Lavori per lo sviluppo delle infrastrutture

Dubai chiama Italia

L’anno dell’expo di Dubai può rappresentare un’opportunità importante per le aziende italiane, che abbiano interesse a mettersi in gioco negli Emirati Arabi
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*Di Paolo Pietro Biancone

 

Il 2020 è un obiettivo ricco di opportunità. L’anno dell’expo di Dubai può rappresentare un’opportunità importante per le aziende italiane, che abbiano interesse a mettersi in gioco negli Emirati Arabi. Dubai, infatti, si è aggiudicata l’Expo 2020, evento che avrà un enorme impatto sullo sviluppo economico dell’intera area: all’Expo 2020 sono attesi 25 mln di Visitatori, il 71% dei quali – per la prima volta nella storia dell’evento – proverrà da Paesi diversi da quello ospitante. Ciò significa che gli Emirati Arabi Uniti dovranno essere pronti ad accogliere oltre 17 mln di turisti.

Secondo due diversi studi, condotti da Deutsche Bank e Global Investment House, Dubai dovrà destinare circa 43 mld di USD all’implementazione delle sue infrastrutture in vista dell’Expo, di cui circa 10 dovranno essere spesi per migliorare e sviluppare i trasporti. Fra gli interventi più significativi, spiccano i lavori per le infrastrutture aeroportuali, a partire dal nuovo aeroporto di Dubai (Al Marktoum International Airport), vicino al sito dell’Expo, che ha iniziato il trasporto passeggeri lo scorso 27 ottobre 2014 e che, una volta completato, potrà gestire 12 mln di tonnellate di cargo e 160 milioni di passeggeri all’anno. E per di più, i 17 milioni di turisti attesi negli Emirati nei sei mesi di svolgimento dell’Expo stanno spingendo il Paese a puntare sullo sviluppo delle infrastrutture per il settore, con un ampliamento della gamma di prodotti e servizi offerti e soprattutto con nuove, grandi possibilità per le aziende italiane intenzionate ad entrare nel mercato emiratino o a rafforzare la propria posizione in questo ambito.

Non ultimo, la domanda di energia sta aumentando in tutta l’area MENA (Middle East & North Africa) e – secondo un recente rapporto pubblicato dall’Economist Intelligence Unit (EIU) – è destinata a crescere del 7% all’anno da qui al 2020. L’ammontare dei fondi che nei prossimi anni dovranno essere dedicati al settore energetico è impressionante: in base al Rapporto 2013 pubblicato da MEED, in tutta l’area MENA gli investimenti nel comparto supereranno i 200 mld di USD entro il 2020. Di questi, 100 mld saranno necessari per aumentare la capacità produttiva ed altrettanti dovranno essere investiti nei settori della trasmissione e della distribuzione di energia. Inutile sottolineare che ciò offrirà importanti opportunità a tutte le imprese che operano nel campo energetico. In particolare, poi, nell’area si sta puntando con determinazione sull’energia solare, un comparto strategico per le aziende italiane.

Come inserirsi nel mercato degli Emirati Arabi? È attiva la Camera di Commercio Italiana negli Emirati Arabi Uniti (“Italian Industry & Commerce Office in the UAE”), che attualmente sta selezionando un numero limitato di Aziende italiane la penetrazione nel mercato. Si tratta sicuramente di una selezione basata sui prodotti, i quali devono essere di buona e alta qualità. Non solo il profilo aziendale deve dimostrare la propensione all’internazionalizzazione, rafforzata dall’attitudine a confrontarsi con culture diverse dalla propria. Il mercato degli Emirati Arabi Uniti non addotta, infatti, la logica della sola presenza sporadica in occasione di qualche fiera (seppure importante), oppure la visita due volte l’anno da parte dell’Export Manager dell’Azienda italiana: l’azienda deve essere presente fisicamente nel territorio. Si rende, quindi, necessario avere delle figure che rappresentino l’Azienda con una loro presenza continuativa in loco e un ufficio di rappresentanza che offra “garanzia” al potenziale Cliente locale.

Questo mix: prodotti richiesti dal mercato, prezzi adeguati, personale dedicato presente in loco e ufficio commerciale dell’Azienda, creano la “situazione perfetta” che permette di entrare dalla porta principale e nella maniera adeguata, in un mercato in continua crescita e ricco di opportunità per il made in Italy.

*Professore ordinario, docente di finanza Islamica

Coordinatore del corso di dottorato in Business & Management

dell’Università di Torino