole. 266 pagine in cui facciamo il nostro ingresso in ville, loft, case di campagna, camere ammobiliate, minuscole dimore e caffè in cui ritrovarsi; dove ci sembra di vedere i nostri scrittori più amati alle prese con la vita, seduti alla scrivania e davanti a fogli bianchi e penna, oppure intenti a battere a macchina.
Per ognuna di queste mete l’autrice ci offre un’autentica guida: con l’ubicazione, il sito web di riferimento, la visita libera o rigorosamente su appuntamento, per andare dritti a visitare quello che più potrebbe incuriosirci. Inizia con i luoghi di Alan-Fournier, passa per quelli di Balzac, Beckett, Karen Blixen, Camus, Dickens, Proust, Hemingway.. e tanti altri, fino a chiudere con Zola, dopo averci spalancato porte e portoni. Perché “…nella casa di uno scrittore tutto ci parla, purché siamo capaci di ascoltare”….chiarendo anche che “nessun autore è la sua casa ….ma la casa è uno stato d’animo”. E questo libro prezioso non è una guida turistica, ma un itinerario di vite che hanno lasciato il segno in pagine immortali.
“Scrittori la vita e le opere” -Gribaudo- euro 28,90
Questo volume è da sfogliare piacevolmente e da non far mancare nella vostra biblioteca. E’ una messe di testi e immagini che raccontano vita, passioni, contesti storico-politici e capolavori di oltre 80 tra scrittori, drammaturghi e poeti dal Medio Evo ad oggi. Si parte da Dante Alighieri e si veleggia a cavallo dei secoli fino alla contemporaneità, spaziando tra i vari continenti. Una sorta di grande ed esaustiva mappa che ha il grande pregio di essere di facile e veloce consultazione. Un’occasione anche per scoprire scrittori che magari avevamo trascurato e che invece ora ci viene voglia di leggere. 349 pagine con tanto di fotografie e immagini che delineano le tappe fondamentali delle vite e delle opere dei vari protagonisti. E’ il frutto del lavoro di un nutrito pool di storici, redattori, scrittori e docenti universitari che hanno unito le loro competenze per ripercorre le fasi salienti di autori che hanno lasciato il segno nelle loro epoche. E ci sono tutti.
Troviamo i grandi classici, tra i quali Chaucher, Shakespeare, Defoe e Voltaire; poi Goethe, Wordsworth, la Austen e le sorelle Bronte. Per andare avanti nella storia della letteratura del 1900 con, tra gli altri, Yeats, Proust, D.H.Lawrence, Nabokov, la Duras, Kundera. E si finisce nel 6° capitolo che parla degli scrittori di oggi: da Saramago ad Arundhati Roy, passando per la Munro e la Allende, Cormac McCarthy, Murakami e Pamuk , con note che riassumono anche vita e libri di Margaret Atwood, Paul Auster, Houellebecq e, tra gli altri, Ishiguro.
Rinviato anche il Salone del Libro
Il comunicato della Fondazione Salone del Libro
Il Salone Internazionale del Libro di Torino anche quest’anno si farà e sarà una grande occasione di incontro tra autori, editori e lettori.
”L’organizzazione sta lavorando con la passione di sempre all’edizione 2020, ma per poter continuare a essere un punto di riferimento di questa straordinaria comunità, il Salone del Libro deve prima di tutto garantire le condizioni di sicurezza e di salute del suo pubblico, dei suoi espositori e del personale che vi lavora.
Per questo motivo, preso atto della situazione di emergenza – nazionale e internazionale – nella quale ci troviamo, e in accordo con le istituzioni e i partner che collaborano in maniera essenziale alla sua organizzazione, oltre che con Lingotto Fiere, il Salone del Libro di Torino ha valutato necessario e responsabile rimandare la manifestazione (originariamente in programma dal 14 al 18 maggio) a una data che comunicheremo prima possibile.
In coordinamento con le istituzioni e a seguito di un incontro di questa mattina con la Regione Piemonte e il Comune di Torino che si sono impegnati a collaborare pienamente all’obiettivo comune di realizzare il Salone in piena sicurezza e con l’entusiasmo di sempre, l’organizzazione continua a lavorare e a monitorare attentamente l’evolversi della situazione in attesa delle disposizioni che verranno varate dopo il 3 aprile 2020, a scadenza del Decreto della Presidenza del Consiglio dei Ministri attualmente in vigore. Le nuove date verranno annunciate non appena sarà possibile una valutazione esaustiva degli scenari futuri.
In un momento di grande sacrificio da parte di tutti gli italiani, il Salone vuole esprimere la sua più sentita vicinanza a coloro che stanno vivendo in prima persona gli effetti dell’emergenza: i malati, i loro cari, così come tutto il personale sanitario e le istituzioni che lavorano senza sosta per la salute e la sicurezza di tutti.”